Per quanto riguarda il futuro della struttura dell’Ospedale maggiore della carità, siamo disponibili a venderla al Comune per un riutilizzo che ne eviti il degrado”. Lo ha annunciato questa mattina l’assessore alla Sanità Luigi Icardi nel corso dell’informativa sulla Città della Salute di Novara in quarta Commissione, presieduta da Alessandro Stecco.
L’assessore ha ricordato che “l’Azienda sanitaria ospedaliera di Novara ha approvato e pubblicato nei giorni scorsi il bando di gara per la costruzione della Città della salute e della scienza di Novara. Stimiamo che entro un anno si possa arrivare all’aggiudicazione e che per la fine dell’estate prossima i cantieri possano essere aperti”.
“Per realizzare la nuova struttura, nella zona a sud della città e destinata appunto a sostituire l’Ospedale maggiore della carità di Novara – ha aggiunto l’assessore – si prevedono quattro anni di lavori. Potrà contare su una superficie di circa 170mila metri quadri che comprenderà l’ospedale, l’Università e tutti i servizi. Disporrà di 711 posti letto con la presenza di tutte le specialità. Ospiterà inoltre gli uffici e la sede della Scuola di Medicina del dipartimento di Scienze della salute e il dipartimento di Medicina traslazionale dell’Università degli studi del Piemonte orientale”.
L’assessore ha poi ripercorso il lungo iter che ha portato all’approvazione del finanziamento dell’opera, attraverso il partenariato pubblico privato, da parte dello Stato. “L’investimento totale per l’opera – ha ricordato – è superiore a 320 milioni di euro e il finanziamento pubblico ammonta a circa 100 milioni, di cui 5 a carico della Regione e 95 a carico dello Stato”.
Nel corso del dibattito Domenico Rossi – intervenuto per il Pd con Mauro Salizzoni e Monica Canalis – ha ricevuto assicurazioni da parte dell’assessore che si attuerà quanto previsto da un ordine del giorno approvato all’unanimità dall’Assemblea regionale, per estendere alla Città della salute e della scienza di Novara il protocollo con Anac già in vigore per il Parco della salute di Torino. Ma anche istituire un osservatorio regionale sul partenariato pubblico privato e un gruppo di lavoro presso Scr a sostegno delle stazioni appaltanti per assicurare la congruità dei progetti ed evitare eventuali infiltrazioni della criminalità.