Doccia fredda di inizio anno sul fronte carburante: dal 1° gennaio infatti i prezzi di gasolio e benzina hanno subito una vertiginosa impennata. Fino alla fine di dicembre infatti i prezzi sono rimasti calmierati in quanto, tramite una decisione da parte del Governo, era stata deliberata una proroga del taglio delle accise. Con l’inizio del 2023 è scaduta la proroga e decaduta l’agevolazione e quindi si è tornati all’applicazione normale delle accise a cui va aggiunta l’Iva. Inoltre, dal 1° gennaio è anche aumentato, seppur lievemente il listino prezzi del barile. Ecco spiegato il balzo di circa 20 centesimi in più al litro.
Un aumento che ovviamente interessa anche il mondo agricolo in quanto questo aumento va ad incidere notevolmente sui costi di produzione. Particolarmente penalizzate le aziende vivaistiche che nel periodo invernale consumano parecchio carburante per il riscaldamento delle serre, oppure chi detiene stalle e ricoveri zootecnici.
Confagricoltura lamenta questa ennesima situazione che sta nuovamente danneggiando pesantemente tutto il comparto e lancia un appello al Governo e a tutte le istituzioni, chiedendo un intervento risolutivo.
“Tutti gli esperti indicano che il 2023 sarà un anno particolarmente difficile per le forniture energetiche – affermano presidente e direttore della Confagricoltura di Asti, Gabriele Baldi e Mariagrazia Baravalle. “E’ da tre anni che le aziende agricole si trovano in forte difficoltà: prima la pandemia e poi l’aumento dei costi di produzione derivanti dallo scoppio del conflitto russo-ucraino hanno letteralmente messo in ginocchio tutto il comparto. Apprezziamo le misure presenti all’interno della Legge di Bilancio, tra queste anche quella relativa all’estensione del credito di imposta del 20% per l’acquisto di gasolio e benzina, ma non basta”. “E’ necessaria una task force coordinata dal Governo insieme all’Unione Europea che operi in un’ulteriore riduzione delle accise, almeno per tutta la durata di questo anno, in modo tale da alleggerire i costi e ridare dignità alle nostre imprese”, continuano i vertici della Confagricoltura di Asti.
“In altri Paesi europei – concludono Baldi e Baravalle – sono stati previsti interventi a favore di famiglie e imprese per tutto il 2023, mentre in Italia le misure a favore delle imprese sono previste solo per il primo trimestre. Senza una solida iniziativa comune, rischiamo il collasso del mercato unico europeo”.
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