Sono settimane che lavoriamo in pieno accordo e in piena sinergia per arrivare a una misura di questo genere. Quindi un profondo e sincero grazie alla Regione Piemonte, alla sua giunta ma in particolar modo al presidente Alberto Cirio e all’assessore Andrea Tronzano, afferma il presidente di CNA Piemonte Fabrizio Actis.

 

Il presidente questa mattina, sabato 2 maggio, ha preso parte alla firma congiunta con la Giunta Regionale del Provvedimento che lancia la Fase 2 del Riparti Piemonte. La misura prevede un bonus a fondo perduto di 2500 euro per ristoranti e agriturismi, gelaterie e pasticcerie, catering, bar, estetica e saloni di bellezze, parrucchieri, sale da ballo e discoteche; 2000 euro per ristorazione da asporto, spa; 1000 euro per taxi e auto a noleggio con conducente.

 

“Siamo stati pignoli in questo periodo, ma ci sembrava opportuno arrivare in modo compiuto a un sistema che vedesse coinvolte la filiera di tutte le imprese che per prime sono state coinvolte da tutte le misure di restrizione.
Vedete questo è un intervento che noi reputiamo molto importante da parte della Regione per due motivi. Il primo motivo perché dà una boccata d’ossigeno a tutte le imprese che sono state penalizzate da questo lungo lockdown. La Regione sta dimostrando che effettivamente queste imprese hanno patito molto ed è giusto che venga riconosciuto.

Ma d’altro canto io vedo questo provvedimento anche come un segnale forte che la Regione Piemonte lancia al Governo centrale affinché il governo centrale possa prendere esempio e replicarlo, perché questo per noi è fortemente auspicabile.
Il Piemonte non ha voglia e non ha bisogno di vivere di sussistenza, ma i nostri imprenditori chiedono di tornare al lavoro il prima possibile. Questo ci chiedono le nostre imprese. Vogliamo ripartire in sicurezza.

Per questo è fondamentale che ci siano dei protocolli di sicurezza ma che siano regole attuabili dalle imprese. Io da parecchio tempo dico che occorre avere un protocollo solo uno e unico su tutto il territorio nazionale che non faccia discriminazioni per le aziende che lavorano a cavallo delle regioni e di conseguenza poi si venderebbero con regole diverse da applicare da una regione all’altra.

 

Ma soprattutto poche regole. Perché più balzelli mettiamo, più per gli imprenditori ci saranno possibilità di incorrere in sanzioni non solo civili ma anche penali.

 

Occorre scongiurare la chiusura di migliaia e migliaia di imprese  piccole, medie e micro che sono il cuore pulsante di questo nostro Paese è che l’Italia”, afferma Actis.

image_pdfStampa il PDFimage_printStampa l'articolo