Ambiente, “Marazzato” cresce e lancia il “Centro ricerche e sviluppo”
Il ‘Gruppo Marazzato’ apre con determinazione al fronte imprescindibile e quanto mai più che attuale della ricerca e sviluppo.
E inaugura ufficialmente il Polo Tecnologico di Villastellone, nel torinese, nato dalla felice acquisizione di un’ampia struttura che ha di fatto assunto i connotati di una piattaforma polifunzionale all’interno della quale una significativa porzione di superficie coperta dello stabilimento verrà interamente dedicata alla messa a punto, sperimentazione e commercializzazione di soluzioni avanguardistiche, moderne e sostenibili per mutare gli scarti industriali in materie prime.
E il tutto a impatto zero per merito di un team coeso e coerente di professionisti competenti composto da Ivano Bosi, Amministratore Delegato di ‘Azzurra Srl’, Società del ‘Gruppo’ che gestisce l’impianto insieme alla Coordinatrice del Polo, l’ingegner Eleonora Longo, con la biologa Stefania De Pandis e l’ingegnere chimico Maurizio Anlero.
E’ grazie a loro che si è potuto dar luogo al progetto di sviluppo impiantistico del trattamento chimico-fisico biologico più che raddoppiandone la portata: dagli iniziali 50mila metri cubi annui sino ai 105 mila attuali quale volume complessivo di rifiuti trattati liquidi, pericolosi e non.
Un obiettivo centrato grazie anche all’ausilio prezioso di partners esterni che ha permesso di mantenere invariato il medesimo footprint pur a fronte di una maggiorata capacità operativa, ove per ‘footprint’ propriamente detto s’intende l’impatto con il territorio circostante sia visivo che urbanistico. E procedere così a vele spiegate con il traguardo ambito di fare della struttura un punto innovativo e di riferimento in materia di Best Available Technologies, ovvero procedimenti ultra avanzati applicati al mondo dei rifiuti liquidi industriali. Ed è altresì disponibile al seguente link https://www.youtube.com/watch?v=egStbU04ZKs anche un video in 3D del ‘Gruppo Marazzato’ che illustra i punti salienti dedicati a questo tema fondamentale.
Nel prossimo quinquennio ‘Marazzato’ investirà infatti principalmente su cinque fronti: geopolimeri da fanghi di dragaggio, ottimizzazione dell’impianto di depurazione biologica, processi (bio)chimici sostenibili, biocarburanti da fanghi, valorizzazione biologica della CO2 e recupero dei chemicals, Patent Landscape (innovation trend, technological ecosystem), pre-trattamenti di rifiuti liquidi durante il loro trasporto.
Ma l’obiettivo più prossimo, stante anche un’azzeccata convenzione stipulata fra il Politecnico di Torino e l’azienda vercellese leader dal 1952 nelle soluzioni per l’ambiente rispettivamente sul versante formazione-impresa (per attuare fattivamente i nuovi brevetti che consentono di trasformare i rifiuti in risorse nuove), consiste nella realizzazione fisica del Centro entro il prossimo luglio 2021 per potenziarne l’attività scientifica interna dotandolo dei migliori strumenti di studio in circolazione.
Alla palazzina uffici verranno così affiancati moderni locali per laboratorio e postazioni per i ricercatori. Con in più la possibilità di installare all’interno di un ampio capannone coperto tutta una serie di impianti-pilota ‘a scala ridotta’ o preindustriale che dir si voglia. Modelli funzionali e funzionanti pronti a essere sviluppati e commercializzati a livello globale, atti a sfruttare i processi innovativi che trasformano un materiale inerte in una nuova risorsa prima, con tutto il know-how tecnologico utile in sequenza a ottenere lo scopo.
“Sin dal 2017, data della sua acquisizione, all’interno di questo sito d’eccellenza avanzato e tecnologico in cui opera, ‘Marazzato’ ha sempre più avvertito la necessità di ampliare soluzioni impiantistiche sulla gestione rifiuti anche fuori dalla consueta a ordinaria amministrazione”, spiega il manager Ivano Bosi. “Al tempo stesso l’idea di creare un centro presso l’attuale stabilimento di ‘Azzurra Srl’, una delle società del Gruppo, avrebbe potuto fornire un servizio ulteriore anche ai nostri clienti: che possono così usufruire delle solide competenze maturate nel tempo dalla struttura, e dell’esperienza di un pool di professionisti di laboratorio in un’ottica di asseverazione della trasparenza legata al rispetto dell’ambiente”, aggiunge l’ingegner Eleonora Longo. “Disporre di un centro ricerche all’interno di una piattaforma polifunzionale di smaltimento consente altresì di avere immediatamente a disposizione i rifiuti, la materia prima da sperimentare e trasformare, abbattendo i costi, moltiplicando le opportunità di ricerca in loco e ottimizzando i tempi. Con in più la certezza di operare al sicuro in un contesto autorizzato e dotato di tutte le cautele e prescrizioni normative del caso, e in un regime di pieno rispetto e massima collaborazione con il territorio circostante e gli abitanti del luogo”, chiosano all’unisono i tecnici Maurizio Anlero e Stefania De Pandis.