Programmazione, innovazione e sicurezza. Queste le parole chiave sulle quali il comparto della meccanizzazione agricola – e lo stesso settore agricolo – dovranno concentrarsi nei prossimi anni per affrontare le sfide del futuro».
Così Luca Crosetto, presidente di ARPROMA – Associazione Revisori Produttori Macchine Agricole, commenta le implicazioni e le ricadute sul comparto del recentemente varato PNRR – Piano nazionale di ripresa e resilienza.
«Il PNRR – illustra Crosetto – è lo strumento che dovrà dare attuazione, in Italia, al programma Next Generation EU, con lo scopo di rilanciare la nostra economia, duramente provata dalle conseguenze del Covid-19. Tra gli asset strategici del Piano, quelli di digitalizzazione, innovazione e transizione ecologica si sposano perfettamente con necessità e aspettative degli imprenditori del settore delle macchine agricole».
«Occorre ricordare – prosegue Crosetto – che in Piemonte il settore della meccanizzazione agricola conta circa 250 imprese, che danno lavoro a oltre 5.500 addetti. Un fatturato di diverse centinaia di milioni di euro, di cui oltre il 50% realizzato sui mercati esteri. Numeri importanti, che collocano il settore della meccanizzazione agricola piemontese ai vertici nazionali, contribuendo a portare il nostro Paese al secondo posto mondiale, dopo gli Stati Uniti».
«Con queste premesse – spiega Crosetto – come ARPROMA, che a livello nazionale è “braccio operativo” di Confartigianato Imprese per il settore, assieme alle altre associazioni imprenditoriali e agricole, abbiamo contribuito con numerosi spunti e indicazioni alla redazione del PNRR. Per quanto riguarda il “rinnovo del parco macchine obsoleto” sono stati programmati 500 Milioni €, di cui una parte sarà proprio destinata ad “innovazione e meccanizzazione agricola”».
L’obsolescenza del parco macchine agricole italiano e da anni uno dei “freni” del settore. Si stima che anche se si cominciasse a far uscire dal ciclo produttivo i trattori e macchinari con più di 25 anni, si impiegherebbero comunque almeno 65 anni per rinnovarlo completamente (stando ai numeri di immatricolazioni registrati nell’ultimo decennio).
«Altro tema centrale – prosegue Crosetto – riguarda la revisione dei macchinari. “Nodo” sul quale, purtroppo, la situazione è praticamente ferma. Da quasi sei anni stiamo aspettando un decreto attuativo, che dovrebbe definire come e quando si dovrà effettuare la revisione, chi la dovrà fare e con quali attrezzature. Speriamo che il Governo compia gli atti giusti e necessari per non far rimandare oltre questa attività che ci pone come fanalino di coda in Europa”».
«Come imprenditori – aggiunge ancora Crosetto – vogliamo mettere in primo piano la sicurezza sul lavoro per noi, per i nostri dipendenti e per gli utilizzatori delle nostre macchine. Siamo convinti che le opportunità offerte oggi dall’innovazione e dalle nuove tecnologie ci permetteranno sempre più di realizzare macchinari all’avanguardia, sia per quanto riguarda la produttività, sia per quanto concerne la tutela di addetti ed operatori. Chiediamo però a Governo e Istituzioni di sviluppare politiche economiche adeguate che guardino al sostegno e al rilancio del settore, favorendo gli investimenti e incentivando i consumi. Soprattutto, chiediamo che vangano sempre più coinvolte anche le rappresentanze delle PMI del settore della meccanizzazione, oltre che a quelle del comparto agricolo».
«A cominciare – conclude Crosetto – dal livello regionale. Come abbiamo recentemente ribadito durate un incontro con il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’Assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa e il Consigliere regionale Paolo Demarchi, chiediamo di far sedere al tavolo di progettazione del prossimo Programma di Sviluppo Rurale 2021-2027 non solo le organizzazioni agricole, ma tutte quelle di categoria che, sotto vari aspetti, hanno un rapporto di lavoro con il mondo rurale».