Confagricoltura Piemonte: condivisa la proposta dell’assessore regionale all’Agricoltura

Mantenere invariati, per i primi due mesi della campagna di commercializzazione (da domani, mercoledì 1° aprile, fino al 31 maggio prossimo) gli accordi in vigore per quanto riguarda il conferimento del latte alle imprese di trasformazione, sia per le condizioni di conferimento/ritiro, sia per quanto riguarda gli aspetti economici.

È la proposta avanzata il 31 marzo dall’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa al Tavolo del Latte che si è svolto in videoconferenza, con l’intervento dei rappresentanti delle organizzazioni agricole e dell’industria di trasformazione. La proposta è condivisa e sostenuta con forza da Confagricoltura Piemonte, “perché rappresenta un contributo importante alla stabilità del comparto”.

L’organizzazione degli imprenditori agricoli, che ha partecipato alla videoconferenza per discutere della situazione e delle prospettive del comparto lattiero caseario con il responsabile dei produttori di latte Guido Oitana e il direttore regionale Ercole Zuccaro, accoglie convintamente l’invito dell’assessore Protopapa.

“Crediamo che in questo periodo emergenziale l’adesione alla proposta dell’assessore sia un atto di grande responsabilità per dimostrare la coesione del mondo agricolo e industriale – sottolinea Guido Oitana – e per garantire ai cittadini un prezzo certo per una serie di prodotti fondamentali per l’alimentazione. Se tutti insieme accoglieremo le indicazioni della Regione Piemonte potremo garantire serenità a un importante comparto produttivo e stabilità dei prezzi al consumo in una difficilissima emergenza”.

Confagricoltura ricorda che in Piemonte le aziende produttrici di latte vaccino sono circa 1.750, concentrate in prevalenza nelle province di Cuneo e Torino, con un totale di circa 121.000 vacche allevate, per una produzione annua di circa 1.080.000 tonnellate di latte (1.080.000.000 di litri). Il fatturato del prodotto all’origine è di circa 430 milioni di euro.




Appello di Confindustria Piemonte: “Salvaguardare il lavoro tutelando persone e impresa”

Il protrarsi della chiusura ha prodotto effetti negativi che rischiano di essere irreversibili per il Paese. Nel rispetto delle ineludibili indicazioni del comitato scientifico, imprese, Governo e parti sociali subito insieme per ripartire, aumentando ancora di più la sicurezza dei lavoratori.

L’Italia sta affrontando un’emergenza sanitaria globale che la vede drammaticamente in prima linea nel contrasto alla pandemia. Il Paese è chiamato a uno sforzo eccezionale per affrontare una crisi le cui dimensioni rischiano di compromettere in modo irreversibile il suo tessuto economico, sia per quanto riguarda i consumi interni, sia sul fronte internazionale. L’export risulta – se possibile – ancor più danneggiato da questa crisi, perché i competitor internazionali in queste settimane stanno acquisendo sempre maggiori quote di mercato. 

Anche il nostro territorio è impegnato in due battaglie distinte ancorché collegate: la prima di natura sanitaria, per arginare il contagio e interrompere la proliferazione del virus, la seconda di natura economica e sociale. A oggi il Governo ha messo in campo misure di supporto alle imprese, alle famiglie e ai lavoratori tanto apprezzabili quanto insufficienti a compensare una frenata dei consumi che – lo ricordiamo – ha di fatto azzerato interi settori produttivi.

La nostra regione sta pagando un prezzo altissimo e rischia di subire un contraccolpo insostenibile. Le imprese piemontesi stanno attuando tutte le prescrizioni in ordine di tutela della salute dei lavoratori e sono ovviamente disponibili a incrementare tali misure al fine di minimizzare – con qualsiasi mezzo – ogni eventuale rischio. È però vitale – nell’interesse comune – definire una progressiva riapertura delle attività produttive, per sostenere intere filiere che coinvolgono un ampio indotto formato da PMI, artigiani e liberi professionisti. 

Confindustria Piemonte, nel rispetto delle ineludibili indicazioni del comitato scientifico e in concerto con tutte le associazioni territoriali, sollecita il Governo e le parti sociali ad aprire immediatamente un tavolo operativo per definire una graduale ripresa delle attività industriali. 

“Siamo di fronte alla crisi più grave degli ultimi 50 anni” ha commentato Fabio Ravanelli, Presidente di Confindustria Piemonte “Le imprese stanno affrontando seri problemi di liquidità e al tempo stesso assistono all’erosione delle proprie quote di mercato. Quindi è indispensabile, ma non sufficiente, un piano eccezionale di trasferimenti e investimenti. Le imprese devono essere messe nelle condizioni di stare sul mercato e continuare a produrre, nel massimo rispetto dei dpcm – che potranno essere ulteriormente affinati – e delle ineludibili indicazioni del comitato scientifico. Ogni giorno di chiusura perdiamo quote di mercato che difficilmente riusciremo a riconquistare. A oggi abbiamo calcolato un impatto negativo sul PIL del 6%, ma il rischio concreto è che l’emergenza sanitaria si traduca in una spirale recessiva irreversibile”. 




Una piattaforma informatica per la gestione dell’emergenza

Si chiama “Piattaforma Covid-19” il nuovo strumento voluto dalla Regione Piemonte con la collaborazione del CSI che consente all’Unità di Crisi di affrontare con maggiore efficacia l’emergenza Coronavirus: permette di monitorare in tempo reale i processi di analisi dei tamponi, la presa in carico dei pazienti in ospedale, le loro dimissioni e i trasferimenti a domicilio o in altre strutture per il post ricovero, le acquisizioni straordinarie di personale, i servizi e presidi medici, lo stato di occupazione dei letti suddivisi per ogni struttura tra terapia intensiva, subintensiva e ordinaria.

Un sistema gestionale completo e flessibile, con soluzioni tecnologiche open source in cui le informazioni sono fruibili facilmente anche in mobilità e con dispositivi diversi.

La battaglia si combatte anche con i dati, fondamentali per fornire all’Unità di Crisi informazioni cliniche ed epidemiologiche condivise e in tempo reale indispensabili per poter analizzare e decidere in tempi stretti, in un contesto in continua e rapidissima evoluzione – ha dichiarato l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, presentando l’iniziativa durante una conferenza stampa telematica – Con il CSI si è riusciti a mettere in piedi in pochi giorni un sistema di dialogo tra tutte le Asl che fino ad un momento prima sembrava molto laborioso, se non impossibile da realizzare. Un modello che sarà certamente di estrema utilità per la sanità piemontese, anche dopo questa emergenza, che siamo la prima Regione in Italia a creare e che metteremo a disposizione gratuitamente delle Regioni che ce lo chiederanno”.

Ad utilizzare questa piattaforma sono tutti gli attori coinvolti dall’emergenza: Unità di Crisi, aziende sanitarie regionali, laboratori di analisi pubblici e privati convenzionati. Distribuite finora le credenziali di accesso a circa 700 operatori sanitari, 1181 sindaci e oltre 90 rappresentanti delle forze dell’ordine.

Un aspetto importante dello strumento è il supporto offerto ai sindaci nella gestione delle quarantene: per ognuno di essi viene messo a disposizione l’elenco delle persone del proprio comune che le aziende sanitarie decidono di mettere in isolamento.

Il protocollo con i sindaci

Sul piano operativo l’accesso alla piattaforma è stato definito con un protocollo che l’Unità di Crisi ha siglato con le rappresentanze degli enti locali (Anci Piemonte in rappresentanza di Anci e Upi, Anpci, Uncem Piemonte e Ali Piemonte),

“Il protocollo – afferma il vicepresidente e assessore regionale agli Enti Locali, Fabio Carosso – offre ai sindaci strumenti importanti per lo svolgimento del loro ruolo di primi referenti della pubblica autorità sul territorio, cui i cittadini mai come ora, si rivolgono per avere informazioni, rassicurazioni, indicazioni, chiarimenti”.

“Grazie alla convergenza di tutti i soggetti interpellati possiamo ora contare su una gestione dell’emergenza più sicura e più fluida da parte dei Comuni nel territorio di loro competenza – commenta l’assessore regionale alla Protezione civile, Marco Gabusi – Un territorio che i sindaci conoscono benissimo e su cui hanno una sensibilità specifica: come Protezione civile stiamo implementando per loro strumenti utili per conoscere l’andamento dell’epidemia a livello locale, stiamo distribuendo le mascherine per chi ne ha necessità e stiamo rafforzando le relazioni e i contatti utili”.




Coronavirus, sono 61 i decessi di persone positive

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che il numero dei pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, è salito a 88 (+13 rispetto a ieri), cosi suddiviso su base provinciale: 5 Alessandria, 10 Asti, 2 Biella, 12 Cuneo, 7 Novara, 34 Torino, 10 Vercelli, 3 Verbano-Cusio-Ossola, 5 provenienti da altre regioni. Altri 243 sono “in via di guarigione”, cioè risultati negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e attendono ora l’esito del secondo.

Sono 61 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati questo pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 1 in provincia di Alessandria, 3 in provincia di Asti, 1 in provincia di Biella, 3 in provincia di Cuneo, 1 in provincia di Novara, 35 in provincia di Torino, 14 in provincia di Vercelli, 2 nel Verbano-Cusio-Ossola, 1 provenienti da fuori regione.

Il totale è ora di 795 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 156 Alessandria, 35 Asti, 69 Biella, 53 Cuneo, 104 Novara, 271 Torino, 46 Vercelli, 47 Verbano-Cusio-Ossola, 14 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

Sono 8.835 (+374 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 1.287 in provincia di Alessandria, 407 in provincia di Asti, 477 in provincia di Biella, 687 in provincia di Cuneo, 741 in provincia di Novara, 4.193 in provincia di Torino, 456 in provincia di Vercelli, 382 nel Verbano-Cusio-Ossola, 83 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 122 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale. I ricoverati in terapia intensiva sono 454. I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 26.578, di cui 15.283 risultati negativi.

L’assessore Luigi Icardi ha reso noto che il tasso di raddoppio dei contagi è sceso da 2,4 a 7,2 giorni: “Vuol dire che gradatamente ci stiamo assestando, in quanto la curva cresce con progressione sempre minore. Un progressivo rallentamento della crescita che fa ben sperare”.




#stradeCittaMetroTO. Chiusure viabilità: Sp. 213 “di Exilles” dal 30 marzo al 2 aprile

Per eseguire una nuova riparazione urgente di una condotta dell’acqua posizionata lungo la sp. 213 di Exilles al km 1+080 è necessaria la chiusura di parte della strada provinciale in quanto tratto ristretto dal km 1+000 al km. 1+150, in territorio del Comune di Exilles (TO) dalle ore 8,30 del giorno 30 marzo al alle ore 18,00 del giorno 2 aprile 2020 e con deviazione del traffico in loco.

La percorribilità delle strade è aggiornata e consultabile alla pagina




Confartigianato Cuneo: ecco come fare la richiesta indennità 600 € mese di marzo 2020

Di seguito viene specificato come fare la richiesta di indennità di 600 euro nel mese di marzo 2020

La richiesta del “bonus”

  • può essere effettuata direttamente da te, tramite il “PIN” dell’INPS, da te personalmente richiesto

oppure

Dopo aver compilato il nostro modulo on-line riceverai una e-mail di presa in carico della richiesta.

Le richieste saranno evase secondo l’ordine cronologico di invio.

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A chi spetta il “bonus”?

Il bonus spetta a:

  • liberi professionisti titolari di partita IVA attiva alla data del 23 febbraio 2020 iscritti in Gestione Separata;
  • soci lavoratori, coadiuvanti e familiari iscritti all’INPS;
  • lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa attivi alla data del 23 febbraio 2020;
  • lavoratori autonomi iscritti alle Gestioni Speciali dei Lavoratori Autonomi;
  • lavoratori dipendenti stagionali del settore turismo e degli stabilimenti termali;
  • operai agricoli a tempo determinato;
  • lavoratori iscritti all’ENPALS.

Scarica altre domande/risposte sul “bonus” (PDF)




Confindustria Piemonte, Ravanelli: “Subito un Commissario straordinario per studiare un progetto di rilancio”

Come sappiamo, il termine “emergenza” che in questo periodo ricorre così frequentemente non si applica solo agli aspetti sanitari.

Le nostre aziende, la nostra economia – locale e nazionale – è stata coinvolta e travolta essa stessa da una condizione di assoluta straordinarietà che ha determinato la sospensione delle attività non essenziali, oltre alla messa in campo di misure ad hoc, quali il Protocollo a contrasto della diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro condiviso da istituzioni, imprese e parti sociali.

Se tali provvedimenti stanno iniziando a dimostrare la loro efficacia, anche se non ci è ancora concesso di poter abbassare la guardia – la tutela della salute di cittadini e lavoratori rimane prioritaria – lo stesso approccio emergenziale va posto per salvaguardare il più possibile il nostro tessuto economico dall’insinuarsi degli effetti del virus.

Il rischio che il rallentamento delle attività si traduca per molti in uno stop definitivo è più che concreto, una prospettiva drammatica per imprese, lavoratori e famiglie – commenta il Presidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli – Per questo riteniamo fortemente condivisibile la proposta della parlamentare Claudia Porchietto di istituire un’Unità di Crisi regionale affidata a un Commissario straordinario all’economia. Una figura che possa operare con la massima agilità decisionale, predisponendo sin d’ora un progetto di rilancio a sostegno della ripresa, che consenta al sistema produttivo di risollevarsi quanto prima. Non attendiamo che l’emergenza sia terminata, prepariamoci ora per ripartire poi il più rapidamente possibile”.




Buoni spesa ai Comuni, Bussone (Uncem): “Enti piccoli potranno lavorare insieme”

Ringrazio il Ministro Boccia e il Capo Dipartimento Borrelli per aver accolto la nostra segnalazione, nell’Ordinanza sui buoni spesa, e di aver lasciato ai Comuni una buona autonomia nel gestire la ‘solidarietà alimentare’, i buoni spesa previsti sabato sera dal Governo con 400 milioni di euro.

Saranno i Sindaci a gestire gli aiuti e abbiamo fatto prevedere possano utilizzare, per supporto e operatività, i Consorzi o gli altri Enti che si occupano di socio-assistenziale.

Molti piccoli Comuni hanno la funzione sociale in forma associata, con l’Unione montana la Comunità montana”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

L’80% del fondo, 320 milioni, è diviso fra tutti i Comuni in proporzione alla popolazione. Gli altri 80 milioni seguono la geografia della povertà, e sono distribuiti in base a un parametro che misura la distanza fra il reddito medio pro capite di ogni Comune e il reddito medio pro capite nazionale. Nessun Comune, nemmeno il più piccolo potrà ricevere meno di 600 euro. Le tabelle si possono scaricare dal sito Uncem

I Comuni potranno usare questi soldi per l’acquisto di buoni spesa o per raccogliere direttamente generi alimentari di prima necessità da distribuire ai cittadini. I Comuni possono aprire dei conti correnti dedicati per raccogliere le donazioni per la solidarietà alimentare. tutta la gestione è affidata ai sindaci, a cui vengono lasciate le mani libere: anche per l’acquisto dei buoni spesa, che potrà essere effettuato rivolgendosi direttamente agli esercenti e alla grande distribuzione. “È importante permettere ai Sindaci, se lo vogliono – prosegue Bussone – di gestire in forma associata questa partita. I piccoli Comuni, in particolare con il personale in smart working, da soli non ce la fanno. I Sindaci possono usare il sistema del sociale, il terzo settore e anche le forme aggregative sovracomunali. Lo abbiamo chiesto e ottenuto per facilitare una missione complessa quanto urgente”.




Confartigianato Piemonte: 8350 le richieste al fondo sostegno

L’emergenza coronavirus e il lockdown delle imprese artigiane hanno come conseguenza anche l’ingente numero di richieste di accesso al Fondo di solidarietà bilaterale artigiano.

Da lunedì 16 marzo a venerdì 27 marzo sono 8.350 – con riferimento al bacino piemontese – le richieste pervenute all’EBAP (Ente Bilaterale Artigianato Piemontese) per l’utilizzo del Fondo di sostegno bilaterale artigianato, ovvero la cassa integrazione degli artigiani, le risorse utilizzato per ammortizzare i costi del personale delle imprese che si sono dovute fermare.
Le 8.350 richieste rappresentano complessivamente una forza lavoro di oltre 33mila dipendenti.
A livello provinciale le richieste pervenute all’EBAP sono così ripartite: 3800 a Torino, 1400 a Cuneo, 881 ad Alessandria, 820 a Novara, 433 ad Asti, 416 a Biella, 330 nel VCO, e 270 a Vercelli.

“Il Fondo serve per coprire le necessità immediate e permettere gli artigiani di non dover licenziare il personale o chiudere la propria attività – dichiara Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – Questa è una prima boccata di ossigeno ma le risorse che occorrono sono sicuramente più importanti.

Il sistema dell’artigianato è fatto di micro e piccole imprese che potrebbero facilmente essere spazzate via alla fine della pandemia. Quello che bisogna attivare è un vero e proprio impulso imprenditoriale e sostenere le imprese già duramente provate da un decennio di crisi.”

“Dopo queste settimane di blocchi e di consumi quasi azzerati, –aggiunge Felici– le nostre imprese sono in grave difficoltà, e se la situazione si protrae si rischiano fallimenti a catena con gravi conseguenze per i dipendenti e le loro famiglie. È certo che i piccoli sono quelli più duramente colpiti. Dalle istituzioni e dalla politica ci aspettiamo che sappiano mettere in campo misure eccezionali e straordinarie.

Servono risorse ma soprattutto idee su come reperirle. Un Piano Marshall non arriverà dall’altra parte dell’Oceano, bisognerà che a vararlo sia l’Europa. In questo momento non è sufficiente qualche bonus né normali strumenti di finanziamento bancario, serve un’azione che riesca a mobilitare risorse imponenti destinate alle imprese, in modo veloce e capillare. Occorre, inoltre, assicurare con chiarezza e con buon anticipo che saranno rinviate tutte le scadenze di pagamento di aprile, maggio e giugno, a cominciare dai pagamenti dell’Imu sui capannoni che in questo momento non sono produttivi.”

“Bisogna –conclude Felici– iniettare nel sistema imprenditoriale una dose importante di liquidità per sostenere le imprese più piccole che sono la stragrande maggioranza e che si reggono in gran parte sul flusso di cassa. Serve un ponte per permettere alle aziende di superare questo momento gravissimo, che rischia di estinguere le nostre botteghe artigiane. Se riusciamo a salvare le imprese dalla catastrofe, salviamo il lavoro e il futuro per le generazioni a venire”.

 




Novara, sospensione e slittamento termini pagamento tributi comunali

La Giunta Comunale, ha adottato la delibera che dispone la sospensione e lo slittamento dei termini per il pagamento dei tributi comunali in scadenza tra l’8 marzo e il 31 maggio 2020.

Il Decreto Legge n. 18 del 17/03/2020 è già intervenuto disponendo la sospensione dei termini di versamento delle cartelle di Agenzia delle Entrate-Riscossione e degli avvisi di accertamento ed ingiunzioni emessi dai Comuni la cui scadenza di versamento era prevista appunto tra l’8 marzo e il 31 maggio 2020. Dalla norma erano però escluse le scadenze di versamento di tributi non direttamente collegati ad accertamenti, come ad esempio la Tosap e i piani di rateizzazione precedentemente accordati ai contribuenti.

Con la delibera approvata la Giunta ha deciso: di differire i termini di versamento della Tassa occupazione spazi ed aree pubbliche (Tosap) permanente e temporanea per le occupazioni mercatali, fissando le nuove scadenze alle date del 30 giugno, 30 settembre e 31 ottobre. di differire i termini di versamento della Tari (solo una lista suppletiva di debitori per l’anno 2019), spostando la nuova scadenza dal 30 aprile al 30 giugno 2020. di prendere atto della sospensione fino al 31 maggio 2020 delle attività di liquidazione, di controllo, di accertamento, di riscossione e di contenzioso tributario da parte del servizio entrate fundraising sponsorizzazioni e gestione del patrimonio immobiliare comunale, dell’organismo di mediazione tributaria, del servizio avvocatura civica e del concessionario Abaco di prendere atto che sono sospese e rinviate le scadenze di pagamento ricadenti nel periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 31 maggio 2020 degli atti di accertamento esecutivi e delle ingiunzioni fiscali emessi dal Comune di Novara o dal concessionario Abaco di disporre la sospensione e rinvio di qualsiasi forma di rateizzazione accordata e in corso le cui scadenze di versamento ricadono nel periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 31 maggio 2020

“Alla luce della situazione di emergenza non solo sanitaria ma conseguentemente di natura sociale ed economica – spiega il Sindaco di Novara Alessandro Canelli – abbiamo deciso di sospendere alcuni pagamenti e di prorogare le imposte comunali per dare respiro alle attività e ai cittadini. Ci rendiamo conto che stiamo attraversando un periodo difficile: proprio per questo abbiamo adottato un provvedimento quale contributo immediato alla gestione economica delle famiglie”.