Torino, Arpa: pubblicati i primi dati del 2019 sulla qualità dell’aria

E’ stata pubblicata sui siti della Città metropolitana di Torino e di Arpa Piemonte, l’anteprima del rapporto “Uno sguardo all’aria 2019”, curato dai tecnici dei due Enti.

I dati rilevati nel corso del 2019, con la complicità di una situazione meteorologica favorevole, confermano il miglioramento della qualità dell’aria già registrato nel 2018.
Permangono però, in particolare nell’area urbana torinese, le note difficoltà nel rispettare i limiti di legge più severi: il valore limite giornaliero per il PM10, le particelle inquinanti presenti nell’aria che respiriamo, il valore limite annuale per il biossido di azoto e il valore obiettivo per l’ozono.

Relativamente al PM10nel 2019, come nel 2018, è stato rispettato il valore limite annuale (40 µg/m3) in tutte le stazioni della rete di monitoraggio. Per quanto riguarda il numero di superamenti del valore giornaliero che, ricordiamo, è di 50 µg/m3 da non superare più di 35 volte all’anno, sicuramente un limite più severo, il mancato rispetto è avvenuto in 10 stazioni su 17 (erano 10 su 18 nel 2018).

E’ importante rilevare che le stazioni collocate in Torino, in siti di fondo, hanno presentato un numero di superamenti prossimo al valore limite, i siti di traffico intenso hanno presentato invece ovunque maggiori criticità.

Il valore limite annuo del biossido di azoto (NO2),l’inquinante che viene normalmente generato a seguito di processi di combustione,(40 µg/m3) è stato superato in 3 stazioni su 19 (sempre 3 su 19 nel 2018 e 5 su 19 nel 2017). In nessuna stazione è stato raggiunto il valore limite di 18 superamenti della soglia oraria (200 µg/m3).

L’ozono (O3),un gas altamente reattivo, dotato di un elevato potere ossidante,conferma la sua criticità nei mesi estivi su tutto il territorio metropolitano. Il valore obiettivo per la protezione della salute è stato superato in tutti i punti di misura con l’eccezione della stazione di Ceresole Reale.

I dati rilevati durante lo scorso anno, anche grazie ad un clima particolarmente favorevole nei mesi di ottobre, novembre e dicembre, sono stati fra i migliori mai osservati, insieme a quelli del 2018.

Le serie storiche degli inquinanti, viene evidenziato nella relazione, certificano l’efficacia delle misure di riduzione delle emissioni adottate nel corso degli anni ma, contestualmente, evidenziano ancora problematiche irrisolte. Occorre ancora insistere con determinazione nelle azioni di risanamento della qualità dell’aria e adottare nuove misure se si vuole garantire il rispetto dei limiti nel più breve tempo possibile.




Covid-19, Cirio: “Dobbiamo chiudere davvero, non per finta”

Il presidente Cirio ha quindi ribadito ancora una volta che “dobbiamo chiudere davvero, non per finta. Leggendo l’ultimo decreto del Governo ho però il timore che tante realtà possano ancora restare aperte. Sin dall’inizio abbiamo adottato la linea del rigore, perché solo restando a casa si sconfigge il virus, e invece temo che ci siano ancora troppe eccezioni”.

“In queste ore stiamo verificando l’attuazione pratica del decreto di domenica sulle aziende – ha aggiunto Cirio -. Capisco che bisogna rallentare ma non spegnere il cuore economico del Paese, ma occorre capirne l’effettiva portata del decreto. Ho il timore che il combinato disposto tra codici Ateco e filiere permetterà a tante aziende di continuare ad essere operative, mentre occorre evitare forme di assembramento per centinaia di lavoratori”.

Riguardo alle differenze tra ordinanza di sabato e decreto di domenica, il presidente ha sostenuto che “la nostra ordinanza ci mette nelle condizioni di chiudere tutto ciò che possiamo e, laddove si discosta dal decreto del Governo, riteniamo abbia comunque valore perché più restrittiva”.

Un esempio riguarda la chiusura degli studi professionali, prevista dall’ordinanza regionale e non dal dpcm: “Abbiamo trasmesso al ministero dell’Interno il parere del nostro ufficio legale, secondo cui ha appunto valore la nostra ordinanza perché più restrittiva. I nostri uffici dicono che ci sarebbero problemi se allargassimo le maglie, ma noi le stringiamo. Lo stesso ha fatto la Regione Lombardia. Attendiamo che ci rispondano se è in vigore una o l’altra”.




Coronavirus, il bollettino della Regione Piemonte

Sono 21 i decessi di persone positive al test del Coronavirus comunicati questo pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 10 in provincia di Torino, 2 nel Biellese, 3 nell’Alessandrino, 1 nel Vercellese, 3 nel Novarese, 2 nel Cuneese. Il totale è ora di 336 deceduti, così suddivisi su base provinciale: 92 ad Alessandria, 12 ad Asti, 34 a Biella, 22 a Cuneo, 47 a Novara, 86 a Torino, 19 a Vercelli, 19 nel Verbano-Cusio-Ossola, 5 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

Sono 5.094 le persone finora risultate positive al Coronavirus in Piemonte: 877 in provincia di Alessandria, 215 in provincia di Asti, 262 in provincia di Biella, 381 in provincia di Cuneo, 424 in provincia di Novara, 2.317 in provincia di Torino, 269 in provincia di Vercelli, 204 nel Verbano-Cusio-Ossola, 49 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 96 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale. Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 352. I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 14.619, di cui 9.058 risultati negativi.




Coronavirus, l’Ospedale Koelliker al fianco della sanità pubblica

Scende in campo anche l’Ospedale Koelliker per combattere il COVID-19.
In questo momento di grave emergenza sanitaria l’ospedale torinese si è mobilitato per affrontare la situazione e garantire appoggio, capacità sanitarie e posti letto.

A seguito della disponibilità offerta dalla Struttura, il riscontro positivo è giunto venerdì pomeriggio tramite comunicazione inviata dalla Direzione Generale dell’ASL e dall’Unità di crisi della Regione Piemonte.

Da sempre Koelliker si propone in un ruolo di sinergia e complementarità con la Sanità Pubblica. Ancor più in questo momento diventa importate collaborare attivamente per garantire un servizio sanitario che non può fermarsi alle sole emergenze Covid.

A tal fine sono stati messi a disposizione posti letto per assistere pazienti NO COVID e decongestionare gli ospedali pubblici che sono in prima linea nella battaglia contro il Coronavirus. Il contributo dell’Ospedale Koelliker in questo momento di difficoltà gioca un ruolo importante per ridurre il carico di lavoro della sanità pubblica che potrà così liberare posti letto e destinare professionalità medico-infermieristiche alle urgenze del momento.




Appello di Confindustria Piemonte: scegliete il territorio, scegliete i nostri prodotti

Viviamo un momento particolarmente delicato. Oggi, a causa dell’emergenza Coronavirus, molti trasformatori e allevatori (in particolare della filiera del latte e della carne) lo fanno in perdita, senza alcun guadagno.

Molti forse vorrebbero poter far leva sugli ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione, per sopravvivere. Ma non possono farlo. E perché? Perché hanno un grande senso di responsabilità e del dovere che li obbliga a rimboccarsi le maniche e a continuare a lavorare, questo per dare un futuro a tutta la filiera del nostro agroalimentare, fiore all’occhiello nel mondo.

Agricoltori, trasformatori, distributori: nelle ultime settimane ci siamo riscoperti anelli indispensabili che lavorano concatenati per mandare avanti un comparto che non ha eguali. I consumi sono crollati e tutti i componenti della filiera stanno lavorando in perdita, operando con estrema difficoltà per poter continuare ad assicurare ai consumatori i loro prodotti.

Rivolgo quindi un appello a tutti i consumatori: in questo momento di grave crisi per l’emergenza in atto, scegliete il territorio, scegliete i nostri prodottiAiutate e sostenete la filiera agroalimentare locale preferendo i prodotti delle nostre aziende, per darci la possibilità di andare avanti tutti insieme. Noi continueremo a garantirvi cibi sani, genuini.

Siamo consapevoli di custodire le più preziose eccellenze food & wineche fanno grande il patrimonio agroalimentare della tradizione italiana e noi, per primi, vogliamo salvaguardarle continuando a lavorare. Nonostante tutto, noi ci siamo. Per voi. Insieme ce la faremo.

Franco Biraghi

Presidente Commissione regionale Agroindustria di Confindustria Piemonte




Coronavirus, bollettino della Regione Piemonte

Nel pomeriggio di ieri, l’Unità di crisi della Regione Piemonte ha comunicato la guarigione virologica di altri quattro pazienti contagiati dal “coronavirus covid19”.

Si tratta di un nucleo famigliare del Novarese e di un uomo del Torinese.

Le persone guarite sono in totale 14, di cui 4 dell’Astigiano, 1 del Cuneese, 2 del Novarese, 5 del Torinese, 1 del Vercellese e 1 residente fuori regione.

DICIASSETTE DECESSI

Sono 17 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati questo pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 4 in provincia di Torino, 3 nel Biellese, 1 nell’Astigiano, 4 nell’Alessandrino, 1 nel Vercellese, 3 nel Novarese e 1 nel Verbano-Cusio-Ossola.

Il totale complessivo è ora di 300 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 86 ad Alessandria, 11 ad Asti, 31 a Biella, 20 a Cuneo, 43 a Novara, 70 a Torino, 16 a Vercelli, 18 nel Verbano-Cusio-Ossola, 5 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

Sono 4.541 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 810 in provincia di Alessandria, 191 in provincia di Asti, 244 in provincia di Biella, 327 in provincia di Cuneo, 399 in provincia di Novara, 2.018 in provincia di Torino, 245 in provincia di Vercelli, 171 nel Verbano-Cusio-Ossola, 48 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti  88 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 330, in altri reparti 2.071.

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 12.869, di cui 7.729 risultati negativi.

In isolamento domiciliare  ci sono 1.826 persone.

SPERIMENTAZIONE AVIGAN

La Direzione Sanità della Regione Piemonte ha invitato le Aziende sanitarie a manifestare la propria disponibilità alla sperimentazione del farmaco Avigan, secondo le indicazioni che verranno emanate domani dall’Agenzia italiana per il farmaco, in modo da favorire il coordinamento delle attività e il dialogo con le autorità nazionali.

TEST NEI LABORATORI PRIVATI

I laboratori privati dotati delle necessarie tecnologie, da domani potranno effettuare esami sui pazienti Covid-19 individuati dalla Regione Piemonte. Sono allo studio le modalità per consentire l’effettuazione del tampone al domicilio del paziente.

Il numero degli esami svolti verrà così essere ulteriormente incrementato.

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE

L’Unità di Crisi della Regione ha finora distribuito alle Aziende sanitarie piemontesi i seguenti dispositivi di protezione: 800.000 mascherine chirurgiche, 130.000 mascherine FFP2, 7.000 mascherine FFP3, 200.000 guanti monouso, 20.000 camici protettivi, 100 pompe siringa, 19 videolaringoscopi (su 55 acquistati), 10.000 occhiali di protezione, 30.000 cuffie, 50.000 calzari.

Sono stati acquistati 5.000 sistemi di respirazione (caschi CPAP).

BOLLETTINO DEI CONTAGI ALLE ORE 18.30 del 22 marzo 2020




Coronavirus, firmato il decreto: ecco chi continuerà a lavorare

Il Presidente Conte ha firmato il dpcm che introduce ulteriori misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale.

Le attività professionali possono continuare, sono sospese soltanto le attività produttive.

Lo ha stabilito il decreto del presidente del Consiglio dei ministri che ha indicato le attività produttive che possono rimanere aperte. (qui la lista delle attività che potranno rimanere aperte)

Le disposizioni del decreto producono effetto dalla data del 23 marzo 2020 e sono efficaci fino al 3 aprile 2020.




CNA Piemonte: “48 ore per sospendere attività non essenziali e salvaguardare produttori di mascherine”

Per la salvaguardia della salute dei cittadini devono essere adottate tutte le misure necessarie e CNA Piemonte condivide l’esigenza di sospendere qualsiasi attività che non rientra nella fornitura di beni e servizi essenziali per la comunità.

E’ un sacrificio che la Confederazione, le imprese, i lavoratori e i cittadini sono pronti a sostenere con responsabilità per sconfiggere un nemico invisibile.

 

Davanti al bene supremo che è la vita tutto passa in secondo piano.

 

“Tuttavia come CNA abbiamo presentato al Governo alcune osservazioni sull’operatività del provvedimento per favorire la sospensione ordinata e la massima chiarezza sulle attività essenziali – spiegano il segretario di CNA Piemonte Filippo Provenzano e il presidente Fabrizio Actis -. In particolare l’entrata in vigore della sospensione delle attività deve prevedere necessariamente una gradualità temporale, almeno 48 ore, per consentire alle imprese di porre in essere tutte gli interventi indispensabili alla chiusura degli impianti, alla gestione del personale e dei clienti e fornitori e per evadere gli ordini.

 

Inoltre l’individuazione delle attività e dei servizi essenziali non può essere rimessa alla mera elencazione dei codici ATECO, in quanto risulterebbe incompleta e foriera di numerosi dubbi interpretativi. Per questo motivo, CNA chiede che nel provvedimento venga espressamente consentito lo svolgimento delle attività accessorie a quelle essenziali indicate nell’elenco Ateco. Al riguardo è necessario garantire continuità operativa a tutte quelle attività manutentive, legate a cicli produttivi e non, finalizzate a mantenere efficienti e in buono stato i macchinari e gli impianti in modo da non pregiudicare la capacità dell’impresa quando terminerà l’emergenza.

 

Occorre inoltre consentire l’operatività a quelle imprese che si stanno riconvertendo per la produzione di mascherine e dispositivi per la salute e oggi sprovviste di codice Ateco”.

 

“Infine la Confederazione rileva che le associazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori, unitamente alle società di loro emanazione – promosse o partecipate – vanno ricomprese tra le attività e i servizi essenziali.

È fondamentale garantire il ruolo della rappresentanza che, attraverso l’attività sindacale e l’erogazione di servizi, costituisce un prezioso ed irrinunciabile elemento di raccordo tra il decisore politico e il tessuto produttivo, oltre a fornire informazioni utili alla corretta formazione del processo decisionale e garantire l’erogazione di servizi quali, ad esempio: l’elaborazione delle buste paga e la sottoscrizione degli accordi sindacali, come nel caso dell’attivazione degli strumenti di sostegno al reddito” concludono Provenzano e Actis.




I convalescenti da Covid-19 ospitati nelle residenze universitarie a Vercelli

Ieri, 21 marzo 2020, dopo una concertazione tra Prefettura, Comune, ASL, Università del Piemonte Orientale ed EDISU, si è deciso di concedere all’Ospedale la residenza studentesca di via Quintino Sella per la convalescenza degli ammalati di COVID19 in via di guarigione.

Gli studenti che ancora soggiornavano residenza – tredici, in prevalenza stranieri – sono stati trasferiti nella residenza di via Dal Pozzo, sopra il Rettorato, con l’assistenza degli operatori dell’Asl.

Il Direttore generale dell’UPO Andrea Turolla sottolinea: «Abbiamo immediatamente accolto la proposta del Prefetto e del Sindaco e siamo contenti di renderci utili per questa iniziativa che lascia intravedere, finalmente, una evoluzione positiva. Negli Ospedali il Rettore, i nostri clinici, specializzandi e tirocinanti stanno dando ogni energia possibile per far fronte a questo dramma».

«Un grazie speciale va di certo all’EDISU e all’Università del Piemonte Orientale che in questo momento ci hanno supportato consentendoci di poter utilizzare questa struttura. Un grazie che va  esteso agli studenti», ribadisce il direttore generale dell’Asl Chiara Serpieri, «perché sono proprio loro ad aver mostrato sensibilità e comprensione partecipando attivamente anche personalmente al trasloco temporaneo.

Questo spazio sarà prezioso per i nostri pazienti che hanno superato la fase acuta della malattia, che oggi stanno meglio e che ancora per un periodo necessitano di uno spazio protetto dove poter completare la contumacia».




Coronavirus, le ulteriori restrizioni del Ministro Speranza

Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato l’ordinanza che vieta: l’accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici; di svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto. Resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona.

L’ordinanza inoltre impone la chiusura degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, posti all’interno delle stazioni ferroviarie e lacustri, nonché nelle aree di servizio e rifornimento carburante, con esclusione di quelli situati lungo le autostrade, che possono vendere solo prodotti da asporto da consumarsi al di fuori dei locali; restano aperti quelli siti negli ospedali e negli aeroporti, con obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro.

Nei giorni festivi e prefestivi, nonché in quegli altri che immediatamente precedono o seguono tali giorni, è vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza.

Le disposizioni producono effetto dal 21 marzo e sono efficaci fino al 25 marzo 2020.