Tasse e Burocrazia costano alle imprese 138miliardi all’anno

Il micidiale mix di tasse e burocrazia ha superato la soglia dei 138 miliardi di euro; a tanto ammonta il costo che grava ogni anno sui bilanci delle imprese italiane, penalizzando, in particolar modo, le realtà di piccola e media dimensione.

Uno spaccato, quello fotografato dall’Ufficio studi della CGIA, che fa rabbrividire: a fronte di un gettito complessivo annuo di 81,2 miliardi di euro di tasse versate all’erario1, il costo annuo sostenuto dalle nostre imprese per la gestione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione è di oltre 57 miliardi2. In buona sostanza “tasse & burocrazia” costituiscono un giogo da 138,3 miliardi di euro all’anno, pari a quasi 8 punti di Pil, che zavorra le aziende e frena l’economia del Paese.

“Il Governo – sostiene il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – dovrebbe riflettere su questi dati e cominciare a lavorare per ridurne l’impatto. Se, a causa della situazione dei nostri conti pubblici, abbattere il carico fiscale in misura significativa non appare per nulla semplice, una drastica riduzione della cattiva burocrazia, invece, potrebbe essere ottenuta a costo zero, o quasi”.

Come? Prosegue Zabeo: “Riducendo il numero delle leggi attraverso l’abrogazione di quelle più datate, evitando così la sovrapposizione legislativa che su molte materie ha generato incomunicabilità, mancanza di trasparenza, incertezza dei tempi ed adempimenti sempre più onerosi, facendo diventare la burocrazia un nemico invisibile difficilmente superabile”.

Secondo “ The European House – Ambrosetti”, infatti, la produzione legislativa del nostro Paese non ha eguali nel resto d’Europa. In Italia, si stima vi siano 160.000 norme, di cui 71.000 promulgate a livello centrale e le rimanenti a livello regionale e locale. In Francia, invece, sono 7.000, in Germania 5.500 e nel Regno Unito 3.000. Tuttavia, la responsabilità di questa iper legiferazione è ascrivibile alla mancata abrogazione delle leggi concorrenti e al fatto che il nostro quadro normativo negli ultimi decenni ha visto aumentare esponenzialmente il ricorso ai decreti legislativi che, per essere operativi, richiedono l’approvazione di decreti attuativi. Questa procedura ha aumentato a dismisura la produzione normativa in Italia. Afferma il segretario della CGIA, Renato Mason:

“I tempi e i costi della burocrazia sono diventati un problema che caratterizza negativamente il nostro Paese, all’interno del quale coesistono situazioni molto differenziate tra Nord e Sud nonché tra regioni a statuto ordinario e regioni a statuto speciale. Nel Mezzogiorno, dove la Pa è meno efficiente, la situazione ha assunto profili particolarmente preoccupanti. Non è un caso, infatti, che molti investitori stranieri non vengano in Italia proprio per la farraginosità del nostro sistema burocratico che ha generato un velo di sfiducia tra le imprese private che non sarà facile rimuovere”.

Altrettanto preoccupanti sono i risultati che emergono dalla periodica indagine campionaria condotta da Eurobarometro (Commissione europea) sulla complessità delle procedure amministrative che incontrano gli imprenditori dei 28 Paesi dell’Unione. L’Italia si trova al2° posto di questa graduatoria (per l’86 per cento degli intervistati la cattiva burocrazia è un serio problema). Solo la Romania presenta una situazione peggiore della nostra, mentre il dato medio dell’Unione europea si attesta al 62 per cento3.

Nello specifico, cosa si potrebbe fare per migliorare l’efficienza della nostra Pubblica amministrazione, alleggerendo così i costi amministrativi delle aziende? Innanzitutto, come dicevamo più sopra, bisogna semplificare il quadro normativo. Cercare, ove è possibile, di non sovrapporre più livelli di governo sullo stesso argomento e, in particolar modo, accelerare i tempi di risposta della Pubblica amministrazione.

Con troppe leggi, decreti e regolamenti i primi penalizzati sono i funzionari pubblici che nell’incertezza si “difendono” spostando nel tempo le decisioni. Nello specifico è necessario:

  • migliorare la qualità e ridurre il numero delle leggi, analizzando più attentamente il loro impatto, soprattutto su micro e piccole imprese;
  • monitorare con cadenza periodica gli effetti delle nuove misure per poter introdurre tempestivamente dei correttivi;
  • consolidare l’informatizzazione della Pubblica amministrazione, rendendo i siti più accessibili e i contenuti più fruibili;
  • permettere all’utenza la compilazione esclusivamente per via telematica delle istanze;
  • procedere e completare la standardizzazione della modulistica;
  • accrescere la professionalità dei dipendenti pubblici attraverso

    far dialogare tra di loro le banche dati pubbliche per evitare la duplicazione delle richieste; un’adeguata e continua formazione.




Al via i percorsi di degustazione dedicati al vino organizzati da Confartigianato Cuneo

Confartigianato Cuneo, con la collaborazione dell’Associazione Go Wine e di alcuni ristoratori del progetto Creatori di Eccellenza, organizza dei percorsi di degustazione dedicati al vino.

«Scopo dell’iniziativa, – commentano Luca Crosetto, presidente territoriale di Confartigianato Cuneo, e Massimo Corrado, presidente Go Wine – è promuovere il vino non solo in quanto “prodotto”, che in provincia di Cuneo raggiunge livelli di altissima qualità, e rappresenta un’importante espressione della tradizione agro-alimentare del nostro Paese, ma valorizzare il “vino” come componente essenziale di un territorio, fortemente legato al mondo produttivo, del turismo, della ricettività e alla cultura del luogo».

Ogni “percorso”, ne sono previsti diversi in provincia, è composto da 5 incontri per scoprire il vino e degustarlo. Tutti gli incontri si svolgeranno dalle ore 20:30 alle ore 22:30.

Prima serata – Introduzione alla degustazione. Presentazione Associazione Go Wine e illustrazione finalità del corso di degustazione. Introduzione alla degustazione: tecniche, regole, finalità e comportamento. Analisi capacità sensoriali dell’olfatto e del gusto. Introduzione generale sulle caratteristiche determinanti la struttura di un vino (con richiamo anche nelle serate successive). Degustazione di 4 vini.

Seconda serata – Il rapporto vitigno-vino-territorio, vini bianchi. l rapporto Vitigno – Vino – Territorio. Vitigni autoctoni e vitigni internazionali. I vini bianchi. Degustazione di 5 vini.

Terza serata – Il lavoro in vigna, vini rossi. Il lavoro in Vigna (come dalla terra nasce un grande vino, tecniche e metodi). I vini rossi. Degustazione di 5 vini.

Quarta serata – Il turismo del vino. Spumanti e vini da meditazione. La cantina come luogo di promozione. Il prodotto vino fra agricoltura e turismo. I vini spumanti: metodo classico e metodo charmat. I vini dolci e i vini passiti: metodi di vinificazione. Degustazione di 5 vini.

Quinta serata – Cena con abbinamento vino e cibo. Il vino a tavola: incontro con due produttori del Piemonte. Il vino raccontato e l’abbinamento con i piatti del menu. Percorso di degustazione con 4 vini nel menu classico composto da Antipasto, Primo, Secondo e Dolce.

La quota di partecipazione è di 190,00 euro (iva inclusa). Tale quota comprende: degustazioni, lezioni, dispense teoriche, guida “Cantine d’Italia 2020”, n. 6 bicchieri da degustazione modello Carrè, iscrizione all’Associazione Go Wine sino al 31/12/2020, stuzzichini di accompagnamento alle serate, cena finale (antipasto, primo, secondo, dolce) e attestato di partecipazione. Sarà possibile per ogni partecipante portare un accompagnatore alla cena finale del percorso al costo di 30,00 euro.

Questi i “percorsi” attualmente programmati:

  • da mercoledì 19 febbraio 2020 – presso “La Novella” (Viale degli Angeli, 33 – Cuneo)
  • da lunedì 2 marzo 2020 – presso “Ostu Bistrot” (Via Muratori, 18 – Savigliano)
  • da martedì 10 marzo 2020 – presso “Vincafè” (Via Vittorio Emanuele, 12 – Alba)



Torino inclusa tra le “Tree cities of the world”

Oggi più che mai gli alberi e le foreste sono componenti vitali per comunità in salute e sostenibili, nel mondo intero.

Torino aiuta a trovare delle soluzioni alle sfide globali attraverso il proprio impegno per una gestione efficace della ‘foresta urbana’. Un grazie dunque ai nostri alberi, ai nostri cittadini, alla nostra amministrazione.”

È quanto ha dichiarato l’assessore all’Ambiente della Città di Torino, Alberto Unia, alla notizia che alla Città di Torino è stato consegnato l’importante riconoscimento di “Tree city of the world 2019”.

Nel messaggio di congratulazioni pervenuto dalla Arbor Day Foundation che insieme alla FAO – Food and Agricolture Organization, organismo delle Nazioni Unite ha istituito questo programma, si sottolinea che “i residenti a Torino possono essere orgogliosi di vivere in una città che fa della messa a dimora di alberi e della loro cura una priorità”.

Il programma “Tree Cities of the World” è un impegno internazionale a riconoscere le città che fanno ogni sforzo per assicurare che i loro alberi e foreste siano curate e gestite nel modo corretto.

Sono 60, di cui 23 negli Stati Uniti, le città nel mondo ad avere ottenuto questo significativo premio; Torino è una delle tre città italiane, insieme a Mantova – che nel novembre del 2018 ha ospitato il primo Congresso mondiale delle foreste urbane della FAO (World Forum on Urban Forests) – e a Milano. Per essere riconosciute, le città devono soddisfare cinque standard, che riguardano:

1) l’esistenza nella città di una struttura dedicata alla gestione degli alberi (“Definisci le responsabilità”)
2) la presenza di regole specifiche (“Individua le regole”)
3) l’esistenza di un censimento degli alberi (“Conosci il tuo patrimonio”)
4) la definizione nel bilancio di risorse dedicate (“Dedica delle risorse”)
5) l’organizzazione, annualmente, di eventi di promozione e consapevolezza in tema albero (“Celebra i risultati raggiunti”)




CCIAA Novara: giornata di formazione sulla comunicazione in azienda

Trasferire concetti in modo chiaro, parlando e scrivendo, catturare e mantenere l’attenzione: questi gli obiettivi della giornata di formazione organizzata dal Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile della Camera di Commercio di Novara.

L’iniziativa, dal titolo “Comunicazione efficace in azienda: parlare e scrivere per farsi comprendere” avrà luogo giovedì 20 febbraio 2020, dalle ore 9.00 presso la sede della Camera di Commercio, in Via degli Avogadro 4, a Novara.

Il corso è articolato in due moduli: il primo, dedicato al dialogo verbale, si svolgerà la mattina dalle ore 9.00 alle 13.00, mentre il secondo nel pomeriggio, dalle ore 14.00 alle 17.00, per approfondire le applicazioni con la scrittura. Docente di entrambi i moduli sarà Consuelo Vignarelli, giornalista, formatrice e consulente.

«La comunicazione efficace e l’ascolto attivo sono temi sempre più presenti in contesti lavorativi efficienti ed orientati al benessere delle persone» spiega Anna Ida Russo, presidente del Comitato imprenditoria femminile.

«Si tratta di skill non necessariamente innate, ma che, anzi, si possono imparare: l’obiettivo è quello di fornire alle imprese la conoscenza degli strumenti utili per migliorare gli scambi comunicativi sia a livello professionale che nella vita quotidiana, coinvolgendo i partecipanti in approfondimenti teorici ed esercitazioni pratiche».

La partecipazione al modulo del mattino è aperta e gratuita per le imprese novaresi (previa verifica di regolarità del pagamento del diritto annuale), con priorità per quelle femminili. Il modulo del pomeriggio è invece riservato alle imprese vincitrici dell’ultima edizione del Premio “Impresa Femminile Singolare”.

Per iscriversi occorre inviare una e-mail a  entro venerdì 14 febbraio, allegando l’apposito modulo di adesione disponibile unitamente al programma dell’iniziativa sul sito .




Coronavirus, disponibile in Piemonte il test molecolare specifico

nel Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’ASL Città di Torino, è disponibile il test molecolare specifico per il nuovo Coronavirus 2019-nCoV, eseguito secondo il protocollo Organizzazione Mondiale della Sanità del 17 gennaio 2020,  sotto la direzione del NIC (Centro Nazionale di riferimento) dell’Istituto Superiore di Sanità  e in collaborazione con l’Ospedale Spallanzani di Roma.

Si tratta di un test molecolare ad alta complessità, che richiede personale specializzato ed è eseguibile sui materiali provenienti dalle alte e basse vie respiratorie.

Fin dal primo giorno in cui è stata dichiarata l’emergenza, il Centro di riferimento regionale per la diagnostica di laboratorio delle infezioni emergenti dell’ospedale Amedeo di Savoia ha precauzionalmente attivato tutti i protocolli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

“L’Assessorato regionale alla Sanità segue l’evolversi della situazione legata all’emergenza internazionale Coronavirus sulla base delle indicazioni del Ministero della Salute (in contatto costante e quotidiano con la task-force istituita dal Ministero) e con il supporto operativo del Seremi, del sistema regionale del 118 e di tutte le Aziende sanitarie ed ospedaliere. Al momento non si segnalano casi di positività.” – dichiara l’assessore alla Sanità, Luigi Icardi.




Bilancio regionale: fondo di 15 milioni per la riduzione fiscale

Dal 2020 il bilancio della Regione Piemonte avrà un nuovo fondo di 15 milioni per la diminuzione strutturale del carico fiscale. Servirà a finanziare i nuovi sconti sull’Irap e sul bollo per chi acquista un’auto nuova.

Lo ha annunciato l’assessore Andrea Tronzano oggi in prima Commissione, presidente Carlo Riva Vercellotti, dove è partito l’esame della legge di stabilità e del bilancio di previsione 2020.

Siamo ancora in una fase iniziale della discussione, quella delle prime determinazioni. Tronzano ha dato un veloce quadro della situazione finanziaria dell’ente: ”Da parte mia non c’è alcun tipo di valutazione sul passato, solo una fotografia dell’oggi per poter discutere degli sviluppi futuri”, ha precisato all’inizio.

Nel 2020 le entrate scendono di 183 milioni rispetto al 2019.  La situazione debitoria ammonta a 9,3 miliardi (di cui 4 miliardi in seguito alla liquidità fornita con il Dl 35).

“E’ una cifra importante, già affrontata dalla giunta precedente, non è una novità, ma è un dato da considerare”, ha spiegato l’assessore, annunciando nel 2020 l’intenzione di acquistare il derivato che nel 2019 non è stato possibile acquistare per questioni tecniche determinate dai tassi di interesse.

“L’operazione servirà a liberare le generazioni future da un debito importante e la Regione da una rata annua di 22 milioni per i prossimi anni”, ha detto Tronzano.

Quest’anno la rata dei mutui sale di 54 milioni, 268 rispetto ai 214 del 2019. Per il rilancio dell’economia, “di fronte a una situazione reale che mette a rischio la sopravvivenza di molte imprese”, ha spiegato l’assessore, il fondo unico per l’innovazione viene dotato di 90 milioni, mentre 53 milioni saranno in dote del fondo di garanzia delle imprese. Una rimodulazione del Fesr porterà 17 milioni al settore turistico, con 14 milioni verrà poi rifinanziata la legge 18 sui piccoli comuni per interventi immediati.

Nel corso della Commissione sono intervenuti per chiarimenti Giorgio Bertola (M5s), Domenico Ravetti, Sergio Chiamparino e Raffaele Gallo (Pd), Angelo Dago (Lega), Marco Grimaldi (Luv),

La Commissione ha anche licenziato all’unanimità il progetto di legge unificato che modifica la normativa vigente in materia di servizi necroscopici, funebri e cimiteriali.

 




Nel 2019, in Piemonte, la cassa integrazione è cresciuta del 14%

Come evidenziano i dati del Servizio lavoro, coesione e territorio della UIL Nazionale, nell’intero 2019, in Italia, sono state chieste 259.653.602 ore di cassa integrazione, con una crescita del 20,2% sull’anno precedente.

In Piemonte la richiesta è stata di 32.464.616 ore, in aumento del 14% (+10,3% ordinaria, +17% straordinaria, -75,1% deroga).

La media mensile dei lavoratori piemontesi tutelati è stata di 15.914, con un incremento di 1.950 unità rispetto al 2018.

Il Piemonte è stata la seconda regione per numero di ore richieste, preceduto dalla Lombardia.

DATI PROVINCIALI

L’andamento delle ore nelle province piemontesi, nel confronto annuale, è stato il seguente: Biella +321,6%, Torino +31,2%, Novara +12,4%, Vercelli +5,2%, Alessandria -13,8%, Verbania -51,3%, Cuneo -51,3%, Asti -51,6%.

Torino, con 22.927.687 ore, si conferma di gran lunga provincia più cassaintegrata d’Italia, precedendo Roma (13.272.526) e Milano (13.071.925).

 SETTORI PRODUTTIVI

Nella nostra regione, le variazioni percentuali della cassa integrazione per settori produttivi, nel confronto tra 2019 e 2018, sono state: Industria +20,1%, Edilizia -39,4%, Artigianato -82,8%, Commercio -31,7%, per un totale di +14%.

“Il 2019 si è chiuso con una sostanziosa crescita di ore di cassa integrazione rispetto all’anno precedente. Ciò non avveniva da tempo. Purtroppo, si confermano le preoccupazioni espresse in questi mesi sullo stato di salute del sistema produttivo piemontese, come confermano i dati relativi al saldo negativo di 1.500 imprese tra aperture e cessazioni di attività. Nella nostra regione l’incremento di ore si concentra praticamente solo nell’industria, mentre gli altri settori vedono decrementi di ore. Preoccupa, in particolare, la crescita della cassa integrazione straordinaria, che non è mai foriera di buone notizie. Servirebbe un piano straordinario di riqualificazione per tutte le lavoratrici e i lavoratori coinvolti nelle crisi aziendali diventate irreversibili. In questo senso sarebbe importante conoscere con precisione dalle associazioni datoriali i profili professionali carenti nel mercato del lavoro, per favorire la riconversione professionale e, conseguentemente, l’assorbimento dei lavoratori formati”.

Lo dichiara il segretario generale della UIL Piemonte: Gianni Cortese




Al via la discussione su Città della Salute di Novara

Con la presentazione di oltre 40 emendamenti depositati dal M5s, è iniziata questa mattina in Aula la discussione della proposta di legge 62, “Norme relative al finanziamento del presidio ospedaliero Città della Salute di Novara, licenziato a maggioranza dalla Commissione Sanità il 27 gennaio scorso.

Il provvedimento, presentato per la Giunta regionale dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi nasce da una richiesta del Nucleo di valutazione del Ministero per far sì che la Regione garantisca l’importo delle rate che l’Azienda ospedaliera universitaria novarese dovrà pagare ogni anno. La consultazione di mercato condotta da Cassa depositi e prestiti per conto della Giunta definisce in linea di massima “soddisfacenti” le ipotesi contenute nel Piano economico finanziario 2016 per la realizzazione dell’opera.

Relatori in Aula i consiglieri Riccardo Lanzo (Lega) per la maggioranza e Domenico Rossi (Pd) e Sean Sacco (Pd) per le minoranze.

Lanzo (Lega) ha sottolineato che “si tratta di un importante passo avanti per un progetto di cui si parla da oltre un decennio. È giunto il momento che il Piemonte cambi velocità e la Città della Salute di Novara rappresenta il primo atto importante realizzato da questa amministrazione, insieme a Torino, per attrarre nuove presenze, nuove professionalità e nuovi progetti di ricerca realizzati in sinergia con l’Università e i centri di ricerca”.

Per Rossi (Pd), che è anche primo firmatario di due ordini del giorno collegati al provvedimento, “la consultazione della Cassa depositi e prestiti conferma che quanto operato dalla precedente Giunta era corretto e nell’interesse dei piemontesi. Il partenariato pubblico-privato era l’unica scelta percorribile per non perdere il finanziamento statale e se si fosse deciso di ricorrere all’Inail i tempi di realizzazione dell’opera si sarebbero allungati a dismisura”.

Sacco (M5s) ha annunciato la presentazione di oltre quaranta emendamenti, “legati soprattutto alle perplessità sul tipo di finanziamento scelto, che prevede un forte intervento da parte dei privati. Si sarebbe potuto ricorrere all’Inail risparmiando almeno 200 milioni di euro, come hanno fatto l’Ospedale di Arma di Taggia e il Policlinico di Padova. Sulla consultazione di Cassa depositi e prestiti il giudizio espresso è ‘soddisfacente’, non ‘ottimale’, e inquieta il fatto che la legge non specifichi il numero di rate ma solo l’ammontare”.

Il dibattito generale è stato aperto dal capogruppo della Lega Alberto Preioni, intervenuto con il presidente della Commissione Sanità Alessandro Stecco e il consigliere Federico Perugini, che hanno sottolineato “l’importanza della collaborazione tra pubblico e privato” e la necessità di pensare, “oltre alle doverose valutazioni economiche, ai pazienti che necessitano di cure e di servizi”.

Per il M5s sono intervenuti Francesca Frediani, Giorgio Bertola, Ivano Martinetti e Sarah Disabato, evidenziando che “più della velocità, in decisioni delicate come il finanziamento di un ospedale, conta l’approfondimento”. Più che sapere chi ha preso le decisioni, hanno aggiunto, “vorremmo sapere chi se ne addosserà il peso: non condividiamo il metodo di finanziamento del nuovo ospedale, che avrà pesanti conseguenze per le tasche dei cittadini”.

Per il Pd sono intervenuti Sergio Chiamparino, Maurizio Marello, Domenico Ravetti e Raffaele Gallo, che hanno evidenziato come “sia la Città della Salute e della Scienza di Novara sia il Parco della Salute di Torino siano decisioni risalenti alla Giunta precedente” sottolineando “l’urgenza d’investire sulle strutture ospedaliere piemontesi, obsolete dal punto di vista edilizio e logistico” e ribadendo la necessità di un nuovo Piano di edilizia sanitaria regionale.

Per Fi Carlo Riva Vercellotti ha espresso il sostegno del proprio gruppo al provvedimento, “per la creazione di un luogo di cura all’avanguardia che sarà in grado di contribuire a contenere la mobilità passiva dei pazienti verso la Lombardia”.

Il capogruppo di Luv Marco Grimaldi ha espresso “molti dubbi sul partenariato pubblico-privato” auspicando, in un momento in cui il costo del denaro è basso, l’impegno della pubblica amministrazione nel richiedere finanziamenti o nel ricorrere ai Fondi strutturali europei.

L’assessore Icardi ha replicato ripercorrendo l’iter della vicenda legata alla realizzazione della struttura, ribadendo che l’unica forma di finanziamento possibile è il partenariato pubblico-privato e sottolineando che la Giunta “non ha perso tempo e ha agito con la diligenza del buon padre di famiglia, dal momento che rimodulando l’importo delle rate come suggerito da Cassa depositi e prestiti, la Regione risparmierà tra i 90 e i 100 milioni di euro d’interessi.




Si è svolta a Palazzo Lascaris la Giornata contro Bullismo e Cyberbullismo

Riconoscere il bullismo. Non essere indifferenti nei confronti degli atti di bullismo. Non lasciare sola la vittima. Spronare la vittima a reagire. Non lasciare impunito il bullo. Denunciare il bullo. Creare relazioni di amicizia contro il bullismo. Creare un’alleanza educativa tra famiglia e scuola . Imparare l’autocontrollo. Dare il buon esempio.

Sono le 10 regole che i ragazzi della scuola media Meucci di Torino e dell’Istituto Lagrangia di Vercelli hanno esposto oggi in aula a Palazzo Lascaris, alla presenza del presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia, del presidente della Giunta Alberto Cirio, dei consiglieri e assessori regionali, della garante per l’infanzia e l’adolescenza Ylenia Serra, del presidente del Corecom Piemonte Alessandro De Cillis, di Elena Ferrara e Maria Cecilia Micheletti dell’Ufficio scolastico regionale e del sostituto procuratore della Procura minorile Marta Lombardi.

Il momento di confronto tra adulti e studenti è stato organizzato dal Consiglio regionale, cosi come previsto dalla legge regionale del 2018 “Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyber bullismo” in occasione della Giornata nazionale  contro il bullismo e cyberbullismo che si celebrerà il prossimo 7 febbraio.

“Le testimonianze che abbiamo  letto – hanno sottolineato i ragazzi a conclusione del momento celebrativo –  ci dicono che il bullismo è un problema molto grave, che ci riguarda tutti. Per questo abbiamo pensato a che cosa potremmo fare per combatterlo e contrastarlo. Per questo abbiamo preparato un decalogo da condividere tra compagni, con le insegnati e con i genitori”.  Oltre alle 10 regole, i ragazzi hanno letto alcuni brani tratti dal romanzo di Paolo Giordano “La solitudine dei numeri primi”  e  testimonianze reali di carnefici  e vittime di bullismo. Nel pubblico erano inoltre presenti gli studenti dell’Istituto Gae Aulenti di Biella.

“Servono risposte concrete ed efficaci per i cittadini e in particolare per i più deboli, in questo caso bambini e adolescenti – ha ribadito il presidente del Consiglio Stefano Allasia – Le istituzioni hanno il dovere di occuparsi di questi fenomeni sempre e non soltanto quando una drammatica notizia di cronaca riaccende i riflettori sulla questione. Per questo il Consiglio ha approvato nel 2018 una legge tra le più avanzate a livello nazionale,  con l’obiettivo di avere informazioni di contesto e capire gli ambiti di prevenzione e intervento.  Un ruolo fondamentale lo deve esercitare senz’altro la scuola che è, e deve essere, il luogo della solidarietà, dell’inclusione e della condivisione. Ritengo  – ha concluso – sia importante creare quindi percorsi che stimolino lo sviluppo di idee e progetti, per costruire reti di protezione efficaci per i nostri giovani e per dire tutti insieme NO ad ogni forma di bullismo”.

“Meno bulli nelle istituzioni, a scuola, in macchina, sul lavoro e nella propria vita di tutti i giorni – è questo l’appello che il presidente della Giunta Alberto Cirio ha rivolto in aula soprattutto agli adulti – Al decalogo letto dai ragazzi manca un unico punto: che siano i grandi a dare l’esempio.  Dobbiamo tutti farci un esame di coscienza perché tutti, ogni tanto, rischiamo di fare i bulli, tra i banchi del Consiglio regionale, al semaforo o nella vita quotidiana. È importante che in quest’ottica, istituzioni, scuola, forze dell’ordine e di giustizia continuino a collaborare poiché per ogni vittima c’è anche un bullo che è necessario rieducare. Il Piemonte si è dotato di una legge all’avanguardia su questo tema, ma le leggi da sole non bastano se non vengono rese vive dai comportamenti”.




Torino, bando pubblico per assegnazione contributi festa internazionale musica 2020

È stato approvato in Giunta stamattina il ‘Bando pubblico per l’assegnazione di contributi per la realizzazione della Festa Internazionale della Musica per 2020’.

Ogni anno, il 21 giugno, viene celebrata in tutto il mondo la Festa Internazionale della Musica istituita nel 1982 in Francia. A Torino la prima Festa – promossa dal Ministero dei Beni e Attività Culturali, che ha creato un circuito di città italiane, di cui il capoluogo piemontese fa parte – è stata organizzata nel 1996.

Obiettivo della rassegna è coinvolgere gli artisti e il pubblico in una grande kermesse dove si suona e si ascolta musica insieme, per le strade e in spazi non canonici, senza limiti di età, genere sonoro, livello tecnico e professionale.

Il progetto, selezionato con il bando, dovrà prevedere nella giornata del 21 giugno 2020 e nel fine settimana più vicino a tale data, una serie di eventi e iniziative di natura musicale e aggregativa a fronte di un sostegno economico pubblico quantificato fino a un massimo di 20mila euro, contributo che verrà erogato in seguito alla sottoscrizione di una convenzione tra la Città e il vincitore dell’avviso. Il costo totale dell’iniziativa però non potrà essere inferiore a 25mila euro: il proponente, infatti, avrà l’obbligo di sostenere l’evento con un finanziamento in proprio pari ad almeno 5mila euro.

La Festa Internazionale della Musica dovrà valorizzare il ricchissimo tessuto musicale cittadino formativo e performativo (enti territoriali, istituzioni pubbliche, scuole a indirizzo musicale, scuole private, accademie di cultura, etichette discografiche, riviste, case di editoria, emittenti radiofoniche e associazioni) ed essere realizzata in luoghi o quartieri ritenuti ‘strategici’ come spazi pubblici all’aperto, vie, piazze e aree verdi della città. Nella programmazione, inoltre, sarà possibile prevedere attività commerciali accessorie e funzionali purché non prevalenti sulle culturali.

L’evento sarà aperto a tutti: dilettanti e professionisti, associazioni amatoriali (come cori e bande), insegnanti, autori di programmi, deejay, gruppi e solisti e, in generale, a chiunque abbia un progetto o voglia semplicemente condividere la propria passione con altri. L’organizzatore, quindi, si impegnerà a promuovere la pratica musicale dal vivo senza fine e spirito lucrativo. È fondamentale che le esibizioni siano a libero accesso per il pubblico e la partecipazione alla ‘Festa’ dei musicisti sia gratuita.

Chiunque vorrà esprimersi in ambito sonoro e chiederà di aderire al progetto, rispettando le regole organizzative e di sicurezza, avrà diritto a trovare accoglienza nel programma.

 

 

 

Il bando è consultabile sul sito della Città all’indirizzo http://www.comune.torino.it/bandi/. Le proposte dovranno pervenire – utilizzando la modulistica predisposta – entro 45 giorni a partire da oggi (data di pubblicazione).

La valutazione sarà effettuata da una Commissione appositamente costituita – all’interno della Direzione Decentramento, Servizi Culturali e Amministrativi, Area Attività Culturali – che verrà nominata alla scadenza dell’avviso.