Al via “Fields”, il più grande progetto formativo europeo per l’agroalimentare

L’Italia si è aggiudicata il coordinamento di “Fields”, l’agenda e la strategia formativa degli agricoltori europei in materia di digitale, bioeconomia e sostenibilità.

Il progetto, coordinato da Confagricoltura e dall’Università di Torino, conta 30 partner di 12 Paesi europei. La prima plenaria si è svolta oggi a Torino presso la l’aula magna Cavallerizza reale dell’ateneo torinese.

“Fields” – ha spiegato Daniele Rossi, delegato di Confagricoltura e presidente della Ricerca ed Innovazione del Copa Cogeca a Bruxelles – è un erasmus plus da 4 milioni di euro dedicato alla formazione avanzata degli imprenditori agricoli europei in materia di sostenibilità, bioeconomia circolare e digitalizzazione.

Per affrontare le sfide del futuro e restare competitivi – ha osservato il prof. Remigio Berruto del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (Disafa) dell’Università di Torino – si deve innovare con maggiore coraggio nelle competenze imprenditoriali, nei contenuti e nei metodi formativi in tutta Europa. In questo senso l’impegno per una progettazione formativa innovativa, a livello europeo.

“Fields” si occuperà della definizione delle nuove competenze richieste all’ imprenditoria agroalimentare europea per restare competitiva ed affrontare le sfide del futuro globale, dal climate change alla circolarità, dalla nutrizione personale alla gestione delle risorse naturali.

Verrà elaborato un database delle principali 90 Agenzie educative, un profilo curriculare delle 10 nuove occupazioni prioritarie in Europa, 4 moduli formativi  completi in 7 differenti lingue; verranno quindi preparati 102 docenti formatori, coinvolte 140 organizzazioni professionali e la piattaforma formativa sarà indirizzata a 20 mila utenti.

Quello che viene posto in essere – ha concluso Confagricoltura – è un grande impegno europeo che punta sulla condivisione di una strategia e di un’agenda europea per i prossimi sette anni di programmazione 2021–2027, nell’ottica del quadro politico europeo Food 2030 e del suo piano d’azione.




800 posti in cantieri di lavoro per over58 e detenuti

Sono complessivamente oltre 800 i piemontesi che potranno accedere ai 230 cantieri di lavoroche i Comuni attiveranno a vantaggio di disoccupati con oltre 58 anni oppure di persone sottoposte a regime di restrizione della libertà personale in quanto destinatari dei 6,2 milioni di euro stanziati da un bando emesso dalla Regione.

“Con queste due misure – rileva l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino – si dà una grossa mano ai Comuni che hanno sempre più bisogno di personale e si viene incontro alle esigenze di determinate categorie di persone.

In primo luogo, offriamo la possibilità a chi ha necessità di accumulare contributi pensionistici di poterlo fare percependo anche un reddito, con la dignità che soltanto il lavoro, e non certo l’assistenzialismo pauperista, può garantire.

Allo stesso tempo, veniamo incontro alla impellente necessità dei Comuni, specie di quelli più piccoli, di aumentare il personale, troppo spesso carente o addirittura assente per mancanza di fondi per poterlo assumere.

Molto importante anche la misura che riguarda i detenuti, che potranno riabilitarsi agli occhi della società attraverso i lavori di pubblica utilità aiutando, anche in questo caso, gli enti locali che ne hanno bisogno. La Regione considera il lavoro una priorità assoluta. Mi auguro, per il futuro, di avere la possibilità di rafforzare ed estendere misure di questo tipo”.

Cantieri per over58

I fondi consentiranno la realizzazione di opere di pubblica utilità gestite da Comuni, Unioni di Comuni o altre forme associative e organismi di diritto pubblico con sede in Piemonte.

Saranno utilizzati nel proprio Comune di residenza, per un anno prorogabili al massimo fino a 18 mesi, 761 disoccupati non ancora pensionati, non inserite in altri cantieri di lavoro e che non percepiscono alcun ammortizzatore sociale.

I progetti approvati sono 206, così suddivisi per ambiti territoriali: Città metropolitana di Torino 98 progetti e 415 cantieristi, Biella-Novara-Vercelli-VCO 47 progetti e 152 cantieristi, Alessandria-Asti 41 progetti e 130 cantieristi, Cuneo 20 progetti e 64 cantieristi. Ogni persona percepirà dall’Inps un’indennità lorda giornaliera di 29,70 euro per un massimo di 30 ore di lavoro a settimana. I Comuni dovranno sostenere le spese per la sicurezza nel luogo di lavoro, le coperture assicurative e i costi degli oneri previdenziali, che saranno poi rimborsati dalla Regione.

Cantieri per detenuti

Ammontano a 448.000 euro i fondi destinati a 26 progetti presentati da Comuni e Unioni di comuni piemontesi per realizzare cantieri di lavoro rivolti a 72 persone sottoposte a regime di restrizione della libertà. Gli enti locali titolari di progetto devono mettersi in contatto con l’autorità giudiziaria, che selezionerà i candidati da ammettere, detenuti o persone che stanno scontando la pena all’esterno del carcere.

Nel dettaglio, sono i cantieri saranno attivati a Torino, Borgiallo, Ivrea, Druento, Novara, Cossato, Vercelli, Verbania, Mezzana Mortigliengo, Casalino, Mongrando, Asigliano Vercellese, Villadeati, Asti, Casale Monferrato, Unione Terre del Tartufo, Mondovì, Saluzzo, Costigliole Saluzzo, Busca, Fossano, Centallo, Guarene, Sommariva del Bosco, Manta e Cuneo.

Cosa faranno i cantieristi

Le persone prescelte saranno chiamate ad intervenire negli ambiti ambientale (attività forestali e vivaistiche, di rimboschimento, di sistemazione montana, di tutela degli assetti idrogeologici; valorizzazione del patrimonio pubblico urbano, extraurbano e rurale, compresa la manutenzione straordinaria), dei beni culturali e artistici (attività di salvaguardia, promozione, riordino o recupero di beni librari, archivistici, artistici di interesse storico e culturale), del turismo (presso uffici o sportelli di promozione e informazione turistica, attività di allestimento e custodia di mostre relative a prodotti del territorio organizzate da enti locali), dei servizi di utilità pubblica o sociale (accudimento delle persone




Convegno: “Telemedicina e innovazione in medicina nella sanità regionale”

Le opportunità offerte dalla digitalizzazione e dalla teletrasmissione di dati medici sono al centro del convegno “Telemedicina e innovazione in medicina nella Sanità regionale”, che si svolge giovedì 6 febbraio a partire dalle ore 9 nell’Aula di Palazzo Lascaris, in via Alfieri 15, a Torino.

All’evento – promosso dal Consiglio regionale del Piemonte, curato dall’Associazione Sanità del Piemonte Orientale (Aspo) e patrocinato dalla Federazione interregionale degli ingegneri del Piemonte e della Valle d’Aosta (Fiopa), dall’Università del Piemonte Orientale (Upo), dal Politecnico e dall’Ordine degli ingegneri di Torino – interviene un gran numero di professionisti e di “addetti ai lavori” provenienti dall’Italia e dall’estero.

Dopo i saluti istituzionali dei presidenti del Consiglio e della Giunta regionale Stefano Allasia e Alberto Cirio e del presidente e dei vicepresidenti della Commissione consiliare Sanità Alessandro Stecco, Andrea Cane e Domenico Rossi, si susseguono quattro tavole rotonde dedicate rispettivamente alle applicazioni specialistiche e alle buone pratiche, alla telemedicina di territorio, all’adeguamento dei Sistemi sociosanitari nazionale e regionale per le sfide della Sanità digitale e alle risorse necessarie all’innovazione tecnologica e di processo. Non mancheranno focus sul confronto tecnologico di applicazioni nelle varie specialità, sulla loro implementazione nella medicina territoriale, sulla governance della sanità digitale e sull’ingegneria applicata alla medicina robotica.

L’evoluzione della telemedicina – è ormai accertato – permette nuove possibilità per l’erogazione delle prestazioni sociosanitarie e per l’interazione tra le diverse figure professionali e comporta importanti risparmi.

 




Il Massaua Cityplex ospita l’anteprima nazionale del nuovo film di Carlo Verdone

Carlo Verdone, Anna Foglietta, Rocco Papaleo e Max Tortora, a partire dalle ore 20.00 di questa sera saranno al cinema Massaua Cityplex di Torino per presentare agli spettatori in anteprima esclusiva per Torino e il Piemonte “Si vive una volta sola” il nuovo film di e con Carlo Verdone che uscirà in tutte le sale italiane il 26 febbraio.

Una prima visione nazionale riservata al pubblico del Massaua Cityplex che a partire dalle 20.00 e in  altri 4 spettacoli successivi (20.30; 21.00; 21.30; 21.45) incontrerà il regista e il cast presenti in sala per la presentazione del film.

Un importante appuntamento culturale e d’intrattenimento che si inserisce tra gli eventi che il cinema Massaua – in sinergia con Film Commission Torino Piemonte e in collaborazione con l’AGIS Piemonte e Valle d’Aosta, in rappresentanza degli esercenti cittadini – ha intenzione di realizzare per Torino Città del Cinema 2020. Il film, prodotto da Filmauro di Luigi e Aurelio De Laurentiis e distribuitoda Vision Distribution, è la ventisettesima prova da regista del maestro romano e arriva a due anni di distanza da “Benedetta follia”.

In questo caso il racconto si sviluppa intorno ad un quartetto di medici tanto abili in sala operatoria – visto che persino il Papa si affida alle loro cure – quanto inaffidabili, fragili e maldestri nella vita privata e che intraprenderanno uno sconclusionato viaggio on the road verso i mari del sud d’Italia all’insegna dell’amicizia e della gioia di vivere. “Si vive una volta sola” è una irresistibile e beffarda radiografia dei nostri tempi che Carlo Verdone ancora una volta ci regala, mostrando uno spaccato del presente attraverso il suo sguardo acuto,dissacrante e sempre originale.

Tornare a Torino è per me sempre una grande emozione. Qui dove tutto nella mia carriera è partito. E’ una bella città a cui sono molto legato e non a caso abbiamo deciso di fare l’anteprima nazionale assoluta del mio nuovo film proprio qui. Proprio nella Torino città del cinema voglio raccogliere le prime impressioni su questo lavoro. In questa nuova avventura ho avuto la fortuna di lavorare con Chiara Foglietta, Rocco Papaleo e Max Tortora che si sono dimostrati fantastici compagni di viaggio”, commenta così Carlo Verdone la sua prima uscita pubblica con il nuovo film.

Abbiamo fortemente voluto questa anteprima. E’ uno dei modi migliori che abbiamo trovato per omaggiare Torino Città del Cinema 2020. Voglio ringraziare Filmauro e Vision Distribution per aver creduto in questa idea e per averla sostenuta. Portare un evento del genere in una parte della città di solito non così interessata da appuntamenti come questi è un modo per affermare con convinzione una visione policentricadi Torino di cui il cinema Massaua è da sempre un convinto sostenitore”, dichiara l’A.D. del Cinema, Simone Castagno.

Secondo Paolo Manera Direttore Film Commission Torino Piemonte: “Torino è Città del Cinema e la città dei cinema, 20 luoghi di cultura, aggregazione e incontro, che da sempre Film Commission Torino Piemonte considera alleati preziosi. Siamo quindi felici di collaborare con il Cinema Massaua per questo evento, e di avere avviato con AGIS e gli esercenti cittadini un nuovo e più strutturato lavoro di squadra che ci vedrà impegnati nei prossimi mesi per organizzare eventi, presentazioni, anteprime sempre curate e importanti, con l’obiettivo di portare Torino al centro dei tour promozionali dei film in uscita”.

Francesca Leon, assessora alla Cultura della Città di Torino sottolinea: “Questa anteprima arriva in città grazie all’impegno dello staff del Massaua ed è tra i primi appuntamenti di Torino Città del Cinema 2020, cappello sotto cui la Città promuove e tiene insieme appuntamenti di grande rilievo, masterclass, percorsi, installazioni e occasioni di dibattito intorno alla Settima Arte. Grazie dunque ebuon anno del Cinema a tutti e tutte”.

L’iniziativa fa parte di ‘Torino Città del Cinema 2020. Un film lungo un anno’, un progetto di Città di Torino, Museo Nazionale del Cinema e Film Commission Torino Piemonte, con il sostegno di Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, in collaborazione con Regione Piemonte, Fondazione per la Cultura Torino.




Blocchi traffico: situazione invariata fino al 6 febbraio

Permane il livello di semaforo arancione nel capoluogo e negli 11 comuni della prima cintura: Torino, Beinasco, Borgaro, Collegno, Grugliasco, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Rivoli, San Mauro, Settimo e Venaria, per i quali i livelli di inquinamento continuano ad essere sopra i valori soglia.

Livello verde invece nei territori di Caselle, Chivasso, Leinì, Mappano, Pianezza, Volpiano, Carmagnola, Rivalta di Torino, Vinovo, Chieri e Ivrea.

Il forte vento previsto dalla serata di oggi dovrebbe ridurre le concentrazioni degli inquinanti nei prossimi giorni.

Il quadro sarà aggiornato giovedi 6 febbraio e se le misure confermeranno le previsioni, potrebbe tornare ad accendersi il semaforo verde.

Per il primo gruppo di comuni vengono dunque mantenute le limitazioni per i veicoli diesel fino a euro 4 come illustrato nella tabella:

Limitazioni emergenziali di Livello 1 attive a partire dal 01/10/2019 dopo 4 giorni consecutivi di superamento della soglia di 50 µg/m³ (valide tutti i giorni, festivi compresi)
Tipo veicolo Orari Chi non circola
Persone (M1), Merci (N1, N2, N3) 0:00-24:00
  • Benzina, gpl e metano Euro 0

  • Diesel Euro 0 e Euro 1

Ciclomotori e Motocicli (L1, L2, L3, L4, L5, L6, L7) 0:00-24:00
  • Benzina Euro 0

Persone (M1) 8:00-19:00
  • Diesel Euro 2 e Euro 3

  • Diesel Euro 4

Merci (N1, N2, N3) 8:00-19:00
  • Diesel Euro 2 e Euro 3 nelle giornate dal lunedì al venerdì

Merci (N1, N2, N3) 8:30-14:00 e

16:00-19:00

  • Diesel Euro 2, Euro 3 nelle giornate di sabato e festivi

  • Diesel Euro 4




Cassa depositi e prestiti: “Ok al piano per Città della Salute di Novara”

L’esito della consultazione di mercato condotta da Cassa depositi e prestiti per conto della Giunta regionale definisce in linea di massima “soddisfacenti” le ipotesi contenute nel Piano economico finanziario 2016 per finanziare la Città della Salute e della Scienza di Novara.

Lo ha annunciato questa mattina in quarta Commissione, presieduta dal vicepresidente Andrea Cane, l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi.

“Si tratta – ha spiegato l’assessore – del primo atto di valutazione della Cassa depositi e prestiti, necessario per l’approvazione del disegno di legge 62, ‘Norme relative al finanziamento della Città della Salute di Novara’, che dovrebbe approdare domani all’attenzione dell’Aula.

Tutti i parametri sono stati giudicati rispondenti alla media di mercato e questo ci fa pensare di aver agito con la diligenza del buon padre di famiglia. Se riusciremo, come suggerito, ad abbassare il numero di rate da 26 a 20 o 18 per la Regione potrebbe esserci un risparmio sugli interessi di circa 100 milioni di euro”.

Domenico Rossi (Pd), ha domandato che cosa succederebbe se, abbassando il numero delle rate e aumentandone l’importo, l’Azienda ospedaliera universitaria Città della Salute di Novara non riuscisse a effettuare tutti i pagamenti. L’assessore ha risposto che “si tratta comunque di fondi della Regione, cui toccherebbe comunque coprire eventuali disavanzi”.

Sean Sacco (M5s), che ha dichiarato che se si fosse aspettato ancora qualche mese la Regione avrebbe forse potuto risparmiare di più inserendo la Città della Salute e della Scienza di Novara nella nuova programmazione di finanziamenti Inail, l’assessore ha assicurato che “la Regione ricorrerà senza dubbio ai finanziamenti Inail per contribuire a migliorare il patrimonio edilizio della Sanità piemontese”.

All’inizio della seduta Icardi aveva svolto una comunicazione, su richiesta del consigliere Rossi (Pd), sulla carenza di medici specialisti in Piemonte.

A tal proposito l’assessore ha dichiarato che la carenza più forte in Piemonte riguarda gli anestesisti. Tre sono i canali attraverso cui la Regione sta operando per risolvere la situazione: sfruttare le possibilità offerte dalla prossima Legge “mille proroghe”, che consentirà di assumere gli specializzandi già a partire dal terzo anno e di tenere i medici in servizio fino a settant’anni, indipendentemente dall’anzianità lavorativa.

In più, si prevede un intervento strutturale che consenta d’impiegare medici provenienti dalle strutture private che prevedano contratti meno onerosi per il pubblico rispetto alle chiamate “a gettone” e un ulteriore aumento delle borse di studio per gli specializzandi.




Banda ultra larga, entro il 2022 collegati 1000 Comuni

Un team di tecnici della Regione Piemonte e Open Fiber hanno assunto l’impegno di collaborare più a stretto contatto al piano per la posa della banda ultra larga.

La decisione di affidare a un gruppo specifico il monitoraggio della realizzazione delle infrastrutture è stata presa a Roma durante un incontro tra l’assessore regionale all’Innovazione Matteo Marnati e l’amministratore delegato di Open Fiber, Elisabetta Ripa.

Secondo il nuovo cronoprogramma entro il 2022 saranno completati i lavori in 1000 Comuni Piemontesi.

«Abbiamo messo in campo con Open Fiber un team misto per recuperare il tempo perduto e fare in modo di realizzare questo progetto infrastrutturale di rete per le telecomunicazioni che è il più importante dal dopoguerra a oggi. Il ruolo della Regione sarà di agevolare e superare le lungaggini autorizzative – ha spiegato l’assessore all’Innovazione, Matteo Marnati – Vogliamo accelerare. Abbiamo condiviso un piano operativo per ultimare la posa in molti Comuni».

Open Fiber è il concessionario per conto della Stato per la messa in posa delle infrastrutture della Banda Ultra Larga. Prenderanno il via a partire da febbraio una serie di incontri con sindaci e amministratori locali del Piemonte per aggiornare le prospettive di messa in posa delle opere.




Agenzia Entrate, Isa: tutti i dettagli per contribuenti e intermediari

Sono disponibili da oggi sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate i 175 modelli in versione definitiva per l’applicazione degli Indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa).

Con il provvedimento di oggi, infatti, vengono approvati i modelli che dovranno essere utilizzati dai contribuenti che nel 2019 hanno esercitato in via prevalente una delle attività soggette agli Isa al momento della presentazione della dichiarazione dei redditi.

Il provvedimento, inoltre, individua i dati rilevanti ai fini Isa per il periodo di imposta 2020 e definisce le modalità di acquisizione delle variabili “precalcolate 2020” per il periodo d’imposta 2019 e il programma delle elaborazioni degli Isa applicabili a partire dal periodo d’imposta 2020.

Modelli e istruzioni online – I 175 modelli sono disponibili con le relative istruzioni e costituiscono parte integrante della dichiarazione da presentare insieme ai modelli Redditi.

Dovranno essere utilizzati dai contribuenti soggetti agli indici, ovvero quelli che nel 2019 hanno esercitato in via prevalente una delle attività economiche del settore dell’agricoltura, delle manifatture, dei servizi, delle attività professionali e del commercio per le quali risultano approvati gli Isa (elenco allegato alle istruzioni Parte Generale).

Una volta compilati, i modelli dovranno essere trasmessi alle Entrate, in maniera telematica, insieme alla dichiarazione dei redditi, tramite i canali Entratel o Fisconline oppure incaricando un intermediario.

Le indicazioni per consultare e acquisire i dati “precalcolati” – Il provvedimento definisce, inoltre, le modalità per l’acquisizione degli ulteriori dati necessari all’applicazione degli indici per il periodo di imposta 2019, sia massivamente, attraverso i servizi telematici dell’Agenzia, che puntualmente, accedendo al proprio cassetto fiscale.

Nel primo caso gli intermediari in possesso della delega alla consultazione del cassetto fiscale del contribuente possono trasmettere all’Agenzia via web un file contenente l’elenco dei contribuenti per i quali ricevere i dati “precalcolati”.

Cosa sono gli Isa – Gli indici sintetici di affidabilità fiscale sono un insieme di indicatori che consentono di posizionare il livello dell’affidabilità fiscale dei contribuenti su una scala che va da 1 a 10, con l’obiettivo di stimolare la compliance e rafforzare la loro collaborazione con l’Amministrazione finanziaria.

I contribuenti che ottengono punteggi più alti risultano, infatti, più “affidabili” e per questo hanno accesso a importanti benefici premiali, come, per esempio, l’esclusione dagli accertamenti di tipo analitico-presuntivo, la riduzione dei termini per l’accertamento e l’esonero, entro i limiti fissati, dall’apposizione del visto di conformità per la compensazione dei crediti d’imposta.




Piani di welfare aziendale: il bando per le imprese aperto fino al 27 febbraio 2020

È stato ufficialmente prorogato al 27 febbraio 2020 alle ore 12 il termine per la presentazione delle domande del BANDO PROGETTAZIONE WELFARE AZIENDALEdella Regione Piemonte, di cui Unioncamere Piemonte si occupa della comunicazione istituzionale e animazione insieme con Anci Piemonte.

La Misura finanzia progetti di singole aziende o di reti di aziende che implementino servizi di welfare destinati ai propri dipendenti ed, eventualmente, estesi anche a collaboratori e cittadini.

Qui tutti i dettagli per partecipare al bando regionale per le imprese.

ll welfare aziendale è l’insieme delle attività, servizi, beni, opere e valori che un’organizzazione può attivare per migliorare il benessere dei lavoratori, per la conciliazione dei tempi lavoro/famiglia e la tutela della genitorialità, per accrescere il potere d’acquisto, per stimolare una mobilità più sostenibile, per promuovere attività di prevenzione della salute, etc.

Le ricadute territoriali di un efficace sistema di welfare tendono a favorire l’occupazione e a migliorarne la qualità per le lavoratrici e i lavoratori, nonché a stimolare un miglioramento del benessere della popolazione.

La Regione Piemonte, nell’ambito della più ampia strategia regionale per l’innovazione sociale, WE.CA.RE, ha implementato tre misure complementari per contribuire a sviluppare il sistema di welfare piemontese attraverso il coinvolgimento, con diverse modalità, del tessuto imprenditoriale locale.




Nati-mortalità delle imprese piemontesi: -1517 aziende nel 2019

La performance peggiore viene registrata dalle imprese dell’agricoltura e del commercio In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio, emerge come nel 2019 siano nate 25.972 aziende in Piemonte, a fronte delle 24.156 nuove iscrizioni registrate nel corso del 2018.

Al netto delle 27.489 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio, in leggero aumento rispetto alle 26.136 del 2018), il saldo appare negativo per 1.517 unità.

Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine dicembre 2019 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta così a 428.457 unità, confermando il Piemonte in 7ª posizione tra le regioni italiane, con il 7,0% delle imprese nazionali.

Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del -0,35%, lievemente migliore rispetto al dato registrato nel 2018 (-0,45%), e ancora in controtendenza rispetto alla mediaitaliana (+0,44%) del 2019.

Tra le regioni, la crescita più sensibile in termini assoluti si registra, ancora una volta, nel Lazio (con 9.206 imprese in più rispetto al 2018, corrispondenti a un tasso di crescita dell’1,4%, il migliore tra le regioni), seguito da Campania (5.746) e Lombardia (+5.073). Sul fronte opposto, oltre al Piemonte (-1.517), sono Emilia-Romagna (-1.431) e Marche (-909) le regioni che hanno fatto segnare le contrazioni più apprezzabili nel numero di imprese registrate mentre, in termini percentuali, a segnare maggiormente il passo è stato il Friuli Venezia Giulia (-0,7%).

“Il tasso di crescita delle imprese piemontesi è ancora negativo, e soprattutto in controtendenza rispetto al dato italiano: nel 2019 abbiamo perso oltre 1.500 imprese. L’ossatura del sistema produttivo regionale continua, infatti, ad essere costituita soprattutto da aziende di piccole e medie dimensioni, pur ospitando anche realtà più grandi: sicuramente la frammentazione produttiva non ha aiutato le imprese del territorio a resistere al meglio alle prolungate difficoltà.

Le Camere di commercio, in sinergia con gli altri attori istituzionali, continueranno a offrire tutti gli strumenti necessari per porre fine a questo trend, grazie a servizi di accompagnamento all’imprenditorialità, match tra domanda e offerta lavorativa e know how innovativo” commenta Vincenzo Ilotte, Presidente Unioncamere Piemonte. Non emergono novità di rilievo analizzando la natimortalità delle imprese per classe di natura giuridica.

A conferma di un trend ormai consolidato, infatti, il bilancio del tessuto imprenditoriale resta positivo quasi esclusivamente per merito delle imprese costituite in forma di società di capitale, che hanno registrato nel 2019 un tasso di crescita del +2,58%. Continuano a ridursi, invece, le società di persone (-2,19%) e le ditte individuali (-0,56%), stabile invece l’aggregato delle altre forme (-0,04%).

alutando i tassi annuali di variazione percentuale dello stock delle imprese registrate per settori di attività economica, si osserva come, anche nel 2019, gli altri servizi abbiano sperimentato la performance migliore (+1,44%), seguiti dal comparto del turismo (+0,51%). Negativo l’andamento segnato da tutti gli altri comparti. In particolare l’agricoltura (-1,76%) e il commercio (-1,60%) registrano le contrazioni più elevate. L’industria in senso stretto evidenzia un tasso di variazione del -1,19%; meno intenso il calo delle costruzioni (-0,38%)

Le imprese artigiane nel 2019 Concentrando l’attenzione sull’aggregato costituito dalle imprese artigiane emerge come, anche nel 2019, queste realtà costituiscano una fetta importante del tessuto produttivo regionale e nazionale. Le oltre 115mila aziende artigiane presenti sul territorio piemontese rappresentano circa il 27% delle imprese totali della regione. La presenza artigiana risulta più forte nel nostro territorio rispetto alla media delle altre regioni italiane.

A livello nazionale, infatti, l’artigianato raccoglie il 21,3% delle realtà imprenditoriali. L’anno appena concluso è stato ancora critico per questa parte del sistema imprenditoriale locale che ha registrato un tasso di crescita del -0,51%, risultato lievemente peggiore rispetto a quello del tessuto imprenditoriale preso nel complesso, ma in miglioramento se confrontato con la performance evidenziata dalle aziende artigiane nel 2018 (-1,12%).