Consiglio regionale Piemonte: Aumenti per i medici del Pronto soccorso

Aumentare da 60 a 100 euro lordi la tariffa oraria per le prestazioni aggiuntive volontarie dei medici del Pronto soccorso. Lo prevede il Disegno di legge 241, “Disposizioni per la garanzia dei livelli essenziali di assistenza nel sistema dell’emergenza-urgenza”, sul quale la Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco, ha espresso parere favorevole.

Il provvedimento, illustrato dal presidente della Giunta Alberto Cirio e dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi, dovrebbe approdare domani in Aula.

Definiti i relatori di maggioranza Stecco (Lega) e Paolo Ruzzola (Fi) e di minoranza Domenico Ravetti (Pd), Sarah Disabato (M5s) e Francesca Frediani (M4o-Up).

Cirio ha sottolineato che, dopo la riorganizzazione dei Pronto soccorso, anche questo provvedimento rientra nella strategia regionale per ovviare alla carenza di personale nei pronto soccorso e limitare il ricorso alle esternalizzazioni. Giovedì è previsto un incontro con le associazioni sindacali per prevedere riconoscimenti anche per infermieri e operatori sanitari.

Icardi ha osservato che i medici internisti svolgono un lavoro particolarmente stressante e non di rado si trovano a ricoprire anche un ruolo di servizio sociale, visto l’alto numero di codici verdi e di accessi impropri al Pronto soccorso.

Sono intervenuti, per richieste di delucidazioni, i consiglieri Domenico RavettiRaffaele Gallo (Pd), Disabato (M5s), Frediani (M40-Up), Mario Giaccone (Monviso) e Ruzzola (Fi).

Approvata in Commissione la legge su tatuaggi e piercing

Sempre all’unanimità, la Commissione ha approvato la Proposta di legge 187, “Riconoscimento delle attività di tatuaggio e di piercing”, presentata dalla prima firmataria Sarah Disabato (M5s).

Il provvedimento, che approderà presto in Aula, verrà illustrato oltre che dalla prima firmataria Disabato (M5s) dai relatori di maggioranza Sara Zambaia (Lega) e Alessandra Biletta (Fi) e di minoranza Diego Sarno (Pd).

Dopo l’esame del Comitato per la qualità della normazione e della Commissione bilancio, la Commissione Sanità ha approvato all’unanimità anche gli emendamenti che prevedono il monitoraggio periodico della Commissione sull’attuazione della legge e la norma finanziaria, che prevede di stanziare 60.000 euro annui per il triennio 2023-2025.

Audizioni su Pdl screening prenatale

La Commissione ha anche audito tre responsabili della Città della Salute e della Scienza di Torino sulla Proposta di legge 223, “Percorsi di accesso allo screening e alla diagnosi prenatale e introduzione del Nipt nell’Agenda di gravidanza”, presentata dalla prima firmataria Sara Zambaia (Lega). Si è trattato, in particolare, dei responsabili delle strutture di Ecografia ostetrica e ginecologia e diagnosi prenatale Andrea Sciarrone, di Screening prenatale e neonatale Enza Pavanello e di Genetica medica Barbara Pasini.

Gli auditi hanno espresso parere particolarmente favorevole su numerosi aspetti del provvedimento.

Zambaia (Lega) ha annunciato che presenterà una serie di emendamenti per rendere il testo di legge ancor più aderente alle richieste dei consultati e di Anaao.

Sono intervenuti, per richieste di chiarimenti, i consiglieri Francesca Frediani (M4o-Up), Alberto Avetta (Pd) e Silvana Accossato (Luv).

Audizione su Sanità penitenziaria

La Commissione ha infine audito il garante regionale per le persone detenute Bruno Mellano, che ha svolto una panoramica sul tema e proposto una serie di soggetti da audire.

Sono intervenuti, oltre al presidente Stecco, i consiglieri Domenico Rossi (Pd) e Francesca Frediani (M40-Up).




Aumento prezzi carburante. Confagricoltura: “Situazione insostenibile”

Doccia fredda di inizio anno sul fronte carburante: dal 1° gennaio infatti i prezzi di gasolio e benzina hanno subito una vertiginosa impennata. Fino alla fine di dicembre infatti i prezzi sono rimasti calmierati in quanto, tramite una decisione da parte del Governo, era stata deliberata una proroga del taglio delle accise. Con l’inizio del 2023 è scaduta la proroga e decaduta l’agevolazione e quindi si è tornati all’applicazione normale delle accise a cui va aggiunta l’Iva. Inoltre, dal 1° gennaio è anche aumentato, seppur lievemente il listino prezzi del barile. Ecco spiegato il balzo di circa 20 centesimi in più al litro.

Un aumento che ovviamente interessa anche il mondo agricolo in quanto questo aumento va ad incidere notevolmente sui costi di produzione. Particolarmente penalizzate le aziende vivaistiche che nel periodo invernale consumano parecchio carburante per il riscaldamento delle serre, oppure chi detiene stalle e ricoveri zootecnici.

Confagricoltura lamenta questa ennesima situazione che sta nuovamente danneggiando pesantemente tutto il comparto e lancia un appello al Governo e a tutte le istituzioni, chiedendo un intervento risolutivo.

Tutti gli esperti indicano che il 2023 sarà un anno particolarmente difficile per le forniture energetiche – affermano presidente e direttore della Confagricoltura di AstiGabriele Baldi e Mariagrazia Baravalle. “E’ da tre anni che le aziende agricole si trovano in forte difficoltà: prima la pandemia e poi l’aumento dei costi di produzione derivanti dallo scoppio del conflitto russo-ucraino hanno letteralmente messo in ginocchio tutto il comparto. Apprezziamo le misure presenti all’interno della Legge di Bilancio, tra queste anche quella relativa all’estensione del credito di imposta del 20% per l’acquisto di gasolio e benzina, ma non basta”. “E’ necessaria una task force coordinata dal Governo insieme all’Unione Europea che operi in un’ulteriore riduzione delle accise, almeno per tutta la durata di questo anno, in modo tale da alleggerire i costi e ridare dignità alle nostre imprese”, continuano i vertici della Confagricoltura di Asti.

In altri Paesi europei – concludono Baldi e Baravalle – sono stati previsti interventi a favore di famiglie e imprese per tutto il 2023, mentre in Italia le misure a favore delle imprese sono previste solo per il primo trimestre. Senza una solida iniziativa comune, rischiamo il collasso del mercato unico europeo”.




Dati economici del territorio: collaborazione tra CGIL e CCIAA di Torino

Accesso e approfondimento su dati statistici ed economici del territorio per mettere in campo proposte e azioni e affrontare i problemi. Questo l’obiettivo che ha spinto la CGIL torinese a rivolgersi alla Camera di commercio di Torino per ottenere in via più diretta statistiche e informazioni economiche su realtà imprenditoriali del territorio, addetti e specifiche filiere. L’accordo, stipulato qualche mese fa, diventa operativo quest’anno.

“I dati non mancano anzi, a volte ce ne sono in sovrabbondanza: la sfida è riuscire a socializzarli e quindi utilizzarli al meglio, soprattutto da parte di chi come noi opera quotidianamente sul territorio – sottolinea Enrica Valfrè, Segretaria Generale della Cgil di Torino. – In questo senso la Camera di commercio di Torino è una miniera di informazioni preziose, in perenne aggiornamento, a cui attingere, e un soggetto che svolge più in generale un ruolo di proposta e di supporto, non solo nei confronti delle imprese ma anche dei lavoratori”.

L’utilizzo di strumenti di consultazione dei dati economici risulta ancora più strategico in periodi di difficile congiuntura economica, per sviluppare azioni a supporto della ripresa – spiega Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di commercio di Torino. – Per questo motivo siamo disponibili ad estendere questo protocollo ad altre organizzazioni sindacali e associazioni datoriali del territorio che manifestino interesse”.

Tra i dati messi a disposizione dall’ente camerale, rientrano quelli comunemente diffusi sulla natimortalità imprenditoriale, con uno spaccato più preciso su addetti, su cui CGIL potrà effettuare ulteriori analisi ed elaborazioni.

Dati di analisi del territorio torinese

Al terzo trimestre 2022 si contavano sul territorio torinese 223.166 imprese, che danno lavoro a 806.645 addetti. Il 70,8% delle realtà imprenditoriali ha tra 0 e 1 addetto, il 20,7% tra 2 e 5 addetti.

Il 22,3% delle imprese è femminile (49.741 totali), il 9,4% giovanile (20.878), il 13,8% straniera (30.749). Le sole imprese femminili danno lavoro a oltre 99mila addetti. Il settore economico più rappresentato sul territorio è quello dei servizi alle imprese (26,4%), seguito dal commercio (24,1%).




Indicazioni Geografiche (vino, bevande, prodotti agroalimentari) cosa prevede la riforma

La Commissione europea ha recentemente elaborato la proposta per un unico regolamento sulle Indicazioni Geografiche che coinvolge il vino, le bevande spiritose e i prodotti agroalimentari. Il testo, che adesso approda in Parlamento e Consiglio europeo, armonizza le procedure di registrazione e gestione delle Ig, potenzia la tutela dei prodotti e rafforza la posizione sia dei singoli produttori, sia dei gruppi, definiti “associazioni di produttori”. La riforma riguarda anche le norme sulle Stg, chiarendonein particolare la definizione, e i “prodotti di montagna”. Per quanto riguarda le disposizioni di gestione delle denominazioni  del vino, è positiva l’intenzione di armonizzarle con quelle dei prodotti agricoli e delle bevande spiritose, ma il testo dovrebbe rimanere nel regolamento Ue 1308/2013 consolidato per garantire la coerenza di tutte le disposizioni relative alla gestione del vino.

Il ruolo dell’Euipo l’Ufficio dell’Unione europea per la Proprietà Intellettuale è un’agenzia specializzata in diritti di proprietà intellettuale, ma non ha le competenze tecniche necessarie per analizzare e valutare i dossier dei prodotti ad indicazione geografica. Per questa ragione, le attività da affidare all’Euipo dovrebbero essere definite nel regolamento di base e limitate ad attività amministrative, di protezione delle Ig, anche su Internet, e di gestione del registro di questi prodotti. Invece, le valutazioni e le decisioni relative alle domande di registrazione, alle procedure di opposizione e violazione, alle modifiche dei disciplinari e alla cancellazione, dovrebbero rimanere esclusivamente di competenza della direzione generale dell’Agricoltura (Dg Agri) della Commissione Europea.

Il coinvolgimento dell’Euipo, limitatamente ai compiti sopra descritti, andrebbe ad alleggerire la Dg Agri di alcune attività, contribuendo ad abbreviare i tempi medi di approvazione di una Ig, che oggi possono arrivare anche ad un anno. Una questione ormai da risolvere con urgenza. Per riuscire a ridurre concretamente le tempistiche, una buona soluzione è l’introduzione nella proposta di una doppia procedura di gestione delle modifiche dei disciplinari.

In questo modo, le modifiche ordinarie verrebbero trattate a livello nazionale, mentre le “modifiche dell’Unione” sarebbero affrontate a livello europeo.

Le associazioni di produttori

La proposta di regolamento sulle Indicazioni Geografiche mira al rafforzamento dei poteri e delle responsabilità di tutela, valorizzazione e promozione dei prodotti, attribuiti alle associazioni di produttori. In tale contesto le associazioni di produttori vengono distinte in “associazioni di produttori” e “associazioni di produttori riconosciute”, che corrispondono ai consorzi. In questo contesto, è necessario garantire il coinvolgimento dei produttori primari nelle “associazioni di produttori riconosciute” dei prodotti IG trasformati, oltreché non trasformati, in quanto solo i “produttori del prodotto” possono costituire un’associazione riconosciuta e per i prodotti trasformati sono i trasformatori.

Inoltre, importante è l’inserimento nella proposta, tra i poteri e le responsabilità attribuiti alle associazioni di produttori riconosciute, di poter “raccomandare – si legge nel testo – alle autorità nazionali norme vincolanti da adottare in conformità dell’articolo 166 bis del regolamento (UE) n. 1308/2013 per la regolazione dell’offerta di prodotti designati da un’indicazione geografica”.

Gli impegni di sostenibilità

Altra novità riguarda l’introduzione di “impegni di sostenibilità” da inserire nel disciplinare e che un’associazione di produttori può concordare “(…) Tali impegni – continua il regolamento – hanno lo scopo di applicare una norma di sostenibilità più rigorosa di quella prescritta dal diritto dell’Unione o nazionale e, per molti aspetti, di andare oltre le buone pratiche in termini di impegni sociali, ambientali o economici (…)”. Le norme di sostenibilità non dovrebbero essere legate alle Ig, ma dovrebbero valere per specifiche produzioni a prescindere dal legame con il territorio.

Tuttavia, se gli impegni di sostenibilità dovessero rimanere nel testo definitivo, dovrebbero essere adottati su base volontaria anche rispetto alla decisione di ogni singolo produttore. Inoltre, questi impegni dovrebbero essere contenuti in un documento separato dal disciplinare, lasciando in vigore le attuali norme di sostenibilità.

Le nuove forme di protezione

Molto positiva è l’introduzione nella proposta di nuovi elementi per la protezione delle Ig, soprattutto su Internet, quali: l’estensione della protezione delle Ig ai nomi di dominio, la maggiore protezione in particolare per quanto riguarda la vendita tramite piattaforme online (e-commerce); nonché la protezione delle Ig utilizzate come ingrediente nei prodotti trasformati e l’introduzione di certificati per i produttori di prodotti Ig.

 




Confagricoltura Piemonte, Allasia: “Accendiamo le luci su un 2023 ancora incerto”

Dal dopoguerra, non si ricorda un anno così difficile per l’agricoltura come il 2022 e il 2023 si aprirà con molte incertezze, complice il delicato momento geopolitico ed economico che stiamo vivendo”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia esaminando le criticità che riguardano il settore in questo particolare momento storico: dai mutamenti climatici alla food security, dall’Europa alla Politica agricola comunitaria, dalla legge di bilancio al cuneo fiscale, dal caro energia e fertilizzanti alla proroga della moratoria dei prestiti per dare liquidità alle imprese.

Il settore primario può crescere ancora, ma se non mettiamo in campo alcune misure urgenti sull’esempio di quanto hanno fatto altri governi in Europa, noi Italiani rischiamo più degli altri” ha proseguito Allasia, auspicando una frenata della spirale inflazionistica che sta mettendo a dura prova l’agricoltura piemontese.

In Piemonte, infatti, prosegue il calo delle imprese agricole, che negli ultimi cinque anni ha fatto registrare una contrazione di circa il 13%, passando dalle 46.667 unità del 2018 alle 40.866 di quest’anno. Rimane purtroppo stabile il numero dei giovani agricoltori, titolari del 14% delle aziende (n 6.041) censite in Regione, sintomo che non è applicata una politica sufficientemente favorevole all’insediamento degli Under 40. Si palesa quindi il serio rischio di interrompere un ricambio generazionale in grado di far eccellere nei prossimi anni, con innovazioni e nuove mentalità, il settore.

 

Occorre tornare a pianificare e ripensare il modello agricolo alla luce di quanto sta accadendo, attuare un piano strategico per rafforzare le filiere italiane, considerando il fatto che l’Italia riveste e dovrà rivestire ruoli sempre più importanti nei rapporti con il Bacino del Mediterraneo” ha concluso il presidente di Confagricoltura Piemonte, imprenditore del cuneese impegnato nella promozione del territorio attraverso una campagna di informazione trasparente e coerente con la storia e le tradizioni della terra.

L’export complessivo della Regione è cresciuto del 18,1% (+14,5% l’agroalimentare) nei primi 9 mesi del 2022, per un valore di circa 49.9 miliardi di euro in più: dati che posizionano il Piemonte sul quarto gradino della classifica delle Regioni italiane esportatrici.

Continuare a sostenere l’eccellenza delle nostre produzioni è una priorità: internazionalizzazione, digitalizzazione e precision farming sono i segreti per un’economia competitiva e per far prosperare l’intero territorio” ha affermato il direttore di Confagricoltura Piemonte Lella Bassignana, ricordando che è necessaria una tutela delle produzioni del “#madeinpiemonte” e di tutti i settori.

In ultima battuta, l’Organizzazione degli imprenditori agricoli torna a ribadire l’importanza di riportare sotto controllo la popolazione dei cinghiali selvatici, primo vettore di trasmissione della PSA (Peste Suina Africana), per evitare di affossare ulteriormente la suinicoltura regionale, comparto caratterizzato da 1.400 aziende che allevano 1,4 milioni di capi. La diffusione del virus ha spinto vari Paesi a limitare, e in alcuni casi a vietare, spesso ai fini speculativi, l’import di prodotti italiani derivati da carni suine. Stante questa situazione, l’emendamento sulle misure di contenimento della comunità di cinghiali in Italia approvato dalla commissione Bilancio della Camera è stato accolto favorevolmente dalla Confederazione. Altresì, la decisione del governo di procedere con un programma di abbattimenti la cui realizzazione sarà competenza del Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dei Carabinieri, risponde alle richieste avanzate da tempo.




Saldi, Confesercenti: Al via da domani in tutta Italia

Saldi invernali 2023 al via. Da domani prendono il via in tutta Italia le vendite di fine stagione, il primo grande appuntamento commerciale dell’anno. Dopo la partenza anticipata il 2 gennaio di Basilicata e Sicilia, seguite dalla Valle d’Aosta il 3 gennaio, domani giovedì 5 gennaio si apriranno i saldi invernali in tutte le regioni. Forte l’interesse da parte dei consumatori: il 72% si dichiara interessato ad acquistare almeno un capo in saldo, per un budget medio di circa 160 euro a persona. E c’è un ulteriore 23% che deciderà in base alle offerte. È quanto emerge dal sondaggio condotto Fismo, la federazione dei negozi specializzati in moda di Confesercenti, da IPSOS su un campione di 800 consumatori.  

La spesa. Ad avere già stabilito un budget è il 62% di chi si dice interessato. La media di 160 euro nasconde però una spesa media fortemente diversificata a livello regionale: nel centro Italia si spenderà in media 216 euro, un budget sensibilmente più alto di quello allocato in media nelle regioni del Nord e del Sud (rispettivamente 148 e 147 euro). Anche l’analisi per genere ed età restituisce ampi divari: a spendere di più saranno gli uomini (195 euro circa contro 125 delle donne) e gli over 35 (182 euro contro i 115 dei più giovani).  

Chi compra. Ad attendere l’apertura delle vendite di fine stagione sono soprattutto le donne: 3 su 4 sono interessate all’acquisto, contro il 69% degli uomini. A livello territoriale, invece, la percentuale maggiore di intenzionati a comprare si registra nelle regioni del Sud e nelle Isole, dove il 76% vuole approfittare dei saldi. Quota che scende al 72% al Nord e al 68% nel Centro. 

Dove si compra. Nonostante la crescente concorrenza del web, i saldi rimangono un evento fortemente legato all’esperienza di shopping nei negozi. L’89% dei consumatori che parteciperanno ai saldi acquisterà uno o più prodotti presso un punto vendita fisico, mentre il 59% si rivolgerà  all’online. I negozi sono preferiti soprattutto da over35 (90%) e al Centro (92%). 

Cosa si compra. Quest’anno, in cima ai desideri degli italiani ci sono i maglioni: a progettare di acquistarne è il 63% degli intervistati (il 68% al sud), una quota quest’anno leggermente superiore a quella dei consumatori interessati alle scarpe (62%), acquisto tradizionale dei saldi invernali. Seguono, a distanza, l’intimo (indicato dal 41%), gonne e pantaloni (39%), magliette, canottiere e top (35%), camicie e camicette (33%), borse (31%), oltre ad un 30% che proverà a portarsi a casa un capospalla a prezzo scontato. Il 28% dei consumatori cercherà invece abiti e completi, mentre il 26% approfitterà dei saldi per un nuovo foulard, sciarpa o cappello. Il 22% cercherà invece un’occasione sulla biancheria per la casa. Infine, c’è un 20% che punta ad acquistare in saldo un prodotto di piccola pelletteria (portafogli, portacarte, etc..) e un 18% cinture.




La CCIAA di Cuneo sempre più aperta alle imprese

La Camera di commercio di Cuneo ha messo al centro della propria politica gestionale la qualificazione e il miglioramento degli standard di qualità e di efficienza dei servizi per le imprese.

A partire da lunedì 2 gennaio 2023, in via sperimentale, l’orario di apertura al pubblico delle sedi di Cuneo e di Alba sarà ampliato e riorganizzato in modo da consentire all’utenza di usufruire in alcuni giorni della settimana di un orario continuato che consenta l’accesso anche durante la pausa pranzo e, nella giornata di mercoledì, di un orario prolungato che preveda l’apertura sino alle ore 17,30.

In quest’ottica abbiamo deciso di aumentare l’orario di apertura, non solo degli sportelli di front office ma dell’intera Istituzione camerale”.

La riorganizzazione avviata è frutto della volontà di reinterpretare le esigenze dell’imprenditoria locale, cercando di dare risposte adeguate e incisive alle richieste delle imprese e dei professionisti, consapevoli che l’accompagnamento alla digitalizzazione e all’utilizzo dei servizi telematici presuppone una fase iniziale di affiancamento che necessariamente deve avvenire in presenza.

”.

Il nuovo orario di apertura interesserà le sedi di Cuneo e di Alba:

Lunedì 8.30 – 15.30 orario continuato
Martedì 8.30 – 13.30
Mercoledì 8.30 – 12.30 / 14.30 – 17.30
Giovedì 8.30 – 15.30 orario continuato
Venerdì 8.30 – 12.30

Gli uffici di Mondovì e Saluzzo proseguiranno con l’attuale configurazione.

L’efficacia e il gradimento dei nuovi orari saranno monitorati nel prossimo semestre.




Torino e il Piemonte protagonisti del Tour de France 2024

Nel Tour de France 2024 Torino e il Piemonte ricopriranno un ruolo da protagonista: il 1° luglio i corridori partiti da Piacenza taglieranno il traguardo nella città della Mole. Per la tappa successiva del 2 luglio, di ritorno in Francia, la partenza da Pinerolo rappresenta una candidatura più che concreta.

 

La presentazione è avvenuta questa mattina nella Sala Grande di Palazzo Madama a Torino, alla presenza del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, del sindaco di Torino Stefano Lo Russo e del direttore generale del Tour de France Christian Prudhomme.

In una sala gremita presenti anche molte autorità e sindaci dei territori interessati, il presidente del del Comitato regionale Piemonte della Federazione ciclistica italiana, Massimo Rosso, il patron della candidatura per la tappa di Pinerolo Elvio Chiatellino, oltre a Faustino Coppi, figlio del grande Fausto Coppi, e i campioni Davide Cassani Franco Balmamion. 

Presenti anche il vicepresidente della Regione Fabio Carosso e gli assessori regionali allo Sport Fabrizio Ricca, al Turismo Vittoria Poggio e all’Agricoltura Marco Protopapa, insieme all’assessore allo Sport, Turismo e Grandi eventi del Comune di Torino Mimmo Carretta. Con loro anche il già presidente della Regione Piemonte ed ex presidente della Lega del Ciclismo Professionistico Enzo Ghigo.

È stato così ufficializzato un percorso che vedrà la corsa ciclistica più importante del mondo per la prima volta iniziare dall’Italia, con la tappa piemontese anticipata dalla Firenze-Rimini e dalla Cesenatico-Bologna.

Nel dettaglio, la carovana passerà da Tortona, con un Gran Premio della Montagna sulla salita del Castello denominata “Cote de Tortone – Fausto Coppi” nel ricordo del grande campione piemontese, poi Alessandria, Nizza Monferrato, Barbaresco, Alba, Sommariva Perno, Carmagnola, Moncalieri e infine Torino.

I velocisti avranno la loro prima possibilità di mettersi in luce lungo un tracciato senza grandi asperità, caratterizzato dalla traversata delle colline di Monferrato Langhe e Roero, con i loro prelibati tartufi e il paesaggio vitivinicolo classificato come patrimonio mondiale dell’Unesco, alcune strade prese in prestito dalla Milano-Sanremo e molto altro ancora. Lo scenario sarà senz’altro superbo, ma le eventuali fughe avranno difficoltà a stare lontane ed evitare uno sprint di gruppo.

È un evento storico – ha affermato il presidente Cirio – a cui Comune e Regione hanno lavorato insieme fin dall’inizio e che è nato dalla volontà di dimostrare che Torino e il Piemonte amano gli eventi sportivi e che gli eventi sportivi sono un valore, perché creano posti di lavoro e rappresentano una ricchezza sul piano economico e comunicativo. Ma il Tour viene in Italia soprattutto per le persone, per celebrare un grande campione come Fausto Coppi che sarà ricordato nella sua Tortona, e attraverserà terre d’eccezione come le nostre colline Unesco. Un risultato che premia ancora una volta la capacità di lavorare insieme fra istituzioni e fra pubblico e privato e di fare in modo che non sia un evento solo di un giorno”.

La prima volta in Italia del Tour de France è una grande opportunità di promozione di Torino e del Piemonte – ha sostenuto il sindaco Lo Russo – Un risultato reso possibile dalla collaborazione tra istituzioni e privati, perché non è solo una manifestazione sportiva, il nostro territorio sarà lo sfondo straordinario alla manifestazione sportiva tra le più viste e partecipate al mondo. La Città di Torino, così come con le ATP, organizzerà eventi di avvicinamento al Tour cercando il più ampio coinvolgimento dei torinesi. I grandi eventi sono anche sviluppo del territorio e avvicinamento allo sport”.

Il direttore generale del Tour del France Prudhomme ha quindi rivelato che “è un sogno che si realizza partire dall’Italia, luogo di paesaggi magnifici, ma anche terra di campioni che hanno fatto la leggenda del ciclismo, che è uno sport che guarda davanti a sé l’avvenire, ma che rispetta la sua storia e i suoi campioni. Per questo siamo qui, perché le nostre radici sono comuni e perché lo sport e il ciclismo avvicinano le persone. C’è un grande legame di sport fra Italia e Francia, fra Piemonte e Francia, fra Torino e Francia, un legame che ora si rinnova e rafforza”.

 




Cinghiali, bene le misure di contenimento

Confagricoltura Alessandria accoglie con favore l’emendamento sulle misure di contenimento della popolazione di cinghiali in Italia. “La decisione del Governo di procedere con un programma di abbattimenti, la cui realizzazione sarà competenza del Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dei Carabinieri, risponde alle richieste di porre un freno alla diffusione della specie selvatica e va nella direzione auspicata”, commenta il presidente di Confagricoltura Alessandria, Paola Sacco.
La proliferazione incontrollata di questi animali non è solo una minaccia per le attività agricole e per l’incolumità dei cittadini, come Confagricoltura Alessandria evidenzia da anni, ma è anche il principale viatico del virus della Peste suina africana (Psa), fonte di preoccupazione per l’intera filiera suinicola italiana contro cui la nostra provincia si trova a dover ‘combatte’ da circa un anno.

L’Organizzazione degli imprenditori agricoli comprende e condivide quindi la ratio alla base della decisione di estendere gli abbattimenti alle aree protette e urbane, anche nei periodi di silenzio venatorio e di divieto di caccia. La diffusione senza controllo della specie, ormai presente in molte città italiane, impone interventi di carattere emergenziale. Confagricoltura giudica positivamente anche il possibile coinvolgimento delle guardie venatorie, dei cacciatori riconosciuti, e degli agenti delle Polizie locali e provinciali con apposita licenza.

La garanzia sulla sicurezza pubblica e sulla liceità e regolarità degli abbattimenti è garantita dalla competenza affidata all’Arma dei Carabinieri.
Positiva, infine, anche la visione di lunga durata che ha l’emendamento con la previsione di un Piano straordinario quinquennale di gestione e contenimento della fauna selvatica.
Riportare sotto controllo la diffusione di cinghiali selvatici vuol dire porre un freno alla diffusione della Psa, causa di gravi danni agli allevamenti suinicoli, poiché vari Paesi hanno limitato e, in alcuni casi, vietato l’import di prodotti italiani derivati da carni suine.
Ci auguriamo che questo provvedimento a livello nazionale vada di pari passo con il completamento della recinzione per il contenimento dei cinghiali e della diffusione della Psa nell’alessandrino poiché è condizione essenziale per la ripresa della caccia anche nelle aree oggi classificate come zone rosse”, è il commento di Paola Sacco.

Un plauso e un ringraziamento da parte della presidente di Confagricoltura Alessandria, inoltre, ai parlamentari alessandrini Riccardo Molinari (Lega) e Federico Fornaro (Leu) per l’impegno profuso nel portare avanti le istanze del territorio: “Auspichiamo che i due emendamenti proposti, rispettivamente per il sostegno delle aziende faunistico venatorie dell’Alessandrino che non hanno potuto lavorare per lo stop all’attività venatoria causato dalla Peste suina africana (Psa) e sui contributi alle aziende vitivinicole per sostituire le piante colpite da flavescenza dorata, possano essere approvati definitivamente in aula”.




Scuola-impresa: cresce la raccolta del fondo “Fab Lab Lancia”

Il fondo “Fab Lab Lancia” cresce e punta a raggiungere l’obiettivo prima del termine. A otto mesi dal debutto, infatti, la raccolta di contributi promossa da Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) in collaborazione con la Fondazione Valsesia Onlus per potenziare i laboratori delle scuole tecniche e professionali “Magni” e “Lirelli”, che fanno riferimento all’Istituto superiore “Vincenzo Lancia” di Borgosesia (Vc), ha già raggiunto oltre il 50% della somma necessaria.
Il progetto, di durata triennale, era stato presentato lo scorso 7 aprile, dando seguito alla necessità di rimodernare la dotazione tecnologica delle scuole per fornire agli studenti una formazione più possibile aggiornata, e le aziende del territorio, da sempre attente ai rapporti con il mondo della scuola in quanto fucina di profili professionali indispensabili alla loro attività, non si sono tirate indietro.
«Ancora una volta – osserva il dirigente del “Lancia”, Carmelo Profetto – gli industriali del territorio dimostrano fattivamente il loro impegno per questa alleanza strategica e proficua tra scuola e impresa quale variabile significativa degli ultimi risultati conseguiti: nella ricerca Eduscopio di quest’anno il “Lirelli” si è classificato al primo posto tra gli istituti tecnici nella provincia di Vercelli per coerenza della preparazione dei propri profili in uscita rispetto alle esigenze del mondo del lavoro, mentre il “Magni” l’anno scorso si era attestato al secondo posto tra tutti i professionali del Piemonte per la più alta percentuale di alunni subito impiegati nei settori di competenza dopo il diploma. La donazione fatta alla scuola tramite il Fondo permetterà di avere una garanzia per l’utilizzo in sicurezza dei laboratori, e questo è un segnale tangibile della lungimiranza che da sempre ha contraddistinto il tessuto produttivo del territorio».
La Fondazione Valsesia ha attivato sei “cassetti” su cui è possibile effettuare donazioni, beneficiando degli sgravi fiscali previsti dalla legge. L’Iban per i versamenti è IT55C0608544900000001001092, la causale da indicare è “Fondo Fab Lab Lancia”, seguita da uno dei seguenti percorsi formativi: Indirizzo di Meccanica Meccatronica ed Energia (articolazione meccatronica); Indirizzo Chimica, Materiali e Biotecnologie (articolazione chimica dei materiali); Corso Industria e Artigianato per il made in Italy (indirizzo Meccanica); Corso Industria e Artigianato per il made in Italy (indirizzo Artigiano del legno); Corso di Manutenzione e Assistenza tecnica (indirizzo Elettronica/Elettrotecnica); Corso Moda. Sui siti web di Cnvv e del “Lancia” si possono visionare tutte le necessità per l’ammodernamento dei laboratori e delle attrezzature, con il relativo impegno economico.
«Siamo soddisfatti – commenta Riccardo Cavanna, vicepresidente di Cnvv con delega a capitale umano e formazione professionale – ma non dobbiamo assolutamente perdere di vista l’obiettivo che ci siamo posti e che, visti questi risultati, puntiamo a raggiungere prima della scadenza.
All’inizio del prossimo anno verrà installata la strumentazione necessaria per adeguare i percorsi formativi alle necessità delle aziende. Noi imprenditori dobbiamo guardare alle future generazioni in una prospettiva di medio-lungo termine: il capitale umano è un asset fondamentale e il rapporto con il mondo della scuola è sempre più un fattore strategico per dare valore al territorio e alle sue competenze. Una donazione al “Fab Lab Lancia” è un vero e proprio investimento sul futuro, anche quello delle famiglie. Le imprese hanno fatto la loro parte, ma per arrivare al traguardo serve il contributo di tutti».