Pronte le linee guida 2020 dell’Osservatorio Usura

L’Osservatorio regionale sui fenomeni di usura estorsione e sovraindebitamento ha individuato le linee guida del Piano di attività 2020, che dovrà essere approvato dall’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale del Piemonte.Hanno presieduto la riunione i delegati dall’Udp Giorgio Bertola e Gianluca Gavazza.

In quest’occasione la rappresentante della Fondazione Don Mario Operti ha presentato la candidatura della Fondazione a far parte dell’Osservatorio. Anche perché, ha ricordato, già diversi progetti sono stati portati avanti con l’Osservatorio: ad esempio quelli sulla formazione di coloro che si occupano di persone fragili in difficoltà finanziarie.

“Sono soddisfatto dalle attività svolte fino ad ora da questo organismo consultivo – ha dichiarato Bertola – come la formazione agli operatori che presidiano gli sportelli d’ascolto sul territorio, le conferenze sull’educazione finanziaria e il concorso rivolto alle scuole piemontesi, per citare alcuni interventi svolti. Le proposte emerse oggi per il 2020 mi rendono ulteriormente orgoglioso, prevedo un anno intenso, con attività che metteranno un seme di speranza concreto per contribuire ad estirpare questi drammatici fenomeni sociali”.

“Oggi da politico, ma anche da imprenditore – ha spiegato Gavazza -, vorrei dare il mio contributo per aiutare l’Osservatorio ad individuare le migliori iniziative a sostegno delle persone, ma soprattutto delle piccole e medie imprese che potrebbero ritrovarsi in difficoltà. Ritengo inoltre fondamentale un intervento nelle scuole dove i nostri ragazzi crescono e meglio possono recepire i problemi derivanti dall’usura, dal sovraindebitamento e dal gioco d’azzardo”.

 




Stop al bollo per tre anni e sgravi Irap per le imprese

Ridurre la pressione fiscale verso i cittadini e le aziende piemontesi: è l’obiettivo della Giunta regionale che nella Legge di Stabilità 2020 ha introdotto due misure specifiche   che riguardano il bollo auto e l’Irap per le imprese.
Il documento approvato riguarda le disposizioni per la formazione del bilancio annuale di previsione 2020 e verrà sottoposto all’esame del Consiglio regionale.
«È la prima volta che in Regione viene usato uno strumento come la Legge di Stabilità – spiega il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio –. Unascelta che abbiamo fatto per programmare meglio la gestione delle risorse in un quadro di chiarezza politica, definendo le linee guida per la redazione del bilancio».
Due le novità principali che la Giunta introdurrà a partire dal 2020.
Tutti i possessori di un veicolo Euro 0,1,2 che acquisteranno un’auto Euro 6 (sotto i 100 kW) potranno beneficiare dell’esenzione sul bollo per tre anni. Alla misura potranno accedere oltre 500 mila cittadini piemontesi.
In Piemonte sono circa 223 mila i veicoli in classe Euro 0 (7,6%), 58 mila gli Euro 1 (2%) e 237 mila gli Euro 2 (8,1%): circa il 18% del totale dei veicoli circolanti sul territorio regionale. L’introito fiscale complessivo derivante dal bollo è di circa 450 milioni di euro all’anno. 165 euro è il valore medio pagato dai piemontesi per la tassa.
La seconda misura riguarda la riduzione dell’Irap, per cinque anni, per le imprese di nuova costituzione in Piemonte o che trasferiscono un insediamento produttivo sul territorio regionale, o per quelle che assumono o stabilizzano il personale.
Lo sgravio introdotto è dello 0,92%, che corrisponde fino a 1/3 del valore dell’aliquota (attestata oggi in media al 3,9%).
In particolare per le imprese che trasferiranno in Piemonte la propria attività produttiva l’agevolazione si tradurrà in un risparmio complessivo medio, nei cinque anni, di 6 mila euro per quelle con meno di 50 addetti, oltre 30 mila euro per le aziende da 50 a 250 dipendenti e quasi 100 mila euro per quelle con oltre 250 addetti.
Per le nuove imprese,invece,lo sgravio medio complessivo sarà di 1800 euro per quelle  con meno di 50 dipendenti, oltre 90 mila euro da 50 a 250 e 150 mila euro per quelle sopra i 250 addetti.
Sgravio sull’Irap fino a 40 mila euro anche per le aziende che fanno nuove assunzioni o stabilizzano contratti di lavoro, passando da tempo determinato, apprendistato, garanzia giovani e alternanza scuola-lavoro a un contratto a tempo indeterminato.
Un’altra misura introdotta dalla Legge di Stabilità riguarda i danni provocati dalla fauna selvatica e prevede lo stanziamento di 6 milioni di euro per garantire i risarcimenti alle aziende agricole.
«Questo è uno dei tagli di tasse più impattante realizzato in Piemonte negli ultimi 10 anni – sottolinea il presidente Cirio –. Abbiamo iniziato dal bollo anche per incentivare dal punto di vista ambientale il rinnovo del parco auto circolante che, nel nostro territorio, è più alto della media nazionale. Parliamo di uno sgravio fiscale che potenzialmente raggiunge quasi 520 mila cittadini piemontesi. La seconda misura invece ha un obiettivo duplice: attrarre nuove imprese e dare una ricaduta positiva sull’occupazione, attraverso una agevolazione fiscale sull’Irap per chi sceglierà la nostra regione per insediare un’attività produttiva e per chi assumerà nuovi lavoratori o li stabilizzerà. Abbiamo anche voluto prevedere un intervento specifico per risarcire gli imprenditori agricoli su una delle principali emergenze che riguarda i danni causati della faunaselvatica. Questo è solo l’inizio, il nostro obiettivo è continuare a ridurre la pressione fiscale per tutti i cittadini e le imprese del Piemonte».



Spreco alimentare: dal Crea tutti i numeri e l’identikit degli “Spreconi”

Cosa e quanto sprechiamo a tavola? E’ possibile fare un identikit degli “spreconi”? E come agire per prevenire efficacemente lo spreco?

Di questo si è discusso oggi in occasione della II edizione della giornata della nutrizione, Nutrinformarsi: lo spreco nel piatto, organizzata dal CREA Alimenti e Nutrizione, presso cui è istituito l’Osservatorio sulle eccedenze, recuperi e sprechi alimentari, che realizza studi scientifici, diffonde informazioni e dati e promuove buone pratiche sulla generazione di eccedenze alimentari e sul loro recupero, allo scopo di stimolare innovazione nelle strategie, nelle politiche e nei comportamenti dei cittadini.

In questo ambito, l’Osservatorio sulle eccedenze, recuperi e sprechi alimentari del CREA ha realizzato la prima indagine comparativa, con dati armonizzati, provenienti da diversi paesi europei (Olanda, Spagna, Germania e Ungheria).

Lo studio, effettuato nel 2018, ha interessato 1.142 famiglie rappresentative della popolazione italiana, coinvolgendo i responsabili degli acquisti alimentari e della preparazione dei pasti. Il campione è stato selezionato nel rispetto di genere, età, livello di istruzione e reddito e per dimensione della famiglia.

Ne è emerso che il 77% delle famiglie intervistate ha gettato via del cibo nella settimana precedente all’indagine, percentuale che si riduce con l’aumentare dell’età del responsabile acquisti, con il diminuire del reddito e in famiglie che vivono al sud e isole.

Lo spreco maggiore si è riscontrato nelle famiglie monocomponenti e nei segmenti di età più giovane.

I prodotti alimentari più sprecati sono verdura, frutta fresca e pane, seguiti da pasta, patate, uova, budini, derivati del latte (yogurt, formaggi), per un totale in media di 370 g/settimana/famiglia. Il dato italiano sullo spreco alimentare è allineato con quello olandese (365 g/settimana) e molto inferiore a quello spagnolo (534 g/settimana), tedesco (534 g/settimana) e ungherese (464 g/settimana).

Sempre secondo l’indagine CREA, la crescente attenzione nei confronti del tema dello spreco è, inoltre, ampiamente diffusa in Italia, al punto che più della metà del campione intervistato condanna fermamente la pratica di gettare via il cibo, riconoscendone l’impatto negativo e le ricadute in diversi ambiti: economico (70%), sociale (conseguenze su disponibilità di cibo nel mondo, 59%) e ambientale (55%).

Le famiglie italiane, infine, si dichiarano capaci di gestire le attività in cucina, fattore di rilevante prevenzione: circa due terzi degli intervistati, infatti, dichiara di pianificare gli acquisti e di non fare acquisti di impulso, meno di un quinto afferma di non saper riutilizzare gli avanzi o pianificare le giuste quantità di alimenti da acquistare e solo il 5% sostiene di non finire quello che nel piatto e di non conservare gli avanzi. Tuttavia solo il 42% decide in anticipo i menù settimanali.

«Quello a cui siamo assistendo – ha dichiarato Laura Rossi, coordinatore dell’Osservatorio e ricercatrice del CREA Alimenti e Nutrizione – è un vero e proprio cambio di passo per lo spreco alimentare, inteso come tassello fondamentale dello sviluppo sostenibile. Dalle istituzioni internazionali e nazionali, dagli operatori economici e sociali, dai banchi alimentari e perfino da semplici cittadini, che ridistribuiscono a livello territoriale le eccedenze alimentari agli indigenti, arrivano segnali forti di una crescente sensibilità su questi temi: normative specifiche, progetti educativi mirati e nuove modalità di gestione dei prodotti alimentari sia nelle aziende che a casa».

«L’Osservatorio su sprechi alimentari e recupero delle eccedenze è un tassello strategico per il buon funzionamento della legge antisprechi e per poter pianificare di conseguenza politiche di ampio respiro» ha spiegato l’On. Maria Chiara Gadda, Capogruppo di Italia Viva in Commissione Agricoltura Camera e prima firmataria della legge 166/2016. «Ad oggi ci siamo dovuti confrontare con analisi e numeri parziali, mentre per agire in modo mirato sugli anelli della filiera più fragili è necessario monitorare il fenomeno in modo oggettivo. L’osservatorio del CREA sarà un punto di riferimento per il lavoro del Tavolo sulla lotta agli sprechi e sugli aiuti alimentari per le persone indigenti, che la scorsa settimana ha avuto nuovo avvio grazie alla ministra Bellanova. Ringrazio il CREA che oggi, con la presentazione della sua prima indagine, ha confermato che l’Italia è all’avanguardia in Europa su questi temi».




Manovra, importante l’apertura del Ministro Patuanelli sulle misure di industria 4.0

Cia, Confagricoltura e Copagri esprimono apprezzamento per le parole pronunciate oggi dal Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli sull’intenzione di estendere la platea dei beneficiari del super e iper ammortamento alle imprese che godono di un regime fiscale forfettario.

L’annuncio è stato fatto nell’ambito dell’incontro “Transizione 4.0”, tenutosi al MISE con le parti sociali in relazione alle misure di “Industria 4.0”.

 

“Questa apertura – rilevano Cia, Confagricoltura e Copagri – sembrerebbe includere tutte le imprese agricole, e accoglierebbe di fatto quanto abbiamo richiesto apertamente da tempo e ribadito di recente in sede di audizione in Senato sulla legge di bilancio”.

 

L’accesso al super e iper ammortamento per tutte le aziende agricole per l’acquisto di beni strumentali materiali nuovi significherebbe, se confermato, dare continuità agli sforzi già compiuti dal Governo per favorire l’innovazione nel settore primario e permetterebbe di dare impulso all’agricoltura italiana a favore della sostenibilità ambientale, della sicurezza sul lavoro e alimentare, favorendo lo sviluppo agricolo ed economico del Paese.

 

“Attendiamo di avere quanto prima la definizione dei contorni sull’effettiva applicabilità delle misure di ‘Industria 4.0’ – concludono Cia, Confagricoltura e Copagri – in particolare in relazione alla fruizione del credito di imposta equivalente a tutte le imprese agricole”.




Fondi Europei 2021-2027: tour della Regione in tutte le province

Parte la campagna della Regione Piemonte sulla nuova programmazione dei fondi europei 2021-2027.

Primo momento di preparazione e confronto, questa mattina, presso l’Environment Park di Torino, insieme ai rappresentanti della Commissione Ue e dell’Agenzia nazionale per le Politiche attive sul lavoro sui tre fondi principali per l’agricoltura (Feasr), il sociale (Fse) e lo sviluppo regionale (Fesr).

Un evento fortemente voluto dal presidente della Regione, Alberto Cirio, per avviare un percorso di concertazione e di condivisione operativa su una delle tematiche strategiche per il futuro del Piemonte.

A più di un anno dall’avvio della nuova programmazione ci siamo già attivati per affrontare questa partita fondamentale – ha sottolineato il Presidente nel suo intervento – La discussione a Bruxelles inizierà nella primavera del 2020 e il Piemonte sarà pronto, per la prima volta, a incidere sulle scelte dell’Europa senza doverle subire a posteriori. Per il nuovo settennato 2021-2027 la nostra Regione ha a disposizione complessivamente tre miliardi di euro. È una cifra enorme e dobbiamo fare in modo di usarla per ciò di cui il territorio ha davvero bisogno. Per questo da oggi saremo in tour in tutte le province per incontrare il mondo delle istituzioni e delle categorie sociali e produttive. Costruiremo insieme una  proposta da presentare all’Europa cucita su misura sulle esigenze del Piemonte”.

Presenti all’incontro Jan Dzieciolowski e Francesco de Rose, della Direzione Generale per la Politica Regionale e Urbana della Commissione Europea, e Marianna D’Angelo, del Coordinamento nazionale del Fondo sociale europeo per l’Anpal, l’Agenzia nazionale politiche attive sul lavoro.

Con loro anche gli esponenti delle istituzioni e delle categorie economico-sociali del territorio e numerosi esponenti della Giunta: il vicepresidente della Regione Fabio Carosso e gli assessori Chiara Caucino (Politiche sociali), Matteo Marnati (Ambiente, Innovazione e Ricerca), Vittoria Poggio (Cultura, Turismo, Commercio), Marco Protopapa (Agricoltura) e Andrea Tronzano (Attività produttive).

La road map presentata dalla Regione punta ad arrivare pronti a maggio del 2020. Fino alla fine di febbraio si svolgeranno gli incontri sul territorio, quattro in programma nella provincia di Torino e uno in ogni altro capoluogo. A marzo la Regione elaborerà il proprio documento, in aprile verranno raccolte le osservazioni esito degli incontri nelle province e a maggio verrà ultimata la proposta da presentare in Europa.

Saremo molto rigorosi sui tempi e chiederemo a tutti concretezza – ha aggiunto il presidente Cirio – Con Bruxelles bisogna essere seri: i fondi hanno un’impostazione che dobbiamo rispettare, ma i parametri sono talmente ampi che, se saremo bravi, riusciremo a inserire ciò che ci serve. Con le risorse dello Stato e della Regione noi possiamo garantire il funzionamento della macchina nell’ordinaria amministrazione, ma non abbiamo fiato per fare politiche di programmazione. Per questo è fondamentale saper usare bene i fondi europei, unica grande risorsa per garantire al Piemonte sviluppo economico e posti di lavoro”.




Annata agraria condizionata dal clima, con produzioni mediamente ridotte ma di qualità

Si chiude un’annata anomala sotto il punto di vista climatico, con raccolti buoni per quanto riguarda i cereali e la soia, mentre le produzioni orticole e frutticole si sono rivelate abbastanza scarse, così come la vendemmia che farà registrare un meno 15-20% di uva rispetto al 2018.

Confagricoltura Piemonte, tracciando l’andamento dell’annata agraria 2019, sottolinea ancora il buon andamento del comparto avicolo (uova, polli e tacchini) e la sostanziale tenuta del prezzo del latte alla stalla e dei bovini da carne. Buono l’andamento dei prezzi nel comparto suinicolo, mentre per l’apicoltura è un’annata da dimenticare.

Per quanto riguarda il fronte politico Confagricoltura apprezza la recente piena assunzione di responsabilità da parte della Giunta regionale, che ha manifestato l’intenzione di porre mano all’impianto del PSR per far sì che si possano erogare, entro i tempi previsti, tutte le risorse assegnate al Piemonte, mentre lamenta ancora l’inerzia delle istituzioni per quanto riguarda i danni arrecati della fauna selvatica.

Confagricoltura apprezza l’istituzione del tavolo regionale “Il cibo è salute” e le iniziative per la semplificazione dei percorsi amministrativi. Confagricoltura continua a chiedere un impegno puntuale per la manutenzione del territorio, per la valorizzazione delle produzioni, per l’internazionalizzazione dei mercati e per la realizzazione e il completamento delle infrastrutture viarie e digitali.

Nella conferenza stampa che si è svolta questa mattina (11 novembre, giorno di San Martino, in cui ha inizio la nuova annata agraria) nella sede di Confagricoltura Piemonte, il presidente regionale Enrico Allasia, il direttore Ercole Zuccaro e il componente della Giunta nazionale Luca Brondelli di Brondello hanno analizzato i principali comparti produttivi dell’agricoltura piemontese, partendo dalla considerazione che il cambiamento climatico è una realtà con la quale occorre sempre più fare i conti.

L’inverno 2018/2019 in Piemonte è risultato il quinto più caldo degli ultimi 62 anni. Temperature superiori alla media si sono registrate nei mesi di dicembre 2018 e soprattutto di febbraio 2019.

Nei mesi invernali sono caduti 68 mm medi di precipitazione (su 1.114 mm medi annui), con un deficit pluviometrico di circa 103 mm (pari al 60%) rispetto al periodo 1971-2000. Tutti i tre mesi invernali sono stati più secchi della norma, con picco negativo a gennaio.  La scarsità d’acqua non ha favorito la ripresa vegetativa, influendo negativamente sia sulla germinazione delle colture primaverili, sia sullo sviluppo delle autunno-vernine.

 

In primavera le temperature sono risultate lievemente superiori alla media degli ultimi anni, in generale anche con precipitazioni leggermente inferiori. Tuttavia localizzate anomalie termiche e pluviometriche, nei mesi di aprile e maggio, hanno danneggiato in parte le fioriture, con riflessi negativi sulle colture agrarie e sulla produzione di miele.  L’estate è invece risultata la quarta più calda nella distribuzione storica degli ultimi 62 anni. Spicca l’eccezionale ondata di calore del mese di giugno, con il giorno 27 che è stato il più caldo in assoluto in Piemonte dal 1958 ad oggi (33,3 gradi medi sulla Regione). Nell’estate si sono verificati eventi temporaleschi localmente intensi: temperature elevate e precipitazioni complessivamente scarse hanno causato situazioni di sofferenza alle colture e veri e propri danni da siccità.  Per quanto riguarda la prima parte dell’autunno, l’andamento termico si è mantenuto nella media, mentre le precipitazioni sono state caratterizzate da alcuni fenomeni di fortissima intensità, come quelli che hanno provocato nel mese di ottobre allagamenti e danni a colture e infrastrutture, specialmente nella zona sud del Piemonte. Sostanzialmente, dopo una prima parte d’autunno mite e asciutta si prevede una stagione mite e piovosa (nevosa in quota), che porterà progressivamente verso l’inverno.

Soddisfacenti le produzioni di orzo e grano, con rese in aumento del 20% rispetto al 2018 e ottimo profilo qualitativo. Il mercato però non è remunerativo.

Le superfici seminate a mais sono in leggero calo a causa dell’elevato costo di coltivazione e delle basse quotazioni del prodotto.

La campagna di trebbiatura del riso, da poco terminata, ha consegnato un quadro della produzione che, per quantità e qualità, sembra essere in generale discreta. Il riso Japonica fa registrare un trend al rialzo con valori che arrivano fino a 40-45 euro al quintale per alcune varietà quali il Carnaroli e l’Arborio. Le varietà del gruppo Indica, scese al di sotto dei 27 euro al quintale alla fine della campagna commerciale 2018/2019 a causa di consistenti importazioni da Paesi terzi, stanno ora lentamente recuperando terreno con prezzi che si aggirano intorno ai 30-31 euro al quintale.

Le produzioni di soia risultano buone con prezzi in linea rispetto allo scorso anno. Per colza e girasole l’annata si è rivelata ottima, con una produzione anche del 20% superiore alla norma. Prezzi remunerativi. In estensione la coltivazione del cece.

La vendemmia di quest’anno ha fatto registrare un’inversione di rotta rispetto al 2018 per quanto riguarda la quantità. Si stima infatti una riduzione superiore al 15%, che limiterà la produzione di vino piemontese a circa 2,5 milioni di ettolitri. Qualità buona/ottima.

Per quanto riguarda il comparto frutticolo in generale l’annata non è stata delle più soddisfacenti.

La raccolta delle pesche ha dato buoni risultati, sia per quantità (5-10% in più rispetto al 2018), sia per qualità eccellente. Tuttavia, le quotazioni risultano sensibilmente inferiori allo scorso anno.

Per quanto riguarda le mele, la produzione è in calo rispetto a quella molto abbondante del 2018.

Le previsioni di mercato sembrano essere favorevoli, sia per l’ottima qualità del prodotto, sia per il crollo della produzione a livello europeo dovuto soprattutto al clima freddo registrato in alcuni Paesi produttori.

Quest’anno la produzione di pere è praticamente azzerata a causa dell’alternanza produttiva delle piante e delle anomalie climatiche che hanno ostacolato prima l’impollinazione e poi la maturazione dei frutti.

Per le nocciole le stime parlano di produzioni quasi. Le quotazioni del prodotto, complice la scarsità di offerta, sono comunque elevate, attestandosi intorno a valori di 440-450 euro al quintale.

Per le castagne la qualità è molto buona e la produzione abbondante, con prezzi attorno ai 3,50 euro/kg.

Sta andando bene la raccolta dei piccoli frutti, mentre prosegue la riduzione delle superfici destinate alla coltivazione del kiwi.

In crescita, ma con difficoltà, il comparto della frutta biologica. Dalla superficie complessiva dedicata alle colture frutticole si possono estrapolare oltre 2.400 ettari di frutteti biologici su un totale di 33.760 ettari a livello nazionale. Il mercato, sul fronte dei prezzi, remunera bene i raccolti bio, ma gli scarti delle pezzature non conformi possono arrivare in alcuni casi fino al 70% del totale. Inoltre, quest’anno la frutta raccolta risulta di difficile conservabilità a causa degli sbalzi termici anomali (periodi troppo freddi o troppo caldi).

Il pomodoro da industria, produzione tipica e praticamente esclusiva dell’Alessandrino, ha avuto una stagione buona, con quantità (+10%) e prezzi (+8%) superiori al 2018.

Per quanto riguarda gli allevamenti zootecnici si segnala un buon andamento di mercato, sia per polli e tacchini, sia per le uova, con quotazioni all’origine sostanzialmente allineate con quelle dell’anno scorso.

L’andamento produttivo del comparto bovino da carne è in lenta progressione, anche se con soddisfazioni contenute per gli allevatori. I prezzi, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, rivelano un lieve cenno di ripresa per gli adulti, in particolare per vitelloni e vacche, mentre per i giovani da ristallo si registrano delle flessioni.

La produzione di latte è in leggera flessione; il buon equilibrio di mercato ha consentito una remunerazione a livelli interessanti. Il prezzo medio in Piemonte, compresi i premi qualità, ha registrato valori intorno ai 39 euro al quintale.

Rispetto al 2018 la produzione suinicola non ha subito variazioni di rilievo, rimanendo pressoché invariata anche rispetto al quinquennio precedente. L’andamento del mercato ha fatto segnare una crescita dei prezzi all’origine, debole nei lattonzoli nazionali, più decisa sia nei grassi da macello tutelati (destinati al circuito Parma – San Daniele), sia in quelli non tutelati. In ripresa anche l’industria di macellazione dei suini.

Annata nera per l’apicoltura. Si stima una perdita di produzione di circa il 70% per un valore di oltre 16 milioni di euro.

Sul fronte politico permangono una serie di problemi aperti che, nonostante le richieste del mondo agricolo e i tentativi di intervento da parte delle istituzioni, continuano a essere irrisolti. Il Programma di Sviluppo Rurale, che rappresenta la fonte principale di finanziamento per quanto riguarda gli interventi in agricoltura, a causa di una impostazione ritardata e macchinosa evidenzia ancora forti criticità nel raggiungimento degli obiettivi. Confagricoltura apprezza la recente piena assunzione di responsabilità da parte della Giunta regionale, con l’intervento del presidente Cirio, del vicepresidente Carosso e dell’assessore all’Agricoltura Protopapa, che hanno manifestato l’intenzione di porre mano all’impianto programmatorio del PSR, per far sì che si possano erogare, entro i tempi stabiliti, tutte le risorse assegnate al Piemonte.

Altra grave problematica in primo piano, che si sta rivelando una vera e propria emergenza, è quella dei crescenti danni arrecati dalla fauna selvatica, in particolare dai cinghiali, che provocano oltre 1.100 incidenti all’anno in Piemonte e danni alle coltivazioni superiori a 3 milioni di euro. Tra l’altro, per il cambio di normativa voluto dalla precedente giunta regionale (applicazione del cosiddetto regime “de minimis”, che prevede il risarcimento di aiuti nel limite massimo di 20.000 euro in un triennio), la maggior parte dei danni arrecati alle colture non vengono indennizzati. Si registrano altresì problemi per quanto riguarda la sicurezza della popolazione, la biosicurezza e il mantenimento della biodiversità, per cui la situazione deve essere affrontata al più presto in modo risolutivo.

La recente ondata di piogge, che ha colpito in particolare la provincia di Alessandria, ha evidenziato ancora una volta la necessità di riservare maggiore attenzione alla manutenzione del territorio e alla regimazione dei corsi d’acqua, anche secondari, tenendo presenti la salvaguardia delle persone, degli abitati e delle attività produttive, senza trascurare le infrastrutture viarie e irrigue.

Confagricoltura apprezza le iniziative varate dalla nuova amministrazione regionale, che si è dimostrata sensibile alle problematiche del settore primario anche con l’istituzione del Tavolo “Il cibo è salute” da parte dell’assessore regionale alla sanità Luigi Icardi e del Tavolo della Semplificazione, coordinato dall’assessore alla delegificazione e semplificazione dei percorsi amministrativi Roberto Rosso.

Confagricoltura continua a chiedere alle istituzioni, a tutti livelli, una maggiore attenzione al settore primario, che deve essere considerato strategico nel rilancio delle attività produttive; un impegno puntuale per la valorizzazione delle nostre produzioni e per l’internazionalizzazione dei mercati, continuando a mantenere viva l’attenzione sulla realizzazione delle infrastrutture, sia a livello di collegamenti internazionali, quali l’Alta Velocità Torino-Lione, sia per quanto riguarda la viabilità interna, ad esempio con il completamento dell’Asti-Cuneo e il potenziamento dei collegamenti internet, indispensabili per ridurre il “digital divide”, soprattutto nelle aree svantaggiate.




I 200 milioni di Finpiemonte investiti su tre anni

I 200 milioni frutto del rientro di una quota del capitale sociale di Finpiemonte verranno investiti in tre anni, fino al 2021.

Lo prevede il maxiemendamento della giunta sull’assestamento di bilancio illustrato stamane dall’assessore al bilancio Andrea Tronzano in prima commissione, presidente Carlo Riva Vercellotti.

Nel bilancio pluriennale 83,6 milioni saranno impegnati entro l’anno corrente, 60,2 entro il 2020, 56,2 entro il 2021. “I 90 milioni di investimenti concertati con le parti sociali sono mantenuti così come erano stati definiti nel confronto”, ha precisato l’assessore.

L’assestamento prevede inoltre di trasferire a Finpiemonte 150 milioni originariamente previsti per l’estinzione di uno dei derivati accesi dalla Regione: “Per farlo in coerenza con la richiesta di economicità prevista dalla legge, occorre procrastinare l’intervento, dato che il mercato dei derivati è in crescita rispetto a un anno fa. Per poterlo fare bisogna utilizzare l’elasticità concessa a FinPiemonte, che ha tempo fino al 2022 per cogliere il momento più vantaggioso per l’operazione finanziaria”, ha spiegato Tronzano.

Il maxiemendamento prevede anche l’iscrizione tra le spese obbligatorie della copertura per le borse di studio in eccesso rispetto alle risorse stanziate.

Altri emendamenti prevedono: 100mila euro alla Città metropolitana per il recupero dell’edificio confiscato alla mafia a San Giusto Canavese; 723 mila per la realizzazione di una rotonda sulla viabilità a Sito Interporto; 1,5 milioni per l’aggiornamento dei servizi informatici della protezione civile;  480 mila euro per la copertura di debiti fuori bilancio; un milione per consulenze specialistiche per il rilancio dei settori tessile, Itc e meccanico.

Nella discussione generale Domenico Ravetti (Pd) ha sostenuto che questo assestamento “è povero di indirizzi politici, e quando tentate di esprimerli, come nel caso della riprogrammazione dei fondi Finpiemonte, offrite al sistema economico un rallentamento evidentissimo. Rinviare l’uso di una parte così importante dei fondi al 2021 è una scelta da rivedere, lo proporremo in aula. Maggiori risorse sono necessarie per gli extra Lea e per il dissesto idrogeologico, come per lo sport. Su questi e altri temi proporremo emendamenti”.

Per Alberto Preioni (Lega), “il bilancio è un lascito che ci siamo trovati, non può essere stravolto, ma nei prossimi mesi attueremo il nostro programma di governo. Ad esempio dall’anno prossimo nei nuovi bandi sullo sport si vedrà chiaramente la nostra volontà politica, come nella redistribuzione delle risorse degli  extra Lea su tutto il Piemonte, in modo da dare maggiore peso alle aree periferiche, alle zone lontane.  Siamo comunque disponibili a ragionare su eventuali modifiche dell’assestamento su proposte di buonsenso, anche aprendo un tavolo di trattativa”.

Una proposta di confronto raccolta da Silvio Magliano (Moderati) “per verificare se si vuole davvero segnare un cambiamento, visto che alcune leve si potevano azionare con più coraggio rispetto a quanto fatto in questo assestamento”. “L’assestamento pone le basi per i successivi cambiamenti”, ha risposto Tronzano.

Sean Sacco (M5s) ha definito “molto timido” il provvedimento proposto dalla giunta: “ Non ci sono stati cambi di passo, vedremo cosa emergerà dalla discussione. Spero che ci sia spazio anche per le opposizioni per fare politica, non c’è tempo per grossi ragionamenti sul 2019. Dal previsionale si capirà di più cosa intende fare la maggioranza”.

Marco Grimaldi (Lev) ha criticato le proposte della giunta: “Presenteremo un emendamento sul salva-mutui e altri emendamenti, alcuni ostruzionistici, altri di merito. Sul dissesto idrogeologico, ad esempio, anche la nostra giunta ha avuto le sue alluvioni e abbiamo dato un segnale. Voi neanche quello”.

Nel dibattito sono intervenuti anche Alessandra Biletta (Fi), Sergio Chiamparino, Monica Canalis, Alberto Avetta, Daniele Valle, Diego Sarno, Raffaele Gallo (Pd), Francesca Frediani (M5s) e Maurizio Marrone (Fdi).




Il Piemonte ospiterà gli European Cross Country Championships del 2021

La Regione Piemonte è onorata di poter annunciare che la candidatura a ospitare gli European Cross Country Championships 2021 è stata premiata dal comitato organizzatore dell’evento e che quindi la ventottesima edizione degli europei di corsa campestre si terranno a Torino, nel Parco della Mandria, nel dicembre del 2021.

La decisione è stata annunciata oggi a Istanbul, dove era presente anche l’assessore regionale allo Sport Fabrizio Ricca.

Per la quarta volta, l’Italia diventa il palcoscenico internazionale per questa gara di atletica, che vedrà sfidarsi nel verde atleti provenienti da tutta Europa. Più di 600 sportivi, infatti, arriveranno in Piemonte per prendere parte alla competizione.

« Si tratta di un grande successo per la nostra Regione – affermano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore regionale allo Sport Fabrizio Ricca -.

Il Piemonte si dimostra una terra capace di attirare le competizioni sportive internazionali grazie alla bellezza delle sue aree naturali ma anche grazie alla capacità organizzativa che ormai ci è riconosciuta ovunque.

Questo evento avrà la capacità di attrarre in Regione grandi atleti e sarà un ottimo palcoscenico per mostrare a tutti le nostre competenze nel gestire gare simili ma anche per mostrare le bellezze paesaggistiche e architettoniche che rendono il Piemonte una grande Regione italiana. Dobbiamo mettere a sistema i grandi eventi che ospiteremo, come le Atp Finals, e fare in modo che dialoghino tra loro».  

Queste le parole del presidente Fidal, Alfio Giomi, dalla Turchia: « Tornare a organizzare un campionato europeo di cross a pochi anni da un’edizione straordinaria come quella di Chia è motivo di soddisfazione. Ancora una volta l’evento si svolgerà in una location particolare e affascinante come il Parco della Mandria, che rappresenta un motivo di interesse per tutti, come si è visto anche nella presentazione di oggi. Per noi è fondamentale il supporto della Regione Piemonte, che è stata accanto al comitato organizzatore. Stiamo inoltre studiando una partnership con le Atp Finals, che Torino ospiterà proprio dal 2021. Il lavoro inizia da subito, nell’ottica di un percorso che vuole portarci agli Europei di Roma 2024».




Scuola e futuro, contro la “fuga di cervelli” il Piemonte punta sull’orientamento

Una rete di oltre 130 sportelli di orientamento in Piemonte e un sistema coordinato di azioni e servizi per ragazzi, scuole e famiglie: la Regione Piemonte dà il via alle nuove attività di orientamento, progettate per il triennio 2019-2022 e finanziate dal Fondo Sociale Europeo, con un investimento di 6,5 milioni di euro.

Obiettivi principali del sistema regionale, pensato per sostenere i ragazzi tra gli 11 e i 22 anni nella scelta consapevole dei percorsi più adatti, nei vari cicli di studio e nelle prime fasi della vita professionale, sono il coinvolgimento delle fasce scolastiche più precoci, il supporto per i casi di insuccesso o dispersione scolastica, il coinvolgimento dei genitori, la formazione degli orientatori, il raccordo con il mondo delle imprese e dei professionisti.

«Obiettivo Orientamento Piemonte si consolida e si rafforza su tutti i territori – spiega l’assessore regionale all’Istruzione, Elena Chiorino – garantendo interventi capillari e concertati: il sistema degli sportelli, infatti, copre l’intera regione, grazie a raggruppamenti territoriali di enti accreditati, che operano in chiave di coprogettazione con scuole, università, servizi per il lavoro, ma anche con istituzioni, organizzazioni datoriali, fondazioni e associazioni».

«Riteniamo l’orientamento una delle politiche attive più efficaci e da sosteneresottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Per combattere la cosiddetta fuga di cervelli serve offrire ai giovani, già a partire dalle fasce d’età più basse, tutti gli strumenti e le informazioni che li aiutino a fare la scelta giusta per il proprio futuro. Non c’è nulla di male nell’andare a studiare o lavorare all’estero, a patto però che questa sia una scelta e non una necessità. Ecco perché l’orientamento diventa non solo importante, ma fondamentale per consentire ai ragazzi di costruire il loro futuro in Piemonte».

«Nessuno deve essere più costretto a “fuggire” – aggiunge l’assessore Chiorino – ed è nostro compito e volontà mettere in campo tutti gli strumenti per contrastare questo fenomeno, tra i quali un ruolo centrale è ricoperto proprio dall’orientamento».

Punti di orientamento per disoccupati più giovani sono attivi anche nei Centri per l’impiego. Nel Torinese, le attività sono gestite dalla Città Metropolitana di Torino. Tra le novità della nuova programmazione, il coinvolgimento delle scuole secondarie di primo e secondo grado che potranno attivare punti di accesso e consulenza orientativa, seminari informativi per genitori sull’offerta di istruzione e formazione, oltre alla creazioni di equipe territoriali di riferimento per i territori.

L’elenco gli sportelli è disponibile sul sito www.regione.piemonte.it

Ma quali sono le attività che vengono svolte negli sportelli di orientamento? Orientatori specializzati offrono una serie di servizi gratuiti e organizzano diverse attività individuali o laboratori in classe.

EDUCAZIONE ALLA SCELTA attraverso colloqui di informazione orientativa e definizione dei singoli fabbisogni.

RIPROGETTAZIONE DELLA CARRIERA SCOLASTICA E/O FORMATIVA attraverso un tutoraggio individuale, per studenti che hanno necessità di riprogettare un percorso, di rimotivarsi e di rientrare in istruzione/formazione.

SVILUPPO DI COMPETENZE ORIENTATIVE con attività utili a maturare la consapevolezza dei propri punti di forza e debolezza e confrontarli con le esigenze dettate dalle evoluzioni del mercato del lavoro e le proprie attitudini/i propri interessi.

ORIENTAMENTO ALLA PROFESSIONALITA’ attraverso incontri rivolti a gruppi di studenti per orientarli verso il mondo del lavoro, anche grazie a testimonianze qualificate su percorsi professionali ed esperienze di autoimprenditorialità.

I NUMERI.

Sono stati più di 130 mila, nel periodo 2016-2019, gli adolescenti ed i giovani coinvolti nelle attività di orientamento del sistema regionale, oltre 400 le scuole coinvolte, 400 gli orientatori in rete. Per il triennio 2019/2022 i numeri sono destinati a crescere visto il consolidarsi della rete operativa, delle azioni di animazione territoriale a cui si aggiunge il coinvolgimento di genitori e dei ragazzi fin dal 1° anno della secondaria di 1° grado. 

GLI EVENTI E GLI STRUMENTI.

Obiettivo Orientamento Piemonte è presente con postazioni informative dedicate e seminari per le famiglie nei Saloni di orientamento e nelle manifestazioni organizzate sui territori, in cui vengono presentati anche gli strumenti di orientamento realizzati dalla Regione Piemonte, come le Guide di orientamento dopo il primo ciclo e dopo il secondo ciclo di studi.

Il palinsesto, gli strumenti, i referenti regionali dell’iniziativa e tutti gli approfondimenti sulla pagina del sito dedicata

 




Turismo: siglato nuovo accordo tra Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria

È stato siglato oggi, sabato 9 novembre 2019 ad Alba, in occasione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’ Alba, dagli assessori al Turismo della Regione Piemonte, Vittoria Poggio, della Regione Valle d’Aosta, Laurent Viérin e della Regione Liguria, Gianni Berrino, un nuovo accordo di collaborazione nel settore turistico tra le tre Regioni.

“Con tale ulteriore accordo – ha affermato l’Assessore al Turismo della Regione Valle d’Aosta Laurent Viérin – intendiamo estendere le azioni di promozione e cultura dei tre territori oltre a creare le sinergie tra i sistemi turistici delle tre regioni così da migliorare la complementarietà delle destinazioni turistiche in termini sia di offerta che di promozione. Grazie a questa nuova collaborazione si estendono le strategie e le programmazioni turistiche che presentano elementi comuni e sinergici.

La volontà è quella di identificare nelle proprie specificità ed eccellenze territoriali gli elementi di identità sui quali fondare una maggiore competitività turistica, anche al fine di proporre la propria offerta a nuovi mercati internazionali.

Il patrimonio culturale e turistico delle tre regioni di prossimità, unito all’ampia offerta dell’outdoor, sia invernale che estivo, alle eccellenze enogastronomiche e ambientali consentiranno di sostenere le economie locali e raggiungere così importanti risultati a livello turistico, sociale e culturale.

Prosegue, oggi, un percorso comune e sinergico che ci auguriamo possa trasformarsi in qualcosa di solido, strutturato e duraturo e in grado di esaltare le peculiarità dei tre territori.”

Nel dettaglio, l’accordo ha l’obiettivo di rafforzare e migliorare l’attrattività turistica dei territori; rafforzare i rapporti di collaborazione proficuamente attuata in precedenti occasioni attraverso l’individuazione di azioni sinergiche, pianificando un calendario comune ; attuare

attraverso i soggetti deputati in tema di promozione turistica, azioni di promozione in una strategia di co-marketing con iniziative concrete quali ad esempio pacchetti vacanza che integrino i rispettivi prodotti turistici; promuovere la collaborazione tra i propri operatori e, in particolare, la ricerca di sinergie idonee a raggiungere obiettivi d’interesse comune.

Dall’accordo sottoscritto oggi nasce, quindi, un’intesa che consentirà di usufruire al meglio delle opportunità offerte dai progetti di cooperazione transfrontaliera e transnazionale cofinanziati dai Fondi europei per un rilancio delle economie turistiche locali mediante la predisposizione di progetti in parternariato.

“Il ruolo strategico del turismo a livello culturale, sociale ed economico viene ribadito anche dall’importante accordo a tre sottoscritto oggi, – ha sottolineato l’assessore alla Cultura, al Turismo e al Commercio della Regione Piemonte, Vittoria Poggio -. Gli obiettivi dell’accordo tra Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta rispondono pienamente alle finalità fondanti della nostra nuova legge regionale in materia di turismo culturale, con la quale la Regione Piemonte intende favorire la costituzione e lo sviluppo di sistemi, sia tematici che territoriali, quali strumenti di cooperazione tra territori limitrofi. L’individuazione di azioni sinergiche, con un calendario di iniziative comuni, è da applicare, fra le altre tematiche, per la valorizzazione delle relazioni tra musei e territorio, per la qualificazione dell’offerta di fruizione, per la promozione dei territori stessi, per la dotazione di professionalità, per una più efficace collaborazione tra livello regionale e livello territoriale. E’ necessario, come abbiamo sottoscritto, aprire lo sguardo verso nuove relazioni regionali che consentano la fruizione di centinaia di siti, musei, destinazioni e offerte turistiche, comprensiva anche di eventi, mostre, proposte turistiche e attività destinate ad un target ampio e variegato, distribuite tra la Valle d’Aosta, il Piemonte e la Liguria.”

“Quello sottoscritto oggi è un accordo di grandissima importanza: si tratta del primo atto dopo l’incontro tra le giunte al completo della Liguria e del Piemonte fatto a Genova qualche settimana fa e che estende l’alleanza turistica in un naturale patto a tre che comprende anche la Valle d’Aosta, ha dichiarato l’assessore alla Promozione Turistica e Marketing territoriale della Regione Liguria Gianni Berrino. Dal mare alle montagne passando per le colline: le tre regioni insieme costituiscono pertanto da oggi un sistema turistico di sicura attrattività. Sono moltissimi i punti comuni tra noi: la firma di oggi ad esempio è avvenuta in un territorio importante come quello di Alba che racchiude una delle eccellenze italiane come il tartufo e la produzione vinicola. Fare dell’enogastronomia di qualità il proprio cavallo di battaglia per la promozione turistica è comune a tutte e tre le regioni coinvolte: la Liguria, ad esempio, può vantare prodotti che conquistano i turisti come il vino, l’olio, il pesto e quelli ittici che tutto il mondo ci invidia.“