Confagricoltura Piemonte: “Senza sostegni aziende frutticole a rischio chiusura”

I prezzi di mercato della frutta non coprono i costi di produzione e il comparto rischia il collasso. Lo denuncia Confagricoltura Piemonte, che illustra i dati di una situazione senza precedenti.

Il costo di produzione di un chilo di mele elaborato dalla Fondazione Agrion, considerando una produzione di 500 quintali per ettaro, è di 41 centesimi.

I costi nella fase di lavorazione, confezionamento e conservazione (vale a dire trasporti, manodopera, energia, imballaggi e manutenzioni), al netto degli ammortamenti, sulla base delle rilevazioni di Assomela – l’associazione dei produttori italiani di mele, che rappresenta circa l’80% della produzione nazionale e il 20% di quella europea – sono di 56 centesimi al chilogrammo (in aumento del 58% rispetto alla campagna precedente).

Sulla base di questi parametri, come spiega il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia “Il costo totale di un chilo di mele franco magazzino è di 97 centesimi; si tratta di un valore inferiore alla quotazione media all’ingrosso di 80 centesimi, riferita a una delle varietà più diffuse, la Golden delicious, rilevata il 18 ottobre al Caat di Grugliasco, il mercato all’ingrosso di Torino”.

La situazione – evidenzia in una nota Confagricoltura – allarma i frutticoltori. “Il prezzo delle mele alla produzione, nella maggior parte dei casi, non è ancora stato determinato – dichiara Enrico Allasia – e ora, visto l’andamento delle quotazioni all’ingrosso, c’è il timore che a pagare il rincaro dei costi siano i produttori che rappresentano l’anello più debole della filiera”.

Uno scenario non certo positivo che è anche conseguenza del fatto che quest’anno coltivare frutta è stato particolarmente oneroso.

Come evidenzia Confagricoltura Piemonte la siccità e l’aumento dei costi energetici hanno inciso fortemente sui conti delle imprese frutticole, che tra l’altro aspettano ancora la liquidazione per i danni da gelo subiti l’anno scorso. “Il gasolio agricolo, rispetto a un anno fa, è passato da 80 centesimi a 1,23 euro, con un aumento del 53,7% – chiarisce ancora Enrico Allasia – e nello stesso periodo il concime complesso con titolazione 15-15-15 è passato da 670 a 900 euro a tonnellata, con un rincaro del 34%. Per l’energia elettrica l’aumento è da vertigini: ad agosto 2021 eravamo a 21 centesimi al kw/e, mentre ora il prezzo applicato è di 65 centesimi, con un rincaro del 310%. Le imprese hanno fatto sacrifici enormi e sono in difficoltà”.

Confagricoltura Piemonte chiede alle istituzioni interventi strutturali. “Servono aiuti per i maggiori costi produttivi e una moratoria su mutui e prestiti – aggiunge il presidente di Confagricoltura Piemonte – raccordando gli interventi a livello europeo, nazionale e regionale: siamo di fronte a un’emergenza che alimenta dinamiche di mercato sulle quali i produttori agricoli non riescono a incidere”.

 




Le previsioni delle imprese piemontesi per i IV trimestre 2022

L’indagine congiunturale, realizzata da Unione Industriali Torino e Confindustria Piemonte, raccoglie le valutazioni di quasi 1.300 imprese manifatturiere e dei servizi in un momento particolarmente delicato.

Il rallentamento dell’economia globale e il forte aumento dell’incertezza hanno determinato un sensibile raffreddamento del clima di fiducia, che fino all’estate era ancora cautamente ottimistico. Gli indicatori su produzione e ordini arretrano di circa 10 punti rispetto alla rilevazione di giugno. Non si tratta, tuttavia, di una svolta in direzione inequivocabilmente recessiva. Il saldo tra previsioni di aumento e riduzione si mantiene, infatti, intorno al livello di equilibrio.

Conferme di questa analisi vengono anche dalla tenuta degli altri indicatori. Il tasso di utilizzo degli impianti resta attestato su livelli molto elevati, superiori alla media di lungo periodo. Rimangono positive le previsioni sull’occupazione; aumenta di poco il ricorso alla CIG. Sostanzialmente stabili investimenti e condizioni di pagamento. Continua, invece, a peggiorare, in misura molto marcata, la redditività; le imprese sono strette tra costi in crescita (energia ma non solo) e impossibilità di scaricare gli aumenti sui clienti.

I risultati della nostra indagine, peraltro, sono pienamente in linea con quelli di analoghi sondaggi sul clima di fiducia a livello nazionale e internazionale, ad esempio l’indice PMI (Purchasing Managers’ Index) rilevato da S&P in numerosi paesi.

A livello settoriale, emergono ampie differenze tra manifatturiero e servizi. Le imprese manifatturiere sono, infatti, molto più caute, con un saldo ottimisti-pessimisti lievemente negativo per produzione, ordini ed export. In particolare, peggiorano le attese delle imprese chimiche, metallurgiche, tessili e del legno. Nella metalmeccanica il clima di fiducia si indebolisce fortemente: il saldo sulla produzione perde 15 punti rispetto a giugno, pur rimanendo poco al di sopra del punto di equilibrio.

Nel comparto dei servizi, invece, la frenata, pur percepibile, è decisamente più morbida; i saldi restano solidamente in zona espansiva, ma perdono terreno rispetto a giugno.

 

Commenti sulle previsioni del quarto trimestre 2022

 

Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Unione Industriali Torino: «Stiamo vivendo una fase di eccezionale incertezza. Gli sviluppi della guerra e dell’emergenza energetica vanno oltre qualunque ragionevole previsione. L’inflazione pesa su consumi e potere d’acquisto; non può dirsi ancora sotto controllo nonostante gli interventi delle banche centrali. Di fronte a uno scenario così complesso e preoccupante, non bisogna tuttavia abbandonarsi all’inerzia o al fatalismo. Le possibili azioni correttive, per imprese e famiglie, sono molte. In questo, il ruolo delle associazioni imprenditoriali è ancora più cruciale, come lo è stato durante la pandemia. Confindustria ha elaborato proposte concrete e praticabili per ridurre la bolletta energetica e razionalizzare i consumi di elettricità e gas. A livello locale, l’Unione Industriali Torino ha scelto di non restare passiva né di limitarsi a invocare sussidi e aiuti. Al contrario, abbiamo messo a punto una serie di strumenti di consulenza alle imprese come lo sportello commodity, il consorzio energia, gli interventi di consulenza per il risparmio energetico, che si aggiungono al tradizionale supporto a crescita, modernizzazione e accesso al credito».

 

Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemonte: «L’indagine congiunturale che presentiamo disegna uno scenario, pur nel maggiore periodo di incertezza da 15 anni a questa parte, di cauto ottimismo della ragione, che si basa sul portafoglio ordini, la volontà e la capacità delle nostre aziende di lavorare nel presente con una visione, che definirei di scala superiore. Conviviamo infatti con una traiettoria storica lungo la quale non cambiano delle variabili ma l’intera equazione. E transizione ambientale, energetica e tecnologica non hanno un orizzonte di lungo periodo ma già di medio. Offriranno, se sapremo lavorare insieme, opportunità concrete per affrontare il presente e costruire il futuro. Sono temi al centro delle nostre agende e del piano di politica industriale condiviso con la Regione Piemonte su cui lavoriamo incessantemente forti di un’industria piemontese che non vuole né fermarsi, né arretrare soprattutto adesso».

 

Riportiamo in dettaglio i principali risultati dell’indagine

Per il quarto trimestre del 2022, le attese sulla produzione delle quasi 1.300 imprese piemontesi registrano un deciso assestamento (-11,2 punti percentuali rispetto a giugno) rispetto al terzo trimestre: il 20,3% delle aziende prevede un aumento dei livelli di attività, contro il 18,2% che si attende una diminuzione. Il saldo ottimisti-pessimisti è pari a +2,1 punti percentuali.

Il 17,2% delle rispondenti prevede un aumento dell’occupazione, contro il 7,4% che ne prevede la riduzione, e un saldo ottimisti-pessimisti pari a +9,8% (e un calo di 5 punti rispetto a giugno). Trend negativo per gli ordinativi, con un saldo del -0,6%% e un calo di oltre 10 punti rispetto alla scorsa rilevazione.

Prudenti anche le attese sull’export, con un saldo ottimisti-pessimisti pari a -5,3%, probabilmente a causa del rallentamento delle economie mondiali e alla difficile situazione del commercio globale. Il rallentamento degli investimenti riguarda il 25,7% delle rispondenti (erano il 27,8% a giugno). Cresce il ricorso alla cassa integrazione, che interessa l’8,5% delle imprese, in aumento di 3,4 punti percentuali rispetto a giugno. Stabile il tasso di utilizzo di impianti e risorse, tornato sui valori medi di lungo periodo. Si allarga la forbice tra le imprese medio-grandi (oltre 50 dipendenti), ancora ottimiste (saldo +10,5%) e le più piccole (sotto i 50 addetti), che registrano un saldo del -1,6%.

Con la rilevazione di giugno sono state introdotte alcune domande relative all’aumento dei prezzi: anche a settembre la maggioranza delle rispondenti ha rilevato aumenti di prezzo di materie prime (75,8) energia (91,3%) e trasporti (82,0%).

A livello territoriale, si osserva un quadro con luci e ombre. Da un lato, le previsioni di Asti, Novara, Torino e Canavese restano ottimistiche, con saldi rispettivamente del 10,8%, 8,1%, 6,7% e 16,3%. Brusca frenata ad Alessandria, dove le previsioni tornano vicine allo zero, con saldo a 0,8%. Negative, invece le attese a Vercelli, Verbania, Biella, Cuneo, con saldi rispettivamente a -10,2%, -6,1%, -4,1% e -1,1%.

Nel manifatturiero, le attese per il quarto trimestre 2022 sono in frenata rispetto al terziario, con indicatori negativi, dopo sei trimestri di crescita. In particolare i saldi ottimisti-pessimisti per ordini e produzione sono pari a -4,6% e -1,8%, in calo, rispettivamente, di 11,1 e 12,4 punti rispetto al terzo trimestre. L’export cala di 7,7 punti e registra un saldo del -5,7%.

Ancora relativamente positiva, invece, l’occupazione, con un saldo che resta al 7,6%. Frenano gli investimenti, che interessano il 26,4% delle aziende. Perde un punto il tasso di utilizzo delle risorse (77,9%) e aumenta il ricorso alla CIG, che riguarda oggi il 10,8% delle imprese.

A livello settoriale, le attese della metalmeccanica restano superiori alla media regionale, come accade da oltre un anno, con un ricorso alla CIG che risale al 10%; per contro, gli investimenti restano alti e interessano il 30,2% delle rispondenti. In particolare, si segnala l’ottima performance per meccatronica (+11,2%), mentre frena il comparto dei prodotti in metallo (-1,9%). Buon andamento anche per il comparto degli impiantisti (+19,5%) e della gomma-plastica, che dopo la frenata di giugno, registra un saldo positivo (+4,3%).

Negative le attese nell’alimentare, con un saldo del -2,4%, investimenti sopra la media regionale (32,1%) e un ricorso alla CIG al 9,5%.

Frena il comparto dell’edilizia che, pur restando positivo, perde oltre 15 punti e registra un saldo pari a +1,4%, inferiore alla media regionale. Negativi anche tessile (-10,6%), manifatture varie (-2,1%) e legno (-26,7%).

 

Nei servizi il clima di fiducia è ancora favorevole, pur con indicatori leggermente più prudenti quelli osservati a giugno. Il saldo relativo ai livelli di attività è pari al 12,1% (era 19,9% la scorsa rilevazione), quello relativo agli ordinativi è pari a +9,9% (da +19,0%), quello sull’occupazione è pari +15,3%. Gli investimenti aumentano di 0,8 punti (24%), così come il ricorso alla CIG (da 1,9% a 2,3%). Migliora il tasso di utilizzo delle risorse (86,8%).

A livello settoriale, le attese delle aziende del terziario sono per lo più ottimistiche per il quarto trimestre 2022, pur con qualche segno di assestamento nei saldi ottimisti-pessimisti. Stabili le attese per i servizi alle imprese (22,2%), altri servizi (+15,1%), utility (10,5%), e i trasporti (+12,9%). Tiene bene l’ICT, con un saldo sui livelli di attività che passa da +24,2% a +13,9%. Crolla il commercio e turismo (da +17,6% a -9,3%).




Convegno di Confagricoltura Torino “Le moderne strategie per l’irrigazione del mais”

La manifestazione, nata nel 1999 con la denominazione  “Non solo mais”,  diventa nel 2002  “Fiera del mais e dei cavalli” con l’arrivo del mitico trottatore Varenne che, alla chiusura del periodo delle gare che lo hanno visto vincitore di numerosi premi in tutto il mondo, per 17 anni ha soggiornato a Vigone come stallone.

La Fiera del piccolo centro della pianura pinerolese rappresenta un momento di aggregazione importante per i vigonesi e per tutto il territorio, dove l’allevamento del cavallo da trotto rappresenta da sempre un’importante nicchia del settore, come testimoniano i diversi campioni nati negli allevamenti locali. La zona del Vigonese si impone pure per la coltivazione del mais, tanto sotto l’aspetto qualitativo quanto sotto quello quantitativo con i suoi 9.260 ettari che rappresentano circa il 18,50% dell’intera superficie della provincia di Torino.

Nel contesto di questo evento, sabato 15 ottobre 2022, alle ore 9.30, nella cornice del Museo del Cavallo, in Piazza Vittorio Emanuele II, a Vigone si terrà il convegno “Le moderne strategie per l’irrigazione del mais”, organizzato da Confagricoltura Torino. E’ un incontro importante per illustrare le moderne tecniche d’irrigazione, fondamentali per il futuro della maiscoltura. “L’acqua rappresenta la vita – evidenzia il Presidente Tommaso Visca – ed è un fattore produttivo fondamentale per la coltivazione del mais.” Poiché essa non è un bene illimitato e soprattutto a causa dei cambiamenti climatici in corso, l’uso sostenibile ed efficiente dell’acqua è sicuramente una strada che tutti gli agricoltori dovranno intraprendere per la salvaguardia delle produzioni e dell’ambiente.




CCCIAA Cuneo, congiuntura industria II trimestre 2022

La produzione industriale in provincia di Cuneo nel II trimestre 2022 è salita del 3,3% rispetto all’analogo periodo del 2021, a fronte del +3,8% medio regionale e di incrementi più elevati nelle altre province piemontesi ad eccezione di Novara (+2,2%).

Questo è il positivo quadro che emerge dalla 203ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” condotta, nel mese di luglio 2022, su dati del periodo aprile-giugno 2022, da Unioncamere Piemonte, in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione ha coinvolto 1.728 imprese industriali piemontesi, di cui 249 cuneesi per un totale di 13.631 addetti e un fatturato di oltre 4,3 miliardi di euro.

Nel II trimestre 2022 il rilancio dell’output si associa ai valori positivi di tutti gli indicatori congiunturali. Accanto a una crescita del fatturato totale del 8,4% e a ordini interni che registrano il +2,5%, si presenta positiva la dinamica sui mercati esteri: +7,7% per il fatturato e +4,1% per gli ordinativi. Il grado di utilizzo degli impianti si attesta al 66,1%.

“La nostra economia continua a dare confortanti segnali di ripresa – sottolinea il presidente Mauro Gola – grazie alla crescita del mercato interno e, soprattutto, alle commesse estere che, nei primi sei mesi dell’anno, hanno raggiunto valori complessivi mai toccati in precedenza. Il “sistema Cuneo” deve però confrontarsi con tanti fattori esogeni negativi e le nostre imprese sono chiamate ad affrontare sfide difficili che possono essere vinte soltanto grazie a politiche e strategie condivise a livello europeo”.

Nel II trimestre 2022 la produzione in tutti i comparti mostra un segno positivo, in particolare nel tessile-abbigliamento-calzature con il +6,4%, nelle altre industrie manifatturiere (+3,5%), seguiti da metalmeccanica con il +2,6% mentre l’alimentare registra una crescita più contenuta (+3,4%).
Analizzando i dati per classe di addetti emerge come, in termini di output prodotto, tutte le imprese abbiano riportato un incremento, con risultati non necessariamente più positivi al crescere della dimensione aziendale. La variazione tendenziale della produzione industriale registra, infatti, il +4,8% per le medie imprese (50-249 addetti), il +3,2% per le micro imprese (0-9 addetti), il +2,8% per le piccole imprese (10-49 addetti) e il +1,2% per le realtà di maggiori dimensioni (oltre 250 addetti).

Dall’indagine monografica condotta da Unioncamere sul campione di 249 imprese cuneesi e focalizzata su logistica e infrastrutture è emerso come oltre l’80% degli intervistati reperisca materie prime sul territorio nazionale e che per tre su quattro gli articoli prodotti siano destinati al mercato interno, il cui trasporto viene affidato a ditte esterne che, per la quasi totalità, viaggiano su gomma.
Per ciò che concerne l’accessibilità del territorio in cui si inserisce l’azienda, rispetto alla rete infrastrutturale complessiva, meno della metà delle imprese locali intervistate afferma risulti sufficiente, mentre per un terzo di loro il trasporto su rotaia è da considerarsi insufficiente. Il 60% ritiene sia utile completare in tempi rapidi gli interventi avviati e il 16% suggerisce di potenziare l’intermodalità ferro-gomma-mare. Otto imprese su dieci ritengono che il principale problema riscontrato nel trasporto di merci sia l’aumento dei costi del trasferimento delle materie prime.




Con Confartigianato Cuneo la musica e la danza
 entrano nelle imprese

L’iniziativa, varata da Confartigianato Cuneo per proseguire nel solco dei Creatori di Eccellenza le attività promozionali del comparto artigiano cuneese, in questa edizione si arricchisce di ulteriori contenuti, andando ad aggiungere alle molteplici iniziative in programma – partecipazione a fiere e l’ormai tradizionale “guida” edita da Nino Aragno Editore – un calendario di eventi realizzati direttamente nelle imprese, durante i quali arte e musica si coniugano ad un tema di stretta attualità sul nostro territorio: la sicurezza sul lavoro.

Domenica 2 ottobre, ancora una volta, le Esperienze Artigiane sono salite “sul palco” per intrattenere ed ammaliare il pubblico con le note di uno dei più grandi musicisti jazz contemporanei, fornendo inoltre l’opportunità di visitare direttamente l’impresa ospitante e di apprezzarne l’impegno nel garantire la massima sicurezza nelle fasi lavorative.

Un appuntamento che assume ancora più valore alla luce dell’anniversario di fondazione della rinomata impresa dronerese, fondata esattamente 40 anni fa. L’azienda, specializzata nella lavorazione e costruzione di carpenteria metallica, è molto conosciuta in Italia e all’estero, e collabora con aziende nazionali ed internazionali, prestigiose società di ingegneria e architettura, non solo per la costruzione di impianti industriali e impianti di estrazione mineraria, ma anche per l’edificazione di opere di pregio artistico.

L’iniziativa, organizzata da Confartigianato in collaborazione con l’associazione musicale “La Croma” e “Ad eventi”, ha ottenuto il sostegno della Camera di commercio di Cuneo e il patrocinio di Ministero della Cultura, Provincia di Cuneo, Inail-Direzione regionale Piemonte, Ufficio Scolastico provinciale, ASL CN1 e ASL CN2, Atl del Cuneese e Ente Turismo Langhe, Monferrato e Roero. Media partner del progetto il quotidiano La Stampa. Direttore artistico il Maestro Giacomo Loprieno.

A Dronero, ai saluti istituzionali del “padrone di casa” Adolfo Cesano, in rappresentanza di tutti i soci della Dronero Carpenterie, e del sindaco Mauro Astesano, si sono susseguiti quelli di Domenico Massimino, vicepresidente nazionale Confartigianato Imprese, Paolo Demarchi, consigliere Regione Piemonte, Giuseppe Guerra, direttore ASL CN1, Mauro Bernardi, presidente ATL del Cuneese. Poi, gli interventi di Joseph Meineri, direttore generale di Confartigianato Cuneo e Luca Crosetto, presidente provinciale di Confartigianato Cuneo – presente all’evento con i vicepresidente Daniela Balestra e Michele Quaglia e la presidente di zona Michela Alladio – hanno dato il via allo spettacolo.

«Con questo progetto desideriamo aprire le porte del nostro mondo artigiano – commenta Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – e invitare il pubblico non soltanto a seguire in un contesto insolito le esibizioni di importanti star internazionali, ma a conoscere le nostre imprese al loro interno, per comprenderne direttamente le dinamiche produttive e apprezzarne quell’atmosfera di valori umani e di attenzione alle regole che da sempre contraddistingue l’artigianato del nostro territorio. L’arte fin dall’antichità è sempre stata molto vicina al modus operandi dell’artigiano; arte e artigianato sono parenti stretti, e non soltanto nella radice etimologica».

Prossimo e ultimo appuntamento – “almeno per quest’anno” dichiarano da Confartigianato Cuneo, facendo intendere il proseguimento della rassegna anche per il 2023 – sabato 12 novembre, ad Alba, al Teatro Sociale “Giorgio Bocca” con “Letture sul novecento”, recital a due voci di Giorgio Pasotti e Davide Paganini, che conterrà anche un omaggio al centesimo anniversario della nascita di Beppe Fenoglio.




GI Confindustria Piemonte, Andrea Notari confermato alla presidenza

Il Consiglio Regionale della Federazione Regionale dei Gruppi Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte, riunitosi il 22 settembre 2022, a Torino, presso il Palazzo della Luce, ha rinnovato il mandato presidenziale per il biennio 2022-2024 a Andrea Notari, 32 anni, della Notarimpresa SpA di Novara ed appartenente al Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Novara Vercelli Valsesia. L’attività della rinnovata Presidenza si concentrerà sui temi della Digitalizzazione, dell’Education, dell’Internazionalizzazione e del Turismo e Cultura.
Alla riunione elettiva hanno partecipato il Presidente di Confindustria Piemonte, Marco Gay, e il Presidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Riccardo Di Stefano. Domani, 23 settembre, la Federazione Regionale dei Gruppi Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte organizza, dalle ore 9,30, presso il Palazzo della Luce di Torino (Via Antonio Bertola, 40), la decima edizione del Forum biennale “Le Innovazioni necessarie – UmanaMente”.
L’obiettivo del convegno, divenuto un appuntamento di primaria importanza per il Movimento nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria, è l’analisi delle potenzialità, delle risorse del sistema economico piemontese ed italiano e delle innovazioni necessarie per fronteggiare validamente il futuro delle Imprese nel mercato nazionale ed internazionale. Nel corso del forum esponenti del panorama economico e finanziario italiano e regionale interverranno per discutere su come le competenze del futuro, le nuove tecnologie e le trasformazioni e i cambiamenti dell’ambiente possano essere le prossime leve per il rilancio.
I lavori si apriranno con i saluti di Andrea Notari, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte, e Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemonte. Seguiranno gli interventi di Massimo Temporelli (TheFabLab), Guido Saracco (Politecnico di Torino), Silvio Micali (MIT di Boston), Antonio Gusmini (Banca Mediolanum), Massimiliano De Martino (Gruppo Del Barba – Cerved), Alessandra Gritti (TIP Tamburi Investment Partner), Tiziana Beghin (Parlamento europeo) e Maurizio Marrone (Regione Piemonte). L’intervento conclusivo sarà affidato al Presidente Nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Riccardo Di Stefano.
I lavori saranno coordinati da Mario Moroni.
Andrea Notari, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte, dichiara: «Comprendere le innovazioni necessarie a renderci protagonisti del nostro futuro è da sempre l’obiettivo principale del Forum organizzato dai Giovani Industriali piemontesi. Quest’anno abbiamo composto un panel di grande valore per discutere di innovazione, competenze, finanza e politica, nella convinzione che si trattino di componenti, da saper sfruttare, ugualmente importanti per assicurare lo sviluppo e la competitività delle imprese e del sistema economico piemontese nei prossimi anni».



CNA Piemonte: “Non venga più messa in discussione la microimpresa”.

La microimpresa fa sentire la sua voce: forte e chiara a tutto l’arco costituzionale. CNA Piemonte, attraverso il suo segretario regionale Delio Zanzottera e davanti a numerosi candidati alle prossime elezioni politiche ha deciso di richiamare la politica ai suoi doveri e a illustrato la piattaforma per la micro e piccola imprese, al fine di sottoscrivere un nuovo patto sociale per lo sviluppo. Lunedì 19 settembre al Collegio degli Artigianelli, Salotto delle Idee, CNA Piemonte ha ospitato un incontro con: Luca Carabetta del Movimento 5 Stelle, Marzia Casolati della Lega Salvini Premier, Marco Cavaletto di +Europa, Matteo Doria di Noi Moderati, Mauro Laus del Partito Democratico, Lucio Malan di Fratelli d’Italia, Enrico Manfredi di Sinistra Italiana e Verdi, Claudia Porchietto di Forza Italia e l’onorevole Marco Scibona di Unione Popolare.

“CNA Piemonte raggruppa 40 mila imprese artigiane e della piccola e media impresa ed è sempre stata a tutti i livelli un’associazione fortemente propositiva – ha affermato il segretario Zanzottera -. E oggi ci troviamo davanti ad un vero e proprio dramma. Dopo la catastrofe del Covid, la folle corsa degli aumenti dei costi delle materie prime, la difficoltà a coprire il fabbisogno occupazionale ed il relativo fabbisogno formativo, oggi l’aumento dei costi energetici, già peraltro da noi segnalati e sottoposti alla politica prima dell’innescarsi del conflitto bellico, sta causando un vero e proprio shock. Le bollette hanno raggiunto livelli insostenibili che stanno letteralmente uccidendo le imprese.

Una ricerca interna attesta come nei primi 8 mesi del 2022 i costi energetici delle nostre imprese sono in molti casi triplicati rispetto al medesimo periodo del 2021. Per le energivore oggi il costo rappresenta oltre il 40% dei costi aziendali complessivi; per le imprese manifatturiere e di servizio questo costo è arrivato a rappresentare tra il 5% e il 15% del costo aziendale complessivo (il doppio rispetto al 2021). Non è più procrastinabile la messa a terra di una serie di misure volte a sostenere imprese e cittadini”. Fatta questa premessa, il segretario Zanzottera ha espresso le soluzioni targate CNA.

  • Il nuovo Patto deve contemplare inoltre politiche orientate a ridurre il divario generazionale e di genere.

  • Le proposte che CNA avanza partono dall’assunto che il tessuto imprenditoriale piemontese e italiano e che caratterizza il Made in Italy in Italia e nel mondo è composto per il 99,3% da micro e piccole imprese e questo tessuto va riconosciuto e valorizzato pienamente.

  • CNA chiede prima di tutto un fisco più leggero, semplice e orientato allo sviluppo e l’introduzione di una forma di tassazione premiale sui redditi eccedenti introducendo il principio di “chi più dichiara meno paga”. Tale premialità sarebbe un sano incentivo volto a stimolare il contribuente ad incrementare la produttività.

  • CNA ha chiesto inoltre, quale strumento straordinario per far fronte alle difficoltà contingenti la rateizzazione di tutti i debiti fiscali e contributivi con la dilazione di pagamento.

  • CNA ha avanzato e rinnova la richiesta di introdurre incentivi fiscali con un credito d’imposta al 50% per l’installazione o per il rinnovo di pannelli fotovoltaici sui tetti dei capannoni e stabilimenti produttivi ai fini della produzione di energia destinata all’autoconsumo.

  • Al fine di incentivare il ricorso alla contrattazione collettiva la Cna chiede che gli aumenti salariali fissati dai contratti collettivi nazionali di lavoro siano oggetto di decontribuzione in questo modo accresce il potere d’acquisto dei lavoratori e si riduce progressivamente il divario tra costo del lavoro e salario netto. Il cosiddetto Cuneo Fiscale.

Il segretario Zanzottera ha poi concluso il dibattito richiamodo le forze politiche a porre attenzione a quella che sarà la vera transizione. “Le risorse ci sono ed il PNRR ne mette a disposizione tante, ma la transizione è prima di tutto una questione culturale e quindi è fondamentale lavorare sulla formazione. I giovani, i nostri figli nel prossimo futuro faranno lavori ad oggi sconosciuti è fondamentale perché le micro imprese possano affrontare la transizione accelerate i processi di inclusione e lavorare sulle nuove generazioni”, ha concluso.

Dalla platea sono arrivate le soluzioni proposte nei programmi e che riguardano le ricette economiche. La transizione ecologica come leva di sviluppo è stato ed è uno dei punti nodali del programma del Movimento 5 Stelle, mentre il centrodestra ha ribadito una delle sue ricette più consolidate: la flat tax fino a 100 mila euro. Il centrosinistra ha ricordato quali iniziative si possono adottare per l’internazionalizzazione e il passaggio generazionale, anche agendo sul tema degli orari di lavoro. Infine, per Unione Popolare anche un piano di interventi pubblici di lavori e la leva dell’incentivo ambientale sono strade percorribili anche per il rilancio della micro e piccola impresa.

Vista la vastità della platea e dei relatori, il dibattito si è concentrato su visioni strategiche, partendo da problemi contingenti. Soprattutto si è cercato di tradurre lungo tutta la filiera le soluzioni a problemi che adesso attanagliano molti settori, ma le cui soluzioni sono per necessità, molto complesse. Si è parlato di come calmierare il costo dell’energia, appunto, con autoproduzione e tetto del costo del gas, ma anche come intervenire nell’agroalimentare dove le materie prime stanno vivendo fluttuazioni di prezzo insostenibili. E poi nella grande rivoluzione della transizione ecologica occorre pensare che la nuova mobilità elettrica, l’eventuale dismissione del motore endotermico avranno ricadute pesanti su tutto il mondo dell’indotto.




Un nuovo accordo per il trasporto regionale, imprese artigiane e sindacati insieme per la programmazione e l’innovazione del settore

Confartigianato Imprese Piemonte Trasporti, CNA FITA Piemonte, Casartigiani Piemonte,  FILT CGIL e FIT CISL hanno firmato un nuovo accordo a livello regionale sperimentale. Il documento parte dalla fotografia della situazione regionale che vede in Piemonte il tessuto imprenditoriale del settore del Trasporto composto prevalentemente da imprese artigiane e da piccole imprese. Per questo gli obiettivi dell’accordo puntano a consolidare le relazioni sindacali di categoria tra le parti, individuare strumenti di confronto politico-sindacale strutturale in ordine alle tematiche di settore e sostituire la Commissione regionale Trasporto attualmente operante con una Commissione paritetica regionale trasporti.

Inoltre, per dare un ulteriore strumento alle imprese, siccome le parti convengono sull’opportunità di realizzare concretamente quanto disposto dall’accordo quadro regionale, le associazioni datoriali renderanno disponibili le proprie sedi territoriali al fine di realizzare incontri e contrattazioni di livello aziendale finalizzati a trattare tematiche di comune interesse e di specifica pertinenza aziendale.

Infine, grazie a questo accordo nasce l’Osservatorio Regionale Trasporto Artigiano che sarà luogo di confronto continuo e strutturale per tutte le tematiche afferenti al settore del trasporto. L’Osservatorio avrà l’obiettivo di condividere e rappresentare in tutte le sedi le istanze utili al supporto, alla tutela ed allo sviluppo del settore del trasporto artigiano regionale.

L’Osservatorio è composto pariteticamente dai rappresentanti delle Organizzazioni datoriali e delle Organizzazioni sindacali ed opererà presso l’Ente Bilaterale Artigianato Piemontese – EBAP.

“La firma dell’accordo per la nostra associazione rappresenta unitamente ai sindacati dei lavoratori l’inizio di un percorso comune e dovrà accompagnare e aiutare il settore del trasporto merci ad affrontare un prossimo futuro che si prospetta, purtroppo, molto complicato”, afferma Silvano Favi, presidente Regionale CNA FITA Piemonte

“Con il rinnovo dell’Accordo Quadro regionale – commenta Giovanni Rosso, Presidente di Confartigianato Piemonte Trasporti – abbiamo consolidato i rapporti politici con il sindacato con cui abbiamo condiviso obiettivi e strumenti operativi come l’Osservatorio Regionale, a sostegno delle imprese e dei loro collaboratori”.

“Auspichiamo che la firma dell’accordo rappresenti l’inizio di un nuovo percorso condiviso. La costituzione di un Osservatorio Regionale specifico per il trasporto artigiano rappresenta inoltre un importantissimo strumento per discutere a livello territoriale le sfide che il settore dovrà affrontare nei prossimi mesi e trovare insieme le soluzioni più adatte” commenta il Presidente Regionale di Casartigiani, Paolo Mignone.

“La FILT CGIL Piemonte rappresentata da Luca Iacomino, Segretario regionale – Dipartimento Trasporto Merci e Logistica e Francesco Imburgia, Coordinatore Regionale – Dipartimento Trasporto Merci e Logistica, esprime soddisfazione per l’accordo sottoscritto, crediamo sia un importante e determinante passo avanti allo scopo di compattare il frammentato tessuto imprenditoriale del settore del trasporto composto prevalentemente da imprese artigiane e piccole imprese e consolidare le relazioni sindacali di categoria tra le parti firmatarie dell’ accordo. Innovativo il riconoscimento dell’elemento perequativo alla sottoscrizione, per adesione all’ accordo con avvio di un percorso di relazioni tra le parti che inquadrino problemi mirati e difficoltà nelle realtà lavorative con l’obiettivo di studiare e trovare soluzioni al loro superamento, oltre a salvaguardare i diritti sul lavoro, migliorare condizioni di sicurezza e ambienti di lavoro a favore dei lavoratori”.

“La FIT CISL Piemonte rappresentata da Raffaele Marino Coordinatore Regionale – Area Logistica Trasporto Merci e dai Dirigenti Sindacali Alessandro Vittadello e Pietro Paolo Errichelli, esprime soddisfazione per la sottoscrizione dell’accordo che getta le basi ad un sistema di relazioni industriali partecipate, finalizzate ad intercettare i bisogni delle Lavoratrici, dei Lavoratori e delle imprese che operano in questo strategico settore, avvalendosi delle reciproche competenze messe a fattor comune nell’ambito dell’Osservatorio Regionale Trasporto Artigiano , neo costituito. Sul fronte economico riscontriamo un importante risultato circa l’automatismo di premialità nelle diverse forme e comunque la possibilità di negoziare incrementi a sostegno delle retribuzioni”.




Esportazione della provincia di Cuneo, nei primi mesi del 2022 le vendite aumentano del 6,0%

Il I semestre 2022 chiude con un aumento del 6,0% delle vendite all’estero per le imprese della provincia di Cuneo. Il dato è positivo non soltanto rispetto al 2021, ma anche nei confronti del 2019 ultimo anno pre-Covid. La crescita rispetto a tre anni fa è del 14,4%.

Complessivamente nel I semestre 2022 le vendite all’estero dei prodotti made in Cuneo hanno raggiunto i 4.621 milioni di euro. Nel corrispondente semestre il valore delle importazioni ha segnato i 3.145 milioni di euro, con un aumento del 28,9% rispetto ai primi sei mesi del 2021. Il saldo della bilancia commerciale si è portato a 1.476 milioni di euro, in diminuzione rispetto a quello registrato nel I semestre 2021 quando si attestava a 1.920 milioni di euro.

Cuneo si conferma al secondo posto, dopo Torino, per valore esportato, con il 16,3% delle vendite regionali fuori confine, sebbene le altre province piemontesi abbiano registrato incrementi maggiori nel valore dell’export. E così la crescita delle esportazioni cuneesi nel periodo gennaio-giugno 2022 è meno sostenuta rispetto a quella nazionale (+22,5%) e regionale (+18,0%), ma occorre tener presente che il 2021 fece segnare il record assoluto dell’export cuneese.

 

“Malgrado i gravi problemi congiunturali e infrastrutturali che tutti conosciamo, i dati dell’export cuneese continuano a essere estremamente lusinghieri – afferma presidente Mauro Gola. Il folle aumento dei prezzi dell’energia elettrica, delle materie prime e del gas rischia però di compromettere seriamente le prospettive economiche generali. Questa crisi deve stimolarci ad accelerare sulla transizione ed efficienza energetica, sul ricorso alle energie rinnovabili e sulla rimodulazione delle catene di fornitura dell’energia”.

Fonte: Elaborazione Camera di commercio di Cuneo su dati Istat

 

“La serie storica, riferita ai dati dei primi sei mesi di ogni anno, evidenzia il trend di crescita delle esportazioni cuneesi nell’ultimo quinquennio fatta eccezione per il 2020 condizionato dagli effetti della pandemia – afferma il presidente camerale. Dall’andamento del grafico si evince che, negli ultimi cinque anni, l’export cuneese è cresciuto del 27,2%”.

 

Esportazioni della provincia di Cuneo per principali prodotti (dati in euro)

 

  I semestre 2021 I semestre 2022 Quota I   semestre 2022 Var %
Prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura

e della pesca

228.748.953 169.702.861 3,7% -25,8%
Prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere 5.788.098 6.196.220 0,1% 7,1%
Prodotti delle attività manifatturiere 4.098.846.194 4.412.163.944 95,5% 7,6%
Prodotti alimentari, bevande e tabacco 1.425.887.017 1.595.261.391 34,5% 11,9%
Mezzi di trasporto 823.854.681 879.222.693 19,0% 6,7%
Macchinari e apparecchi n.c.a. 572.812.748 627.052.707 13,6% 9,5%
Articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi 572.007.096 440.726.872 9,5% -23,0%
Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti 172.528.016 225.830.947 4,9% 30,9%
Chimica e farmaceutica 171.577.141 200.575.663 4,3% 16,9%
Legno e prodotti in legno; carta e stampa 121.739.622 180.902.376 3,9% 48,6%
Apparecchi elettrici, elettronici e ottici 109.096.614 114.891.930 2,5% 5,3%
Tessile, abbigliamento, pelli e accessori 89.232.505 102.049.530 2,2% 14,4%
Altri prodotti delle attività manifatturiere 40.110.754 45.649.835 1,0% 13,8%
Prodotti delle altre Attività 26.422.443 32.468.355 0,7% 22,9%
Totale 4.359.805.688 4.620.531.380 100,0% 6,0%

 

         

 

       

Fonte: Elaborazione Camera di commercio di Cuneo su dati Istat

 

 

 

Nel I semestre 2022 l’aumento delle esportazioni cuneesi di prodotti manifatturieri, che rappresentano il 95,5% del totale, è stato del +7,6%, seguito dai prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere con un +7,1%; mentre il comparto agricolo ha registrato una forte perdita (-25,8%).

Analizzando nel dettaglio la manifattura cuneese emerge come la filiera dell’industria alimentare, che pesa per il 34,5%, sia il settore trainante dell’export manifatturiero con +11,9%, sebbene questo semestre la performance migliore sia stata registrata dalla filiera del legno (+48,6%), seguito dai metalli (+30,9%), da chimica e farmaceutica (+16,9%) e tessile (+14,4%). L’unico comparto a registrare una forte decrescita è stato quello degli articoli in gomma (-23,0%), mentre i restanti hanno evidenziato incrementi minori pur in un contesto positivo.

 

Esportazioni della provincia di Cuneo per principali Paesi (dati in euro)

 

Paesi I semestre 2021 I semestre 2022 Quota I semestre 2022 Var. %
Francia 825.958.005 846.802.706 18,3% 2,5%
Germania 685.813.396 645.084.519 14,0% -5,9%
Spagna 245.703.234 254.764.100 5,5% 3,7%
Polonia 217.050.327 194.683.089 4,2% -10,3%
Belgio 146.960.459 165.651.214 3,6% 12,7%
Paesi Bassi 84.717.631 125.153.860 2,7% 47,7%
Repubblica Ceca 84.328.017 89.891.505 1,9% 6,6%
Romania 44.305.331 63.043.428 1,4% 42,3%
Austria 59.530.132 57.673.134 1,2% -3,1%
Svezia 44.299.538 50.114.857 1,1% 13,1%
Altri Paesi Ue-27 319.544.055 359.131.892 7,8% 12,4%
Ue-27 (post Brexit) 2.758.210.125 2.851.994.304 61,7% 3,4%
Stati Uniti 339.440.812 333.974.253 7,2% -1,6%
Regno Unito (*) 227.123.073 254.036.263 5,5% 11,8%
Canada 75.641.541 105.133.375 2,3% 39,0%
Svizzera 80.159.215 96.111.608 2,1% 19,9%
Russia 74.684.651 74.135.700 1,6% -0,7%
Cina 66.975.976 63.411.345 1,4% -5,3%
Turchia 48.420.552 61.190.748 1,3% 26,4%
Messico 35.421.377 51.416.190 1,1% 45,2%
India 38.322.316 49.141.511 1,1% 28,2%
Australia 40.804.667 46.674.219 1,0% 14,4%
Altri Paesi extra Ue-27 574.601.383 633.311.864 13,7% 10,2%
Extra Ue-27 (post Brexit) 1.601.595.563 1.768.537.076 38,3% 10,4%
Mondo 4.359.805.688 4.620.531.380 100,0% 6,0%

 

(*) L’Accordo di recesso del Regno Unito dalla UE è entrato in vigore il 1° febbraio 2020.

A partire da tale data, il Regno Unito è diventato uno Stato terzo. Le serie storiche per le due nuove aree

Ue-27 ed extra Ue-27 sono state ricostruite per rendere coerenti i confronti temporali.    

 

 

 

 

 

Il bacino dell’Ue-27 ha attratto il 61,7% delle esportazioni provinciali, contro il 38,3% dei mercati situati al di fuori dell’area comunitaria. L’aumento registrato dalle vendite dirette verso i Paesi dell’Ue-27 è stato del 3,4%, mentre quello verso i partner commerciali extra Ue-27 ha segnato un +10,4%.

I più importanti mercati dell’area Ue-27 si confermano essere quello francese e tedesco, con quote rispettivamente pari al 18,3% e 14,0%. La Francia ha evidenziato una crescita del 2,5%, mentre il mercato tedesco una flessione del 5,9%. La Spagna, con una quota del 5,5%, ha registrato una variazione del +3,7%, mentre la Polonia con una quota del 4,2% ha riportato una flessione del 10,3%. Le variazioni, in positivo, maggiormente significative sono state registrate da Paesi Bassi (+47,7%) e Romania (+42,3%), seguite da Svezia (+13,1%) e Belgio (+12,7%).

Per il bacino Extra Ue-27 i mercati di maggior sbocco sono gli Stati Uniti e il Regno Unito che rappresentano rispettivamente il 7,2% e il 5,5% dell’export complessivo. Gli Stati Uniti hanno registrato una flessione dell’1,6%, mentre il Regno Unito un incremento dell’11,8%. Il Canada con una quota del 2,3% ha riportato un ottimo +39,0% e così la Svizzera (+19,9%). Pur rappresentando una percentuale bassa delle nostre esportazioni (1,1%) il risultato migliore l’ha conseguito il Messico (+45,2%) seguito da India (28,2%) e Turchia (+26,4%). Russia e Cina invece hanno registrato una flessione rispettivamente dello 0,7% e del 5,3%. Sorprende, malgrado il conflitto in corso, la sostanziale tenuta delle esportazioni nei confronti della Russia (-0,7%).

 

 

 

 




Confagricoltura: boom di acquisti di uova da parte delle famiglie, ma le imprese di allevamento sono in difficoltà

L’aumento dei costi energetici e il rincaro delle materie prime mette in difficoltà le imprese di allevamento avicolo. In Piemonte il comparto che può contare su 852 allevamenti avicoli (con oltre 22 milioni di animali allevati tra galline, anatre, faraone, polli da carne, tacchini, etc.).
In quest’ambito nella nostra regione sono attivi 339 allevamenti di galline ovaiole, con 2,6 milioni di capi allevati (6,3% del totale nazionale), che danno lavoro direttamente a oltre 1.000 addetti, per un fatturato all’origine che sfiora i 90 milioni di euro.
“Le spese per la produzione continuano a aumentare: al rincaro del prezzo dei mangimi negli ultimi mesi si è aggiunto, in modo pesante, il costo dell’energia – spiega Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – che impatta negativamente sulla redditività delle imprese”.

Oreste Massimino, presidente degli allevatori avicoli di Confagricoltura Piemonte, aggiunge: “Anche se molte aziende hanno già attivato impianti per la produzione di energia da fonti solari, l’estate di quest’anno è stata particolarmente calda e le temperature elevate hanno costretto gli allevatori ad aumentare le spese per la ventilazione forzata e il raffrescamento degli ambienti, per garantire un adeguato livello di benessere animale”.
Il mercato delle uova è tonico; il costo al consumo contenuto, soprattutto in rapporto all’energia fornita e alla qualità delle produzioni, sta facendo crescere i consumi. Ogni italiano, mediamente, tra prodotto fresco e alimenti trasformati, consuma circa 219 uova all’anno. I listini all’ingrosso delle uova sono aumentati, ma l’incremento dei costi produttivi e la situazione di incertezza per l’andamento degli approvvigionamenti energetici disincentiva gli allevatori, che guardano con timore al futuro.
“In assenza di misure adeguate – dichiara Gabriella Fantolino, titolare di un’azienda di allevamento a Fiano Torinese e vicepresidente degli allevatori avicoli di Confagricoltura Piemonte – si rischia di andare incontro a una forte contrazione delle produzioni, anche a causa dei probabili ulteriori aumenti dei costi che si profilano nei prossimi mesi a seguito del peggiorare della crisi dovuta al conflitto russo-ucraino.”

Per questi motivi, oltre ai sostegni diretti agli allevatori già previsti a livello comunitario e nazionale e a quelli indispensabili e urgenti finalizzati a contenere il costo dell’energia, è importante che nelle sedi istituzionali competenti si promuovano azioni idonee a riposizionare sul mercato, in un ambito economicamente sostenibile, le uova di gallina prodotte in Piemonte, facendo in modo che le aziende possano collocare la produzione recuperando i costi di produzione. “Chiediamo maggiore attenzione dal mondo politico e dalle istituzioni – aggiunge Allasia – intervenendo per non disperdere un patrimonio di conoscenza e competenza di un comparto che produce proteine per l’alimentazione a un costo davvero contenuto per le famiglie”.

La filiera delle uova in Italia è costituita da circa 2.600 allevamenti, con 41 milioni di capi (75% al Nord), per una produzione annua di 12,6 miliardi di uova e un valore della produzione all’origine di 1,4 miliardi di euro.

Comunicato stampa