Cereali, un settore penalizzato da condizioni climatiche e mercato. Confagricoltura Piemonte: “I conti non tornano

I dati sul settore cerealicolo messi a disposizione dal Copa Cogeca, l’organo di rappresentanza degli agricoltori e delle cooperative agricole dell’UE, destano forti preoccupazioni.

La produzione di cereali, in Europa, quella dei 27 Paesi, dovrebbe raggiungere i 257.3 milioni di tonnellate per far fronte alla domanda di mercato, ma attualmente registra un calo del 4.7% (circa 10 milioni in meno) sul raccolto del 2023. Anche a livello nazionale la situazione produttiva è analoga.

 

Le piogge sul Piemonte da aprile in poi hanno lasciato ben poche finestre temporali utili alle lavorazioni: hanno causato ritardi nella semina o addirittura la risemina di alcuni cereali, richiedendo l’impiego di varietà con periodi di crescita più brevi e precoci. Tuttavia, nonostante la scarsa produzione, la qualità si è mantenuta su buoni livelli” puntualizza Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte che prosegue evidenziando come il settore cerealicolo e la sua filiera facciano parte di una commodity; pertanto, scontano dei prezzi di un listino mondiale, che poco remunerano le nostre realtà produttive, sostenibili e garantite.

 

A questa situazione già penalizzante, occorre anche aggiungere che non si arresta la tendenza in crescita del prezzo dei mezzi chimici, carburante, energia elettrica e semente, contribuendo sensibilmente all’incremento dei costi di produzione mentre, allo stesso tempo, il sistema degli anticipi e degli acconti degli aiuti Pac sta scontando ridimensionamenti e ritardi rispetto alla precedente programmazione.

In sostanza la materia prima è pagata in modo inadeguato, nonostante la qualità regga – sottolinea il presidente – ma i costi per produrre aumentano”.

Gli agricoltori possono tracciare tutte le attività in campo per arrivare a certificare la salubrità del prodotto ma continuano ad essere penalizzati poiché il valore aggiunto non viene distribuito in modo equo lungo tutta la filiera” sottolinea Allasia.

 

Un altro problema da trattare in modo risoluto riguarda l’autosufficienza alimentare del nostro Paese” evidenzia Allasia. “Occorre lavorare insieme, produttori agricoli e trasformatori, per superare le criticità di questa e di altre filiere significative del sistema agroalimentare nazionaleattraverso contratti tra le parti, per valorizzare la materia prima nazionale, anche collaborando con istituti di ricerca e università”.

 

Un ulteriore aspetto da migliorare – ritiene Confagricoltura Piemonte – è quello della logistica: una diminuzione dei costi lungo la catena della distribuzione andrebbe a tutto vantaggio dei consumatori finali, rendendo il carrello della spesa più leggero in termini economici.

 

“In altre parole – ricapitola Allasia – è necessario lavorare su progetti per filiere più competitive, capaci di creare reddito, favorire l’aggregazione di prodotto, migliorare la logistica di trasporto e di stoccaggio e, nel contempo, in grado di puntare su ricerca e innovazione al fine di dare al consumatore un prodotto sempre più di qualità




CNA Piemonte – Crisi Automotive: CNA Piemonte chiede interventi urgenti a sostegno di artigiani e PMI

Il settore automotive in Piemonte sta vivendo una delle crisi più gravi degli ultimi decenni. I dati pubblicati recentemente dall’ISTAT indicano una contrazione del 35% nella produzione di automobili nel mese di luglio, con un calo annuo del 3,3%. Questa tendenza negativa, che prosegue da 18 mesi consecutivi, ha colpito duramente l’intera filiera produttiva, in particolare artigiani e micro e piccole imprese che rappresentano il cuore pulsante dell’economia regionale.

La crisi del settore automobilistico non è una novità per il Piemonte, una regione che vanta una lunga tradizione in questo comparto. La delocalizzazione di Stellantis e la chiusura di stabilimenti storici hanno creato un vuoto pericoloso, dissipando competenze ingegneristiche e capacità produttive uniche . La situazione è ulteriormente peggiorata a causa della riduzione della domanda interna e delle esportazioni, soprattutto verso la Germania, un mercato chiave per molte imprese piemontesi .

In base alla recente analisi di Unioncamere Piemonte nel primo semestre del 2024, il valore delle merci esportate dal Piemonte è diminuito del 46%, un calo preoccupante che riflette l’impatto della crisi su tutto il tessuto produttivo . Le piccole imprese, già in difficoltà a causa della pandemia e delle tensioni geopolitiche, stanno lottando per sopravvivere in un contesto sempre più incerto e competitivo.

Di fronte a questa emergenza, CNA Piemonte lancia un appello alle istituzioni locali e nazionali per un intervento immediato e coordinato a sostegno delle piccole e medie imprese del settore automotive. “Le micro e piccole imprese, che costituiscono la spina dorsale del nostro tessuto economico, non possono essere lasciate sole in questo momento critico”, dichiara Delio Zanzottera, Segretario Regionale di CNA Piemonte. “Chiediamo alla nuova Giunta regionale e ai Parlamentari piemontesi un confronto urgente per pianificare strategie concrete per la ripresa, a partire dalla Transizione 5.0 e dall’accesso agevolato al credito ”.

Le proposte di CNA Piemonte includono misure specifiche per incentivare l’innovazione, la digitalizzazione e la formazione professionale delle imprese, oltre a semplificazioni burocratiche e un rinnovato supporto all’internazionalizzazione. “Le imprese piemontesi hanno dimostrato resilienza e capacità di adattamento, ma senza un sostegno concreto rischiano di vedere disperse competenze e posti di lavoro. In questo contesto, CNA Piemonte sottolinea anche l’importanza di sostenere la transizione ecologica. Gli incentivi legati alla produzione sostenibile e alla promozione del “Made in Europe” possono rappresentare una leva fondamentale per rilanciare il settore automotive regionale. Tuttavia, è necessario agire rapidamente per sfruttare appieno le opportunità offerte dai nuovi eco-bonus previsti per il 2025” dichiara Giovanni Genovesio, Presidente di CNA Piemonte.

Il Piemonte ha tutte le competenze e le risorse per continuare a essere un polo di eccellenza nel settore automotive, ma per farlo è necessario che le istituzioni intervengano con urgenza. CNA Piemonte chiede un piano d’azione immediato che coinvolga tutti gli attori della filiera produttiva per garantire il futuro di migliaia di imprese e lavoratori che dipendono da questo settore.




Spin off di Comau, la Regione è in contatto con il ministero

“La Regione è informata del percorso di spin off, di Comau da Stellantis? E il governo non intende esercitare il golden power, annunciata dal ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso?”. Queste le domande poste da Alice Ravinale (Avs) all’assessore Elena Chiorino. L’occasione è stata la discussione dei primi question time della legislatura, presieduti dal consigliere segretario dell’Udp, Fabio CarossoRavinale ha aggiunto che “la questione è importante anche ai fini di tutelare i lavoratori e le lavoratrici e la loro continuità occupazionale”.

Chiorino ha risposto che “la Giunta regionale non solo è informata ma è in costante contatto con il ministro Urso per lavorare a supporto del mantenimento delle eccellenze del nostro territorio. Lavoriamo per richiamare alle proprie responsabilità Stellantis anche rispetto ai finanziamenti pubblici ricevuti. La Comau rappresenta un patrimonio industriale di grande valore, non solo per la nostra regione, ma per l’intero automotive italiano. La Giunta è impegnata per tutelare le eccellenze professionali e industriali, per non disperdere le competenze ed evitare la perdita di competitività del nostro territorio”.

Durante i question time è stata data risposta anche alle interrogazioni di: Nadia Conticelli (Pd) sui pagamenti dei finanziamenti per la lotta alla tratta di esseri umani e al caporalato; Alberto Unia (M5s) sulle azioni per affrontare l’emergenza casa; Sarah Disabato (M5s) sulla carenza di infermieri in Piemonte; Giovanna Pentenero (Pd) sulla diffusione del virus della “lingua blu”; Giulia Marro (Avs) sulla verifica della applicazione dell’ordinanza sulle limitazioni del lavoro nelle ore calde; Vittoria Nallo (Stati Uniti d’Europa) sulla situazione degli studenti che alloggiano nelle residenze Edisu Piemonte nel periodo delle Universiadi 2025; Monica Canalis (Pd) sui tagli agli ausili per l’incontinenza delle persone non autosufficienti.




Confindustria Piemonte, Andrea Amalberto presenta le linee di attività e la sua squadra

Il Consiglio di Presidenza di Confindustria Piemonte, nel corso della prima riunione dopo l’elezione di Andrea Amalberto, ha ratificato le nomine e le ‘Linee di attività’ proposte dal neopresidente.

Saranno quattro i vicepresidenti:

–         Laura Coppo, Presidente di Confindustria Alessandria

–         Mariano Costamagna, Presidente di Confindustria Cuneo

–         Gianni Filippa, Presidente Confindustria Novara Vercelli Valsesia

–         Marco Gay, Presidente Unione Industriali Torino.

Cinque le deleghe assegnate dal presidente: a Patrizia Paglia (Canavese) va quella per l’Automotive; alle Attività estrattive, Carlo Colombino (Torino) che è coordinatore del gruppo di lavoro; per il Made In, Paolo Barberis Canonico (Biella); per Politiche attive del Lavoro e Welfare, Laura Coppo (Alessandria); per la Transizione Digitale, Paolo Conta, presidente pro tempore del DIH Piemonte. Il Presidente Amalberto mantiene invece la responsabilità diretta sulle deleghe per: Ambiente e Energia; Capitale Umano; Desk Bruxelles; Organizzazione e sinergie del sistema Confindustriale piemontese.

Sono invece dieci le commissioni, per cui sono già stati indicati i rispettivi Presidenti:

–         Commissione Aerospazio, Giorgio Marsiaj (Torino)

–         Commissione Agroalimentare, Marco Brugo Ceriotti (Novara Vercelli Valsesia)

–         Commissione Credito e Finanza, Giorgio Baldini (Novara Vercelli Valsesia)

–         Commissione ESG, Marco Piccolo (Torino)

–         Commissione Industria del Turismo (con cultura e turismo di impresa), Laura Zegna (Biella)

–         Commissione Infrastrutture e Urbanistica, Paola Malabaila (Ance Piemonte)

–         Commissione Internazionalizzazione ed attrazione investimenti, Alessandro Battaglia (Cuneo)

–         Commissione Multinazionali, Pierpaolo Antonioli (Torino)

–         Commissione Sanità e Scienze della Vita, Alberta Pasquero (Canavese)

–         Commissione Trasporti e Logistica, Alberto Crivello (Torino).

Nei prossimi quattro anni, metteremo al centro con il Presidente della Regione Piemonte e la sua Giunta un percorso di condivisione, relativo a strategie e progetti di politica industriale coerenti con le Proposte del Piano Industriale del Piemonte di Confindustria Piemonte. Il nostro obiettivo è un Piemonte industriale, innovativo, sostenibile, internazionale. Anche in questa prospettiva intendiamo lanciare già dal 2025 un nuovo appuntamento, ovvero gli Stati Generali di Confindustria Piemonte, dove potremo verificare lo stato dell’economia regionale e delle dinamiche progettuali in corso” ha spiegato nel corso della riunione il presidente Andrea Amalberto. Un’ulteriore punto di attenzione saranno anche le partecipazioni regionali, in cui viene chiesto “un rafforzamento del nostro ruolo per la definizione delle strategie, la gestione delle iniziative e la ricerca di investitori privati. In particolare, penso alle relazioni con Finpiemonte e Finpiemonte Partecipazioni, CEIPiemonte, CSI Piemonte e IRES”. Crescerà anche il coinvolgimento dei Parlamentari piemontesi e dei componenti del Governo, aumentando i momenti di confronto sia con il consiglio di presidenza, sia direttamente con le Commissioni di Confindustria Piemonte.

Un lavoro intenso ed esteso, ha spiegato ancora Amalberto, per inserire il Piemonte nel flusso della transizione verso la mobilità sostenibile come piattaforma che crea e realizza soluzioni, non solo per l’utente finale. Consolidare i settori recentemente vincenti come l’agri-eno-food e alzare il livello della competitività delle filiere storiche come tessile, aerospazio, lusso. Si vogliono poi cogliere le occasioni nelle life-science, medicina, biotech e salute. Focus anche sull’Intelligenza Artificiale, robotica e big data per favorire la diffusione intersettoriale nelle specializzazioni locali, anche nel settore pubblico, e guidare la regione nella transizione digitale e tecnologica. Tra gli obiettivi stabilmente in agenda il completamento del disegno di realizzazione delle infrastrutture, il consolidamento del Piemonte come una piattaforma logistica di terza generazione, l’economia circolare, la sostenibilità e la green economy.

Infine, tra le priorità indicate dal presidente Amalberto, anche il Progetto Migranti che vuole essere coerente con gli obiettivi del Piano Mattei per l’Africa. L’intenzione è anche riuscire a promuovere percorsi di istruzione tecnica e formazione professionale allineati con le esigenze del mondo del lavoro per formare e consentire l’ingresso nel nostro Paese di lavoratori qualificati per le nostre necessità e nei settori nei quali risulta complicato reperire manodopera nel Nord Italia. Il coordinamento del progetto sarà gestito da Laura Coppo, Presidente di Confindustria Alessandria, insieme alla Piccola Industria e ai Giovani Imprenditori.

Il Consiglio di Presidenza di Confindustria Piemonte risulta pertanto così composto: Presidente: Andrea Amalberto. Vicepresidenti: Laura Coppo, Confindustria Alessandria; Mariano Costamagna, Confindustria Cuneo; Gianni Filippa, Confindustria Novara Vercelli Valsesia; Marco Gay, Unione Industriali Torino. Consiglieri: Alberto Biraghi, Piccola Industria di Confindustria Piemonte; Paolo Conta, Confindustria Canavese; Luigi Costa, Unione Industriale Asti; Paola Malabaila, Ance Piemonte; Andrea Notari, Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte; Michele Setaro, Unione Industriali del VCO; Giovanni Vietti, Unione Industriale Biellese.




Settimana europea della mobilità:la Città metropolitana presenta il progetto europeo A.M.I.C.I.

Nell’ambito delle iniziative per la Settimana europea della mobilità, la Città metropolitana di Torino ha organizzato l’incontro di presentazione del progetto europeo A.M.I.C.I. Azioni di Mobilità Innovativa, Cooperativa e Integrata per martedì 17 settembre nella sede di corso Inghilterra 7 a Torino.
Si tratta di un progetto transfrontaliero Alcotra Italia-Francia per contribuire a sostenere la cultura della mobilità sostenibile, sperimentando servizi per il trasporto di persone e merci: i partner italiani e francesi (Città metropolitana di Torino, Unione Montana Val Susa, Syndicat Mixte de l’Avant Pays Savoyard, Communauté d’Agglomération d’Arlysère) collaborano ad azioni transfrontaliere su due linee d’intervento principali:
-sensibilizzare e mostrare altre possibili forme di mobilità alle amministrazioni, alle scuole e alle imprese dei territori interessati, per stimolare cittadini, studenti, lavoratori ad adottare forme di mobilità sostenibile con azioni di educazione e formazione, scambi di buone pratiche, visite di studio e tavoli di lavoro locali e transfrontalieri;
-sperimentare forme di mobilità sostenibile basate sul concetto di “mobilità as-a-service” (MaaS), attraverso la creazione di una rete di infrastrutture come stazioni ciclabili all’incrocio di diversi mezzi di trasporto e fermate di carpooling su strade trafficate, mostrando possibili alternative all’uso quotidiano dell’auto privata e nuovi modelli di mobilità sostenibile, compresa la logistica urbana a emissioni zero.
Al mattino la presentazione del progetto si potrà seguire anche via webinar, mentre al pomeriggio i due workshop di approfondimento si terranno esclusivamente in presenza.



PSA, Confagricoltura Piemonte: in due anni, provvedimenti sottodimensionati

La filiera suinicola piemontese e nazionale si trova in una situazione per certi versi simile all’emergenza sanitaria, con le dovute proporzioni, generata dalla pandemia di Covid-19, delle cui conseguenze siamo purtroppo tutti a conoscenza” riferisce il presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia dopo aver esaminato la nuova possibile estensione delle zone di restrizione, atte a circoscrivere una malattia virale, la Peste Suina Africana, che nonostante non si trasmetta all’uomo, sta avendo numerose e nefaste conseguenze sull’intera economia zootecnica e non solo.

 

Confagricoltura ha stimato in oltre 20milioni di euro al mese le perdite dirette per la filiera suinicola nazionale, ma in realtà sono in crescita se si considera il possibile allargamento delle aree del Piemonte (in cui si contano al 30 giugno scorso 1.164 allevamenti suinicoli) nelle quali è stato riscontrato un focolaio: ad esempio, nella zona 1, sarebbero coinvolti 40 allevamenti per un totale di circa 44.600 capi che passerebbero con la nuova delimitazione territoriali in cui non è possibile movimentare gli animali, a 71 e coinvolgerebbero circa 100.000 capi.

La nuova ordinanza contro la diffusione della Psa, con regole valide per Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna in vigore fino al 30 settembre 2024, prevede l’abbattimento dei suini domestici contagiati, norme di prevenzione e innalzamento dei livelli di biosicurezza, quarantena nelle province di Lodi, Pavia e alcune attigue del Piemonte.

La nostra regione, secondo l’ultimo rapporto di ISMEA, è al secondo posto (16%) per consistenza di suini dopo la Lombardia, dove viene allevata circa la metà del patrimonio nazionale di maiali, con produzioni di elevata qualità, quasi interamente destinate al circuito delle DOP ” precisa Lella Bassignana, direttore di Confagricoltura Piemonte registrando dal vivo le preoccupazioni degli allevatori. “In mancanza di adeguati ristori, a breve molte aziende saranno costrette a chiudere i battenti. L’epidemia, infatti, avanza e porta con sé numerose questioni da risolvere: dai costi per lo smaltimento degli animali fermi in allevamento, alla necessità di estendere la cassa integrazione ai lavoratori delle aziende colpite dalla crisi, alla mancanza di reflui necessari al funzionamento degli impianti a biogas e molto altro” rimarca Bassignana.

 

Se gli imprenditori agricoli devono continuamente migliorare gli standard di prevenzione contro tutti i contagi, anche la popolazione deve fare la sua parte: Confagricoltura Piemonte invita a smaltire gli avanzi del cibo nell’umido, considerando l’ipotesi che alcuni carni potrebbero venire dai Paesi dell’Est, dove ci sono migliaia di focolari di Psa tra cinghiali e suini allevati, ed essere contagiate: se quello che avanza finisce nella spazzatura, dove spesso vanno a grufolare i cinghiali, si contribuisce a diffondere la malattia.

 

Il settore chiede con forza una svolta nel depopolamento degli ungulati, principali vettori del virus, e che si adotti ogni misura utile a ristorare dei danni diretti e indiretti di tutte le aziende che oggi risiedono all’interno delle aree coinvolte.




Sì al Ddl 5: 25 milioni restano in Piemonte

Approvato dal Consiglio regionale, all’unanimità dei votanti (l’opposizione non ha partecipato al voto), il Ddl numero 5 “Disposizioni in materia di assolvimento degli obblighi di finanza pubblica”. Ha presieduto la prima seduta della nuova legislatura Davide Nicco, alla presenza dell’assessore al Bilancio Andrea Tronzano.

Come ha spiegato nella sua relazione di maggioranza Debora Biglia (Fi), “si tratta del recepimento di un decreto legge nazionale del 9 agosto”. L’anno precedente, infatti, il governo aveva stabilito che le regioni a statuto ordinario partecipassero alla copertura del disavanzo statale e la quota del Piemonte era di 25 milioni di euro. Quest’anno, invece, Roma ha deciso che le regioni a loro volta in disavanzo possano decidere di trattenere tale somma e “iscriverla in un fondo nella parte corrente del primo esercizio del bilancio di previsione 2024-2026”. “Tale operazione – ha chiarito Biglia – necessita dell’approvazione del Ddl che stiamo mettendo ai voti”.

Fabio Isnardi (Pd), relatore di minoranza, ha argomentato che “si potrebbe chiedere un intervento dei nostri parlamentari per trovare altri metodi, magari più antipatici, per recuperare i soldi. Come quello di far pagare le tasse a chi non ha l’abitudine di pagarle: non chiedere aiuto alle Regioni, anche perché un piano di rientro ce l’abbiamo e sta funzionando”.




Il sistema industriale italiano protagonista internazionale nella Big Science

Il sistema industriale italiano sta emergendo con un ruolo di rilievo nell’ambito della “Big Science”, un settore che comprende grandi progetti scientifici e tecnologici internazionali. Un protagonismo che si esprime in modo evidente attraverso l’aggiudicazione da parte di numerose imprese nazionali di rilevanti commesse con i principali centri di ricerca scientifica europei, impegnati in sperimentazioni d’avanguardia su più fronti.

Un esempio significativo è rappresentato dal coinvolgimento delle nostre aziende nello sviluppo dei progetti dedicati alla fusione nucleare, che promettono di rivoluzionare la produzione elettrica puntando su una delle soluzioni più promettenti per ottenere energia pulita e sostenibile. In particolare, diverse realtà stanno contribuendo alla realizzazione di ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor) attraverso la fornitura di componenti tecnologiche avanzate. Analogamente, il know-how produttivo italiano contribuisce all’attività condotta in altri campi della Big Science, a partire da quelli legati alla fisica delle particelle e all’astronomia: è il caso, ad esempio, delle collaborazioni in atto con il CERN di Ginevra per la realizzazione di strumentazioni destinate ad esperimenti di fisica delle alte energie.

Si tratta di partnership che non solo rafforzano la posizione dell’Italia nel panorama scientifico internazionale, ma che al contempo contribuiscono allo sviluppo tecnologico e industriale del Paese, anche grazie alla significativa presenza, al fianco dei grandi player industriali nazionali, delle nostre PMI. Forti di flessibilità e capacità di innovazione, nonché di specializzazioni di nicchia, queste ultime sono spesso in grado di offrire competenze originali e approcci innovativi al lavoro condotto dai gruppi di ricerca, rivelandosi spesso fondamentali per il successo dei grandi progetti scientifici.

L’odierno incontro “Big Science Italia – Il sistema industriale italiano protagonista internazionale nella big science”, anticipazione per il Nord-Ovest del Big Science Business Forum – BSBF 2024 in programma a Trieste dall’1 al 4 ottobre, si propone di mettere sotto i riflettori proprio alcune delle eccellenze imprenditoriali impegnate in questa sfida. Una tappa di avvicinamento all’evento del mese prossimo, con cui Confindustria, Unione Industriali Torino, Confindustria Piemonte, Confindustria Friuli Venezia Giulia e Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia propongono una sostanziosa anticipazione di BSBF 2024, attraverso le testimonianze di grandi aziende italiane in prima linea negli investimenti scientifici e di PMI del territorio selezionate dai più prestigiosi laboratori di ricerca al mondo per partecipare a rilevanti progetti scientifici.

Due le tavole rotonde in programma, entrambe alla presenza di Paolo Acunzo di ENEA, direttore di BSBF 2024, con un primo confronto sui casi di successo italiani nella Big Science fra Dario Galbiati, Sales Manager progetti Fusione nucleare di Ansaldo Nucleare, Gianni Grasso, Chief Tecnology Office di ASG Superconductor, Diego Ruaro, Sales Manager di De Pretto Industrie, Roberto Defant, Business Development manager di OCEM Power Electronics, e Pierpaolo Bianchino, Business Development Manager di SIMIC. A seguire, un approfondimento sulle prospettive del sistema industriale nazionale nella Big Science con Giorgio Biginelli, Amministratore Delegato di Delta-Ti, Filippo Dal Ben, New Business Development Manager di Dal Ben, Piero Grillo, Amministratore Delegato di Fincantieri SI e Cristiano Montrucchio, Head of Design Organization di Leonardo – Aircraft Division. Affidato invece al Delegato Energia Confindustria, Aurelio Regina, un focus intitolato “Il valore di una filiera industriale italiana nello sviluppo dell’energia nucleare”, con la testimonianza di Stefano Buono, CEO e founder di newcleo.

Ad aprire l’incontro, i saluti introduttivi di Marco Gay, presidente di Unione Industriali Torino, Pierluigi Zamò, presidente di Confindustria Friuli Venezia Giulia, dell’assessore alle attività produttive della Regione Piemonte, Andrea Tronzano, e del presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, qui in veste di presidente di BSBF 2024, oltre a un videomessaggio del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Conclusioni affidate a Francesco De Santis, vicepresidente per la ricerca e lo sviluppo di Confindustria.

Che cos’è il Big Science Business Forum 2024

La terza edizione del Big Science Business Forum (BSBF2024), che succede alle precedenti edizioni tenutesi a Copenaghen e Granada, si terrà nella città di Trieste dall’1 al 4 ottobre 2024, presso il Generali Convention Center, in Porto Vecchio. L’evento, focalizzato su ricerca e business, riunisce le principali infrastrutture scientifiche presenti in Europa e le aziende internazionali leader dei settori industriali di alta tecnologia e innovazione che collaborano con esse, ma anche le piccole e medie imprese ad alto contenuto tecnologico. Obiettivo del BSBF 2024 è, infatti, ampliare le prospettive future per la creazione di un mercato europeo della Big Science che vale circa 10 miliardi di euro ogni anno. Fondi gestiti tramite bandi pubblici e gare di appalto internazionali direttamente dalle Big Science Organizations (BSOs) secondo regole e procedure specifiche che, proprio durante la quattro giorni, i partecipanti avranno modo di approfondire.  Ricordiamo che i settori di ricerca che coinvolgono le organizzazioni internazionali della Big Science (BSOs) e quelle affiliate (ABSOs) vanno dalla fusione nucleare agli osservatori e telescopi spaziali; dagli acceleratori di particelle alle infrastrutture laser fino alla ricerca nello spazio.

Da chi è promosso

Il BSBF 2024, è promosso, infatti, dalle dieci principali Big Science Organisations europee (BSOs) quali CERN, ESA, ESO, ESS, ESRF, European XFEL, FAIR, F4E, ILL e SKAO, con il supporto di PERIIA, la rete paneuropea di ILO – Industry Liaison Officers nazionali, ed è ospitato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con ILO Network Italia, composto da rappresentanti di CNR, ENEA, INAF e INFN, di Area Science Park di Trieste, di PromoTurismo FVG. La candidatura italiana per ospitare l’edizione 2024 del BSBF ha avuto il supporto del  Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; del Ministero delle Imprese e del Made in Italy; del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e del Ministero dell’Università e della Ricerca. Oltre che del Comune di Trieste, dell’Università degli Studi di Trieste, della Camera di Commercio Venezia Giulia Gorizia Trieste e della Central European Initiative.

I numeri

È prevista la partecipazione di almeno 1.000 delegati provenienti da 500 organizzazioni che troveranno all’interno dello spazio fieristico triestino, 150 stand, con 14 padiglioni nazionali (National Pavilion). Insieme all’Italia altri 19 Paesi presenti: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Cina, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia, Polonia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera, Paesi Bassi, Regno Unito e Irlanda del Nord, Slovenia.

Il programma del BSBF 2024

Il forum aprirà il primo ottobre con le registrazioni e gli eventi collaterali promossi da enti internazionali  e Istituzioni esterne al BSBF e chiuderà il 4 ottobre con le visite ai centri di ricerca presenti nel territorio tra Italia e Slovenia. Il programma comprende a partire dal 2 ottobre: 6 sessioni plenarie che vedranno come protagonisti istituzioni, mondo della scienza e rappresentanti delle 10 Big Science Organisations e dell’industria nazionale e internazionale; 16 sessioni parallele che approfondiranno gli aspetti tecnici e i metodi per aumentare il coinvolgimento delle industrie nel mondo della Big Science, a partire da quelle provenienti dall’Europa Centro Orientale, anche incentivando numerosi incontri B2B. Parteciperanno oltre 80 speakers, provenienti da tutta Europa e la prenotazione per le visite presso alcuni centri di ricerca, è già aperta.

Come partecipare

Le iscrizioni per partecipare all’evento sono aperte, previa registrazione sulla pagina del sito dedicata. Per ulteriori informazioni è sempre consultabile il sito ufficiale del BSBF Trieste 2024 www.bsbf2024.org ed è possibile scaricare l’apposita app (IOS e Android).




Lavoro, 30640 le assunzioni previste dalle imprese piemontesi per giugno

Sono circa 30.640 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per giugno 2024, valore che sale a 81.280 se si considera l’intero trimestre giugno-agosto 2024.

Il trend appare positivo sia a livello mensile (+420 entrate rispetto a giugno 2023, per una variazione tendenziale del +1,4%), sia su base trimestrale (+1.040 assunzioni rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). A livello complessivo nazionale si registra una sostanziale stabilità rispetto a giugno 2023 (-0,3%) e un leggero incremento sul corrispondente trimestre (+0,6%).

Le entrate in Piemonte a giugno 2024 rappresentano il 21,2% delle 144.900 assunzioni previste nel Nord Ovest e il 5,4% del totale di quelle nazionali (566mila circa).

Questi sono alcuni dei dati contenuti nel Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, basato sulle interviste effettuate su un campione di imprese nel periodo 15 aprile-3 maggio 2024.

Il 56,9% delle assunzioni programmate per il mese di giugno riguarda imprese di micro e piccola dimensione (1-49 addetti), il 19,7% realtà di medie dimensioni (50-249 addetti) e il 23,4% grandi aziende (250 dipendenti e oltre).

Il 78,4% delle entrate programmate dalle aziende piemontesi riguarderà personale dipendente (valore in crescita di circa due punti rispetto a maggio 2024), il 16,8% lavoratori somministrati (dato stabile), l’1,2% collaboratori e il 3,6% altri lavoratori non alle dipendenze.

La domanda di lavoro anche a giugno 2024 è trainata dai contratti a tempo determinato con il 60% delle entrate programmate (in crescita di tre punti rispetto al mese precedente), seguiti da quelli a tempo indeterminato con il 27% dei casi (in calo di un punto su maggio 2024). L’apprendistato rappresenta la tipologia contrattuale prescelta per il 7% delle entrate, mentre gli altri contratti detengono una quota residuale del 6% del totale complessivo regionale.

Delle 30.640 entrate previste in Piemonte nel mese di giugno 2024 il 14% è costituito da laureati (in diminuzione di un punto rispetto a maggio 2024), il 28% da diplomati (in calo di 2 punti sul mese precedente), le qualifiche o diplomi professionali e la scuola dell’obbligo pesano rispettivamente il 38% e il 18%.

Considerando i dati del trimestre giugno-agosto 2024 emerge come siano sempre i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro con 54.060 entrateil 66,5% del totale (440 unità in più rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente). L’industria prevede 27.230 entrate, generando il 33,5% della domanda totale e segnando un aumento di circa 590 unità rispetto al periodo giugno-agosto 2023.

Tra i servizi, il comparto che assorbirà la fetta più rilevante delle 81.280 entrate previste nel trimestre giugno-agosto 2024 è il turismo (servizi di alloggio e ristorazione, servizi turistici), con 11.950 ingressi (14,7% del totale), seguito dal commercio, con 11.160 entrate e una quota del 13,7% del totale e dai servizi alle persone, per cui le imprese intervistate presumono di dover effettuare 11.030 assunzioni (il 13,6%).

All’interno del comparto industriale si distinguono il settore edile, con 7.090 entrate previste nel periodo in esame, e le industrie meccaniche ed elettroniche, con 5.700 assunzioni nel trimestre e una quota del 7,0% del totale.

Il 28% delle entrate previste a giugno 2024 in Piemonte sarà destinato a professioni commerciali e dei servizi, il 19% a dirigenti, specialisti e tecnici. Gli operai specializzati e conduttori di impianti produrranno il 29% delle entrate e solo il 9% sarà rappresentato da impiegati. I profili generici costituiranno il 15% delle assunzioni del mese.

Più di un’assunzione su tre (35,1%) interesserà giovani con meno di 30 anni. Nel 20% dei casi le imprese prevedono di assumere personale immigrato.

Per il 63,2% circa delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore. Il 21,6% dei neo assunti sarà chiamato ad applicare soluzioni creative e innovative, il 12,6% coordinerà altre persone.

Il 43% delle entrate sarà inserito nell’area della produzione di beni ed erogazione del servizio (in aumento di un punto rispetto al mese precedente), il 20% nelle aree commerciali e della vendita, il 16% in quelle tecniche e della progettazione. La logistica assorbirà l’11% circa delle assunzioni programmate per il mese di giugno 2024, l’area amministrativa e quella direzionale genereranno entrambe una quota pari al 5%.

Si conferma elevato il mismatch tra domanda e offerta di lavoro: a giugno sono difficili da reperire il 50,8% dei profili professionali ricercati, quota di poco superiore rispetto a un anno prima e in aumento di un punto rispetto a maggio 2024. L’incidenza delle posizioni lavorative che rischiano di restare scoperte in Piemonte è, inoltre, più elevata rispetto alla media nazionale (47,6%).

Le difficoltà di reperimento sono legate in primo luogo alla mancanza di candidati (33,6%, in diminuzione rispetto a giugno 2023), cui segue l’inadeguata preparazione degli stessi (11,8%, quota in crescita rispetto ad un anno fa).

Le professioni più difficili da reperire in Piemonte nel mese di giugno 2024

 

Entrate previste

di cui difficoltà di reperimento

Operai specializzati e addetti alle rifiniture nelle costruzioni

1.090

85,5

Meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse/mobili

840

78,1

Fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica

480

76,2

Fabbri, ferrai, costruttori di utensili

440

73,1

Operai specializzati installazione/manutenzione attrezzature elettriche ed elettroniche

710

71,4

Tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi

360

71,3

Tecnici della salute

820

70,2

Totale

30.640

50,8

Fonte: Unioncamere – Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Sistema Informativo Excelsior

Tra le figure più difficili da trovare, con una difficoltà di reperimento in tutti i casi superiore al 70%, si individuano professioni per lo più legate al mondo manifatturiero e delle costruzioni.

 

Al primo posto si collocano gli Operai specializzati e addetti alle rifiniture nelle costruzioni (l’85,5% delle circa 1.090 entrate programmate è di difficile reperimento), seguono con circa 840 entrate previste e una difficoltà nel reperirle del 78,1% i meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse/mobili. Nel mese di giugno 2024 vengono ricercati circa 480 fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica e non vengono trovati nel 76,2% dei casi.

Tra le altre figure che le imprese non riescono a trovare sul mercato del lavoro si annoverano anche fabbri ferrai costruttori di utensili (73,1%)operai specializzati installazione/manutenzione attrezzature elettriche ed elettroniche (71,4%)tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (71,3%) e tecnici della salute (70,2%).

Nel dettaglio dei titoli di studio, la ricerca di personale laureato sarà difficoltosa per una quota superiore a quella media regionale (51,2%); tra gli indirizzi che presentano le criticità maggiori si individuano quello sanitario e paramedico (77,0%), chimico-farmaceutico (76,9%), scienze matematiche, fisiche e informatiche (72,0%) e ingegneria civile ed architettura (68,3%).

Le imprese lamentano elevata difficoltà anche nel reperimento di candidati con istruzione tecnica superiore (ITS, 72,7%, in crescita rispetto al dato di maggio, quando il 66,5% delle figure richieste rischiava di rimanere scoperto).

livello secondario si riscontrano nel complesso problematicità (50,6%) nel reperimento di candidati lievemente inferiori alla media regionale. Vi sono, tuttavia, indirizzi che segnalano un mismatch tra domanda e offerta di lavoro particolarmente elevato, quali elettronica ed elettrotecnica (74,4%)produzione e manutenzione industriale e artigianale (72,0%) e meccanica, meccatronica ed energia (71,1%).

Per quanto riguarda, infine, la qualifica di formazione o diploma professionale (la difficoltà di reperimento media del titolo di studio è del 51,6%), i problemi maggiori si segnalano per gli indirizzi elettrico (71,3%), riparazione di veicoli a motore (65,1%) e meccanico (64,5%).




Confartigianato Cuneo, incontro: Quale futuro per le imprese?

Le aziende artigiane e le PMI costituiscono parte integrante e fondamentale del sistema economico della Città di Cuneo. A loro è affidata la vitalità, anche sotto l’aspetto comunitario, dei quartieri.

In questo contesto Confartigianato Cuneo, l’organizzazione di riferimento del settore in provincia e sul territorio, organizza un incontro, libero e aperto a tutti gli imprenditori, per dialogare con l’Amministrazione comunale sui temi e sulle sfide future che riguardano da vicino il comparto produttivo e il collegato tessuto sociale.

L’incontro si svolgerà venerdì 21 giugno 2024, alle ore 21.00, presso “Relais Cuba 1949” (Piazza Europa, 14 – Cuneo).

Interverranno, oltre a Valerio Romana, presidente Confartigianato Cuneo – Zona di Cuneo, Patrizia Manassero, Sindaca del Comune di Cuneo, Luca Serale, Vicesindaco, con delega ai Comparti produttivi e Luca Pellegrino, Assessore Mobilità, Città Accessibile, Piste ciclabili, Presidio del territorio e decoro urbano, Quartieri e Frazioni.