Il credito cooperativo chiede norme più snelle

Chiedono una normativa europea adeguata alle loro dimensioni, in modo da poter continuare nella loro funzione di banca vicina alle comunità locali. Sono le banche di credito cooperativo, la cui federazione piemontese è stata audita oggi pomeriggio dalla prima Commissione.

Presenti i vertici della federazione – il presidente Sergio Marro, il vice Tino Cornaglia e il direttore Stefano Quadro – l’audizione è stata occasione per conoscere meglio una realtà radicata soprattutto nel cuneese e forte dei legami con il suo territorio. Le banche di credito cooperativo che hanno la sede legale in Piemonte sono 8, con 191 sportelli presenti in 119 Comuni (in 25 rappresentano l’unica presenza bancaria). Gli impieghi lordi, 7,2 miliardi di euro, sono aumentati dell’1,6% annuo contro un pesante calo, del 3.8%, registrato dall’industria bancaria. Grande spazio negli impieghi è stato dato alle famiglie e alle microimprese. “Rappresentiamo una realtà presente sul territorio, dove siamo conosciuti e conosciamo i nostri clienti”, hanno spiegato gli auditi, “siamo banche che svolgono un ruolo importante per le loro comunità e vogliono mantenerlo e rafforzarlo”.

Il problema è la normativa europea, che le equipara ai grandi istituti bancari, con conseguenti oneri pesanti da sostenere: “Chiediamo solo proporzionalità e una normativa più snella. Sarebbe importante che la Regione premesse sul Parlamento e sull’Unione europea affinchè a quel livello venga riconosciuta la categoria delle banche di credito cooperativo”.

I commissari intervenuti a nome di quasi tutti i gruppi presenti in Commissione hanno espresso sostegno alle richieste della Federazione Bcc e si sono detti disponibili ad approvare atti di indirizzo che possano aiutare una soluzione positiva a livello europeo.

In precedenza la Commissione aveva approvato a maggioranza il programma annuale di ricerca 2022 dell’Ires Piemonte.

 

 




Nuovo bando per i programmi dell’accesso

È fissato per giovedì 30 giugno il termine per la presentazione delle domande per i programmi dell’accesso relativi al terzo trimestre 2020.
I programmi dell’accesso sono uno spazio televisivo e radiofonico gratuito e autogestito, della durata massima di cinque minuti, messo a disposizione per la comunicazione di soggetti collettivi – tra cui per esempio associazioni e onlus, autonomie locali, gruppi di rilevante interesse sociale, gruppi etnici e religiosi, sindacati, movimenti politici – grazie al protocollo d’intesa fra Corecom e Centro di produzione tv Rai.

I programmi devono essere prodotti in lingua italiana e possono essere realizzati in modo autonomo o con il supporto tecnico gratuito della sede regionale della Rai.

Il procedimento di accesso alle trasmissioni radiofoniche e televisive su Rai 3 Piemonte è gestito dal Corecom, che istruisce le istanze, ne valuta l’ammissibilità e svolge, inoltre, l’attività di vigilanza sul rispetto degli impegni assunti dai soggetti ammessi e sull’esecuzione dei piani di messa in onda.
La domanda di ammissione ai programmi può essere inviata a mezzo posta certificata all’indirizzo corecom@cert.cr.piemonte.it, via fax (011 5757845), per raccomandata con avviso di ricevimento, all’indirizzo Consiglio regionale del Piemonte – Settore Corecom Piemonte  (via Alfieri 15 – 10121 Torino), oppure presentata a mano al Corecom Piemonte  (in piazza Solferino 22 a Torino, dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30, telefonando preventivamente per conferma).

Il bando e la documentazione di riferimento sono pubblicati sulla pagina del Corecom e sul bollettino ufficiale regionale

 

 




Camera commercio Cuneo: In aumento del 3,7% la produzione industriale

 

 

         I trimestre 2022 in sintesi – provincia di Cuneo  
Indicatore Variazione %                        

I trim 2022/I trim 2021

Produzione industriale +3,7
Ordinativi interni +3,7
Ordinativi esteri +7,3
Fatturato +8,4
Fatturato estero +11,3
Grado di utilizzo degli impianti (%)* 72,17
*Tasso % registrato nel trimestre in analisi  

 

 

La produzione industriale in provincia di Cuneo nel I trimestre 2022 ha realizzato una variazione del +3,7% rispetto all’analogo periodo del 2021, lievemente più bassa rispetto al dato regionale (+5,2%). Risultato, quello cuneese, che mostra come le imprese del territorio abbiano saputo reagire con discreta capacità e resilienza al periodo difficile caratterizzato dall’emergenza sanitaria, dalla crescente inflazione, dall’aumento e dalla difficoltà di reperimento di energia e materie prime e dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022, che ha generato pesanti ripercussioni a livello economico.

 

Il risultato emerge dalla 202ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali nei mesi di aprile e maggio 2022 con riferimento ai dati del periodo gennaio-marzo 2022. La ricerca ha coinvolto 1.729 imprese industriali piemontesi, di cui 243 cuneesi che hanno complessivamente 14.416 addetti e un valore di oltre 4,4 miliardi di euro di fatturato.

 

Nel I trimestre 2022 il rilancio dell’output si associa ai risultati positivi di tutti gli indicatori congiunturali analizzati. A fronte di un fatturato totale del +8,4%, gli ordinativi interni registrano un +3,7%. Allo stesso modo, riprende la dinamica sui mercati stranieri con un fatturato estero del +11,3% accompagnato da ordinativi esteri del +7,3%. Il grado di utilizzo degli impianti si attesta al 72,17%.

 

“Anche questo trimestre si chiude con un segno positivo malgrado le enormi difficoltà che il mondo imprenditoriale ha dovuto superaresottolinea il presidente camerale Mauro Gola – Dobbiamo vivere questo momento congiunturale estremamente difficile come un’opportunità per ridefinire le nostre politiche in materia di approvvigionamento energetico e di supply chain. Scenari energetici e geopolitici sempre più complessi richiedono risposte veloci ed efficaci sul fronte degli investimenti nella digitalizzazione, nella transizione green, nelle infrastrutture, nella formazione e nella ricerca”.

La produzione industriale in provincia di Cuneo per settori

Variazione percentuale I trimestre 2022/2021

Settori Var. %
Industrie alimentari 2,3
Industrie tessili, dell’abbigliamento e delle calzature -1,2
Industrie metalmeccaniche +3,8
Altre industrie manifatturiere +6,3
Totale +3,7

 

Fonte: Unioncamere Piemonte – CCIAA  Cuneo, 202ª Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera piemontese

 

 

 

Nel I primo trimestre 2022, tutti i comparti mostrano segno positivo eccezion fatta per il tessile-abbigliamento-calzature che registra un -1,2%. Buona la performance delle altre industrie manifatturiere con il +6,3% seguite dalle industrie metalmeccaniche (+3,8%) e alimentari con il +2,3%.

Scendendo nel dettaglio dimensionale d’impresa emerge come in termini di output prodotto tutte le imprese abbiano riportato risultati positivi. La variazione tendenziale della produzione industriale registra +2,7% per le micro imprese (0-9 addetti); +5,5% per le piccole imprese (10-49 addetti); +2,9% per le medie imprese (50-249 addetti) e +5,4% per le realtà di maggiori dimensioni (oltre 250 addetti).

 

LE RICADUTE SULL’ATTIVITÀ IMPRENDITORIALE CAUSATE DAL CONFLITTO RUSSO-UCRAINO

Al campione, costituito da 243 imprese manifatturiere cuneesi, è stato chiesto di rispondere a una serie di domande relative alle ricadute sulla loro attività imprenditoriale causate dal conflitto russo/ucraino.

Il 95,5% afferma di non avere rapporti commerciali con la Russia e/o l’Ucraina; solo il 2,3% esporta in Russia e l’1,4% in Ucraina. Otto imprese su dieci sostengono infatti che la diminuzione delle esportazioni non è stata determinante.

Al contrario l’aumento dei costi di energia, materie prime e semilavorati, per buona parte del campione, risulta essere molto elevato e oscilla tra il 70 e il 90% e così la difficoltà di approvvigionamento di materie prime e semilavorati si attesta oltre il 70%. Circa la metà del campione sostiene di avere avuto difficoltà nei propri insediamenti produttivi ubicati nei Paesi coinvolti dal conflitto. Rispetto alle materie prime, i maggiori costi sostenuti e le conseguenti difficoltà di approvvigionamento si registrano in particolare per acciaio, alluminio e gas naturale, ma la quasi totalità afferma di non aver ridotto la produzione negli stabilimenti attivi in Italia.

Quasi il 90% è stato portato a una revisione dei prezzi di vendita mentre il 30% ricerca mercati di approvvigionamento alternativi, a fronte di un allungamento nei tempi di consegna e di un aumento dei costi di trasporto.

 

 




Confagricoltura Piemonte sulla peste suina:  “Che cosa stiamo ancora aspettando?”

La peste suina è arrivata negli allevamenti. Nel Lazio sono stati scoperti due maiali infetti: è il primo caso di infezione in Italia che colpisce i suini domestici. “Non riusciamo a  comprendere che cosa si stia ancora aspettando – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – perché stiamo perdendo tempo prezioso, con provvedimenti a rilento, senza che venga attuata nessuna azione di depopolamento nelle aree infette, mentre al di fuori di queste l’abbattimento dei cinghiali, rispetto agli anni precedenti, è pressoché inesistente”.

Nella Repubblica Ceca, ricorda Confagricoltura Piemonte, la peste suina africana è stata eradicata in poco più di un anno e mezzo dal ritrovamento del primo cinghiale infetto; dopo tre mesi dall’inizio dell’emergenza sono stati avviati gli abbattimenti dei cinghiali con l’impiego di cacciatori e tiratori scelti delle forze dell’ordine. “Da noi – afferma Enrico Allasia – sono passati cinque mesi senza che siano adottate misure significative di contenimento della popolazione di cinghiale e la posa delle recinzioni, considerate propedeutiche per l’avvio degli abbattimenti, sono appena iniziate”.

Confagricoltura, che la settimana scorsa ha chiesto ai capigruppo a Palazzo Lascaris di promuovere la convocazione di un consiglio regionale aperto sulla peste suina, evidenzia come il Piemonte sia già oggi fortemente penalizzato dal mercato, soprattutto da quello internazionale, che preferisce evitare di acquistare prodotti suinicoli del territorio.

In Piemonte si allevano 1,4 milioni di capi suini e il comparto rappresenta poco meno del 9% del totale nazionale. “Il valore della filiera suinicola piemontese – dichiara Enrico Allasia – partendo dagli allevamenti e arrivando ai prodotti finiti, quali prosciutti, salumi e insaccati, supera i 700 milioni di euro, un patrimonio che corre il rischio di essere azzerato. Per questo chiediamo ancora una volta alle istituzioni di intervenire con urgenza avviando tutte le misure necessarie per arginare la diffusione del contagio, perché non ci sono più ragioni per temporeggiare e sperando che non sia troppo tardi”.

 

 

 

 




Lavoratori stagionali: Asti Agricoltura denuncia il problema del blocco della manodopera straniera

La situazione per le imprese agricole è diventata paradossale oltre che insostenibile. Non sono infatti stati ancora del tutto risolti i problemi informatici relativi allo sblocco delle domande presentate in seguito al Decreto flussi 2021, che aveva fissato in 42.000 le quote di lavoratori extracomunitari da ammettere in Italia per motivi di lavoro stagionale nel settore agricolo e turistico-alberghiero. Occorre agire subito per rimuovere questo blocco e permettere a questi lavoratori di raggiungere il nostro Paese”. E’ questo il segnale di allarme lanciato dalla Confagricoltura relativo al problema della manodopera straniera impiegata in agricoltura.

In prossimità della stagione estiva, e con una campagna di raccolta che si preannuncia abbondante, la preoccupazione è forte e il futuro delle produzioni e dell’intera filiera agroalimentare è nuovamente a rischio, dopo la pandemia.

In Provincia di Asti – segnala l’Area Politiche del Lavoro del Welfare della Confagricoltura di Asti – in base al Decreto flussi 2021, nel periodo che va dal 1° febbraio al 17 marzo 2022, sono state presentate 334 pratiche di assunzioni di lavoratori stagionali. Pratiche che ad oggi sono completamente ferme e le domande giacciono sospese presso gli uffici competenti proprio per il problema informatico sopra citato. A questo forte disagio va ad aggiungersene un altro legato ai lavoratori arrivati in Italia quest’anno con il nulla osta al lavoro subordinato stagionale in seguito al Decreto flussi 2020. La situazione di questi ultimi è ben più grave: essi infatti si trovano in Italia, ma a causa di intoppi legati al malfunzionamento dell’applicativo informatico utilizzato dagli sportelli unici dell’immigrazione, non possono essere convocati per la firma del contratto di soggiorno per lavoro subordinato, in seguito alla quale viene emesso il codice fiscale e accolta la richiesta di permesso di soggiorno. Pertanto le aziende agricole non possono procedere all’assunzione.

Questa situazione sta diventando sempre più critica e fortemente penalizzante per le aziende agricole, i lavoratori e tutta la filiera agroalimentare”, affermano Gabriele Baldi e Mariagrazia Baravalle, presidente e direttore della Confagricoltura di Asti. “In un contesto lavorativo come quello agricolo, legato ai cicli della natura e ad un andamento climatico sempre più bizzarro, le istituzioni dovrebbero essere al servizio delle imprese adattandosi alle necessità e alle problematiche del settore. Invece stiamo assistendo al processo completamente inverso”. “Occorre dunque intervenire urgentemente – concludono i vertici dell’Organizzazione agricola astigiana – per sbloccare le pratiche relative al Decreto Flussi 2021. Altrettanto urgente è programmare il prossimo decreto, per il 2022, tenendo in considerazione che le richieste dei datori di lavoro nel 2021, peraltro ancora fermo, sono state più del doppio delle quote messe a disposizione”.




Cal, sì a riordino farmacie e regole per tatuatori

Il Consiglio delle autonomie locali ha espresso due pareri favorevoli: l’Ufficio di presidenza ha deliberato a maggioranza sul regolamento della legge che riordina il settore delle farmacie, per consentire ai comuni una migliore distribuzione sul territorio delle stesse; l’assemblea plenaria ha poi deliberato all’unanimità sulla Pdl 187, per il riconoscimento delle attività di tatuaggio e dermopigmentazione, con lo scopo prioritario di tutelare la salute dei clienti che intendono tatuarsi.

Con la proposta di nuovo regolamentazione del settore farmaceutico si vuole facilitare il trasferimento delle farmacie, nell’ambito dello stesso comune, pur senza aumentarne il numero, senza particolari appesantimenti burocratici. In base all’evoluzione giurisprudenziale questa competenza viene trasferita dalla Regione ai comuni. Nella motivazione si ritiene necessario l’approfondimento sulla legittimità del potere di regolamentazione della Regione e si condiziona il parere all’accoglimento, nel regolamento stesso, della possibilità per i piccoli comuni di gestione associata di queste procedure.

Per la Pdl 187, che è stata illustrata dalla prima firmataria, è stato inserito nella motivazione il suggerimento di ulteriori approfondimenti in merito alla formazione degli operatori ed alla tutela della salute per evitare profili di incostituzionalità riguardanti le competenze regionali.




Unione industriali Torino, Marsiaj: “Voto del Parlamento Europeo un durissimo colpo per il settore automotive”

“Un durissimo colpo per il settore automotive: il voto del Parlamento Europeo che mette al bando i motori termici dal 2035 ribadisce un’impostazione ideologica a favore dell’elettrico e pone in serio rischio la filiera dell’auto italiana e continentale.

Una scelta, quella dei parlamentari europei, che non prende in considerazione un comparto produttivo fondamentale e strategico per le economie europee e che mette in serio pericolo – come evidenzia Anfia e come ribadiamo da tempo – 70 mila posti di lavoro.
Il doveroso e condivisibile rispetto per l’ambiente non può e non deve compromettere il futuro dell’automotive: la totale e troppo affrettata eliminazione dei motori endotermici, anche con carburanti alternativi, è un modo preconcetto di affrontare la questione, come ha recentemente ribadito anche il Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti.
Ci uniamo all’appello del comparto affinché gli altri Organismi comunitari che devono ancora esprimersi si rendano conto che non è questa la strada della ragionevolezza”.




Accordo Regione Piemonte/Sindacati sui lavoratori precari del servizio sanitario regionale

La UIL Piemonte prende atto con soddisfazione del primo risultato positivo raggiunto oggi sul fronte dei precari del Servizio Sanitario Regionale con uno specifico accordo tra Regione e Categorie dei lavoratori della sanità.

La strada è ancora lunga e costellata di rischi. Bisogna prorogare i rapporti di lavoro e stabilizzare, alla maturazione dei requisiti previsti, tutto il personale di ruolo sanitario che ha contribuito a fronteggiare l’epidemia da COVID-19. Ora tale personale va utilizzato anche per ridurre le liste di attesa per ottenere le prestazioni sanitarie, che rappresentano un dramma per molte migliaia di cittadini piemontesi che non hanno la possibilità di ricorrere a prestazioni private. Vigileremo sul rispetto degli impegni assunti dalla Regione e sugli interventi ancora necessari”.




Taglio del nastro per i nuovi ambulatori di Med.Art Servizi
nella sede di Confartigianato Cuneo

Sono stati inaugurati lo scorso 31 maggio alla presenza dell’Assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, i nuovi ambulatori di Med.Art. Servizi a Cuneo, in Corso IV Novembre 11.
Due ampi locali, collocati all’interno dell’edificio che ospita la sede territoriale di Confartigianato Imprese Cuneo, nei quali verranno effettuate dal medico competente le visite mediche previste per i lavoratori delle imprese del territorio.

Med.Art. Servizi nasce nell’estate del 2006 come prima esperienza regionale in cui collaborano un’associazione di categoria artigiana, Confartigianato Imprese Cuneo, e il Laboratorio Pasteur, realtà operante da anni nel capoluogo. Med.Art., nello specifico, si occupa di fornire alle imprese un servizio organizzativo e di supporto alla medicina del lavoro, avvalendosi della collaborazione di un pool di medici, specialisti in medicina del lavoro, in qualità di medici competenti aziendali.

Recentemente, in riferimento alla situazione pandemica, proprio presso la struttura rinnovata e resa più funzionale con l’implementazione di nuovi ambulatori, Confartigianato Cuneo e Med.Art. avevano organizzato – unica esperienza a livello nazionale per un’associazione di categoria – un apposito hub vaccinale.

Prima del taglio del nastro si è svolta una tavola rotonda, sul tema “Promozione della salute: un valore per le imprese”, aperto dai saluti istituzionali di Federico Borgna, Sindaco di Cuneo e Presidente della provincia, ad uno delle sue ultime uscite pubbliche istituzionali.
Al momento di confronto, moderato da Joseph Meineri, direttore generale di Confartigianato Cuneo, sono interventi: Mauro Bernardi, presidente Med.Art.; Luca Crosetto, presidente Confartigianato Imprese Cuneo; Nicola Piumatti, Tecnico della Prevenzione SC SPreSAL – ASL CN1; Aldo Pensa, direttore INAIL Cuneo; Cristina Trucco, vicepresidente e CEO Med.Art.

«Tutelare la salute dei lavoratori – dichiara il presidente Med.Art Mauro Bernardi – è il nostro principale obiettivo e crediamo sia doveroso farlo nel migliore dei modi. Oggi Med.Art Servizi si dota di una struttura più efficace e in linea con le esigenze delle imprese, offrendo al mondo produttivo servizi qualificati per promuovere il benessere in ambito lavorativo e contribuire ad accrescere la sicurezza nei posti di lavoro».

«Il personale rappresenta una risorsa fondamentale per le nostre imprese – sottolinea il presidente di Confartigianato Cuneo Luca Crosetto – e come tale necessita di avere le massime garanzie di sicurezza in fatto di salute. Con la struttura di Med.Art offriamo quindi al mondo produttivo servizi efficaci ed efficienti per la promozione del benessere dei lavoratori. La nostra Associazione è fortemente impegnata in questo ambito con iniziative mirate ad implementare la formazione di chi fa e lavora nell’impresa e a fornire tutti i supporti migliori per diffondere la cultura della prevenzione in ambito lavorativo. E in questa direzione va anche il nostro anno tematico 2022 “Esperienze Artigiane sul Palco”, attraverso il quale lanciamo un messaggio forte sulla sicurezza nel lavoro portando l’arte all’interno delle nostre aziende, con lo scopo di mostrare al pubblico quanto la salute dei lavoratori stia a cuore all’impresa».




Grandinate, Confagricoltura Alessandria: gravi danni alle colture specie nel Tortonese

È la provincia di Alessandria, in particolare il Tortonese, la zona più colpita dalle grandinate che si sono abbattute nella tarda serata di sabato sul Piemonte orientale.
I tecnici di Confagricoltura in questi giorni hanno effettuato un accurato monitoraggio dei territori colpiti dal maltempo, evidenziano che i danni maggiori si registrano a Tortona e nei comuni di Sale, Viguzzolo, Sarezzano, Castellar Guidobono e ancora Montemarzino, Momperone, Brignano Frascata e Castelnuovo Scrivia.

Tra i principali comparti produttivi colpiti – precisa Confagricoltura – il pomodoro da industria, i cereali, i  frutteti, con gravissimi danni ai pescheti in particolare, le serre e i vivai, le orticole e i vigneti. Quest’ultimi hanno subito danni da grandine anche nell’Ovadese e nel Gaviese, ma in misura più limitata.
Grandinate di forte intensità anche nell’Astigiano e nel Pavese.

“La produzione cerealicola – sottolinea Paola Sacco, presidente di Confagricoltura Alessandria – è fortemente compromessa. Anche il vento forte, associato alle grandinate, ha causato l’allettamento del grano e dell’orzo prossimi alla maturazione. Danni anche al mais, ma essendo a inizio stagione si potrà ancora contare su un recupero. Danni anche alle strutture quali capannoni e serre”.