Confagricoltura: in Piemonte quest’anno si coltiveranno 13.000 ettari di seminativi

Quest’anno in Piemonte si potranno seminare 13.000 ettari  di superfici a seminativo in più rispetto all’anno scorso. È la conseguenza della decisione adottata da Bruxelles che, per fronteggiare la riduzione degli approvvigionamenti di alimenti e mangimi causata dalla guerra in Ucraina, ha concesso una deroga per quanto riguarda l’utilizzo delle dei terreni “a riposo” e delle aree di interesse ecologico (Aree EFA – Ecological Focus Area).

Le aziende agricole – chiarisce in una nota Confagricoltura Piemonte –  per poter ottenere gli aiuti comunitari, devono lasciare a riposo il 10% delle superfici a seminativo: quest’anno l’obbligo potrà essere derogato. Inoltre si potrà seminare, per esempio, anche sulle superfici agroforestali realizzate con i contributi del Programma di Sviluppo Rurale, lungo le zone periferiche delle foreste e nelle cosiddette “fasce tampone” lungo i corsi d’acqua.

“Le superfici per le quali è stata concessa la deroga – dichiara Ercole Zuccaro direttore di Confagricoltura Piemonte – interessano circa 3.900 ettari in provincia di Alessandria, oltre 2.400 ettari in provincia di Asti, circa 2.200 ettari in provincia di Cuneo e altrettanti in provincia di Torino, oltre 2.000 ettari equamente ripartiti tra Vercelli e Novara”.

Nonostante le autorizzazioni europee, la produzione di mais, il principale alimento utilizzato per l’alimentazione dei bovini e degli avicoli (galline, polli da carne, tacchini e faraone) aumenterà di poco, in quanto gli agricoltori non destineranno tutte le superfici aggiuntive alla coltivazione di questo cereale. “I  fattori che limitano la coltivazione del mais in quest’annata – spiega Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte –  sono la carenza di acqua per l’irrigazione e il forte aumento dei concimi azotati: le previsioni dell’Arpa, nonostante le precipitazioni dei giorni scorsi abbiano comunque portato sollievo alle colture, sono di una siccità considerata severa e, per alcuni territori, addirittura estrema. Sono venute a mancare le precipitazioni invernali, soprattutto quelle nevose, che costituiscono tradizionalmente un’ottima riserva idrica per tutta la campagna agraria. Se non si registreranno condizioni straordinarie, nei mesi di giugno, luglio e agosto le coltivazioni potrebbero andare incontro a importanti stress idrici e il mais, in quel periodo, ha un grande  fabbisogno di acqua che sarà difficile soddisfare. Inoltre – aggiunge Allasia -il mais è una coltivazione che richiede importanti apporti di concimi azotati, che nell’arco di un anno sono aumentati del 270% e oggi sono molto difficili da reperire”.

Tutto questo fa sì che gli agricoltori riservino la coltivazione del mais alle aree più fresche e che comunque potranno essere, almeno parzialmente, irrigate. Nei terreni più permeabili e nelle zone collinari molti agricoltori si stanno indirizzando verso la soia, più resistente alla siccità e che non richiede concimazioni azotate, in quanto sulle radici della pianta si instaurano dei batteri in grado di catturare l’azoto atmosferico. Un’altra coltivazione che sostituirà parzialmente il mais è il girasole, pianta rustica, in grado di resistere meglio alla siccità.

Secondo le previsioni di Assosementi, l’organizzazione di categoria che a livello nazionale rappresenta l’industria sementiera, per il mais è attesa una contrazione del 5%, rispetto ai complessivi 960.000 ettari dell’anno precedente. “In Piemonte, come nel resto d’Italia, da un decennio si sta registrando una contrazione significativa delle superfici condotte a mais: nel 2012 – commenta Enrico Allasia – la superficie coltivata era di circa 195.000 ettari, mentre l’anno scorso ne sono stati seminati soltanto 132.000”.

Confagricoltura sottolinea la necessità di intervenire al più presto con la costruzione di invasi per contrastare la siccità. In molti periodi dell’anno si verificano precipitazioni in eccesso; con la costruzione di invasi le acque meteoriche potrebbero essere conservate nei bacini di accumulo e rilasciate secondo la necessità.

 

 




Il meeting dei professionisti del turismo a Torino dà il benvenuto all’Eurovision Song Contest

“È Vento di Turismo”, per il secondo anno consecutivo, il 9 maggio 2022, a Torino, sarà l’occasione per mettere allo stesso tavolo tutti gli operatori della filiera, partendo da chi si occupa a vario titolo di ospitalità – dal bed and breakfast all’hotel – e ristorazione, ma senza dimenticare quei settori come la moda, il benessere, il destination wedding, l’editoria e l’agroalimentare che danno un contributo fondamentale per l’attrattività turistica del territorio, proprio mentre a Torino si sta mettendo in moto la macchina organizzativa dell’Eurovision Song Contest, secondo grande evento turistico accolto in città dopo le Atp Finals, che chiude idealmente il drammatico periodo pandemico che ha falcidiato l’intero settore.

A fine 2021 sono 15.624 le imprese del turismo, in lieve decrescita rispetto allo stock del 2020 (-0,4%). I due comparti che compongono il settore, vedono andamenti differenti: se da un lato i servizi di alloggio rimangono sostanzialmente invariati rispetto all’anno precedente (878 imprese; -0,1%), dall’altro calano le attività della somministrazione (14.746 imprese; -0,4%). A determinare il rallentamento del settore sono stati i bar che passano da 6.109 unità del 2020 a 5.930 del 2021 (-2.9%; il 38% del totale delle imprese), confermando la tendenza di progressiva decrescita che ormai da anni sta interessando la categoria. Analizzando l’andamento dell’ultimo decennio, quello del 2021 è il calo più sostenuto dal 2012. Nonostante tutto, però, crescono i ristoranti (+1.6%; il 37.7% del settore) ed esplodono i take away (+3 %; il 10.7%), settore – quest’ultimo – che già nel 2020 registrava un andamento positivo, ma più contenuto (+0.3%). Tra le attività dei servizi di alloggio è calato il numero degli alberghi (487, -1.4%), mentre è comunque proseguita la crescita di bed & breakfast e affittacamere – passati da 270 a 273 (+1.1%). (Fonte Camera di commercio di Torino).

“Il meeting E’Vento di Turismo rappresenta un momento importante di riflessione per un settore che ha patito fortemente il periodo pandemico, ma che oggi ha tutte le carte in regola per ripartire e posizionarsi con successo nella competizione tra destinazioni internazionali. Intanto, nel weekend di Pasqua, secondo il nostro Osservatorio alberghiero, 96 camere su 100 sono state occupate, con una tariffa media di 135 euro a notte” – commenta Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di commercio di Torino.

L’evento è ideato e organizzato dal direttore di notiziefoto.it Antonio Chiarenza: “Il progetto E’ Vento di turismo spaziando tra nuove forme di turismo, ospitalità e ristorazione intende richiamare l’attenzione sull’area metropolitana che deve sempre più integrarsi con il successo innegabile del capoluogo piemontese; infatti sotto la Mole il turista è ormai di casa”. Il meeting è sostenuto dalla Camera di commercio, realizzato in collaborazione con CNA Torino e patrocinato tra gli altri dalla Regione Piemonte, Città di Torino e Città metropolitana di Torino. Parteciperanno, tra gli altri, i rappresentanti di Turismo Torino, Federalberghi, Confesercenti, Aiav, Torino Fashion Week, Retesette Piemonte, la delegazione piemontese dell’enciclopedia Treccani e Culturalway.

“Finalmente Torino torna ad ospitare grandi eventi, dalle Atp Finals agli Eurovision Song Contest che hanno importanti ricadute sulla promozione e sulla crescita del territorio – dichiara Filippo Provenzano, Segretario della CNA Torino, che quest’anno ospiterà la seconda edizione del Congresso E’Vento di Turismo presso la propria sede direzionale in via Millio 26, a Torino, coinvolgendo anche il responsabile nazionale di CNA Turismo e Commercio, Cristiano Tomei. “Perché tali ricadute siano sfruttate in pieno è fondamentale la collaborazione tra mondo del turismo e commercio e agroalimentare ma anche artigianato di servizio. L’obiettivo del congresso è proprio favorire la collaborazione e la conoscenza reciproca tra tutti gli operatori e professionisti della filiera. Il turismo riguarda tutti, una grande opportunità ma anche una grande responsabilità: dobbiamo operare per arricchire l’offerta complessiva torinese”.

Il meeting sarà articolato in due momenti principali. A partire dalle ore 9, il congresso vero e proprio con un ricco panel di relatori al termine del quale è prevista la consegna, intorno alle ore 12, del premio #impresecheresistono ad dieci imprenditori delle filiere del commercio e della somministrazione, del destination wedding, della ristorazione, dell’accoglienza, dell’acconciatura, del benessere, della moda selezionati da un’apposita giuria; oltre al riconoscimento ad otto Ambasciatori del Piemonte ad alcune personalità di spicco che si sono distinte negli anni per la promozione dell’immagine della regione.

Dopo la pausa pranzo a base di prodotti tipici piemontesi, a cura di CNA Agroalimentare, i lavori riprenderanno nel pomeriggio dalle ore 14 alle 17 con un ciclo di incontri B2b, finalizzati a far conoscere tra loro gli imprenditori partecipanti al meeting e favorire la nascita di nuove collaborazioni, attraverso la formula collaudata del “Tre minuti per…” lo speed date ideato da CNA Torino nel 2008. La moda e il wedding, con la loro ricca filiera, composta tra l’altro dalle imprese del settore alimentare di qualità e dei servizi alla persona, sono la new entry di questa seconda edizione di “È Vento di Turismo”. In questo senso, fondamentale negli ultimi sette anni è stato l’impegno della Torino Fashion Week che è tra gli enti patrocinanti. Accanto alla moda, il wedding è un altro settore importante per la promozione turistica di Torino e del Piemonte e il meeting sarà l’occasione per la presentazione di un disegno di legge regionale in dirittura d’arrivo che prevede anche l’istituzione di un marchio per la promozione nazionale e internazionale del settore

 




Ucraina, 178 minori ospitati in Piemonte

In Piemonte attualmente risultano presenti 178 minori non accompagnati provenienti dall’Ucraina.
Lo ha spiegato l’assessore all’Infanzia in risposta all’interrogazione del Partito Democratico per avere notizie sulla gestione dell’emergenza accoglienza profughi, in particolar modo minori e vittime di tratta.

La Regione – ha proseguito – in raccordo con le autorità competenti e con il Consolato onorario di Ucraina a Torino, ha posto la massima attenzione sulla necessità di seguire un percorso operativo adeguato alla massima tutela dei minori soli, attento ai loro bisogni e con il preciso intento di impedire il verificarsi di situazioni criminali di abuso nei loro confronti.

È stato inoltre previsto l’inserimento in piccole/medie strutture comunitarie che seguono regole e procedure che rispettano i principi e gli orientamenti stabiliti dalla Convenzione Internazionale dei Diritti dei Bambini del 1989.

Sono stati anche allertati i partner del progetto “L’Anello Forte 3 – Rete Anti-tratta del Piemonte e della Valle d’Aosta”, di cui il Piemonte è capofila, sul possibile incremento del fenomeno di sfruttamento sessuale a danno di donne provenienti dall’Ucraina.

Nel corso delle sessione è stata fornita risposta a due atti ispettivi del gruppo Movimento 4 ottobre e del gruppo Moderati.




FameLab torna a Torino: selezione di nuovi talenti della divulgazione scientifica

Ideato nel 2005 dal Cheltenham Science Festival, FameLab è a pieno titolo un talent show di comunicazione della scienza, in cui giovani appartenenti al mondo scientifico si mettono in gioco per soli tre minuti. FameLab ha toccato in questi anni 40 paesi in tutto il mondo e dal 2012 si svolge in Italia, introdotto e curato da Psiquadro, l’impresa sociale impegnata da vent’anni nella realizzazione di nuovi format per la comunicazione della scienza.

L’edizione torinese, coordinata dall’Università degli Studi di Torino, è organizzata in collaborazione con Politecnico di Torino, Università del Piemonte Orientale, Associazione Apriticielo – Infini.to, Associazione CentroScienza Onlus e Osservatorio Val D’Aosta.

Per la selezione torinese, l’11 maggio aspiranti divulgatrici e divulgatori si sfideranno al Cubo Teatro in via Giorgio Pallavicino 35 a Torino, con una prima preselezione mattutina con inizio alle 10.30 ed una selezione finale pomeridiana a partire dalle ore 15. A giudicare i talk una giuria costituita da ex FameLabbers e da esperti ed esperte di diversi settori scientifici. In soli tre minuti, senza l’ausilio di slides o filmati, ma con la possibilità di usare oggetti di scena, candidati e candidate dovranno riuscire ad impressionare la giuria, guadagnandosi il primo o il secondo posto.

Come Torino, altre città italiane saranno impegnate nel mese di maggio nelle giornate di selezione locale: Ancona, Brescia, Camerino, Catania, Genova, Milano e Trieste.
I primi due classificati di ogni selezione locale avranno la possibilità di frequentare una masterclass nazionale a Perugia nel mese di giugno, in preparazione della finale nazionale, che si terrà a settembre in occasione della Notte Europea della Ricerca. Chi vincerà la finale nazionale di FameLab Italia 2022 parteciperà infine alla competizione FameLab International prevista in autunno.

Tre i requisiti per potersi candidare: appartenere al mondo scientifico, medico o ingegneristico come studentesse/studenti, ricercatrici/ricercatori, assegniste/assegnisti di ricerca o collaboratrici/collaboratori presso istituzioni di ricerca pubbliche o private; essere nate/nati tra il primo gennaio 1982 ed il 31 dicembre 2000; non aver raggiunto in edizioni precedenti di FameLab italiane o estere la fase finale, ossia la masterclass o la finale nazionale.
Per la selezione locale è necessario preparare due diverse presentazioni da tre minuti: una per la preselezione e una, diversa dalla prima, nel caso in cui il concorrente venga selezionato per la fase finale.

Le iscrizioni per la selezione locale torinese chiuderanno l’8 maggio.
Per candidarsi occorre completare il modulo on line su

 

 

 




Classe energetica immobili, la più diffusa è la G

I potenziali acquirenti sono stati sempre attenti alla prestazione energetica dell’immobile, ancora di più dopo il primo lockdown quando la permanenza forzata in casa li ha resi maggiormente consapevoli dei costi energetici.

Questi ultimi, alla luce anche dei rialzi in corso, saranno sempre più ponderati nella valutazione della scelta dell’immobile. L’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa ha analizzato le compravendite realizzate attraverso le agenzie del Gruppo in Italia e ha rilevato che, tra il 2019 e il 2021, è aumentata la percentuale di acquisti di abitazioni in classe energetica A: si passa infatti dal 3,0% del 2019 al 4,9% del 2021.

Le classi dalla B alla F mantengono un tasso sostanzialmente costante, mentre si registra una diminuzione della percentuale di compravendite di classe G, si passa dal 59,5% del 2019 al 57,5% del 2021. La classe G rimane comunque la classe energetica più scambiata in Italia, alla luce della vetustà del patrimonio abitativo italiano.

Negli anni scorsi una maggiore sensibilità all’argomento era stata rilevata tra gli acquirenti di casa vacanza che, utilizzando l’abitazione solo in alcuni periodi dell’anno, desideravano contenere i costi di gestione dell’abitazione. In generale negli ultimi tempi si inizia a capire come un immobile in classe energetica elevata conserva valore nel tempo, anche in una futura ottica di rivendita.

Per quanto riguarda le locazioni le classi dalla A alla E evidenziano percentuali di affitto sostanzialmente stabili, cresce la percentuale di affitti in classe F che passa dal 13,9% del 2019 al 15,6% del 2021, mentre diminuisce la percentuale di locazioni in classe G che passa dal 59,1% al 58,2%. Anche sul mercato delle locazioni le tipologie più affittate appartengono alla classe energetica G.

 




Occupazione e sviluppi sociali in Europa, divario retributivo di genere tra i giovani

In occasione dell’Anno europeo dei giovani 2022 la Commissione ha pubblicato oggi l’ultima edizione della rassegna trimestrale sull’occupazione e gli sviluppi sociali in Europa che include un approfondimento tematico specifico sul divario retributivo di genere tra i giovani lavoratori.

Queste rassegne trimestrali danno una panoramica dei recenti sviluppi sociali e del mercato del lavoro nell’UE, con analisi tematiche specifiche.

Dall’ultima edizione emerge che sul mercato del lavoro dell’UE le giovani donne (di età compresa tra i 25 e i 29 anni) subiscono a inizio carriera un divario retributivo di genere non corretto del 7,2 %, percentuale pari a circa la metà del divario retributivo di tutti i lavoratori, il che indica ancora maggiori disparità retributive tra i lavoratori più anziani. D’altro canto la rassegna rileva anche che le differenze retributive tra giovani lavoratori e lavoratrici sono difficili da spiegare sulla base dei dati disponibili e che la situazione varia molto da paese a paese.

Vi sono poi differenze nelle caratteristiche dei lavoratori che determinano importanti divari retributivi, pur operando in direzioni diverse: i giovani lavoratori tendono a guadagnare di più perché lavorano in attività economiche più remunerate ma le giovani lavoratrici tendono a percepire salari più alti in quanto più istruite.

L’eliminazione del divario retributivo di genere è indicata come priorità nella strategia per la parità di genere 2020-2025 della Commissione. Sempre in questo senso la Commissione ha presentato una proposta di direttiva sulla parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro attraverso la trasparenza delle retribuzioni e meccanismi esecutivi.

La proposta è attualmente oggetto di discussione al Parlamento europeo e al Consiglio.

 

 




Consiglio regionale: Quarant’anni al servizio dei cittadini

A Palazzo Capris (via Santa Maria, 1) si è tenuto il convegno “Quarant’anni di difesa civica” per inquadrare la situazione di questa figura nata a tutela e garanzia del cittadino, frutto ancora di grande dibattito in ambito giuridico. Un istituto, quello della difesa civica, che si è ritagliato nel tempo un ruolo sempre maggiore. Il convegno è stato organizzato dal Consiglio regionale e dal Difensore civico regionale in collaborazione con l’Ordine degli avvocati di Torino.

Il presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia, portando i saluti istituzionali ha affermato che “in questi quattro decenni il ruolo del Difensore civico ha assunto un’importanza sempre maggiore a servizio della cittadinanza, esercitando quella funzione di intermediario tra Pubblica amministrazione e cittadino, per tutelarne i diritti in caso di ritardi, omissioni, discriminazioni o abusi in generale. Ritengo giusto riconoscere la bontà, l’efficienza e l’efficacia del lavoro svolto in questi anni da un organo di garanzia essenziale, che contribuisce quotidianamente a misurare la reale capacità dell’Amministrazione regionale di essere sempre più vicina alle esigenze della società e alla sua continua evoluzione”.

Il presidente della Regione, Alberto Cirio, è intervenuto con un videocollegamento ed ha parlato di “un istituto importante per la vita democratica del nostro Paese e che per questo è previsto nello Statuto della nostra Regione. È importante celebrare l’attualità di una figura che come tutte le cose buone migliora nel tempo. Sono per questo disponibile a prendere in considerazione le proposte che verranno formulate per potenziare la figura del Difensore civico”.

Il segretario del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Torino, Paolo Berti, ha dichiarato che “la mediazione e l’indipendenza proprie alla funzione di Difensore civico, accomunano questo ruolo a quanto viene fatto dagli avvocati. Non solo in ragione della loro professionalità ma per la conoscenza che hanno delle persone, vengono infatti scelti degli avvocati per svolgere il ruolo del Difensore civico”.

Ha introdotto e moderato il convegno Paola Baldovino, Difensore civico della Regione Piemonte: “In questi 40 anni, il Difensore civico ha contribuito ad umanizzare l’attività amministrativa a tutela dei diritti delle persone e, in tal modo, far emergere i bisogni concreti dei cittadini – ha spiegato Baldovino -. Al Difensore civico possono rivolgersi tutti, gratuitamente e senza formalismi e, pertanto, l’istituto costituisce un’importante risorsa per la collettività piemontese. Con questo convegno si è inteso, oltre a celebrare l’anniversario della legge istitutiva dell’ufficio, diffondere anche la conoscenza di questa figura di garanzia e gli ambiti di intervento nei quali il Difensore civico può operare. In particolare, l’evento è stato organizzato in collaborazione con l’Ordine degli avvocati di Torino, al fine di sottolineare l’utilità dell’Istituto per coloro che svolgono la professione forense, anche quale strumento deflattivo del contenzioso giudiziario”.

Sono stati 572 i fascicoli aperti nel corso del 2021 presso il Difensore Civico piemontese e di questi circa il 60% riguardano l’area dei servizi alla persona e, all’interno di questi, più di 7 su 10 sono inerenti sanità e ospedali. Interessante, tra le varie aree di intervento, quella sui procedimenti amministrativi e sulle richieste di accesso documentale e di accesso civico, che hanno garantito maggiore trasparenza delle amministrazioni.

È poi intervenuto Gianluca Gardini, ordinario del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara, che ha spiegato come “l’evoluzione storica e giuridica della difesa civica fa parte di una storia minore nel nostro Paese perché confinata alle esperienze delle autonomie territoriali. In Italia mai abbiamo avuto un difensore civico nazionale, diversamente da quanto accade nella stragrande maggioranza dei paesi dell’Unione europea. Addirittura non sono pochi gli stati che lo hanno previsto nella carta costituzionale e altri, comunque, con una legge ordinaria. Gli uffici del difensore civico presenti nel nostro paese non sono poi neanche stati valorizzati come strumento alternativo per la risoluzione delle controversie tra la Pubblica amministrazione e il cittadino. Ed è di tutta evidenza come questo avrebbe potuto alleggerire il Tar di una parte dei procedimenti”.

A proposito degli effetti del contenzioso amministrativo della difesa civica, Gabriella Racca, ordinario presso il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Torino ha spiegato che “La difesa civica va intesa come difesa della Buona Amministrazione, quindi il difensore non è un organo terzo rispetto alla Regione e alle altre amministrazioni ed è chiamato a collaborare affinché l’obbiettivo comune sia effettivamente raggiunto. Il cittadino in difficoltà deve trovare nel Difensore civico il punto di collegamento che ripristini il rapporto di fiducia con la parte pubblica. Per far ciò il difensore deve collegarsi e rafforzarsi in rete con Anac, con i responsabili della prevenzione della corruzione e della trasparenza, con il Difensore civico digitale, con i responsabili della transizione digitale (Rtd), con le Aziende sanitarie, con i Media nelle forme tradizionali e più innovative”.

Su come è cambiato il modo di interfacciarsi dell’avvocato con la difesa civica e sulle varie funzioni del Difensore civico contro la gestione scorretta o impropria delle pubbliche amministrazioni è intervenuta Silvia Ingegnatti, avvocato del Foro di Torino, evidenziando “ la funzione di garante del diritto alla salute del Difensore civico, fino al potere di moral suasion che può essere esercitato nei confronti della Pa. Gli avvocati possono cogliere le opportunità insite nel ricorso al Difensore Civico al fine di vagliare, nel superiore interesse del proprio assistito, tutti gli strumenti posti a disposizione della legge, di cui la Difesa Civica costituisce una valida potenzialità”.

Alessandra Carrozzo, avvocato del foro di Torino ha illustrato i doveri deontologici dell’avvocato, con particolare riferimento al dovere di informazione verso i clienti che “impone di informare delle opportunità che offre l’istituto del Difensore Civico in diverse materie e quindi della possibilità e delle modalità per avvalersi di tale organo. Questo in relazione al rapporto che tale strumento di tutela ha con le altre prerogative difensive”.




Confindustria Piemonte e Intesa SanPaolo a sostegno della crescita

La transizione verso la mobilità sostenibile, il consolidamento di settori recentemente vincenti come agri-eno-food, l’innalzamento della competitività delle filiere storiche come tessile, aerospazio e lusso. Sono queste alcuni dei temi emersi nel corso dell’evento “Le priorità di sviluppo per le imprese” organizzato da Confindustria Piemonte e Intesa Sanpaolo.

“Stiamo attraversando un momento complicato, di grande transizione, trasformazione e incertezza. Dopo la lunga crisi pandemica, stiamo vivendo la tragedia della guerra che colpisce la popolazione ucraina, tragedia immane e spaventosa, un conflitto che coinvolge e tocca ciascuno di noi. Siamo qui per confrontarci sulle criticità e sulle priorità di sviluppo delle imprese del Piemonte, sul ruolo che ciascuno di noi vuole e deve avere. A noi, come Confindustria, il compito di supportare il sistema imprenditoriale e di condividere con le istituzioni la visione industriale di una regione che per tornare a correre deve iniziare a crescere almeno del 3% all’anno in maniera strutturale. Oggi è il momento di condividere priorità e responsabilità, mettendo in campo il coraggio di affrontare i prossimi mesi: perché siano un punto di partenza solido” ha dichiarato Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte, introducendo i lavori.

Sviluppo che secondo i presidenti delle otto territoriali piemontesi di Confindustria, i leader dei giovani imprenditori, della piccola industria e dell’Ance Piemonte deve seguire le direttrici del Piano Industriale presentato alla Regione da Confindustria Piemonte l’anno scorso. Al centro, oltre alla transizione energetica e tecnologica, ci sono le occasioni che arrivano da settori in forte crescita come life-science, medicina, biotech e salute. Così come si devono sviluppare l’economia circolare, la sostenibilità e la green economy. Allo stesso tempo anche il turismo può diventare un’industria di sistema, mentre le costruzioni devono puntare alla rigenerazione e all’innovazione di materiali e tecnologie. Tutto questo deve avvenire diffondendo intelligenza artificiale, robotica e big data nelle specializzazioni locali. All’orizzonte c’è poi il completamento di alcune fondamentali infrastrutture materiali, che possono consolidare il ruolo del Piemonte anche come piattaforma logistica di terza generazione.

Temi evidenziati e condivisi anche dal presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, e da Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, che hanno aperto il convegno con un indirizzo di saluto. Nel corso del dibattito sono stati toccati anche molti altri punti nodali per le imprese, a cominciare dalla necessità di sempre maggiori risorse su formazione e qualificazione professionale del capitale umano, di una reale semplificazione amministrativa e normativa, anche per cogliere al meglio le opportunità che derivano da Pnrr e dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr). A conclusione dei lavori è intervenuto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.

“Questo incontro è un’occasione importante per capire le nuove esigenze delle imprese e per mettere a punto il miglior sostegno possibile. Non solo per affrontare le oggettive difficoltà. Siamo nel pieno di un’ampia trasformazione produttiva e dei consumi nel segno della sostenibilità. In Piemonte abbiamo già erogato 200 milioni di finanziamenti green e circular. Questo è un territorio ricettivo all’innovazione” ha spiegato Stefano Barrese, a capo della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo.




Firmato accordo tra Ance Piemonte, Valle D’Aosta e PoliTO

Il settore delle costruzioni sta attraversando un periodo di ritrovata vitalità, grazie soprattutto all’efficacia delle misure governative legate al PNRR e al cosiddetto Superbonus. Il Piemonte si colloca ai primi posti in Italia per numero di interventi avviati e per il conseguente aumento del volume di fatturato, ma deve affrontare come principale criticità la difficoltà nel reperire personale qualificato.  Le imprese di costruzione del Piemonte e della Valle d’Aosta lamentano infatti la difficoltà nel trovare figure quali assistenti di cantiere, responsabili di commessa, project manager, ingegneri civili ed edili, direttori tecnici e responsabili ufficio gare.

 

Questa mattina, presso l’Energy Center del Politecnico di Torino, se ne è discusso nel corso dell’incontro “Costruire è un lavoro serio”, nel corso del quale è stato presentato l’accordo sottoscritto tra Ance Piemonte e Valle d’Aosta e Politecnico finalizzato a consolidare ed ampliare la partnership strategica tra le due realtà.

 

Per agevolare l’incontro tra studenti e imprese verranno organizzati momenti di promozione che illustrino le opportunità offerte dai tirocini presso le imprese associate. L’Ance Piemonte e Valle d’Aosta avrà inoltre una funzione di hub/collettore di imprese per agevolare e stimolare le opportunità di esperienze formative attraverso lo strumento del tirocinio curriculare, mentre il Politecnico di Torino metterà a disposizione la piattaforma online del portale della didattica per la pubblicazione delle posizioni di tirocinio offerte dalle imprese associate.

 

L’evento è stato aperto dai saluti istituzionali del Rettore Guido Saracco, del Vice Rettore per la didattica Sebastiano Foti, dell’Assessora regionale Elena Chiorino e dai direttori dei dipartimenti Diseg Giuseppe Ferro e Diati Francesco Laio; a cui ha fatto seguito la presentazione dell’offerta formativa di ingegneria civile e ingegneria edile da parte dei rispettivi coordinatori dei collegi, i professori Orazio Baglieri e Andrea Lingua.

 

La presidentessa dell’Ance Piemonte Paola Malabaila e dei Giovani ANCE Piemonte Andrea Cavallari hanno poi presentato l’associazione e le iniziative per la formazione in azienda, a cui sono seguite le testimonianze di imprese e studenti.

 

Il Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco ha dichiarato: “Sono consapevole che il settore delle costruzioni è uno dei settori dove maggiormente si avvertono la necessità e l’urgenza di personale qualificato. Per questo il Politecnico sta impiegando tutti gli strumenti a sua disposizione per dare una risposta concreta alla richiesta che ci viene dalle imprese: oltre alle lezioni frontali e ai tirocini presso le aziende, offriamo ai nostri studenti la possibilità di arricchire la propria formazione con proposte di didattica innovativa – come le challenge o i team studenteschi – mentre alle aziende siamo in grado di fornire i nostri servizi di Job Placement e di formazione ad hoc”.

 

 

La ripresa del settore delle costruzioni, dopo anni bui, si scontra con la mancanza di personale: tra il Pnrr e gli interventi legati al Superbonus, che in Piemonte stanno registrando a partire da febbraio 2021 una crescita esponenziale, la richiesta di personale è aumentata notevolmente – ha commentato la Presidentessa dell’Ance Piemonte e Valle d’Aosta Paola Malabaila.Da tempo abbiamo attivato una fattiva collaborazione con il Politecnico di Torino, confermata da questo accordo che rappresenta il dialogo tra il mondo della formazione e quello delle imprese: un’interlocuzione tra due realtà per costruire competenze specialistiche e per costruire un futuro sostenibile. La nostra Associazione farà da hub di raccolta delle candidature che verranno veicolate tra le imprese associate”.

 

“Secondo le nostre stime, a livello nazionale, mancano 265mila tra professionisti, tecnici specializzati ed operai mentre a livello regionale stimiamo una richiesta di circa 25 mila addetti. Dall’indagine svolta dall’Ance Piemonte, su un campione di 140 imprese, è emerso che il 16% ha necessità di manovali, il 13,5% ricerca capo cantieri, il 5,4% responsabili di commessa, il 5,1% project manager, il 4,8% ingegneri civili ed edili, il 4,2% direttori tecnici – ha aggiunto il Presidente dei Giovani Imprenditori Ance Piemonte e Valle d’Aosta Andrea Cavallari. La formazione e la sicurezza restano aspetti prioritari e non trascurabili, determinanti per rispondere alle nuove richieste del mercato e per contrastare il lavoro irregolare a favore di imprese serie e qualificate”.

 

Nei suoi saluti l’assessora Elena Chiorino ha commentato: “La politica deve agire a supporto delle imprese consapevole di quanto sia strategico garantire, attraverso la formazione, un valido sostegno alla loro capacità produttiva. Lo stiamo facendo in Regione Piemonte, la formazione non ė più da considerare una spesa, ma un investimento. Crediamo infatti che non ci possa essere competitività senza competenza come non possa esserci competenza senza un’adeguata formazione. Investiamo guardando al futuro evitando qualsiasi misura di stampo assistenzialista, ma puntando su misure che rendano ancora più efficace un percorso che vada dall’orientamento scolastico all’apprendistato, per garantire ai nostri ragazzi le condizioni migliori per poter scegliere di restare in Piemonte senza andare all’estero e di inserirsi virtuosamente nel nostro sistema produttivo. Serve un grande piano innovativo e le Academy sono la risposta più immediata, capaci di trasformare il Piemonte nel precursore della formazione di tutte quelle professioni che devono “ancora arrivare”.

 

Andrea Lingua, coordinatore del corso di studio di Ingegneria Edile, sottolinea l’importanza dell’iniziativa specialmente a valle dell’importante rinnovamento dei percorsi di laurea triennale e laurea magistrale che sono stati proposti 2 anni fa per definire una figura professionale al passo con i tempi: “sono cresciute le possibilità di inserire tirocini per 150 o 300 ore permettendo il completamento del percorso didattico per gli ingegneri edili mediante una esperienza pratica molto formativa nell’ambito dei cantieri edilizi”.

Orazio Baglieri, coordinatore del corso di studio in Ingegneria Civile, evidenzia come nell’offerta didattica in Ingegneria Civile, anch’essa oggetto di un profondo rinnovamento l’anno scorso, il tirocinio assuma un ruolo centrale testimoniato dal peso ad esso attribuito anche in termini di impegno e crediti formativi riconosciutiti (fino a 450 ore, equivalenti a circa tre mesi di attività pratica): “Ciò è frutto di precise scelte strategiche per la formazione della nostra comunità studentesca e il potenziamento delle opportunità in chiave occupazionale: la sottoscrizione dell’accordo con ANCE, volto a promuovere lo svolgimento del tirocinio presso le imprese di costruzione, si inserisce nel solco di queste scelte strategiche in momento storico cruciale per il settore e per il Paese”.

 




Anac. Aidr: con lo Spid accesso veloce ad una serie di servizi

Dal 28 marzo è possibile accedere ad alcuni servizi online di Anac anche tramite Spid, il Sistema Pubblico di Identità Digitale. Con un unico nome utente e una sola password è, quindi, possibile fruire in modo veloce e sicuro di alcuni servizi digitali dall’Autorità Nazionale Anticorruzione già integrati con il nuovo sistema di autenticazione.

In particolare: il rilascio del Certificato esecuzione lavori (Cel) e le Attestazioni Soa (nuova versione). Il primo servizio è rivolto al Responsabile unico del procedimento (RUP) delle stazioni appaltanti che rilascia il Certificato all’impresa esecutrice di lavori pubblici che ne abbia fatto richiesta. Il secondo servizio invece è dedicato al rilascio delle attestazioni da parte delle Società Organismi di Attestazione (Soa).

“L’implementazione digitale da parte dell’Autorità Nazionale Anticorruzione – A.N.A.C, guidata da Giuseppe Busia – sottolinea in una nota Aidr – va in direzione di una sempre maggiore copertura di servizi digitali da parte della pubblica amministrazione con conseguente ottimizzazione dei tempi e delle relative procedure.

Nel 2021 lo Spid-. ricorda l’associazione Aidr in una nota – ha raggiunto il 43% della popolazione, con 26 milioni di identità rilasciate a fine ottobre dello scorso, più del doppio di quelle dello stesso periodo del 2020”.