Consiglio regionale, confermati 153 milioni per le politiche sociali

“Per il 2025 sono confermati i 153 milioni di risorse regionali alle politiche sociali e per la famiglia, al pari del 2024, senza il ricorso ai fondi europei”. Lo ha annunciato l’assessore regionale Maurizio Marrone in apertura della seduta della Commissione Sanità, presieduta da Luigi Icardi, in cui ha svolto le relazioni sul Defr e il Bilancio in merito alle materie di sua competenza.

“Siamo riusciti nell’intento di aumentare i capitoli strutturali rivolti ai servizi comunali di socio-assistenza del territorio, con oltre 2 milioni di euro in più su extra Lea e fondo indistinto”, ha spiegato Marrone.

“Confermati poi – ha aggiunto – gli stessi impegni del 2024 anche sulle nostre ‘bandiere’ della scorsa legislatura, a partire da Vita nascente, ma anche le risorse per Vita indipendente, oltre a quelle destinate alle politiche per l’invecchiamento attivo, per il Banco alimentare e il Banco farmaceutico. Novità per il 2025 sarà invece l’aumento che porta a 1 milione di euro le risorse per il fondo destinato agli Oratori del Piemonte”.

“Rivendico con orgoglio – ha concluso – il risultato di aver confermato la spesa storica delle Politiche sociali in un momento di particolare difficoltà, riuscendo inoltre ad aumentare sensibilmente il fondo destinato alla rete degli Oratori del Piemonte per valorizzare ancor più il loro insostituibile ruolo di aggregazione sociale, di assistenza ai più deboli e di orientamento per i giovani”.

Numerose sono state le richieste di approfondimenti da parte dei gruppi di opposizione.

Rispondendo a Sarah Disabato (M5s) sui bandi per il servizio civile, Marrone ha affermato che “si intende mettere in atto misure di carattere sociale volte a prevenire e a contrastare il consumo di sostanze stupefacenti e a riqualificare aree urbane o rurali periferiche attraverso la presenza territoriale, il volontariato sociale, l’informazione e la creazione di forme virtuose di aggregazione”.

Monica Canalis – intervenuta per il Pd con Nadia Conticelli – l’assessore ha risposto che, per quanto riguarda i bandi per l’invecchiamento attivo, “superata la fase di sperimentazione, è importante provare a pensare a interventi più strutturati, magari per il senior housing o per le palestre della salute, cercando di favorire chi lavora in rete”.

Rispondendo ad Alice Ravinale (Avs) sui finanziamenti agli Oratori, Marrone ha affermato che “l’Islam non è previsto in quanto non ha intese con lo Stato centrale e manca quindi una cornice giuridica generalizzata di rapporti tra lo Stato e la confessione religiosa”.

Sugli interventi per i senza fissa dimora, l’assessore ha risposto a Vittoria Nallo (Sue) che “è stato previsto un apposito capitolo per formare e mettere in strada operatori socio  sanitari che si prendano cura della persona e mirino a toglierla dalla strada”.

 




Parco della salute: per la ‘domus didattica’ 100 milioni d’investimento

Il Parco della salute è un importante investimento che potrà favorire la ricerca e l’innovazione internazionale a Torino, ma anche la didattica: questa la sintesi dell’audizione di Paola Cassoni, direttrice della Scuola di medicina e vicerettrice per l’Area medica, e Umberto Ricardi, vicerettore per la Ricerca biomedica, nella quarta Commissione, presieduta da Daniele Valle.

“La Scuola di medicina dell’Università di Torino – hanno spiegato gli auditi – vuole essere fedele alla declinazione del nome del Parco della salute, della ricerca e dell’innovazione. Si sta lavorando per definire lo sviluppo di un polo multifunzionale, con una visione integrata in ambito sanitario accademico formativo e di ricerca. Il costo previsto per la c.d. ‘domus didattica’, gli spazi dedicati all’attività didattica, è pari a 100 milioni”.

Nel corso dell’audizione, dedicata ad un approfondimento sul tema degli spazi dedicati alla ricerca ed alla didattica del Parco della salute, sono intervenuti per chiarimenti Gianna Pentenero (Pd), Alice Ravinale (Avs) e lo stesso presidente Valle.

Secondo gli auditi, la finalità è quella di creare una rete di servizi per rispondere efficacemente alle esigenze di tutela della salute, di formazione accademica e clinica, di accelerazione tecnologica e sviluppo di ricerca clinica. L’integrazione in un unico complesso all’avanguardia in una visione che vada oltre il livello regionale per estendersi a quello nazionale ed internazionale.




Previsioni congiunturali 1° trimestre 2025 – Inizio d’anno all’insegna dell’incertezza per l’industria

Per l’industria delle province di Novara e di Vercelli l’inizio d’anno è all’insegna dell’incertezza. Secondo le previsioni congiunturali di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) per il trimestre gennaio-marzo 2025 (disponibili sul sito www.cnvv.it) il saldo tra la percentuale degli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quella di coloro che sono pessimisti sull’incremento della produzione si attesta a -6,6 punti (rispetto ai precedenti -4) nel Novarese e a -28,9 punti (rispetto ai precedenti -22,2) in provincia di Vercelli, con una media regionale che scende da -1,9 a -4,6 punti. I saldi ottimisti/pessimisti relativi agli ordini totali e a quelli esteri passano, rispettivamente, da -8,8 a -7,4 e da zero a -6,7 punti in provincia di Novara, da -22,2 a -25,6 e da -14,7 a -17,8 punti in provincia di Vercelli (a fronte di una media piemontese che cala, rispettivamente, da -5 a -6 e da -8,8 a -9 punti).
«Siamo in una fase di incertezza – commenta il presidente di Cnvv, Gianni Filippa – a causa dell’instabilità a livello geopolitico, del rallentamento delle economie di Germania e Francia, che sono per noi mercati importanti, e delle conseguenze della crisi dell’automotive. Nonostante tutto il nostro sistema manifatturiero rimane solido e gli imprenditori del territorio dimostrano di voler continuare a investire anche nelle fasi più complicate per mantenere aggiornati gli impianti». Le previsioni di investimenti “sostitutivi” salgono, infatti, in entrambe le province: dal 41,7% al 50,4% in quella di Novara e dal 39,3% al 45,5% in quella di Vercelli (la media regionale è in crescita dal 48,4% al 49,8%), mentre gli investimenti “significativi” registrano un calo (dal 36,7% al 29,1%) nel Novarese e un lieve incremento (dal 24,7% al 25%) in provincia di Vercelli e (dal 23,5% al 23,6%) in Piemonte.
A livello occupazionale il saldo tra ottimisti e pessimisti relativo alla volontà di fare nuove assunzioni cala da 4,8 a 1,7 punti in provincia di Novara e da -1,1 a -6,7 punti in provincia di Vercelli (in calo da 5,1 a 2,4 punti la media regionale), mentre la percentuale delle imprese che intendono fare ricorso alla cassa integrazione scende dal 9,8% al 7,6% nel Novarese e sale lievemente (dal 21,3% al 21,6%) in provincia di Vercelli, con una media piemontese in aumento dall’11,5% al 13,7%. «Anche il mercato del lavoro – osserva il direttore di Cnvv, Carlo Mezzano – risente, seppure in modo ancora non troppo impattante, della fase di incertezza; lo scostamento tra domanda e offerta di manodopera specializzata, peraltro, non accenna a ridursi e questo crea preoccupazione tra le imprese, soprattutto in una prospettiva di medio-lungo periodo».
La percentuale di aziende che segnalano ritardi negli incassi rispetto ai tempi di pagamento pattuiti sale dal 15,7% al 21,8% in provincia di Novara e cala dal 22,6% al 19,5% in quella di Vercelli, a fronte di una media regionale in lieve aumento, dal 25,2% al 25,7%.
I dati relativi ai principali settori, elaborati in forma aggregata e con media ponderata sulle due province, registrano, rispetto al trimestre precedente, un peggioramento per attese di produzione e di ordini nel metalmeccanico, nella rubinetteria-valvolame e nell’alimentare, a fronte di un miglioramento nel comparto chimico e nel tessile-abbigliamento.
***
INTEGRAZIONE – Dichiarazione del presidente di Confindustria Piemonte
«Gli investimenti privati – commenta il presidente di Confindustria Piemonte, Andrea Amalberto – anche nel 2025 rappresentano la migliore politica industriale possibile. E ciò è tanto più vero per le Pmi. Gli interventi inseriti nella manovra di bilancio sull’Ires premiale e i correttivi sul piano Industria 5.0, possono infatti tenere attiva questa fondamentale leva di sviluppo e crescita dimensionale delle imprese, integrandosi alle risorse che arrivano dal Pnrr dal fronte pubblico. Ciò sarà tanto più vero se il credito non sarà soffocato dal calo dei tassi, e se gli aumenti del costo dell’energia saranno gestiti senza allarmismi, intervenendo sul metodo di formazione del prezzo del gas. L’insieme di questi interventi, in un quadro oramai stabilmente complesso a livello geopolitico, è la premessa per tornare a crescere, mantenendo gli attuali livelli di occupazione e quindi di utilizzo degli impianti».



CER-a di Confartigianato Cuneo baluardo contro gli aumenti delle tariffe e il rischio speculazioni

Ad ogni inizio d’anno imprese e famiglie del nostro Paese si ritrovano a fare i conti con gli aumenti delle tariffe energetiche. Costi che per le PMI pesano fortemente sulla loro competitività sui mercati e vanno ad erodere la già non facile gestione finanziaria a causa degli scenari internazionali, attualmente assai turbolenti.

Se nello scorso anno, secondo i dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato, le piccole e medie imprese italiane hanno pagato l’elettricità il 9,9% in più rispetto alla media Ue, per il 2025 si hanno proiezioni di costi che potrebbero essere maggiorati fino al 15% a causa del “caro metano”, grande spauracchio per l’intero mondo produttivo anche a causa di pericolose azioni di speculazione che si possono inserire nel mercato. Questo fatto, tradotto in cifre, porterebbe, soprattutto per le imprese energivore, un aumento dei costi di decine di migliaia di euro rispetto al 2024, con il rischio di essere tagliate fuori dal mercato.

«La bolletta elettrica delle nostre aziende è già tra le più costose d’Europa. – sottolinea Michele Quaglia vice presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – Le pericolose fluttuazioni dei costi del metano, a causa delle difficoltà di approvvigionamento, rischiano quindi di inasprire una situazione già di per sé complessa, considerato che nel mix energetico il gas ancora pesa per il 42%. Questo problema mostra innanzitutto l’urgenza di interventi di politica energetica da parte del Governo su più fronti: diversificazione delle fonti di approvvigionamento, disaccoppiamento dei costi tra energia elettrica e gas, sostegno convinto delle rinnovabili e delle azioni per l’efficientamento e la riqualificazione energetica degli edifici. Le imprese, dal canto loro, devono puntare ad azioni efficaci in termini di transizione energetica attraverso una collaborazione sempre più stretta tra attività produttive e territorio. Di qui, la scelta di Confartigianato Cuneo di supportare le aziende creando CER-a, la comunità energetica operativa da giugno 2024 su Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria. Attraverso le comunità energetiche si dà vita ad un importante progetto etico che pone cittadini e imprenditori al centro, fornendo loro una maggiore consapevolezza del sistema di produzione ed erogazione dell’energia e una buona protezione dalle fluttuazioni dei costi. Rappresentano quindi un’importante realtà di visione, grazie alla quale sarà possibile raggiungere grandi risultati in termini di sostenibilità ambientale attraverso la condivisione dell’energia».

«In questi primi sei mesi CER-a ha già ottenuto risultati molto significativi – aggiunge Franco Roagna presidente della CER-a di Confartigianato Cuneo – e l’interesse da parte di imprese, istituzioni e cittadini si sta dimostrando molto alto. Ad oggi abbiamo già attive sul territorio 26 configurazioni che nel 2025 produrranno energia elettrica da fonti rinnovabili per un totale di 11MW. CER-a si sta anche dimostrando un efficace strumento di cambiamento culturale per quanto riguarda la transizione energetica, affiancando ai dati tecnologici valori di natura etica, quali la collaborazione e la sussidiarietà, con la promozione di uno stile di vita orientato alla condivisione e al risparmio energetico. Attraverso la nostra comunità energetica, che non ha scopo di lucro, gli incentivi che vengono generati sono equamente suddivisi tra i produttori, i consumatori e a favore del territorio, con la collaborazione delle amministrazioni locali, a cui viene destinata una parte considerevole degli introiti economici per mitigare la povertà energetica locale e promuovere l’uso consapevole dell’energia».




Crisi del comparto orafo: CNA Piemonte lancia l’allarme sulle micro e piccole imprese

Il comparto orafo piemontese sta affrontando una trasformazione senza precedenti che minaccia la sopravvivenza di centinaia di micro e piccole imprese, cuore pulsante della nostra tradizione artigiana e dell’economia locale, è in corso un processo di industrializzazione del distretto orafo che rischia di azzerare la sua unicità. Per questo è indispensabile agire subito con misure concrete per tutelare il tessuto produttivo ed evitare conseguenze irreversibili”. Lo dichiara Stefania Gagliano, direttrice della CNA di Alessandria, a margine del tavolo di confronto convocato dalla Regione Piemonte ad Alessandria per affrontare le criticità del settore.

CNA Piemonte accoglie con favore l’iniziativa della Regione e del vicepresidente e assessore al Lavoro Elena Chiorino, che hanno dimostrato di cogliere l’urgenza e la gravità della situazione convocando un tavolo di confronto straordinario. “Apprezziamo la sensibilità dimostrata dalla Regione Piemonte e dal vicepresidente Chiorino nell’ascoltare le istanze del comparto e nel riconoscere l’emergenza che vivono le imprese artigiane orafe. È un segnale importante che testimonia la volontà di costruire un percorso condiviso per trovare soluzioni efficaci” ha sottolineato il Presidente di Cna Piemonte Giovanni Genovesio.

La crisi di tutto il comparto manifatturiero piemontese, aggravata dalla trasformazione profonda del mercato, dall’aumento dei costi e dalle difficoltà di accesso al credito, sta colpendo duramente le piccole imprese artigiane. “Le nostre imprese, molte delle quali a conduzione familiare, sono in grande sofferenza. Senza interventi immediati, rischiamo di perdere un patrimonio di competenze e tradizione unico al mondo” continua Genovesio.

Il tavolo, che sarà aggiornato il 6 febbraio 2025, rappresenta solo il primo passo di un percorso che deve essere rapido e incisivo. “Le imprese non possono aspettare: ogni giorno di ritardo significa avvicinarsi alla chiusura di attività storiche e alla dispersione di un patrimonio inestimabile. È il momento di trasformare le parole in azioni concrete” ha inoltre dichiarato il Presidente della Cna di Alessandria Mauro Ordazzo.

CNA Piemonte inoltre congiuntamente alla Cna di Alessandria ribadisce la necessità di adottare misure straordinarie a supporto delle micro e piccole imprese di tutto il settore manifatturiero. “È essenziale prevedere incentivi fiscali, sostegni finanziari dedicati e interventi di semplificazione burocratica, oltre a investimenti mirati nella formazione per aggiornare le competenze indispensabili ad affrontare le nuove sfide del mercato” ha aggiunto il presidente Genovesio.




Storico accordo a Torino fra Autocrocetta e Biauto

Il 30 dicembre 2024 si è conclusa l’operazione di cessione dal Gruppo Felce al Gruppo Biauto del ramo d’azienda di Autocrocetta, entrambi storici dealer torinesi dei brand BMW e MINI.

Tale operazione, curata per Autocrocetta e per il Gruppo Felce dallo studio legale BA LEGAL di Torino e dallo studio di commercialisti BCGA di Milano, si pone come obiettivo quello di concentrare in un unico polo distributivo la vendita di auto di lusso della casa tedesca nella provincia di Torino.

Il CEO del Gruppo Felce Roberto Ferrari, dopo aver espresso soddisfazione per il buon esito dell’operazione, ha comunicato che il Gruppo si concentrerà nello sviluppo della propria attività di dealer di un altro importante brand internazionale, quello della casa automobilistica giapponese SUZUKI, con l’obiettivo di raggiungere una posizione di leadership nel mercato di riferimento.




Fdi, Dalla Regione Piemonte due misure concrete a favore delle persone sorde

Due importanti provvedimenti della Regione Piemonte a favore delle persone sorde. Da un lato il sostegno al bilinguismo italiano/lingua dei segni italiana per l’anno scolastico 2024/2025 e dall’altro il potenziamento del Servizio Comunic@Ens Pro che diviene disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

“Si tratta di un concreto impegno della Regione – dichiara Alessandra Binzoni, vice Capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale – a favore del diritto allo studio e del pieno inserimento delle persone sorde nella nostra società”.

“Ringrazio gli assessori Chiorino e Marrone per la sensibilità dimostrata. Iniziative come queste contribuiscono a migliorare la vita di chi è affetto da sordità e a creare una società più collaborativa ed inclusiva” conclude Binzoni.




Natale: Coldiretti/IXE, il 38% delle tredicesime in regali e viaggi

Il 38% degli italiani che ricevono la tredicesima la destinerà alle spese di Natale, tra regali e viaggi, contro un 31% che ne approfitterà per pagare bollette e rate dei mutui, un 23% che la metterà da parte e il resto che la userà in altri modi. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixe’ sulle abitudini delle feste, con la corsa agli acquisti che entra nel vivo spinta anche dall’arrivo della mensilità extra, per un totale stimato in oltre 50 miliardi di euro. Non a caso la maggioranza dei regali viene acquistata proprio a due settimane dal Natale.

Le modalità di utilizzo della tredicesima evidenziano comunque le differenze generazionali tra gli italiani. Secondo i dati di Coldiretti/Ixe’, tra gli over 64, fascia composta prevalentemente da pensionati, prevale la tendenza a destinarla piuttosto al pagamento delle bollette. Al contrario, il gruppo dei 18-34 anni, che include molti giovani con contratti di lavoro precari, è quello che più di frequente sceglie di spendere la somma per festeggiare. In particolare, oltre la metà dei giovani (59%) con tredicesima la utilizza per rendere più allegre le festività con viaggi e regali tra vestiti, tecnologia e cibo.

Per chi sceglie il regalo enogastronomico, proprio a partire dai più giovani, la tendenza di quest’anno – rileva Coldiretti – è di andare alla ricerca di specialità 100% Made in Italy, magari nei mercatini che affollano i centri cittadini grandi e piccoli, a partire da quelli contadini. L’Italia vanta peraltro la leadership europea in fatto di vendita diretta, con la rete dei farmers market di Campagna Amica che conta oltre 1200 punti in tutto il Paese, a partire da quelli coperti.

Accanto ai prodotti Dop e Igp più noti, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, si rileva una crescita delle richieste di tipicità meno note, anche per stupire familiari e amici, sfruttando il patrimonio di biodiversità che caratterizza l’agroalimentare nazionale. Un esempio sono i Sigilli di Campagna Amica, le specialità salvate dall’estinzione grazie al lavoro degli agricoltori. Un patrimonio della tradizione contadina italiana il cui ritorno sulle tavole è stato reso possibile dall’impegno dei 750 agricoltori “custodi”.

Ma acquistare prodotti agroalimentari italiani, da mettere sotto l’albero o portare in tavola per i pranzi e le cene delle feste, rappresenta anche un sostegno importante all’economia e all’occupazione nazionale – ricorda Coldiretti – anche in considerazione della difficile situazione internazionale in corso che causa contraccolpi importanti al tessuto produttivo nazionale.




Il Comitato Regionale Piccola Industria di Confindustria Piemonte ospite della Fondazione Banca Popolare di Novara

Tappa novarese per il Comitato Regionale Piccola Industria di Confindustria Piemonte, che nella serata di mercoledì 6 novembre 2024 ha tenuto una riunione nella sede della Fondazione Banca Popolare di Novara.
Prima dei lavori, che sono stati coordinati dal presidente, Alberto Biraghi, si è svolta una visita guidata alle sale storiche della Fondazione, a cura del segretario, Paolo Cirri. Al termine della riunione è intervenuto il condirettore generale di Banco Bpm, Domenico De Angelis.
Per il Comitato Piccola Industria di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), che riunisce i rappresentanti delle imprese che occupano fino a 100 addetti (circa il 70% delle associate a Cnvv), erano presenti, oltre al presidente Giorgio Baldini e al vicepresidente Stefano Arrigoni, Franco Audisio, Maurizio Audone, Alessandra Barberis, Isabella Bosatra, Marco Caletti, Roberto Francoli (delegato al Comitato regionale), Rossella Maffioli, Marco Valenti e Fabio Villa.
In rappresentanza dei Comitati Piccola Industria delle altre associazioni territoriali piemontesi erano presenti: per Confindustria Alessandria Simone Cini; per Confindustria Asti Gianluca Giordano; per l’Unione Industriale Biellese Andrea Bonino, Christian Ferrari e Ivano Salussolia; per Confindustria Cuneo Riccardo Preve e Giorgio Proglio; per Confindustria Ivrea Massimo Lomen e Pietro Perono Biacchiardi; per l’Unione Industriali di Torino Marco Piccolo Reynaldi, Giovanni Fracasso e Filippo Sertorio; per l’Unione Industriale del Verbano Cusio Ossola Franco Ottinetti.



Giovani, donne, biologico di qualità, innovazione e green solutions

Il numero delle aziende agricole in Piemonte, ormai da almeno un decennio, sta subendo una progressiva diminuzione: dal 2019 al 2024 il calo è stato del 18% circa, passando dalle 43.246 aziende attive del 2019 alle 35.241 del 2024 (fonte Anagrafe agricola regionale).

Per contro la SAU (Superficie Agricola Utilizzata) nello stesso periodo si è ridotta solo dell’8,6%.

In questo quadro, è interessante osservare il dato riguardante le aziende condotte da donne e quelle con titolari giovani (meno di 41 anni), legate da un denominatore comune trainante: la conduzione a regime biologico.

Le aziende al femminile rappresentano oggi il 25,8% di quelle totali: la percentuale di conduttrici giovani (22%) è significativamente maggiore della media regionale dei titolari giovani (14,6%). Per quanto riguarda invece la tipologia di azienda, quella più rappresentata è l’agrituristica, dove le donne arrivano al 40%, in crescita negli ultimi anni (erano il 37,7% nel 2018). Nel 2025 queste cifre potrebbero ulteriormente aumentare: è stata infatti resa pubblica la graduatoria in esito al Bando regionale – Investimenti per la diversificazione 2024 che destina 9 milioni di euro a sostegno di 105 progetti su 186, inerenti l’ampliamento della propria attività con l’apertura di nuovi agriturismi, il potenziamento di quelli esistenti o l’avvio di iniziative complementari alla produzione agricola.

 

Parlando di giovani, secondo i dati dell’Anagrafe agricola regionale, le aziende con titolari Under 41 in Piemonte nel 2024 sono 5.730 e rappresentano il 14,6% del totale. Il dato è in crescita negli ultimi dieci anni, grazie anche alle politiche di sviluppo rurale attuate a partire dal 2016; nel 2015 i giovani erano infatti il 12,1%.

 

C’è coraggio, intelligenza, capacità imprenditoriale spiccata e desiderio di innovare puntando a una sostenibilità ambientale marcata, oltre alla propensione alla diversificazione aziendale che crea sostentamento economico e sociale” afferma il presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia che ha sottolineato ancora una volta l’importanza delle misure a sostegno del ricambio generazionale e verso quelle attività collaterali all’agricoltura, legate per esempio al turismo ricreativo, esperienziale ed enogastronomico, che consentono nuovi insediamenti e sinergie fruttuose.

Le produzioni biologiche e la diversità dei sistemi alimentari svolgono un ruolo strategico per preservare ambiente e natura, per far scoprire territori e paesaggi rurali, nei quali degustare le unicità agroalimentari di cui l’Italia e soprattutto il Piemonte è ricco” conclude Allasia.