momento in cui va a reclutare manodopera”. Un problema molto attuale ed urgente è proprio la sempre crescente difficoltà da parte delle imprese agricole a reperire manodopera qualificata.
“Confagricoltura”, ribadisce Mariagrazia Baravalle, direttore della compagine astigiana “è da sempre impegnata nel contrasto al fenomeno del caporalato, ha anche redatto un codice etico cui le proprie aziende associate devono attenersi e stipula i contratti collettivi nazionali insieme ai sindacati dei lavoratori. L’impegno della nostra associazione è a favore di un lavoro agricolo sostenibile e dignitoso”.
A detta di Confagricoltura, per rendere più agevole il reperimento di manodopera, occorre intervenire su tre elementi:
– l’intermediazione, ovvero l’incontro tra domanda e offerta (solo il 2% dei lavoratori viene assunto attraverso i tradizionali uffici di collocamento);
-i trasporti, considerato che le aziende agricole si trovano nelle aree rurali, occorre potenziare e migliorare il trasporto pubblico in quelle zone;
– gli alloggi, in modo da consentire agli imprenditori di fornire ai lavoratori, anche attraverso finanziamenti con cui ristrutturare le strutture esistenti, alloggi dignitosi.
Aggiunge ancora Baldi: “La qualità del lavoro in agricoltura è alle basi della nostra organizzazione. Ci siamo sempre battuti per contrastare forme patologiche di lavoro (non solo caporalato ma anche lavoro nero e/o fittizio, sfruttamento) e siamo convinti che i nostri collaboratori siano un capitale umano fondamentale per le imprese e lo dimostriamo con il nostro contributo alle politiche ed alle procedure per il controllo dell’immigrazione”.