Confagricoltura Piemonte: il futuro dell’agricoltura grazie alla scienza  

“Il settore primario piemontese si trova di fronte a nuove sfide e confidiamo che la scienza possa esserci d’aiuto nell’affrontarle”. Lo ha detto Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte riguardo al disegno di legge sulla sperimentazione in campo delle Tecnologie di Evoluzione Assistita (Tea), portata avanti dal Governo negli ultimi giorni.

“La maggior parte degli alimenti acquistati al supermercato è frutto di un miglioramento genetico portato avanti a livello internazionale, in linea con le esigenze dei consumatori moderni” evidenzia Allasia.

Si tratta di un settore in particolare fermento quello delle tecniche di miglioramento genetico che, peraltro, sono valse il premio Nobel a Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna. “Probabilmente trent’anni fa non avremmo immaginato di trovarci a parlare di genetica ma l’impegno nella ricerca, applicata all’agricoltura, ha dato esiti eccellenti: i genetisti sono in grado di ottenere nuove varietà resilienti ai cambiamenti climatici, agli attacchi dei patogeni, riducendo l’uso dei fitofarmaci, con performance estremamente elevate in termini di produttività e caratteristiche tecnologiche sicure per l’uomo” prosegue Allasia.

 

Confagricoltura sostiene da tempo l’utilità delle nuove tecniche di miglioramento genetico. Il disegno di legge sulle Tea – in discussione nella IX Commissione del Senato – potrebbe dare un forte impulso alla ricerca scientifica. Si potrà iniziare la sperimentazione in campo di varietà vegetali, già pronte in laboratorio e capaci di adattarsi ai nuovi scenari del settore, mantenendo qualità e salubrità dei prodotti finali, oltre al fatto che garantirebbero la produttività necessaria per rispondere alla crescente domanda mondiale di cibo.

 

“La realtà agricola del Piemonte è permeata di valori, economia e innovazione e,  conclude il presidente – gli imprenditori agricoli della nostra Regione sono costantemente attivi nella tutela del territorio, nella salvaguardia e nella valorizzazione di ciò che la terra piemontese offre al mondo”.

Confagricoltura Piemonte, l’associazione che tutela i diritti degli imprenditori sul territorio piemontese, sottolinea inoltre che la moderna agricoltura avrà bisogno della scienza per continuare a produrre reddito, dando seguito alle richieste alimentari in aumento, garantendo a tutti i livelli, dal campo alla tavola, qualità e sicurezza alimentari.

 




COVID-19, Confagricoltura Piemonte : “Situazione grave e risposte inadeguate”

Servono in fretta interventi straordinari per il sostegno dei redditi, la gestione dei mercati e la liquidità delle imprese. Da Bruxelles arrivano risposte deludenti. Il commercio internazionale è fermo e  la recessione economica taglierà la domanda interna.

Il comparto vino, dopo un 2019 eccellente sul fronte dell’export è fortemente preoccupato per la prossima vendemmia

“Siamo preoccupati per le risposte che arrivano dall’Europa. Oggi l’agricoltura ha bisogno di interventi straordinari per il sostegno dei redditi, la gestione dei mercati, la liquidità delle imprese. Invece di fornire risposte eccezionali il Commissario europeo all’Agricoltura ha invitato gli Stati membri a procedere in ordine sparso, con gli aiuti a carico dei bilanci nazionali sotto pressione, o attingendo a fondi europei già assegnati all’agricoltura”.

Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, manifesta tutto il suo disappunto per la scarsa incisività delle proposte dell’esecutivo di Bruxelles nel fronteggiare la crisi che sta vivendo la nostra agricoltura alle prese con l’emergenza COVID-19.

Il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti evidenzia che quella del Commissario europeo “è una visione limitata, priva di qualsiasi orizzonte. La crisi è profonda e non sarà di breve durata. E’ indispensabile mettere a punto un piano di accompagnamento dell’agricoltura almeno fino alla fine di quest’anno. La recessione economica taglierà la domanda interna e, secondo le recenti stime del WTO (Organizzazione mondiale del commercio), il commercio internazionale farà registrare nel 2020 una contrazione in volume di oltre il 10% nella migliore delle ipotesi. Va ricordato, al riguardo, che la UE è il primo esportatore al mondo di prodotti agroalimentari”.

Le ripercussioni che si avranno sull’economia agroalimentare piemontese saranno significative. “L’anno scorso la nostra regione ha fatto segnare un ulteriore aumento dell’export agroalimentare – dichiara Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – con un fatturato di circa 6 miliardi di euro: l’esportazione di vini ha fatto segnare un aumento delle vendite a doppia cifra. Oggi il comparto vitivinicolo è in sofferenza e occorrono risposte rapide, anche perché tra pochi mesi ci sarà la vendemmia: se non si interviene subito con risposte adeguate si rischia il tracollo”.

 




Confagricoltura Piemonte: senza acqua non può esserci agricoltura

Confagricoltura sostiene da tempo che è necessario investire nella costruzione di invasi. “L’attività degli agricoltori –dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – è fondamentale per il corretto mantenimento dell’ambiente e del territorio.

Siamo impegnati per ridurre l’uso dell’acqua, ma dobbiamo tener presente che il settore primario non consuma acqua perché quella impiegata nell’uso irriguo non fuoriesce dal ciclo idrologico naturale; difatti un’elevata percentuale d’acqua prelevata dalle fonti idriche viene restituita al sistema ambientale, a valle dei processi produttivi.

Non dimentichiamo inoltre che l’uso dell’acqua in agricoltura è l’unico, tra tutti gli utilizzi produttivi, che serve per ottenere del cibo fondamentale per la nostra sopravvivenza. Già soltanto questo, di per sé, dimostra che l’agricoltura non spreca l’acqua”.

Gli invasi – sottolinea Confagricoltura – sono indispensabili per garantire l’approvvigionamento idrico alle coltivazioni agricole. Quelli ben progettati e ben costruiti sono sicuri e non creano nessun danno dal punto di vista ambientale. Con la loro realizzazione è possibile una maggiore efficacia nell’applicazione delle norme sul deflusso minimo vitale, si possono realizzare sensibili miglioramenti qualitativi nei corpi idrici di falda, si aumenta la disponibilità di acqua a uso idropotabile, si incrementa la produzione di energia idroelettrica, si mitiga l’effetto delle piene, si favoris




45,6 milioni di euro per l’insediamento di giovani agricoltori. Confagricoltura Piemonte: “Favorire il patto generazionale”

Da oggi si possono presentare le domande di contributo per l’insediamento di giovani agricoltori collegate a piani di miglioramento aziendale per favorire il rendimento globale e la sostenibilità .

La Regione, spiega Confagricoltura Piemonte, ha infatti attivato un bando, cofinanziato con fondi europei, per favorire l’inserimento di giovani nel settore primario, con uno stanziamento di 45,6 milioni di euro. Potranno partecipare al bando giovani agricoltori che al momento della presentazione della domanda abbiano un’età compresa tra 18 anni (compiuti) e 41 anni (non compiuti) e siano già titolari di un’azienda agricola da non più di 24 mesi.

La scadenza per la presentazione delle domande è fissata al 20 dicembre 2021.

È un provvedimento importante – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia che potrà offrire a oltre 500 giovani piemontesi l’opportunità di misurarsi imprenditorialmente insediandosi per la prima volta in agricoltura o assumendo la titolarità delle imprese di famiglia. È necessario prestare la massima attenzione alle opportunità di investimento –  aggiunge Allasia – e per questo con i nostri tecnici impegnati nelle Unioni Agricoltori del Piemonte siamo a disposizione dei giovani per fornire loro gli strumenti necessari per l’elaborazione dei progetti e la definizione dei business plan”.

Nella nostra regione (elaborazioni Confagricoltura su dati Regione Piemonte) le imprese agricole condotte da giovani di età inferiore a 41 anni sono 5.811 su un totale di 42.652.

I giovani rappresentano solo il 13,6% degli occupati nel settore primario a livello imprenditoriale, mentre gli ultra sessantacinquenni sono 13.741, pari al 32,2% del totale. Per questo – afferma Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonteè necessario favorire un patto che agevoli il ricambio tra vecchie e nuove generazioni di imprenditori agricoli. Non è facile partire da zero e inventarsi agricoltori: Confagricoltura segue le nuove imprese con un percorso di tutoraggio aziendale anche dopo il periodo di primo insediamento, formando e sostenendo i giovani imprenditori e indirizzandoli verso un’agricoltura capace di guardare al futuro nel rispetto delle tradizioni, tenendo sempre presente l’obiettivo di garantire redditività perché l’iniziativa sia economicamente sostenibile”.

 




Nel 2020 l’export agroalimentare nella UE partito bene, ma rallentato dalla pandemia

Senza l’emergenza Covid l’export del ‘made in Italy’ agroalimentare verso i Paesi UE sarebbe aumentato in modo rilevante nel 2020. E’ quanto emerge da un rapporto del Centro studi di Confagricoltura che evidenzia un aumento del 4% nel mese di gennaio e del 10% in febbraio. Crescita, purtroppo, annullata da un -10% registrato in marzo, quando la pandemia si è diffusa in tutta l’Europa, con le conseguenti restrizioni agli spostamenti delle persone e alla chiusura delle attività di ristorazione, caffetteria e ospitalità turistica.

Prendendo in considerazione i prodotti agricoli e dell’industria alimentare più esportati verso i Paesi dell’Unione Europea, il rapporto del Centro studi di Confagricoltura indica sensibili differenze per prodotto e per mese nel primo trimestre del 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019. Emblematico il caso dell’olio d’oliva, che scende del 6% a gennaio, del 16% a febbraio per riguadagnare il 2,4% a marzo. Per formaggi e latticini dal +6,6% di gennaio si passa al +7,7 di febbraio, per arrivare un -16% in marzo.

Sono evidenti, in termini di export, le conseguenze dell’emergenza Coronavirus soprattutto per le limitazioni agli spostamenti internazionali delle persone, fra cui la manodopera agricola stagionale, indispensabile per la raccolta dei prodotti, le restrizioni alle attività del settore Ho.Re.Ca, le modifiche della domanda di prodotti agroalimentari conseguenti ai provvedimenti di lockdown.

Nel mese di marzo infatti, quando gli effetti della pandemia CoViD-19 si sono estesi a un maggior numero di Paesi UE, su 15 categorie di prodotti ben 10 hanno segnato un andamento negativo del valore dell’export rispetto a marzo 2019 e, di queste, 8 presentano decrementi superiori al 10%, con il massimo di -47% per i fiori e le piante (tabella 5c). Ma, evidenzia lo studio, non tutti i settori produttivi hanno risentito nello stesso modo della pandemia: hanno tenuto, ad esempio, riso e cereali (+9,6% a gennaio, + 24,1% a febbraio e +13,3% a marzo) e salumi (+ 12,1%, +14,6 e +9,2).

Il trimestre gennaio-marzo (tabella 6) si chiude con una crescita del valore dell’export di solo un milione di euro (4.859 contro 4.858 milioni), con 7 settori produttivi in crescita, 4 con variazioni (negative o positive) inferiori allo 0,5%, 4 in sensibile flessione. Fra questi ultimi, mette in evidenza il rapporto di Confagricoltura, è particolarmente rilevante la crisi dell’esportazione dei prodotti florovivaistici, che segna -15% a causa del quasi dimezzamento registrato in marzo (-47%).

Questi dati, conclude il rapporto dell’ufficio studi di Confagricoltura, pur consentendo alcune prime valutazioni dell’effetto della pandemia di Coronavirus sul settore agroalimentare, non permettono di individuare, nemmeno per i prossimi mesi, chiari segnali di tendenza, perché siamo di fronte ad un contesto incerto e in costante cambiamento.




Piccioni inselvatichiti, Confagricoltura chiede un piano di selezione

Nelle ultime settimane, oltre ai danni causati dai cinghiali, sempre più rilevanti, si stanno registrando importanti attacchi alle coltivazioni in atto da parte dei piccioni.

Lo evidenzia Confagricoltura Piemonte, spiegando che gli agricoltori hanno provveduto a seminare le coltivazioni autunno/vernine, quali grano e orzo, a una profondità di alcuni centimetri e poi hanno rullato il terreno per compattare bene la terra attorno al seme: quest’ultima accortezza non scoraggia però gli uccelli a scavare e prelevare il seme deposto.

I danni – chiariscono i tecnici di Confagricoltura Piemontesaranno evidenti nella fase di fuoriuscita delle piantine, ma dall’elevata attività di questi animali, si possono già ipotizzare forti perdite di raccolto”.

Il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia ha scritto alla Regione e ai servizi provinciali per la tutela della fauna selvatica, chiedendo l’attivazione di un piano di controllo dei piccioni inselvatichiti,  sia per limitare i danni ai coltivi in questa fase e in prospettiva delle semine delle colture sarchiate primaverili e nelle successive epoche di maturazione, sia per eliminare possibili veicoli di diffusione di patologie interspecifiche che possono interessare l’uomo e gli animali.

Riteniamo indispensabile, vista la gravità degli attacchi e l’abnorme proliferazione dei volatili – scrive Allasia –  che si attuino interventi localizzati selettivi, volti a risolvere il problema arrecando il minor disturbo possibile al resto della fauna selvatica presente sul territorio”.




Confagricoltura: Al via la proroga della PAC, domande entro il 15 giugno prossimo

La conferenza Stato-Regioni di mercoledì 11 maggio ha approvato lo schema di decreto che, anche a seguito delle richieste di Confagricoltura, proroga al 15 giugno prossimo la scadenza di presentazione della domanda unica (DU) e delle istanze PSR per il sostegno e il pagamento degli aiuti a superficie e a capo di bestiame.

Dal 15 al 30 giugno sarà anche possibile trasmettere all’Arpea le domande di modifica.

Il decreto sarà ufficializzato appena firmato dal ministro delle Politiche Agricole e Forestali.

Invitiamo tutti gli agricoltori interessati a contattare nel più breve tempo possibile gli uffici CAA delle Unioni Agricoltori per l’espletamento delle pratiche.

 




Appello ai cittadini delle aree rurali: “non bruciate sterpaglie e scarti vegetali”

Gli agenti della Città Metropolitana di Torino con qualifica di ufficiali di polizia giudiziaria e le Guardie Ecologiche Volontarie constatano spesso nelle zone rurali e suburbane violazioni al divieto di abbruciamento di materiali vegetali in orti, giardini e aziende agricole.

Capita sovente che cittadini che intendono disfarsi dei loro rifiuti vegetali non rispettino le normative sulla gestione dei rifiuti stessi e neanche quelle che tutelano la qualità dell’aria, come la Legge regionale 15 del 2018, che ha vietato tutti gli abbruciamenti (anche quelli in deroga) dal 1° novembre al 31 marzo.

“I piccoli incendi di materia vegetale sono considerati non inquinanti da molti cittadini, ma provocano un peggioramento notevole nella qualità dell’aria, già molto compromessa. – sottolinea la Consigliera metropolitana delegata all’ambiente, Barbara Azzarà – Inoltre l’orografia e le condizioni meteo del nostro territorio fanno sì che il fumo prodotto dagli abbruciamenti ristagni e venga anche portato verso le zone più basse della pianura e verso Torino, peggiorando ulteriormente la qualità dell’aria.

La violazione del divieto di bruciare sterpaglie e altri scarti vegetali nei mesi invernali comporta una sanzione di 400 Euro, che punisce un comportamento facilmente evitabile conferendo il materiale ai consorzi che gestiscono la raccolta dei rifiuti.

 




Arproma: evento “Ripartenza, innovazione, contributi, legami con Enti e Istituzioni”

Si svolgerà sabato 18 luglio, a partire dalle ore 10.30, l’annuale assemblea di ARPROMA – Associazione Revisori Produttori Macchine Agricole.

Preceduta dall’Assemblea privata, l’assise si svolgerà in modalità “telematica”, con accesso tramite applicativo per videoconferenze e diretta web dalla pagina Facebook dell’Associazione .

Nata nel 1992 per “difendere, tutelare e valorizzare la produzione delle macchine e delle attrezzature agricole prodotte dalle aziende italiane”, ARPROMA conta oggi oltre 50 aderenti.

Organizzazione di riferimento per il settore a livello nazionale per Confartigianato Imprese, l’Associazione vanta un’ampia rete di partner, tra cui ENAMA – Ente Nazionale per la Meccanizzazione Agricoltura e di CNR IMAMOTER – Consiglio nazionale di ricerca – Istituto per le macchine agricole e movimento terra. Da sempre offre un concreto supporto alle imprese attraverso un ampio ventaglio di servizi, consulenze, opportunità vantaggi.

«Il comparto della meccanizzazione agricola – spiega Luca Crosetto, presidente di ARPROMA e presidente di Confartigianato Cuneo – riveste grande importanza per la nostra economia. L’Italia è, per volumi, il secondo paese produttore di macchinari per l’agricoltura e trattrici dietro agli USA, con un fatturato che supera gli 11 miliardi di euro, di cui ben 7,5 destinati ai mercati esteri. Le imprese di questo comparto in Piemonte sono circa 250 con un fatturato di 350 milioni di euro e circa 3.500 addetti».

«Anche il nostro settore, – prosegue Crosetto – ha risentito della crisi conseguente all’emergenza Covid19. È tardata anche l’apertura di tante nostre attività, situazione poi sanata anche grazie al nostro intervento presso Politica e Istituzioni. Ora è il momento di pensare alla ripartenza, mettendo al centro la sicurezza, certo, ma soprattutto ragionando su iniziative e provvedimenti che siano di reale sostegno per le piccole e medie imprese, da sempre asse portante del sistema produttivo locale e nazionale».

Tra i temi che verranno trattati nell’assemblea, inevitabilmente, aspettative e criticità della ripartenza dopo il “lockdown” del Corona Virus. Poi, un focus sull’impatto che il PSR, Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale per le aziende agricole, può avere per il settore della meccanizzazione. Infine, uno sguardo all’innovazione e ai vantaggi che le nuove tecnologie possono apportare alle macchine.

Sono previsti gli interventi di Marco Protopapa, assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte; Claudio Bogetti, dirigente Direzione Agricoltura della Regione Piemonte; Andrea Coletti, presidente dell’Ente Manifestazioni di Savigliano; Amilcare Merlo, Presidente del Gruppo Merlo; Andrea Chiabrando, Direttore tecnico STA Engineering Srl; Matteo Vanotti, Fondatore di xFarm (piattaforma tecnologica che consente di gestire un’azienda agricola in modo informatico e interconnesso).

Coinvolto duranti i lavori assembleari anche il CNOS-FAP Regione Piemonte – Fossano, istituto che – anche grazie alla collaborazione con ARPROMA e Confartigianato Cuneo – è ente erogatore dell’unico corso riconosciuto a livello nazionale per “meccanici su macchine agricole”.




Non solo nel nostro giardino! Petizione di Confagricoltura Piemonte su change.org

In Piemonte ci sono già 3 siti dove hanno sede 4 impianti rappresentativi di tutto il ciclo del combustibile nucleare: impianto ex FN-SO.G.I.N. di Bosco Marengo, impianto EUREX-SO.G.I.N. di Saluggia, Deposito Avogadro di Saluggia e Centrale Nucleare “E. Fermi” – SO.G.I.N. di Trino.

Per Confagricoltura Piemonte è opportuno che per nuovi siti di stoccaggio di scorie nucleari si guardi altrove. Non si tratta di una chiusura pregiudiziale, ma oggettiva, per cui ci sentiamo pienamente legittimati a dire: non solo nel nostro giardino! Non possiamo pensare di tutelare l’agricoltura di qualità e la memoria del paesaggio trasformando il nostro territorio in area vocata allo smaltimento di scorie nucleari. Sostieni le ragioni dell’ambiente, dell’agricoltura e della salute, firma anche tu su change.org      firma la petizione