Sara Chialva nel Comitato per l’Imprenditoria Femminile della CCIAA di Torino

Sara Chialva, imprenditrice agricola di Pancalieri (Torino), alla guida dell’azienda di famiglia che da cinque generazioni ha dato vita a uno dei più importanti distretti italiani per la produzione di piante officinali e oli essenziali, tesoriere dell’Associazione Nazionale Giovani Agricoltori di Confagricoltura Torino, è stata nominata componente del Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Torino.

Sara Chialva, laurea specialistica con lode in culture moderne comparate, è anche segretario e socio fondatore dell’associazione produttori e distillatori di menta piperita di Pancalieri – Assomenta e componente dell’Associazione delle Dimore Storiche Italiane; conduce un’azienda che attua le linee guida delle buone pratiche agricole (GAP) dove produce menta piperita e camomilla romana certificata Kasher.

 

 




Assemblea annuale di Confagricoltura Piemonte: a Novarello una tavola rotonda sull’agricoltura del futuro

Si è svolta il 30 giugno, all’Hotel Novarello Resort & Spa di Granozzo con Monticello, l’assemblea annuale di Confagricoltura Piemonte, organizzata con la partecipazione dell’Università del Piemonte Orientale (UPO) e di SpinEnergy – Agrovoltaico.

 

Le risaie novaresi sono dunque servite da sfondo per fare il punto sulla situazione della Federazione degli imprenditori agricoli piemontesi guidata dal presidente Enrico Allasia. “Sono stati due mandati intensi, ricchi di eventi imprevedibili che ci hanno obbligato molte volte a ripensare, anche in modo radicale, al nostro modo di fare agricoltura” ha affermato all’apertura dei lavori Allasia, che a dicembre, dopo sei anni alla presidenza terminerà il suo incarico.

 

Dopo una prima parte riservata ai soci, la mattinata è proseguita con una tavola rotonda aperta al pubblico dal titolo “Verso l’agricoltura del futuro: un nuovo concetto di prodotto, processo e risorsa”, condotta da Gianfranco Quaglia, giornalista della Stampa, con gli interventi dell’assessore alla Ricerca e Ambiente Matteo Marnati, dell’assessore all’Agricoltura Protopapa e con le relazioni della dott.ssa Eliana Baici e della dott.ssa Cinzia Mainini, rispettivamente docente di Politica economica e ricercatrice, del DiSSTE (Dipartimento per lo sviluppo sostenibile e la transizione ecologica) dell’Università del Piemonte Orientale. “Per far fronte ai cambiamenti climatici sempre più frequenti, l’agricoltura deve collaborare con i settori strategici dell’economia: non possiamo pensare che l’attore principale del benessere ambientale non si interfacci con il tessuto industriale e con il settore terziario dei servizi, che sul territorio hanno impatti importanti a tutti i livelli” ha affermato la dott.ssa Baici.

 

Il concetto di sostenibilità economico ambientale, di tutela e di salvaguardia dei prodotti tipici è stato sviluppato anche dal direttore generale di Confagricoltura, Annamaria Barrile, in collegamento per l’occasione da Roma. “Conosco bene le criticità che interessano la regione Piemonte e mi auguro che le autorità presenti ascoltino la voce degli agricoltori in sala, che ogni giorno affrontano i rincari energetici, la minaccia della PSA, la crisi idrica o per contro, alluvioni inaspettate” ha concluso il direttore generale.

 

In collegamento dal Giappone, infine, il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha sottolineato quanto il settore primario sia fondamentale per gli equilibri e la stabilità di un Paese. “Come per gli altri settori produttivi, il futuro dell’agricoltura è legato alle innovazioni. È necessario, quindi, guardare con fiducia, senza pregiudizi, ai risultati della ricerca scientifica, utilizzando tutte le innovazioni disponibili, comprese quelle dell’ingegneria genetica”.

 

Il presidente ha anche voluto ricordare come la PAC sia nata nel 1960 con l’obiettivo di tutelare il reddito degli agricoltori e la sicurezza alimentare dei cittadini europei. “E’ importante continuare a lavorare per questo, così come è importante che la PAC rimanga una politica economica, anche per affrontare le sfide del cambiamento climatico e della transizione ecologica, per le quali occorreranno sicuramente ulteriori fondi dedicati”.

 




Innovazione e sostenibilità in agricoltura: un esempio pratico di viticoltura canavesana

La Cantina Cieck di San Giorgio Canavese è stata sede di un importante convegno tecnico organizzato da Confagricoltura Torino nel pomeriggio del 9 marzo. L’incontro ha riscosso grandissimo interesse radunando più di 60 persone – molti i viticoltori e i soci delle cantine cooperative del territorio – desiderose di essere aggiornate sulle tematiche relative all’innovazione e la sostenibilità. Due ambiti di argomenti articolati che, di questi tempi, con il mutamento climatico in atto, possono anche fornire soluzioni per smorzare alcuni degli effetti deleteri. L’incontro era anche l’occasione per presentare “l’invenzione di Remo” ossia una forma di allevamento della vite brevettata da Remo Falconieri che insieme alla figlia Lia e a Domenico Caretto ha fatto gli onori di casa.

Insieme a Gianpiero GerbiRemo ha svolto una presentazione a 4 mani del “doppio filare Modello Cieck” di cui sono stati illustrati i vantaggi rispetto alle tradizionali forme di allevamento utilizzate in zona. In pratica, una doppia spalliera che, in estrema sintesi, permette una produzione quantitativamente più importante e la riduzione dell’accumulo di umidità sotto chioma. Sono in corso sperimentazioni per verificare anche i vantaggi che possono essere rilevati sull’aspetto prettamente enologico e che sembrano riguardare molti parametri presi in considerazione tra cui tenore zuccherino delle uve, alcol e acidità totale.

Le relazioni di carattere ambientale e vitivinicolo generale sono state svolte da Federico Spanna, agrometeorologo del Settore Fitosanitario e Servizi Tecnico Scientifici della Regione Piemonte, Massimo Pinna, agronomo, presidente AIAB Piemonte e Giovanni Bosio, entomologo del Settore Fitosanitario della Regione Piemonte. I due primi interventi portavano una serie rilevante di dati sulla variazione delle temperature (innalzamento termico) e la distribuzione e intensità delle piogge negli ultimi 25 anni in provincia di Torino. In agricoltura vanno distinti i fenomeni e gli effetti nel lungo e nel medio-breve periodo. L’irregolarità nelle precipitazioni e l’innalzamento delle temperature portano irregolarità nello sviluppo fenologico delle piante, squilibri nei processi produttivi e riproduttivi nonché mutamenti nell’equilibrio suolo – pianta – patogeno.

Le temperature continueranno a innalzarsi e nel 2020 sono state di 1,25°C sopra la media dell’era preindustriale, il che significa che siamo sull’orlo del limite di 1,5°C fissato dalle potenze mondiali nell’accordo di Parigi.

Se le anomalie termiche possono provocare notevoli alterazioni delle fasi fenologiche della vite vi sono però delle tecniche di mitigazione degli effetti deleteri del clima che possono diventare opportunità da cogliere da parte del viticoltore: evoluzione delle tecniche di coltivazione, cambiamenti delle forme di allevamento, scelta di portinnesti diversi, potatura, nuove tecniche di cantina ma anche utilizzo di induttori di resistenza o elicitori. Questi ultimi sono la frontiera dei nuovi trattamenti fitosanitari alternativi all’uso di pesticidi. L’obiettivo è quello di stimolare le naturali difese della pianta

Se gli interventi di Spanna e Pinna lasciavano trasparire qualche spiraglio di ottimismo, Giovanni Bosio illustrava la situazione dell’infestazione da Popillia japonica, la sua diffusione, sottolineando l’assenza attuale di rimedi reali per lottare contro tale insetto il cui adulto è da temere anche per la sua polifagia. La situazione della lotta è ancora più difficile per il settore biologico.

Nel corso del convegno, un collegamento web da Roma, ha permesso l’inserimento di due rilevanti interventi da Confagricoltura nazionale e precisamente dal direttore dell’Area economica, Vincenzo Lenucci e dalla responsabile del Settore vitivinicolo, Palma Esposito. Entrambi hanno messo in evidenza quanto siano indispensabili momenti di incontro, divulgazione e concertazione come quello odierno.

Chiudeva gli interventi Gabriele Busso, vice-direttore di Confagricoltura Torino, con un breve richiamo alle misure agroambientali del PSR 2023/27Maria Luisa Cerale, direttore di Confagricoltura Torino, ringraziava tutti i partecipanti e i relatori, invitandoli a un brindisi finale con i vini della cantina Cieck e le specialità salate e dolci della pasticceria Bonfante di Chivasso proposti con la partecipazione degli allievi dell’IIS Ubertini di Caluso coordinati dal docente Sergio Bertolotti.

Il convegno è stato moderato da Alessandro Felis, agronomo e giornalista, direttore responsabile di Cronache dell’Agricoltura.




Confagricoltura Alessandria, sviluppo rurale: fondamentale garantire tempestività e qualità della spesa pubblica

I Piani di sviluppo rurale sono strumenti di importanza capitale per le aziende agricole: serve massima efficienza da parte delle amministrazioni pubbliche nazionali e locali in questa delicata fase di transizione”.

Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Alessandria Luca Brondelli, manifestando preoccupazione per il livello di spesa nazionale dei PSR che ristagna attorno al 50% della dotazione complessiva 2014-2020, sebbene quasi tutte le risorse siano state impegnate.
“Già da qui a fine anno – rimarca Brondelli – abbiamo un rischio di disimpegno di circa 450 milioni di euro di risorse comunitarie, corrispondenti a 810 milioni di euro circa di spesa pubblica complessiva. Sarebbe in ogni caso importante, assodato che le regole della PAC rimarranno invariate almeno per il prossimo anno, che le autorità di gestione predispongano, già da ora, tutte le condizioni necessarie ad iniziare ad impegnare da subito le risorse del periodo 2021-2027”.

Per il presidente di Confagricoltura è indispensabile iniziare a definire le priorità ed i nuovi bandi, soprattutto per alcune misure, come quelle ad investimento o le misure a superficie e a capo, che, in quasi tutte le Regioni, non sono attivate da molto tempo.

Il regolamento di transizione della PAC, mette in guardia l’Organizzazione degli imprenditori agricoli, è di durata massima biennale e si basa sul principio dell’utilizzo delle vecchie regole. Avvalendosi delle nuove risorse entrerà in vigore il 1° gennaio 2021, costringendo le autorità regionali a gestire contemporaneamente vecchia e nuova dotazione finanziaria.
Occorre evitare ogni soluzione di continuità tra il precedente e il prossimo periodo di gestione delle misure di sviluppo rurale.

“Sono risorse quanto mai preziose per gli agricoltori – conclude Brondelli – e che non possiamo assolutamente permetterci di dissipare. Si tratta di 9,7 miliardi di euro di fondi comunitari disponibili nei prossimi sette anni per l’Italia, che possono sviluppare una spesa pubblica molto maggiore e che sono pari ad oltre l’11% del totale della spesa comunitaria complessiva destinata dal bilancio della UE al ‘secondo pilastro’ della PAC”.




Confagricoltura Piemonte: investire in ricerca e sviluppo per il mais

E’ fondamentale il rilancio della produzione di granoturco, per rafforzare la filiera e fornire all’industria di trasformazione locale materie prime di qualità per la realizzazione di specialità alimentari sempre più apprezzate dai consumatori”.

Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, valuta positivamente le decisioni assunte dal tavolo tecnico ministeriale che si è riunito di recente a Roma, nel quale Confagricoltura ha sostenuto la necessità di potenziare il comparto maidicolo, con strumenti di sostegno che vanno da un diverso utilizzo dei fondi europei all’incentivazione delle coltivazioni attraverso un’adeguata premialità, alla diffusione di pratiche produttive innovative.

È necessario rafforzare ricerca, innovazione e assistenza tecnica”, sostiene il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro, aggiungendo che “l’Università di Torino ha sempre dedicato grande attenzione alla ricerca e alla sperimentazione sul granoturco: con i fondi che l’Europa mette a disposizione per migliorare la sostenibilità delle produzioni occorre individuare percorsi produttivi per specialties in filiera e per rispondere alle sfide ambientali; inoltre è necessario aprirsi senza pregiudizi all’analisi e alla verifica in campo delle potenzialità delle NBT (New breeding technique), cioè cisgenesi e genome editing”.

La coltivazione del granoturco registra una progressiva riduzione degli ettari investiti che, in 15 anni, si sono praticamente dimezzati, favorendo la crescita delle importazioni nel nostro Paese.

Le aziende maidicole italiane sono circa 100.000 e investono meno di 600.000 ettari. Il Piemonte – precisa Confagricoltura – offre un contributo di primo piano alla produzione nazionale, con  15.526 aziende e 137.655 ettari di superficie coltivata. “Si tratta di un dato importante – sottolinea Enrico Allasia – ma nel 2010 le aziende erano 22.896 e gli ettari 170.913. La coltivazione ha subito una pesante battuta d’arresto e per questo occorre provvedere a rilanciarla, per non mettere a rischio le nostre produzioni alimentari di qualità”.

 




Pac prorogata per i prossimi due anni

Le delegazioni del Parlamento europeo e del Consiglio hanno raggiunto un accordo sulla proposta di regolamento, il cosiddetto “regolamento transitorio”, relativa alla proroga di due anni dell’entrata in vigore della nuova Pac.

L’intesa sarà ora sottoposta al via libera definitivo da parte dell’Assemblea plenaria dell’Europarlamento e del Consiglio UE.

“E’ stato concordato che il nuovo sistema sarà operativo non prima del 1° gennaio 2023 – commenta il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – e soprattutto viene garantita la base legale per l’erogazione dei pagamenti diretti agli agricoltori nel prossimo biennio”.

Per Confagricoltura si tratta di un’intesa positiva perché assicura un quadro di riferimento stabile per le scelte d’impresa.

“Avremo anche il tempo per discutere sull’efficacia della proposta di riforma presentata dalla Commissione nel giugno 2018 rispetto alle prospettive nuove determinate dall’emergenza Coronavirus – conclude il presidente di Confagricoltura – a partire dalla salvaguardia della sovranità alimentare dell’Unione”.




Bandi strategici per l’agricoltura, Confagricoltura Piemonte: “Necessaria una sospensione”

Il 23 gennaio scorso, su sollecitazioni di Confagricoltura Piemonte e di altre Organizzazioni agricole, la Regione Piemonte con il Settore Agricoltura, ha convocato un incontro tecnico, in videoconferenza, per fornire alcuni chiarimenti in merito ai bandi dello Sviluppo rurale 2023 – 2027, riservati ai giovani agricoltori e ai piani di miglioramento per il settore primario.

In primo luogo, il bando aperto l’11 dicembre 2023 senza una consultazione preventiva del testo, ha richiesto, fin da subito, più interventi sulle funzionalità dell’applicativo fino alla prima decade di gennaio” evidenzia il presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia una volta raccolte specifiche informazioni dai tecnici delle sedi territoriali piemontesi.

 

Nonostante ci siano stati forniti alcuni chiarimenti in uno specifico incontro tecnico, due aspetti rimangono problematici e da superare con soluzioni diverse da quelle prospettate dagli uffici assessorili” sottolinea Allasia.

Il primo è legato all’insediamento del giovane nei tre mesi successivi alla presentazione della domanda di sostegno. La procedura individuata, diversa da quella che è stata adottata nelle programmazioni precedenti, non prevede più la costituzione di un fascicolo temporaneo in cui inserire terreni e allevamenti provenienti dall’azienda cedente o dalle aziende cedenti. Pertanto, il giovane che si insedia nei 90 giorni successivi, presenta una domanda di sostegno priva o quasi della produzione standard e ciò comporta l’impossibilità di acquisire i 3 punti di priorità relativi al principio di selezione P05 – Dimensione economica dell’operazione, discriminando di fatto il suo progetto rispetto agli altri in quanto acquisirà una posizione in graduatoria più bassa e quindi, con ogni probabilità, non finanziabile.

 

L’altro elemento molto critico è, invece, costituito dal fatto che, contrariamente a quanto avveniva in passato, la cessione dell’azienda tra famigliari nella misura del 30% al giovane (il 70% rimane al cedente per evitare eccessivo frazionamento) si applica esclusivamente nel caso in cui avvenga tra padre e figlio ed è invece impedito con gli altri gradi di parentela.

Si tratta di un limite che, in numerosi casi, impedisce la costituzione di nuove aziende da parte dei giovani” precisa il presidente della Federazione degli imprenditori agricoli piemontesi che prosegue sottolineando come un altro limite molto restrittivo sia quello che impedisce, per un’erronea interpretazione, di accedere ai sostegni previsti dagli interventi strutturali agli allevamenti in soccida.

Anche su questo aspetto vogliamo un chiarimento” afferma Allasia che conclude invitando la Regione a verificare se sia possibile sospendere temporaneamente il bando in attesa che, tramite apposite riunioni con le Organizzazioni agricole, si riescano a ridefinire in modo diverso questi aspetti, essenziali per la buona riuscita del bando, tenendo anche conto che sarebbe quanto mai opportuno prevedere una congrua proroga dell’attuale scadenza, fissata al 14 marzo prossimo.




Si progetta il nuovo Psr del Piemonte, Confagricoltura: ecco le nostre priorità

Si svolgerà mercoledì prossimo 25 novembre la seduta plenaria del Comitato di Sorveglianza regionale del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2020.

L’incontro, che si terrà in videoconferenza, vedrà la partecipazione dei rappresentanti della Regione Piemonte, della Commissione europea (Direzione Generale Agricoltura), del Ministero per le politiche agricole, del Ministero delle finanze – Ispettorato Generale per i rapporti finanziari con l’Unione europea e dei componenti locali del Comitato, tra i quali Confagricoltura Piemonte.

La prossima programmazione 2021-2027, vedrà un periodo transitorio di due anni (2021-2022) come ha stabilito l’Unione europea. Attualmente a Bruxelles si stanno definendo le risorse che dovranno essere attribuite ai Paesi membri dell’Ue e, conseguentemente, alle regioni, per l’attuazione delle nuove misure del Programma di Sviluppo Rurale.

In base alle stime di Confagricoltura Piemonte dovrebbero andare, tra fondi europei, statali e regionali, complessivamente circa 150 milioni all’anno di spesa pubblica, ai quali si potranno aggiungere circa 50 milioni (nel biennio) di fondi del pacchetto Next Generation Ue, lo strumento temporaneo varato dall’Unione europea per stimolare la ripresa, che attribuirà all’Italia uno stanziamento di circa 1 miliardo di euro.

Le risorse complessive – annota Confagricoltura – potrebbero perciò ammontare a circa 170 – 180 milioni di euro all’anno per il periodo 2021-2022: questi stanziamenti dovranno essere utilizzate per finanziare nuovi bandi in materia di agricoltura e foreste.

Alla Regione Piemonte – dichiara il presidente di regionale di Confagricoltura Enrico Allasiaabbiamo innanzitutto di snellire la burocrazia e di velocizzare le procedure. Al Comitato di Sorveglianza proporremo di indirizzare prioritariamente gli interventi nelle direzioni dell’innovazione e della valorizzazione ambientale”.

Il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro precisa che è necessario continuare ad accompagnare gli investimenti aziendali per migliorare la competitività delle imprese, in particolare dei giovani,  e sostenere in modo deciso gli interventi volti a migliorare l’ambiente, soprattutto in termini di contenimento dell’utilizzo di fitofarmaci e fertilizzanti e di promozione dell’agricoltura biologica.

Siamo convinti – conclude Allasia – che la promozione dell’innovazione, anche per quanto riguarda la diffusione della banda larga, della digitalizzazione e la valorizzazione dell’ambiente possano contribuire a coniugare la competitività delle imprese e il ruolo sociale dell’agricoltura, nell’interesse dei cittadini e del territorio”.

 

 




Confagricoltura Piemonte chiede di sostenere i giovani agricoltori

La crisi che si generando a causa dell’emergenza COVID-19 corre il rischio, secondo le stime dei più autorevoli centri di ricerca economica, di provocare un calo del prodotto interno lordo del 19% e un’esplosione della disoccupazione che per fine anno è prevista attorno al 9%.

Sono dati preoccupanti – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasiache devono indurci a individuare misure straordinarie per favorire nuove opportunità di lavoro. È per questo che torniamo a chiedere alla Regione di utilizzare le economie che si stanno generando nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale per finanziare tutte le domande in graduatoria dei giovani che hanno aderito al bando 4.2.1 dell’anno 2016 relativo agli investimenti aziendali”.

Confagricoltura ritiene che con le economie che si realizzeranno occorrerà finanziare questi progetti, richiesti da giovani con aziende caratterizzate da una potenziale ottimale dimensione economica. “Si tratta di investimenti in larga parte già realizzati in autofinanziamento – sottolinea Allasia – e perciò immediatamente collaudabili e pagabili, che determinerebbero tra l’altro un rapido incremento delle performance di spesa del PSR”.

 

 

 

 

 




Confagricoltura, Giansanti: per l’emergenza Covid l’Unione europea deve fare di più

Via libera, ieri a Bruxelles, a una proposta di regolamento che consente agli Stati membri di utilizzare, per la gestione dell’emergenza Coronavirus, le risorse finanziarie non ancora impegnate nell’ambito del Fondo europeo per lo sviluppo rurale.

“Prendiamo atto della decisione, ma la nostra posizione non cambia. La risposta della UE per limitare le conseguenze economiche della pandemia sul settore agricolo resta vistosamente inadeguata – commenta il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – Ringraziamo il Parlamento europeo per il lavoro svolto al fine di migliorare il progetto iniziale della Commissione, ma dobbiamo rilevare che le risorse finanziarie restano invariate. Non sono stati mobilitati fondi aggiuntivi. All’atto pratico, è stata data agli Stati membri la facoltà di modificare la destinazione di fondi già messi a disposizione dall’Unione”.

Stando alle cifre diffuse dall’Europarlamento, in Italia potranno essere nel complesso riassegnati circa 420 milioni di euro. Una somma insufficiente, basti ricordare – per esempio – che solo per gli aiuti al reddito degli agricoltori gli Stati Uniti hanno disposto uno stanziamento straordinario di 16 miliardi di dollari.

C’è poi un altro aspetto da sottolineare. Non potranno, di fatto, beneficiare del nuovo regolamento varato a Bruxelles le imprese agricole localizzate nelle regioni che hanno impegnato puntualmente i fondi per lo sviluppo rurale. E, quindi, non ci sono risorse finanziarie da rimodulare. E’ una situazione che lascia perplessi, perché sarebbe penalizzata l’efficienza amministrativa.

“Da parte nostra, continueremo a premere sulle Istituzioni dell’Unione per aumentare i fondi della Ue per l’emergenza Coronavirus che restano fermi a circa 80 milioni di euro” – conclude Giansanti.

Nonostante la fine del lockdown, la riapertura delle frontiere e del canale HoReCa, l’impatto economico della pandemia continuerà a farsi sentire almeno fino alla fine dell’anno. Ecco perché va rafforzata l’azione in chiave europea in termini di risorse e strumenti. Il ricorso agli aiuti pubblici differenziati a livello nazionale, se prolungato nel tempo, contrasta con i principi del mercato unico.