Decreto Agosto, accolte numerose istanze di Confagricoltura

Con l’approvazione, da parte del Senato, della legge di conversione del DL 104/2020, cosiddetto “DL Agosto”, vengono accolte alcune importanti richieste avanzate da Confagricoltura, oggetto degli emendamenti approvati.

E’ il caso delle misure relative alla quarta gamma: per fare fronte alle difficoltà del comparto, che ha registrato con l’emergenza Covid un calo dei consumi, è stato istituito un fondo di 20 milioni per la promozione degli investimenti e finanziamenti per la promozione al consumo.

Sempre su richiesta di Confagricoltura, è estesa anche alla ristorazione nelle aziende agricole la possibilità di fruire del contributo per l’acquisto di prodotti alimentari del territorio.

In materia fiscale, la Confederazione aveva chiesto l’estensione temporale – con norma di interpretazione autentica ai fini IMU, anche ai periodi antecedenti il 2019 – dell’equiparazione allo IAP e al CD dei coadiuvanti familiari agricoli per le agevolazioni fiscali. Vengono anche equiparati per gli stessi effetti IAP e CD i pensionati che continuano le attività e sono iscritti alle relative gestioni previdenziali. L’approvazione – sostiene Confagricoltura – mette fine all’incertezza applicativa sull’IMU e chiarisce inoltre che ai componenti di società di persone in possesso della qualifica IAP, spettano anche le agevolazioni riguardanti i tributi locali.

Bene la riapertura dei termini per la richiesta di contributo a fondo perduto – ex art.25 del “decreto Rilancio” – per i soggetti residenti nei comuni totalmente montani, di cui all’apposito elenco Istat, rientranti nell’elenco della circolare del Ministero delle Finanze n.9/1993.

Infine, Confagricoltura segnala che si fa fronte ai danni subiti dalle imprese agricole danneggiate dalle eccezionali gelate tra il 24 marzo e il 3 aprile 2020 con l’incremento della dotazione del Fondo di solidarietà nazionale per un importo di 10 milioni di euro per il 2020.

L’approvazione degli emendamenti è un risultato frutto della proposta articolata effettuata in prima battuta proprio da Confagricoltura, tuttora impegnata a favore delle imprese agricole e di quei comparti che, con l’emergenza Covid, necessitano di misure specifiche. Per Palazzo Della Valle è importante che tutti i settori in sofferenza per la pandemia abbiano accesso a interventi fondamentali per la ripresa economica.




I malgari simbolo di resistenza di tutto il settore agricolo, ma chiedono più attenzione

Un segno di vicinanza diretta al mondo dell’agricoltura di montagna e, in generale, alle importanti economie che le Terre Alte cuneesi sono in grado di generare.

È questo lo spirito con cui anche quest’anno si è svolto “Caluma el Vache”, evento organizzato da Confagricoltura Cuneo per celebrare la discesa dei malgari dagli alpeggi.

L’iniziativa, giunta alla sua terza edizione, si è tenuta a Prazzo, mercoledì 30 settembre, in concomitanza con la discesa a valle dei capi dell’azienda di Andrea Lando che dalla frazione Campiglione hanno raggiunto Prazzo Inferiore, punto di carico degli animali.

Nel pieno rispetto delle indicazioni previste dai protocolli anti contagio da Covid-19, all’evento hanno partecipato i rappresentanti della Confagricoltura provinciale, guidati dal presidente Enrico Allasia e dal direttore Roberto Abellonio, l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, il consigliere regionale Paolo Demarchi, e il presidente dell’ATL del Cuneese, Mauro Bernardi.

“La pandemia tutt’ora in corso ci ha costretti ad optare per una versione ‘smart’ dell’evento che, rispetto agli scorsi anni, non ha visto la partecipazione di decine di malgari, appassionati e curiosi che assistevano al rientro dei capi a valle, approfittandone per trascorrere qualche ora di convivialità in un clima di festa – ha dichiarato il presidente Enrico Allasia –.

Non abbiamo, tuttavia, voluto rinunciare a questo appuntamento trasformandolo, eccezionalmente, in un simbolo di resistenza di tutto il settore agricolo al particolare momento vissuto dal nostro Paese e da tutto il mondo. Confidiamo tuttavia di poter tornare già dal prossimo anno alla consueta formula adottata nelle prime due edizioni”.

“Abbiamo voluto far sentire la nostra vicinanza agli oltre 350 allevatori che ogni anno si trasferiscono con i loro capi sugli alpeggi della provincia di Cuneo e ora, terminati i duri mesi di lavoro trascorsi in alta quota, sono pronti al rientro in pianura – ha sottolineato il direttore Roberto Abellonio –.

Alle autorità regionali presenti abbiamo, altresì, ribadito che fare agricoltura in montagna significa fare i conti con numerose difficoltà e abbiamo rimarcato loro la necessità di compiere uno sforzo maggiore per garantire a chi lavora in alta quota gli adeguati sostegni per ammodernare le strutture aziendali, pianificando anche una serie di interventi concreti per il miglioramento del sistema viario e il potenziamento della rete internet, aspetto quest’ultimo sempre più cruciale per abitare e fare impresa quassù. Mai come quest’anno, forse, le nostre montagne sono riuscite ad esprimere il meglio della loro vocazione turistica, ma occorre ricordare che la loro tutela e valorizzazione passa anche dal lavoro instancabile e costante di chi, come gli allevatori, ci vive per mesi impegnandosi in lavori di manutenzione del territorio”.

In una stagione che da un punto di vista climatico non ha riservato particolari problemi, tra gli allevatori desta sempre maggiore preoccupazione, infine, la presenza in aumento dei lupi, con casi sempre più frequenti di attacchi alle mandrie e alle greggi. “Su questo fronte, purtroppo, continuiamo a lanciare appelli alle istituzioni senza ricevere ascolto, ma anno dopo anno il problema si aggrava con numeri di lupi in costante crescita, decisamente fuori controllo, e perdite ingenti per gli allevatori in termini di danni diretti (capi predati) e indiretti (costi e mancata produzione). Servono interventi urgenti e concreti per il contenimento, altrimenti ad estinguersi saranno gli allevatori”, ha concluso Enrico Allasia.




Confagricoltura, un secolo di agricoltura e di storia italiana

La più antica Organizzazione agricola celebra il centenario alla presenza del Capo dello stato. Il presidente Giansanti: “Impresa, lavoro, ricerca e crescita i principi che da sempre ci guidano verso il futuro”

“Tutela dell’impresa. Ovvero efficienza e competitività, orientamento verso la crescita e le innovazioni tecnologiche, stretto collegamento con le altre parti della filiera agroalimentare, per cogliere le aspettative dei consumatori in Italia e a livello internazionale. Ma anche protezione delle risorse naturali, responsabilità sociale, tutela dei lavoratori, benessere della collettività, per contribuire al progresso civile ed economico della comunità nazionale.

Questi i principi essenziali che hanno sempre ispirato l’azione sindacale di Confagricoltura da quel lontano 1920, in cui nacque a Roma la prima organizzazione degli agricoltori italiani a carattere generale, con una presenza diffusa su tutto il territorio nazionale e con funzione di sindacato datoriale”. Così il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha aperto a Roma, a Palazzo Colonna, le celebrazioni del Centenario alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dei ministri Teresa Bellanova e Stefano Patuanelli e della sindaca di Roma Virginia Raggi.

Dopo aver ringraziato chi lo ha preceduto alla guida dell’Organizzazione e tutti coloro che hanno dato il proprio contributo alla sua crescita, Giansanti ha ripercorso alcuni momenti salienti della storia e dello sviluppo del settore agricolo.

“Dopo i conflitti mondiali – ha ricordato Giansanti – le difficoltà furono superate grazie all’impegno rivolto all’aumento della produzione, per rispondere alla domanda dei consumatori. Con lo stesso impegno abbiamo risposto negli ultimi mesi alla sfida posta all’intera filiera agroalimentare, a causa dell’emergenza sanitaria: continuare a produrre, per rifornire i mercati e assicurare cibo agli italiani”.

Anche durante il lockdown il nostro Paese ha dato prova, ancora una volta, delle sue energie morali e civili, ha detto di recente il Presidente della Repubblica. E i fatti hanno dimostrato che l’Italia può fare affidamento su un solido sistema agroalimentare, di cui gli associati a Confagricoltura costituiscono una componente essenziale. Con le loro aziende collaborano oltre 520.000 lavoratori, che sviluppano più di 41.000.000 di giornate lavoro.

“Adesso è necessario dare supporto a queste imprese – ha ribadito Giansanti – per metterle nella condizione di continuare ad aumentare competitività e produzione. La quota di esportazioni di prodotti agroalimentari, che era di 44 miliardi di euro, è arrivata a superare per la prima volta la soglia del 10% dell’export totale in valore. Crescere è un impegno difficile. Per questo dobbiamo utilizzare al meglio le risorse importanti messe a disposizione dal governo italiano e dall’Unione europea”.

L’ambizione di Confagricoltura va ben oltre il recupero della situazione esistente prima della pandemia. Dobbiamo cogliere l’occasione per far crescere la produttività che ristagna da oltre un decennio, per rilanciare gli investimenti pubblici, per dare ai cittadini e alle imprese infrastrutture moderne, diffondere la digitalizzazione, a partire dalla pubblica Amministrazione, rispondere alle sfide urgenti poste dal cambiamento climatico.
Confagricoltura farà la propria parte, seguendo quelli che sono i principi guida dell’Organizzazione e dei suoi associati, da cento anni a questa parte.

“E’ indispensabile, però – ha proseguito il Presidente – ridare piena dignità alla ricerca scientifica e riconoscere il valore della competenza e della professionalità. Coltivare le intelligenze dei molti nostri giovani eccellenti, e puntare su di loro, è una scelta essenziale per affrontare il futuro e le sfide che ci attendono. La scuola e la formazione continua sono fattori di sviluppo, perché il capitale umano è la prima ricchezza delle nazioni più avanzate”.

I tre giovani imprenditori che hanno raccontato la loro storia hanno dato il senso della diversità e della fecondità del “capitale umano” in termini di spirito d’impresa, apertura all’innovazione e sensibilità sociale. E hanno dimostrato che, investendo sui giovani, il nostro Paese si assicura un futuro.

Sono Luca Travaglini – Planet Farms, con l’agricoltura verticale in Lombardia, esempio di innovazione e sostenibilità; Ariane Lotti – Tenuta San Carlo, che da New York è tornata alle radici familiari in Toscana per dare vita ad un’azienda biologica all’avanguardia; Francesco Cambria – Cottanera, che ha lasciato la toga per dedicarsi alla vitivinicoltura sull’Etna, raccogliendo il testimone del padre che, con coraggio, decise di piantare vigne sul vulcano quando ancora pochi ci credevano.

“Siamo consapevoli – ha concluso il Presidente di Confagricoltura – che la valenza del nostro lavoro vada al di là del profitto, che pure è fondamentale per garantire la continuità produttiva e l’occupazione. Da un secolo l’impegno costante dei nostri agricoltori è stato quello di rafforzare le imprese e contribuire al continuo miglioramento del sistema economico e della coesione sociale. Come agricoltori sappiamo bene che raccoglieremo domani ciò che abbiamo seminato oggi. Continueremo, perciò, a lavorare con il massimo impegno nelle nostre imprese, nel nostro sindacato e nella società. Forti di una fiducia incrollabile sul futuro del nostro Paese”.

SCHEDA IMPRENDITORI AGRICOLI

Luca Travaglini – Planet Farms
Milanese, laurea in economia alla Bocconi.
A 35 anni decide di cambiare vita in seguito a una brutta esperienza di salute.
Dopo 4 anni di intensa ricerca, nel 2018 fa nascere Planet Farms, che è innovazione, tradizione ed eccellenza, con un sistema di coltivazione indoor che permette di controllare tutti i parametri fondamentali per la crescita degli ortaggi, a partire da acqua, luce, terra e aria.
I vantaggi che derivano da questa tecnologia sono molti, primo fra tutti il fatto di poter produrre ovunque, utilizzare il 97% di acqua in meno e garantire un prodotto in assenza totale di residui e fitofarmaci, fresco 365 giorni all’anno, indipendentemente dal fattore ambientale esterno.

Ariane Lotti – Tenuta San Carlo
Nata e cresciuta a New York, ma da quando ha 17 anni lavora, studia e fa ricerca in agricoltura per trovare modelli di agricoltura sostenibile.
Per necessità è tornata in Italia 6 anni fa, per gestire l’azienda di famiglia in Toscana, in provincia di Grosseto. I terreni erano stati comprati dal bisnonno nel 1936. Al suo arrivo, Ariane avvia un percorso di modernizzazione e sviluppo dell’impresa verso un modello nuovo: inizia la conversione al biologico, con tanta fatica. Avvia anche una linea di prodotti a marchio aziendale, sviluppando rapporti di filiera e facendo investimenti.
Oggi Tenuta San Carlo è la prima e unica azienda in Toscana che fa riso bio. La tenuta si estende su 480 ettari, metà nel Parco Regionale della Maremma, con seminativi, un piccolo allevamento di vacche maremmane, agriturismo e zone di pineta e di palude protette.

Francesco Cambria – Cottanera
Siciliano, dopo la laurea con lode in giurisprudenza si trasferisce a Milano e inizia a lavorare come avvocato in uno studio legale occupandosi di diritto penale societario.
Dieci anni fa cambia vita e torna in Sicilia, mettendo da parte la toga, ripartendo da zero e imparando a conoscere la vitivinicoltura da vicino, dove il padre, tra i primi, aveva creduto nelle potenzialità viticole dell’Etna, eliminando noccioleti e uliveti e piantando vigne.
Inizia una nuova avventura alla guida dell’azienda di famiglia, insieme allo zio e ai fratelli, con tecniche di viticoltura che tutelano un terreno speciale come quello vulcanico e strutture uniche come i pietrai. Allo stesso tempo l’azienda punta sull’innovazione, lavorando per una viticoltura di frontiera.
Nel 2019 Francesco Cambria riceve dal Gambero Rosso il premio speciale “Viticoltore dell’anno”.

 




Confagricoltura impegnata per il rafforzamento della produzione delle nocciole del Piemonte

Sostegno alla competitività delle imprese, potenziamento della filiera a partire dalle organizzazioni dei produttori, valorizzazione della qualità: sono questi gli elementi sui quali si dovrà incentrare Il piano di rafforzamento della produzione coricola piemontese, avanzati ieri (24 settembre) da Confagricoltura  nel corso del tavolo tecnico che si è svolto a Torino nel palazzo della Giunta regionale, presenti il governatore del Piemonte Alberto Cirio, il vicepresidente della giunta Fabio Carosso e l’assessore all’agricoltura Marco Protopapa.

La delegazione di Confagricoltura, guidata dal presidente regionale Enrico Allasia, intervenuto i lavori insieme al responsabile dei produttori di nocciole Aldo Gavuzzo e al direttore di Confagricoltura Cuneo Roberto Abellonio, ha espresso apprezzamento per l’attenzione che la Regione sta dedicando alla materia, illustrando i punti principali sui quali potrà svilupparsi un progetto per Il miglioramento delle condizioni produttive e commerciali del comparto.

Il prezzo delle nocciole, nel giro di un anno – anche per l’aumento della produzione, mentre nell’annata 2019 il raccolto era stato particolarmente scarso – è sceso da oltre 500 euro al quintale a circa 300 euro (per il prodotto in guscio).

Confagricoltura Piemonte, evidenziando come l’attuale insoddisfacente livello dei prezzi dipenda anche, in parte, dall’immissione sul mercato, immediatamente dopo la raccolta, di rilevanti quantitativi di nocciole, ha chiesto un sostegno per la realizzazione di strutture di essicazione, lavorazione e stoccaggio delle nocciole, sia per le imprese agricole, sia per le cooperative e le organizzazioni dei produttori. “Questo intervento – ha dichiarato Enrico Allasia – rafforzerebbe il miglioramento della competitività delle imprese, favorendo un migliore equilibrio commerciale tra l’offerta dei produttori e il sistema della trasformazione“.

Confagricoltura ritiene inoltre che sia necessario ricercare la massima coesione nell’ambito della filiera per consolidare il sistema produttivo piemontese che oggi conta su una superficie di oltre 24.000 ettari di noccioleti (dei quali 15.500 già in produzione), che quest’anno hanno realizzato una produzione di circa 220 -250.000 quintali di prodotto in guscio di altissima qualità.

Inoltre Confagricoltura ritiene sia necessario investire per un’adeguata valorizzazione e promozione del prodotto che faccia comprendere ai consumatori il valore aggiunto, sotto il profilo organolettico, delle nocciole coltivate in Piemonte. “A questo proposito – ha aggiunto Allasia – siamo convinti che con l’impegno di tutti i soggetti della filiera e il sostegno della Regione Piemonte si possa impostare una campagna promozionale in grado di creare valore non soltanto per Il sistema corilicolo ma per tutto il territorio collinare, per le attività produttive e per il mondo economico che ruota attorno a questa straordinaria coltivazione“.

 

 




Confagricoltura Alessandria, sviluppo rurale: fondamentale garantire tempestività e qualità della spesa pubblica

I Piani di sviluppo rurale sono strumenti di importanza capitale per le aziende agricole: serve massima efficienza da parte delle amministrazioni pubbliche nazionali e locali in questa delicata fase di transizione”.

Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Alessandria Luca Brondelli, manifestando preoccupazione per il livello di spesa nazionale dei PSR che ristagna attorno al 50% della dotazione complessiva 2014-2020, sebbene quasi tutte le risorse siano state impegnate.
“Già da qui a fine anno – rimarca Brondelli – abbiamo un rischio di disimpegno di circa 450 milioni di euro di risorse comunitarie, corrispondenti a 810 milioni di euro circa di spesa pubblica complessiva. Sarebbe in ogni caso importante, assodato che le regole della PAC rimarranno invariate almeno per il prossimo anno, che le autorità di gestione predispongano, già da ora, tutte le condizioni necessarie ad iniziare ad impegnare da subito le risorse del periodo 2021-2027”.

Per il presidente di Confagricoltura è indispensabile iniziare a definire le priorità ed i nuovi bandi, soprattutto per alcune misure, come quelle ad investimento o le misure a superficie e a capo, che, in quasi tutte le Regioni, non sono attivate da molto tempo.

Il regolamento di transizione della PAC, mette in guardia l’Organizzazione degli imprenditori agricoli, è di durata massima biennale e si basa sul principio dell’utilizzo delle vecchie regole. Avvalendosi delle nuove risorse entrerà in vigore il 1° gennaio 2021, costringendo le autorità regionali a gestire contemporaneamente vecchia e nuova dotazione finanziaria.
Occorre evitare ogni soluzione di continuità tra il precedente e il prossimo periodo di gestione delle misure di sviluppo rurale.

“Sono risorse quanto mai preziose per gli agricoltori – conclude Brondelli – e che non possiamo assolutamente permetterci di dissipare. Si tratta di 9,7 miliardi di euro di fondi comunitari disponibili nei prossimi sette anni per l’Italia, che possono sviluppare una spesa pubblica molto maggiore e che sono pari ad oltre l’11% del totale della spesa comunitaria complessiva destinata dal bilancio della UE al ‘secondo pilastro’ della PAC”.




Agricoltori europei: Massimiliano Giansanti eletto vicepresidente del COPA

Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, oggi è stato eletto vicepresidente del Comitato delle organizzazioni agricole europee (COPA), l’organismo che riunisce 60 organizzazioni dei Paesi membri dell’Unione Europea e 36 organizzazioni partner di altri Paesi. Presidente del COPA, per i prossimi due anni, è la francese Christiane Lambert, che succede al tedesco Joachim Rukwied di DBV.

Giansanti, europeista convinto, è stato nominato ai vertici dell’Organizzazione europea in un momento cruciale, in cui si dovranno assumere decisioni chiave, a partire dal prossimo bilancio dell’Unione, dalla futura Politica agricola comune, dalla incertezza dei mercati internazionale, ma anche dal Recovery Found e dalle politiche di sviluppo per fronteggiare l’emergenza economica a causa della pandemia, che richiedono lavoro propositivo e pressing incessante e determinato da parte del Coordinamento degli agricoltori europei.

Giansanti, a nome di Confagricoltura, ha fatto gli auguri di buon lavoro a Christiane Lambert e ringraziato Joachim Rukwied per l’impegno profuso nei tre anni di mandato alla presidenza. “Con Lambert e Rukwied – ha detto – c’è grande sintonia e condividiamo una visione di futuro”.

“Ci troviamo – ha quindi spiegato il Presidente di Confagricoltura – in un momento di resilienza che richiede da parte della UE ogni sforzo per permettere alle imprese agricole, non solo di ripartire e riconquistare le posizioni perdute, ma anche di ammodernarsi e crescere, di andare oltre. Per far diventare il nostro sistema agricolo e agroalimentare più forte di prima. La centralità dell’agroalimentare in Europa è emersa in pieno in questo difficile momento a causa dell’emergenza della pandemia”.

Massimiliano Giansanti, romano, imprenditore agricolo, gestisce aziende agricole – a Roma, Viterbo e Parma – specializzate nella produzione di cereali, kiwi, latte e prodotti zootecnici ed attive sia in ambito agroindustriale e sia agroenergetico, attraverso la produzione di energia elettrica da fotovoltaico. Tra l’altro a Parma produce Parmigiano Reggiano ed a Roma latte bovino di alta qualità per la Centrale del Latte.

Il presidente Luca Brondelli di Brondello con il Consiglio Direttivo, il direttore Cristina Bagnasco con i collaboratori tutti e gli enti collaterali di Confagricoltura Alessandria si congratulano con Massimiliano Giansanti per questo importante traguardo professionale.




PSR, contributi per la lavorazione e la vendita dei prodotti agricoli per contrastare i danni del Covid-19

Entro il 30 settembre 2020 si potranno presentare le domande per ottenere contributi per il bando della misura 4.1.1 del Psr del Piemonte riservato al sostegno delle imprese agricole colpite dai danni della pandemia di Covd-19 che intendano realizzare interventi per lo stoccaggio e per la vendita diretta delle produzioni.

I beneficiari sono gli imprenditori agricoli singoli.

Il sostegno prevede un contributo in conto capitale pari al 40% della spesa ammessa, con un massimo di 40.000 euro. La spesa minima ammessa è di 20.000 euro; quella massima di 100.000 euro.

Gli interventi ammessi a contributo devono essere indirizzati a sostenere prioritariamente la realizzazione di investimenti finalizzati a stoccaggio, lavorazione e vendita di prodotti atti all’alimentazione umana.

CLICCA PER LEGGERE IL BANDO

 




Douja D’Or 2020, Confagricoltura Asti: apprezzamento per la decisione di coinvolgere il territorio provinciale

Confagricoltura Asti esprime grande soddisfazione per l’organizzazione dell’edizione 2020 della Douja d’Or, che nonostante tutti i problemi legati all’emergenza sanitaria ancora in corso, è stata comunque proposta anche quest’anno, in una nuova veste.

La nuova Douja d’Or, rinnovata nella formula, ampliata nel tempo e nello spazio rispetto alle precedenti edizioni (estesa a 4 week-end coinvolgendo Asti e tutto il Monferrato Astigiano) ha puntato su una nuova forma di comunicazione, in cui i temi principali sono: il Vino, il Cibo, la Cultura e il Monferrato.

Apprezziamo molto l’impegno da parte degli organizzatori che quest’anno, nonostante i problemi legati all’emergenza Covid, hanno deciso comunque di puntare su questa manifestazione, da sempre fortemente radicata nella cultura e nelle tradizioni locali”, afferma il direttore di Confagricoltura Asti Mariagrazia Baravalle.

Una Douja d’Or che non avrà solamente più Asti e i suoi palazzi storici come palcoscenico principale; l’atmosfera della kermesse si respirerà anche sul territorio provinciale, coinvolgendo le aziende vitivinicole, le imprese della ristorazione, dell’accoglienza e del turismo, che operano nel comprensorio, con l’obiettivo di rilanciare l’economia dell’intera filiera enoturistica e gastronomica astigiana e piemontese.

Come affermato dallo stesso presidente della Camera di Commercio di Asti, Erminio Renato Goria, “la Douja è una manifestazione che riguarda la nostra terra, il nostro saper fare e produrre. Obiettivi principali sono la valorizzazione dei prodotti del nostro territorio, la crescita e lo sviluppo della nostra provincia, a maggior ragione dopo i mesi di lock down”.

Confagricoltura Asti – conclude il direttore Baravalle – è fiduciosa del fatto che questa nuova formula che coinvolge tutto il territorio provinciale, possa portare ad una maggiore valorizzazione delle aree rurali, riscoprendo soprattutto l’importanza che l’agricoltura riveste nell’intera progettazione del turismo locale. Ci auguriamo, in caso di successo, che queste nuove iniziative possano essere riproposte negli anni a seguire”.




Sostegni imprenditoria femminile in agricoltura, Allasia: “Interessanti opportunità per imprese condotte da donne”

La Gazzetta Ufficiale del 26 agosto ha pubblicato il decreto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali del 9 luglio 2020 relativo alle misure in favore dell’imprenditoria femminile in agricoltura.

Le piccole e medie imprese e le microimprese che intendano presentare progetti per lo sviluppo o il consolidamento delle aziende agricole, con investimenti nel settore primario e in quello della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, potranno ottenere mutui agevolati, a tasso zero, della durata minima di 5 anni e massima di 15 anni, comprensiva del periodo di preammortamento, per un importo fino a 300 mila euro.

Auspichiamo che i tempi per l’attivazione della misura non diventino eccessivamente lunghi – afferma Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemontein quanto occorrerà attendere la convenzione tra il Ministero delle Politiche agricole e l’Ismea, ente incaricato dell’istruttoria e gestione delle domande di aiuto”.

Si tratta di un provvedimento importante – spiega Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte –  che potrà offrire interessanti opportunità  alle imprese agricole piemontesi condotte da donne. La presenza femminile è importante soprattutto nell’agricoltura di montagna, di collina e nelle aree marginali, dove spesso operano imprese che si dedicano alla produzione, trasformazione e vendita di prodotti agricoli; qui le donne conducono realtà multifunzionali, dall’agriturismo alle fattorie didattiche. È dunque strategico – dichiara Allasia – garantire l’inclusione, la parità di genere e la formazione, favorendo l’insediamento, la permanenza e la crescita dell’imprenditoria femminile in agricoltura”.

Confagricoltura Piemonte precisa che sul territorio regionale operano 11.505 imprese agricole femminili, il 27,86% del totale, pari a 41.289. “È necessario – dichiara Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemonte – incentivare lo sviluppo di queste imprese, favorendo anche il ricambio generazionale. Infatti 7.316 imprese femminili, pari al 62,76% della categoria, sono condotte da donne con oltre 55 anni di età, mentre quelle con titolari donne con meno di 25 anni sono soltanto 93, pari allo 0,8%”.

Le iniziative previste dal decreto dovranno riguardare il miglioramento del rendimento della sostenibilità globale dell’azienda agricola, il miglioramento delle condizioni agronomiche e ambientali, dell’igiene e benessere degli animali, la realizzazione e il miglioramento di infrastrutture connesse allo sviluppo, all’adeguamento e alla modernizzazione dell’agricoltura.

I progetti non potranno essere attivati prima della presentazione della domanda e concludersi entro 24 mesi dalla comunicazione dell’ammissione al finanziamento. Per ottenere i benefici è necessario che l’impresa sia condotta e amministrata da una donna imprenditore agricolo professionale; nel caso di società la compagine sociale dovrà essere composta e amministrata per oltre la metà numerica dei soci e delle quote di partecipazione da donne in possesso della qualifica di imprenditore agricolo professionale iscritte nella gestione previdenziale agricola.

 

 




Confagricoltura Piemonte: senza acqua non può esserci agricoltura

Confagricoltura sostiene da tempo che è necessario investire nella costruzione di invasi. “L’attività degli agricoltori –dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – è fondamentale per il corretto mantenimento dell’ambiente e del territorio.

Siamo impegnati per ridurre l’uso dell’acqua, ma dobbiamo tener presente che il settore primario non consuma acqua perché quella impiegata nell’uso irriguo non fuoriesce dal ciclo idrologico naturale; difatti un’elevata percentuale d’acqua prelevata dalle fonti idriche viene restituita al sistema ambientale, a valle dei processi produttivi.

Non dimentichiamo inoltre che l’uso dell’acqua in agricoltura è l’unico, tra tutti gli utilizzi produttivi, che serve per ottenere del cibo fondamentale per la nostra sopravvivenza. Già soltanto questo, di per sé, dimostra che l’agricoltura non spreca l’acqua”.

Gli invasi – sottolinea Confagricoltura – sono indispensabili per garantire l’approvvigionamento idrico alle coltivazioni agricole. Quelli ben progettati e ben costruiti sono sicuri e non creano nessun danno dal punto di vista ambientale. Con la loro realizzazione è possibile una maggiore efficacia nell’applicazione delle norme sul deflusso minimo vitale, si possono realizzare sensibili miglioramenti qualitativi nei corpi idrici di falda, si aumenta la disponibilità di acqua a uso idropotabile, si incrementa la produzione di energia idroelettrica, si mitiga l’effetto delle piene, si favoris