Torino. Riapertura bando per acquisto nuove bancarelle settore ortofrutta

La Giunta Comunale, su proposta dell’assessore al Commercio Paolo Chiavarino – per dare continuità al percorso intrapreso negli scorsi anni e rallentato dalla crisi economica – ha approvato la sottoscrizione di una nuova Convenzione tra la Città e il Comitato ‘Progetto Porta Palazzo – The Gate’ per permettere la realizzazione di un nuovo look espositivo del settore ortofrutta.

 

Tra le molteplici azioni intraprese, infatti, l’Amministrazione comunale aveva previsto la sostituzione delle attrezzature ormai obsolete e inadatte al ricovero nell’immobile dei Bastioni a causa del loro ingombro e del loro peso e, insieme alla Camera di commercio di Torino, aveva deciso di supportare i circa 160 operatori del settore ortofrutta offrendo loro la possibilità, attraverso la partecipazione a un bando,  di usufruire di un incentivo finanziario a fondo perduto – pari all’80% della spesa sostenuta e per un ammontare massimo di 2000 euro – per il rinnovo delle proprie bancarelle di vendita.

La pandemia ha però inciso pesantemente sull’economia globale oltre a comportare un significativo aumento dei costi di produzione, un rincaro delle materie prime e un’estrema difficoltà del loro reperimento, fattori questi che hanno determinato tempi di consegna lunghissimi e costi di   acquisto dei manufatti più che raddoppiati.

Gli operatori del mercato non sono così riusciti ad acquistare i banchi espositivi a un prezzo adeguato, pur avendo aderito all’iniziativa in misura consistente con la presentazione di 73 domande di partecipazione all’Avviso Pubblico.

A oggi, però, il trend di rincari ha subito un’inversione di tendenza e questa situazione ha indotto la Città, in accordo con la Camera di Commercio, a proseguire il rapporto di collaborazione con The Gate per la pubblicazione di un nuovo bando accessibile a tutti gli operatori in modo che coloro che avevano già presentato istanza possano confermarla con una comunicazione formale e, contemporaneamente, possa essere riaperta la possibilità all’adesione degli operatori ortofrutticoli rimanenti.




Indicazioni Geografiche (vino, bevande, prodotti agroalimentari) cosa prevede la riforma

La Commissione europea ha recentemente elaborato la proposta per un unico regolamento sulle Indicazioni Geografiche che coinvolge il vino, le bevande spiritose e i prodotti agroalimentari. Il testo, che adesso approda in Parlamento e Consiglio europeo, armonizza le procedure di registrazione e gestione delle Ig, potenzia la tutela dei prodotti e rafforza la posizione sia dei singoli produttori, sia dei gruppi, definiti “associazioni di produttori”. La riforma riguarda anche le norme sulle Stg, chiarendonein particolare la definizione, e i “prodotti di montagna”. Per quanto riguarda le disposizioni di gestione delle denominazioni  del vino, è positiva l’intenzione di armonizzarle con quelle dei prodotti agricoli e delle bevande spiritose, ma il testo dovrebbe rimanere nel regolamento Ue 1308/2013 consolidato per garantire la coerenza di tutte le disposizioni relative alla gestione del vino.

Il ruolo dell’Euipo l’Ufficio dell’Unione europea per la Proprietà Intellettuale è un’agenzia specializzata in diritti di proprietà intellettuale, ma non ha le competenze tecniche necessarie per analizzare e valutare i dossier dei prodotti ad indicazione geografica. Per questa ragione, le attività da affidare all’Euipo dovrebbero essere definite nel regolamento di base e limitate ad attività amministrative, di protezione delle Ig, anche su Internet, e di gestione del registro di questi prodotti. Invece, le valutazioni e le decisioni relative alle domande di registrazione, alle procedure di opposizione e violazione, alle modifiche dei disciplinari e alla cancellazione, dovrebbero rimanere esclusivamente di competenza della direzione generale dell’Agricoltura (Dg Agri) della Commissione Europea.

Il coinvolgimento dell’Euipo, limitatamente ai compiti sopra descritti, andrebbe ad alleggerire la Dg Agri di alcune attività, contribuendo ad abbreviare i tempi medi di approvazione di una Ig, che oggi possono arrivare anche ad un anno. Una questione ormai da risolvere con urgenza. Per riuscire a ridurre concretamente le tempistiche, una buona soluzione è l’introduzione nella proposta di una doppia procedura di gestione delle modifiche dei disciplinari.

In questo modo, le modifiche ordinarie verrebbero trattate a livello nazionale, mentre le “modifiche dell’Unione” sarebbero affrontate a livello europeo.

Le associazioni di produttori

La proposta di regolamento sulle Indicazioni Geografiche mira al rafforzamento dei poteri e delle responsabilità di tutela, valorizzazione e promozione dei prodotti, attribuiti alle associazioni di produttori. In tale contesto le associazioni di produttori vengono distinte in “associazioni di produttori” e “associazioni di produttori riconosciute”, che corrispondono ai consorzi. In questo contesto, è necessario garantire il coinvolgimento dei produttori primari nelle “associazioni di produttori riconosciute” dei prodotti IG trasformati, oltreché non trasformati, in quanto solo i “produttori del prodotto” possono costituire un’associazione riconosciuta e per i prodotti trasformati sono i trasformatori.

Inoltre, importante è l’inserimento nella proposta, tra i poteri e le responsabilità attribuiti alle associazioni di produttori riconosciute, di poter “raccomandare – si legge nel testo – alle autorità nazionali norme vincolanti da adottare in conformità dell’articolo 166 bis del regolamento (UE) n. 1308/2013 per la regolazione dell’offerta di prodotti designati da un’indicazione geografica”.

Gli impegni di sostenibilità

Altra novità riguarda l’introduzione di “impegni di sostenibilità” da inserire nel disciplinare e che un’associazione di produttori può concordare “(…) Tali impegni – continua il regolamento – hanno lo scopo di applicare una norma di sostenibilità più rigorosa di quella prescritta dal diritto dell’Unione o nazionale e, per molti aspetti, di andare oltre le buone pratiche in termini di impegni sociali, ambientali o economici (…)”. Le norme di sostenibilità non dovrebbero essere legate alle Ig, ma dovrebbero valere per specifiche produzioni a prescindere dal legame con il territorio.

Tuttavia, se gli impegni di sostenibilità dovessero rimanere nel testo definitivo, dovrebbero essere adottati su base volontaria anche rispetto alla decisione di ogni singolo produttore. Inoltre, questi impegni dovrebbero essere contenuti in un documento separato dal disciplinare, lasciando in vigore le attuali norme di sostenibilità.

Le nuove forme di protezione

Molto positiva è l’introduzione nella proposta di nuovi elementi per la protezione delle Ig, soprattutto su Internet, quali: l’estensione della protezione delle Ig ai nomi di dominio, la maggiore protezione in particolare per quanto riguarda la vendita tramite piattaforme online (e-commerce); nonché la protezione delle Ig utilizzate come ingrediente nei prodotti trasformati e l’introduzione di certificati per i produttori di prodotti Ig.

 




Vendemmia 2022: la CCIAA Cuneo pubblica prezzi uve da vino DOC e DOCG

Come di consueto, l’11 novembre si è riunita la Consulta camerale per la rilevazione dei prezzi di San Martino che, a conclusione della stagione vendemmiale, ha ufficializzato i prezzi per l’annata 2022.

 

Il bollettino dei prezzi di San Martino, secondo la tradizione che vedeva l’anno lavorativo degli agricoltori terminare a inizio novembre, rappresenta ancora oggi un appuntamento annuale di riferimento per il settore primario. La Consulta prende in considerazione la rilevazione delle medie dei prezzi delle principali derrate agrarie (cereali, latte e zootecnia) e ufficializza la pubblicazione dei prezzi della frutta fresca, delle nocciole e delle uve da vino a denominazione DOC e DOCG.

 

“Con la fotografia dei dati statistici dell’annata agraria nel listino di San Martino 2022 pubblichiamo i prezzi della campagna vendemmiale appena conclusa per portare un contributo istituzionale alla trasparenza di un mercato di grande rilievo per l’economia provinciale –  afferma il presidente Mauro Gola. Anche quest’anno ringraziamo le imprese della filiera per aver reso possibile, attraverso la redazione e la trasmissione dei documenti contrattuali, una rilevazione dei prezzi puntuale e attendibile.”

 

Nella stagione vendemmiale 2022, grazie alla collaborazione con le aziende della filiera viticola che in congruo numero hanno trasmesso all’Ente camerale i contratti stipulati, la Camera di commercio ha potuto ufficializzare la rilevazione dei prezzi di importanti tipologie di uve a denominazione.

 

Nonostante l’astensione delle associazioni di categoria agricole, che dissentono dal metodo di rilevazione approvato dalla Giunta, deve essere evidenziata la rilevanza della pubblicazione dei prezzi da parte dell’Istituzione camerale, in quanto condizione necessaria per l’inserimento nel paniere statistico nazionale redatto dall’Istat e preso a riferimento da Eurostat per la determinazione delle politiche comunitarie.

 

Nelle tabelle a seguire sono riportati i valori rilevati.

 

 Medie dei prezzi delle uve da vino D.O.C.G. e D.O.C.

Stagione vendemmiale 2022

 

UVE DA VINO D.O.C.G. prezzo al kg
  minimo massimo
Nebbiolo per vino “Barolo” € 3,79 € 4,19
Nebbiolo per vino “Barbaresco” € 2,74 € 3,40
Arneis per vino “Roero Arneis” € 1,40 € 1,53
Moscato per vino “Asti” e “Moscato d’Asti” € 1,18 € 1,20

 

UVE DA VINO D.O.C. prezzo al kg
  minimo massimo
Barbera per vino “Barbera d’Alba” € 1,28 € 1,60
Barbera per vino “Barbera d’Alba Superiore” € 1,48 € 1,81
Dolcetto per vino “Dolcetto d’Alba” € 1,14 € 1,40
Nebbiolo per vino “Nebbiolo d’Alba” € 1,63 € 1,99
Nebbiolo per vino “Langhe Nebbiolo” € 1,56 € 1,92
Arneis per vino “Langhe Arneis” € 1,18 € 1,39
Chardonnay per vino “Langhe Chardonnay” € 1,10 € 1,26
Favorita per vino “Langhe Favorita” € 1,17 € 1,48

 

 

Il listino di San Martino, grazie alle rilevazioni periodiche effettuate dalla specifica Commissione, costituita da tutti i rappresentanti della filiera corilicola, riporta i prezzi della Nocciola Piemonte IGP e della Nocciola TGT e, dal 2021, anche della Nocciola bio.

Le tabelle sottostanti indicano le rilevazioni periodiche dei prezzi con le medie della campagna corilicola 2021 e di quella 2022 in corso.

 

Campagna Corilicola 2021

 

                               NOCCIOLE  
  IGP (1) TGT (1) IGP BIO (1) TGT BIO (1)
Media

Ott 2021/

Apr 2022

10,49 9,76 12 11,5

 

 

Campagna Corilicola 2022 (in corso)

 

                               NOCCIOLE  
  IGP (1) TGT (1) IGP BIO (1) TGT BIO (1)
Media Sett/Ott 2022 7,18 6,85 7,45

(1)  prezzi € punto resa – 1^ fascia – IVA 4% esclusa, rilevati dall’apposita commissione

 

 

 

 




Convegno di Confagricoltura Torino “Le moderne strategie per l’irrigazione del mais”

La manifestazione, nata nel 1999 con la denominazione  “Non solo mais”,  diventa nel 2002  “Fiera del mais e dei cavalli” con l’arrivo del mitico trottatore Varenne che, alla chiusura del periodo delle gare che lo hanno visto vincitore di numerosi premi in tutto il mondo, per 17 anni ha soggiornato a Vigone come stallone.

La Fiera del piccolo centro della pianura pinerolese rappresenta un momento di aggregazione importante per i vigonesi e per tutto il territorio, dove l’allevamento del cavallo da trotto rappresenta da sempre un’importante nicchia del settore, come testimoniano i diversi campioni nati negli allevamenti locali. La zona del Vigonese si impone pure per la coltivazione del mais, tanto sotto l’aspetto qualitativo quanto sotto quello quantitativo con i suoi 9.260 ettari che rappresentano circa il 18,50% dell’intera superficie della provincia di Torino.

Nel contesto di questo evento, sabato 15 ottobre 2022, alle ore 9.30, nella cornice del Museo del Cavallo, in Piazza Vittorio Emanuele II, a Vigone si terrà il convegno “Le moderne strategie per l’irrigazione del mais”, organizzato da Confagricoltura Torino. E’ un incontro importante per illustrare le moderne tecniche d’irrigazione, fondamentali per il futuro della maiscoltura. “L’acqua rappresenta la vita – evidenzia il Presidente Tommaso Visca – ed è un fattore produttivo fondamentale per la coltivazione del mais.” Poiché essa non è un bene illimitato e soprattutto a causa dei cambiamenti climatici in corso, l’uso sostenibile ed efficiente dell’acqua è sicuramente una strada che tutti gli agricoltori dovranno intraprendere per la salvaguardia delle produzioni e dell’ambiente.




CCIAA Cuneo: Stagione vendemmiale 2022 riparte rilevazione prezzi uve da vino DOC e DOCG

Anche quest’anno l’Ente camerale rileverà i prezzi delle uve, che saranno definiti sulla base di documenti contrattuali per ciascuna tipologia di uva a denominazione.

Le imprese rappresentative della filiera saranno coinvolte dalla Camera di commercio e dalle Associazioni di categoria. È richiesta la massima collaborazione da parte delle imprese, premessa indispensabile per consentire all’ufficio Statistica di disporre di un adeguato numero di contratti su cui determinare prezzi che siano rappresentativi del reale andamento del mercato.

 

“La nostra provincia si distingue a livello nazionale e internazionale per il livello di assoluta eccellenza della produzione vitivinicola. La legge attribuisce all’Ente camerale il compito di rilevare i prezzi delle uve – sottolinea il presidente Mauro Gola – e la Camera di commercio di Cuneo lo fa coerentemente con i criteri stabiliti da Unioncamere Nazionale in modo da fornire un quadro che fotografi correttamente l’evoluzione del mercato del comparto vitivinicolo”.

 

I prezzi risultanti dai documenti contrattuali inviati all’indirizzo protocollo@cn.legalmail.camcom.it  saranno pubblicati ufficialmente sui listini camerali nel mese di novembre e poi inseriti nel paniere redatto dall’Istat, preso a riferimento da Eurostat per la determinazione delle politiche comunitarie.

 

“Invitiamo tutti gli operatori della filiera vitivinicola a collaborare con l’Ente camerale, trasmettendo tutti i documenti contrattuali riferiti alla campagna vendemmiale 2022 – sottolinea il Segretario Generale Patrizia Mellano – Partecipare alla rilevazione è per i produttori, i trasformatori e in generale per chi compravende le uve doc e docg la miglior garanzia di veder pubblicati prezzi rappresentativi di quelle che sono oggi le reali dinamiche del mercato.”




Confagricoltura: Giansanti a Torino chiede una food policy a livello globale

“L’agricoltura continua a dare il proprio contributo all’economia del Paese. Confagricoltura lavora per far crescere un modello agricolo di competizione delle imprese e per favorire l’occupazione: alle istituzioni chiediamo l’adozione di provvedimenti che ci consentano di migliorare le produzioni e di sostenere ricerca e innovazione”.

Lo ha dichiarato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, intervenendo all’assemblea dell’organizzazione territoriale del Piemonte questa mattina a Torino. “E’ tempo di scelte coraggiose e responsabili: chiediamo attenzione per il settore primario – ha aggiunto Giansanti – anche con l’adozione di una food policy a livello globale che tuteli la qualità delle nostre produzioni nel mondo”.

Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte ha ricordato le principali emergenze dell’agricoltura subalpina. “Siccità e peste suina sono le due emergenze che dobbiamo fronteggiare, con determinazione e impegno corale. Il risultato dipende dalla nostra capacità di progettazione e soprattutto di azione, sapendo che senza acqua e senza una strategia di difesa dalle malattie la nostra agricoltura non potrà sopravvivere”.
L’assemblea che si è riunita al Circolo Canottieri Armida di Torino, ha ospitato una  tavola rotonda con l’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa e la vice presidente della terza commissione del Consiglio regionale Monica Canalis.

“Il confronto sulla riforma della politica agricola comunitaria – ha detto Allasia – vede un impegno attento della Regione, che deve essere rafforzato con interventi sul territorio, che tengano conto di  tutte le nostre specificità. Il problema della peste suina può e deve essere fronteggiato in modo più incisivo e per questo occorre la piena consapevolezza sulla reale portata del problema da parte di tutte le istituzioni”.

In risposta all’intervento di Allasia la vice presidente della terza commissione del Consiglio regionale ha comunicato che la conferenza dei capigruppo ha accolto la richiesta di Confagricoltura per lo svolgimento di un Consiglio regionale aperto sulla peste suina.
“Per la siccità – ha dichiarato Allasia – possiamo soltanto sperare nel tempo. Nell’immediato – ha  chiarito Allasia – chiediamo alla Regione di insistere nei confronti del governo nazionale affinché venga dichiarato lo stato di eccezionale calamità atmosferica per i nostri territori, affinché le istituzioni possano concordare con i gestori delle reti idroelettriche un piano di rilascio controllato delle acque immagazzinate nei bacini di montagna, piemontesi e valdostani, per attenuare gli effetti della siccità”.

Secondo le stime di Confagricoltura in Piemonte i danni diretti a causa della siccità, calcolati sulla produzione agricola di base, già oggi raggiungono quota 1 miliardo 150 milioni di euro. 

Occorrerà prevedere un congruo rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale e interventi di sostegno per le imprese agricole danneggiate – ha concluso  Allasia –  per evitare che questa calamità determini il tracollo del sistema produttivo piemontese con conseguenze dirompenti sulle filiere produttive, in particolare zootecniche, e sul nostro sistema agroalimentare”.

 




Cia e Confagricoltura Alessandria: Pomodoro da industria: «Prezzo inaccettabile»

Trattativa sul prezzo del pomodoro 2022, Cia e Confagricoltura Alessandria dicono no alla proposta dell’industria: «Così non va: il prezzo è inaccettabile. Le aziende agricole stanno fronteggiando un aumento dei costi oltre il 20% con rincari energetici ormai fuori controllo e la morsa della siccità».
I produttori di pomodoro della provincia di Alessandria sono contrari alla proposta avanzata finora dall’industria. Si è bloccata a 94 euro a tonnellata la trattativa sul prezzo del pomodoro da industria per la campagna Nord Italia 2022. «È inaccettabile. Le aziende stanno fronteggiando un aumento dei costi oltre il 20% con rincari energetici ormai fuori controllo e la morsa della siccità che preannuncia onerosi interventi irrigui» commentano i presidenti provinciali Daniela Ferrando (Cia) e Luca Brondelli di Brondello (Confagricoltura). Intanto in Spagna e Portogallo l’accordo è già chiuso con un prezzo riconosciuto ai produttori che supera i 100 euro a tonnellata.

Le due Organizzazioni chiedono di anticipare il Tavolo tra Op (organizzazioni dei produttori) e Industria convocato per l’11 marzo: «Dobbiamo trovare la quadra al più presto – proseguono i vertici provinciali – altrimenti mettiamo a rischio il lavoro di tutti. Così si affossano le imprese agricole, con evidenti danni per l’intera filiera produttiva».

Oltretutto il mercato internazionale è tonico come del resto quello interno nonostante la pandemia e l’inflazione che sale. L’Italia si conferma in cima alla classifica dei produttori e trasformatori dell’oro rosso (il 60% delle conserve “made in Italy” vola all’estero).
Dichiara Davide Sartirana, produttore e presidente di Zona Cia Alessandria: «Il prezzo proposto per la stagione 2022 aumenta dai 93 euro/tonnellata (su base 100 grado brix) a 94 euro, circa l’un per cento in più, rispetto ad un aumento dei costi che secondo le stime previsionali sarà di oltre il 30% rispetto all’anno passato. Questo è chiaramente insostenibile per i produttori di pomodoro, i quali saranno sicuramente curiosi di verificare se il prezzo esposto al consumatore finale del prodotto lavorato sarà aumentato solamente dell’un per cento».
Giuseppe Alferano, presidente della OP Verde Intesa e presidente di Zona di Alessandria di Confagricoltura Alessandria, afferma: «E’ sotto gli occhi di tutti il fatto che i costi di produzione sono in costante aumento: dalle piantine da trapiantare al gasolio, dai concimi ai fertilizzanti. I nostri ricavi si assottigliano nonostante il lavoro sia sempre fornito con impegno e costanza e raggiunga spesso i massimi livelli di qualità. Non possiamo essere sempre bistrattati così. Le trattative non hanno dato esito finora per la miopia degli industriali».
«Non comprendiamo affatto la proposta avanzata dal settore industriale. Sediamoci subito attorno al tavolo e stringiamo un accordo che sia soddisfacente per gli agricoltori. Siamo alla vigilia dei trapianti, che avverranno in condizioni di grave siccità» concludono Brondelli e Ferrando.




Confagricoltura: le prospettive di sanzioni alla Russia mettono a rischio il mercato dell’Asti spumante

Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, evidenzia l’apprensione del mondo agricolo, sottolineando come l’aumento dei costi energetici, il rincaro dei cereali per l’alimentazione del bestiame e soprattutto il timore di una riduzione delle esportazioni di vino rappresentino uno scenario estremamente pericoloso per la nostra regione.

Nel 2020, sulla base dei dati elaborati da Confagricoltura, l’Italia ha esportato in Russia vini per un valore di 297 milioni di euro, di cui 179, 8 milioni di prodotto imbottigliato.

La Russia è uno dei principali mercati per gli spumanti italiani – afferma Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte –  e, tra i prodotti piemontesi, per l’Asti spumante”. L’export di vino spumante italiano in Russia rappresenta un valore di 116 milioni di euro.

La Russia, con un import di oltre 12 milioni di bottiglie di Asti spumante, rappresenta all’incirca un quarto del mercato delle bollicine docg ottenute dai 9.000 ettari di vigneti coltivati nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo.

Confidiamo nel lavoro delle diplomazie – dichiara Enrico Allasia – per prevenire la tragedia umanitaria, che è l’aspetto che ci preoccupa maggiormente,  e anche per evitare di mettere in crisi il nostro sistema produttivo”.

 




Consiglio regionale: “Il Caat necessita dei fondi Pnrr”

“Il Caat (il Centro agroalimentare di Torino) con un volume d’affari di poco superiore al mezzo miliardo di euro l’anno, si collochi tra i primi tre mercati generali italiani. Ma mentre quello di Milano è oggetto di ristrutturazione e a Roma si sta progettando di fare altrettanto, la struttura torinese, vecchia di oltre vent’anni, necessita quanto prima di un rinnovamento e le risorse, potrebbero arrivare dai fondi del Pnrr”.
 

La richiesta è stata formulata in Terza commissione (presidente Claudio Leone) da Stefano Cavaglià, presidente dell’Associazione piemontese dei Grossisti ortofrutticoli Torino (Apgo) dove è proseguita l’audizione delle principali associazioni agricole per approfondire la questione relativa al sistema della produzione e del commercio del comparto ortofrutta, come richiesto da Monica Canalis (Pd).

Apgo ha inoltre sottolineato come durante il periodo del lockdown l’attività del Caat non si sia interrotta, in quanto giudicata essenziale per garantire gli approvvigionamenti alla catena di vendita, tuttavia la pandemia ha generato una crisi che si estende anche a questo comparto, dove i fatturati subiscono una sorta di altalena tra incrementi e contrazioni.

Il settore, in prospettiva futura, chiede la riforma dei mercati rionali, di valutare la possibilità di orari diurni e un giusto equilibrio nei confronti della grande distribuzione organizzata, che sta sempre più entrando nella produzione.

Domenico Tuninetti del Consorzio del peperone di Carmagnola, ha posto la problematica del ricambio generazionale, per dare non solo continuità ma nuova linfa alle imprese del settore. Inoltre, tra le proposte avanzate, si è soffermato sulla necessità di sospendere il “set-aside”, il regime agronomico introdotto dall’Unione europea nel 1988, che consiste nel ritiro dalla produzione di una determinata quota della superficie agraria utilizzata al fine di controllare la sovrapproduzione di cereali e di altri seminativi, per evitare gli effetti depressivi sui prezzi agricoli.

Gabriele Carenini, presidente regionale della Confederazione italiana agricoltori (Cia) si è detto preoccupato di come i rincari energetici avranno effetti negativi anche sul già sofferente settore zootecnico, incidendo negativamente sul prezzo del latte.

Ma soprattutto il comparto frutticolo rischia di patire conseguenze fortemente dannose, come evidenziato sempre da Cia attraverso il tecnico Maurizio Ribotta, che ha spiegato come il grosso della produzione della frutta italiana sia destinato all’esportazione. In Piemonte attualmente circa seimila ettari sono vocati alla coltura delle mele che vengono vendute a circa quaranta centesimi al chilogrammo. I rincari energetici, è stato valutato, incideranno di circa dieci centesimi sul predetto costo di vendita, per cui i ricavi non saranno sufficienti a coprire le spese di produzione.

Sono intervenuti nell’ordine, per delucidazioni e approfondimenti i consiglieri Gianluca Gavazza (Lega), CanalisAlberto Avetta (Pd), Matteo Gagliasso (Lega), Valter Marin (Lega) e Carlo Riva Vercellotti (FdI).

 




CNA Agroalimentare Piemonte: le feste si chiudono con –50% per la ristorazione e –30% per gli alberghi

L’Epifania tutte le feste porta via. E se non fosse una provocazione, verrebbe quasi da dire: per fortuna. Il bilancio di CNA Agroalimentare Piemonte è in “chiaro-scuro”. Lo conferma il presidente regionale di CNA Agroalimentare Giovanni Genovesio.

“Per quanto riguarda la distribuzione, ristoranti, strutture alberghieri e catering, siamo ancora in profonda crisi. Alcuni annunci, non decreti, non decisioni, ma solo dichiarazioni espresse sull’onda dell’emotività hanno fortemente danneggiato il comparto.

Le regole cambiate sotto date, la difficoltà a rispondere alle richieste dei clienti, hanno portato un’onda di cancellazioni. Per il Capodanno la ristorazione ha avuto un 50% di disdette rispetto alle capienze già ridotte per i distanziamenti. Tutto questo mentre le strutture alberghiere, invece, hanno pagato maggiormente il Natale per una quota variabile tra un terzo e un quinto delle capienze”. 

Come rovescio della medaglia c’è la situazione della produzione: la gastronomia e l’asporto ha segnato un aumento, proprio in virtù delle feste che si sono spostate dalle sale dei ristoranti alle sale da pranzo delle case. “Non riusciamo tuttavia a quantificare il reale impatto positivo delle feste perché da settimane, gli imprenditori stanno combattendo contro la fortissima difficoltà nell’approvvigionamento delle materie prime per le preparazioni. È possibile che a fronte di maggiori ordinativi da parte della clientela, il fatturato non sia altrettanto positivo per l’aumento notevole dei costi”, ha continuato Genovesio. 

Giovanni Genovesio, presidente nazionale di CNA Ristorazione conclude: “È chiaro che siamo ancora in piena crisi. A livello nazionale abbiamo già chiesto l’apertura di un tavolo per un settore che non vuole altri ristori, ma che richiede attenzioni e decisioni importanti che portino a salvare le imprese e l’occupazione, perché il rischio delle chiusure per molte realtà della ristorazione e del settore alberghiero non sono una prospettiva remota. E dalle zone più turistiche, come quelle montane, la preoccupazione è il danno che arriverà anche a febbraio, quando la stagione dovrebbe entrare in un momento di massimo afflusso e che, invece, rischia di essere totalmente compromessa”. Quest’ultimo aspetto di forte rischio per gli operatori della montagna è confermato anche nei comprensori piemontesi.