Erbaluce millesimo 2021: un’ottima annata 

L’Erbaluce di Caluso è in crescita. La denominazione di origine controllata e garantita, che rappresenta soltanto lo 0,5% (il 5 per mille) del vigneto piemontese è passata da 128 ettari del 2000 a 227 ettari nel 2020, con un incremento della base produttiva del 77,34%.
Il mondo produttivo e commerciale dell’Erbaluce di Caluso docg è rappresentato da 288 viticoltori , 39 vinificatori e 35 imbottigliatori, con una potenzialità produttiva di poco superiore a 1,5 milioni di bottiglie, per un fatturato annuo di 10 milioni di euro.

L’andamento produttivo e commerciale della docg è stato presentato questa mattina (5 gennaio) in una conferenza stampa a Torino dal consorzio Cascine Piemontesi presieduto da Enrico Allasia, insieme a Confagricoltura Torino, al Consorzio di tutela dei vini Caluso, Carema e Canavese e all’Enoteca regionale dei vini della provincia di Torino guidata da Corrado Scapino. In videocollegamento dal territorio di produzione è intervenuta Maria Rosa Cena, sindaco della città di Caluso che dà il nome alla denominazione.
Il 2021 per l’Erbaluce è stata un’ottima annata.

“La maturazione delle uve – ha spiegato il direttore di Confagricoltura Torino Ercole Zuccaro –  si è rivelata medio tardiva, con un’epoca di raccolta che ha spaziato dalla metà alla fine di settembre. Le gradazioni zuccherine sono state superiori alla media degli ultimi cinque anni e il quadro acido si è mostrato eccellente. Secondo i tecnici – ha aggiunto il direttore di Confagricoltura Torino – le uve offriranno vini con caratteristiche di grande freschezza, idonei anche per l’affinamento”.

Il direttore del consorzio di tutela dei vini Caluso, Carema e Canavese Gabriele Busso ha che “dal punto di vista commerciale l’andamento è positivo e il 2022 si prospetta interessante. L’ampliamento delle Carte dei Vini da parte della ristorazione – ha spiegato Busso – favorisce l’offerta di produzioni del territorio, in particolare di vitigni autoctoni”.
Come ha chiarito il direttore del consorzio di tutela “l’Erbaluce di Caluso manifesta una marcata crescita delle vendite in Piemonte e anche in Lombardia e Liguria: più in generale il mercato interno sta riscoprendo le grandi potenzialità dell’Erbaluce, sia fermo, sia spumante, sia nella tipologia passito. Si registra interesse anche da parte dei mercati esteri – ha fatto rilevare Busso – in particolare degli Stati Uniti e del Nord Europa”.

Sono un centinaio le attività agricole che hanno già aderito a Cascine Piemontesi; per oltre il 50% sono situate nelle Langhe e nell’Albese, ma è in crescita il numero delle aziende delle zone del Monregalese, Saluzzese, Saviglianese, Cuneese, Torinese e Astigiano. Aderiscono a Cascine Piemontesi allevatori e apicoltori, produttori di ortofrutta, castagne, cereali e di altre coltivazioni agricole, del comparto lattiero caseario, corilicolo e vitivinicolo. 

 




L’assessore all’agricoltura Protopapa: “La Regione sostiene i Distretti del cibo”

Grazie a un emendamento approvato nella seduta di ieri dal Consiglio regionale, la Regione Piemonte potrà contribuire alle spese di costituzione e avviamento dei Distretti del cibo.

Lo ha sottolineato l’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa rispondendo questo pomeriggio in Aula all’interrogazione a risposta immediata della consigliera Sarah Disabato (M5s) in merito alle azioni di sostegno alla filiera del food e, in particolare, dei Distretti del cibo del settore ortofrutticolo, per scongiurare possibili ripercussioni a livello metropolitano e regionale.

Disabato, prendendo spunto dalle recenti decisioni del titolare del gruppo T18 Piemonte di chiudere l’azienda, leader nella produzione e distribuzione di prodotti ortofrutticoli di qualità, ha domandato “quali azioni intenda intraprendere la Giunta regionale per sostenere e incentivare nuove modalità di commercio per il reparto ortofrutticolo, favorendone la crescita, la riorganizzazione e l’aggregazione con altre aziende”.

Protopapa ha ricordato che l’individuazione e il riconoscimento dei Distretti del cibo sono previsti dalla legge regionale 1/2019 e che il presidente della Giunta ha approvato con un decreto del 2020 le procedure per la loro costituzione.

“A oggi – ha aggiunto – è stata inoltrata agli uffici regionali la domanda di riconoscimento da parte del Distretto del cibo Chierese-Carmagnolese, che aggrega 25 Comuni della cintura di Torino e l’istruttoria è in fase avanzata. Altri territori, Casalese e Cavourese in particolare, hanno manifestato interesse e hanno avviato incontri informativi con l’assessorato”.

Il sostegno alla filiera ortofrutticola, ha concluso, “è comunque assicurato, in particolare per quanto riguarda la riorganizzazione e l’aggregazione, da un intervento specifico dell’Organizzazione comune dei mercati (Ocm) dei prodotti agricoli. In particolare, è previsto un contributo del 5% del fatturato per le aziende che si aggregano in Organizzazioni dei produttori (Op)”.

Nel corso della seduta l’assessore alla Cultura Vittoria Poggio ha risposto a nome dell’assessore Luigi Icardi alle interrogazioni di Davide Nicco (Fdi) sul nuovo primario di Carmagnola e Moncalieri (To) e di Monica Canalis (Pd) sul tracciamento dei contagi. Ha anche risposto a nome dell’assessore al Welfare Chiara Caucino all’interrogazione di Silvio Magliano (Moderati) sul rischio di chiusura dell’Ufficio pubblica tutela di Ivrea (To) e a nome dell’assessore all’Ambiente Matteo Marnati alle interrogazioni di Domenico Rossi (Pd) sull’adozione di un Piano regionale per la bioeconomia e l’economia circolare e di Marco Grimaldi (Luv) sull’iter per l’individuazione del sito unico nazionale per lo stoccaggio delle scorie nucleari. L’assessore Marco Gabusi – infine – ha risposto alle interrogazioni di Alberto Avetta (Pd) sull’orario invernale della tratta Aosta-Ivrea-Torino e di Ivano Martinetti (M5s) sugli interventi alla linea ferroviaria Cuneo-Limone.




No al Nutriscore: Confagricoltura a fianco del Governo

“Il sistema di etichettatura Nutriscore è dannoso per tutti i prodotti agroalimentari italiani. Non possono esserci distinzioni – dichiara il presidente di Confagricoltura Alessandria e componente della Giunta nazionale, Luca Brondelli di Brondello – Negli ultimi tempi abbiamo registrato ripensamenti, anche a livello politico, in Francia e in Spagna a seguito, in particolare, delle forti contestazioni mosse dagli olivicoltori spagnoli e dai produttori francesi di formaggi”.

“In vista delle iniziative che dovrà assumere la Commissione Europea nel corso del 2022, non possiamo proprio ora indebolire la posizione negoziale del Governo italiano”  puntualizza Brondelli.

Di recente, ricorda Confagricoltura, anche il presidente del Consiglio Mario Draghi ha preso posizione contro il sistema Nutriscore che penalizzerebbe senza basi scientifiche la Dieta Mediterranea, apprezzata dai consumatori in tutto il mondo. Il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli ha lanciato un’apposita sede di consultazione con il suo collega spagnolo.

Anche la firma del “Trattato del Quirinale” fornirà un’ulteriore occasione di discussione e approfondimento con le autorità di Parigi.
“Confagricoltura è impegnata a sostenere con assoluta determinazione le iniziative assunte dal nostro Governo a tutela dell’intero sistema agroalimentare italiano – sottolinea Brondelli – L’agroalimentare italiano vale complessivamente 220 miliardi, di cui le indicazioni di origine e di qualità (DOP e IGP), patrimonio ineguagliabile dell’Italia, incidono per l’11%”.
“Alla fine di quest’anno –  conclude il Presidente di Confagricoltura Alessandria – l’export di settore potrebbe raggiungere il livello record di 50 miliardi di euro. L’intero sistema merita di essere tutelato nei confronti del Nutriscore”.

 




A Torino c’è Agri Christmas, vetrina per conoscere, degustare e acquistare i migliori prodotti del territorio

 Si inaugura domani mattina, martedì 7 dicembre alle 10 nei saloni dell’Hotel Roma – Rocca Cavour in Piazza Carlo Felice 60 a Torino la prima edizione di Agri Christmas, vetrina natalizia delle migliori eccellenze agroalimentari del territorio. L’ingresso alla rassegna è libero, nel rispetto delle disposizioni anti Covid.

 

L’iniziativa è di Confagricoltura Torino, con il contributo della Camera di commercio di Torino: dal 7 dicembre al 6 gennaio, tutti i giorni, dalle 10 alle 18 ad Agri Christmas sarà possibile degustare e acquistare formaggi d’alpeggio, composte e succhi di frutta biologici, riso, pasta all’uovo, gallette di mais, farina per polenta, vini a denominazione d’origine, salumi e tante altre specialità del territorio.

 

Per un mese intero, escluse le giornate di Natale, Santo Stefano e Capodanno, sono programmati appuntamenti speciali, con ingressi riservati su prenotazione, dedicati alla carne di razza Piemontese, ai formaggi dop piemontesi, alla tinca gobba dorata del Pianalto di Poirino, ai vini Caluso, Carema e Canavese; sono anche previsti incontri con il caffè, il cioccolato e il Vermouth di Torino.

 

Abbiamo deciso di allestire questa rassegna – dichiara Tommaso Visca, presidente di Confagricoltura Torinoper dar modo ai torinesi e ai numerosi turisti che scelgono la prima capitale d’Italia come meta per le loro vacanze natalizie di assaggiare e acquistare le specialità che prendono origine dalle nostre imprese agricole: per le feste di Natale e di fine anno portiamo le nostre cascine in città per presentare ciò che di bello e di buono facciamo ogni giorno”. Il programma aggiornato delle iniziative di Agri Christmas è su Confagricoltura Torino

La prima degustazione in programma, su prenotazione, sarà giovedì 9 dicembre alle 11:30 con le specialità del Coalvi, il Consorzio allevatori vitelli di razza Piemontese.

 

Per riservare gli appuntamenti con le degustazioni, gratuite e fino a esaurimento dei posti, si può mandare un messaggio (solo whatsapp) al numero 389 953 9191 indicando nome e cognome e attendendo la risposta di conferma.




Vittoria dei panificatori artigiani contro la vendita del “pane sfuso self service”

Successo dei panificatori artigiani contro la pratica sbagliata della vendita del “pane sfuso self service”.

Dopo una lunga battaglia dei piccoli produttori di pane, il Consiglio di Stato, con una recente sentenza, ha vietato la vendita dei prodotti dell’arte bianca in modalità self service nella Grande Distribuzione Organizzata.

 

In Piemonte sono circa 1.300 le attività di panificazione che quotidianamente sfornano quintali di prodotto. Molte di queste distribuiscono il loro prodotto anche attraverso le Piattaforme Organizzate.

 

“Ad appena due anni dalla nostra prima vittoria nella quale entrò in vigore il divieto da parte della Grande Distribuzione di denominare il pane precotto con la dicitura “Pane Fresco” – commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – con questa nuova sentenza del Consiglio di Stato, si sancisce il coronamento positivo di un’altra battaglia combattuta nei confronti di una prassi consueta nella grande distribuzione ritenuta, a ragione,  a maggior tutela della salute dei consumatori”.

 

Con questo nuovo atto, che vale su tutto il territorio nazionale, il massimo Organismo di consulenza giuridico amministrativa sposa pienamente le tesi portata avanti con tenacia da Confartigianato.

 

Il “braccio di ferro” tra i fornitori e i giganti del commercio, inizia nel dicembre del 2020 quando i carabinieri dei Nas di Lecce sequestrarono 23 chilogrammi di pane e imposto la sospensione della vendita in modalità “self service” ad un supermercato. Struttura commerciale che comunque aveva immediatamente presentato ricorso contro i provvedimenti adottati. Riscorso che il consiglio di Stato nelle scorse settimane ha giudicato inammissibile con diverse motivazioni tra le quali quella

che evidenzia come la modalità di vendita self service di pane sfuso risulti del tutto inidonea a garantire le più elementari esigenze di sicurezza alimentare. Inoltre, la sentenza afferma che il pane sfuso ottenuto da completamento di cottura del pane precotto deve essere confezionato prima della messa in vendita e non può essere confezionato dal cliente.

 

“Questo è l’ennesimo passo in avanti di una situazione che vede i “piccoli” combattere contro pratiche non corrette che stanno diventando sempre più frequenti e pesanti – continua De Santis – e che minano la crescita e la sopravvivenza dei panificatori indipendenti. Una condizione, questa del pane sfuso che metteva i piccoli panificatori in una situazione di grave inferiorità”.

 

E’ stata fatta giustizia e riequilibrate le regole di mercato – conclude De Santis – in favore delle circa 1.500 attività di panificazione che ogni giorno in Piemonte sfornano decine di tonnellate di pane e altri tipi di prodotti della panificazione, rispettando un rigido sistema di controllo alimentare, l’HCCP, introdotto dal legislatore per garantire la sicurezza e l’igiene dei servizi e dei beni destinati alla vendita”.

 

Confartigianato ricorda come il pane sia un prodotto non “sbucciabile” né “lavabile” ma che si consuma tale e quale e pertanto deve essere trattato con tutte le precauzioni igienico sanitarie del caso. Soprattutto in questo periodo di virus e pandemia è necessario, ancora di più azzerare i rischi per la salute del consumatore. Salute del cliente che rappresenta il principio che sta alla base del lavoro quotidiano che viene fatto all’interno dei punti vendita che da sempre devono sottostare a regole e prescrizioni ben precise, che se non rispettate comportano multe salate.

 




Il food piemontese frenato dalla crescita dei prezzi di materie prime e bollette

Le imprese dell’alimentazione del Piemonte rischiano una frenata produttiva causata dai rincari delle materie prime, dell’energia e dei carburanti per l’autotrasporto.

E’ questo l’allarme che vuole lanciare Confartigianato Torino, dando voce a panificatori, pasticceri e gelatieri, alla luce dell’aumento dei prezzi di farine, zucchero e uova, delle bollette elettriche e del gas, della benzina e del gasolio. Il tutto in vista di un periodo di vendite natalizie mai così atteso da parte soprattutto dei piccoli produttori.

 

Un settore quello della food economy del Piemonte che, in particolare sotto le festività di Natale,  muove circa 530milioni di euro di consumi per prodotti artigianali, secondo gli ultimi dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato.

 

“Se il Governo non interviene a calmierare almeno i costi dell’energia e dei carburanti, il settore rischia una batosta non indifferente – commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino– perché da un lato c’è il rischio di una frenata della ripresa post Covid, e dall’altro perché costringe i rivenditori a ritoccare i prezzi verso l’alto, col conseguente malcontento dei clienti”.

 

Un settore, quello dell’agroalimentare piemontese, rappresentato da 6.459 imprese artigiane che danno lavoro a oltre 12mila addetti, con un’offerta enogastronomica di 23 prodotti DOP, IGP e STG, ben 342 “tradizionali”.

 

“Su latte, burro, zucchero, farina, uova, nocciole, mandorle e tutto ciò che serve per fare pane, dolci e gelati, stiamo registrando incrementi che variano tra il 5 e il 20%  – afferma Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino – tutto ciò sta innescando una pericolosa reazione a catena, perché le difficoltà di approvvigionamento e i maggiori costi affrontati dai produttori, poi ricadono anche su chi deve vendere al pubblico determinati generi alimentari e, di conseguenza, sul prodotto finito e sui consumatori. All’orizzonte, purtroppo, si profila un “caro panettone”, infatti si stima che ci sarà un aumento del 10%”.

 

“Per tutto il periodo delle varie chiusure, nei limiti del possibile, le nostre imprese hanno provato a lavorare praticamente rimettendoci – spiega De Santis – adesso che finalmente si vedeva la luce, ripartendo a pieno regime, si trovano a dovere affrontare questa situazione molto critica. Il problema è che mentre gli aumenti imposti dai fornitori dobbiamo subirli in silenzio per noi è molto più difficile farli digerire ai consumatori, avendo il contatto diretto col pubblico”.

 

“Questa situazione è determinata dal fatto che l’Italia è particolarmente esposta all’aumento dei prezzi delle materie prime, essendo la seconda economia dell’UE per produzione manifatturiera – riprende De Santis – con una alta dipendenza dall’estero di commodities. Inoltre, ai segnali di prezzo si associano quelli di una rarefazione delle materie prime”.

 

“Una così elevata pressione sui costi, che viene traslata solo in parte sui prezzi di vendita – continua De Santis – determina una riduzione del valore aggiunto, comprime la crescita economica, riduce la propensione ad investire delle imprese, compromettendo sia i processi di innovazione che la domanda di lavoro”.

 

Poi, per quelle aziende che hanno investito sull’innovazione tecnologica grazie alla legge 4.0, e quindi ordinato nuovi macchinari più efficienti e produttivi, vi è una ulteriore beffa: per mancanza di materie prime, come l’acciaio, e di microchip, le attrezzature non riescono a essere prodotte e quindi non possono essere consegnate a pasticceri, panettieri e gelatieri che ne avevano fatto richiesta.

 

“Ciò comporta un ulteriore danno – conclude De Santis – perché le imprese avevano già messo in conto di aumentare la propria produzione proprio grazie a quell’innovazione e ora, invece, sono obbligate a soddisfare gli ordini con macchinari che sono inadatti a produzioni importanti”.

 

Confartigianato Torino ricorda anche che a seguito anche della mancanza di materie prime, le imprese stanno rallentando la produzione e, in alcuni casi, tornano ad utilizzare gli ammortizzatori sociali nonostante la ripresa degli ordinativi.

 

 

 

 

 

 




Confagricoltura al Vinitaly Special Edition di Verona

Si chiuderà domani a Verona il Vinitaly Special Edition, inaugurato ieri dal ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, un’edizione autunnale voluta dagli organizzatori per traghettare la manifestazione verso la prossima primavera, con il ritorno del Vinitaly vero e proprio dal 10 al 13 aprile.

Confagricoltura è presente al Vinitaly nel Padiglione 6  – Stand D2 – di VeronaFiere, nell’apertura straordinaria esclusivamente a operatori del settore e stampa specializzata. L’organizzazione ospita incontri con i buyer di diversi Paesi: ieri c’erano gli operatori di Canada, Russia, Regno Unito  e Nord Europa. Oggi tocca a Francia, Ungheria e Lituania, mentre domani sarà la volta di Estonia e Romania.
La formula è quella del walk-around tasting con protagonisti i vini delle aziende di Confagricoltura di quasi tutta la penisola: spumanti, bianchi e rossi espressione dei vari territori.

Nella giornata inaugurale della fiera sono stati resi noti anche i dati, a cura di Nomisma, sul grado di competitività del settore vitivinicolo italiano: conforta il fatto che la filiera pesi per il 17% sull’agroalimentare e che le esportazioni siano in forte ripresa, ma il Covid ha inciso negativamente sulle piccole realtà, che hanno perso in media il 20% di export durante la pandemia.

Per il futuro, lo scenario è carico di nuove sfide e opportunità per il settore: i consumi sono in calo e le indicazioni europee spingono in questa direzione; i cambiamenti climatici causano volatilità dei prezzi e la transizione ecologica è un dogma. A fronte di questo quadro in continuo mutamento, è necessario innovare, non solo in termini di agricoltura 4.0, ma anche nella ricerca per aumentare la resistenza delle piante alle minacce del clima e delle nuove patologie.
Il mercato, infine, richiede accorpamenti per far crescere la capacità contrattuale e di internazionalizzazione delle piccole realtà, che singolarmente non riescono ad aumentare il portafoglio clienti all’estero. Oggi – è stato ricordato – 20 aziende del vino rappresentano il 40% dell’export: la crescita dimensionale è quindi urgente e necessaria.




Confartigianato Cuneo e Pane GranoPiemonte protagonisti ai “Laboratori del gusto”

Tra le diverse attività che Confartigianato Cuneo ha organizzato nell’ambito della 91^ edizione della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, sono stati un successo, lo scorso 10 ottobre, i “Laboratori del gusto” dedicati al connubio tra il pane GranoPiemonte e l’olio di qualità.

GranoPiemonte è un progetto che scaturisce dalla collaborazione tra Confartigianato Cuneo, Coldiretti Cuneo, Consorzio Agrario delle Province del Nord Ovest, mulino Gaiero – Gabutti, con il sostegno e contributo della Camera di Commercio di Cuneo.

Ogni anno vengono realizzati dai tecnici Coldiretti e del CAP campi sperimentali di frumento tenero di prova di varietà per testarne l’adattabilità e la produttività in Provincia di Cuneo, al fine di indicare correttamente alle imprese agricole quelle varietà che meglio si adattano al campo ma che soprattutto permettono una buona resa all’imprenditore agricolo, sempre in un’ottica di rispetto dell’ambiente e di qualità del prodotto finito. Da questa sinergia è nata l’idea del GranoPiemonte, ovvero la coltivazione in campo di quattro varietà pre-miscelate sullo stesso appezzamento al fine di ottenere già in campo una miscela di grani per fornire una farina duttile a tutti gli usi a Km0, oltre che certificata. 

Nell’ambito dei “Laboratori”, il pane GranoPiemonte, presentato da Vincenzo Pallonetto, rappresentante provinciale dei Panificatori di Confartigianato Cuneo, è stato oggetto di interessanti dimostrazioni e gustose degustazioni in abbinamento all’olio di qualità, grazie alla presenza di Daniela Ferrari dell’impresa Ferrari Specialità Alimentari di Cherasco.

«L’iniziativa del GranoPiemonte – spiega Daniela Balestra, vicepresidente territoriale di Confartigianato Cuneo – è un’opportunità per panificatori e consumatori di poter impiegare nelle proprie cucine farine prodotte sul proprio territorio o acquistare prodotti da forno dolci e salati trasformati dagli artigiani del territorio: una filiera che parte dal seme fino arrivare al prodotto finito da banco».

«Siamo convinti – commentano Luca Crosetto e Vincenzo Pallonetto, presidente provinciale di Confartigianato Cuneo e rappresentante provinciale dei Panificatori di Confartigianato – che lo sviluppo di questo progetto, nato grazie alla sinergia di Associazioni di Categoria, Camera di Commercio e aziende private, contribuirà non solo a valorizzare il nostro territorio, ma assumerà anche una valenza culturale, permettendo ai consumatori di essere sempre più consapevoli e informati. Va in questo senso il coinvolgimento dei panificatori artigiani, che hanno aderito al nostro disciplinare del “pane fresco”, e che nelle scorse settimane hanno ricevuto 100 kg di farina prodotta da GranoPiemonte – offerti da Confartigianato Cuneo – per “sperimentare” e valutare con mano la bontà e la resa del prodotto. Già diversi hanno aderito e stanno aderendo all’iniziativa, iniziando ad usare la farina».

«La partecipazione a manifestazioni e rassegne – aggiunge ancora Daniele Casetta, presidente della Zona di Alba di Confartigianato Cuneo – rappresenta, soprattutto nell’attuale periodo, una vera opportunità per le imprese che hanno modo di pubblicizzare i propri prodotti di qualità ad un pubblico sempre numeroso ed attento. Le fiere radicate sul territorio costituiscono realmente una vetrina privilegiata per le produzioni di eccellenza, in particolar modo per le piccole e medie imprese artigiane, dal comparto manifatturiero a quello alimentare. Un ringraziamento al Comune di Alba e all’Ente Fiera del Tartufo per la consueta proficua collaborazione sviluppata anche in questa edizione della rassegna».

 




Confagricoltura chiede a Protopapa la convocazione del tavolo latte

Il mercato lattiero, negli ultimi mesi, è caratterizzato da un evidente squilibrio dei prezzi tra il latte all’origine e quello dei prodotti caseari finiti. Per Confagricoltura “è  necessario far riconoscere agli allevatori un equo prezzo del latte alla stalla, attraverso un miglior rapporto tra i soggetti della filiera e tra l’industria di trasformazione e la distribuzione organizzata”.

Oggi a Roma, al Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, si riuniscono i soggetti della filiera, tra i quali Confagricoltura, per esaminare le prospettive del comparto. “L’allevamento bovino da latte – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – nell’ultimo decennio ha visto ridursi in modo considerevole gli allevamenti, mentre è rimasto sostanzialmente invariato il numero delle vacche allevate. Oggi le aziende sono più grandi, ma anche maggiormente esposte alla volatilità del mercato. Gli investimenti realizzati per  rispondere in modo puntuale alle prescrizioni ambientali e per migliorare il benessere degli animali sono estremamente onerosi e senza un’adeguata redditività si corre il rischio di ulteriori abbandoni”.

Per individuare le iniziative da adottare nell’interesse del comparto Confagricoltura ha chiesto all’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa la convocazione del tavolo latte.

Confagricoltura ricorda che nel 2010 le stalle da latte in Piemonte erano 2.393, per un totale di 122.801 vacche allevate; attualmente sono 1.622 con 120.838 vacche. Le province con il maggior numero di allevamenti sono Cuneo (725 stalle e 57.804 vacche) e Torino (575 stalle e 43.805 vacche).

Sulla base dei dati elaborati da Confagricoltura Piemonte la produttività degli allevamenti da latte in Piemonte, grazie alla capacità imprenditoriale e al miglioramento della selezione genetica, è cresciuta: l’anno scorso sono stati prodotti 1.149.823 tonnellate di latte, con un aumento del 4,76% sull’anno precedente. Nei primi sei mesi di quest’anno l’aumento produttivo, rispetto allo stesso periodo del 2.020, è del 2,31%.

Ogni vacca da latte in Piemonte – ricorda ancora Confagricoltura – produce annualmente oltre 9.500 litri di latte, vale a dire una media di oltre 26 litri al giorno.

 

 




Confagricoltura: aumentano i prezzi dei cereali e della soia, allevamenti sotto pressione

Il prezzo del frumento tenero, come fanno rilevare le quotazioni di ieri (martedì 28 settembre) alla Borsa Merci di Milano, torna a salire, a seconda delle varietà, da 3 a 7 euro a tonnellata. Il frumento di forza vale 285-295 euro a tonnellata, il panificabile superiore 270-275 euro, il panificabile e il biscottiero 260-265 euro, quello per altri usi 250-256 euro.

Aumenta anche il mais nazionale, che quota 255–257 euro a tonnellata; la soia nazionale sale di 25 euro a tonnellata, raggiungendo quota registra 540 – 550 euro.

“Dopo anni di basse quotazioni – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte –  i prezzi tornano a remunerare in modo abbastanza soddisfacente i cerealicoltori: per contro l’aumento dei costi di alimentazione degli animali crea pesanti difficoltà alle aziende di allevamento, sia dei bovini da carne, sia delle vacche da latte. Le imprese vivono una situazione delicata e per questo occorre consolidare i rapporti di filiera; è un lavoro che stiamo affrontando con le aziende del territorio, pur consapevoli del fatto che a livello internazionale si alimentano speculazioni difficili da controllare”.

Confagricoltura  la settimana scorsa ha chiesto alla Regione un piano straordinario per la valorizzazione della qualità della carne bovina, promozione e controlli in materia di etichettatura, aiuti di filiera per far fronte alla crisi e per sostenere l’importanza della carne come quale fondamentale fonte proteica nell’alimentazione.