Confagricoltura Piemonte: l’origine in etichetta per salumi e prosciutti premierà le nostre produzioni

È entrato in vigore il 15 novembre l’obbligo di indicare in etichetta l’origine dei prodotti che impiegano quali ingredienti carne suina: salumi, prosciutti e altri preparati.

Il decreto interministeriale (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Ministero dello Sviluppo economico e Ministero della Salute) che stabilisce l’obbligo è del 6 agosto 2020 ed è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale  del 16 settembre scorso; si applicherà, in via sperimentale, fino al 31 dicembre 2021.

In etichetta dovranno essere indicati i Paesi di nascita, allevamento e macellazione dei capi: solo quando tutte le tre fasi saranno avvenute nel nostro Paese di potrà apporre l’indicazione di prodotti “100% italiani”, informa Confagricoltura.

Salumi, prosciutti e preparati (hamburger, carni impanate, arrosti e salsicce fresche) potranno continuare a essere commercializzati con imballaggi ed etichette non conformi fino all’esaurimento delle scorte e comunque non oltre il 31 gennaio 2021.

In Piemonte – fa rilevare Confagricoltura – sono attivi 2.750 allevamenti suinicoli, per un totale di circa 1.290.000 capi: la provincia che conta il maggior numero di animali è Cuneo, con circa 913.000 suini allevati in 844 stalle.

Si tratta di un doveroso atto di chiarezza nei confronti del consumatore – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonteed è anche un valore aggiunto per il settore agroalimentare. I consumatori d’ora in poi potranno scegliere in modo informato e consapevole, privilegiando, se lo riterranno, i prodotti a base di carne suina totalmente made in Italy, premiando così il gioco di squadra delle nostre filiere”.

Le disposizioni del decreto non si applicano ai prodotti Dop, Igp, Stg e a quelli protetti in virtù di accordi internazionali. “In ogni caso auspichiamo, nell’ottica della piena trasparenza e della corretta informazione al consumatore – aggiunge Allasia –  che venga eliminata l’esenzione attualmente prevista per le denominazioni d’origine e invitiamo tutti gli operatori delle filiere interessate a una piena valorizzazione delle materie prime nazionali”.

In Italia il consumo di carne suina è di 38 chili pro-capite.

Il comparto suinicolo oggi è in difficoltà per quanto riguarda i prezzi all’origine. Le industrie di trasformazione – fa rilevare Confagricoltura – hanno fortemente rallentato la preparazione  dei prodotti in vista delle feste natalizie, per il timore che le chiusure imposte dall’emergenza Covid deprimano ulteriormente i consumi.

In questo contesto Confagricoltura valuta positivamente il provvedimento dell’etichettatura. “Quest’anno praticamente non c’è stata la possibilità d organizzare eventi, fiere, sagre  e altre occasioni favorevoli per promuovere il consumo di carne suina del nostro territorio – commenta Enrico Allasia – :l’augurio è che con l’etichettatura, che permetterà ai consumatori di riconoscere con certezza i suini italiani, il prodotto nazionale assuma il ruolo di protagonista, valorizzando salumi e prosciutti nostrani”.

 

 




L’assessore all’agricoltura Protopapa: “La Regione sostiene i Distretti del cibo”

Grazie a un emendamento approvato nella seduta di ieri dal Consiglio regionale, la Regione Piemonte potrà contribuire alle spese di costituzione e avviamento dei Distretti del cibo.

Lo ha sottolineato l’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa rispondendo questo pomeriggio in Aula all’interrogazione a risposta immediata della consigliera Sarah Disabato (M5s) in merito alle azioni di sostegno alla filiera del food e, in particolare, dei Distretti del cibo del settore ortofrutticolo, per scongiurare possibili ripercussioni a livello metropolitano e regionale.

Disabato, prendendo spunto dalle recenti decisioni del titolare del gruppo T18 Piemonte di chiudere l’azienda, leader nella produzione e distribuzione di prodotti ortofrutticoli di qualità, ha domandato “quali azioni intenda intraprendere la Giunta regionale per sostenere e incentivare nuove modalità di commercio per il reparto ortofrutticolo, favorendone la crescita, la riorganizzazione e l’aggregazione con altre aziende”.

Protopapa ha ricordato che l’individuazione e il riconoscimento dei Distretti del cibo sono previsti dalla legge regionale 1/2019 e che il presidente della Giunta ha approvato con un decreto del 2020 le procedure per la loro costituzione.

“A oggi – ha aggiunto – è stata inoltrata agli uffici regionali la domanda di riconoscimento da parte del Distretto del cibo Chierese-Carmagnolese, che aggrega 25 Comuni della cintura di Torino e l’istruttoria è in fase avanzata. Altri territori, Casalese e Cavourese in particolare, hanno manifestato interesse e hanno avviato incontri informativi con l’assessorato”.

Il sostegno alla filiera ortofrutticola, ha concluso, “è comunque assicurato, in particolare per quanto riguarda la riorganizzazione e l’aggregazione, da un intervento specifico dell’Organizzazione comune dei mercati (Ocm) dei prodotti agricoli. In particolare, è previsto un contributo del 5% del fatturato per le aziende che si aggregano in Organizzazioni dei produttori (Op)”.

Nel corso della seduta l’assessore alla Cultura Vittoria Poggio ha risposto a nome dell’assessore Luigi Icardi alle interrogazioni di Davide Nicco (Fdi) sul nuovo primario di Carmagnola e Moncalieri (To) e di Monica Canalis (Pd) sul tracciamento dei contagi. Ha anche risposto a nome dell’assessore al Welfare Chiara Caucino all’interrogazione di Silvio Magliano (Moderati) sul rischio di chiusura dell’Ufficio pubblica tutela di Ivrea (To) e a nome dell’assessore all’Ambiente Matteo Marnati alle interrogazioni di Domenico Rossi (Pd) sull’adozione di un Piano regionale per la bioeconomia e l’economia circolare e di Marco Grimaldi (Luv) sull’iter per l’individuazione del sito unico nazionale per lo stoccaggio delle scorie nucleari. L’assessore Marco Gabusi – infine – ha risposto alle interrogazioni di Alberto Avetta (Pd) sull’orario invernale della tratta Aosta-Ivrea-Torino e di Ivano Martinetti (M5s) sugli interventi alla linea ferroviaria Cuneo-Limone.




Eccellenze territori e filiere DOP e IGP, Assopiemonte e Uncem: agire subito per lo sviluppo locale

Importante incontro tra i rappresentanti dei Consorzi di Tutela dei formaggi DOP facenti capo ad Assopiemonte DOP e IGP ed esponenti della politica e delle Istituzioni nazionali e regionali tra cui il Senatore Mino Taricco, i Deputati Monica Ciaburro e Federico Fornaro, l’Assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa, il Presidente di Fedagri Piemonte Roberto Morello e il Presidente nazionale Uncem Marco Bussone.

L’incontro è stato ospitato a Barolo, nel Castello, location che è espressione nel mondo delle eccellenze piemontesi e dell’agricoltura come fonte di sviluppo e benessere, ormai da anni luogo di incontro, confronto per le filiere di qualità e anche di festa in occasione del festival Collisioni.

A determinare l’urgenza dell’iniziativa, condivisa e sostenuta anche da Uncem (Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani), è stata la necessità di documentare e far conoscere il tragico impatto economico della crisi covid-19 sulle microfiliere delle DOP che, per le loro caratteristiche produttive e soprattutto commerciali, hanno vissuto dai primi di marzo giorni di blocco quasi totale essendo poco o per nulla presenti nei circuiti commerciali del libero servizio della grande distribuzione organizzata.

In tempi ordinari, i canali commerciali delle microfiliere sono i negozi tradizionali di specialità, i ristoranti, le trattorie, gli agriturismi, i mercati e le fiere locali, la vendita diretta al turismo locale ed anche, in piccola parte, l’esportazione.

Vale a dire tutte strade che dall’inizio di marzo si sono chiuse e che solo ora a fatica iniziano a ripartire. Questo ha significato il crollo e azzeramento delle vendite dei prodotti di filiera corta a cui si è aggiunto il permanere dei costi vivi di esercizio per il mantenimento e la gestione delle mandrie, delle greggi, degli impianti e delle aziende agricole.

“Siamo allo stremo, ma siamo abituati al sacrificio e al duro lavoro e vogliamo ripartire – afferma Evanzio Fiandino Presidente di Assopiemonte DOP e IGP – ci sforziamo di essere ottimisti, ma abbiamo bisogno di un’attenzione particolare e di misure di sostegno tarate sulle nostre specificità, in quanto noi non riusciamo a beneficiare di aiuti allo stoccaggio, di incentivi alla riduzione della produzione del latte e degli interventi di ritiro del prodotto dal mercato, studiati per le grandi produzioni.

Attendiamo interventi a copertura delle mancate vendite, dei costi comunque sostenuti nel periodo di fermo commerciale ed in sostanza di un sostegno per poter ripartire.

La preoccupazione più forte è che molte famiglie non riuscendo a superare questa annata così drammatica decidano di chiudere, e questo rappresenterebbe un danno incalcolabile per la salvaguardia delle filiere corte che pur modeste nei volumi rappresentano la storia dell’eccellenza e l’immagine gastronomica del Piemonte oltre che la cura e la tutela del territorio”.

L’appello di Fiandino è stato raccolto dai presenti che in un clima di condivisione e sintonia hanno stretto un patto tra Regione, Governo e Parlamentari, Uncem con il sistema degli Enti locali, per poter dare in tempi brevi risposte concrete ai problemi evidenziati da Assopiemonte DOP e IGP.




Confagricoltura: “Giuste le sanzioni al Myanmar, serve anche sospensione agevolazioni sulle importazioni di riso”

Il Consiglio affari esteri dell’Unione europea che si è riunito oggi (lunedì 22 marzo) ha annunciato l’applicazione di sanzioni nei confronti del Myanmar per le ripetute violazioni dei diritti umani ai cittadini birmani che hanno intrapreso manifestazioni in seguito al colpo di Stato del 1 febbraio.

Per Confagricoltura si tratta di una decisione “necessaria e assolutamente giustificata”.

L’Unione europea – si legge in una nota di Confagricoltura – continuerà ad esaminare tutte le possibili opzioni per inasprire le sanzioni. Va anche considerata, ad avviso di Confagricoltura, la rapida sospensione delle agevolazioni tariffarie sulle importazioni da Myanmar, quale Paese meno avanzato, destinate alla UE.

Confagricoltura ricorda che, relativamente al settore agroalimentare, le importazioni di riso Japonica, in assenza di dazi doganali, sono passate da 31.500 tonnellate nel 2018 a 158.700 alla fine dello scorso anno.

La situazione in Myanmar – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia –  non è meno grave di quella che ha portato alla decisione di sospendere per violazione dei diritti umani le concessioni tariffarie a favore della Cambogia: i vantaggi delle concessioni commerciali della UE non arrivano fino ai produttori di riso. Si concentrano su pochi operatori commerciali, tra cui rientrano alcune strutture vicine o controllate dalle forze armate del Paese birmano e solo una quota molto limitata delle esportazioni verso gli Stati membri dell’Unione è gestita da società private del Myanmar”.

Nelle settimane scorse l’Ente Risi aveva chiesto ufficialmente al Ministero degli Esteri di adottare azioni che, oltre a contrastare gli effetti del colpo di Stato, agissero a tutela della risicoltura italiana ed europea rispetto all’aumento dell’export di riso Japonica dal Myanmar verso la Ue.

Il 18 gennaio 2019 il regolamento di esecuzione (UE) n. 2019/67 aveva già reintrodotto il dazio all’importazione di riso di tipo Indica dalla Cambogia e dal Myanmar. Attualmente l’export della varietà Japonica è esente da dazi comunitari. L’Italia è il primo produttore in Europa di riso Japonica e l’aumento della concorrenza asiatica ha fatto scendere a livelli molto bassi il prezzo del riso “Made in Italy”.

In un mondo globalizzato il rispetto di regole comuni è fondamentale per assicurare un regime di concorrenza leale”, dichiara Allasia. “Il Myanmar, che ha costi di produzione assai inferiori a quelli europei,  non è rispettoso dei diritti umani: per questo ci auguriamo che vengano introdotti con urgenza i dazi alle importazioni di riso Japonica”, conclude Allasia.

 

 




Torino. Riapertura bando per acquisto nuove bancarelle settore ortofrutta

La Giunta Comunale, su proposta dell’assessore al Commercio Paolo Chiavarino – per dare continuità al percorso intrapreso negli scorsi anni e rallentato dalla crisi economica – ha approvato la sottoscrizione di una nuova Convenzione tra la Città e il Comitato ‘Progetto Porta Palazzo – The Gate’ per permettere la realizzazione di un nuovo look espositivo del settore ortofrutta.

 

Tra le molteplici azioni intraprese, infatti, l’Amministrazione comunale aveva previsto la sostituzione delle attrezzature ormai obsolete e inadatte al ricovero nell’immobile dei Bastioni a causa del loro ingombro e del loro peso e, insieme alla Camera di commercio di Torino, aveva deciso di supportare i circa 160 operatori del settore ortofrutta offrendo loro la possibilità, attraverso la partecipazione a un bando,  di usufruire di un incentivo finanziario a fondo perduto – pari all’80% della spesa sostenuta e per un ammontare massimo di 2000 euro – per il rinnovo delle proprie bancarelle di vendita.

La pandemia ha però inciso pesantemente sull’economia globale oltre a comportare un significativo aumento dei costi di produzione, un rincaro delle materie prime e un’estrema difficoltà del loro reperimento, fattori questi che hanno determinato tempi di consegna lunghissimi e costi di   acquisto dei manufatti più che raddoppiati.

Gli operatori del mercato non sono così riusciti ad acquistare i banchi espositivi a un prezzo adeguato, pur avendo aderito all’iniziativa in misura consistente con la presentazione di 73 domande di partecipazione all’Avviso Pubblico.

A oggi, però, il trend di rincari ha subito un’inversione di tendenza e questa situazione ha indotto la Città, in accordo con la Camera di Commercio, a proseguire il rapporto di collaborazione con The Gate per la pubblicazione di un nuovo bando accessibile a tutti gli operatori in modo che coloro che avevano già presentato istanza possano confermarla con una comunicazione formale e, contemporaneamente, possa essere riaperta la possibilità all’adesione degli operatori ortofrutticoli rimanenti.




Nella festa dell’uva Erbaluce, la leggenda e la realtà della vitivinicoltura canavesana

La Festa dell’UvaErbaluce da 87 anni richiama a Caluso migliaia di visitatori, in cerca di divertimento e di un vino ritenuto dalla critica internazionale come uno dei più interessanti bianchi italiani. Da venerdì 18 a domenica 20 settembre nella cittadina canavesana si festeggia l’Erbaluce in tutte le sue declinazioni e insieme a un prodotto agricolo, l’uva Erbaluce, motivo di orgoglio per tutto il Canavese.

Il vino fu uno dei primi a ottenere la denominazione di origine controllata in Italia nel 1967 e la Docg nel 2011. Oltre all’Erbaluce, la Festa di Caluso celebra anche il Passito di Caluso e il Cuveè Erbaluce spumante.

Il programma dell’ottantasettesima edizione della manifestazione, patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino, è forzatamente ridotto, per rispettare le disposizioni per la prevenzione del Covid-19, ma lo spirito dei calusiesi è indomito e la festa non può comunque mancare, perché l’evento non vuole essere solo una “sagra” ma un momento di celebrazione di un modo di vivere e di intendere la terra canavesana.

Venerdì 18 settembre alle 20,30 la cena dei rioni e delle frazioni apre il programma della manifestazione al ristorante “Mago’ di Caluso”. Sabato 19 alle 9 all’Enoteca regionale dei Vini della Provincia di Torino, a Palazzo Valperga di Masino, si insedia a porte chiuse la commissione tecnica di assaggio del 53° concorso enologico Grappolo d’Oro. In mattinata nelpalazzo comunale si inaugura ufficialmente l’ambulanza dei Volontari Soccorso Sud Canavese.

La serata è animata dalla cena sotto le stelle a cura dei bar e dei ristoranti del centro storico e dall’apertura straordinaria dei negozi, con la presentazione delle nuove collezioni di moda autunno-Inverno e le vetrine dedicate all’Erbaluce di Caluso. Domenica 20 è in programma l’evento Divino Canavese” nel chiostro dei frati di piazza Mazzini 2, con la degustazione dei vini del territorio.

Nella sala intitolata al compianto sindaco di Caluso e pittore Elio Magaton si tiene un’asta benefica di opere di Franco Pinna. La mostra mercato dei prodotti a Km 0 e l’apertura festiva dei negozi animano il centro storico.

In piazza Ubertini a partire dalle 10 le associazioni sportive locali presentano le loro attività. Il parco Spurgazzi ospita alle 10,30 la Messa, seguita dai saluti istituzionali, dalla cerimonia di consegna del Grappolo dOro, dalla conferma della Ninfa Albaluce 2019-2020, dalla presentazione dell’essenza “Albaluce” e dal brindisi per il decennale del riconoscimento della DOCG all’Erbaluce. Nel pomeriggio al parco Spurgazzi si esibiscono le scuole di danza locali.




Confagricoltura Alessandria: le prime impressioni sulla vendemmia

Settembre, tempo di vendemmia. E’ ancora presto per effettuare un bilancio, ma è un buon momento per una panoramica sulla vendemmia del nostro territorio. Così, come ogni anno Confagricoltura Alessandria ha raccolto le prime testimonianze di dirigenti ed associati per ciascuna zona viticola della provincia.

Così commenta il presidente di Confagricoltura Alessandria Luca Brondelli di Brondello: “Siamo nel periodo di raccolta dei vini bianchi, per cui non possiamo già dire che il nostro sia un resoconto sulla vendemmia 2021, ma si tratta delle prime impressioni dei nostri viticoltori, che si sono presi cura dei vigneti in questa annata agraria che si sta concludendo con la raccolta delle uve. A un primo acchito, la qualità sembra elevata mentre la quantità non abbonda”.

Il presidente Luca Brondelli prosegue: “Speriamo che sopraggiungano adeguate precipitazioni senza eventi estremi, che quest’anno sarebbero fondamentali, dopo la prolungata siccità, per garantire una equilibrata maturazione delle uve. Quest’anno purtroppo verrà ricordato dagli imprenditori agricoli per l’andamento meteorologico, contraddistinto da ogni possibile avversità: dall’inverno caratterizzato da temperature molto miti al gelo primaverile e ancora temporali con bruschi rovesci, trombe d’aria e grandinate violente, per arrivare alla elevata siccità estiva. Saranno premiati i produttori che avranno saputo gestire bene il vigneto durante tutto il corso della stagione”.




CCIAA Novara, agevolazioni alle imprese che parteciperanno a “Sol&Agrifood” e “Cibus”

Sostenere la partecipazione delle imprese agroalimentari novaresi ad eventi di riferimento del settore: la Camera di Commercio di Novara ha previsto agevolazioni economiche per le aziende che si iscriveranno alle fiere “Sol&Agrifood” e “Cibus” attraverso le collettive coordinate da Unioncamere Piemonte.

Dal 19 al 22 aprile 2020, in concomitanza con Vinitaly, si svolgerà a Verona “Sol&Agrifood”, rassegna articolata nelle aree birra artigianale, food ed olio extravergine di oliva che punta alla promozione di prodotti d’eccellenza grazie alla presenza di buyer esteri, oltre che di ristoratori ed operatori dell’area Nord-Est Italia.

La rassegna “Cibus”, che si svolge con cadenza biennale, avrà luogo invece dall’11 al 14 maggio a Parma. Oltre 82mila i visitatori professionali che hanno preso parte alla precedente edizione, il 21% dei quali provenienti dall’estero, a conferma del carattere internazionale della manifestazione e dell’opportunità di sviluppo di relazioni business oltreconfine.

Per entrambe le manifestazioni la Camera di Commercio ha previsto un abbattimento della quota di iscrizione (pari a 500 euro +IVA per “Sol&Agrifood” e a 800 euro +IVA per “Cibus”) applicato alle imprese novaresi che si iscriveranno, purché in regola con il pagamento del diritto annuale, utilizzando gli appositi modulidisponibili sul sito , dove è possibile consultare le schede informative riguardanti ciascun evento.

Le adesioni per “Cibus” dovranno essere inviate all’indirizzo PEC affari.generali@no.legalmail.camcom.it entro sabato 8 febbraio, mentre quelle per “Sol&Agrifood” vanno spedite entro le ore 18.00 di venerdì 14 febbraio all’indirizzo PEC.




Confagricoltura e Agriturist Alessandria lanciano diverse iniziative a sostegno dell’agricoltura locale

Riprendendo e potenziando l’esperienza maturata nella prima fase della pandemia da CoViD-19, Confagricoltura Alessandria insieme alle altre Unioni provinciali del Piemonte sta raccogliendo i nominativi dei soci titolari di agriturismo con ristorazione e delle aziende agricole che svolgono vendita diretta disponibili a compiere consegne a domicilio.

L’iniziativa rappresenta un’ulteriore opportunità a sostegno del settore agroalimentare.

“L’agricoltura a domicilio” è il nome della campagna specifica di Confagricoltura Alessandria che promuove, attraverso i siti internet associativi, i social Instagram e Twitter ed il passaparola, le aziende agricole e agrituristiche associate che consegnano prodotti a casa del consumatore.

Con questa attività di raccolta dati e la loro divulgazione, Confagricoltura Alessandria sta supportando le iniziative delle aziende associate, come chiarisce il direttore provinciale Cristina Bagnasco:

“In questo momento contingente di profonda crisi del settore è fondamentale ideare nuove modalità di offerta dei propri servizi e prodotti, veicolando capillarmente l’informazione a tutti i soggetti interessati all’acquisto o alla fruizione. Proprio in quest’ottica abbiamo pensato di creare un database in cui raccogliere i riferimenti di tutte le aziende agricole associate disponibili a consegnare al domicilio dei clienti le loro produzioni con il fine di amplificare la promozione delle loro iniziative e, in definitiva, aiutare le persone ad organizzare la propria spesa alimentare quanto più possibile con produzioni locali. Tutto ciò in accordo alla linea ampiamente condivisa che cerca di favorire la sopravvivenza e lo sviluppo delle attività produttive e commerciali del territorio con tutte le ricadute positive sull’intero tessuto sociale”.




Erbaluce millesimo 2021: un’ottima annata 

L’Erbaluce di Caluso è in crescita. La denominazione di origine controllata e garantita, che rappresenta soltanto lo 0,5% (il 5 per mille) del vigneto piemontese è passata da 128 ettari del 2000 a 227 ettari nel 2020, con un incremento della base produttiva del 77,34%.
Il mondo produttivo e commerciale dell’Erbaluce di Caluso docg è rappresentato da 288 viticoltori , 39 vinificatori e 35 imbottigliatori, con una potenzialità produttiva di poco superiore a 1,5 milioni di bottiglie, per un fatturato annuo di 10 milioni di euro.

L’andamento produttivo e commerciale della docg è stato presentato questa mattina (5 gennaio) in una conferenza stampa a Torino dal consorzio Cascine Piemontesi presieduto da Enrico Allasia, insieme a Confagricoltura Torino, al Consorzio di tutela dei vini Caluso, Carema e Canavese e all’Enoteca regionale dei vini della provincia di Torino guidata da Corrado Scapino. In videocollegamento dal territorio di produzione è intervenuta Maria Rosa Cena, sindaco della città di Caluso che dà il nome alla denominazione.
Il 2021 per l’Erbaluce è stata un’ottima annata.

“La maturazione delle uve – ha spiegato il direttore di Confagricoltura Torino Ercole Zuccaro –  si è rivelata medio tardiva, con un’epoca di raccolta che ha spaziato dalla metà alla fine di settembre. Le gradazioni zuccherine sono state superiori alla media degli ultimi cinque anni e il quadro acido si è mostrato eccellente. Secondo i tecnici – ha aggiunto il direttore di Confagricoltura Torino – le uve offriranno vini con caratteristiche di grande freschezza, idonei anche per l’affinamento”.

Il direttore del consorzio di tutela dei vini Caluso, Carema e Canavese Gabriele Busso ha che “dal punto di vista commerciale l’andamento è positivo e il 2022 si prospetta interessante. L’ampliamento delle Carte dei Vini da parte della ristorazione – ha spiegato Busso – favorisce l’offerta di produzioni del territorio, in particolare di vitigni autoctoni”.
Come ha chiarito il direttore del consorzio di tutela “l’Erbaluce di Caluso manifesta una marcata crescita delle vendite in Piemonte e anche in Lombardia e Liguria: più in generale il mercato interno sta riscoprendo le grandi potenzialità dell’Erbaluce, sia fermo, sia spumante, sia nella tipologia passito. Si registra interesse anche da parte dei mercati esteri – ha fatto rilevare Busso – in particolare degli Stati Uniti e del Nord Europa”.

Sono un centinaio le attività agricole che hanno già aderito a Cascine Piemontesi; per oltre il 50% sono situate nelle Langhe e nell’Albese, ma è in crescita il numero delle aziende delle zone del Monregalese, Saluzzese, Saviglianese, Cuneese, Torinese e Astigiano. Aderiscono a Cascine Piemontesi allevatori e apicoltori, produttori di ortofrutta, castagne, cereali e di altre coltivazioni agricole, del comparto lattiero caseario, corilicolo e vitivinicolo.