Confartigianato Imprese Cuneo ha inaugurato il suo anno tematico “Passeggiate Gourmet”

Artigianalità nella trasformazione delle materie prime, profumi e sapori del territorio che si uniscono ad iniziative outdoor finalizzate alla scoperta di quelle perle preziose di cultura e paesaggio che si ritrovano a “due passi” da noi.

Confartigianato Imprese Cuneo con il suo anno tematico 2021 ha scelto di sposare la filosofia del turismo di prossimità lanciando, insieme al portale Cuneotrekking, le “Passeggiate Gourmet”.

Dodici itinerari che si snoderanno lungo i sentieri più suggestivi delle vallate cuneesi portandosi appresso eccellenze gustose, scaturite dalle abili mani di cuochi esperti, trasformate in una sorta di street food artigiano all’insegna della qualità e della genuinità della tradizione locale. Il progetto che si svilupperà nell’arco del 2021 proponendo in ogni ultima domenica del mese un itinerario escursionistico, è stato illustrato ieri (sabato 23 gennaio) presso l’Open Baladin di piazza Foro Boario a Cuneo.

L’ appuntamento in diretta streaming sia sul sito Internet che sulla pagina Facebook di Confartigianato Imprese Cuneo, si è svolto in forma “ibrida”: alcuni ospiti erano in presenza, tra i quali il presidente di Confartigianato Imprese Cuneo Luca Crosetto, i due vice presidenti Giorgio Felici e Daniela Balestra e il direttore Joseph Meineri, il fondatore di Cuneotrekking Valerio Dutto e il presidente dell’ATL Cuneese Mauro Bernardi, mentre erano collegati da remoto i dirigenti di Confartigianato: Anna Maria Sepertino rappresentante provinciale e regionale e presidente nazionale dei Caseari; Angela Astesano rappresentante provinciale e regionale della Lavorazione Carni; Vincenzo Pallonetto, rappresentante provinciale e regionale dei Panificatori; Roberto Lerda rappresentante provinciale dei Birrai e Franco Roagna presidente della zona di Carrù, tutti idealmente uniti nel sostenere il valore artigiano e la sua importante funzione nella promozione dell’economia del territorio.

Con l’ausilio di un video, è stato presentato il primo itinerario del progetto, che lambirà man mano le dodici zone, sulle quali è presente con i suoi uffici Confartigianato Imprese Cuneo, realizzato nella zona di Carrù con il “Sentiero delle Cappelle” tra i comuni di Cigliè e Bastia.

Per l’occasione, i ristoranti “ Il Moderno” e “Al Bue Grasso” e il salumificio “Chiapella” della zona carrucese, ai quali si è aggiunto anche l’Open Baladin di Cuneo, hanno proposto quattro tipologie di “panini gourmet” con i sapori locali. A questi si sono affiancati i due birrifici, “Birra Carrù” e “Baladin” di Piozzo con l’abbinamento delle loro birre.
A commentare questo tripudio di sapori tradizionali è intervenuto in collegamento web anche il famoso critico gastronomico Paolo Massobrio.

«Dopo i cuochi, alfieri dell’abilità artigianale in cucina, i dolci d’autore prodotti dalle sapienti mani dei pasticceri, – spiega il presidente Crosetto – ora tocca al “panino gourmet” essere promotore della qualità artigianale di pane, salumi, formaggi, prodotti sottovetro, accompagnati dalle diverse varietà di birra prodotta localmente. L’altro grande protagonista dell’iniziativa sarà il territorio cuneese con le sue vallate e i suoi angoli suggestivi, proposto in dodici itinerari su stradine, mulattiere o sentieri ben tracciati.

Messi a punto da Cuneo Trekking, il principale portale dedicato alle escursioni nelle Alpi cuneesi, i percorsi rappresentano un mix turistico di particolare appeal per tutti coloro che desiderano vivere salutari esperienze di benessere, nelle quali il leit-motiv si rifà sempre all’eccellenza cuneese: il paesaggio incontaminato e la sua storia, i sapori genuini del territorio, l’artigianalità inimitabile delle imprese. Inoltre, a rafforzare il messaggio promozionale del valore artigiano, quest’anno abbiamo pensato di affiancare agli artigiani del cibo i maestri tipografi che con la loro genialità sanno creare packaging personalizzati in grado di rendere ancora più unici i sapori della nostra terra».

«Il nostro anno tematico – aggiunge il direttore Meineri – interpreta al meglio le regole di questo difficile periodo: il valore artigiano declinato nei sapori del territorio si unisce ad un turismo esperienziale che offre spunti ineguagliabili di cultura e paesaggio, donando quel benessere psico-fisico di cui tutti abbiamo bisogno. A corollario dell’iniziativa, anche per il 2021 il nostro Ufficio Stampa sta preparando una pubblicazione che documenti il valore artigiano e le sue molteplici applicazioni nell’ambito delle “Passeggiate Gourmet”. Il volume sarà edito dalla Nino Aragno Editore e conterrà racconti di imprese artigianali, di antiche tradizioni del “saper fare”, di abilità e creatività ineguagliabili, in un contesto naturalistico di straordinaria bellezza qual è la terra cuneese. Questo terzo volume andrà così a completare il trittico di pubblicazioni sugli anni tematici, previsto nell’ambito del progetto “Creatori d’Eccellenza”».




Consorzio dell’Asti D.o.c.g. : Lorenzo Barbero è il nuovo presidente

Cambio della guardia ai vertici del Consorzio dell’Asti D.O.C.G.. Oggi alle 14,30, presso la sede di Piazza Roma ad Asti, ha avuto luogo un incontro durante il quale sono stati presentati ufficialmente il nuovo Presidente del Consorzio e il Comitato di Presidenza.

A guidare il prestigioso ente astigiano per il prossimo triennio sarà Lorenzo Barbero. Classe 1961, enologo, grande appassionato di vini spumanti e Vermouth e direttore dello stabilimento Campari di Canale d’Alba, Barbero succede a Romano Dogliotti, storico e rinomato produttore del territorio, in carica dal 2017.

A fianco di Barbero lavoreranno i Vicepresidenti del neo-eletto Comitato di Presidenza, che sono: Stefano Ricagno in qualità di Vicepresidente Senior, Piergiorgio Castagnotti, Flavio Giacomo Scagliola, Massimo Marasso e Bruno Fortunato.

Mi accingo ad assumere questo ruolo – afferma il neo presidente Barbero – con l’entusiasmo e la passione che devo a una grande denominazione e ad un comparto che ha saputo affrontare al meglio la difficile prova dell’anno appena passato. Sono molte le sfide future che ci attendono e che devono trovarci uniti e coesi con l’unico obiettivo di far crescere la denominazione in termini di volumi e di valore, ma anche di percezione di quello che realmente sono l’Asti Spumante e il Moscato d’Asti: prodotti da un territorio unico al mondo. Ci impegneremo al massimo per portare avanti questi propositi”.

Lascio l’incarico di Presidente di un Consorzio che è tornato a fare comunicazione e marketing, a interessarsi al territorio Patrimonio Unesco e ai mercati italiani ed esteri, dando voce alle diverse anime di una filiera che ha saputo operare a favore del mondo dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti Docg“, dichiara il presidente uscente Romano Dogliotti. “I dati del 2020 ci consegnano l’immagine concreta di un comparto in salute che, proprio nell’anno terribile della pandemia, è riuscito a resistere con strategie diversificate. Per il futuro mi auguro che il Consorzio, d’intesa con tutti gli attori della filiera produttiva, dai vignaioli alle Case spumantiere, dalle cooperative ai vinificatori, sappia trovare ancora di più quell’unità e quell’intesa che merita una denominazione così importante non solo per il Piemonte, ma per l’Italia e il Made in Italy”.

I risultati del Consorzio dell’Asti nel 2020

Nonostante l’anno difficile appena trascorso, le bollicine aromatiche piemontesi chiudono il 2020 con numeri importanti a livello mondiale, registrando una crescita dell’8,4% rispetto al 2019, per un totale di 91.590.374 di bottiglie prodotte, rispetto alle 84.490.188 dell’anno precedente. In particolare, sono state prodotte 53.420.736 bottiglie di Asti Docg (nel 2019 erano 51.210.932) e 38.169.638 bottiglie di Moscato d’Asti Docg (nel 2019 erano 33.169.638).

A livello globale, si segnala la grande performance degli Stati Uniti, dove sono stati esportati oltre 28 milioni di bottiglie contro i 20 del 2019, e dove a fare da padrone è stato il Moscato d’Asti Docg, che è passato dai 15 milioni di bottiglie agli oltre 22 milioni, a testimonianza del crescente apprezzamento dei consumatori d’oltreoceano nei confronti di un prodotto storico della tradizione vitivinicola piemontese.
L’Asti Docg, invece, è riuscito a conquistare un’importante fetta di mercato in UK, con un incremento di quasi 2 milioni di bottiglie, mentre la Russia si conferma primo mercato estero con quasi 11 milioni di bottiglie.

Nel mondo, l’Asti Spumante Docg segna un 55,3% di esportazioni in Europa, cui seguono Russia (21,9%), Nord e Sud America (16,5%) ed Asia (8,8%), mentre il Moscato d’Asti Docg conta su un 72,4% di esportazioni in Nord e Sud America, mentre i valori di Europa e Asia sono rispettivamente 18,3% e 8,6%.

 




CNA Agroalimentare Piemonte: “Spengono il Natale e affossano un settore già in ginocchio”

Con il via libera al lockdown da “zona rossa” tra Natale e la fine delle Feste il settore agroalimentare certifica la sua tragedia. Per il comparto lo stop equivale ad almeno due mesi di chiusura ulteriore. Rischia una secca frenata quel periodo di forti ricavi che ogni anno cubava tra il 600% e il 1000% per gastronomie, cioccolatieri e pasticcerie rispetto gli incassi medi dell’anno. Tutto azzerato.

 

Così le perdite dall’inizio dell’anno superano abbondantemente l’70% sul 2019. I ristoranti le cifre sono simili. Con lo stop a pranzi e cene al 25 dicembre e il 6 gennaio si vanifica quel volume d’affari che in un periodo normale avrebbe occupato il 20% dell’intero bilancio dell’anno. Per 2020 il settore si ferma a una perdita del 75% rispetto allo scorso anno che aumenta per coloro che si sono visti azzerare anche l’attività di catering.

 

“Non si può pensare che siano bastate 8 ore di apertura di domenica scorsa per far cambiare completamente rotta. Cosa si immaginava che potesse capitare in una domenica a due settimane dal Natale? La conseguenza è il danno economico che ormai impattano fortemente sulle prospettive di lavoro di tutta la filiera alimentare. Chiediamo ristori reali per tutti sulla base del calo di fatturato dell’anno 2020 sul 2019, a prescindere dal codice Ateco. Ma soprattutto è vitale costruire una prospettiva per le imprese. Programmare azioni di lungo termine che diano respiro”, afferma Giovanni Genovesio, presidente regionale di CNA Agroalimentare.

 

CNA Piemonte sottolinea quanto già ribadito a livello nazionale. Dato che allo stato attuale previsioni di miglioramento sono ipotizzabili a partire da marzo/aprile, qualunque sia la decisione che il Governo intenderà di intraprendere è necessario un intervento strutturale forte. Servono per CNA l’abbattimento del costo del lavoro, l’esenzione delle tasse per tutto il 2021 e l’istituzione della transazione fiscale affinché con l’agenzia delle entrate e l’amministrazione pubblica in genere, si possa concordare una dilazione di pagamento a favore delle imprese. Inoltre, è opportuno istituire un fondo perduto a favore delle attività di ristorazione e delle attività di filiera diretta, dalla produzione primaria alle industrie alimentari e delle bevande, e delle attività di filiera indiretta come le tintorie, i fotografi e gli operatori dello spettacolo. CNA chiede infine l’esenzione delle imposte locali, comunali e regionali, e l’ampliamento del plafond di credito dei 30.000 euro, su richiesta, garantito dallo Stato, allungando il periodo di estinzione del debito, così come l’estensione anche a tutto il 2021 della moratoria sul pagamento di mutui e finanziamenti. Sul fronte del sostegno degli affitti, sono necessari provvedimenti ad hoc in aggiunta al credito d’imposta attuale.

Alessandro CAPPAI

Uff. stampa CNA Piemonte

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Un sondaggio di Confagricoltura e Piemonte sul mercato del vino

L’emergenza Covid cambia i modelli di consumo e le imprese vitivinicole piemontesi che imbottigliano vini di qualità fanno i conti con gli effetti della pandemia. “Il mercato del vino sta cambiando profondamente: il canale della ristorazione e dei bar si è ridotto fortemente e in alcuni casi pressoché annullato; si recuperano spazi nella distribuzione organizzata dove i margini però sono ridotti all’osso e, fortunatamente, tengono le esportazioni – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemontema le prospettive non ci lasciano tranquilli”.

L’organizzazione degli agricoltori del Piemonte che annovera le più prestigiose firme dell’enologia regionale, ha realizzato un’indagine su un campione significativo di cinquanta produttori – imbottigliatori vitivinicoli delle più denominazioni più significative.

La vendemmia 2020, pur con produzioni pressoché nella norma, è risultata superiore ai livelli dello scorso anno e, per alcune tipologie di prodotto, le prospettive di commercializzazione risultano critiche. In attesa di poter riprendere l’attività commerciale e promozionale per agevolare le vendite sul mercato interno e le esportazioni – spiega Ercole Zuccaro direttore di Confagricoltura Piemonteabbiamo sottoposto alle imprese un questionario, riferito ai primi 11 mesi del 2020, per ottenere informazioni utili per programmare per tempo l’adozione di interventi di riequilibrio dell’offerta”.

Il campione preso in esame è composto per il 36% da aziende con una superficie inferiore a 5 ettari di vigneto, il 25 % con la superficie tra il tra i 5 e 10 ettari, il 30% tra i 10 e i 20 ettari e il 9% oltre i 20 ettari. Il 32% dei viticoltori imbottigliatori intervistati produce meno di 10.000 bottiglie, il 41% da 10 a 50mila  bottiglie il 27% oltre 50mila bottiglie.

L’82% dei vitivinicoltori nei primi undici mesi di quest’anno evidenzia un calo complessivo di vendite (il 31% ha avuto una flessione superiore al 30%); il 7% rileva vendite stazionarie, mentre l’11% registra un aumento, seppur contenuto.

Il 77% denuncia un calo delle vendite in Italia; il 7% ha mantenuto le posizioni, mentre il 16% incrementato la commercializzazione.  Per quanto riguarda le esportazioni il 69% denuncia un calo delle vendite, per il 23% il mercato è stazionario, mentre l’8%  ha incrementato le vendite.

Il 52% degli intervistati ha mantenuto stazionari i prezzi di vendita delle bottiglie, il 41% ha applicato una politica di sconti per poter mantenere i volumi, ma c’è anche un 7% che è riuscito ad aumentare i prezzi.

Per quanto riguarda le giacenze alla produzione il 23% delle cantine mantiene i volumi stazionari rispetto allo stesso periodo del 2019, ma il 56% evidenzia un aumento degli stoccaggi (dei quali il 12% oltre il 20% dei volumi);  il 16% ha le scorte in calo.

La situazione degli ordini per i prossimi quattro mesi, rispetto allo stesso periodo 2019-2020, è quella che preoccupa maggiormente: il 72% degli intervistati evidenzia ordini in calo (dei quali il 23% oltre 30%); per il 19% il portafoglio ordini è stazionario, mentre il 9% delle cantine ha ordini in crescita.

Dal questionario è emersa un’indicazione interessante sulle misure necessarie per affrontare l’emergenza”, spiega il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia. Il 73% degli intervistati reputa lo stoccaggio uno strumento insufficiente per gestire l’emergenza. Anche la riduzione della produzione di uva per la prossima vendemmia non è considerata una misura risolutiva (si espresso in questo molto il 69% degli intervistati). La misura che, a malincuore, gli intervistati privilegiano è la distillazione di crisi, giudicata utile dal 43% degli intervistati.

Dalle interviste emerge un clima di sfiducia nei confronti degli interventi adottati dalle istituzioni pubbliche. Solo il 9% delle aziende che hanno partecipato al questionario reputa utili gli interventi varati dal Governo; il giudizio migliora per quanto riguarda le iniziative adottate dalla Regione Piemonte, con il 21% che giudica la distillazione di crisi una misura positiva per alleggerire il mercato. L’88% degli intervistati ritiene che non si siano tenute in debita considerazione le indicazioni della filiera vitivinicola.

Tra i suggerimenti raccolti da Confagricoltura un intervento di detassazione, la moratoria sui mutui e, soprattutto, un effettivo snellimento della burocrazia. Per gli imbottigliatori di vini di qualità aderenti a Confagricoltura “gli aiuti economici sono una goccia nel mare e non sono mirati alla salvaguardia delle imprese agricole”. Occorre “dare maggior ascolto alle associazioni di categoria e adottare interventi mirati per supportare l’internazionalizzazione delle piccole imprese”. Occorre inoltre indirizzare la politica vitivinicola verso la valorizzazione della qualità. “Che si tratti di vendemmia verde, distillazione o stoccaggio – suggeriscono le imprese – gli interventi dovranno riguardare i soli vini doc e docg, vero patrimonio da proteggere”.

 

 

 




Confagricoltura e Agriturist Alessandria lanciano diverse iniziative a sostegno dell’agricoltura locale

Riprendendo e potenziando l’esperienza maturata nella prima fase della pandemia da CoViD-19, Confagricoltura Alessandria insieme alle altre Unioni provinciali del Piemonte sta raccogliendo i nominativi dei soci titolari di agriturismo con ristorazione e delle aziende agricole che svolgono vendita diretta disponibili a compiere consegne a domicilio.

L’iniziativa rappresenta un’ulteriore opportunità a sostegno del settore agroalimentare.

“L’agricoltura a domicilio” è il nome della campagna specifica di Confagricoltura Alessandria che promuove, attraverso i siti internet associativi, i social Instagram e Twitter ed il passaparola, le aziende agricole e agrituristiche associate che consegnano prodotti a casa del consumatore.

Con questa attività di raccolta dati e la loro divulgazione, Confagricoltura Alessandria sta supportando le iniziative delle aziende associate, come chiarisce il direttore provinciale Cristina Bagnasco:

“In questo momento contingente di profonda crisi del settore è fondamentale ideare nuove modalità di offerta dei propri servizi e prodotti, veicolando capillarmente l’informazione a tutti i soggetti interessati all’acquisto o alla fruizione. Proprio in quest’ottica abbiamo pensato di creare un database in cui raccogliere i riferimenti di tutte le aziende agricole associate disponibili a consegnare al domicilio dei clienti le loro produzioni con il fine di amplificare la promozione delle loro iniziative e, in definitiva, aiutare le persone ad organizzare la propria spesa alimentare quanto più possibile con produzioni locali. Tutto ciò in accordo alla linea ampiamente condivisa che cerca di favorire la sopravvivenza e lo sviluppo delle attività produttive e commerciali del territorio con tutte le ricadute positive sull’intero tessuto sociale”.




Confagricoltura Piemonte: l’origine in etichetta per salumi e prosciutti premierà le nostre produzioni

È entrato in vigore il 15 novembre l’obbligo di indicare in etichetta l’origine dei prodotti che impiegano quali ingredienti carne suina: salumi, prosciutti e altri preparati.

Il decreto interministeriale (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Ministero dello Sviluppo economico e Ministero della Salute) che stabilisce l’obbligo è del 6 agosto 2020 ed è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale  del 16 settembre scorso; si applicherà, in via sperimentale, fino al 31 dicembre 2021.

In etichetta dovranno essere indicati i Paesi di nascita, allevamento e macellazione dei capi: solo quando tutte le tre fasi saranno avvenute nel nostro Paese di potrà apporre l’indicazione di prodotti “100% italiani”, informa Confagricoltura.

Salumi, prosciutti e preparati (hamburger, carni impanate, arrosti e salsicce fresche) potranno continuare a essere commercializzati con imballaggi ed etichette non conformi fino all’esaurimento delle scorte e comunque non oltre il 31 gennaio 2021.

In Piemonte – fa rilevare Confagricoltura – sono attivi 2.750 allevamenti suinicoli, per un totale di circa 1.290.000 capi: la provincia che conta il maggior numero di animali è Cuneo, con circa 913.000 suini allevati in 844 stalle.

Si tratta di un doveroso atto di chiarezza nei confronti del consumatore – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonteed è anche un valore aggiunto per il settore agroalimentare. I consumatori d’ora in poi potranno scegliere in modo informato e consapevole, privilegiando, se lo riterranno, i prodotti a base di carne suina totalmente made in Italy, premiando così il gioco di squadra delle nostre filiere”.

Le disposizioni del decreto non si applicano ai prodotti Dop, Igp, Stg e a quelli protetti in virtù di accordi internazionali. “In ogni caso auspichiamo, nell’ottica della piena trasparenza e della corretta informazione al consumatore – aggiunge Allasia –  che venga eliminata l’esenzione attualmente prevista per le denominazioni d’origine e invitiamo tutti gli operatori delle filiere interessate a una piena valorizzazione delle materie prime nazionali”.

In Italia il consumo di carne suina è di 38 chili pro-capite.

Il comparto suinicolo oggi è in difficoltà per quanto riguarda i prezzi all’origine. Le industrie di trasformazione – fa rilevare Confagricoltura – hanno fortemente rallentato la preparazione  dei prodotti in vista delle feste natalizie, per il timore che le chiusure imposte dall’emergenza Covid deprimano ulteriormente i consumi.

In questo contesto Confagricoltura valuta positivamente il provvedimento dell’etichettatura. “Quest’anno praticamente non c’è stata la possibilità d organizzare eventi, fiere, sagre  e altre occasioni favorevoli per promuovere il consumo di carne suina del nostro territorio – commenta Enrico Allasia – :l’augurio è che con l’etichettatura, che permetterà ai consumatori di riconoscere con certezza i suini italiani, il prodotto nazionale assuma il ruolo di protagonista, valorizzando salumi e prosciutti nostrani”.

 

 




Dpcm: pasticcerie e gelaterie possono lavorare Il chiarimento di Confartigianato Cuneo

Pasticcerie e gelaterie possono continuare a lavorare. L’ultimo Dpcm ha creato qualche confusione, ma è bene fare chiarezza: per questi esercizi resta consentita la vendita “per asporto”. I consumatori possono quindi continuare ad acquistare con fiducia e in sicurezza i prodotti di eccellenza delle nostre imprese.

Così Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Cuneo, chiarisce qualche dubbio che una errata interpretazione del recente Decreto aveva causato, facendo credere che pasticceri e gelatieri dovessero chiudere i battenti dei loro negozi. Invece, nulla cambia se non per la “somministrazione”, per esempio, dell’angolo bar. Invece, la normale vendita può proseguire – ovviamente sempre in sicurezza e rispettando il distanziamento sociale e le vigenti normative.

«Vista la stagione – prosegue Crosetto – la possibilità di proseguire l’attività è sicuramente un fatto positivo: questo è il periodo dell’anno in cui tradizionalmente si vendono più dolci e un’ulteriore serrata avrebbe danneggiato pesantemente il settore, indubbiamente già provato dal primo lockdown. L’auspicio è che questo contribuisca a tornare presto a una “normalità” alla quale tutti auspichiamo».

«Il settore alimentare – aggiunge Sara Origlia, rappresentate delle Pasticcerie di Confartigianato Cuneo – da sempre è tra i più sottoposti a rigidi protocolli di sicurezza e negli ultimi mesi le imprese hanno implementato tutte le accortezze previste dalle normative. Il nostro impegno per garantire la sicurezza dei prodotti che, con competenza e passione creiamo, è grande. Come grande è l’attenzione che riponiamo nei confronti dei nostri consumatori. La situazione è seria, ma con l’impegno di tutti siamo convinti riusciremo a contenere e arginare questa emergenza sanitaria che sta incidendo pesantemente sul sistema economico nazionale e locale».




Confagricoltura Piemonte: mercato del vino, bisogna intervenire prima che sia emergenza

Il mercato vitivinicolo, già duramente danneggiato dal lockdown primaverile, è nuovamente messo a dura prova.

Qualora si dovesse arrivare a nuove chiusure, ma anche solo col mantenimento dell’attuale blocco della ristorazione nelle ore serali e con i contingenti già in atto, si andrà inevitabilmente incontro a un drastico calo della domanda da parte di tutto il canale Horeca, con danni pesantissimi”.

 

Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte esprime la preoccupazione dei viticoltori per il periodo che si prospetta. “Le feste natalizie e di fine anno – continua Allasia – rappresentano tradizionalmente un’occasione di significativo consumo dei vini di qualità: pranzi e cene in compagnia sono l’occasione per bere, con moderazione, vini importanti che non si consumano tutti i giorni”.

Le chiusure del mercato tedesco – sottolinea Confagricoltura Piemonte – preoccupano fortemente i viticoltori, in quanto la Germania è uno dei nostri più importanti mercati di esportazione, soprattutto per l’Asti spumante e il Moscato d’Asti.

L’aiuto che dovrebbe arrivare dal governo con le misure di attuazione del Decreto Rilancio, rappresentano per Confagricoltura “una goccia nel mare”.

Il decreto sullo stoccaggio privato dei vini di qualità, così come prospettato dal Ministero delle Politiche agricole, che andrà all’esame della Conferenza Stato Regioni giovedì 5 novembre non contribuirà sicuramente a risolvere il problema.

La dotazione finanziaria del provvedimento, seppur significativa, è totalmente insufficiente per il raggiungimento dello scopo. Secondo il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro il quantitativo di vino che potrà essere oggetto di uno stoccaggio privato a sei mesi non raggiungerà i 900.000 ettolitri, a fronte di una produzione nazionale che supera i 46 milioni di ettolitri.

In questo modo si potrà togliere temporaneamente dal mercato meno del 2% della produzione nazionale: per il Piemonte vorrebbe dire poter stoccare a sei mesi meno di 50.000 ettolitri di vino su una produzione totale di oltre 2,6 milioni di ettolitri.

Per attuare un intervento che abbia un impatto positivo occorrerebbero almeno 100 milioni di euro – dichiara Luca Brondelli di Brondello, componente della giunta nazionale di Confagricolturaaltrimenti si rischia di impegnare risorse comunque importanti senza ottenere nessun risultato tangibile. Ci auguriamo che il governo comprenda la situazione e trovi le risorse aggiuntive per dare significato alla misura“.

Confagricoltura Piemonte, che ha illustrato la propria posizione all’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa in vista della Conferenza Stato Regioni di giovedì prossimo, chiede inoltre che si apra un confronto tra la filiera e le istituzioni per programmare, già all’inizio del prossimo anno, una politica di contenimento dell’offerta, se necessario anche attivando una nuova distillazione delle produzioni, per consentire di gestire in modo adeguato un equilibrio commerciale molto precario.




Carne sintetica, la battaglia di Confagricoltura per la trasparenza continua

L‘Europarlamento ha bocciato gli emendamenti che avrebbero bloccato l’uso di denominazioni ingannevoli per alimenti di origine vegetale spacciati per hamburger, salsicce o bistecche di carne. 

La posizione va contro la trasparenza per la quale Confagricoltura si batte da tempo, a favore dei consumatori e delle imprese zootecniche. Altrettanto ha fatto il Copa-Cogeca, con una campagna di comunicazione europea. 

“I consumatori – afferma il presidente di Confagricoltura Alessandria Luca Brondelli, in pieno accordo con il presidente nazionale Massimiliano Giansanti, che è anche vicepresidente del Copa – hanno il diritto di scegliere i prodotti che desiderano, basando la propria scelta su informazioni affidabili che riflettano correttamente le caratteristiche del prodotto. Spesso, invece, queste informazioni si rivelano ingannevoli”.

Con la decisione di oggi dell’Europarlamento rimane quindi la possibilità di utilizzare termini impropri per prodotti appartenenti a categorie alimentari diverse. 

“Confagricoltura – conclude Brondelli – continuerà la battaglia in tutte le sedi istituzionali per garantire la correttezza delle informazioni, la trasparenza verso il consumatore, nonché per tutelare gli interessi delle imprese del settore zootecnico, portabandiera del Made in Italy nel mondo”.




I grandi eventi del vino a Torino ripartono insieme, al via le celebri rassegne delle eccellenze vitivinicole

I grandi eventi del vino a Torino ripartono insieme: da venerdì 23 ottobre a martedì 24 novembre le celebri rassegne delle eccellenze vitivinicole piemontesi e del territorio torinese “Vendemmia a Torino – Grapes in Town” e “Portici Divini”, che per questa edizione saranno in formato ibrido, sia fisico che on-line, incontrano Torino Wine Week”, con un mix di appuntamenti digitali ed eventi in presenza in modo da permettere esperienze dal vivo e accessibilità online. Le tre manifestazioni unite per l’edizione 2020 propongono i loro programmi rivisti alla luce delle norme sanitarie e igieniche, per garantire il distanziamento sociale e il rispetto delle misure di sicurezza vigenti.

“Vendemmia a Torino – Grapes in Town e Portici Divini” quest’anno si trasferisce anche sul web, con dirette streaming, webinar e talk in onda sul sito (www.vendemmiatorino.it), sull’app Grapes in Town (disponibile gratuitamente su Google Play e Apple Store) e sui canali Facebook, Instagram Twitter e Youtube: un ricco programma di incontri digitali divulgativi e di approfondimento sul mondo del vino, per garantire al pubblico la possibilità di conoscere il patrimonio enoico del Piemonte. 

Numerose con Portici Divini le degustazioni fisiche gratuite, dal 24 ottobre al 1° novembre, presso enoteche, ristoranti, caffè, pasticcerie, gelaterie e negozi di Torino, per scoprire le eccellenze vitivinicole del territorio torinese in collaborazione con l’Enoteca Regionale dei Vini della Provincia di Torino. Non mancherà il corner di Portici Divini che quest’anno sarà posizionato sotto i portici del Museo del Risorgimento, per conoscere le peculiarità, le curiosità e i segreti dei grandi vitigni del Torinese e dei vini Torino DOC, la selezione enologica della Camera di commercio di Torino, in grado di raggiungere altissimi livelli con tutte le tipologie di bottiglia, dalle etichette più giovani fino ai fine wines. 

Torino Wine Week curerà invece la regia degli eventi dal vivo, che saranno dislocati in tutta la città per evitare assembramenti, con momenti conviviali per avvicinare curiosi ed enoappassionati, e altri più tecnici dedicati a professionisti, sommelier ed esperti. La scelta di questa formula è dettata dalla volontà di sostenere la ripartenza delle tante cantine coinvolte e, allo stesso tempo, contribuire allo slancio al tessuto imprenditoriale cittadino.

La manifestazione, della durata straordinaria di un mese, incarna la passione per il patrimonio vitivinicolo del Piemonte e intende celebrare la sinergia che per la prima volta ha unito le manifestazioni enoiche più importanti di Torino.

Sabato 24 e domenica 25 ottobre, all’interno della splendida cornice di Palazzo Carignano, il programma proseguirà con il tanto atteso Salone del Vino, fulcro della Torino Wine Week, che per l’occasione verrà allestito all’interno della Residenza Sabauda. Uno spazio espositivo con circa 80 produttori e migliaia di etichette in arrivo dal Piemonte e un corner dedicato alle eccellenze della Penisola, con momenti B2B, B2C e 14 masterclass. Da lunedì 26 ottobre fino a martedì 24 novembre invece, andranno in scena oltre 40 fra degustazioni, cene, eventi speciali e visite in cantina che si svolgeranno in ristoranti, osterie, enoteche e cocktail bar diffusi per la città, immergendo i visitatori in un inebriante e fitto programma: un mix di esperienze gustative e olfattive volto a diffondere la cultura del bere responsabilmente, assaporando il proprio territorio attraverso quell’elisir di lunga vita che ne tramanda tradizioni, identità e sapori nei secoli.  

L’evento di inaugurazione di “Vendemmia a Torino – Grapes in Town e Portici Divini” e “Torino Wine Week” avrà luogo il 23 ottobre a partire dalle ore 12 presso il Museo del Risorgimento.

In occasione della Torino Wine Week, domenica 25 ottobre presso Piazza Vittorio Veneto, dalle 9 alle 19, sarà in scena la quinta edizione di “Agriflor“, una versione “ridotta” di Flor che, nel corso dei mesi, ha saputo conquistare appassionati del verde, esperti di piante e semplici curiosi. Per l’occasione, accanto ai florovivaisti piemontesi saranno presenti anche alcuni piccoli produttori vitivinicoli della Val di Susa e del Monferrato. Un’occasione per degustare dell’ottimo vino immersi nei colori e nei profumi della Natura in pieno centro città.

Tutti gli appuntamenti si svolgeranno nel pieno rispetto delle norme di distanziamento sociale e sanificazione previste dalle attuali disposizioni per la prevenzione del Covid-19. A seguito delle nuove regole relative la capienza e il distanziamento personale, gli ingressi al Museo del Risorgimento saranno contingentati attraverso fasce orarie di ingresso (sabato 16-19 e 19-24, domenica 15-19 e 19-22), fino a un massimo di 200 persone per ogni turno.

L’evento è promosso da Regione Piemonte, con il sostegno di Camera di commercio di Torino per Portici Divini ed il supporto per Torino Wine Week, e con il patrocinio della Città di Torino. La manifestazione è supportata da Città del Gusto Torino – Gambero Rosso, Go Wine, FIVI, Fisar, Enoteca Regionale dei Vini della Provincia di Torino, Museo del Risorgimento, Polo Museale del Piemonte e Rinascente. Quest’ultima, attraverso il percorso guidato “So Wine”, proporrà un viaggio nel gusto, che inizia dall’amore per la terra e culmina nel calice perfetto.