Carrello della spesa più caro. Confagricoltura Alessandria: i prezzi all’origine sono però ancora in calo

Aumentano i prezzi dei prodotti alimentari al consumatore, ma diminuiscono quelli pagati agli agricoltori: la forbice incide pesantemente sulle tasche degli italiani e sul settore primario”.

Il presidente di Confagricoltura Alessandria, Luca Brondelli, riprende l’analisi degli uffici confederali sui dati diffusi dall’Istat e sottolinea come negli ultimi mesi i prezzi nelle campagne siano stati sempre più compressi, mentre le filiere alimentari abbiano aumentato quelli al consumatore rispetto allo scorso anno, con un incremento continuo delle quotazioni che è rallentato soltanto negli ultimi due mesi, mantenendo comunque l’andamento in crescita.

Il costo del carrello della spesa è aumentato del 2,8% a maggio 2020 in confronto allo stesso mese del 2019, e del 2,7% a giugno 2020, ma i prezzi all’origine sono diminuiti rispettivamente del 3,5% e dell’1,7% nello stesso periodo.

Confagricoltura ha inoltre preso in considerazione il solo 2020, da gennaio ad oggi: dall’analisi emerge che i prezzi all’origine dei prodotti agricoli hanno registrato, mese dopo mese, una riduzione continua. E questo mentre da gennaio a maggio (ultimo mese con dati disponibili) i valori dei prodotti alimentari al consumo hanno avuto aumenti in successione.

“Il fenomeno deve far riflettere – avverte Brondelli ribadendo i concetti già espressi dal presidente nazionale Giansanti – questo andamento divergente fra prezzi alla produzione e prezzi al consumo denota un’evidente problema organizzativo e distributivo nella filiera agroalimentare che penalizza fortemente, oltre ai consumatori finali, le imprese agricole in termini di redditività, creando squilibri di assoluto rilievo”.

Altrettanto preoccupanti sono poi alcune promozioni di questi giorni, proposte da grande distribuzione-discount, che mettono in commercio frutta italiana a un centesimo al chilogrammo, procurando un danno economico e soprattutto di immagine al comparto agricolo che è uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy a tavola. Svendere sottocosto i prodotti agricoli rappresenta un paradosso inaccettabile che vanifica le azioni di promozione della qualità che il mondo agricolo propone costantemente.

“Il settore primario italiano assicura alta qualità e sicurezza alimentare – commenta il presidente di Confagricoltura Alessandria – E’ indispensabile trovare l’equilibrio che riconosca il lavoro degli agricoltori, remunerandoli, e garantisca il giusto prezzo ai consumatori che scelgono la qualità italiana”.

 




Il Piemonte si prepara alla vendemmia. Confagricoltura: produzione sana e abbondante, qualità elevata

Il prossimo mese sarà cruciale per l’esito della vendemmia. “Confagricoltura Piemonte – dichiara il direttore regionale dell’organizzazione Ercole Zuccaro – con una rete di 40 tecnici sul territorio sta seguendo l’evoluzione dell’annata che per il momento si presenta molto buona, con punte di eccellenza: il quantitativo di uva che sta giungendo a maturazione è nella media, paragonabile al 2018, ma in aumento del 10% circa sulla campagna 2019, decisamente scarsa dal punto di vista produttivo.

La qualità delle uve è buona e le gradazioni dovrebbero essere in aumento rispetto a quelle dello scorso anno”.

Le date di vendemmia

“Le prossime quattro settimane – afferma Alessandro Bottallo, esperto vitivinicolo della Confagricoltura di Alba – saranno fondamentali per capire come si presenteranno i grandi rossi del Piemonte. A partire dalla seconda decade di agosto – chiarisce Bottallo – intensificheremo i prelievi di uve nei vigneti perseguire le curve di maturazione e consigliare ai viticoltori il periodo migliore per avviare lo stacco dei grappoli, quando l’equilibrio acidi zuccheri avrà raggiunto il suo punto ottimale. Pur essendo molto cauti nelle previsioni possiamo esprimere una valutazione moderatamente ottimistica. Se l’andamento climatico ci accompagnerà la vendemmia 2020 potrà riservarci grandi soddisfazioni”.

Le prime uve a essere vendemmiate – spiegano i tecnici di Confagricoltura – saranno pinot nero e chardonnay per la produzione dello spumante a denominazione d’origine controllata e garantita Alta Langa: la raccolta partirà attorno al 22 – 23 di agosto, nei vigneti con le migliori esposizioni. Per fine mese è previsto l’avvio della raccolta delle uve moscato per la produzione di Moscato d’Asti e Asti a denominazione d’origine controllata e garantita.

Nell’Acquese e nell’Astigiano, anche a causa di alcune grandinate, la produzione di uva moscato è data in leggero calo rispetto allo scorso anno, mentre in provincia di Cuneo il raccolto si presenta con un livello soddisfacente.
Subito dopo il moscato sarà la volta delle uve brachetto per la produzione di Acqui docg.

Attorno al 10 settembre, tempo permettendo, dovrebbe iniziare la raccolta delle uve dolcetto: qualora le temperature notturne dovessero però scendere sensibilmente verso la fine del mese di agosto la raccolta potrebbe essere anticipata di qualche giorno, per evitare problemi di cascola. Il vitigno dolcetto, infatti, a maturazione medio precoce, quando la fase di completamento del grappolo avviene molto

celermente, accompagnata da importanti escursioni termiche, va soggetto a un fenomeno di caduta degli acini; per questo motivo i viticoltori potrebbero decidere di anticipare di qualche giorno lo stacco dei grappoli.
Verso metà settembre, o più probabilmente all’inizio della terza decade del mese, è previsto l’avvio della raccolta delle uve cortese per la produzione di Cortese dell’Alto Monferrato doc e di Gavi docg: il vitigno a bacca bianca è tra i più tardivi nella maturazione e i viticoltori, per la produzione di vini fermi, preferiscono non anticipare troppo la raccolta per consentire all’uva di sprigionare tutte le proprie caratteristiche.

Nello stesso periodo è prevista la vendemmia dell’Erbaluce in Canavese: la raccolta, per la produzione di vino spumante metodo classico, verrà probabilmente anticipata di una settimana, mentre le uve destinate al Passito di Caluso docg non verranno staccate prima della metà di ottobre.

Per quanto riguarda le uve per la produzione di vini rossi la vendemmia inizierà attorno al 20 settembre per l’uva barbera, per proseguire con i nebbioli, in Roero, Langa e nell’Alto Piemonte, verso la fine del mese.

L’annata 2020

L’annata – chiarisce Confagricoltura Piemonte – era iniziata con abbondanti piogge in primavera. A seguire il caldo ha fatto partire velocemente il germogliamento delle viti: oggi l’anticipo vegetativo, rispetto all’anno scorso, è di circa una settimana.
Il maltempo primaverile, con un’elevata umidità, ha impegnato non poco gli agricoltori a contenere peronospora e oidio. Oggi le uve si presentano in buone- ottime condizioni sanitarie e le produzioni di alcune varietà, che potrebbero rivelarsi abbondanti, unite alla riduzione dei volumi commercializzati a causa del mercato non favorevole per la pandemia, stanno orientando più di un consorzio di tutela (organismi espressione di produttori, vinificatori e imbottigliatori) a valutare l’opportunità di attivare la “riserva vendemmiale”. Si tratta, spiegano i tecnici di Confagricoltura, di tenere da parte un certo quantitativo della produzione per renderlo disponibile qualora si aprissero interessanti sbocchi commerciali.

“Una delle preoccupazioni che angustiano i viticoltori in questo periodo, aldilà delle condizioni climatiche, è quello della raccolta, in quanto – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – a causa del delle misure sanitarie imposte e della scarsa presenza di lavoratori extracomunitari sul nostro territorio, potrebbero esserci difficoltà a reperire manodopera per la raccolta, soprattutto se le operazioni dovessero concentrarsi in pochi giorni per avversità meteorologiche”.

I NUMERI DEL VINO PIEMONTESE

 

10.862 aziende viticole
41.800 ettari di vigneto
20 vini docg e 41 vini doc
2,4 milioni di ettolitri di vino (produzione stimata annata 2020) per volume complessivo di 320 milioni di bottiglie

54 cantine cooperative con circa 12.000 soci
280 imprese industriali produttrici di vini e distillati con circa 3.300 addetti
14 consorzi di tutela
Export vini piemontesi: circa 195 milioni di bottiglie (60% della produzione) per un valore stimato di 1 miliardo di euro (22% del valore complessivo dell’export agroalimentare piemontese)

Elaborazioni Confagricoltura su dati Regione Piemonte




Confagricoltura: “Il Piemonte potrà valorizzare i vini di montagna di cui la nostra regione è ricca”

La viticoltura eroica potrà godere di specifiche risorse finanziarie per realizzare gli interventi conduzione del vigneto con pratiche tipiche del territorio, quali il consolidamento delle strutture con tecniche tradizionali (muretti a secco, ciglioni); l’utilizzo di vitigni autoctoni, la valorizzazione, promozione e pubblicità delle uve e dei vini riconducibili alla “viticoltura eroica o storica” anche attraverso l’uso di un marchio nazionale: lo prevede – chiarisce Confagricoltura – il Decreto n. 6899 del 30 giugno 2020 pubblicato sul sito del Ministero delle Politiche Agricole, relativo alla “salvaguardia dei vigneti storici ed eroici” in attuazione della Legge n. 238 del 2016, cosiddetto Testo Unico del Vino.

Ci auguriamo che il provvedimento possa presto trovare attuazione – dichiara il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaroe contribuire alla valorizzazione di un prezioso patrimonio produttivo, ambientale e culturale, quale per esempio quello dei sorì del Moscato e dei tanti vigneti delle vallate alpine e appenniniche piemontesi”.

Il Piemonte – come evidenzia Confagricoltura – è ricco di questi vigneti, coltivati con enormi sacrifici in aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico e di particolare pregio paesaggistico, storico e ambientale.

La superficie complessiva di questi vigneti è superiore a 3.300 ettari (su un totale di superficie vitata regionale di circa 44.000 ettari), in grado di offrire una produzione annua di oltre 25 milioni di bottiglie di vini prevalentemente a denominazione d’origine controllata e controllata e garantita. I vigneti eroici, per esempio, sono diffusi tra le denominazioni Moscato d’Asti, Dolcetto d’Ovada, Pinerolese, Valsusa, Caluso, Carema, Canavese, Alta Langa, Colline Saluzzesi.

Il decreto – spiega Confagricoltura – individua i vigneti eroici in base al possesso di almeno un requisito fra: pendenza del terreno superiore a 30%; altitudine media superiore ai 500 metri sul livello del mare ad esclusione dei vigneti situati su altopiano; sistemazioni degli impianti viticoli su terrazze e gradoni.

Sono inoltre tutelati i vigneti storici, la cui presenza è segnalata in una determinata superficie/particella in data antecedente al 1960 e la cui coltivazione è caratterizzata dall’impiego di pratiche e tecniche tradizionali legati ad ambienti fisici e climatici locali che mostrano forti legami con i sistemi sociali ed economici, coltivati con l’utilizzo di forme di allevamento storiche legate al luogo di produzione o presenza di sistemazioni idrauliche-agrarie storiche o di particolare pregio paesaggistico.

 

 




Raggiunta l’intesa sulla distillazione di crisi, investimenti per circa 4 milioni di euro

La Regione Piemonte investirà circa 4 milioni di euro per distillare 42.000 ettolitri di vini che, a causa della crisi che si è generata in seguito alla pandemia da Covid-19, hanno portato il livello delle giacenze ben oltre il livello fisiologico.

Si tratta di un intervento importante – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasiache riconosce la specificità del comparto vitivinicolo nell’economia regionale, fondamentale anche per quanto riguarda l’attrazione turistica e la valorizzazione delle nostre produzioni”.

L’intesa, che verrà formalizzata con atti normativi nelle prossime settimane, è stata raggiunta oggi pomeriggio nel corso di un incontro tra l’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa e i rappresentanti della filiera vitivinicola.

La misura è stata sollecitata dal mondo vitivinicolo – spiega Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte che è intervenuto all’incontro di ieri pomeriggio – per contrastare i contraccolpi economici causati dalla pandemia. Le nostre imprese avevano iniziato il 2020 con grande entusiasmo e con dati confortanti di commercializzazione, soprattutto per quanto riguarda l’export, ma il prolungato lockdown ha messo in crisi il comparto. Grazie alla misura della distillazione volontaria di crisi i viticoltori potranno affrontare la vendemmia con maggiore serenità, evitando squilibri produttivi”.

L’intesa raggiunta prevede che vengano distillati circa 5.000 ettolitri di Brachetto d’Acqui docg, 2.000 ettolitri di Piemonte Brachetto e 35.000 ettolitri di vini delle denominazioni Piemonte e Monferrato, nelle diverse tipologie.

 




Eccellenze territori e filiere DOP e IGP, Assopiemonte e Uncem: agire subito per lo sviluppo locale

Importante incontro tra i rappresentanti dei Consorzi di Tutela dei formaggi DOP facenti capo ad Assopiemonte DOP e IGP ed esponenti della politica e delle Istituzioni nazionali e regionali tra cui il Senatore Mino Taricco, i Deputati Monica Ciaburro e Federico Fornaro, l’Assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa, il Presidente di Fedagri Piemonte Roberto Morello e il Presidente nazionale Uncem Marco Bussone.

L’incontro è stato ospitato a Barolo, nel Castello, location che è espressione nel mondo delle eccellenze piemontesi e dell’agricoltura come fonte di sviluppo e benessere, ormai da anni luogo di incontro, confronto per le filiere di qualità e anche di festa in occasione del festival Collisioni.

A determinare l’urgenza dell’iniziativa, condivisa e sostenuta anche da Uncem (Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani), è stata la necessità di documentare e far conoscere il tragico impatto economico della crisi covid-19 sulle microfiliere delle DOP che, per le loro caratteristiche produttive e soprattutto commerciali, hanno vissuto dai primi di marzo giorni di blocco quasi totale essendo poco o per nulla presenti nei circuiti commerciali del libero servizio della grande distribuzione organizzata.

In tempi ordinari, i canali commerciali delle microfiliere sono i negozi tradizionali di specialità, i ristoranti, le trattorie, gli agriturismi, i mercati e le fiere locali, la vendita diretta al turismo locale ed anche, in piccola parte, l’esportazione.

Vale a dire tutte strade che dall’inizio di marzo si sono chiuse e che solo ora a fatica iniziano a ripartire. Questo ha significato il crollo e azzeramento delle vendite dei prodotti di filiera corta a cui si è aggiunto il permanere dei costi vivi di esercizio per il mantenimento e la gestione delle mandrie, delle greggi, degli impianti e delle aziende agricole.

“Siamo allo stremo, ma siamo abituati al sacrificio e al duro lavoro e vogliamo ripartire – afferma Evanzio Fiandino Presidente di Assopiemonte DOP e IGP – ci sforziamo di essere ottimisti, ma abbiamo bisogno di un’attenzione particolare e di misure di sostegno tarate sulle nostre specificità, in quanto noi non riusciamo a beneficiare di aiuti allo stoccaggio, di incentivi alla riduzione della produzione del latte e degli interventi di ritiro del prodotto dal mercato, studiati per le grandi produzioni.

Attendiamo interventi a copertura delle mancate vendite, dei costi comunque sostenuti nel periodo di fermo commerciale ed in sostanza di un sostegno per poter ripartire.

La preoccupazione più forte è che molte famiglie non riuscendo a superare questa annata così drammatica decidano di chiudere, e questo rappresenterebbe un danno incalcolabile per la salvaguardia delle filiere corte che pur modeste nei volumi rappresentano la storia dell’eccellenza e l’immagine gastronomica del Piemonte oltre che la cura e la tutela del territorio”.

L’appello di Fiandino è stato raccolto dai presenti che in un clima di condivisione e sintonia hanno stretto un patto tra Regione, Governo e Parlamentari, Uncem con il sistema degli Enti locali, per poter dare in tempi brevi risposte concrete ai problemi evidenziati da Assopiemonte DOP e IGP.




Confagricoltura Piemonte: “Per il vino giorni decisivi, fare bene e in fretta”

Il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia ha indirizzato una lettera all’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa per chiedere un’attenzione particolare alle problematiche del comparto vitivinicolo, che risulta fra quelli maggiormente colpiti dalle misure restrittive dovute all’emergenza COVID 19.

L’aumento delle giacenze di alcune tipologie di prodotto, dovute alla mancata vendita per la chiusura del canale HORECA e alle difficoltà sui mercati esteri – ricorda Confagricoltura – hanno indotto il Governo nazionale a emanare alcune misure volte a gestire le eccedenze e a contenere la futura produzione: la distillazione di crisi, la riduzione volontaria delle rese per i vini DOP e IGP e la riduzione obbligatoria delle rese per i vini generici.

La riduzione volontaria delle rese per le uve destinate alla produzione di vini doc e docg – scrive Allasia – è di interesse per le nostre imprese, ma molto dipenderà dal valore del contributo che il Ministero deciderà di attribuire per la riduzione della produzione”.

Il Piemonte produce, per oltre il 90% del totale, vini di alta qualità a doc e a docg. “Per questo la nostra organizzazione – spiega il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccarochiede di sostenere in modo diversificato la riduzione parziale delle rese: inoltre è necessario che anche la produzione di vini generici, realizzata in quantità limitata in Piemonte e più diffusamente in altre realtà, venga disincentivata per favorire un riequilibrio delle giacenze”.

Gianluca Demaria, presidente dei produttori di vino di Confagricoltura Piemonte, sottolinea come “sia importante, in questo frangente, agire rapidamente, possibilmente anche con l’impiego di un apposito stanziamento regionale per la distillazione di crisi di alcune tipologie di vini”.

Confagricoltura sottolinea che si tratta di una misura necessaria, “soprattutto per quelle denominazioni che manifestano segnali di eccessiva pesantezza di mercato, per evitare che in vendemmia si possano ingenerare fenomeni speculativi tali da mettere in grave difficoltà sia i viticoltori che vendono le uve, in quanto non vinificatori, sia i vitivinicoltori che, avendo esaurito la loro capacità di stoccaggio, non saprebbero come collocare il nuovo raccolto”.

Infine Confagricoltura chiede alla Regione di sostenere lo stoccaggio privato, con un contributo volto a ridurre il costo dell’intervento, anche in questo caso soltanto per talune denominazioni, da valutare insieme ai consorzi di tutela, alle organizzazioni dei produttori e alle organizzazioni professionali agricole.




Con il Bonus Mercati 1500 euro agli ambulanti che non hanno lavorato

Gli operatori ambulanti del Piemonte riceveranno dalla Regione il Bonus Mercati, contributo a fondo perduto di 1500 euro per gli ambulanti non alimentari che hanno dovuto sospendere interamente l’attività a causa delle chiusure imposte dalle misure di contenimento del Coronavirus, di 500 euro per gli ambulanti alimentari che, pur potendo proseguire l’attività, hanno lavorato solo parzialmente a causa delle maggiori restrizioni da parte dei singoli Comuni che hanno portato alla chiusura di numerosi mercati.

Questa nuova forma di sostegno è stata comunicata dal presidente Alberto Cirio e dall’assessore al Commercio, Vittoria Poggio, al termine delle giornate di incontri con i rappresentanti della categoria a cui ha preso parte anche l’assessore alla Semplificazione, Maurizio Marrone.

A beneficiare del Bonus Mercati, del valore complessivo di 13 milioni di euro, saranno circa 10.000 ambulanti, 7.000 non alimentari e 3.000 alimentari.

“Gli ambulanti sono il secondo passo del Bonus Piemonte – evidenziano Cirio e Poggio – La prossima settimana incontreremo le altre categorie del commercio in sede fissa, perché estenderemo il più possibile il bonus a tutti coloro che sono stati colpiti duramente da oltre due mesi di inattività”.

Immediata e semplice la procedura di accesso: anche in questo caso tutti gli interessati riceveranno da Finpiemonte una comunicazione via pec per indicare il conto corrente su cui ricevere il contributo a fondo perduto, che verrà accreditato nell’arco di qualche giorno.

Anche questo provvedimento è uno dei pilastri di Riparti Piemonte, il Piano da oltre 800 milioni di euro con cui la Regione sosterrà la ripartenza di imprese e famiglie nella Fase 2.




Parte il bando #topmetro #fabene per il diritto alla salute

Al via il bando per raccogliere idee, da trasformare in proposte e azioni, nell’ambito del progetto FaBene all’interno del più ampio TopMetro, il bando periferie.

Un mese di tempo per candidare progetti innovativi e sostenibili rivolti al benessere dei cittadini e i diritti alla salute e al cibo fresco e di qualità, non sempre garantiti a tutti. Già prima dell’emergenza coronavirus il progetto era stato pensato con l’intento di lavorare, progettare e pensare guardando al futuro e ora si struttura per farlo al meglio nella situazione completamente nuova creata dalla pandemia.


Attraverso una attività di formazione, in questa fase in digitale, in collaborazione con S-nodi Caritas, la Città metropolitana di Torino intende suscitare e far crescere le idee dei cittadini e delle associazioni dei Comuni di Collegno, Grugliasco, Moncalieri, Rivoli e Venaria Reale.

TopMetro FaBene è un percorso di capacity building, formazione e sperimentazione, che intende incentivare esperienze e nuovi processi di inclusione sociale volti a ridurre le disuguaglianze, con idee create insieme a giovani, migranti e nuovi cittadini.

La Call for Ideas si rivolge alle organizzazioni del terzo settore, alle imprese, ai gruppi di persone e alle pubbliche amministrazioni, per attivare interventi di economia sociale e creare valore sociale ed economico.

Il percorso formativo digitale e innovativo è pensato come uno strumento di sostegno alla progettazione di esperienze che generino opportunità per tutti i soggetti coinvolti. Il progetto supporterà e finanzierà progetti in grado di connettere enti pubblici, attori economici, singoli cittadini impegnati a prendersi cura della propria comunità.




Genovesio (CNA Agroalimentare Piemonte): “Pronti a trovare soluzioni sul take away”

Mi si spieghi che differenza c’è tra fare la fila per comprare le sigarette dal tabaccaio e fare la fila per comprare una torta, un piatto di gastronomia o un gelato da un artigiano?”. In questi mesi le imprese del settore agroalimentare hanno accettato tutti i provvedimenti di limitazione, ma adesso la misura è colma.

 

È Giovanni Genovesio, presidente regionale di CNA Agroalimentare e portavoce Horeca, a dar voce al malcontento dovuto ai provvedimenti contenuti nel DPCM con le prescrizioni per la Fase 2 e alle possibili restrizioni al take away imposte, invece, dalla Regione Piemonte.

 

Mentre il Governo inserisce questo settore tra le ultime categorie in ordine di tempo a poter riaprire, la giunta regionale guidata da Alberto Cirio, ha già annunciato politiche più restrittive proprio nei confronti distribuzione del cibo da asporto.

 

“Come mai vanno benissimo le code chilometriche davanti ai supermercati, nei quali si è continuato a vendere, pasticcerie, gastronomia fresca liberamente, e tre persone non possono stare davanti a un ristorante per prendersi il pranzo da portare in ufficio o la cena da portare a casa?”, si chiede provocatoriamente Genovesio.

 

“C’è un protocollo sottoscritto tra le parti sociali, si applichi il protocollo e si conceda di riaprire per l’asporto. Siamo disponibili a confrontarci con la Regione, troviamo una soluzione , ma le imprese non hanno più tempo”, ha concluso Genovesio.

 




Vinitaly, è rinvio: si farà dal 14 al 17 giugno

In considerazione della rapida evoluzione della situazione internazionale che genera evidenti difficoltà a tutte le attività fieristiche a livello continentale, Veronafiere ha deciso di riposizionare le date di Vinitaly, Enolitech e Sol&Agrifood dal 14 al 17 giugno 2020, ovvero nel periodo migliore per assicurare a espositori e visitatori il più elevato standard qualitativo del business.

Così Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere in chiusura del Consiglio di amministrazione della Spa, riunitosi oggi. “Vinitaly, insieme ad OperaWine – ha proseguito il direttore generale – si terrà quindi in un contesto temporale in cui grandi eccellenze del made in Italy, quali Cosmoprof e Salone del mobile, per esempio, avranno il compito di rilanciare con forza l’attenzione dei mercati internazionali e l’immagine dell’Italia.

In questo frangente ringraziamo le aziende per la fiducia che ci stanno dimostrando”. La decisione è stata frutto di un’attenta analisi dei dati disponibili oltre che dell’ascolto delle posizioni degli stakeholder del mercato, incluse le principali associazioni di settore: Unione Italiana Vini, Assoenologi, Federvini, Federdoc, Federazione vignaioli indipendenti e Alleanza delle Cooperative settore vitivinicolo.

“Lo spostamento a giugno di Vinitaly e di altre importanti manifestazioni internazionali nelle città di Milano e Bologna – spiega Maurizio Danese, presidente di Veronafiere – è un segnale che il made in Italy scommette su una pronta ripresa economica nei settori chiave del sistema-Paese.

Auspichiamo quindi che il nuovo calendario fieristico nazionale possa generare una rinnovata fiducia ed essere strumento con cui capitalizzare la ripartenza del nostro Paese”.

Veronafiere attiverà una task force per assistere i propri clienti in ogni ambito necessario alla riorganizzazione delle manifestazioni posticipate e in stretta collaborazione con le associazioni di riferimento predisporrà tutte le azioni di incoming necessarie a garantire la presenza di buyer e operatori professionali qualificati.

Sulle nuove date, inoltre, Confcommercio Verona e Cooperativa Albergatori veronesi hanno espresso massima disponibilità per favorire lo spostamento delle prenotazioni.

Nel 2021 Vinitaly sarà in calendario nelle sue date consuete (18-21 aprile); date che sono frutto dell’accordo con l’Union dei Grandi Cru di Bordeaux (UCGB) col quale dal 2013 c’è un accordo nato per incontrare le esigenze dei protagonisti del mondo del vino, buyer e stampa internazionale in particolare.

TUTTE LE NUOVE DATE DELLE INIZIATIVE DI VINITALY

  • 14-17 giugno 2020 – Vinitaly-Sol&Agrifood-Enolitech
  • 25 marzo 2020 – Vinitaly Design International Packaging Competition
  • 15-17 aprile 2020 -5StarWines / Wine without Walls
  • 8-12 giugno 2020 – VIA-Vinitaly Iternational Academy
  • 12-15 giugno 2020 – Vinitaly and the City
  • 13 giugno 2020 – OperaWine