Il cambiamento climatico e il futuro dell’agricoltura italiana: il ruolo dei consorzi bonifica

20mila km di canali per 500mila ettari di terreni agricoli, e 56 invasi già in uso capaci di stoccare per 350 milioni di acqua. Il sistema irriguo del Piemonte rappresenta un esempio di eccellenza nella gestione delle risorse idriche, essenziale per supportare l’agricoltura regionale e affrontare le sfide del cambiamento climatico. è quanto emerso nel corso della conferenza stampa “Il cambiamento climatico e il futuro dell’agricoltura italiana: il ruolo dei consorzi bonifica”, organizzata da ANBI Piemonte (Associazione nazionale consorzi gestione e tutela del territorio e acque irrigue), che ha fotografato la comunione d’intenti tra l’assessore all’agricoltura della Regione Piemonte, Paolo Bongioanni, il presidente ANBI Vittorio Viora il vicepresidente commissione agricoltura Giorgio Maria Bergesio.

La conferenza stampa, che si è svolta oggi presso la Sala Trasparenza del Grattacielo della Regione, ha avuto lo scopo di sottolineare il ruolo dei consorzi irrigui e di bonifica nell’adattamento e nella mitigazione degli effetti del cambiamento climatico, con un focus sugli investimenti nel sistema irriguo regionale e sulle strategie di sostenibilità per il futuro.

Assicurare acqua all’agricoltura è fondamentale per garantire cibo ai cittadini, in un contesto nel quale i cambiamenti climatici richiedono interventi strategici e sostenibili, ha dichiarato il presidente di ANBI Piemonte Vittorio Viora. La costruzione di nuovi bacini di accumulo è una priorità per fronteggiare la siccità e regolare le risorse idriche in modo efficiente. È essenziale inoltre contemperare le regole sul deflusso ecologico con le necessità produttive, riconoscendo il ruolo centrale dell’agricoltura nella sicurezza alimentare globale. Solo attraverso un approccio integrato, che includa innovazione tecnologica e investimenti mirati, potremo garantire un’agricoltura resiliente e un uso responsabile delle risorse idriche, a beneficio delle comunità e dell’ambiente”.

Nel corso dell’incontro il presidente di ANBI Piemonte Vittorio Viora, l’assessore regionale all’Agricoltura Paolo Bongioanni, il direttore di ANBI Piemonte Mario Fossati e il vicepresidente della Commissione Attività Produttive del Senato Giorgio Maria Bergesio hanno presentato i dati fondamentali: il sistema irriguo piemontese conta su oltre 20.000 km di canali che forniscono acqua a 500.000 ettari di terreni agricoli. Negli ultimi cinque anni, sono stati investiti 500 milioni di euro in nuove infrastrutture e manutenzioni straordinarie. Inoltre, il Po, con un volume annuo di 14,5 miliardi di m³, è una risorsa cruciale per il territorio, pur evidenziando una portata variabile dovuta agli impatti climatici.

I consorzi, attraverso l’uso di tecnologie avanzate quali la digitalizzazione delle reti irrigue, hanno migliorato l’efficienza dell’utilizzo idrico, riducendo le perdite e ottimizzando le risorse. Durante l’evento è stato ribadito l’impegno di ANBI nella promozione di politiche integrate, che includano la creazione di nuovi bacini di accumulo e interventi di rinaturalizzazione, per

garantire lo sviluppo di un’agricoltura resiliente, capace di affrontare le sfide climatiche e di tutelare il territorio.

Investire in infrastrutture moderne è indispensabile per affrontare i cambiamenti climatici e garantire sicurezza idrica all’agricoltura, settore strategico per l’economia e la sicurezza alimentare, ha dichiarato il senatore Giorgio Bergesio, vicepresidente ANBI Piemonte. Il mio impegno a livello legislativo è volto a promuovere tutte le opportunità per attivare risorse utili al settore e a garantire che le normative sul deflusso ecologico bilancino la tutela ambientale con le esigenze produttive, senza penalizzare chi lavora per sfamare il pianeta. Il Governo e il Parlamento hanno agito con determinazione: con l’approvazione e la pubblicazione del decreto siccità, nel giugno 2023, sono state introdotte misure fondamentali per aumentare i volumi idrici invasati, semplificare le procedure per la realizzazione di infrastrutture, ridurre le dispersioni, promuovere il riutilizzo delle acque reflue a fini irrigui e agevolare la gestione delle terre e rocce da scavo per la costruzione di nuovi bacini idrici. Inoltre, abbiamo istituito una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio, presieduta da un Commissario straordinario, incaricato di adottare interventi urgenti per affrontare la scarsità idrica. Da questo provvedimento è nato il Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali e per la Sicurezza del Settore Idrico (PNISSI). Il primo bando ha visto la presentazione di 562 richieste di finanziamento per un valore complessivo di oltre 13,5 miliardi di euro; 418 progetti sono stati giudicati positivamente, con un primo stralcio di finanziamenti di 900 milioni di euro nel 2024. Grazie alla recente Legge di Bilancio – ha concluso Bergesio – ulteriori 750 milioni di euro sono stati stanziati e saranno disponibili nei prossimi anni”.

L’assessore regionale all’agricoltura Paolo Bongiovanni ha chiarito l’orientamento della Regione Piemonte in materia di gestione delle acque e di politiche irrigue: “L’estrema attualità delle sfide climatiche ha reso per il sistema Piemonte più che mai necessario, opportuno e obbligato andare a vedere e decidere come dovremo gestire nei prossimi anni una risorsa fondamentale come quella idrica. Ho avviato il confronto con regioni vicine come la Lombardia e il Veneto, che adottano sistemi di gestione diversi da quello vigente in Piemonte: dobbiamo imparare da altre regioni che sono partite prima di noi e, per la gestione dell’acqua, hanno messo a punto altre forme di governance. È un percorso da scrivere insieme per studiare e poi adottare l’impostazione più efficace per il nostro territorio. La riorganizzazione del sistema irriguo e dei consorzi del Piemonte – ha aggiunto l’assessore Bongioanni – è una riforma che dobbiamo intraprendere per consegnare all’agricoltura piemontese, e non solo, un modello che sia competitivo per i prossimi anni. Il percorso deve fondarsi su tre pilastri: l’ottimizzazione, la razionalizzazione, l’innovazione e digitalizzazione. L’obiettivo è riuscire a intercettare sempre maggiori risorse verso il Piemonte. E questo vale per tutti i comparti dell’agricoltura, come abbiamo visto con i due bandi dei Distretti del cibo recentemente premiati dal Masaf, grazie ai quali il Piemonte ha ricevuto il maggior contributo a livello nazionale. Gli uffici stanno completando il lavoro di analisi sul Piano invasi, e affronteremo il problema del flusso ecologico in irrigazione che abbiamo dovuto gestire in emergenza nella zona risicola della Baraggia. Insieme all’assessore all’Ambiente Matteo Marnati e al direttore Angelo Robotto, ha concluso Bongioanni, dobbiamo confrontarci con normative europee che vanno rispettate ma che non sono scritte per l’orografia e morfologia del Piemonte. La riorganizzazione del sistema idrico è comunque un obbligo che dobbiamo ai piemontesi”.




Migliora la qualità dell’aria: pubblicato il rapporto 2023

È stato pubblicato – come avviene ogni anno dal 1998 – il rapporto “Uno sguardo all’aria 2023”, un documento tecnico, approfondito e dettagliato che descrive attraverso dati ed elaborazioni l’evoluzione e lo stato della qualità dell’aria nel territorio della città metropolitana di Torino a partire dai primi anni ‘70. È una fonte preziosa e completa di informazioni che descrive lo stato di salute di una delle componenti principali dell’ambiente in cui viviamo.
I dati di PM10 rilevati nel 2023 presentano un netto miglioramento sia rispetto al 2022. Il valore limite annuale del PM10 e del PM2,5 è stato rispettato in tutti i siti di monitoraggio. Per la prima volta i superamenti del valore limite giornaliero del PM10 sono concentrati principalmente dell’agglomerato torinese e nelle stazioni caratterizzate da intenso traffico veicolare.
Il valore limite annuale del biossido di azoto è stato superato solo nella stazione di traffico più critica dell’agglomerato torinese. Il valore limite di 18 superamenti della soglia oraria è rispettato ovunque.
Il 2023 è stato leggermente più siccitoso e più caldo rispetto alla media dei 10 anni precedenti ma complessivamente ha avuto condizioni favorevoli alla dispersione degli inquinanti. Questo aspetto ha parzialmente contribuito al miglioramento dei dati che è stato osservato.
L’analisi della consistenza del parco veicolare, indicatore di una delle principali fonti di inquinamento, evidenzia un costante aumento del numero di autoveicoli (+ 18% rispetto al 2007) e di veicoli commerciali leggeri (+21% rispetto al 2007). All’aumento del numero degli autoveicoli si affianca fortunatamente un’importante penetrazione dei veicoli Euro 6 e una contrazione percentuale degli autoveicoli diesel, controbilanciata da un aumento percentuale dei veicoli a benzina e GPL-CH4. Una criticità è rappresentata invece dalla vetustà del parco di veicoli commerciali. Gli autocarri ante Euro5 senza filtro antiparticolato sono ancora il 55%.
“I dati raccolti ed elaborati nella relazione uno sguardo all’aria sono incoraggianti, – ha commentato il Consigliere delegato all’ambiente della Città metropolitana di Torino Alessandro Sicchiero – in quanto mostrano il costante miglioramento della qualità dell’aria. Ci preoccupa il mancato raggiungimento di alcuni valori limite e la distanza con gli obiettivi di riduzione definiti nella nuova Direttiva sulla qualità dell’aria adottata dal Consiglio dell’Unione Europea nell’ottobre 2024. La transizione ecologica è la chiave per attivare le sinergie necessarie per consentire il conseguimento dei nuovi valori limite: è una strada che i territori della Città metropolitana di Torino dovranno percorrere con fermezza e determinazione”.
Spiega il direttore generale di Arpa Piemonte Secondo Barbero: “Il numero di giornate con concentrazioni medie giornaliere superiori al valore di 50 µg/m3   si è ridotto in tutti i punti di misura. L’applicazione diffusa delle migliori tecniche disponibili ed i relativi controlli, associate a condizioni meteorologiche meno sfavorevoli, hanno consentito di registrare un miglioramento della qualità dell’aria, anche se il rispetto dei limiti giornalieri per il PM10 e la media annuale per gli ossidi di azoto rimangono una criticità nell’agglomerato torinese. Anche alla luce della nuova normativa sulla qualità dell’aria dobbiamo impegnarci per far sì che i livelli degli inquinanti dell’aria possano ulteriormente ridursi per rispettare in futuro i nuovi standard fissati dall’Unione Europea”.




Elezioni Europee, Confagricoltura: Il nuovo Parlamento dovrà rivedere il Green Deal

>La campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo deve ancora entrare nel vivo, ma il sistema delle imprese italiane, dall’agricoltura all’industria, ha già lanciato un messaggio assolutamente chiaro e univoco in vista della nuova legislatura. In sintesi: l’obiettivo strategico della neutralità climatica non è in discussione, ma vanno radicalmente cambiate le modalità operative del Green Deal. I fatti hanno dimostrato che la via del fondamentalismo genera forti contrapposizioni e non arriva da nessuna parte. L’alternativa è rappresentata dagli investimenti per la diffusione delle innovazioni tecnologiche. Le imprese vanno messe nelle condizioni migliori per raggiungere gli obiettivi fissati in materia di sostenibilità ecologica.

Dopo le elezioni, l’attenzione sarà anche rivolta al rapporto curato da Mario Draghi sul rilancio della competitività del sistema produttivo europeo e alle indicazioni del gruppo di lavoro incaricato dall’Esecutivo UE di riflettere sul futuro dell’agricoltura. Per tratteggiare le prospettive della nuova legislatura, secondo Confagricoltura, saranno importanti le decisioni che matureranno su alcuni dossier rimasti in sospeso. E’ il caso dell’intesa raggiunta sulla nuova normativa per il ripristino della natura, fermata in dirittura d’arrivo dal Consiglio, per il possibile impatto restrittivo sul potenziale produttivo agricolo. Inoltre, è in programma la presentazione di un nuovo progetto legislativo sui fitofarmaci, dopo il ritiro formale della proposta che prevedeva di ridurre l’utilizzo del 50% in media entro il 2030. Attesa anche la revisione della normativa sulle emissioni industriali che si estende anche al comparto agricolo. Di recente, sono stati resi più pesanti e onerosi gli obblighi a carico degli allevamenti di suini e avicoli. Va poi raggiunta l’intesa per inquadrare le tecniche di evoluzione assistita (TEA) nell’ordinamento dell’Unione.
Resta il fatto, evidenzia Confagricoltura, che le iniziative della UE per la lotta al cambiamento climatico devono essere inquadrate nel contesto globale. Stando ai dati della Commissione, le emissioni inquinanti dell’Unione incidono solo per il 7% sul totale mondiale. Le emissioni dell’intero settore agricolo pesano per meno del 12% su quelle complessive dell’Unione. Di recente, un gruppo di fisici dell’atmosfera dell’Università di Oxford ha pubblicato alcuni studi dai quali risulta che, distinguendo tra inquinanti climatici a vita breve e lunga e tenendo conto dell’assorbimento al suolo del carbonio, l’incidenza del settore agricolo sul totale dell’UE scenderebbe sotto i cinque punti percentuali. La discussione è aperta.

Intanto, conclude Confagricoltura, nell’ultimo rapporto sulle emissioni di gas serra in Italia curato dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) è stato evidenziato che l’impatto dell’agricoltura sul totale nazionale è diminuito di quasi il 19 per cento. Migliorare la sostenibilità ambientale è dunque possibile. Anche senza divieti e irrealistiche imposizioni a carico delle imprese




Costruire e abitare in modo sostenibile: gli studenti del Politecnico di Torino progettano “Wellness & Innovation Program”

Un gruppo di studenti della Laurea Magistrale in Design Sistemico del Politecnico di Torino, composto da Fabrizio Mariani, Davide Montaquila, Davide Nonis, Juri Sanni e Davide Sito, ha sviluppato un nuovo modello che mira a raggiungere la sostenibilità del “Sistema Casa” nel processo di costruzione e di abitazione degli edifici. Il progetto di tesi, che vede come relatrice e correlatori la Prof.ssa Silvia Barbero, Alessandro Campanella e Martina Spinelli, si fonda sull’approccio e sulla metodologia del Design Sistemico sviluppati dal Centro di Ricerca Sys – Systemic Design Lab.

Per lo sviluppo dello studio, intitolato WIP: Wellness & Innovation Program, i laureandi hanno adottato un approccio di co-design con il Gruppo Building, che ha fornito il supporto tecnico e l’accesso a tutta la documentazione relativa ai progetti realizzati a partire dal 2015. La collaborazione nasce nell’ambito di un progetto tra Politecnico di Torino ed Exclusive Brands Torino, la rete delle eccellenze piemontesi pensata per integrare il tessuto accademico con le realtà imprenditoriali virtuose del territorio.

Nella costruzione degli edifici, in ambiente di cantiere, in Italia vengono smaltite ogni anno circa 5,4 milioni di tonnellate di rifiuti misti. Una quantità di scorie difficili da recuperare e che richiede una maggiore attenzione da parte delle aziende. Altrettanto considerevole è il volume di risorse che vengono sprecate in contesto abitativo, a causa di inadeguati livelli di efficientamento energetico delle residenze e a causa di cattive abitudini degli inquilini. Lo studio, fortemente innovativo, analizza e propone soluzioni di intervento che impattano su entrambi gli aspetti: il processo e l’abitare.

Il Gruppo Building ha permesso al gruppo di designers sistemici di applicare il modello elaborato su casi reali, misurandone l’efficacia e l’applicabilità in diversi contesti abitativi. Gli studenti hanno avuto modo di fare dei sopralluoghi nel cantiere di Gate Central a Milano e UpTown Torino, confrontandosi ripetutamente con figure quali il responsabile dell’ufficio tecnico e il capo cantiere.

UN SISTEMA PER LA GESTIONE EFFICIENTE DEI RIFIUTI IN EDILIZIA

Il modello WIP applicato al Gruppo Building parte dall’aggregazione di normative, linee guida, strategie e casi studio in materia di gestione del rifiuto per un efficiente riutilizzo in una prospettiva di economia circolare, a partire dagli anni 2000, quando si è iniziato a teorizzare il tema dei CDW (construction and demolition waste)Questi documenti, interconnessi tra loro, hanno generato uno strumento di tassonomia navigabile che rende intuitiva e immediata la consultazione per i progettisti. La ricerca ha successivamente integrato circa 1500 documenti contenuti negli archivi del Gruppo Building, acquisendo tutte le note di trasporto (FIR) dei materiali in uscita dai cantieri. Sono state compilate manualmente 20 mila celle di excel, in modo da alimentare un database che ha restituito oltre 3 milioni di risultati.

Incrociando questi dati con i modelli e le normative studiate è stato quindi possibile mettere a punto uno strumento di monitoraggio completo dei cantieri, attraverso un applicativo interattivo che tiene conto della quantità e della tipologia dei materiali, fornendo in tempo reale infografiche e statistiche utili per intervenire tempestivamente e ottimizzare la gestione dei rifiuti. Per fare questo, gli studenti hanno progettato un prototipo di app che consente di acquisire e processare da smartphone le bolle di trasporto.

 

ABITARE LE CASE IN MODO CONSAPEVOLE

La seconda parte del progetto ha inteso analizzare l’impatto dei residenti sul “Sistema Casa”, in modo da valutare il volume di consumi e suggerire comportamenti virtuosi che favoriscano la riduzione degli sprechi, coerentemente al raggiungimento degli obiettivi previsti dal Green Deal dell’Unione Europea. Torino rientra tra le 9 città italiane che fanno parte del progetto Net Zero Cities, un progetto pilota della UE che impone interventi e percorsi di innovazione verso la neutralità climatica entro il 2030. Questa sfida non può prescindere da una maggiore consapevolezza degli sprechi. In questo senso, il modello WIP non intende fornire un modello comportamentale univoco ma gli strumenti utili per agire consapevolmente e compiere azioni responsabili.

L’Italia, pur essendo tra i paesi europei maggiormente interessati dalla siccità, registra un consumo di acqua giornaliero pro-capite di 236 litri, quasi il doppio della media continentale di 123 litri. Il settore residenziale produce il 36% della CO2 emessa nell’ambiente, dato fortemente influenzato da un utilizzo poco attento delle risorse. Inoltre, gli edifici soffrono un grave ritardo in termini tecnologici: in Piemonte quasi la metà delle case sono in classe energetica G (24,1%) e F (23,8%); solo il 9,4% è in classe energetica A. Quest’ultima, pur essendo decisamente più efficiente delle prime due, può registrare un consumo effettivo che può arrivare fino a 3 volte il previsto a causa di un utilizzo poco consapevole delle tecnologie presenti in esse.

Analogamente a quanto previsto per la raccolta dei dati di cantiere, il gruppo di laureandi ha ideato una piattaforma capace di misurare i consumi delle utenze domestiche dei residenti, sfruttando le potenzialità della domotica. La ricerca sul campo è stata condotta analizzando le abitudini degli abitanti del condominio The Number 6, a Torino. Questa analitica consente di identificare sprechi e anomalie nei consumi e suggerisce all’utente comportamenti virtuosi e promemoria. Una maggiore consapevolezza potrà indurre l’utente a scoraggiare le vecchie abitudini in favore di un’azione più efficace e sostenibile, attraverso una strategia informativa che prevede la definizione di obiettivi chiari e legati alle performance.

 

 




Agricoltura e Innovazione sostenibile: accordo tra CNH e il Politecnico di Torino

Il Politecnico di Torino e CNH Industrial Italia S.p.A. – rappresentati dal Rettore Guido Saracco e da Carlo Alberto Sisto, CNH EMEA President) – hanno firmato una lettera di intenti con cui si impegnano, per i prossimi due anni, a collaborare per sostenere lo sviluppo tecnologico del settore agricolo in Italia. Obiettivo dell’accordo, promuovere l’innovazione sostenibile in agricoltura attraverso attività di natura culturale, di formazione e di ricerca. Una cooperazione che guarda al futuro, con l’obiettivo di fornire una risposta concreta ai bisogni di crescita di uno dei settori chiave per l’economia del Paese.

Come azienda globale leader nel campo della produzione e commercializzazione di macchine agricole e movimento terra, CNH conferma tra i propri obiettivi il potenziamento delle tecnologie sostenibili adottate in agricoltura: da qui la volontà dell’azienda a investire nella ricerca scientifica e nella formazione, avvalendosi del supporto delle Università e degli  enti di ricerca specializzati sia italiani, sia internazionali.

La collaborazione tra CNH e il Politecnico di Torino verterà, in primo luogo, sulla formazione accademico-professionale di studenti e laureandi. Oltre allo sviluppo tecnologico nell’ambito del settore agricolo, i temi in rilievo sono quelli della sostenibilità ambientale e dei cambiamenti climatici con un progetto comune che guarda alle sfide del nostro tempo: promuovere specifiche competenze tecnologiche per la filiera agricola, capaci di guidare uno sviluppo produttivo efficiente e rispettoso dell’ambiente. Proprio per rispondere a queste nuove esigenze del mercato del lavoro, la nuova Laurea Magistrale in AgriTech Engineering promossa dall’Ateneo a partire da questo anno accademico, sarà sostenuta da CNH mediante il coinvolgimento del proprio personale nelle attività didattiche, la visita presso alcuni stabilimenti dell’Azienda, oltre a valutare la possibilità di attivare tirocini rivolti agli studenti iscritti.

Caratterizzato da una spiccata multidisciplinarietà, il percorso di Laurea Magistrale, erogato interamente in lingua inglese, mira infatti a formare ingegneri in grado di gestire e generare innovazione tecnologica nel campo della Climate-Smart Agriculture. La gestione del corso è condivisa da quattro diverse aree: ingegneria ambientale, ICT (Information & Communication Technologies), ingegneria industriale e ingegneria chimica, che insieme garantiscono l’integrazione di conoscenze e competenze necessarie a preparare gli studenti alle sfide future del settore agricolo.

L’Ateneo e CNH collaboreranno, inoltre, alla definizione di network internazionali e a livello locale, all’organizzazione di eventi istituzionali per promuovere la cultura scientifico-tecnologica e imprenditoriale. Il rapporto con il territorio e il dialogo con i cittadini sono i temi condivisi: dall’individuazione di nuovi modelli per rafforzare il legame con il territorio, alla sperimentazione di innovative forme di comunicazione all’interno del tessuto sociale.

Siamo lieti di consolidare la nostra partnership con il Politecnico di Torino nell’ambito della nuova Laurea Magistrale in AgriTech Engineering – ha dichiarato Carlo Alberto Sisto, CNH EMEA President – Questo corso rappresenta un’opportunità unica per gli studenti che desiderano intraprendere una carriera nell’ambito dell’AgriTech, un settore in rapida crescita che combina agricoltura e tecnologia in maniera innovativa. L’open innovation è il cuore di questa collaborazione: insieme al Politecnico di Torino, stiamo aprendo le porte alla creatività, alla condivisione di conoscenze e alla costruzione di soluzioni sostenibili per l’agricoltura del domani.”

“Grazie alla collaborazione con CNH abbiamo potuto progettare un corso unico nel suo genere, e tra i pochissimi in Italia – ha commentato il Rettore Guido Saracco – che potrà formare figure professionali che ad oggi mancano e di cui c’è già una forte richiesta. Abbiamo anticipato la tendenza ed ora siamo in grado di fornire una preparazione adeguata alle richieste del mercato del lavoro, che è ciò che deve fare un’università al servizio del territorio e delle aziende”.

La collaborazione andrà però oltre gli ambiti individuati dalla lettera di intenti: CNH torna ad essere Sponsor ufficiale di Biennale Tecnologia 2024, la manifestazione organizzata dal Politecnico di Torino per riflettere sul rapporto tra la tecnologia e la società, promuovendo insieme cultura tecnica e divulgazione scientifica.

Dal titolo “Utopie realiste”, l’edizione di quest’anno avrà luogo dal 17 aprile al 21 aprile 2024, CNH parteciperà condividendo un modello di business e di progettualità sistemica di economia circolare svolto in collaborazione con il Politecnico.




Qualità dell’aria, primo Tavolo tecnico regionale, Confagricoltura Piemonte: “Buon punto di partenza”

Il Piano stralcio agricoltura per la qualità dell’aria è stato trattato questa mattina nel primo Tavolo tecnico convocato dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte.

Nei giorni scorsi, infatti, era stato accolto lo stimolo di Confagricoltura Piemonte di istituire e convocare nel breve un tavolo tecnico che, analogamente a quanto già avviene per l’utilizzazione agronomica dei reflui zootecnici con il Comitato nitrati, analizzi le numerose problematiche tecnico-gestionali e concordi indicazioni operative omogenee per tutti i soggetti coinvolti.

“Non possiamo che essere soddisfatti – ha commentato Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemonte – che la nostra regione si sia resa conto dell’importanza di attivare questo gruppo di lavoro, il cui primo compito sarà quello di affrontare le due criticità più urgenti relative al Piano per la qualità dell’aria: la gestione delle coperture dei cumuli di letame e la chiusura dei vasconi di stoccaggio dei liquami, e poi periodicamente per superare le criticità che, via via, si presenteranno”.

All’incontro hanno partecipato, oltre ai funzionari dei settori agricoltura e ambiente della Regione, anche esperti dell’Università di Torino che, grazie alle loro specifiche competenze in materia, potranno contribuire ad individuare soluzioni, alternative o complementari a quelle previste dal Piano, più flessibili e adatte alle singole realtà aziendali, sempre nel rispetto degli obbiettivi globali di riduzione previsti dalla direttiva europea.




Rifiuti, nasce l’ Autorità Rifiuti Piemonte

Con la firma davanti al notaio, è nata l’Autorità Rifiuti Piemonte, l’ente che esercita le funzioni di ambito regionale: la convenzione è stata siglata dai Consorzi di area vasta, da Comune di Torino, Città metropolitana di Torino e dalle Province piemontesi.

Il nuovo organismo rappresenta l’ultimo tassello mancante per la completa attuazione della riforma della governance del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani a livello territoriale, avviata con la legge regionale 1 del 2018.

Ha personalità giuridica di diritto pubblico, le sono attribuite l’organizzazione e il controllo diretto del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, assicurando il rispetto dei principi di efficienza, efficacia, economicità e sostenibilità e di separazione delle funzioni amministrative di organizzazione e di controllo da quelle di erogazione dei servizi.

Dal 1 gennaio 2024 la programmazione e l’avvio a trattamento e recupero dei rifiuti indifferenziati,  dei rifiuti organici e del rifiuto ingombrante – finora di competenza dei singoli consorzi – diventeranno di competenza e gestione dell’Autorità rifiuti Piemonte che a quella data sarà pienamente operativa.

La distribuzione delle quote di partecipazione dei diversi enti alla Conferenza d’ambito è basata su differenti parametri, tiene conto di popolazione, estensione territoriale, ma anche di produzione e raccolta differenziata dei rifiuti urbani: è stata infatti valutata la performance di ogni consorzio rifiuti sulla riduzione nella produzione pro capite di rifiuti urbani indifferenziati e sulla percentuale di raccolta differenziata raggiunta.

Il 76% delle quote è suddiviso tra i consorzi di area vasta e la Città di Torino, il restante 24% tra la Città metropolitana di Torino (il 12.46%) e le altre Province piemontesi.




Alla Triennale di Milano, premiati gli architetti vercellesi dello Studio di Architettura Rosso Fornaro

Si è svolta il 7 luglio nel prestigioso Salone d’Onore della Triennale di Milano la premiazione della settima edizione del premio internazionale CITY’SCAPE AWARD 2023.

Il Premio intende attrarre l’eccellenza della progettazione internazionale nell’ambito dell’Architettura del Paesaggio e premiare i migliori progetti. Il riconoscimento mira a promuovere e a ricercare nuovi possibili equilibri favorendo il dialogo tra architettura e paesaggio per nuove dinamiche territoriali.

Questa edizione ha visto la partecipazione di 122 progetti provenienti da ogni parte del mondo, il 25% dei quali da: Spagna, Israele, Belgio, Cina, Svezia, Messico, Olanda, Stati Uniti, Portogallo, Emirati Arabi, Croazia, Danimarca, Malta, Polonia.

Tutti i progetti saranno esposti al Teatro Agorà della Triennale di Milano.

Dopo un simposio di due giorni, sul tema:” il progetto del paesaggio come strategia nel cambiamento climatico per la resilienza urbana e sociale”, ha avuto luogo la cerimonia di premiazione.

Agli architetti, Carlo Rosso ed Emanuela Fornaro dello Studio di architettura Rosso e Fornaro di Vercelli, è stato consegnato il 3° premio nella categoria BRAND & LANDSCAPE per il progetto paesaggistico del polo logistico di Amazon MXP3 di Vercelli.

 

L’ autorevole giuria, composta da numerosi architetti paesaggisti, premiando il progetto ha letto la seguente motivazione:

Per aver saputo coraggiosamente preservare all’interno di un grande polo logistico “la memoria identitaria del paesaggio esistente” in armonia per quanto possibile con l’ambiente circostante e per l’attenzione rivolta alla progettazione ambientale degli spazi verdi e architettonica degli edifici che hanno tenuto conto delle caratteristiche fisiche e climatiche dell’area assicurando un’armoniosa continuità con il territorio circostante.

Lo studio di architettura Rosso Fornaro orgoglioso di aver portato a Vercelli la più grande e importante realtà logistica del mondo, che ha garantito alla città più di mille assunzioni, si ritiene onorato del premio ricevuto che conferma la qualità del progetto paesaggistico e lo riconosce a livello internazionale.

Il simposio, organizzato della Triennale di Milano con la Rivista Internazionale di Architettura del Paesaggio TOPSCAPE, promosso dal Consiglio Nazionale degli Architetti e patrocinato dalla Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Milano ha visto la presenza di un parterre di oltre 50 relatori, provenienti da oltre 10 Paesi, attivi oggi nell’ambito dell’Architettura contemporanea del Paesaggio.




Presentazione del progetto “Car Pooling: viaggiamo insieme per l’ambiente!”

Confindustria Novara Vercelli Valsesia, che dal 2018 ha attiva una convenzione con Bringme per promuovere la mobilità sostenibile negli spostamenti casa-lavoro, ha coinvolto alcune aziende sue associate con sede sulla direttrice stradale Novara-Vercelli per ampliare la platea dei lavoratori interessati a muoversi tra i due capoluoghi utilizzando un sistema “smart” (la piattaforma e l’app di Jojob-Bringme) di condivisione del mezzo di trasporto privato. A marzo 2023 Marazzato, Sambonet e Comoli Ferrari hanno avviato una fase di sperimentazione del servizio, mettendo a disposizione dei propri dipendenti le informazioni necessarie per utilizzare l’app di Jojob configurata come “community aziendale”. Nei primi due mesi (15 marzo-15 maggio) il progetto ha coinvolto 32 persone di Marazzato e Comoli Ferrari, con un risparmio di 893 km. di percorrenza, 114,4 kg di emissioni di Co2 e 175 euro di spese di trasporto. Il coordinamento tra imprese con attività differenti e lo scambio di informazioni tra i responsabili aziendali sono state le positive premesse per raggiungere l’obiettivo del progetto: la sua estensione a un numero sempre più ampio di aziende ed enti delle due province, in un’ottica di crescente condivisione della responsabilità sociale, tanto d’impresa quanto a livello di collettività.

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Il Gruppo Marazzato, nato nel 1952, si occupa di servizi ambientali con 8 sedi nel Nord Ovest e un raggio d’azione nazionale grazie alle reti d’impresa a cui aderisce. Con 300 dipendenti e un parco mezzi di oltre 250 unità fornisce servizi di gestione, intermediazione e trasporto rifiuti industriali, bonifiche ambientali, rimozione amianto e serbatoi e spurghi civili e industriali. Lo scorso febbraio 2023 il Gruppo ha dato vita alla Fondazione Marazzato, che si occupa di tutte le iniziative legate al mondo della CSR, della sostenibilità ambientale e della preservazione del patrimonio culturale, con particolare riferimento alla collezione privata di mezzi storici di oltre 250 esemplari custodita presso lo showroom di Stroppiana.

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Comoli Ferrari, da oltre 90 anni distributore di soluzioni per l’impiantistica, è un’azienda interamente italiana, nata a Novara nel 1929. Oggi è presente su gran parte del territorio nazionale con 112 punti vendita, distribuiti in otto regioni (Piemonte, Lombardia, Liguria, Valle d’Aosta, Emilia- Romagna, Marche, Toscana e Sardegna) e conta oltre 1.000 dipendenti e collaboratori. Terza generazione alla guida della società, Paolo Ferrari, insieme alle cugine Margherita e Anastasia Ferrari, è Amministratore Delegato unico dal 2016. Ad oggi ha trasformato l’impresa di famiglia in una struttura manageriale, attivando il percorso per un nuovo posizionamento che sta cambiando Comoli Ferrari da distributore di materiali per l’impiantistica in Solution Provider. I settori specialistici a cui Comoli Ferrari si rivolge sono: Energy, e-Mobility, Lighting, Entertainment, Industrial automation, Power distribution, Home and building automation, Indoor air quality, Safety e Security. Ma anche al settore idrotermosanitario e navale. Da sempre focalizzata sull’integrazione di tecnologia e competenza, ha fatto della sostenibilità, dell’innovazione e del coinvolgimento delle persone i fattori chiave per misurare il successo della propria impresa.

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Confagricoltura Piemonte: “La Consulta  per la Promozione del Territorio sia veicolo di tutela”

Confagricoltura Piemonte esprime soddisfazione per la nascita della Consulta per la promozione del territorio delle Aree protette del Po piemontese.

Non siamo stupiti che l’Ente Parco riconosca il ruolo trainante delle Associazioni di categoria e delle realtà economiche, per la promozione del territorio e che con esse cerchi una proficua collaborazione” afferma Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemonte.

 

Sicuramente come Confagricoltura daremo un contributo fattivo affinché questo organismo svolga un ruolo attivo nelle politiche di sostenibilità sociale, economica e ambientale del territorio” prosegue il direttore Lella Bassignana.

 

La Consulta sarà chiamata a esprimersi con pareri sul regolamento delle aree protette, per valorizzare e salvaguardare l’interesse economico e turistico di ampie zone caratterizzate da un ecosistema unico e tutelato dall’Unesco: il Delta del Po’ è infatti identificato all’interno del MAB – “Men and the Biosphere”, un programma scientifico intergovernativo riservato alle Riserve di Biosfera, essendo la più grande zona umida d’Italia, senza confini, costantemente ridisegnata dal lento lavorìo delle acque del fiume, in cui la natura esprime un’enorme ricchezza in termini di biodiversità.

 

Per Confagricoltura, la rappresentanza è assicurata da Edoardo Canepa per la provincia di Alessandria e Jacopo Ferraris per la provincia di Vercelli e di Biella.