“Ambiente battaglia universale, no a radicalismi e divisioni”

Per troppi anni l’ambientalismo si è rivolto soltanto a una parte limitata e schierata della popolazione, dimenticando colpevolmente che le tematiche ambientali sono universali e trasversali. C’è bisogno di maggior coinvolgimento e conoscenza su questi temi, senza assumere posizioni radicali che sono servite negli anni a fare solo sterile e faziosa propaganda politica”. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia alla vigilia della Giornata mondiale dell’ambiente, che si celebra il 5 giugno.

“Credo profondamente nel modello dell’economia circolare che ha come obiettivo quello di disegnare un futuro più sostenibile, in cui ridurre gli sprechi e utilizzare al meglio le risorse di cui disponiamo – ha aggiunto Allasia – . Uomo e ambiente sono due facce della stessa medaglia e chi non rispetta l’ambiente non rispetta se stesso”.

Proclamata nel 1972 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite in occasione dell’istituzione del Programma Onu per l’ambiente, la Giornata mondiale per l’ambiente è stata celebrata per la prima volta nel 1974 con lo slogan “Una sola Terra”.
La Giornata è dedicata quest’anno al tema del drammatico declino della biodiversità del pianeta. Circa un milione di specie viventi (su un totale stimato di circa 8,7 milioni) sono minacciate di estinzione. L’attuale ritmo di estinzione delle specie fa ritenere gli scienziati che siamo di fronte alla sesta grande estinzione massa. Molti ecosistemi sono stati distrutti, degradati, frammentati e solo una piccola percentuale è rimasta intatta. Il motto scelto per rappresentarlo è “È il momento della natura”.




Deposito unico per scorie nucleari, Torino chiede alla Sogin altri due mesi di tempo

La Città Metropolitana di Torino ha chiesto alla Sogin spa una proroga di ulteriori 60 giorni del termine per la presentazione delle osservazioni alla proposta della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee e del progetto preliminare per la collocazione del deposito unico nazionale delle scorie nucleari.

La richiesta è stata avanzata ufficialmente dal Vicesindaco metropolitano Marco Marocco in una lettera inviata alla Sogin e per conoscenza al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’Ambiente, ai presidenti delle Commissioni ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei Deputati e del Senato e al Presidente della Regione Piemonte.

Spiega il Vicesindaco metropolitano: “Dal momento che due dei siti individuati nella proposta della Carta nazionale interessano aree e Comuni della Città metropolitana di Torino – da un lato Carmagnola e dall’altro Caluso, Mazzè e Rondissone – il nostro Ente ritiene di essere portatore di un interesse qualificato nell’ambito del procedimento di consultazione pubblica in corso”.

Secondo Marocco la mole e la complessità delle informazioni e valutazioni sottoposte alla consultazione sono tali da richiedere un rilevante complesso di analisi geologiche, geografiche, urbanistiche, demografiche, ingegneristiche ed economiche.

Non si possono comprimere oltre un certo limite i tempi e le modalità di tali analisi. Riteniamo che l’iter di adozione della Carta nazionale debba contemperare la finalità di individuare un sito con la correttezza degli strumenti impiegati e la garanzia di imparzialità, in coerenza con le linee guida sui processi di consultazione pubblica espressi nella Direttiva del Consiglio dei Ministri numero 2 del 2017”.

Abbiamo approfondito la normativa in materia: la Sogin è titolare del procedimento di consultazione e può modificarne i termini. – precisa il Vicesindaco Marco Marocco – Pertanto il termine di 60-90giorni per la conclusione della consultazione pubblica, fissato dalla Direttiva 2 del 2017, è nella disponibilità della Sogin stessa. Da ciò deriva la nostra richiesta di prorogarlo di ulteriori 60 giorni, per consentire la più ampia partecipazione dei portatori di interessi qualificati”.




Agricoltura e Innovazione sostenibile: accordo tra CNH e il Politecnico di Torino

Il Politecnico di Torino e CNH Industrial Italia S.p.A. – rappresentati dal Rettore Guido Saracco e da Carlo Alberto Sisto, CNH EMEA President) – hanno firmato una lettera di intenti con cui si impegnano, per i prossimi due anni, a collaborare per sostenere lo sviluppo tecnologico del settore agricolo in Italia. Obiettivo dell’accordo, promuovere l’innovazione sostenibile in agricoltura attraverso attività di natura culturale, di formazione e di ricerca. Una cooperazione che guarda al futuro, con l’obiettivo di fornire una risposta concreta ai bisogni di crescita di uno dei settori chiave per l’economia del Paese.

Come azienda globale leader nel campo della produzione e commercializzazione di macchine agricole e movimento terra, CNH conferma tra i propri obiettivi il potenziamento delle tecnologie sostenibili adottate in agricoltura: da qui la volontà dell’azienda a investire nella ricerca scientifica e nella formazione, avvalendosi del supporto delle Università e degli  enti di ricerca specializzati sia italiani, sia internazionali.

La collaborazione tra CNH e il Politecnico di Torino verterà, in primo luogo, sulla formazione accademico-professionale di studenti e laureandi. Oltre allo sviluppo tecnologico nell’ambito del settore agricolo, i temi in rilievo sono quelli della sostenibilità ambientale e dei cambiamenti climatici con un progetto comune che guarda alle sfide del nostro tempo: promuovere specifiche competenze tecnologiche per la filiera agricola, capaci di guidare uno sviluppo produttivo efficiente e rispettoso dell’ambiente. Proprio per rispondere a queste nuove esigenze del mercato del lavoro, la nuova Laurea Magistrale in AgriTech Engineering promossa dall’Ateneo a partire da questo anno accademico, sarà sostenuta da CNH mediante il coinvolgimento del proprio personale nelle attività didattiche, la visita presso alcuni stabilimenti dell’Azienda, oltre a valutare la possibilità di attivare tirocini rivolti agli studenti iscritti.

Caratterizzato da una spiccata multidisciplinarietà, il percorso di Laurea Magistrale, erogato interamente in lingua inglese, mira infatti a formare ingegneri in grado di gestire e generare innovazione tecnologica nel campo della Climate-Smart Agriculture. La gestione del corso è condivisa da quattro diverse aree: ingegneria ambientale, ICT (Information & Communication Technologies), ingegneria industriale e ingegneria chimica, che insieme garantiscono l’integrazione di conoscenze e competenze necessarie a preparare gli studenti alle sfide future del settore agricolo.

L’Ateneo e CNH collaboreranno, inoltre, alla definizione di network internazionali e a livello locale, all’organizzazione di eventi istituzionali per promuovere la cultura scientifico-tecnologica e imprenditoriale. Il rapporto con il territorio e il dialogo con i cittadini sono i temi condivisi: dall’individuazione di nuovi modelli per rafforzare il legame con il territorio, alla sperimentazione di innovative forme di comunicazione all’interno del tessuto sociale.

Siamo lieti di consolidare la nostra partnership con il Politecnico di Torino nell’ambito della nuova Laurea Magistrale in AgriTech Engineering – ha dichiarato Carlo Alberto Sisto, CNH EMEA President – Questo corso rappresenta un’opportunità unica per gli studenti che desiderano intraprendere una carriera nell’ambito dell’AgriTech, un settore in rapida crescita che combina agricoltura e tecnologia in maniera innovativa. L’open innovation è il cuore di questa collaborazione: insieme al Politecnico di Torino, stiamo aprendo le porte alla creatività, alla condivisione di conoscenze e alla costruzione di soluzioni sostenibili per l’agricoltura del domani.”

“Grazie alla collaborazione con CNH abbiamo potuto progettare un corso unico nel suo genere, e tra i pochissimi in Italia – ha commentato il Rettore Guido Saracco – che potrà formare figure professionali che ad oggi mancano e di cui c’è già una forte richiesta. Abbiamo anticipato la tendenza ed ora siamo in grado di fornire una preparazione adeguata alle richieste del mercato del lavoro, che è ciò che deve fare un’università al servizio del territorio e delle aziende”.

La collaborazione andrà però oltre gli ambiti individuati dalla lettera di intenti: CNH torna ad essere Sponsor ufficiale di Biennale Tecnologia 2024, la manifestazione organizzata dal Politecnico di Torino per riflettere sul rapporto tra la tecnologia e la società, promuovendo insieme cultura tecnica e divulgazione scientifica.

Dal titolo “Utopie realiste”, l’edizione di quest’anno avrà luogo dal 17 aprile al 21 aprile 2024, CNH parteciperà condividendo un modello di business e di progettualità sistemica di economia circolare svolto in collaborazione con il Politecnico.




Tavolo sulla qualità dell’aria nella sede della Città metropolitana

E’ stato convocato dalla consigliera delegata all’ambiente della Città metropolitana di Torino, Barbara Azzarà, il Tavolo di coordinamento sulla qualità dell’aria.

L’appuntamento è fissato per venerdi 17 gennaio alle ore 15,30 presso la Sala Stemmi al primo piano di corso Inghilterra 7 a Torino.

Saranno presenti i sindaci e gli amministratori dei 33 comuni che rientrano nel protocollo dell’accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure di risanamento della qualità dell’aria nel Bacino Padano: Alpignano, Beinasco, Borgaro, Cambiano, Candiolo, Carignano, Carmagnola, Caselle, Chieri, Chivasso, Collegno, Druento, Grugliasco, Ivrea, La Loggia, Leinì, Mappano, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Pecetto, Pianezza, Pino Torinese, Rivalta di Torino, Rivoli, San Mauro, Santena, Settimo, Torino, Trofarello, Venaria Reale, Vinovo e Volpiano. La convocazione comprende come sempre l’assessore all’ambiente della Regione Piemonte, Arpa e Anci Piemonte, l’Agenzia per la Mobilità Piemontese.

L’incontro sarà l’occasione per un confronto con l’assessore regionale Matteo Marnati sull’evoluzione del protocollo padano per l’inverno 2020-2021, sull’avvio della limitazione strutturale dei veicoli diesel euro 4 ed il conseguente adeguamento delle misure emergenziali.

Si parlerà inoltre delle problematiche legate all’applicazione del divieto di utilizzo dei generatori di calore alimentati a biomassa legnosa con prestazioni emissive inferiori a “tre stelle” e della campagna di comunicazione sulla corretta gestione degli impianti termici.

La discussione sarà preceduta da una breve relazione sui dati della qualità dell’aria nel corso del 2019 a cura di ARPA Piemonte.




Torino. Qualità dell’aria, dal primo ottobre ritornano i limiti alla circolazione

Dopo la delibera approvata dalla Giunta regionale, anche la Città metropolitana di Torino ha adottato oggi il decreto a firma della Consigliera metropolitana con delega all’ambiente Barbara Azzarà, che comprende l’ordinanza tipo sui blocchi del traffico che verrà utilizzata dai comuni a partire dal primo di ottobre.

Rientrano negli obblighi previsti dal Protocollo padano, oltre a Torino, i comuni Beinasco, Borgaro Torinese, Cambiano, Carmagnola, Caselle Torinese, Chieri, Chivasso, Collegno, Grugliasco, Ivrea, La Loggia, Leinì, Mappano, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Pianezza, Rivalta di Torino, Rivoli, San Mauro Torinese, Santena, Settimo Torinese, Trofarello, Venaria Reale, Vinovo, Volpiano, dove i sindaci inviteranno tutta la popolazione ad utilizzare il meno possibile l’auto per la mobilità urbana e a privilegiare l’uso di altri mezzi di trasporto a basso impatto ambientale.

Quest’anno, a seguito delle valutazioni sullo stato della qualità dell’aria condotte da ARPA Piemonte, si sono aggiunti i comuni di Cambiano, La Loggia, Santena e Trofarello.

E’ stato così definito lo schema dei blocchi strutturali del traffico e quello dei blocchi che scatteranno in situazioni di emergenza in coerenza con le indicazioni regionali e con i provvedimenti adottati negli anni passati. Le misure adottate, a causa dei significativi superamenti dei valori limite di qualità dell’aria nel territorio metropolitano, risultano in alcuni casi più restrittive rispetto a quanto previsto nell’Accordo padano.

Viene confermato il percorso di limitazione progressiva dei veicoli più inquinanti. A partire dal 1 ottobre 2020 oltre a tutti i veicoli Euro 0 diesel, benzina, metano e gpl e Euro 1 Diesel, già bloccati l’anno scorso, saranno fermi 7 giorni su 7 e h 24 anche tutti i veicoli diesel Euro 2 Diesel. I ciclomotori e i motocicli Euro 0 continueranno ad essere bloccati 7 giorni su 7 e h 24 nei 6 mesi del periodo invernale.

Le auto e i veicoli adibiti al trasporto merci diesel Euro 3 saranno invece fermi nei giorni feriali dalle 8 alle 19 nel solo periodo invernale. Il blocco dei veicoli diesel Euro 4 che sarebbe dovuto scattare con le stesse modalità dal 1° ottobre 2020 è stato posticipato, su indicazione delle regioni del bacino padano, al 1° gennaio 2021 per consentire di modulare la mobilità dei cittadini in questo periodo di ridotta capacità del trasporto pubblico ai fini di contenere l’infezione da Covid-19.

Per contrastare il perdurare dei valori limite di superamento degli inquinanti in aria ambiente sono state invece potenziate, secondo le indicazioni di Regione Piemonte, le misure temporanee regolate dal Semaforo antismog.

Nelle situazioni di allerta di I° livello (arancio) è stata estesa la limitazione della circolazione agli autoveicoli diesel fino alla categoria Euro 5 e benzina Euro 1 dalle 8 alle 19, i veicoli adibiti al trasporto merci diesel fino alla categoria euro 4 saranno fermi dalle 8 alle 19 nelle giornate dal lunedì al venerdì e dalle 8,30 alle 14 e dalle 16 alle 19 nelle giornate di sabato e festive.

Nelle situazioni di allerta di II° livello (rosso) verranno fermati anche i veicoli adibiti al trasporto merci diesel Euro 5 e benzina Euro 1 dalle 8,30 alle 14 e dalle 16 alle 19 sia nei giorni feriali che festivi.

In caso di allerta di III livello (viola) si fermeranno tutti i veicoli diesel fino a Euro 5 e benzina Euro 1 dalle 7 alle 20.

Sono state prorogate le deroghe per veicoli diesel Euro 3 e 4 condotti da persone il cui ISEE del relativo nucleo familiare è inferiore alla soglia di 14.000 euro, da lavoratori turnisti o che stanno rispondendo a chiamata in reperibilità e per i veicoli al servizio delle manifestazioni regolarmente autorizzate e condotti da operatori economici che accedono o escono dai posteggi dei mercati settimanali o delle fiere. Le deroghe saranno valide fino al 31 dicembre 2020 per i veicoli diesel Euro 3 e fino al 1° gennaio 2021 per i veicoli diesel Euro 4. Per i veicoli Euro 5 interessati dalle limitazioni temporanee le deroghe in questione non hanno scadenza.

Per quanto riguarda gli impianti di riscaldamentorimane l’obbligo di utilizzare nei generatori di calore di potenza termica nominale inferiore ai 35 kW pellets certificati conformi alla classe A1 della norma UNI EN ISO 17225-2 e il divieto di utilizzo di generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa (in presenza di impianto di riscaldamento alternativo) con prestazioni energetiche ed emissive che non sono in grado di rispettare i valori previsti almeno per la classe 3 stelle in base alla classificazione ambientale introdotta dal decreto attuativo dell’articolo 290, comma 4, del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152 e 4 stelle in caso di allerta di I livello o superiore.

“Ringrazio i sindaci del Tavolo metropolitano – ha commentato la consigliera con delega all’Ambiente della Città metropolitana di Torino, Barbara Azzarà – che anche in questo frangente hanno mantenuto fermo il principio di salvaguardare la salute dei cittadini dell’area metropolitana, senza vanificare gli sforzi di questi anni e al contempo sono riusciti a tenere in conto la situazione straordinaria ed emergenziale che stiamo vivendo”.




CNA Piemonte, Sostegno e Sostenibilità: il futuro dei corpi intermedi, intelligenza artificiale e green

Continua la marcia di avvicinamento all’assemblea quadriennale elettiva della CNA Piemonte. L’appuntamento è per domenica 4 luglio 2021 dalle ore 9 presso il Campus delle Nazioni Unite (International Center of the ILO) – Padiglione Piemonte in viale Maestri del Lavoro 10 a Torino.

Tutto l’evento si svolgerà nella doppia prospettiva del Sostegno e della Sostenibilità.
Sostegno
La CNA Piemonte, in occasione dell’VIII Assemblea quadriennale elettiva, intende svolgere un confronto pubblico sul tema del valore dei corpi intermedi rilanciando un nuovo modello di concertazione e negoziazione. Il tempo della pandemia che ha rilanciato il ruolo delle associazioni di categoria sarà analizzato ampliando i confini e guardando anche al di fuori dell’Italia. Un approfondimento che nasce anche dalla prospettiva “europea” con la quale saranno destinate le risorse del Pnrr.
Per questa sezione interverrà Jeanne Schmitt – Senior Programme Officer ITC ILO con un talk dal titolo Trends mondiali della rappresentanza. Poi si passerà alla tavola rotonda La nuova frontiera della rappresentanza nell’era post – Covid che vedrà protagonisti: Fabrizio Actis – Presidente Regionale CNA Piemonte, On. Claudia Porchietto – Onorevole membro della VI Commissione finanze della Camera dei Deputati,  Giuseppe Roma – Presidente della Rete Urbana delle Rappresentanze, Jeanne Schmitt – Senior Programme officer ITC ILO, On. Tiziano Treu – Presidente CNEL e  Daniele Vaccarino – Presidente Nazionale CNA.
Sostenibilità
In un contesto di radicale rivoluzione segnato dalla pandemia e dall’aggravarsi della questione climatica, dall’accelerazione della digitalizzazione e dell’innovazione, la CNA Piemonte deve rappresentare luogo e occasione di rinnovamento e di fattivo supporto alle aziende in questa transizione così delicata. L’evoluzione delle micro e piccole imprese passa non solo attraverso la digitalizzazione, ma attraverso una profonda spinta ad affrontare le sfide della contemporaneità dal punto di vista dei processi e dei prodotti.

Aprirà la sezione Emanuela Girardi – Presidente POP AI con il suo talk dal titolo L’Intelligenza Artificiale per lo sviluppo sostenibile. Il secondo momento sarà la tavola rotonda Digitalizzazione e transizione green la ricaduta del Pnrr sulla micro impresa con Brando Benifei – Europarlamentare e relatore sul Regolamento Europeo  per l’Intelligenza Artificiale, Emanuela Girardi – Presidente POP AI, Andrea Luigi Guerra – Ricercatore presso Sorbonne Universités in Gestione dell’Innovazione, Guido Saracco – Rettore Politecnico di Torino, Andrea Tronzano – Assessore Bilancio Finanze e Sviluppo delle attività produttive Giunta  Regionale del Piemonte e Delio Zanzottera – Segretario Regionale Cna Piemonte.




Alle politiche energetiche 2,5 milioni di euro

Quasi due milioni e mezzo di euro destinati alle politiche energetiche regionali per il 2020: lo ha annunciato in Terza commissione l’assessore all’Ambiente, Energia e Innovazione, illustrando il Documento di economia e finanza regionale (Defr) e il Bilancio di previsione finanziario 2020-2022.

L’assessore ha spiegato che la cifra messa a bilancio per le sue competenze dirette, è di quasi un milione e quattrocentomila euro, provenienti per la maggior parte da fondi europei e statali. L’altro milione e 100mila euro è di competenza dell’assessorato ai Trasporti. Anche gli anni 2021 e 2022 saranno coperti più o meno dalle stesse cifre.

L’obiettivo da raggiungere è quello di avere sempre più energia proveniente da fonti rinnovabili eliminando i combustibili fossili, ha chiarito l’assessore. Sarà quindi necessario un ammodernamento delle strutture e infrastrutture energetiche attraverso non solo nuove tecnologie, ma tramite la realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici sulle aree degradate e abbandonate, senza utilizzare nuovo suolo.

Si pensa anche alla costruzione di nuovi invasi nelle montagne, per tutelare l’acqua e per produrre nuova energia pulita.

Tra i principali scopi che la Regione si è prefissata, ha concluso il rappresentante dell’esecutivo, ci sono poi quelli di ridurre maggiormente i consumi e di promuovere la green economy su tutto il territorio piemontese.

Lo scorso dicembre la Giunta ha approvato il nuovo Piano energetico regionale (Pear), che dovrà ora essere esaminato e votato dal Consiglio regionale.




Scorie nucleari, i parlamentari piemontesi a fianco dei Comuni

Un emendamento trasversale firmato dai parlamentari piemontesi; un tavolo di concertazione creato da Regione Piemonte per affrontare in modo condiviso il tema dell’eventuale insediamento in Piemonte del sito nazionale unico per il deposito di scorie radioattive; l’impegno di Città metropolitana e Regione Piemonte nell’affiancare i Comuni con il lavoro dei tecnici; la necessità di fare squadra sul territorio per difendere le eccellenze agroalimentari e turistiche sulle quali tanto si è investito negli ultimi anni; infine la presenza di errori ed imprecisioni contenuti nel documento di Sogin e la mancanza di trasparenza sui documenti.

Questi i principali punti emersi dalla videoriunione convocata dal vicesindaco di Città metropolitana di Torino Marco Marocco insieme all’assessore di Regione Piemonte Maurizio Marrone che questa mattina ha collegato i sindaci dei territori potenzialmente interessati con numerosi parlamentari piemontesi: presenti online Alessandro Benvenuto, Jessica Costanzo, Celeste D’Arrando, Silvia Fregolent, Carlo Giacometto, Alessandro Giglio Vigna, Stefano Lepri, Susy Matrisciano, Augusta Montaruli, Lucio Malan, Osvaldo Napoli, Elisa Pirro, Claudia Porchietto e Daniela Ruffino.

Alla videoriunione è intervenuto anche il presidente della Provincia di Alessandria Gianfranco Baldi in rappresentanza dei Comuni alessandrini coinvolti.

Ai parlamentari è stata chiesta da tutti i sindaci maggiore trasparenza da parte di Sogin che sul proprio sito internet non ha pubblicato i documenti necessari, oltre alla necessità di esplicitare i criteri con cui sono stati individuati i siti potenzialmente idonei; in particolare è stato chiesto di attivarsi per ottenere subito il rinvio o la sospensione dei termini per presentare le osservazioni proprio a causa della mancanza della documentazioni tecniche necessarie.

Da Matilde Casa sindaca di Lauriano e portavoce della zona omogenea 10 Chivassese e Ivana Gaveglio sindaca di Carmagnola e portavoce della zona omogenea 11 Chierese Carmagnolese sono state evidenziate le fortissime preoccupazioni del territorio e la presenza di gravi errori materiali nel documento di Sogin: con loro sono intervenuti anche i sindaci dei siti potenzialmente idonei, la sindaca di Caluso Maria Rosa Cena, Marco Formia sindaco di Mazzè e Antonio Magnone sindaco di Rondissone ugualmente preoccupati per le ricadute locali.

Molti parlamentari hanno ricordato di aver già presentato interrogazioni urgenti  e di aver chiesto chiarimenti anche ai Ministri sui criteri e le distanze, tutti hanno ribadito la disponibilità a sostenere la battaglia dei territori criticando il metodo con cui  stata resa pubblica una tematica di livello nazionale così delicata, con un’improvvisa accelerazione dopo anni di attesa e di ritardi; è stato anche richiamato l’impegno per monitorare il rispetto dei tempi del programma di smantellamento del sito nucleare di Saluggia, previsto entro il 2035.

Infine, è stato ribadito dai parlamentari come la procedura di scelta del sito sia in corso e che nessuna decisione è stata assunta: tutti hanno confermato la loro attenzione a questa partita per arrivare a soluzioni di sicurezza verso l’indispensabile creazione di un unico deposito nazionale nel sito più idoneo che presenta le migliori condizioni tecniche.

 




“Via le plastiche dalle Alpi” di European Research Institute e PoliTO

23 escursioni, di cui 15 con pulizia di 197 km di sentieri per un totale di 98 kg di rifiuti di plastica raccolti (circa mezzo chilo a km), 20 campionamenti di neve prelevati in 5 aree della Alpi occidentali dal versante piemontese del Gran Paradiso alle Alpi Marittime, 238 volontari coinvolti: questi alcuni dei numeri da presentare giovedì 3 marzo presso il Politecnico di Torino per A-Stop the ALPs becoming Plastic MountainsEvitiamo che le Alpi diventino montagne di plastica.

Il progetto altamente innovativo e sviluppato nel corso di tutto il 2021, è stato ideato e realizzato dall’European Research Institute di Torino, e ha goduto del fondamentale apporto scientifico del Dipartimento di Scienze Applicate e Tecnologia del Politecnico di Torino, coordinato dalla professoressa Debora Fino e dall’ingegner Camilla Galletti.

 

Il progetto, il primo sulle Alpi, di queste dimensioni geografiche e con questa varietà di interventi, si è sviluppato su diversi livelli: sensibilizzazione all’inquinamento da plastica, educazione, formazione, prevenzione, ricerca.

A “monte” di questa attività una larga compagine di attori: 4 rifugi alpini ‘pilota’; 8 scuole, 33 classi, 660 studenti coinvolti (dalle elementari alle scuole superiori); 19 eventi di formazione per professionisti della montagna, 56 ore, 380 partecipanti.

 

Stop the ALPs becoming plastic mountains si è svolto in collaborazione con i rifugi Guido Muzio (valle Orco-Gran Paradiso), Les Montagnards (val d’Ala-valli di Lanzo), Selleries (val Chisone-Parco Orsiera Rocciavré) e Pagarì (valle Gesso-Parco Alpi Marittime) e finanziato da European Outdoor Conservation Association (EOCA) che ha premiato la proposta – insieme ad altre 5 in ogni angolo del Pianeta: Brasile, Colombia, Spagna e Gran Bretagna – al termine di una selezione tra 180 programmi da tutto il mondo. Il progetto ha l’obiettivo di proteggere l’habitat di alta montagna, uno degli ultimi ambienti incontaminati dell’Europa meridionale, dall’inquinamento da plastica perché, contrariamente a quanto si possa pensare, azioni indiscriminate e incoscienti contribuiscono a colpire anche i territori più selvaggi e puri delle vette alpine, quindi anche quella straordinaria biodiversità e quegli ambienti che sono alla base del benessere e dell’economia delle aree più avanzate dell’intera Europa. Un patrimonio messo a rischio non solo dal cambiamento climatico, ma anche dall’invasivo inquinamento da plastica.

 

In questi ultimi 5 anni – spiega Franco Borgogno, Responsabile Progetti Ambientali di European Research Institute – abbiamo acquisito una grande esperienza sul tema dell’inquinamento da plastica: dall’Artico al Mediterraneo, dai fiumi alla neve. Attraverso un’azione ‘sistemica’ e strutturale sulle montagne, vogliamo valorizzare e proteggere le Alpi come fonte di benessere per le grandi aree urbane che le circondano, l’intero continente, e i rifugi alpini come elementi chiave della sostenibilità e della sensibilizzazione”. E prosegue “Queste attività ci hanno permesso di coinvolgere un grande numero di persone e, grazie al successo che hanno riscosso, di poter proseguire il lavoro ampliando notevolmente l’area di intervento e il numero di iniziative. Con il nuovo progetto CleanAlps, che durerà fino al luglio 2023 ed è finanziato da The North Face Explore Fund, arriveremo a 40 interventi di pulizia sui sentieri di tutte le Alpi nord-occidentali, formeremo professionisti della montagna e relativi amministratori, e svolgeremo ulteriori interventi educativi nelle scuole, sensibilizzando la popolazione locale e non alla citizen science. Infatti, non solo puliremo i sentieri ma – seguendo i protocolli internazionali – catalogheremo tutto ciò che raccoglieremo in modo da registrare dati che rendano più semplice la prevenzione. Tutti potranno partecipare a questa attività di ricerca scientifica, immersi nella meraviglia delle Alpi: basta contattarci”.

 

“Questo progetto ha subito attirato la mia attenzione – spiega Debora Fino, Resources Manager del Green Team del Politecnico di Torino, “perché credo che una Università pubblica al servizio del Paese si debba impegnare per proteggere e salvaguardare uno tra i beni più preziosi che abbiamo, le Alpi, che costituiscono un patrimonio culturale di grande valore e un insieme di ecosistemi naturali di rara bellezza”.




Rifiuti, verso una modifica della legge

La Giunta regionale intende modificare la legge regionale 1 sulla gestione dei rifiuti. Lo ha annunciato oggi l’assessore all’ambiente Matteo Marnati, illustrandone lo stato di attuazione su richiesta di Sarah Disabato (M5s) in quinta Commissione, presieduta da Angelo Dago.

Di fronte ai ritardi nell’accorpamento dei consorzi di gestione dei rifiuti in una struttura di area vasta, previsto dalla norma regionale, l’assessore ha dichiarato la sua volontà di modificarla, introducendo “la scelta da parte dei consorzi se accorparsi o no, per venire incontro alle difficoltà espresse da diversi sindaci. È necessario introdurre criteri per premiare il consorzio che raggiunge gli obbiettivi e commissariare quello che non li raggiunge”. L’assessore ha anche ipotizzato la presentazione della nuova proposta entro un mese.

Contrarie le minoranze: Alberto Avetta (Pd) ha ricordato che la legge vigente “è il frutto di un lungo e complesso confronto, è difficile trovare modalità tecniche che la migliorino senza ignorare il lavoro di tanti mesi”.

Per Sean Sacco (M5S)” rivedere la legge è una sconfitta, l’area vasta permette una visione omogenea della gestione dei rifiuti e di generalizzare le buone pratiche”. Contro si sono espressi anche Giorgio Bertola (M5s) e i consiglieri Pd Diego Sarno e Monica Canalis.

La maggioranza ha confermato il sostegno all’assessore Marnati. Per Claudio Leone (Lega) bisogna accettare le critiche che vengono dai sindaci: “La scelta dell’assessore è quella giusta. La norma nazionale lascia aperture, non obbliga agli accorpamenti”.

Per Paolo Ruzzola (Fi) “se ci sono tante resistenze ci sarà un motivo. Non sono state ascoltate le periferie, se si fosse fatto si sarebbe riscontrata la contrarietà dei sindaci a rendere obbligatorio l’accorpamento nell’area vasta”.  Carlo Riva Vercellotti (Fi) ha chiesto il coinvolgimento delle Province nella gestione dei rifiuti.

In precedenza era stato audito in Commissione il direttore generale dell’Arpa Angelo Robotto sullo stato dell’aria in Piemonte. Nella sua relazione ha evidenziato che il livello di inquinamento è in costante calo, ma su 12 sostanze esaminate, 5 sono ancora sopra il livello di guardia: benzo(a)pirene, biossido di azoto, PM2.5, PM10 e ozono.

Robotto ha sottolineato come gli agenti inquinanti derivino dal traffico veicolare, dall’industria, dall’agricoltura e dal riscaldamento, in particolare da quello a legna, i cui prodotti arrivano fino a Torino, come riscontrato dai rilevamenti: “Perché l’inquinamento rientri nei limiti fissati dall’Unione europea entro il 2030 occorre attuare tutti gli interventi previsti dal piano regionale di qualità dell’aria”.

Successivamente l’assessore Marnati ha illustrato lo stato di attuazione di quel piano. Nel dibattito sono intervenuti Marco Grimaldi (Luv), Disabato, Riva Vercellotti, Andrea Cane (Lega).