Ricominciano il 26 gennaio le escursioni del progetto “Sentiero verde” in Piemonte e Liguria

Con il nuovo anno sono ripartite le attività dell’associazione di promozione sociale “Camminare Lentamente” di Villanova d’Asti, patrocinate dalla Città Metropolitana di Torino, in particolare per quanto riguarda l’iniziativa “Sentiero Verde 2020. Il programma prevede nell’anno appena iniziato ben 31escursioni, di cui 8 a Torino e nel territorio metropolitano torinese.

Conoscere il tuo pianeta è un passo verso il proteggerlo”, scriveva l’esploratore e oceanografo francese Jacques-Yves Cousteau: con questo spirito, l’associazione, da quest’anno affiliata all’ENDAS-Ente Nazionale Democratico di Azione Sociale, valorizza una concezione della vita in armonia con la natura, che promuove la lentezza come valore sociale e la sostenibilità come unica strada verso un futuro sano per il pianeta.

Le attività di “Sentiero Verde” iniziano domenica 26 gennaio con la passeggiata “Borghi tra i boschi” a Passerano Marmorito (Asti), e proseguiranno fino al 10 novembre.

Il primo appuntamento sul territorio metropolitano è previsto per domenica 19 aprile: l’escursione “Cammino del Romanico” partirà alle 9,30 da Andezenoe durerà tutto il pomeriggio. A seguire gli appuntamenti a Meana di Susa domenica 24 maggio, a Montaldo Torinese sabato 20 giugno, giovedì 16 luglio a Pecetto Torinese, sabato 19 settembre a Chieri in occasione della manifestazione “Puliamo il mondo!”, domenica 4 ottobre a Castiglione Torinese, domenica 25 ottobre a Cambiano e domenica 8 novembre a Torino.

Le escursioni proposte da “Camminare lentamente” da un lato stimolano la sensibilità naturalistica e ambientale dei partecipanti e dall’altro valorizzano il patrimonio storico, artistico e architettonico piemontese. La proposta dell’associazione si estende anche alle generazioni più giovani: dopo il successo delle edizioni 2018 e 2019, si replica il progetto di sensibilizzazione “A piccoli passi”, rivolto ai bimbi da 0 a 6 anni accompagnati dai genitori o dai nonni, con cinque passeggiate ed escursioni su misura per i più piccoli, previste nei venerdì 3 aprile a Pessione, 8 maggio a Chieri, 22 maggio alla Madonna della Scala di Chieri, 18 settembre a Chieri e 9 ottobre a Cambiano. “A piccoli passi” è un’iniziativa ideata dall’associazione Camminare Lentamente in collaborazione con l’asilo nido Cucciolo di Chieri. Le passeggiate sono a partecipazione gratuita e iniziano alle 17.

Il programma completo, la descrizione dei percorsi e tutte le informazioni si possono trovare sul sito www.camminarelentamente.it




Smaltimento illegale di rifiuti non pericolosi in riva alla Dora a Torino

Non disponeva dell’autorizzazione allo smaltimento e ha abbandonato alcune decine di metri cubi di rifiuti non pericolosi in modo del tutto illegale sulla sponda destra della Dora a Torino la ditta denunciata all’autorità giudiziaria dalla Polizia locale metropolitana, a seguito di un controllo effettuato lunedì 25 gennaio. Il personale della Polizia metropolitana è intervenuto per verificare il ripristino dello stato dei luoghi dopo l’abbandono di rifiuti, a seguito di una segnalazione da parte delle Guardie Ecologiche Volontarie, che sono dipendenti onorari della Città Metropolitana di Torino.

Gli agenti della Polizia Metropolitana sono riusciti ad individuare sia la società che aveva prodotto i rifiuti sia quella che li aveva abbandonati in riva alla Dora. Le ditte sono state denunciate in concorso all’autorità giudiziaria e dovranno pagare una contravvenzione di 6.500 euro ciascuna, oltre ad accollarsi le spese per il ripristino dello stato dei luoghi. In caso contrario dovranno subire un processo per il reato di abbandono di rifiuti commesso da persona giuridica. I rifiuti non pericolosi recuperati in riva alla Dora sono stati avviati alle operazioni di recupero in un impianto specializzato in possesso dell’autorizzazione ambientale rilasciata dalla Città Metropolitana di Torino.

“Le GEV e la Polizia Metropolitana continuano in tutto il territorio della Città Metropolitana di Torino il monitoraggio per verificare che non si ripetano abbandoni abusivi di rifiuti. – sottolineano il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco e la Consigliera delegata all’ambiente e vigilanza ambientale Barbara Azzarà – In questa come in altre operazioni si rivela essenziale la collaborazione e la sinergia tra la Polizia locale metropolitana e le Guardie Ecologiche Volontarie, a cui il nostro Ente deve riconoscenza e considerazione per l’impegno profuso”.




Disposizioni antismog, Confagricoltura chiede alla Regione un confronto tecnico

Con la D.G.R n. 9-2916 del 26 febbraio scorso – ricorda Confagricoltura – sono state infatti approvate una serie di disposizioni straordinarie per la tutela della qualità dell’aria, che per il settore agricolo si traducono essenzialmente in divieti, applicati nei periodi di superamento delle soglie di inquinamento, riguardanti la combustione all’aperto di paglie e residui colturali e la distribuzione in campo di tutte le matrici fertilizzanti contenenti azoto (reflui e digestati, sia palabili, sia  non palabili, concimi minerali, ammendanti e correttivi). Data l’urgenza del provvedimento, le misure sono state adottate praticamente senza possibilità di confronto e discussione.

Confagricoltura Piemonte ritiene che non siano stati considerati in modo adeguato alcuni aspetti tecnico-agronomici fondamentali, in particolare per quanto riguarda la fertilizzazione. Infatti, nell’estendere l’obbligo di interramento immediato a tutti i concimi azotati non si è tenuto conto del fatto che questa operazione risulti agronomicamente impossibile qualora vi sia già una coltura in atto (per esempio grano o orzo) e che, a questo punto della stagione, non sia neanche possibile cambiare il piano di concimazione già impostato e in parte realizzato, ricorrendo, per esempio, a concimi a lento rilascio. Anche la letamazione dei prati in primavera, pratica agronomica non solo consigliata, ma raccomandata per quanto riguarda le coltivazioni biologiche, risulterebbe irrealizzabile, oltre che distruttiva per il cotico erboso, se il letame dovesse essere interrato.

Inoltre le misure straordinarie per la qualità dell’aria, come è stato più volte affermato, dovrebbero essere applicate in modo uniforme in tutte le Regioni del Bacino Padano per poter rispondere in modo adeguato sia alle esigenze di carattere ambientale, sia agli obblighi derivanti dalla procedura di inflazione.

Esaminando i provvedimenti adottati dalle altre Regioni – fa rilevare Confagricoltura – si può notare che il quadro non è omogeneo.

La Regione Lombardia prevede il divieto di spandimento degli effluenti di allevamento, delle acque reflue, dei digestati, dei fertilizzanti e dei fanghi di depurazione in tutti i casi di superamento dei limiti di inquinamento dell’aria.  Sono però state definite con precisione le matrici fertilizzanti soggette alle limitazioni, tra l’altro con esclusione dei letami, e consentite numerose modalità di applicazione al terreno oltre all’iniezione e interramento immediato, tra le quali la distribuzione localizzata su colture in atto.

L’Emilia-Romagna, pur estendendo territorialmente le misure come Piemonte e Lombardia, ha limitato il divieto allo spandimento dei liquami, facendo salva l’applicazione con interramento immediato o iniezione diretta.

Il Veneto infine a tutt’oggi non ha ancora approvato alcuna delibera che tratti le misure straordinaria per la qualità dell’aria.

Sembrano quindi potersi aprire degli spazi – sostiene Confagricoltura – per una parziale revisione della delibera del Piemonte o comunque per la definizione di indicazioni operative più dettagliate riguardo alle fertilizzazioni.

Confagricoltura Piemonte ritiene che si possa anche prendere in considerazione, quale modalità non dannosa per l’ambiente, la distribuzione controllata dei concimi minerali in prossimità di eventi piovosi, previsti dal Servizio meteo regionale; la loro distribuzione con pressoché immediata infiltrazione negli strati superficiali del terreno contribuirebbe a migliorare la qualità dell’aria e consentirebbe un assorbimento più veloce dell’azoto con limitate dispersioni in atmosfera.

 

 

 

 




Il Piemonte punta su idrogeno, idroelettrico e fotovoltaico

Il Piemonte, di fronte alla situazione climatica e ambientale, punterà su idrogeno, idroelettrico e fotovoltaico e sull’aumento dei fondi europei per migliorare strutturalmente la qualità dell’aria. Lo ha dichiarato l’assessore all’ambiente Matteo Marnati concludendo il dibattito sulla condizione ambientale tenutosi in Consiglio regionale.

Il Consiglio ha approvato tre ordini del giorno della maggioranza: quello di Fdi, primo firmatario Maurizio Marrone, approvato a maggioranza, chiede “lo stato di emergenza climatica e ambientale”, accompagnandolo con una serie di misure regionali concrete per la riduzione degli inquinanti e dell’impatto ambientale delle attività.

Nell’ordine del giorno della Lega approvato a maggioranza, primo firmatario Alberto Preioni, si riconosce ”lo stato di disagio ambientale della nostra regione connesso alle intrinseche caratteristiche geomorfologiche del territorio”, e si chiedono fondi specifici per politiche strutturali di sviluppo ambientale e di miglioramento della qualità dell’aria.

Il terzo ordine del giorno, prima firmataria Alessandra Biletta (Fi), approvato all’unanimità dei votanti, chiede il riconoscimento da parte del governo e dell’Ue della “specificità delle Regioni del bacino padano”, in modo da incrementare le risorse per l’attuazione di un piano interregionale per la riduzione degli inquinanti  e il miglioramento strutturale della qualità dell’aria.

Bocciati invece dalla maggioranza i tre ordini del giorno delle minoranze. Quello del centrosinistra, primo firmatario Marco Grimaldi (Luv), chiedeva lo stato di emergenza climatica e ambientale insieme con una serie di misure strutturali e di risorse aggiuntive regionali, nazionali ed europee per migliorare la qualità dell’aria e l’impatto ambientale anche attraverso il ricambio del parco dei mezzi pubblici e lo spostamento delle merci su ferrovia. Si chiedeva anche l’aumento proporzionale delle tasse per le aziende che inquinano.

I due ordini del giorno del M5s proponevano l’interruzione della realizzazione della Torino-Lione (prima firmataria Francesca Frediani) e la dichiarazione di stato di emergenza climatica e ambientale con conseguenti impegni per contrastare il cambiamento climatico (prima firmataria Sarah Disabato). Tra questi, il confronto con il mondo economico piemontese “per il passaggio da un modello di sviluppo lineare a uno circolare” e la piena attuazione del piano della qualità dell’aria in Piemonte.

“Il Piemonte è una regione virtuosa sul piano ambientale”, ha detto nel suo intervento l’assessore Marnati. “Siamo sul podio in Italia per uso delle energie rinnovabili e degli incentivi ambientali. Ma sul processo di transizione climatico sono necessari tempi lunghi”. Marnati ha ricordato il recente confronto con i rappresentanti della regione francese Rhone-Alp, la loro esperienza sull’idrogeno, “ci scambieremo buone pratiche, loro sono avanti”, la necessità emersa di completare la Torino-Lione, non solo per il suo valore ambientale: “L’incrocio con la Genova Rotterdam porrà il Piemonte in un ruolo centrale per la logistica, porterà sviluppo”.

Secondo l’assessore all’ambiente, oltre che sull’idrogeno “occorre puntare sul fotovoltaico, sull’idroelettrico, anche con nuovi invasi che rappresentano pure occasioni turistiche. All’Europa diamo più di quanto riceviamo; chiediamo all’Ue più risorse per politiche strutturali di abbattimento degli inquinanti, anche con incentivi per l’acquisto di nuovi mezzi da parte dei privati, per cui presto partiranno i bandi”.

Marco Grimaldi, presentando l’ordine del giorno del centrosinistra, ha sostenuto che “occorre mettere al centro la riconversione ecologica della nostra economia. E’ necessario un grande piano di rilancio del trasporto. Oggi le multinazionali non pagano mai i loro disastri climatici. Dobbiamo far pagare una parte della riconversione ecologica a chi ha creato questa situazione”. Presentando poi un proprio ordine del giorno che, in caso di abbonamento al trasporto pubblico locale di un genitore, metterebbe a disposizione un altro gratuito per un figlio sotto i 14 anni, ha parlato di “un modo per abituare i ragazzi ad utilizzare il mezzo pubblico e per i genitori un incentivo ad abbonarsi”. L’Odg sarà votato la prossima settimana.

Maurizio Marrone ha spiegato che “la richiesta di stato di emergenza climatica e ambientale nasce perché non siamo rinchiusi nel palazzo, ma condividiamo la sensibilità per l’ambiente. Abbiamo però inserito nel nostro ordine del giorno impegni concreti su cui la Giunta Cirio sta già dimostrando attenzione, a partire dai fondi europei indirizzati a esperienze di economia circolare, dai piani di rilancio industriale delle aree di crisi ispirati alla mobilità elettrica, dal completamento della Torino-Lione per trasferire i trasporti delle merci dalla gomma alla rotaia”.

Per Alberto Preioni “con i blocchi del traffico, a fronte di un beneficio minimo, andiamo a colpire soprattutto le fasce deboli. Con l’assessore Marnati stiamo invece guardando al futuro con gli autobus elettrici e con i treni ad idrogeno. La nostra Regione porterà avanti una grande lotta alla plastica, ma non ‘a freddo’ come fa il Governo con tassazioni che mettono in crisi le aziende e l’occupazione. Ben vengano le grandi opere e i ragionamenti politici alti, ma stigmatizziamo tutte quelle misure poco utili che vanno a penalizzare i cittadini, soprattutto quelli in difficoltà”.

“Sull’ambiente è importante cambiare strada, forse non per noi, ma per i nostri figli”, ha sostenuto Domenico Ravetti (Pd). “Nei documenti presentati oggi dalla destra vedo una certa rassegnazione e una certa non consapevolezza del problema. Di fronte a quella che noi abbiamo definito “emergenza” voi rispondete con la parola “disagio”. Sembrate non rendervi conto che siamo sulla via del non ritorno. I problemi vanno affrontati e risolti in una dimensione europea, e voi di Europa parlate sempre in negativo”.

Per Alessandra Biletta “esiste il grave problema della qualità dell’aria, vista la collocazione orografica del Piemonte. Si tratta di una questione che riguarda tutto il bacino padano. Chiediamo pertanto al governo e all’Europa di prenderne atto e di finanziare un piano pluriennale e straordinario per la qualità dell’aria e la riduzione delle emissioni attraverso l’attuazione di misure strutturali definite dalle regioni coinvolte”.

Sarah Disabato ha parlato di “confusione in maggioranza sui cambiamenti climatici e sull’inquinamento. Ricordo che anche il Veneto ha sottoscritto un accordo in materia di miglioramento della qualità dell’aria e di blocchi del traffico, la maggioranza non può utilizzare questi temi per ricatti politici. Si cerca in questo modo di mettere una pezza a quanto successo lo scorso 15 ottobre in quest’Aula, quando non è stata dichiarata l’emergenza climatica. Noi vogliamo dare una risposta concreta ai cittadini piemontesi su più fronti, dagli incentivi per la sostituzione delle auto inquinanti agli investimenti sulle fonti rinnovabili”.

 

 




Obbligo etichettatura ambientale per imballaggi.
 In vigore dal 1° gennaio 2022

Dal 1° gennaio 2022 scatta l’obbligo dell’etichettatura ambientale che prevede l’identificazione in apposita etichetta dei materiali di imballaggio e l’indicazione della corretta gestione a fine vita degli imballaggi destinati al consumatore finale.

In pratica, cosa dice la normativa? Tutti gli imballaggi devono essere opportunamente etichettati secondo le modalità stabilite dalle norme UNI applicabili. Lo scopo è quello di dare una corretta informazione ai consumatori sulla destinazione finale degli imballaggi, cioè per facilitarne la raccolta e il riutilizzo o riciclaggio. I produttori di imballaggi hanno inoltre l’obbligo di indicare la natura dei materiali di imballaggio. Anche gli utilizzatori – le imprese che utilizzano imballaggi per confezionare (o trasportare) i propri prodotti – sono coinvolti dalla normativa.

Il Ministero della Transizione Ecologica è già intervenuto con una circolare di chiarimenti in merito, ma permangono ancora parecchie difficoltà nell’applicazione degli adempimenti. Si tratta, quindi, di un tema sul quale occorre prestare la massima attenzione.

Per queste regioni Confartigianato Cuneo ha organizzato due incontri:
per le aziende alimentari – giovedì 25 novembre – ore 18.00
per aziende non alimentari – lunedì 29 novembre – ore 18.00

Gli incontri si svolgeranno in modalità web online e “in presenza” presso la Sala Consiglio della Segreteria territoriale (ingresso Via XXVIII Aprile, 24 – Cuneo) con possibilità di partecipazione fino ad esaurimento posti (come previsto dalla normativa vigente, l’accesso in presenza sarà consentito se in possesso di Green-pass / Certificazione Verde in corso di validità oppure con risultato di tampone antigenico negativo nelle 48 ore precedenti).
Nel corso degli incontri saranno innanzitutto analizzati i riferimenti normativi e soggetti obbligati. In seguito, grazie alla collaborazione con uno studio legale specializzato in materia, si affronteranno le “definizioni di imballaggio” e le informazioni che deve contenere l’etichetta ambientale, parlando di responsabilità condivisa, sanzioni e imballaggi di prodotti di importazione.

Poi, un focus su imballaggi multicomponenti (componenti separabili manualmente), imballaggi composti – poliaccopiati e imballaggi compostabili. Infine, un approfondimento su imballaggi di piccole dimensioni, imballaggi neutri (trasporto, preincarti e imballi a peso variabile e, per il settore alimentare, il cosiddetto “banco del fresco”) e sulla stampa dell’etichetta su packaging o su supporto digitale. Concluderanno gli interventi le analisi di casi pratici, con esempi di etichettatura, e la risposta ai quesiti pervenuti (anche trasmettibili in fase di registrazione).




Cal, pareri positivi su gestione rifiuti e fondi per la montagna

Modifiche per la gestione dei rifiuti: parere favorevole all’unanimità ma condizionato all’istituzione di un tavolo di confronto. Così si è espresso il Consiglio delle autonomie locali (Cal), presieduto da Davide Crovella, sul disegno di legge 88, che prevede appunto una serie di modifiche alla legge regionale 1/2018 sulla gestione dei rifiuti e il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani.

In particolare, il Ddl contiene una parziale revisione della governance del sistema dei rifiuti urbani, prevedendo un unico ambito territoriale ottimale, coincidente con il territorio regionale e articolato in sub-ambiti di area vasta, che coincidono con il territorio degli attuali consorzi di bacino. Il Cal ha rilevato che l’organizzazione delle funzioni di ambito regionale rischia di penalizzare le realtà maggiormente in difficoltà e di introdurre instabilità nelle scelte di controllo locale, oltre all’opportunità di valutare una diversa ripartizione dei sub-ambiti, tenendo anche conto della peculiarità del sistema integrato della provincia di Cuneo.

Il Ddl introduce inoltre un nuovo obiettivo di produzione di rifiuto urbano indifferenziato non superiore a 126 chilogrammi anno ad abitante da raggiungere entro l’anno 2025, rispetto al quale il Cal ha chiesto di introdurre il concetto di “abitante equivalente” o altri meccanismi compensativi per i comuni a vocazione turistica o caratterizzati da pendolarismo lavorativo e studentesco.

Rilievi sono stati mossi anche rispetto all’individuazione dell’ente territorialmente competente in materia di pianificazione tariffaria, al sistema delle sanzioni e alla necessità di considerare l’attuale fase emergenziale legata al COVID-19 per la valutazione del raggiungimento degli obiettivi annuali di produzione massima di rifiuto urbano indifferenziato.

L’assessore all’Ambiente Matteo Marnati ha dato la sua disponibilità a convocare in tempi rapidi il tavolo di confronto richiesto in un’ottica di condivisione su una materia di grande interesse per i territori.

È stata inoltre approvata all’unanimità dall’ufficio di presidenza in sede deliberante la proposta di regolamento che individua le modalità di riparto e monitoraggio del Fondo regionale per la montagna, in attuazione della legge regionale 14/2019 in materia di tutela, valorizzazione e sviluppo della montagna.
Il Cal chiede di individuare all’interno della norma una quota del Fondo da destinare ai Comuni territorialmente appartenenti alle unioni montane, quale contributo allo sviluppo economico dei territori montani e di dare stabilità al finanziamento dei progetti presentati dalle unioni, in attuazione del programma annuale per la montagna.

Il vicepresidente della Regione e assessore alla Montagna, Fabio Carosso, ha detto che saranno recepite le osservazioni pervenute dalle associazioni: l’obiettivo è avere una legge che possa davvero aiutare lo sviluppo della montagna, nonostante le poche risorse a disposizione. A decidere come spenderle sarà una Consulta di cui faranno parte i presidenti delle Unioni montane, il presidente di Uncem e due componenti del Cal, nominati oggi, Paolo Amorisco ed Eraldo Botta.




Torino. Qualità dell’aria, dal primo ottobre ritornano i limiti alla circolazione

Dopo la delibera approvata dalla Giunta regionale, anche la Città metropolitana di Torino ha adottato oggi il decreto a firma della Consigliera metropolitana con delega all’ambiente Barbara Azzarà, che comprende l’ordinanza tipo sui blocchi del traffico che verrà utilizzata dai comuni a partire dal primo di ottobre.

Rientrano negli obblighi previsti dal Protocollo padano, oltre a Torino, i comuni Beinasco, Borgaro Torinese, Cambiano, Carmagnola, Caselle Torinese, Chieri, Chivasso, Collegno, Grugliasco, Ivrea, La Loggia, Leinì, Mappano, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Pianezza, Rivalta di Torino, Rivoli, San Mauro Torinese, Santena, Settimo Torinese, Trofarello, Venaria Reale, Vinovo, Volpiano, dove i sindaci inviteranno tutta la popolazione ad utilizzare il meno possibile l’auto per la mobilità urbana e a privilegiare l’uso di altri mezzi di trasporto a basso impatto ambientale.

Quest’anno, a seguito delle valutazioni sullo stato della qualità dell’aria condotte da ARPA Piemonte, si sono aggiunti i comuni di Cambiano, La Loggia, Santena e Trofarello.

E’ stato così definito lo schema dei blocchi strutturali del traffico e quello dei blocchi che scatteranno in situazioni di emergenza in coerenza con le indicazioni regionali e con i provvedimenti adottati negli anni passati. Le misure adottate, a causa dei significativi superamenti dei valori limite di qualità dell’aria nel territorio metropolitano, risultano in alcuni casi più restrittive rispetto a quanto previsto nell’Accordo padano.

Viene confermato il percorso di limitazione progressiva dei veicoli più inquinanti. A partire dal 1 ottobre 2020 oltre a tutti i veicoli Euro 0 diesel, benzina, metano e gpl e Euro 1 Diesel, già bloccati l’anno scorso, saranno fermi 7 giorni su 7 e h 24 anche tutti i veicoli diesel Euro 2 Diesel. I ciclomotori e i motocicli Euro 0 continueranno ad essere bloccati 7 giorni su 7 e h 24 nei 6 mesi del periodo invernale.

Le auto e i veicoli adibiti al trasporto merci diesel Euro 3 saranno invece fermi nei giorni feriali dalle 8 alle 19 nel solo periodo invernale. Il blocco dei veicoli diesel Euro 4 che sarebbe dovuto scattare con le stesse modalità dal 1° ottobre 2020 è stato posticipato, su indicazione delle regioni del bacino padano, al 1° gennaio 2021 per consentire di modulare la mobilità dei cittadini in questo periodo di ridotta capacità del trasporto pubblico ai fini di contenere l’infezione da Covid-19.

Per contrastare il perdurare dei valori limite di superamento degli inquinanti in aria ambiente sono state invece potenziate, secondo le indicazioni di Regione Piemonte, le misure temporanee regolate dal Semaforo antismog.

Nelle situazioni di allerta di I° livello (arancio) è stata estesa la limitazione della circolazione agli autoveicoli diesel fino alla categoria Euro 5 e benzina Euro 1 dalle 8 alle 19, i veicoli adibiti al trasporto merci diesel fino alla categoria euro 4 saranno fermi dalle 8 alle 19 nelle giornate dal lunedì al venerdì e dalle 8,30 alle 14 e dalle 16 alle 19 nelle giornate di sabato e festive.

Nelle situazioni di allerta di II° livello (rosso) verranno fermati anche i veicoli adibiti al trasporto merci diesel Euro 5 e benzina Euro 1 dalle 8,30 alle 14 e dalle 16 alle 19 sia nei giorni feriali che festivi.

In caso di allerta di III livello (viola) si fermeranno tutti i veicoli diesel fino a Euro 5 e benzina Euro 1 dalle 7 alle 20.

Sono state prorogate le deroghe per veicoli diesel Euro 3 e 4 condotti da persone il cui ISEE del relativo nucleo familiare è inferiore alla soglia di 14.000 euro, da lavoratori turnisti o che stanno rispondendo a chiamata in reperibilità e per i veicoli al servizio delle manifestazioni regolarmente autorizzate e condotti da operatori economici che accedono o escono dai posteggi dei mercati settimanali o delle fiere. Le deroghe saranno valide fino al 31 dicembre 2020 per i veicoli diesel Euro 3 e fino al 1° gennaio 2021 per i veicoli diesel Euro 4. Per i veicoli Euro 5 interessati dalle limitazioni temporanee le deroghe in questione non hanno scadenza.

Per quanto riguarda gli impianti di riscaldamentorimane l’obbligo di utilizzare nei generatori di calore di potenza termica nominale inferiore ai 35 kW pellets certificati conformi alla classe A1 della norma UNI EN ISO 17225-2 e il divieto di utilizzo di generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa (in presenza di impianto di riscaldamento alternativo) con prestazioni energetiche ed emissive che non sono in grado di rispettare i valori previsti almeno per la classe 3 stelle in base alla classificazione ambientale introdotta dal decreto attuativo dell’articolo 290, comma 4, del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152 e 4 stelle in caso di allerta di I livello o superiore.

“Ringrazio i sindaci del Tavolo metropolitano – ha commentato la consigliera con delega all’Ambiente della Città metropolitana di Torino, Barbara Azzarà – che anche in questo frangente hanno mantenuto fermo il principio di salvaguardare la salute dei cittadini dell’area metropolitana, senza vanificare gli sforzi di questi anni e al contempo sono riusciti a tenere in conto la situazione straordinaria ed emergenziale che stiamo vivendo”.




Favorevoli e contrari ad “Avvicinare le Montagne” nel Vco

Il Comitato Tutela Devero è contrario al piano strategico “Avvicinare le Montagne”, mentre le amministrazioni locali lo hanno promosso e lo sostengono. Queste le posizioni emerse nel corso dell’audizione – presieduta da Angelo Dago – in quinta Commissione Ambiente.

Al Comitato aderiscono Mountain Wilderness Italia, la Lipu nazionale, Salviamo il Paesaggio Valdossola, Legambiente e Italia Nostra Vco, Pro Natura Piemonte e con il sostegno di Legambiente nazionale. Il progetto “Avvicinare le montagne” ha come obiettivo principale quello di realizzare un comprensorio tra le valli Antigorio e Divedro, per un rilancio della Alta Val Ossola.

L’ipotesi di sviluppo – secondo gli esponenti del Comitato Filippo Pirazzi e Andrea Ratti – se attuato, prevede investimenti per circa 170 milioni di euro di cui 43 di provenienza pubblica “che non trovano una giustificazione sul piano economico a fronte dei ricavi futuri”.

“L’intervento strutturale invasivo vedrebbe, come da progetto originario, la momentanea sospensione del collegamento tra i due comprensori salvo poi riproporla in una fase successiva”. È quanto sostenuto da Luca Mozzati, componente del Comitato, con la previsione della realizzazione di nuovi impianti a fune, strutture edilizie e infrastrutture turistiche, nelle aree tra San Domenico e Devero in Val d’Ossola (Vco) mentre Piero Vallenzasca (Italia Nostra Vco) ha spiegato come la Regione debba valutare definitivamente se impedire o agevolare il progetto.

In questo senso sono state raccolte 91mila firme attraverso una petizione su piattaforma digitale.

I lavori sono proseguiti con l’audizione dell’Unione montana Alta Ossola per un approfondimento sull’identico progetto “Avvicinare le Montagne”: accordo territoriale per la razionalizzazione e l’integrazione del sistema delle Valli Divedro e Antigorio. Il relativo Piano strategico sottoposto alla Regione è il frutto di un accordo territoriale tra la Provincia del Vco e i Comuni di Baceno, Crodo, Varzo e Trasquera.

L’intervento iniziale è stato quello del presidente della Provincia del Vco e sindaco di Trasquera Arturo Lincio che ha illustrato il tema dello sviluppo sostenibile relativo al progetto e alla necessità di pervenire, attraverso l’attuazione del businness plan, ad impedire lo spopolamento della montagna.

Per tale ragione il progetto “Avvicinare le Montagne” tende all’applicazione della mobilità sostenibile e alla creazione di occupazione giovanile nel pieno rispetto delle normative.

Il sindaco di Varzo, Bruno Stefanetti ha sottolineato l’importanza di poter mettere a disposizione un territorio incontaminato per attirare l’attenzione della gente e creare sviluppo ecosostenibile.

“Non si tratta della realizzazione di speculazioni edilizie o quant’altro – ha evidenziato l’amministratore – ma quello di realizzare un ambito turistico/sportivo che di fatto andrebbe a costituire un sistema unitario di rilancio della montagna salvaguardandone l’integrità”.

Gli obiettivi e le finalità del Piano – ha proseguito il primo cittadino – sono mantenere e valorizzare questi luoghi con l’idea di compatibilità tra tutela e fruizione, risolvere in modo sinergico e collaborativo criticità infrastrutturali e ambientali, porre al centro una strategia di sviluppo di interesse regionale.

Il sindaco di Crodo, Ermanno Savoia ha spiegato come gli interventi previsti nel progetto sono inseriti da molto tempo nel Piano regolatore del Comune mentre siamo l’unica Regione con la legislazione che non prevede alcun collegamento tra due Valli.

Il sindaco di Baceno, Andrea Vicini ha riferito che il problema dello spopolamento della montagna ha ormai assunto proporzioni preoccupanti e di avere sottoposto, attraverso incontri locali, le criticità territoriali ai cittadini cercando di salvaguardare l’economia locale quali artigianato, turismo e pratiche sportive attraverso il ricorso a ogni possibile strumento.

Nel corso delle audizioni sono intervenuti i commissari Domenico Rossi e Daniele Valle, Sarah Disabato e Giorgio Bertola (M5s).




Presentazione del progetto “Car Pooling: viaggiamo insieme per l’ambiente!”

Confindustria Novara Vercelli Valsesia, che dal 2018 ha attiva una convenzione con Bringme per promuovere la mobilità sostenibile negli spostamenti casa-lavoro, ha coinvolto alcune aziende sue associate con sede sulla direttrice stradale Novara-Vercelli per ampliare la platea dei lavoratori interessati a muoversi tra i due capoluoghi utilizzando un sistema “smart” (la piattaforma e l’app di Jojob-Bringme) di condivisione del mezzo di trasporto privato. A marzo 2023 Marazzato, Sambonet e Comoli Ferrari hanno avviato una fase di sperimentazione del servizio, mettendo a disposizione dei propri dipendenti le informazioni necessarie per utilizzare l’app di Jojob configurata come “community aziendale”. Nei primi due mesi (15 marzo-15 maggio) il progetto ha coinvolto 32 persone di Marazzato e Comoli Ferrari, con un risparmio di 893 km. di percorrenza, 114,4 kg di emissioni di Co2 e 175 euro di spese di trasporto. Il coordinamento tra imprese con attività differenti e lo scambio di informazioni tra i responsabili aziendali sono state le positive premesse per raggiungere l’obiettivo del progetto: la sua estensione a un numero sempre più ampio di aziende ed enti delle due province, in un’ottica di crescente condivisione della responsabilità sociale, tanto d’impresa quanto a livello di collettività.

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Il Gruppo Marazzato, nato nel 1952, si occupa di servizi ambientali con 8 sedi nel Nord Ovest e un raggio d’azione nazionale grazie alle reti d’impresa a cui aderisce. Con 300 dipendenti e un parco mezzi di oltre 250 unità fornisce servizi di gestione, intermediazione e trasporto rifiuti industriali, bonifiche ambientali, rimozione amianto e serbatoi e spurghi civili e industriali. Lo scorso febbraio 2023 il Gruppo ha dato vita alla Fondazione Marazzato, che si occupa di tutte le iniziative legate al mondo della CSR, della sostenibilità ambientale e della preservazione del patrimonio culturale, con particolare riferimento alla collezione privata di mezzi storici di oltre 250 esemplari custodita presso lo showroom di Stroppiana.

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Comoli Ferrari, da oltre 90 anni distributore di soluzioni per l’impiantistica, è un’azienda interamente italiana, nata a Novara nel 1929. Oggi è presente su gran parte del territorio nazionale con 112 punti vendita, distribuiti in otto regioni (Piemonte, Lombardia, Liguria, Valle d’Aosta, Emilia- Romagna, Marche, Toscana e Sardegna) e conta oltre 1.000 dipendenti e collaboratori. Terza generazione alla guida della società, Paolo Ferrari, insieme alle cugine Margherita e Anastasia Ferrari, è Amministratore Delegato unico dal 2016. Ad oggi ha trasformato l’impresa di famiglia in una struttura manageriale, attivando il percorso per un nuovo posizionamento che sta cambiando Comoli Ferrari da distributore di materiali per l’impiantistica in Solution Provider. I settori specialistici a cui Comoli Ferrari si rivolge sono: Energy, e-Mobility, Lighting, Entertainment, Industrial automation, Power distribution, Home and building automation, Indoor air quality, Safety e Security. Ma anche al settore idrotermosanitario e navale. Da sempre focalizzata sull’integrazione di tecnologia e competenza, ha fatto della sostenibilità, dell’innovazione e del coinvolgimento delle persone i fattori chiave per misurare il successo della propria impresa.

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Inquinamento del Sangone: la Città metropolitana ha ordinato ai Consorzi la diluizione delle acque reflue

E’ stato dunque un guasto alla rete di distribuzione fognaria gestita dalla Smat a provocare sversamenti nel Sangone, rilevati nei giorni scorsi, che hanno causato un grave danno ambientale e la conseguente moria di pesci.

L’incidente si è verificato nel periodo in cui la situazione idrica è sfavorevole in quanto la portata media giornaliera dello stesso Sangone, rilevata all’idrometro di Torino, è inferiore alla soglia di attenzione di 0,83 metri cubi al secondo.

La Città metropolitana, in attesa che la Smat si occupi degli interventi necessari per eliminare l’inquinamento, ha ritenuto utile intervenire con la diluizione dei reflui immessi.
Il Dipartimento ambientale e Vigilanza ambientale, direzione risorse idriche di corso Inghilterra, ha inviato il 24 luglio una lettera in tal senso al Consorzio Argini e Praterie di Trana, ai sindaci di Piossasco, Rivalta e Trana, al Consorzio irriguo delle Gerbole di Rivalta e per conoscenza all’Arpa Piemonte. Nel documento viene imposta ai consorzi la riduzione del 50 per cento del prelievo delle portate concesse.

La riduzione durerà una settimana e la situazione in tutta la zona sarà tenuta costantemente sotto controllo.

Era stata l’Arpa a segnalare l’inquinamento del Sangone ipotizzando quale causa il crollo della fognatura delle acque reflue urbane avvenuto in strada del Drosso nel territorio di Torino, con la richiesta alla Smat di valutare lo stato di fatto e la portata media delle acque reflue collegate allo stesso impianto. E’ poi stato sollecitato alla società di attuare subito interventi specifici per ridurre al minimo l’impatto sul territorio.