Felici (Confartigianato Piemonte): “Agli artigiani non si può addossare la croce della lotta contro l’inquinamento”

Tutte le mattine un artigiano si sveglia, si affaccia alla finestra per vedere che tempo fa e si chiede: potrò circolare e lavorare? Domani mattina sicuramente la risposta sarà negativa, visto l’ennesimo annuncio del blocco del traffico. Insomma, la giusta lotta all’inquinamento prosegue con provvedimenti tampone. Come artigiani non intendiamo sopportare una simile improvvisazione in materia di mobilità.

Così Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, commenta la nuova decisione del blocco del traffico.

 

“Pmi, micro-imprese e artigiani vivono tra mille difficoltà: 3 mesi di lockdown, oneri fiscali e burocratici, zero liquidità, ripartenza lenta. Ora non possono chiederci di portare anche la croce della lotta all’inquinamento, che deve essere condotta adottando misure strutturali non solo in tema di mobilità.

Su questo fronte non vediamo novità. Peccato che ora la situazione delle nostre imprese non è solo difficile, ma drammatica. Giardinieri, idraulici, elettricisti: sono davvero tanti gli artigiani preoccupati dal dover subire un ulteriore grave danno economico. Utilizzano il furgone come strumento di lavoro, per raggiungere i clienti o per fare consegne. Bloccarli vuol dire impedire loro di lavorare, e davvero pochi sono nelle condizioni di poter investire decine di migliaia di euro nell’acquisto di un nuovo mezzo di trasporto.

Porteremo la loro voce domani all’incontro in Regione con l’assessore  Marnati. Ancora una volta chiederemo esenzioni per chi utilizza, ad esempio, i mezzi N1, euro 3 diesel per le tipologie produttive che ricoprono carattere d’urgenza o non procrastinabili ed in particolare per quelle attività previste per legge ma, soprattutto, provvedimenti non estemporanei.

Cosa si pensa di fare, per esempio, sul fronte del riscaldamento, che a breve verrà attivato, che è ben più inquinante dei mezzi diesel? Voglio ricordare che la Regione ha giustamente preso posizione contro il Comune di Torino sulla Ztl, sostenendo che non è il traffico a produrre inquinamento. Ci aspettiamo, quindi, una posizione coerente con questo assunto anche quando si tratta di blocchi del traffico”.

 




In arrivo 1,7 milioni per la mobilità sostenibile, bonus a fondo perduto

Un milione e 700 mila euro, questa la cifra che la Giunta metterà a disposizione dei cittadini piemontesi per rottamare i veicoli inquinanti e acquistare mezzi ecosostenibili a basso impatto ambientale.

La bozza di delibera, rivolta ai privati cittadini e illustrata in seconda e quinta Commissione nel pomeriggio dall’assessore regionale all’Ambiente, si aggiunge alle due delibere approvate prima dell’estate dalla Giunta regionale  che stanziano 5.063.289 euro per incentivare la mobilità sostenibile nelle MPMI (micro piccole medie imprese) e 820.000 euro per gli Enti locali piemontesi.

Ad usufruire del contributo regionale saranno tutti i soggetti privati residenti in Piemonte o dipendenti di aziende con una unità locale operativa in Piemonte.

Secondo l’assessore all’Ambiente, in un periodo di ripensamento degli spostamenti anche da parte dei cittadini, reso più complesso dall’emergenza sanitaria, è importante che le politiche pubbliche adottino misure volte a stimolare gli stessi cittadini ad adottare modalità di mobilità più sostenibili e meno inquinanti. L’obiettivo di tale investimento è quello di velocizzare il rinnovo del parco veicoli piemontese ai fini di un miglioramento delle emissioni in atmosfera e della qualità dell’aria, anche nel rispetto del dell’Accordo di bacino padano del 9 giugno 2017 e del Piano regionale di Qualità dell’aria, approvato a marzo 2019.

I cittadini piemontesi potranno usufruire del bonus a fondo perduto per l’acquisto di veicoli  Benzina, a combustione interna, di categoria almeno EURO 6 Dtemp; oppure bifuel con doppia alimentazione a Benzina/CNG (benzina e metano) o Benzina/GPL (benzina e gas di petrolio liquefatto); GNL (Gas Naturale Liquefatto) esclusivo,  CNG (Gas Naturale Compresso)/Metano esclusivo,  GPL (Gas di Petrolio Liquefatto) esclusivo, per il trasporto persone (Elettrico puro,  Ibrido2 (benzina/elettrico o diesel/elettrico),  ciclomotori o motocicli; velocipedi (bicicletta, anche pieghevole, bicicletta, anche pieghevole, a pedalata assistita, bicicletta cargo, assimilabile a un velocipede, per trasporto persone/merci, anche a pedalata assistita) e per la rottamazione del proprio veicolo (senza ulteriore acquisto di altro veicolo). Ciascun soggetto beneficiario potrà presentare fino a 2 domande di contributo, corrispondenti a 2 veicoli acquistati a fronte di 2 veicoli rottamati. I mezzi acquistati dovranno rimanere di proprietà del soggetto beneficiario per almeno 3 anni dalla data di concessione del contributo.

Dal 1 gennaio partirà anche il Progetto MoVe-In  (MOnitoraggio dei VEicoli INquinanti), un progetto sperimentale che promuove modalità innovative per il controllo delle emissioni degli autoveicoli attraverso il monitoraggio delle percorrenze, che tiene conto dell’uso effettivo del veicolo e dello stile di guida adottato. Uno strumento, a detta dell’assessore all’Ambiente, che permetterà alla Regione Piemonte di avere un’analisi dei dati che oggi non si possiede.

Il progetto prevede che venga installata sul veicolo una scatola nera (black-box), che consente di rilevare le informazioni necessarie a tale scopo attraverso il collegamento satellitare ad un’infrastruttura tecnologica dedicata e abilitata a gestire le limitazioni alla circolazione dei veicoli più inquinanti.

Le commissioni III e V in seduta congiunta, hanno invece proseguito l’esame degli emendamenti agli articoli  del disegno di legge 87, sull’assegnazione delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico.




Elezioni Europee, Confagricoltura: Il nuovo Parlamento dovrà rivedere il Green Deal

>La campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo deve ancora entrare nel vivo, ma il sistema delle imprese italiane, dall’agricoltura all’industria, ha già lanciato un messaggio assolutamente chiaro e univoco in vista della nuova legislatura. In sintesi: l’obiettivo strategico della neutralità climatica non è in discussione, ma vanno radicalmente cambiate le modalità operative del Green Deal. I fatti hanno dimostrato che la via del fondamentalismo genera forti contrapposizioni e non arriva da nessuna parte. L’alternativa è rappresentata dagli investimenti per la diffusione delle innovazioni tecnologiche. Le imprese vanno messe nelle condizioni migliori per raggiungere gli obiettivi fissati in materia di sostenibilità ecologica.

Dopo le elezioni, l’attenzione sarà anche rivolta al rapporto curato da Mario Draghi sul rilancio della competitività del sistema produttivo europeo e alle indicazioni del gruppo di lavoro incaricato dall’Esecutivo UE di riflettere sul futuro dell’agricoltura. Per tratteggiare le prospettive della nuova legislatura, secondo Confagricoltura, saranno importanti le decisioni che matureranno su alcuni dossier rimasti in sospeso. E’ il caso dell’intesa raggiunta sulla nuova normativa per il ripristino della natura, fermata in dirittura d’arrivo dal Consiglio, per il possibile impatto restrittivo sul potenziale produttivo agricolo. Inoltre, è in programma la presentazione di un nuovo progetto legislativo sui fitofarmaci, dopo il ritiro formale della proposta che prevedeva di ridurre l’utilizzo del 50% in media entro il 2030. Attesa anche la revisione della normativa sulle emissioni industriali che si estende anche al comparto agricolo. Di recente, sono stati resi più pesanti e onerosi gli obblighi a carico degli allevamenti di suini e avicoli. Va poi raggiunta l’intesa per inquadrare le tecniche di evoluzione assistita (TEA) nell’ordinamento dell’Unione.
Resta il fatto, evidenzia Confagricoltura, che le iniziative della UE per la lotta al cambiamento climatico devono essere inquadrate nel contesto globale. Stando ai dati della Commissione, le emissioni inquinanti dell’Unione incidono solo per il 7% sul totale mondiale. Le emissioni dell’intero settore agricolo pesano per meno del 12% su quelle complessive dell’Unione. Di recente, un gruppo di fisici dell’atmosfera dell’Università di Oxford ha pubblicato alcuni studi dai quali risulta che, distinguendo tra inquinanti climatici a vita breve e lunga e tenendo conto dell’assorbimento al suolo del carbonio, l’incidenza del settore agricolo sul totale dell’UE scenderebbe sotto i cinque punti percentuali. La discussione è aperta.

Intanto, conclude Confagricoltura, nell’ultimo rapporto sulle emissioni di gas serra in Italia curato dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) è stato evidenziato che l’impatto dell’agricoltura sul totale nazionale è diminuito di quasi il 19 per cento. Migliorare la sostenibilità ambientale è dunque possibile. Anche senza divieti e irrealistiche imposizioni a carico delle imprese




Agricoltura e Innovazione sostenibile: accordo tra CNH e il Politecnico di Torino

Il Politecnico di Torino e CNH Industrial Italia S.p.A. – rappresentati dal Rettore Guido Saracco e da Carlo Alberto Sisto, CNH EMEA President) – hanno firmato una lettera di intenti con cui si impegnano, per i prossimi due anni, a collaborare per sostenere lo sviluppo tecnologico del settore agricolo in Italia. Obiettivo dell’accordo, promuovere l’innovazione sostenibile in agricoltura attraverso attività di natura culturale, di formazione e di ricerca. Una cooperazione che guarda al futuro, con l’obiettivo di fornire una risposta concreta ai bisogni di crescita di uno dei settori chiave per l’economia del Paese.

Come azienda globale leader nel campo della produzione e commercializzazione di macchine agricole e movimento terra, CNH conferma tra i propri obiettivi il potenziamento delle tecnologie sostenibili adottate in agricoltura: da qui la volontà dell’azienda a investire nella ricerca scientifica e nella formazione, avvalendosi del supporto delle Università e degli  enti di ricerca specializzati sia italiani, sia internazionali.

La collaborazione tra CNH e il Politecnico di Torino verterà, in primo luogo, sulla formazione accademico-professionale di studenti e laureandi. Oltre allo sviluppo tecnologico nell’ambito del settore agricolo, i temi in rilievo sono quelli della sostenibilità ambientale e dei cambiamenti climatici con un progetto comune che guarda alle sfide del nostro tempo: promuovere specifiche competenze tecnologiche per la filiera agricola, capaci di guidare uno sviluppo produttivo efficiente e rispettoso dell’ambiente. Proprio per rispondere a queste nuove esigenze del mercato del lavoro, la nuova Laurea Magistrale in AgriTech Engineering promossa dall’Ateneo a partire da questo anno accademico, sarà sostenuta da CNH mediante il coinvolgimento del proprio personale nelle attività didattiche, la visita presso alcuni stabilimenti dell’Azienda, oltre a valutare la possibilità di attivare tirocini rivolti agli studenti iscritti.

Caratterizzato da una spiccata multidisciplinarietà, il percorso di Laurea Magistrale, erogato interamente in lingua inglese, mira infatti a formare ingegneri in grado di gestire e generare innovazione tecnologica nel campo della Climate-Smart Agriculture. La gestione del corso è condivisa da quattro diverse aree: ingegneria ambientale, ICT (Information & Communication Technologies), ingegneria industriale e ingegneria chimica, che insieme garantiscono l’integrazione di conoscenze e competenze necessarie a preparare gli studenti alle sfide future del settore agricolo.

L’Ateneo e CNH collaboreranno, inoltre, alla definizione di network internazionali e a livello locale, all’organizzazione di eventi istituzionali per promuovere la cultura scientifico-tecnologica e imprenditoriale. Il rapporto con il territorio e il dialogo con i cittadini sono i temi condivisi: dall’individuazione di nuovi modelli per rafforzare il legame con il territorio, alla sperimentazione di innovative forme di comunicazione all’interno del tessuto sociale.

Siamo lieti di consolidare la nostra partnership con il Politecnico di Torino nell’ambito della nuova Laurea Magistrale in AgriTech Engineering – ha dichiarato Carlo Alberto Sisto, CNH EMEA President – Questo corso rappresenta un’opportunità unica per gli studenti che desiderano intraprendere una carriera nell’ambito dell’AgriTech, un settore in rapida crescita che combina agricoltura e tecnologia in maniera innovativa. L’open innovation è il cuore di questa collaborazione: insieme al Politecnico di Torino, stiamo aprendo le porte alla creatività, alla condivisione di conoscenze e alla costruzione di soluzioni sostenibili per l’agricoltura del domani.”

“Grazie alla collaborazione con CNH abbiamo potuto progettare un corso unico nel suo genere, e tra i pochissimi in Italia – ha commentato il Rettore Guido Saracco – che potrà formare figure professionali che ad oggi mancano e di cui c’è già una forte richiesta. Abbiamo anticipato la tendenza ed ora siamo in grado di fornire una preparazione adeguata alle richieste del mercato del lavoro, che è ciò che deve fare un’università al servizio del territorio e delle aziende”.

La collaborazione andrà però oltre gli ambiti individuati dalla lettera di intenti: CNH torna ad essere Sponsor ufficiale di Biennale Tecnologia 2024, la manifestazione organizzata dal Politecnico di Torino per riflettere sul rapporto tra la tecnologia e la società, promuovendo insieme cultura tecnica e divulgazione scientifica.

Dal titolo “Utopie realiste”, l’edizione di quest’anno avrà luogo dal 17 aprile al 21 aprile 2024, CNH parteciperà condividendo un modello di business e di progettualità sistemica di economia circolare svolto in collaborazione con il Politecnico.




Siti nucleari, Allasia: “Grave non avere consultato le istituzioni regionali e gli enti locali”

L’ idea che l’area del carmagnolese possa diventare un sito nazionale di stoccaggio dei rifiuti radioattivi  non può che destare grande preoccupazione.

E’ inaccettabile che su temi così importanti come quello delle scorie radioattive non ci sia stato nessun tipo di confronto con  gli organi regionali e locali.

Come presidente del Consiglio regionale mi attiverò affinché si faccia chiarezza e vengano messi in atto tutti quegli strumenti per la salvaguardia della salute dei cittadini e tutela dei nostri territori. La Sogin mi ha garantito che sia le istituzioni regionali che i sindaci delle aree interessate, verranno consultati e coinvolti prima di assumere qualsiasi decisione.




Torino. Un tetto verde per l’Open 011 utilizzando l’acqua delle piogge

L’Open 011 – Casa della Mobilità Giovanile e dell’Intercultura-, ostello della Città di Torino, avrà un tetto verde. Per la struttura di corso Venezia 11, a pochi minuti dalla stazione di Torino Porta Susa, il Servizio Urbanizzazioni ha progettato un giardino pensile e una serra aeroponica – le piante messe a dimora nell’acqua sono alimentate da un sistema di nebulizzazione di H2O arricchita di fertilizzanti – utilizzando l’acqua delle piogge.

E’ uno degli obiettivi principali del progetto europeo City Water Circles!, di cui il Comune di Torino è partner insieme a 11 città, finanziato nell’ambito della terza call del Programma di Cooperazione Territoriale Central Europe.

L’acqua recuperata servirà alla vita del giardino e della serra creando un sistema circolare vantaggioso: nessun consumo per il lavaggio delle piante – nella serra potranno essere coltivati frutta e verdura per la struttura di accoglienza -, la terrazza potrà diventare un punto di aggregazione per gli ospiti dell’ostello che potranno godere di un ambiente fresco, i cui effetti benefici saranno percepiti dagli abitanti dell’intero isolato.

Il progetto pilota mira ad aiutare le città a riformare i sistemi di infrastrutture idriche urbane obsolete applicando un approccio di economia circolare. Il particolare il piano introduce e promuove misure di efficienza idrica, il riutilizzo di risorse locali come l’acqua piovana e grigia per scopi pubblici, domestici e industriali al fine di ridurre il consumo di acqua e alleviare la pressione sulle risorse idriche sovra sfruttate delle aree urbane. Il piano offre molti vantaggi economici – risparmi significativi in acqua ed energia – e ambientali con una minore produzione di acque reflue.

‘L’emergenza sanitaria ci stimola a cambiare il modo di immaginare le case e gli spazi in cui viviamo. Per avere un’idea del futuro si può provare a immaginare le coperture piane della città dai garage ai cortili, dalle fabbriche ai tetti delle case trasformate in un giardino pensile a portata di mano in queste giornate “a casa”’ ha spiegato l’architetto Alessandra Aires, ideatrice del progetto.

Proprio in questi giorni si sta svolgendo on line il meeting internazionale sul progetto europeo City Water Circles!, che si doveva tenere a Berlino, in cui ogni città presenta il proprio progetto pilota. Torino è presente con gli Uffici Innovazione fondi europei, Direzione Ambiente e Servizio Urbanizzazioni, i cui professionisti stanno illustrando il progetto “Tetto verde dell’Open 011”.

L’Amministrazione Comunale ha realizzato altri quattro “tetti verdi”: la Casa del quartiere nel Parco Colonnetti, il Parco Arte Vivente in via Giordano Bruno, la ludoteca Il Paguro in via Oropa, il bocciodromo “La Tesorina” in corso Moncalieri.




Torino. Dal dizionario dei rifiuti, una corretta raccolta differenziata

Come dare nuova vita ad un vecchio oggetto oppure come disfarsene in modo corretto?

Ci viene in aiuto “il dizionario dei rifiuti” che compare tra le novità della web app che Città metropolitana di Torino ha realizzato per tutti i cittadini interessati a rispettare l’ambiente. Raggiungibile all’indirizzo propone il dizionario dei rifiuti integrato, rinnovato e completato, dove si possono raccogliere spunti per smaltire correttamente oppure allungare la vita dei beni di uso quotidiano.

Un esempio? La tazza in ceramica dove si smaltisce? La web app ci ricorda che si tratta di un oggetto facile da vendere ai mercatini dell’usato, che si può donare oppure essere riutilizzata come vasetto per piantine e fiori.

E gli auricoli del cellulare? La web app ci ricorda che appartengono alla categoria dei R.A.E.E., i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche e quindi spiega come possiamo agire.

La web app “La tua differenziata” in rete da alcuni mesi ed è un pratico strumento consultabile da qualsiasi device, pc, tablet o smartphone. Contiene tutte le informazioni sullele fasi della corretta gestione dei rifiuti, a partire dalla prevenzione fino alla raccolta differenziata, fase indispensabile per l’effettivo riciclo nell’ottica di un’economia circolare.
In particolare il dizionario integrato, che proponedi default centinaia di voci, è una guida sicura per capire come dar nuova vita ad un vecchio oggetto o come e dove poterlo gettare.

Prima dell’elenco di voci l’app contiene lo spazio per digitare la tipologia di rifiuto da smaltire.
Il mondo della raccolta differenziata e della prevenzione nella produzione dei rifiuti è in continua evoluzione e se impariamo ad utilizzare strumenti come questa web app saremo sempre aggiornati e daremo una mano all’ambiente.




Legambiente presenta Mal’aria 2021, Torino maglia nera

Anche in tempo di pandemia in Italia l’emergenza smog non si arresta e si cronicizza sempre di più.

È quanto emerge in sintesi dal report annuale Mal’aria di città 2021 di Legambiente nel quale l’associazione ambientalista traccia un doppio bilancio sulla qualità dell’aria nei capoluoghi di provincia nel 2020, stilando sia la classifica delle città fuorilegge per avere superato i limiti giornalieri previsti per le polveri sottili (Pm10) sia la graduatoria delle città che hanno superato il valore medio annuale per le polveri sottili (Pm10) suggerito dalle Linee guida dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), che stabilisce in 20 microgrammi per metro cubo (µg/mc) la media annuale per il Pm10 da non superare contro quella di 40 µg/mc della legislazione europea.

E il quadro complessivo che emerge è preoccupante: nel 2020 nella Penisola su 96 capoluoghi di provincia analizzati 35 hanno superato almeno con una centralina il limite previsto per le polveri sottili (Pm10), ossia la soglia dei 35 giorni nell’anno solare con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo.

A Torino spetta la maglia nera con 98 giorni di sforamenti registrati nella centralina Grassi, seguita da Venezia (via Tagliamento) con 88, Padova (Arcella) 84, Rovigo (Largo Martiri) 83 e Treviso (via Lancieri) 80. Al sesto posto in classifica si trova Milano[1] (Marche) 79, seguita da Avellino (scuola Alighieri) e Cremona (Via Fatebenefratelli) con 78 giorni di sforamento, Frosinone (scalo) 77, Modena (Giardini) e Vicenza (San Felice) che con 75 giorni di superamento dei limiti chiudono le 10 peggiori città.

 

Poco rassicurante anche il confronto con i parametri dettati dall’OMS, di gran lunga più stringenti rispetto a quelli della legislazione europea, e che hanno come target esclusivamente la salute delle persone. Nel 2020 sono 60 le città italiane (il 62% del campione analizzato) che hanno fatto registrare una media annuale superiore ai 20 microgrammi/metrocubo (µg/mc) di polveri sottili rispetto a quanto indicato dall’OMS. A guidare la classifica è sempre Torino con 35 microgrammi/mc come media annuale di tutte le centraline urbane del capoluogo, seguita da Milano, Padova e Rovigo (34µg/mc), Venezia e Treviso (33 µg/mc), Cremona, Lodi, Vicenza, Modena e Verona (32 µg/mc). Oltre alle città del nord però, a superare il limite suggerito dall’OMS sono anche città come Avellino (31µg/mc), Frosinone (30 µg/mc), Terni (29 µg/mc), Napoli (28 µg/mc), Roma (26 µg/mc), Genova e Ancona (24 µg/mc), Bari (23 µg/mc), Catania (23 µg/mc) solo per citarne alcune.

Per Legambiente i dati di Mal’aria ci ricordano che il 2020, oltre ad essere stato segnato dalla pandemia ancora in corso, è stato anche contrassegnato dall’emergenza smog e dalla mancanza di misure specifiche per uscire dalla morsa dell’inquinamento. Lo dimostra la mancanza di ambizione dei Piani nazionali e regionali e degli Accordi di programma che negli ultimi anni si sono succeduti ma che, nella realtà dei fatti, sono stati puntualmente elusi e aggirati localmente pur di non dover prendere decisioni impopolari insieme al ricorso sistematico della deroga (come nel caso del blocco degli Euro4 nelle città che sarebbe dovuto entrare in vigore dal primo ottobre 2020 e che è stato prima posticipato al gennaio 2021 e poi all’aprile successivo).

E lo dimostrano anche le due procedure di infrazione comminate all’Italia per il mancato rispetto dei limiti normativi previsti della Direttiva europea per il Pm10 e gli ossidi di azoto, a cui si è aggiunta lo scorso novembre una nuova lettera di costituzione in mora da parte della Commissione europea in riferimento alle eccessive concentrazioni di particolato fine (Pm2,5) a cui ora l’Italia dovrà rispondere, essendo state giudicate “non sufficienti” le misure adottate dal nostro Paese per ridurre nel più breve tempo possibile tali criticità.

 

“L’inquinamento atmosferico – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – è un problema complesso che dipende da molteplici fattori come il traffico, il riscaldamento domestico, l’agricoltura e l’industria in primis. Proprio per tale complessità è una questione che non può essere affrontata in maniera estemporanea ed emergenziale, come fatto fino ad oggi dal nostro Paese che purtroppo è indietro sulle azioni da mettere in campo per ridurre l’inquinamento atmosferico, ma va presa di petto con una chiara visione di obiettivi da raggiungere, tempistiche ben definite e interventi necessari, in primis sul fronte della mobilità sostenibile.

La pandemia in corso non ci deve far abbassare la guardia sul tema dell’inquinamento atmosferico.

Anzi, è uno stimolo in più, a partire dalla discussione in corso sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, perché non vengano sprecate le risorse economiche in arrivo dall’Europa. In particolare chiediamo che vengano destinate cifre adeguate per la mobilità urbana sostenibile, sicura e con una vision zero anche per riqualificare le strade urbane e le città. È urgente – conclude Zampetti – procedere con misure preventive e azioni efficaci, strutturate e durature città pulite e più vivibili dopo la pandemia. Una sfida europea, quella delle Clean Cities, a cui stiamo lavorando in rete con tante altre associazioni. ”

 

Proposte – In particolare per Legambiente è urgente intervenire in maniera rapida con misure efficaci affrontando il problema in modo strutturale e con una pianificazione adeguata e incrociando due temi cruciali: quello della mobilità sostenibile e dell’uso dello spazio pubblico e della strada prevedendo interventi ad hoc che, se integrati insieme ad altre misure riguardanti il settore del riscaldamento e dell’agricoltura, potranno portare benefici immediati e duraturi.

Occorre prevedere, ad esempio, il potenziamento del trasporto pubblico locale e della mobilità condivisa, elettrica ed efficiente per garantire il diritto di muoversi senza inquinare, lo stop progressivo alla circolazione delle auto nei centri delle città, senza deroghe nè scappatoie, lo stop agli incentivi per la sostituzione dei mezzi più vecchi e inquinanti a favore di mezzi più nuovi ma ugualmente inquinanti. Perché stiamo parlando di incentivi che rischiano di far spendere molti soldi ai cittadini inutilmente, per comprare auto già obsolete o presto fuori legge.

Occorre inoltre ripensare lo spazio pubblico con corsie preferenziali per tpl, centri urbani secondo la vision zero, con l’estensione delle aree pedonali nei centri urbani e nei quartieri, percorsi ciclopepdonali e zone 30. Sul fronte del riscaldamento domestico, servono abitazioni ad emissioni zero grazie alla capillare diffusione del “Bonus 110%” che favorisca il progressivo abbandono delle caldaie a gasolio e carbone da subito, e a metano nei prossimi anni.

Infine serve anche un cambiamento della filiera agro-zootecnica rafforzando ed estendendo temporalmente le misure invernali di limitazione o divieto di spandimento di liquami e digestati; istituendo l’obbligo di copertura delle relative vasche di stoccaggio; sostenendo, attraverso misure PSR, investimenti aziendali volti ad attuare operazioni di trattamento, sia delle emissioni di stalla sia dei liquami e letami, con processi che prevedano la produzione di biometano, la separazione solido-liquido, le macchine agricole per migliorare la modalità di applicazione al suolo di liquami e digestati.

 

Ogni anno nella Penisola, stando ai dati dell’EEA, sono oltre 50mila le morti premature dovute all’esposizione eccessiva ad inquinanti atmosferici come le polveri sottili (in particolare il Pm2,5), gli ossidi di azoto (in particolare l’NO2) e l’ozono troposferico (O3). Da un punto di vista economico, parliamo di diverse decine di miliardi all’anno (stimate tra i 47 e i 142 miliardi di euro/anno) tra spese sanitarie e giornate di lavoro perse. Infatti, le morti premature sono solo la punta dell’iceberg del problema sanitario connesso con l’inquinamento atmosferico.

“Nei prossimi mesi – spiega Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente – l’OMS pubblicherà le nuove linee guida che suggeriranno valori ancora più stringenti di quelli attuali, a seguito degli approfondimenti scientifici internazionali avvenuti negli ultimi anni. Inoltre la Commissione europea, che sta ragionando sulla revisione della direttiva sulla qualità dell’aria, è intenzionata a far convergere i limiti normativi con quelli dell’OMS. Su questo aspetto da anni chiediamo questo tipo di convergenza dei limiti di legge con le raccomandazioni dell’OMS che, è bene ricordarlo, si riferiscono alla sola tutela della salute delle persone”.

 

Focus Roma e Milano – Infine il report Mal’aria 2021 raccoglie anche il focus dal titolo “Roma e Milano Clean Cities” in cui si fa il punto sulle concentrazioni medio annue di biossido di azoto nelle due città capoluogo di provincia. Nonostante i mesi di lockdown e la diffusione dello smart working, a Roma e Milano è stato superato quello che sarà il nuovo valore medio annuale suggerito dall’OMS per il biossido di azoto (NO2), ossia 20 microgrammi per metro cubo (μg/mc). In particolare a Roma lo scorso anno il valore medio annuo di NO2 è stato di 34 μg/m3, mentre a Milano di 39 μg/m3.

Legambiente ricorda, inoltre, che le auto sono la fonte principale di inquinamento in città e che le emissioni fuorilegge delle auto diesel continuano a causare un aumento della mortalità, come è emerso anche da un recente studio presentato lo scorso settembre da un consorzio italiano che comprende consulenti (Arianet, modellistica), medici ed epidemiologi (ISDE Italia, Medici per l’Ambiente) e Legambiente, nonché la piattaforma MobileReporter.

Lo studio in questione – che si inquadra nella più ampia iniziativa transfrontaliera sull’inquinamento del traffico urbano Clean Air For Health stima per la prima volta in assoluto la quota di inquinamento a Milano imputabile alle emissioni delle auto diesel che superano, nell’uso reale, i limiti fissati nelle prove di laboratorio alla commercializzazione. In particolare nel capoluogo lombardo sono proprio i veicoli diesel “Euro4” ed “Euro5” a provocare la maggior parte dell’inquinamento da NO2: circa il 30% nel corso del 2018. Per questo Legambiente chiede subito, come era stato previsto nell’accordo tra governo e regioni della pianura Padana, il blocco della circolazione dei diesel “Euro4” e della auto a benzina “Euro1” e al 2025 l’estensione del blocco totale annuale anche all’ “Euro5” diesel e così via.

 

Petizione e mobilitazione social – In occasione del dossier Mal’aria 2021, Legambiente lancia oggi anche una petizione on line – – in cui sintetizza le sue richieste per città più vivibili e pulite invitando i cittadini a firmarla. Alla raccolta firme, si affianca anche una mobilitazione social attraverso la quale l’associazione chiede oggi a tutte le persone di scattarsi un selfie in primo piano con una mascherina bianca, sulla quale scrivere il claim #noallosmog, davanti alla finestra aperta o in un luogo simbolo della vostra città (statua, piazza, ecc). E di pubblicare la foto sui propri profili e pagine social taggando @Legambiente e usando gli hashtags #malaria e #noallosmog.




Coldiretti: tutelare Made in Piemonte da sfasamenti climatici

L‘innalzamento dei livelli del mare in Italia sta provocando, infatti, danne alle coltivazioni per la risalita dell’acqua salata, come si evince dal rapporto su oceani e ghiacci dell’Ipcc, il comitato scientifico dell’Onu che ha messo in guardia sul riscaldamento e sull’aumento del livello delle acque.

Il 2019 entra nella top ten degli anni più caldi con una tendenza al surriscaldamento. Eventi climatici violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi, sono ormai all’ordine del giorno.

In Piemonte si confermano i trend nazionali con un’estate caratterizzata da trombe d’aria, grandinate temperature inconsuete che sono passate da essere estremamente elevate a quasi fredde.

Proprio per questo decine di migliaia di agricoltori giovani e studenti scendono in piazza venerdì 27 settembre, in occasione del terzo sciopero mondiale per il clima, al Villaggio contadino di Bologna in uno spazio da 50mila metri quadrati nel cuore nella food valley italiana.

L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – evidenziano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -.

Ci saremo, con i nostri giovani imprenditori, allo sciopero mondiale per il clima che si svolgerà nel contesto del Villaggio di Bologna dove Coldiretti Piemonte sarà presente, nella tre giorni, con oltre 2 mila partecipanti.

Certo, le nostre imprese sono sempre più chiamate ad interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.

“L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – evidenziano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – .

Ci saremo con i nostri giovani imprenditori, allo sciopero mondiale per il clima che si svolgerà nel contesto del Villaggio di Bologna dove Coldiretti Piemonte sarà presente, nella tre giorni, con oltre 2 mila partecipanti.

Certo le nostre imprese sono sempre più chiamate ad interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.

L’agricoltura piemontese vanta 14 Dop, 9 Igp, 18 Docg e 42 Doc, una grande biodiversità che, grazie al lavoro dei nostri imprenditori, viene preservata come, d’altronde, vengono salvate dal rischio estinzione razze autoctone e prodotti cu di cui altrimenti non si avrebbe traccia.”

L’appuntamento è, quindi, per domani, venerdì 27 settembre, nel centro di Bologna, da piazza dell’Otto Agosto al Parco della Montagnola fino a piazza XX Settembre a partire dalle ore 9,00. Sarà presentato il Rapporto Coldiretti su “SOS Clima per l’agricoltura italiana”. Saranno anche al lavoro gli agrichef, i cuochi contadini, con le ricette green delle nonna e verrà illustrato il decalogo della spesa sostenibile con l’aiuto del tutor per fare acquisti nel grande mercato a chilometri zero degli agricoltori di Campagna Amica




Sviluppo sostenibile: un bando per le scuole medie superiori

Una competizione fra gruppi di studenti, classi o scuole per dare impulso allo sviluppo sostenibile, realizzando buone pratiche scolastiche in materia di risparmio di energia, di acqua, riduzione dei rifiuti, dei consumi e degli sprechi, collaborando al miglioramento della qualità dell’aria.

Riuniti in gruppi (stessa classe, interclasse, classi diverse) chiamati “Green Club” i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado del territorio metropolitano potranno partecipare al concorso “Ci basta un Pianeta”, prima edizione di un bando pubblico promosso dalla Città metropolitana di Torino, in collaborazione con il Museo A come Ambiente e il Politecnico di Torino – Innovation Design Lab del Dipartimento di architettura e design.

L’iniziativa nasce sulla scia dei percorsi educativi già intrapresi a partire dal 2001 dalla divisione Ambiente della Città metropolitana (e prima dalla Provincia di Torino) nell’ambito dell’educazione alla sostenibilità ambientale, come “A scuola camminando” promosso a partire dal 2006 o “Incubatori di Green Education – Il Paesaggio Vien Camminando” dal 2016.

Il concorso “Ci basta un Pianeta” persegue l’obiettivo di sensibilizzare ragazzi e famiglie, docenti, dirigenti scolastici e personale Ata a cambiare le loro abitudini rispetto al risparmio di risorse energetiche e idriche a scuola, alla riduzione della produzione di rifiuti, consumi e sprechi, alla riduzione della produzione di CO2 con spostamenti casa-scuola a piedi e in bicicletta privilegiando la mobilità sostenibile, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, consapevolezza sugli acquisti personali di abbigliamento, “moda sostenibile”, potenziamento di azioni relative a un’alimentazione sana e rispettosa dell’ambiente. Cambiamenti che si traducono in azioni e in buone pratiche scolastiche in tutti i campi per contribuire allo sviluppo di una cultura della sostenibilità nel territorio in cui l’istituito è insediato.

La scadenza del bando è prevista per il 20 aprile 2020. Si richiede alle scuole che intendono partecipare di inviare all’indirizzo labto@cittametropolitana.torino.it una mail per l‘iscrizione, entro il 12 febbraio 2020, con l’indicazione dei referenti dell’iniziativa, che consentirà di organizzare le attività di supporto previste e chiaramente indicate nel Bando stesso. Sarà in ogni caso possibile partecipare al concorso, a prescindere dall’iscrizione, senza, però, fruire delle suddette attività.

Per maggior informazioni: http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/ambiente/educazione-comunicazione/bandi-educazione/ci-basta-un-pianeta >