Torino. Scorie nucleari, chiesto l’accesso agli atti per approfondire la documentazione

Per la Città Metropolitana di Torino la settimana che era iniziata con la riunione tra alcuni parlamentari piemontesi e i Sindaci potenzialmente interessati all’ubicazione in Piemonte del sito per il deposito nazionale unico di scorie radioattive si chiude con l’avvio del lavoro del gruppo di tecnici dell’Ente, che affiancheranno i Comuni per la presentazione delle osservazioni alla Carta delle 67 aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito.

Il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco annuncia che “per esaminare nel dettaglio la documentazione pubblicata dalla società Sogin nel suo sito Internet abbiamo richiesto un accesso agli atti, che dovrebbe consentire ai nostri tecnici di proporre osservazioni basate su dati di fatto, che dimostrino la non idoneità del sito di Carmagnola e di quello di Mazzè ad ospitare il deposito”.

“Nella riunione di lunedì scorso, – sottolinea il Vicesindaco Marocco –  e già in un precedente incontro con i Sindaci il nostro Ente ha preso un impegno ben preciso: supportare le amministrazioni locali con la messa in campo delle professionalità presenti al nostro interno per valutare i punti deboli della documentazione prodotta da Sogin, in modo da elaborare nel minor tempo possibile osservazioni plausibili e fondate. Stare concretamente dalla parte dei territori e di chi li amministra è per noi un dovere istituzionale”.




Scorie nucleari, i parlamentari piemontesi a fianco dei Comuni

Un emendamento trasversale firmato dai parlamentari piemontesi; un tavolo di concertazione creato da Regione Piemonte per affrontare in modo condiviso il tema dell’eventuale insediamento in Piemonte del sito nazionale unico per il deposito di scorie radioattive; l’impegno di Città metropolitana e Regione Piemonte nell’affiancare i Comuni con il lavoro dei tecnici; la necessità di fare squadra sul territorio per difendere le eccellenze agroalimentari e turistiche sulle quali tanto si è investito negli ultimi anni; infine la presenza di errori ed imprecisioni contenuti nel documento di Sogin e la mancanza di trasparenza sui documenti.

Questi i principali punti emersi dalla videoriunione convocata dal vicesindaco di Città metropolitana di Torino Marco Marocco insieme all’assessore di Regione Piemonte Maurizio Marrone che questa mattina ha collegato i sindaci dei territori potenzialmente interessati con numerosi parlamentari piemontesi: presenti online Alessandro Benvenuto, Jessica Costanzo, Celeste D’Arrando, Silvia Fregolent, Carlo Giacometto, Alessandro Giglio Vigna, Stefano Lepri, Susy Matrisciano, Augusta Montaruli, Lucio Malan, Osvaldo Napoli, Elisa Pirro, Claudia Porchietto e Daniela Ruffino.

Alla videoriunione è intervenuto anche il presidente della Provincia di Alessandria Gianfranco Baldi in rappresentanza dei Comuni alessandrini coinvolti.

Ai parlamentari è stata chiesta da tutti i sindaci maggiore trasparenza da parte di Sogin che sul proprio sito internet non ha pubblicato i documenti necessari, oltre alla necessità di esplicitare i criteri con cui sono stati individuati i siti potenzialmente idonei; in particolare è stato chiesto di attivarsi per ottenere subito il rinvio o la sospensione dei termini per presentare le osservazioni proprio a causa della mancanza della documentazioni tecniche necessarie.

Da Matilde Casa sindaca di Lauriano e portavoce della zona omogenea 10 Chivassese e Ivana Gaveglio sindaca di Carmagnola e portavoce della zona omogenea 11 Chierese Carmagnolese sono state evidenziate le fortissime preoccupazioni del territorio e la presenza di gravi errori materiali nel documento di Sogin: con loro sono intervenuti anche i sindaci dei siti potenzialmente idonei, la sindaca di Caluso Maria Rosa Cena, Marco Formia sindaco di Mazzè e Antonio Magnone sindaco di Rondissone ugualmente preoccupati per le ricadute locali.

Molti parlamentari hanno ricordato di aver già presentato interrogazioni urgenti  e di aver chiesto chiarimenti anche ai Ministri sui criteri e le distanze, tutti hanno ribadito la disponibilità a sostenere la battaglia dei territori criticando il metodo con cui  stata resa pubblica una tematica di livello nazionale così delicata, con un’improvvisa accelerazione dopo anni di attesa e di ritardi; è stato anche richiamato l’impegno per monitorare il rispetto dei tempi del programma di smantellamento del sito nucleare di Saluggia, previsto entro il 2035.

Infine, è stato ribadito dai parlamentari come la procedura di scelta del sito sia in corso e che nessuna decisione è stata assunta: tutti hanno confermato la loro attenzione a questa partita per arrivare a soluzioni di sicurezza verso l’indispensabile creazione di un unico deposito nazionale nel sito più idoneo che presenta le migliori condizioni tecniche.

 




Nuova banca dati europea sulle sostanze ad alta pericolosità (“Scip”), webinar di Cnvv, Anima e Ucimu

Mercoledì 20 gennaio 2021, alle 14, Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), Anima Confindustria (la federazione delle associazioni dell’industria meccanica varia e affine) e Ucimu (l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione del sistema Confindustria), organizzano un webinar per illustrare il funzionamento della nuova banca dati di informazioni, attiva del 5 gennaio scorso, sulle sostanze ad alta pericolosità denominata “Scip” (acronimo di “Substances of Concern In articles as such or in complex objects-Products”).

Grazie alla partnership tecnica di Tifq – Icim Group, durante l’incontro saranno illustrate alle imprese manifatturiere e agli importatori le strategie per gestire questa nuova necessità, insieme a una serie di servizi necessari per garantire la conformità alle relative disposizioni. Tutte le aziende che producono, assemblano, importano o distribuiscono articoli nell’ambito dell’Unione europea hanno infatti l’obbligo di trasmettere all’Agenzia europea delle sostanze chimiche (Echa) le informazioni sugli articoli e sui prodotti, in particolare sulle sostanze “estremamente preoccupanti” presenti in una concentrazione superiore allo 0,1% in peso.

I lavori inizieranno con l’intervento di Serena Pantano (Anima), intitolato “Scip in pillole”, a cui seguirà una relazione di Salvina Murè, (Tifq – Icim Group) sulla raccolta dati e la notifica Scip, che farà esempi concreti e simulazioni su come accedere alla banca dati Scip. Al termine sarà dato ampio spazio alle domande dei partecipanti.

 




Siti nucleari, Allasia: “Grave non avere consultato le istituzioni regionali e gli enti locali”

L’ idea che l’area del carmagnolese possa diventare un sito nazionale di stoccaggio dei rifiuti radioattivi  non può che destare grande preoccupazione.

E’ inaccettabile che su temi così importanti come quello delle scorie radioattive non ci sia stato nessun tipo di confronto con  gli organi regionali e locali.

Come presidente del Consiglio regionale mi attiverò affinché si faccia chiarezza e vengano messi in atto tutti quegli strumenti per la salvaguardia della salute dei cittadini e tutela dei nostri territori. La Sogin mi ha garantito che sia le istituzioni regionali che i sindaci delle aree interessate, verranno consultati e coinvolti prima di assumere qualsiasi decisione.




Scorie nucleari, lunedi 11 l’incontro con i parlamentari piemontesi

Chiedono un lavoro di squadra di tipo istituzionale ed una forte presa di posizione da parte di Regione Piemonte a tutela del territorio e delle sue peculiarità agricole d’eccellenza: i sindaci dei Comuni – indicati nell’elenco stilato da Sogin dei 67 siti idonei a ricevere gli impianti definitivi di stoccaggio delle scorie nucleari – si sono riuniti anche oggi on line con la Città metropolitana di Torino per studiare come predisporre le osservazioni tecniche da inviare entro 60 giorni.

Lunedì 11 gennaio alle ore 11 si terrà l’incontro online tra i sindaci, la Città metropolitana ed i parlamentari piemontesi, al quale interverrà anche la Regione Piemonte.

La sindaca di Carmagnola Ivana Gaveglio e di Caluso Maria Rosa Cena, il sindaco di Mazzè Marco Formia e di Rondissone Antonio Magnone, l’assessore all’ambiente di Chivasso Pasquale Centin, i sindaci di Montanaro Giovanni Poncha, di Torrazza Piemonte Massino Rozzino e di Chieri Alessanro Sicchiero hanno ribadito lo sconcerto per non essere stati cooinvolti nè preventivamente informati ed hanno preso atto di una scelta nazionale che appare fortemente caratterizzata verso il territorio piemontese dove già sono presenti l’80% delle scorie nucleari dell’intero territorio italiano, nel sito di Saluggia. Dagli amministratori è emersa la volontà di ottenere una deliberazione da parte di Regione Piemonte a tutela del territorio e delle sue eccellenze agricole, come già accaduto ad esempio in Lombardia, e di una azione politica forte che rappresenti con una voce sola le specificità del territorio individuato che oggettivamente non possiede le caratteristiche per ospitare il deposito.

Il vicesindaco di Città metropolitana Marco Marocco e la consigliera delegata all’ambiente Barbara Azzarà hanno confermato ai Comuni la disposibilità della struttura tecnica metropolitana a redigere le osservazioni tecniche inserendosi nel processo di confronto pubblico previsto dalla normativa per contribuire ad ottenere l’esclusione dei siti del nostro territorio dalla short list individuata, a partire dalle indicazioni sul grande patrimonio di terreni agricoli fertili che verrebbero intaccati e fortemente penalizzati, danneggiando anni di investimenti sui prodotti d’eccellenza.

 




Appendino a Cirio: “Deroghe al protocollo padano e subito il tavolo qualità dell’aria”

In merito al blocco degli autoveicoli diesel euro4, scattato proprio da oggi lunedi 4 gennaio e previsto da tempo dal Protocollo padano siglato dalle Regioni della pianura padana, la Sindaca della Città metropolitana di Torino Chiara Appendino ha inviato una lettera al Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio per richiedere la sospensione del provvedimento.

“Occorre rivedere le misure previste per migliorare la qualità dell’aria, che nel caso degli euro 4 riguarda oltre 400 mila veicoli diesel fino alla fine di marzo – sostiene la Sindaca nel testo inviato in Regione – Chiediamo anche la convocazione urgente di un tavolo regionale sulla qualità dell’aria per aggiornarci sulle misure previste in merito all’introduzione della scatola nera ed agli interventi sugli impianti di riscaldamento”.

La stessa richiesta era già stata avanzata dalla Consigliera con delega all’ambiente della Città metropolitana, Barbara Azzarà, proprio per approfondire l’argomento delle misure per contenere l’inquinamento atmosferico, tenendo però in considerazione i problemi causati dalla grave situazione della pandemia da Covid-19”.




Tavolo sulla qualità dell’aria impegnato per evitare le sanzioni dell’UE

Si è riunito nel tardo pomeriggio di ieri, venerdi 27 novembre, il Tavolo di coordinamento sulla qualità dell’aria, convocato dalla consigliera all’Ambiente della Città metropolitana di Torino Barbara Azzarà. Erano presenti, oltre all’assessore della Regione Piemonte Matteo Marnati, una rappresentanza di sindaci e assessori dei comuni dell’area metropolitana, compreso il capoluogo, ed i rappresentanti di Arpa Piemonte, Anci e Agenzia per la Mobilità piemontese.


Nel corso dei lavori sono state affrontate le conseguenze della sentenza di condanna della Corte di Giustizia Europea all’Italia in quanto i valori limite applicabili alle concentrazioni di particelle PM10 sono stati superati in maniera sistematica e continuata tra il 2008 e il 2017.


Per quanto concerne il PM10, una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia è stata avviata nel giugno del 2016, con l’invio di una lettera di messa in mora, per non aver rispettato, in primis tra il 2008 e il 2012, in diverse zone ed agglomerati, i valori limite giornalieri (50μ/m3 da non superare più di 35 volte in un anno civile) e annuali (40 μ/m3) stabiliti dalla direttiva 2008/50/CE relativa proprio alla qualità dell’aria.

Il 27 aprile del 2017 è stato notificato un parere motivato nei confronti dell’Italia, concretizzando la procedura con un deferimento alla Corte di Giustizia Europea. Lo scorso10 novembre la Corte ha emesso la sentenza di condanna proprio per il superamento dei valori limite di PM10 riferendosi a ben 3 Zone di qualità dell’aria piemontesi, l’agglomerato di Torino oltre ad aree di collina e pianura.


In particolare la sentenza ha accertato che il nostro Paese “è venuto a meno agli obblighi imposti avendo superato in maniera sistematica e continuata, dal 2008 al 2017 incluso, i valori limite giornaliero (e annuale) fissati per le particelle PM10, superamento che oltretutto è tuttora in corso”.

Sempre secondo la sentenza non sarebbero state adottate “misure appropriate per garantire il rispetto dei valori limite fissati per il PM10 in tutte tali zone, e piani per la qualità dell’aria che prevedano misure affinché il periodo di superamento dei valori limite sia il più breve possibile”.

E’ uno stato di fatto che consentirà alla Commissione di avviare un costante monitoraggio sulla capacità dell’Italia di dare puntuale attuazione alla sentenza della Corte di giustizia e, se del caso, di aggravare il procedimento con una messa in mora.
Sull’argomento si sono già svolti incontri tra le Regioni del Bacino padano durante le quali è emersa la necessità di agire nel più breve tempo possibile per definire misure che possano evitare l’applicazione delle sanzioni.

Queste ultime, è stato precisato, si potranno riflettere attraverso la minore erogazione di fondi al nostro Paese e di conseguenza sui vari territori. Occorre dunque un cambio di passo, l’adozione di iniziative condivise da presentare al Ministero dell’Ambiente presso il quale si svolgerà un incontro il prossimo 2 dicembre.


“E’ una fase che vedrà il nostro Tavolo sulla qualità dell’aria come parte attiva – ha commentato la consigliera all’Ambiente della Città metropolitana
Barbara Azzarà – Dobbiamo far sapere anche ai nostri cittadini che le conseguenze di una situazione del genere, l’applicazione delle sanzioni e parliamo di milioni di euro, ricadrebbe sull’intera collettività. Serve dunque un lavoro di concertazione con il territorio per arrivare ad un progetto comune anche per evitare che le stesse sanzioni rendano vani tutti gli sforzi attuati in questi ultimi anni nel campo ambientale e in particolare sulla qualità dell’aria che respiriamo”.




Ambiente, “Marazzato” cresce e lancia il “Centro ricerche e sviluppo”

Il ‘Gruppo Marazzato’ apre con determinazione al fronte imprescindibile e quanto mai più che attuale della ricerca e sviluppo.

E inaugura ufficialmente il Polo Tecnologico di Villastellone, nel torinese, nato dalla felice acquisizione di un’ampia struttura che ha di fatto assunto i connotati di una piattaforma polifunzionale all’interno della quale una significativa porzione di superficie coperta dello stabilimento verrà interamente dedicata alla messa a punto, sperimentazione e commercializzazione di soluzioni avanguardistiche, moderne e sostenibili per mutare gli scarti industriali in materie prime.

E il tutto a impatto zero per merito di un team coeso e coerente di professionisti competenti composto da Ivano Bosi, Amministratore Delegato di ‘Azzurra Srl’, Società del ‘Gruppo’ che gestisce l’impianto insieme alla Coordinatrice del Polo, l’ingegner Eleonora Longo, con la biologa Stefania De Pandis e l’ingegnere chimico Maurizio Anlero.

E’ grazie a loro che si è potuto dar luogo al progetto di sviluppo impiantistico del trattamento chimico-fisico biologico più che raddoppiandone la portata: dagli iniziali 50mila metri cubi annui sino ai 105 mila attuali quale volume complessivo di rifiuti trattati liquidi, pericolosi e non.

Un obiettivo centrato grazie anche all’ausilio prezioso di partners esterni che ha permesso di mantenere invariato il medesimo footprint pur a fronte di una maggiorata capacità operativa, ove per ‘footprint’ propriamente detto s’intende l’impatto con il territorio circostante sia visivo che urbanistico. E procedere così a vele spiegate con il traguardo ambito di fare della struttura un punto innovativo e di riferimento in materia di Best Available Technologies, ovvero procedimenti ultra avanzati applicati al mondo dei rifiuti liquidi industriali. Ed è altresì disponibile al seguente link https://www.youtube.com/watch?v=egStbU04ZKs anche un video in 3D del ‘Gruppo Marazzato’ che illustra i punti salienti dedicati a questo tema fondamentale.

Nel prossimo quinquennio ‘Marazzato’ investirà infatti principalmente su cinque fronti: geopolimeri da fanghi di dragaggio, ottimizzazione dell’impianto di depurazione biologica, processi (bio)chimici sostenibili, biocarburanti da fanghi, valorizzazione biologica della CO2 e recupero dei chemicalsPatent Landscape (innovation trend, technological ecosystem), pre-trattamenti di rifiuti liquidi durante il loro trasporto.

Ma l’obiettivo più prossimo, stante anche un’azzeccata convenzione stipulata fra il Politecnico di Torino e l’azienda vercellese leader dal 1952 nelle soluzioni per l’ambiente rispettivamente sul versante formazione-impresa (per attuare fattivamente i nuovi brevetti che consentono di trasformare i rifiuti in risorse nuove), consiste nella realizzazione fisica del Centro entro il prossimo luglio 2021 per potenziarne l’attività scientifica interna dotandolo dei migliori strumenti di studio in circolazione. 

Alla palazzina uffici verranno così affiancati moderni locali per laboratorio e postazioni per i ricercatori. Con in più la possibilità di installare all’interno di un ampio capannone coperto tutta una serie di impianti-pilota ‘a scala ridotta’ o preindustriale che dir si voglia. Modelli funzionali e funzionanti pronti a essere sviluppati e commercializzati a livello globale, atti a sfruttare i processi innovativi che trasformano un materiale inerte in una nuova risorsa prima, con tutto il know-how tecnologico utile in sequenza a ottenere lo scopo. 

Sin dal 2017, data della sua acquisizione, all’interno di questo sito d’eccellenza avanzato e tecnologico in cui opera, ‘Marazzato’ ha sempre più avvertito la necessità di ampliare soluzioni impiantistiche sulla gestione rifiuti anche fuori dalla consueta a ordinaria amministrazione”, spiega il manager Ivano Bosi. “Al tempo stesso l’idea di creare un centro presso l’attuale stabilimento di ‘Azzurra Srl’, una delle società del Gruppo, avrebbe potuto fornire un servizio ulteriore anche ai nostri clienti: che possono così usufruire delle solide competenze maturate nel tempo dalla struttura, e dell’esperienza di un pool di professionisti di laboratorio in un’ottica di asseverazione della trasparenza legata al rispetto dell’ambiente”, aggiunge l’ingegner Eleonora Longo. “Disporre di un centro ricerche all’interno di una piattaforma polifunzionale di smaltimento consente altresì di avere immediatamente a disposizione i rifiuti, la materia prima da sperimentare e trasformare, abbattendo i costi, moltiplicando le opportunità di ricerca in loco e ottimizzando i tempi. Con in più la certezza di operare al sicuro in un contesto autorizzato e dotato di tutte le cautele e prescrizioni normative del caso, e in un regime di pieno rispetto e massima collaborazione con il territorio circostante e gli abitanti del luogo”, chiosano all’unisono i tecnici Maurizio Anlero e Stefania De Pandis.




Confagricoltura Alessandria ad Ecomondo Digital Edition: ecco tutti gli appuntamenti

Ad Ecomondo Digital Edition – la manifestazione fieristica trasferita su specifica piattaforma digitale dal 3-6 novembre (con accesso consentito fino a domenica 15) – parteciperà attivamente anche Confagricoltura, con specifici webinar e contributi. In primo piano recovery fund, green economy, sostenibilità e innovazione.

In particolare, l’Organizzazione degli imprenditori agricoli promuove due dirette streaming sulla piattaforma digitale di Ecomondo:

Martedì 3 novembre (ore 14.00 – 17.30) – “Green new deal: la strategia Farm to fork – filiere agroalimentari smart ed a basso impatto ambientale”. È organizzato da Confagricoltura, Federalimentare, Enea, Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo ed è previsto l’intervento del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.
Si approfondirà la strategia Farm to Fork, mettendo in evidenza il ruolo del sistema agroalimentare nella sfida climatica ed in particolare quanto le aziende agricole e dell’industria alimentare stiano già facendo, con filiere sempre più smart e sostenibili.

Venerdì 6 novembre (ore 9.30 – 13.30) – “Architettura e natura: bioedilizia, bioeconomia forestale, eco-design”. È organizzato da Confagricoltura, Università della Tuscia, Assocarta e Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo. Interverrà Giulio Rocca, presidente della Federazione produzioni legnose di Confagricoltura.

In primo piano il ruolo centrale delle foreste nella bioeconomia e nella rigenerazione urbana con l’utilizzo dei biomateriali.

Confagricoltura parteciperà agli Stati generali della Green Economy (3-4 novembre) sul Green New Deal. Darà poi il proprio contributo ad una serie di eventi, portando la propria visione sull’importanza di innovazione dei processi di produzione e dei prodotti, con particolare riferimento ai biomateriali con il packaging sostenibile ed alla gestione del suolo.

In rilievo giovedì 5 novembre 2020 (orario 14.00 – 16.15) l’evento su “Suolo produttivo e salute” – Organizzato da CTS Ecomondo, Cluster Tecnologico Nazionale della chimica verde SPRING e ReSoil Foundation – a cui interverrà Giovanna Parmigiani, componente di Giunta di Confagricoltura, per evidenziare l’impegno per la salvaguardia dello spazio bioproduttivo.
I vari eventi saranno sempre su piattaforma digitale Ecomondo.

A latere, nelle giornate di Ecomondo, Confagricoltura ha organizzato ulteriori webinar sulle proprie piattaforme digitali:

Mercoledì 4 novembre (ore 14.00 – 15.30) – “Confagricoltura: I progetti europei di ricerca ed innovazione sulla sostenibilità”. È previsto l’intervento di Daniele Rossi (delegato di Confagricoltura per Ricerca & Innovazione). L’evento, organizzato da Confagricoltura, è previsto su piattaforma digitale Zoom .

In primo piano l’importanza della ricerca e dell’innovazione nelle nuove sfide del New Green Deal.

Mercoledì 4 novembre (ore 15.30 – 17.30) – “Energia e agricoltura: un binomio che deve diventare possibile”. Organizzato da Anga e Moroni & Partners (diretta facebook). Parteciperà il presidente dei Giovani di Confagricoltura Francesco Mastrandrea.
Si affronterà il tema del raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni attraverso l’ulteriore sviluppo delle energie rinnovabili ed il ruolo delle aziende condotte da giovani agricoltori.

Inoltre, giovedì 5 novembre, in occasione di Ecomondo, Confagricoltura ed Ambasciata d’Israele hanno organizzato un incontro virtuale tra aziende agricole associate e start up israeliane sulle tecniche di coltivazione innovative ad elevata sostenibilità, come idroponica, aeroponica e acquaponica. L’obiettivo è quello di favorire lo sviluppo dell’agricoltura verticale ed in particolare dell’idroponica.

“Per Confagricoltura – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Alessandria e componente della Giunta nazionale, Luca Brondelli di Brondello – è fondamentale una stretta interconnessione tra agricoltura e ambiente, coniugando produttività e sostenibilità (con attenzione pure a agroenergie, bioprodotti, bioedilizia, biocosmesi, buone pratiche) dove l’agricoltura, a vari livelli, svolge un ruolo di primaria importanza; attività che necessitano di una sempre maggiore integrazione delle diverse componenti delle filiere e di elevati livelli di ricerca ed innovazione”.

Da molti anni – ha evidenziato Confagricoltura Alessandria – gli imprenditori agricoli si impegnano in obiettivi legati allo sviluppo sostenibile e in generale alla tutela dell’ecosistema e della biodiversità. In quest’ottica, va rilevata la diminuzione di impiego del 12% (nel 2018 rispetto al 2014, prima dell’entrata in vigore del PAN-Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari) e di circa il 24% nel decennio (2008-2018).

“Abbiamo sempre partecipato attivamente a Ecomondo-Key Energy – ha concluso Brondelli – Ancor più, in epoca di emergenza pandemica, sentiamo l’esigenza di farlo, consapevoli del ruolo dell’agricoltura per il Paese. Gli agricoltori sono protagonisti delle politiche per l’ambiente, la sostenibilità, la green economy, l’economia circolare, i cambiamenti climatici. Il territorio è il nostro habitat. Siamo tutori dell’agroecosistema, costruttori del paesaggio, promotori di energie alternative, fautori di un rinnovamento a minor impatto sulle risorse naturali”.




Anche Città metropolitana di Torino avvia la sua Agenda per lo sviluppo sostenibile

In Italia tutte le 14 Città metropolitane sono impegnate nella realizzazione delle loro Agende per lo sviluppo sostenibile con il sostegno del Ministero dell’Ambiente, della tutela del territorio e del mare.

Dopo la Carta di Bologna per l’Ambiente, sottoscritta dai Sindaci metropolitani nel giugno 2017, si tratta di un ulteriore impegno per la territorializzazione degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’intero Paese.

Anche Città metropolitana di Torino è pronta a far partire la propria Agenda territoriale per lo sviluppo sostenibile e il percorso verrà illustrato domani, giovedi 1 ottobre, durante l’evento online a cura di AsviS l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile che riunisce oltre 270 tra le più importanti istituzioni e reti della società civile con l’obiettivo di far crescere nella società italiana la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile.


L’evento (che si svolgerà dalle 10 alle 18) si potrà seguire su Festivalsvilupposostenibile.ite sulla pagina Facebook dell’ASviS) con interventi e tavole rotonde di amministratori metropolitani da tutta Italia: nel pomeriggio le Città metropolitane di Bari, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Roma Capitale, Reggio Calabria, Torino eVenezia, illustrerannoi progetti delle rispettive Agende per favorire localmente la creazione di una cultura della sostenibilità a tutti i livelli, grazie anche all’orientamento dei modelli di produzione e di consumo.

“La nostra agenda metropolitana per lo sviluppo sostenibile – sottolinea la consigliera di Città metropolitana di Torino delegata all’Ambiente Barbara Azzarà – nasce nel contesto della Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, lo strumento operativo utilizzato dalla Regione Piemonte per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030: le Città metropolitane rappresentano quel livello intermedio che, per dimensioni ed estensione, possono ben sperimentare un coinvolgimento che tenga conto dei bisogni dei cittadini e renda concreta la ricaduta a livello locale di quanto previsto dagli ambiziosi obiettivi”.