Sanzioni indifferenziata, una franchigia per i Comuni turistici

La Commissione Ambiente, presieduta da Angelo Dago, ha licenziato oggi a maggioranza il disegno di legge 88 che contiene modifiche alla legge regionale 1 del 2018 sulle gestione dei rifiuti. Sul testo sono stati discussi e approvati vari emendamenti, alcuni anche delle opposizioni.

A sottolineare il lavoro proficuo e costruttivo svolto fra maggioranza e opposizioni sono stati il presidente Dago e il vicepresidente Matteo Gagliasso, che ha auspicato un iter simile in aula “perché venga presto approvato un provvedimento fondamentale per il territorio piemontese”.

Fra gli emendamenti, molti dei quali di natura tecnica, presentati dalla Giunta e illustrati dall’assessore all’Ambiente, Matteo Marnati, la modifica al sistema di applicazione delle sanzioni per il mancato raggiungimento dell’obiettivo di riduzione dei rifiuti indifferenziati. In particolare, si prevede una “franchigia” per i consorzi con elevata presenza di comuni turistici, nei quali la popolazione effettivamente presente risulta essere superiore a quella residente. La franchigia individuata corrisponde ad un aumento della produzione di rifiuti compatibile con l’incremento di almeno il 5% della popolazione residente.

Un altro emendamento chiarisce ulteriormente che, in merito a criteri e modalità di utilizzo delle risorse a disposizione per finanziare la legge, la Giunta incentiva, fra gli interventi, i consorzi di area vasta che si sono accorpati consensualmente e sostiene quelli per cui ha disposto l’accorpamento a seguito del mancato raggiungimento degli obiettivi previsti.

Approvato inoltre un emendamento del gruppo Pd, primo firmatario, Alberto Avetta, che prevede l’acquisizione del parere obbligatorio della Commissione competente da parte della Giunta regionale al termine del periodo di osservazione e in merito alla valutazione degli obiettivi raggiunti e alle performance conseguite dai consorzi, prima di provvedere a una eventuale ridelimitazione dei sub ambiti di area vasta, allo scopo di allargare il processo decisionale in una complessa fase di transizione.

Durante la discussione sono intervenuti anche i consiglieri Valter Marin (Lega), Sean Sacco (M5s) e Daniele Valle (Pd).




Smaltimento illegale di rifiuti non pericolosi in riva alla Dora a Torino

Non disponeva dell’autorizzazione allo smaltimento e ha abbandonato alcune decine di metri cubi di rifiuti non pericolosi in modo del tutto illegale sulla sponda destra della Dora a Torino la ditta denunciata all’autorità giudiziaria dalla Polizia locale metropolitana, a seguito di un controllo effettuato lunedì 25 gennaio. Il personale della Polizia metropolitana è intervenuto per verificare il ripristino dello stato dei luoghi dopo l’abbandono di rifiuti, a seguito di una segnalazione da parte delle Guardie Ecologiche Volontarie, che sono dipendenti onorari della Città Metropolitana di Torino.

Gli agenti della Polizia Metropolitana sono riusciti ad individuare sia la società che aveva prodotto i rifiuti sia quella che li aveva abbandonati in riva alla Dora. Le ditte sono state denunciate in concorso all’autorità giudiziaria e dovranno pagare una contravvenzione di 6.500 euro ciascuna, oltre ad accollarsi le spese per il ripristino dello stato dei luoghi. In caso contrario dovranno subire un processo per il reato di abbandono di rifiuti commesso da persona giuridica. I rifiuti non pericolosi recuperati in riva alla Dora sono stati avviati alle operazioni di recupero in un impianto specializzato in possesso dell’autorizzazione ambientale rilasciata dalla Città Metropolitana di Torino.

“Le GEV e la Polizia Metropolitana continuano in tutto il territorio della Città Metropolitana di Torino il monitoraggio per verificare che non si ripetano abbandoni abusivi di rifiuti. – sottolineano il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco e la Consigliera delegata all’ambiente e vigilanza ambientale Barbara Azzarà – In questa come in altre operazioni si rivela essenziale la collaborazione e la sinergia tra la Polizia locale metropolitana e le Guardie Ecologiche Volontarie, a cui il nostro Ente deve riconoscenza e considerazione per l’impegno profuso”.




Rifiuti radioattivi, Allasia: “E’ necessario il dialogo e un confronto aperto”

Siamo il primo Consiglio regionale d’Italia ad affrontare con una seduta aperta la questione del Deposito unico per i rifiuti radioattivi. Credo fosse necessario per cominciare a fare chiarezza, dopo la pubblicazione dell’elenco dei siti potenzialmente idonei, all’interno del quale ci sono diverse località piemontesi. È necessario il dialogo e un confronto aperto con i territori interessati, Sogin e il Governo nazionale, dialogo che il Consiglio ha cominciato a garantire. L’Italia ha una procedura aperta da dieci anni, perché per il momento le scorie sono stoccate in diversi siti provvisori, molti dei quali già in Piemonte: una soluzione condivisa va senza dubbio trovata.”

 




Arpa Piemonte: “Le polveri sottili non veicolano il Covid”

L’ipotesi che le polveri sottili agiscano come vettore (carrier) del virus è poco plausibile: i campionamenti effettuati da Arpa Piemonte, infatti, non hanno rilevato Sars-CoV2 sui filtri della qualità dell’aria. È invece allo studio la possibilità che alte concentrazioni di particolato facciano da amplificatore (booster) del processo di infiammazione prodotto dal virus”: lo ha detto il presidente di Arpa Piemonte, Angelo Robotto, in una congiunta delle commissioni Quarta e Quinta, presieduta da Angelo Dago. 

Nel corso dell’audizione, sollecitata dal consigliere Giorgio Bertola (Movimento 4 ottobre) sono stati illustrati i risultati preliminari del campionamento Sars-Cov2 nell’aria e i dati raccolti da Arpa sulla qualità dell’aria durante l’emergenza Covid.

La lettura di questi ultimi indica che durante i mesi del lockdown, in cui il traffico veicolare è stato di molto inferiore rispetto al 2019, c’è stato un calo netto sia delle emissioni che delle concentrazioni di biossido di azoto (No2), mentre rispetto alle polveri sottili, in particolare il pm10, si sono registrate riduzioni significative sulle concentrazioni ma non sulle emissioni: “Ciò indica che il contributo del traffico veicolare non è sostanziale per le emissioni di pm10 – ha detto Robotto – mentre discorso diverso vale per gli ossidi di azoto”.

Dal monitoraggio è emerso che in ambiente esterno il virus Sars-Cov2 non è finora risultato rilevabile nell’aria; negli ambienti ospedalieri, in particolare nei reparti con presenza di malati anche caratterizzati da cariche virali elevate, le concentrazioni sono risultate generalmente contenute, anche per l’elevato tasso di ricambio dell’aria. Al contrario, in ambiente domestico le concentrazioni sono risultate più consistenti.

Sono stati anche riportati i risultati del recente studio condotto dal Consiglio nazionale delle ricerche e da Arpa Lombardia, che parla di probabilità di trasmissione del virus per via aerea molto bassa in condizioni esterne, ad eccezione delle situazioni di affollamento.
La seduta congiunta è proseguita con l’audizione delle associazioni ambientaliste Legambiente, Pro Natura e Italia Nostra, che hanno svolto le rispettive relazioni sui rischi da inquinamento dell’aria per la salute e avanzato proposte di interventi migliorativi.

I consiglieri Bertola, Alessandro Stecco (Lega) e Sara Disabato (M5s), oltre al presidente Dago, hanno chiesto una serie di chiarimenti sui luoghi in cui sono state effettuate da Arpa le campionature per individuare la presenza di materiale genetico del virus (Rna), sull’incidenza dell’inquinamento da biomasse e i sistemi per abbattere questo tipo di emissioni, e infine sugli interventi che la Regione può mettere in campo per contrastare l’inquinamento atmosferico.

Gestione rifiuti

La Commissione Ambiente, presieduta da Angelo Dago, ha iniziato oggi l’esame del disegno di legge n. 88 che contiene le modifiche alla legge regionale del 2018 sulla gestione dei rifiuti. Nei diversi interventi i consiglieri di opposizione (Alberto Avetta e Daniele Valle – Pd, Sean Sacco – M5s, Giorgio Bertola – Misto) hanno sottolineato l’importanza di organizzare meglio la raccolta differenziata dei rifiuti attraverso i Consorzi, con particolare riguardo alle situazioni dei piccoli Comuni, soprattutto montani. Il consigliere Carlo Riva Vercellotti (Fi) ha annunciato un emendamento sulle funzioni che le Province potranno svolgere in accordo con i Consorzi.

Al termine l’assessore all’ambiente Matteo Marnati ha sottolineato come la raccolta differenziata negli ultimi anni sia molto migliorata ed ha ribadito l’importanza dello sviluppo del settore e del recupero dei rifiuti nell’ambito dell’economia circolare che può dare un impulso positivo sia al settore ambientale che a quello economico.




Deposito nazionale di rifiuti nucleari, avviato il confronto

Ieri pomeriggio in modalità video c’è stato un primo confronto informativo, promosso dalla Regione Piemonte, per illustrare la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) ad ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti nucleari.

I rappresentanti di Sogin (la società di Stato responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi) e Isin hanno illustrato la Carta e i criteri che sovrintendono all’individuazione delle aree. Le istituzioni locali e i rappresentanti delle categorie – per Confagricoltura è intervenuto il direttore regionale Ercole Zuccaro – hanno approfondito gli aspetti ambientali ed economici della questione.

Segnaliamo, tra gli altri, gli interventi del sindaco di Castelletto Monferrato Gianluca Colletti (posizionare il timer a 1:59:50), del professor Vincenzo Gerbi presidente dell’Autorità d’Ambito n. 5 Astigiano-Monferrato (2:19:10), del sindaco di Caluso Maria Rosa Cena (2:37:00) e del direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro (2:43:35).
Al link che segue trovate il video della riunione

 




Scorie nucleari, al tavolo regionale la Città metropolitana di Torino conferma “I siti indicati da Sogin non sono idonei”

Al tavolo regionale permanente sul nucleare che si è riunito oggi pomeriggio, la Città metropolitana di Torino intervenuta con il vicesindaco metropolitano Marco Marocco ha confermato l’assoluta indisponibilità a candidarsi da parte dei Comuni del nostro territorio individuati tra quelli potenzialmente idonei da Sogin.

“Nel ringraziare la Regione Piemonte per l’attivazione di questo importante tavolo di confrotno su una tema così delicato per l’impatto su territorio e cittadini – ha detto tra l’altro Marocco nel suo intervento – confermo che Città metropolitana sta lavorando per raccogliere tutti gli elementi tecnici necessari a dimostrare che nè Carmagnola, nè la zona compresa tra Caluso Mazzè e Rondissone sono adatti ad ospitare il deposito unico nazionale di scorie nucleari. Nella prossima riunione del tavolo regionale condivideremo la nostra documentazione in tal senso”.

 




Torino. Scorie nucleari, chiesto l’accesso agli atti per approfondire la documentazione

Per la Città Metropolitana di Torino la settimana che era iniziata con la riunione tra alcuni parlamentari piemontesi e i Sindaci potenzialmente interessati all’ubicazione in Piemonte del sito per il deposito nazionale unico di scorie radioattive si chiude con l’avvio del lavoro del gruppo di tecnici dell’Ente, che affiancheranno i Comuni per la presentazione delle osservazioni alla Carta delle 67 aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito.

Il Vicesindaco metropolitano Marco Marocco annuncia che “per esaminare nel dettaglio la documentazione pubblicata dalla società Sogin nel suo sito Internet abbiamo richiesto un accesso agli atti, che dovrebbe consentire ai nostri tecnici di proporre osservazioni basate su dati di fatto, che dimostrino la non idoneità del sito di Carmagnola e di quello di Mazzè ad ospitare il deposito”.

“Nella riunione di lunedì scorso, – sottolinea il Vicesindaco Marocco –  e già in un precedente incontro con i Sindaci il nostro Ente ha preso un impegno ben preciso: supportare le amministrazioni locali con la messa in campo delle professionalità presenti al nostro interno per valutare i punti deboli della documentazione prodotta da Sogin, in modo da elaborare nel minor tempo possibile osservazioni plausibili e fondate. Stare concretamente dalla parte dei territori e di chi li amministra è per noi un dovere istituzionale”.




Scorie nucleari, i parlamentari piemontesi a fianco dei Comuni

Un emendamento trasversale firmato dai parlamentari piemontesi; un tavolo di concertazione creato da Regione Piemonte per affrontare in modo condiviso il tema dell’eventuale insediamento in Piemonte del sito nazionale unico per il deposito di scorie radioattive; l’impegno di Città metropolitana e Regione Piemonte nell’affiancare i Comuni con il lavoro dei tecnici; la necessità di fare squadra sul territorio per difendere le eccellenze agroalimentari e turistiche sulle quali tanto si è investito negli ultimi anni; infine la presenza di errori ed imprecisioni contenuti nel documento di Sogin e la mancanza di trasparenza sui documenti.

Questi i principali punti emersi dalla videoriunione convocata dal vicesindaco di Città metropolitana di Torino Marco Marocco insieme all’assessore di Regione Piemonte Maurizio Marrone che questa mattina ha collegato i sindaci dei territori potenzialmente interessati con numerosi parlamentari piemontesi: presenti online Alessandro Benvenuto, Jessica Costanzo, Celeste D’Arrando, Silvia Fregolent, Carlo Giacometto, Alessandro Giglio Vigna, Stefano Lepri, Susy Matrisciano, Augusta Montaruli, Lucio Malan, Osvaldo Napoli, Elisa Pirro, Claudia Porchietto e Daniela Ruffino.

Alla videoriunione è intervenuto anche il presidente della Provincia di Alessandria Gianfranco Baldi in rappresentanza dei Comuni alessandrini coinvolti.

Ai parlamentari è stata chiesta da tutti i sindaci maggiore trasparenza da parte di Sogin che sul proprio sito internet non ha pubblicato i documenti necessari, oltre alla necessità di esplicitare i criteri con cui sono stati individuati i siti potenzialmente idonei; in particolare è stato chiesto di attivarsi per ottenere subito il rinvio o la sospensione dei termini per presentare le osservazioni proprio a causa della mancanza della documentazioni tecniche necessarie.

Da Matilde Casa sindaca di Lauriano e portavoce della zona omogenea 10 Chivassese e Ivana Gaveglio sindaca di Carmagnola e portavoce della zona omogenea 11 Chierese Carmagnolese sono state evidenziate le fortissime preoccupazioni del territorio e la presenza di gravi errori materiali nel documento di Sogin: con loro sono intervenuti anche i sindaci dei siti potenzialmente idonei, la sindaca di Caluso Maria Rosa Cena, Marco Formia sindaco di Mazzè e Antonio Magnone sindaco di Rondissone ugualmente preoccupati per le ricadute locali.

Molti parlamentari hanno ricordato di aver già presentato interrogazioni urgenti  e di aver chiesto chiarimenti anche ai Ministri sui criteri e le distanze, tutti hanno ribadito la disponibilità a sostenere la battaglia dei territori criticando il metodo con cui  stata resa pubblica una tematica di livello nazionale così delicata, con un’improvvisa accelerazione dopo anni di attesa e di ritardi; è stato anche richiamato l’impegno per monitorare il rispetto dei tempi del programma di smantellamento del sito nucleare di Saluggia, previsto entro il 2035.

Infine, è stato ribadito dai parlamentari come la procedura di scelta del sito sia in corso e che nessuna decisione è stata assunta: tutti hanno confermato la loro attenzione a questa partita per arrivare a soluzioni di sicurezza verso l’indispensabile creazione di un unico deposito nazionale nel sito più idoneo che presenta le migliori condizioni tecniche.

 




Nuova banca dati europea sulle sostanze ad alta pericolosità (“Scip”), webinar di Cnvv, Anima e Ucimu

Mercoledì 20 gennaio 2021, alle 14, Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv), Anima Confindustria (la federazione delle associazioni dell’industria meccanica varia e affine) e Ucimu (l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione del sistema Confindustria), organizzano un webinar per illustrare il funzionamento della nuova banca dati di informazioni, attiva del 5 gennaio scorso, sulle sostanze ad alta pericolosità denominata “Scip” (acronimo di “Substances of Concern In articles as such or in complex objects-Products”).

Grazie alla partnership tecnica di Tifq – Icim Group, durante l’incontro saranno illustrate alle imprese manifatturiere e agli importatori le strategie per gestire questa nuova necessità, insieme a una serie di servizi necessari per garantire la conformità alle relative disposizioni. Tutte le aziende che producono, assemblano, importano o distribuiscono articoli nell’ambito dell’Unione europea hanno infatti l’obbligo di trasmettere all’Agenzia europea delle sostanze chimiche (Echa) le informazioni sugli articoli e sui prodotti, in particolare sulle sostanze “estremamente preoccupanti” presenti in una concentrazione superiore allo 0,1% in peso.

I lavori inizieranno con l’intervento di Serena Pantano (Anima), intitolato “Scip in pillole”, a cui seguirà una relazione di Salvina Murè, (Tifq – Icim Group) sulla raccolta dati e la notifica Scip, che farà esempi concreti e simulazioni su come accedere alla banca dati Scip. Al termine sarà dato ampio spazio alle domande dei partecipanti.

 




Siti nucleari, Allasia: “Grave non avere consultato le istituzioni regionali e gli enti locali”

L’ idea che l’area del carmagnolese possa diventare un sito nazionale di stoccaggio dei rifiuti radioattivi  non può che destare grande preoccupazione.

E’ inaccettabile che su temi così importanti come quello delle scorie radioattive non ci sia stato nessun tipo di confronto con  gli organi regionali e locali.

Come presidente del Consiglio regionale mi attiverò affinché si faccia chiarezza e vengano messi in atto tutti quegli strumenti per la salvaguardia della salute dei cittadini e tutela dei nostri territori. La Sogin mi ha garantito che sia le istituzioni regionali che i sindaci delle aree interessate, verranno consultati e coinvolti prima di assumere qualsiasi decisione.