Dighe idroelettriche: consultazioni online entro il 18 marzo

Si tratta della prima forma di autonomia regionale in ambito energetico e di sviluppo di energia rinnovabile.

Così l’assessore regionale all’Energia ha presentato il Disegno di legge per l’assegnazione delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico. Il provvedimento proposto dalla Giunta regionale è stato incardinato oggi dalle commissioni Terza e Quinta riunite in seduta congiunta.

Le commissioni hanno deciso di effettuare le consultazioni nella forma online, che dovranno terminare entro mercoledì 18 marzo. Il Ddl dovrà essere valutato anche dal Consiglio delle autonomie locali (Cal) per poi essere approvato entro la fine del corrente mese di marzo per non incorrere nelle procedure di infrazione.

La Regione dovrà riassegnare 67 concessioni che storicamente erano in capo allo Stato, si tratta del primo passo verso la gestione autonoma di dighe e invasi utilizzati per la produzione di energia.

Il dispositivo è composto da 23 articoli destinati a disciplinare il settore dopo il passaggio dal Demanio alle Regioni delle infrastrutture. Saranno però soltanto le concessioni superiori a 3.000 kw quelle da riassegnare con bandi di evidenza pubblica. Undici di queste sono scadute e le procedure di assegnazione dovranno partire entro il 2022, cioè a due anni dall’approvazione del Ddl passato all’esame del Consiglio regionale.

“Il meccanismo di apertura alla concorrenza a cui verrà sottoposta l’assegnazione in concessione della risorsa idrica e delle opere regionali risulta particolarmente innovativo rispetto al passato, in quanto sarà possibile inserire nei bandi specifici criteri di individuazione della migliore offerta” ha spiegato l’assessore.

Si tratta di un programma orientato in modo da ottenere miglioramenti nell’ambito della produzione di energia rinnovabile, della riqualificazione ambientale dei bacini a valle degli invasi, degli interventi di compensazione a beneficio dei territori interessati. La Regione prevede di dare risalto alla possibilità di favorire usi plurimi delle acque, ad esempio associando all’uso idroelettrico quello idropotabile e la rigenerazione dell’acqua mediante impianti di pompaggio.

 




Revisione mezzi, CNA Piemonte: “Maggiore efficienza per garantire sicurezza”

CNA lancia un appello a Governo e Parlamento per costruire un efficace e moderno sistema di revisione dei veicoli in circolazione. CNA Piemonte considera questa iniziativa di interesse generale perché riguarda la sicurezza stradale e il rispetto dell’ambiente per tutti i cittadini-consumatori.

 

Il percorso di discussione con i legislatori, nato in Piemonte nel giugno del 2019, è già entrato nel dibattito nazionale grazie a una iniziativa di CNA che ora coinvolge tutta Italia, ma torna nella nostra regione per rilanciarsi e avviare una “fase 2”.

 

Infatti, si tratta di mettere mano al meccanismo delle revisioni dei veicoli in capo alle Motorizzazioni, oggi al collasso: una questione che solo in Piemonte ricade su oltre 8 mila imprese e circa 30 mila addetti.

 

“Noi continuiamo a insistere sulla richiesta di efficienza nel sistema di revisione perché lo consideriamo una garanzia per tutti. E’ uno dei modi coi quali, infatti, possiamo garantire il rispetto dei requisiti di sicurezza, silenziosità e adeguamento ai limiti ambientali di tutti i mezzi in circolazione. Siamo promotori di un’iniziativa che consideriamo di interesse generale per tutti i cittadini-consumatori”, dichiarano Francesco Circosta, presidente regionale CNA Servizi alla comunità (autoriparatori) e Silvano Fani, presidente FITA Piemonte.

 

CNA Piemonte ha raccolto l’adesione al suo appello da parte dei Parlamentari piemontesi, degli Amministratori regionali e dei vertici delle Commissioni regionali trasporti e attività produttive. Si tratta di alleggerire le incombenze degli uffici della Motorizzazione verso le aziende di autotrasporto in modo che si possa potenziare, invece, il controllo anche su tutti gli altri mezzi che circolano oggi sulle nostre strade. Nella sola provincia di Torino, sono 13 i mesi di attesa per gli autotrasportatori che devono sottoporsi alle revisioni previste dalla legge.

Una problematica che è già stata al centro di una discussione in Parlamento, ma che oggi entra in un “position paper” col relativo appello dal titolo: “Il ruolo strategico dei centri di revisione per il rafforzamento della sicurezza stradale”.

Dopo la presentazione del documento, sono partite iniziative a livello territoriale per la raccolta delle sottoscrizioni. Si attende un ordine del giorno in Consiglio Regionale che approfondirà ulteriormente la situazione piemontese.

I primi firmatari dell’appello sono stati i parlamentari con i quali CNA Piemonte ha avviato l’approfondimento della questione fin dall’estate scorsa: Davide Gariglio (PD), Elena Maccanti (Lega Nord) a nome di tutti i parlamentari piemontesi della Lega, il consigliere regionale Ivano Martinetti  (M5S) per conto anche del deputato Paolo Romano e Roberto Rosso (Forza Italia).

L’Appello nazionale, ispirato dal lavoro avviato in Piemonte, elenca una serie misure per disegnare un efficiente sistema per le revisioni periodiche dei veicoli.

In particolare è urgente il decreto per estendere le attribuzioni dei centri di controllo privati alla revisione dei mezzi pesanti, compresi i rimorchi, azzerando le lungaggini burocratiche; rendere attuativa l’autorizzazione a tutte quelle operazioni di collaudo che già oggi i centri di controllo privati sarebbero in grado di assicurare; rafforzare il ruolo di supervisione generale degli uffici della Motorizzazione; dare piena attuazione alla nuova disciplina sugli ispettori (responsabili tecnici) dei centri di controllo privati.

Nell’ambito della discussione sui centri di revisioni si è colta l’occasione per affrontare alcune delle principali criticità del settore dell’autotrasporto. Tra queste, sono state identificate come priorità la necessità di risolvere i problemi dei costi minimi di sicurezza, della concorrenza degli operatori esteri e della carenza di autisti. E’ stata avanzata, inoltre, la richiesta di una specifica audizione in commissione trasporti del Consiglio Regionale del Piemonte.




Amianto, Piemonte è fanalino di coda anche nella classifica delle assegnazioni dei fondi pubblici

Alla Regione mancano 14 milioni di euro già stanziati dallo stato e mai arrivati, per proseguire le opere di bonifica dell’amiantifera di Balangero. Rischiano così di fermarsi i lavori di messa in sicurezza della cava, un tempo la più grande d’Europa.

A lanciare l’allarme è l’assessore regionale all’Ambiente dopo una ricognizione con gli uffici sullo stato di avanzamento delle bonifiche in Piemonte. Ma se a Balangero i lavori rischiano di fermarsi, è anche peggiore la situazione finanziaria prospettata dal piano nazionale di bonifica dall’amianto degli edifici pubblici pubblicato nei giorni scorsi dal governo, che registra il Piemonte fanalino di coda con 1,1 milioni assegnati su 358 milioni complessivi.

Il Piemonte, sottolinea l’assessore, non è una regione di serie B e anzi è quella che in Italia fa registrare il più alto numero di morti causati da mesoteliomi, i tumori associati all’inalazione di fibre di amianto.

I numeri parlano di 1 morto alla settimana. È ormai chiara dunque l’intenzione da parte del governo Pd-Movimento 5 Stelle di abbandonare la Regione nella lotta contro l’amianto.

In Piemonte ci sono ben 5 siti contaminati classificati di interesse nazionale: Balangero, Cengio, Casale Monferrato, Serravalle, Pieve Vergonte e pertanto rimarca l’assessore appare insensata l’assegnazione di 1 solo milione per la bonifica dall’amianto, oltre ai 14 che non vengono assegnati dal 2015 nonostante le decine di sollecitazioni da parte degli uffici.

Nonostante l’attuale governo abbia deciso di abbandonare totalmente il Piemonte, l’assessorato ha stanziato con fondi regionali 1,2 milioni per 3 anni.

L’assessore chiederà l’intervento di tutti i parlamentari piemontesi per chiedere al governo la revisione della ripartizione e l’immediata assegnazione dei 14 milioni su Balangero.




Alle politiche energetiche 2,5 milioni di euro

Quasi due milioni e mezzo di euro destinati alle politiche energetiche regionali per il 2020: lo ha annunciato in Terza commissione l’assessore all’Ambiente, Energia e Innovazione, illustrando il Documento di economia e finanza regionale (Defr) e il Bilancio di previsione finanziario 2020-2022.

L’assessore ha spiegato che la cifra messa a bilancio per le sue competenze dirette, è di quasi un milione e quattrocentomila euro, provenienti per la maggior parte da fondi europei e statali. L’altro milione e 100mila euro è di competenza dell’assessorato ai Trasporti. Anche gli anni 2021 e 2022 saranno coperti più o meno dalle stesse cifre.

L’obiettivo da raggiungere è quello di avere sempre più energia proveniente da fonti rinnovabili eliminando i combustibili fossili, ha chiarito l’assessore. Sarà quindi necessario un ammodernamento delle strutture e infrastrutture energetiche attraverso non solo nuove tecnologie, ma tramite la realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici sulle aree degradate e abbandonate, senza utilizzare nuovo suolo.

Si pensa anche alla costruzione di nuovi invasi nelle montagne, per tutelare l’acqua e per produrre nuova energia pulita.

Tra i principali scopi che la Regione si è prefissata, ha concluso il rappresentante dell’esecutivo, ci sono poi quelli di ridurre maggiormente i consumi e di promuovere la green economy su tutto il territorio piemontese.

Lo scorso dicembre la Giunta ha approvato il nuovo Piano energetico regionale (Pear), che dovrà ora essere esaminato e votato dal Consiglio regionale.




Politecnico di Torino: firmato protocollo per favorire iniziative riguardanti agenda 2030

Oggi al Politecnico di Torino, la Prorettrice Patrizia Lombardi, in qualità di Presidente del Comitato di coordinamento RUS – Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile e il Professor Luigino Filice, in rappresentanza di ANDISU – Associazione Nazionale degli Organismi per il Diritto allo Studio Universitario – hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa con la finalità di favorire la collaborazione su iniziative riguardanti l’Agenda 2030.

Gli obiettivi programmatici individuati dall’intesa riguardano il supporto della RUS nella diffusione delle buone pratiche di sostenibilità nell’attività di ANDISU, la realizzazione e la promozione di eventi congiunti sulle tematiche dello sviluppo sostenibile, del supporto e del rilancio delle rispettive iniziative, nonché scambi di informazioni e attività di networking.

Questa collaborazione tra la RUS, che raccoglie la quasi totalità degli atenei italiani, e l’ANDISU, che a sua volta rappresenta la maggior parte degli organismi per il diritto allo studio presenti nelle regioni italiane, permetterà di ottimizzare e amplificare gli effetti delle politiche di sviluppo sostenibile grazie a un più efficace coordinamento nelle attività di programmazione e indirizzo.

“Siamo molto felici di questa opportunità di collaborazione – dichiara la professoressa Patrizia Lombardi che consentirà di valorizzare il lavoro che le università stanno svolgendo per la formazione di una società inclusiva e per il rilancio dell’economia dei nostri territori. La comunità accademica e degli studenti rappresenta un ponte fondamentale per la costruzione delle conoscenze necessarie al raggiungimento degli obiettivi (SDGs) dell’Agenda 2030 e solo attraverso lo scambio, l’alleanza e la partnership con gli enti impegnati a conseguire gli stessi traguardi (come recita anche il Goal 17 dell’Agenda 2030) possiamo sperare di supportare adeguatamente la strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile”.

“Il sistema universitario italiano punta alla formazione globale della persona e la costruzione di una società sostenibile è il principale challenge dei prossimi decenni – commenta il professor Luigino Filice – L’ideazione, la sperimentazione e il consolidamento di azioni sostenibili è possibile contando sul lavoro sinergico di tutti gli attori della formazione delle giovani generazioni. Sono felice della firma dell’accordo poiché università ed enti per il Diritto allo Studio costituiscono quel continuum formativo che potrà incidere in modo profondo sulla creazione del pensiero sostenibile”.

 




Torino inclusa tra le “Tree cities of the world”

Oggi più che mai gli alberi e le foreste sono componenti vitali per comunità in salute e sostenibili, nel mondo intero.

Torino aiuta a trovare delle soluzioni alle sfide globali attraverso il proprio impegno per una gestione efficace della ‘foresta urbana’. Un grazie dunque ai nostri alberi, ai nostri cittadini, alla nostra amministrazione.”

È quanto ha dichiarato l’assessore all’Ambiente della Città di Torino, Alberto Unia, alla notizia che alla Città di Torino è stato consegnato l’importante riconoscimento di “Tree city of the world 2019”.

Nel messaggio di congratulazioni pervenuto dalla Arbor Day Foundation che insieme alla FAO – Food and Agricolture Organization, organismo delle Nazioni Unite ha istituito questo programma, si sottolinea che “i residenti a Torino possono essere orgogliosi di vivere in una città che fa della messa a dimora di alberi e della loro cura una priorità”.

Il programma “Tree Cities of the World” è un impegno internazionale a riconoscere le città che fanno ogni sforzo per assicurare che i loro alberi e foreste siano curate e gestite nel modo corretto.

Sono 60, di cui 23 negli Stati Uniti, le città nel mondo ad avere ottenuto questo significativo premio; Torino è una delle tre città italiane, insieme a Mantova – che nel novembre del 2018 ha ospitato il primo Congresso mondiale delle foreste urbane della FAO (World Forum on Urban Forests) – e a Milano. Per essere riconosciute, le città devono soddisfare cinque standard, che riguardano:

1) l’esistenza nella città di una struttura dedicata alla gestione degli alberi (“Definisci le responsabilità”)
2) la presenza di regole specifiche (“Individua le regole”)
3) l’esistenza di un censimento degli alberi (“Conosci il tuo patrimonio”)
4) la definizione nel bilancio di risorse dedicate (“Dedica delle risorse”)
5) l’organizzazione, annualmente, di eventi di promozione e consapevolezza in tema albero (“Celebra i risultati raggiunti”)




La Regione rottama i vecchi automezzi per la raccolta rifiuti in 53 Comuni piemontesi

Nuovi mezzi ecologi per la raccolta dei rifiuti in 53 Comuni piemontesi: 19 fanno parte del consorzio chierese (dove risiedono circa 124.000 abitanti) e dove saranno acquistati 95 automezzi  a metano, gpl benzina e gasolio di categoria euro 6 che sostituiranno quelli vecchi e inquinanti.

A questi si aggiungeranno quelli acquistati in 33 Comuni nel Novese e Tortonese dove sarà anche completato il passaggio dalla raccolta stradale al porta a porta per circa 66.000 utenze e dove entro il 2021 arriverà anche il sistema di tariffazione puntuale.

«Con i contratti tra Regione e Consorzi approvati nell’ultima riunione di Giunta – ha detto l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati – mettiamo sul piatto 1,8 milioni di euro per aiutare gli enti che svolgono il servizio di raccolta rifiuti ad aumentare la percentuale di differenziata raggiungendo centinaia di edifici con contenitori separati, ma anche di aumentare il numero di utenze raggiunte dalla tariffazione puntuale e infine di rottamare i mezzi inquinanti destinati alle operazioni di raccolta, migliorando così la qualità dell’aria».

L’accordo tra Regione e consorzi comprende, infine, anche il Comune di Bagnolo dove 5000 utenze saranno raggiunte dal porta a porta. In tutto sono quindi 53 i comuni piemontesi che incrementeranno la raccolta differenziata, e rottameranno i mezzi inquinanti.

Per realizzare l’accordo di programma del Novese e Tortonese la Regione ha impegnato 776.568 euro. Per quello di Bagnolo è previsto un esborso di 238.880 euro, mentre per quanto riguarda il consorzio chierese l’investimento regionale ammonta a 856.837 euro.

 

I COMUNI DEL CHIERESE

I Comuni del Consorzio chierese coinvolti sono 19: Andezeno, Arignano, Baldissero T.se, Cambiano, Carmagnola, Chieri, Isolabella, Marentino, Mombello, Moncucco T.se, Montaldo T.se, Moriondo T.se, Pavarolo, Pecetto T.se, Pino T.se, Poirino, Pralormo, Riva presso Chieri, Santena.

I COMUNI DEL NOVESE E TORTONESE

I comuni coinvolti del Novese e Tortonese sono 33: Alluvioni Piovera, Alzano Scrivia, Basaluzzo, Capriata d’Orba, Carbonara Scrivia, Carezzano, Carrosio, Cassano Spinola, Castellar Guidobono, Castellazzo Bormida, Castelnuovo Scrivia, Fraconalto, Francavilla Bisio, Fresonara, Gavi, Guazzora, Isola Sant’Antonio, Molino dei Torti, Novi Ligure, Parodi Ligure, Pasturana, Pontecurone, Pozzolo Formigaro, Predosa, Sale, Serravalle Scrivia, Spineto Scrivia, Sardigliano, Tassarolo, Tortona, Viguzzolo, Villaromagnano e Voltaggio.

Il servizio di raccolta domiciliare è stato avviato nel 2019 per 15 comuni dell’area (26.370 abitanti serviti), ed ora sarà avviato nei Comuni di Novi Ligure, Tortona, Spineto Scrivia e Gavi (60.446 abitanti) entro il 1 aprile 2020 consentendo un miglioramento della percentuale di raccolta differenziata, ma anche della qualità del materiale raccolto ed una riduzione della produzione pro capite di rifiuto indifferenziato che – a partire dal 2021 – si dovrà attestare ad un valore non superiore a 159 kg/ab all’anno secondo gli obiettivi del Piano regionale per il 2020. Negli stessi comuni è prevista l’adozione della tariffazione puntuale corrispettivo dall’anno 2021.

LA TARIFFA PUNTUALE

La raccolta è effettuata mediante contenitori individuali assegnati a ciascuna utenza, dotati di codici identificativi associati in maniera univoca all’utenza assegnataria e, per quanto riguarda i contenitori destinati alla raccolta del rifiuto indifferenziato residuale, anche di transponder passivi a bassa frequenza (tecnologia RFID) in grado di registrare i singoli svuotamenti al fine di applicare la TARI puntuale.




Il Piemonte punta su idrogeno, idroelettrico e fotovoltaico

Il Piemonte, di fronte alla situazione climatica e ambientale, punterà su idrogeno, idroelettrico e fotovoltaico e sull’aumento dei fondi europei per migliorare strutturalmente la qualità dell’aria. Lo ha dichiarato l’assessore all’ambiente Matteo Marnati concludendo il dibattito sulla condizione ambientale tenutosi in Consiglio regionale.

Il Consiglio ha approvato tre ordini del giorno della maggioranza: quello di Fdi, primo firmatario Maurizio Marrone, approvato a maggioranza, chiede “lo stato di emergenza climatica e ambientale”, accompagnandolo con una serie di misure regionali concrete per la riduzione degli inquinanti e dell’impatto ambientale delle attività.

Nell’ordine del giorno della Lega approvato a maggioranza, primo firmatario Alberto Preioni, si riconosce ”lo stato di disagio ambientale della nostra regione connesso alle intrinseche caratteristiche geomorfologiche del territorio”, e si chiedono fondi specifici per politiche strutturali di sviluppo ambientale e di miglioramento della qualità dell’aria.

Il terzo ordine del giorno, prima firmataria Alessandra Biletta (Fi), approvato all’unanimità dei votanti, chiede il riconoscimento da parte del governo e dell’Ue della “specificità delle Regioni del bacino padano”, in modo da incrementare le risorse per l’attuazione di un piano interregionale per la riduzione degli inquinanti  e il miglioramento strutturale della qualità dell’aria.

Bocciati invece dalla maggioranza i tre ordini del giorno delle minoranze. Quello del centrosinistra, primo firmatario Marco Grimaldi (Luv), chiedeva lo stato di emergenza climatica e ambientale insieme con una serie di misure strutturali e di risorse aggiuntive regionali, nazionali ed europee per migliorare la qualità dell’aria e l’impatto ambientale anche attraverso il ricambio del parco dei mezzi pubblici e lo spostamento delle merci su ferrovia. Si chiedeva anche l’aumento proporzionale delle tasse per le aziende che inquinano.

I due ordini del giorno del M5s proponevano l’interruzione della realizzazione della Torino-Lione (prima firmataria Francesca Frediani) e la dichiarazione di stato di emergenza climatica e ambientale con conseguenti impegni per contrastare il cambiamento climatico (prima firmataria Sarah Disabato). Tra questi, il confronto con il mondo economico piemontese “per il passaggio da un modello di sviluppo lineare a uno circolare” e la piena attuazione del piano della qualità dell’aria in Piemonte.

“Il Piemonte è una regione virtuosa sul piano ambientale”, ha detto nel suo intervento l’assessore Marnati. “Siamo sul podio in Italia per uso delle energie rinnovabili e degli incentivi ambientali. Ma sul processo di transizione climatico sono necessari tempi lunghi”. Marnati ha ricordato il recente confronto con i rappresentanti della regione francese Rhone-Alp, la loro esperienza sull’idrogeno, “ci scambieremo buone pratiche, loro sono avanti”, la necessità emersa di completare la Torino-Lione, non solo per il suo valore ambientale: “L’incrocio con la Genova Rotterdam porrà il Piemonte in un ruolo centrale per la logistica, porterà sviluppo”.

Secondo l’assessore all’ambiente, oltre che sull’idrogeno “occorre puntare sul fotovoltaico, sull’idroelettrico, anche con nuovi invasi che rappresentano pure occasioni turistiche. All’Europa diamo più di quanto riceviamo; chiediamo all’Ue più risorse per politiche strutturali di abbattimento degli inquinanti, anche con incentivi per l’acquisto di nuovi mezzi da parte dei privati, per cui presto partiranno i bandi”.

Marco Grimaldi, presentando l’ordine del giorno del centrosinistra, ha sostenuto che “occorre mettere al centro la riconversione ecologica della nostra economia. E’ necessario un grande piano di rilancio del trasporto. Oggi le multinazionali non pagano mai i loro disastri climatici. Dobbiamo far pagare una parte della riconversione ecologica a chi ha creato questa situazione”. Presentando poi un proprio ordine del giorno che, in caso di abbonamento al trasporto pubblico locale di un genitore, metterebbe a disposizione un altro gratuito per un figlio sotto i 14 anni, ha parlato di “un modo per abituare i ragazzi ad utilizzare il mezzo pubblico e per i genitori un incentivo ad abbonarsi”. L’Odg sarà votato la prossima settimana.

Maurizio Marrone ha spiegato che “la richiesta di stato di emergenza climatica e ambientale nasce perché non siamo rinchiusi nel palazzo, ma condividiamo la sensibilità per l’ambiente. Abbiamo però inserito nel nostro ordine del giorno impegni concreti su cui la Giunta Cirio sta già dimostrando attenzione, a partire dai fondi europei indirizzati a esperienze di economia circolare, dai piani di rilancio industriale delle aree di crisi ispirati alla mobilità elettrica, dal completamento della Torino-Lione per trasferire i trasporti delle merci dalla gomma alla rotaia”.

Per Alberto Preioni “con i blocchi del traffico, a fronte di un beneficio minimo, andiamo a colpire soprattutto le fasce deboli. Con l’assessore Marnati stiamo invece guardando al futuro con gli autobus elettrici e con i treni ad idrogeno. La nostra Regione porterà avanti una grande lotta alla plastica, ma non ‘a freddo’ come fa il Governo con tassazioni che mettono in crisi le aziende e l’occupazione. Ben vengano le grandi opere e i ragionamenti politici alti, ma stigmatizziamo tutte quelle misure poco utili che vanno a penalizzare i cittadini, soprattutto quelli in difficoltà”.

“Sull’ambiente è importante cambiare strada, forse non per noi, ma per i nostri figli”, ha sostenuto Domenico Ravetti (Pd). “Nei documenti presentati oggi dalla destra vedo una certa rassegnazione e una certa non consapevolezza del problema. Di fronte a quella che noi abbiamo definito “emergenza” voi rispondete con la parola “disagio”. Sembrate non rendervi conto che siamo sulla via del non ritorno. I problemi vanno affrontati e risolti in una dimensione europea, e voi di Europa parlate sempre in negativo”.

Per Alessandra Biletta “esiste il grave problema della qualità dell’aria, vista la collocazione orografica del Piemonte. Si tratta di una questione che riguarda tutto il bacino padano. Chiediamo pertanto al governo e all’Europa di prenderne atto e di finanziare un piano pluriennale e straordinario per la qualità dell’aria e la riduzione delle emissioni attraverso l’attuazione di misure strutturali definite dalle regioni coinvolte”.

Sarah Disabato ha parlato di “confusione in maggioranza sui cambiamenti climatici e sull’inquinamento. Ricordo che anche il Veneto ha sottoscritto un accordo in materia di miglioramento della qualità dell’aria e di blocchi del traffico, la maggioranza non può utilizzare questi temi per ricatti politici. Si cerca in questo modo di mettere una pezza a quanto successo lo scorso 15 ottobre in quest’Aula, quando non è stata dichiarata l’emergenza climatica. Noi vogliamo dare una risposta concreta ai cittadini piemontesi su più fronti, dagli incentivi per la sostituzione delle auto inquinanti agli investimenti sulle fonti rinnovabili”.

 

 




Nuovo blocco da domani per i diesel euro 4 a Torino e nei comuni del territorio metropolitano

Semaforo arancione con conseguente blocco per i veicoli euro 4 diesel a partire da domani, martedi 28 fino a giovedi 30 gennaio, a causa dello sforamento delle micropolveri che per quattro giorni consecutivi hanno superato i livelli previsti dall’accordo di Bacino padano spingendosi ben oltre i 50 microgrammi al metro cubo.

Il blocco coinvolge, oltre al capoluogo, anche altri 22 comuni: Beinasco, Borgaro, Collegno, Grugliasco, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Rivalta, Rivoli, San Mauro, Settimo, Venaria Reale, Caselle, Chivasso, Leinì, Mappano, Pianezza, Volpiano, Carmagnola, Vinovo, Chieri e Ivrea.
Sarà giovedi 30 gennaio il giorno della prossima emissione del bollettino antismog.

Nella tabella seguente lo schema dettagliato delle limitazioni.

Limitazioni emergenziali di Livello 1 attive a partire dal 01/10/2019 dopo 4 giorni consecutivi di superamento della soglia di 50 µg/m³ (valide tutti i giorni, festivi compresi)
Tipo veicolo Orari Chi non circola
Persone (M1), Merci (N1, N2, N3) 0:00-24:00
  • Benzina, gpl e metano Euro 0

  • Diesel Euro 0 e Euro 1

Ciclomotori e Motocicli (L1, L2, L3, L4, L5, L6, L7) 0:00-24:00
  • Benzina Euro 0

Persone (M1) 8:00-19:00
  • Diesel Euro 2 e Euro 3

  • Diesel Euro 4

Merci (N1, N2, N3) 8:00-19:00
  • Diesel Euro 2 e Euro 3 nelle giornate dal lunedì al venerdì

Merci (N1, N2, N3) 8:30-14:00 e

16:00-19:00

  • Diesel Euro 2, Euro 3 nelle giornate di sabato e festivi

  • Diesel Euro 4

 




Ricominciano il 26 gennaio le escursioni del progetto “Sentiero verde” in Piemonte e Liguria

Con il nuovo anno sono ripartite le attività dell’associazione di promozione sociale “Camminare Lentamente” di Villanova d’Asti, patrocinate dalla Città Metropolitana di Torino, in particolare per quanto riguarda l’iniziativa “Sentiero Verde 2020. Il programma prevede nell’anno appena iniziato ben 31escursioni, di cui 8 a Torino e nel territorio metropolitano torinese.

Conoscere il tuo pianeta è un passo verso il proteggerlo”, scriveva l’esploratore e oceanografo francese Jacques-Yves Cousteau: con questo spirito, l’associazione, da quest’anno affiliata all’ENDAS-Ente Nazionale Democratico di Azione Sociale, valorizza una concezione della vita in armonia con la natura, che promuove la lentezza come valore sociale e la sostenibilità come unica strada verso un futuro sano per il pianeta.

Le attività di “Sentiero Verde” iniziano domenica 26 gennaio con la passeggiata “Borghi tra i boschi” a Passerano Marmorito (Asti), e proseguiranno fino al 10 novembre.

Il primo appuntamento sul territorio metropolitano è previsto per domenica 19 aprile: l’escursione “Cammino del Romanico” partirà alle 9,30 da Andezenoe durerà tutto il pomeriggio. A seguire gli appuntamenti a Meana di Susa domenica 24 maggio, a Montaldo Torinese sabato 20 giugno, giovedì 16 luglio a Pecetto Torinese, sabato 19 settembre a Chieri in occasione della manifestazione “Puliamo il mondo!”, domenica 4 ottobre a Castiglione Torinese, domenica 25 ottobre a Cambiano e domenica 8 novembre a Torino.

Le escursioni proposte da “Camminare lentamente” da un lato stimolano la sensibilità naturalistica e ambientale dei partecipanti e dall’altro valorizzano il patrimonio storico, artistico e architettonico piemontese. La proposta dell’associazione si estende anche alle generazioni più giovani: dopo il successo delle edizioni 2018 e 2019, si replica il progetto di sensibilizzazione “A piccoli passi”, rivolto ai bimbi da 0 a 6 anni accompagnati dai genitori o dai nonni, con cinque passeggiate ed escursioni su misura per i più piccoli, previste nei venerdì 3 aprile a Pessione, 8 maggio a Chieri, 22 maggio alla Madonna della Scala di Chieri, 18 settembre a Chieri e 9 ottobre a Cambiano. “A piccoli passi” è un’iniziativa ideata dall’associazione Camminare Lentamente in collaborazione con l’asilo nido Cucciolo di Chieri. Le passeggiate sono a partecipazione gratuita e iniziano alle 17.

Il programma completo, la descrizione dei percorsi e tutte le informazioni si possono trovare sul sito www.camminarelentamente.it