Nati mortalità delle imprese artigiane piemontesi

Le imprese artigiane rappresentano una parte importante del tessuto produttivo regionale e nazionale. Le quasi 115mila aziende presenti sul territorio piemontese costituiscono il 27,1% delle imprese totali della regione. La presenza artigiana risulta tradizionalmente più forte in Piemonte rispetto alla media delle altre regioni italiane: a livello nazionale, infatti, l’artigianato raccoglie solo il 21,3% delle realtà imprenditoriali.

Dall’analisi dei dati del Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi, emerge come nell’anno appena concluso il tessuto artigiano abbia registrato un risultato piatto in termini di nati-mortalità. Le imprese artigiane nate sul territorio piemontese nel corso del 2023 sono state 7.96324 in meno rispetto al 2022 (-0,3%). Nello stesso periodo sono 7.982 le realtà che hanno cessato la propria attività (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio), 475 in più rispetto all’anno precedente (+6,3%). Il saldo tra i due flussi appare, così, negativo per 19 unità (nel 2022 il saldo era risultato positivo per 480 unità), dinamica che porta a 114.767 lo stock di imprese artigiane complessivamente registrate a fine dicembre 2023 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi.

La sintesi tra il tasso di natalità (pari al 6,91%) e quello di mortalità (pari al 6,93%) si traduce così in un tasso di crescita prossimo allo zero, pari a -0,02%. La dinamica registrata dal tessuto artigiano locale appare, così, peggiore sia rispetto a quella messa a segno dal sistema imprenditoriale piemontese nel suo complesso (+0,14%), sia rispetto a quella registrata dall’artigianato a livello nazionale (+0,35%).

“Il tessuto artigiano piemontese sta mostrando, negli anni, un costante assottigliamento: un andamento più marcato per le imprese più piccole e meno strutturate e quindi più fragili. Il risultato del 2023 è spento e senza slancioIl sostegno a queste realtà dovrebbe essere prioritario, attraverso politiche di agevolazione e incentivi economici che permettano loro di crescere e investire nelle proprie attività. Da sempre il sistema camerale piemontese è impegnato nella promozione e nella valorizzazione dell’artigianato piemontese, soprattutto con servizi di accompagnamento all’imprenditorialità: microcredito, sburocratizzazione e digitalizzazione” dichiara Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte.

Concentrando l’attenzione su un’analisi di più lungo periodo emerge come il tessuto artigiano regionale abbia subito una progressiva erosione passando dalle circa 130mila unità del 2013 alle circa 115mila attuali. Solo nel 2021, grazie alla ripresa delle attività post periodo pandemico, si era evidenziata un’inversione di tendenza, che però non ha purtroppo trovato continuità nel biennio successivo.

Il 79,6% delle realtà artigiane con sede in Piemonte è una ditta individuale, il 13,7% una società di persone, il 6,6% una società di capitale, solo lo 0,1% delle imprese sono costituite con una forma giuridica diversa dalle precedenti. La crescita nulla realizzata dal tessuto artigiano nel suo complesso nel corso del 2023 rappresenta la sintesi di dinamiche fortemente differenziate a seconda della natura giuridica: la dinamica è stata positiva per le società di capitale (+2,63%) e le altre forme (+5,19%), prossima allo zero per le ditte individuali (+0,21%), negativa, invece, per le società di persone (-2,52%).

A livello settoriale la prima realtà per numerosità si conferma, anche nel 2023, quella edile, con il 42,6% delle realtà artigiane piemontesi. Questo settore, così rilevante per il comparto, ha fornito anche in questa annualità un contributo positivo all’andamento segnato dall’artigianato in Piemonte, realizzando una crescita dello 0,92%.

Solo l’agricoltura, settore che assorbe però solo lo 0,7% delle realtà artigiane locali, chiude l’anno con un risultato migliore rispetto a quello delle costruzioni, realizzando una crescita dell’1,97%. Appare positiva anche la dinamica del commercio (+0,33%).

Gli altri servizi manifestano una crescita nulla (-0,09%), mentre sono negativi i risultati messi a segno dall’industria in senso stretto (-1,65%) e dal turismo (-2,48%).

A livello territoriale, la distribuzione delle imprese artigiane è analoga a quella del tessuto imprenditoriale nel suo complesso. Poco più di un’impresa artigiana su due ha sede, infatti, nel capoluogo regionale, cui seguono Cuneo (14,9%), Alessandria (8,9%) e Novara (7,6%). Quanto al peso esercitato dal tessuto artigiano, le realtà del Verbano C.O. (32,2%), Novara (29,9%), Vercelli (28,6%) e Biella (28,0%) registrano un’incidenza delle imprese artigiane sul totale superiore alla media regionale (27,1%).

Analizzando, infine, la dinamica esibita nel corso del 2023 dalle diverse realtà provinciali, si segnala una crescita della base imprenditoriale artigiana per Cuneo (+0,76%), Asti (+0,28%) e Torino (+0,16%). Alessandria (-0,31%), Verbania (-0,42%), Vercelli (-0,70%) e Novara (-0,79%) scontano flessioni contenute, mentre Biella registra una diminuzione più marcata (-2,48%).




Terzo Settore, forza (indispensabile) di una Comunità. A Cuneo convegno organizzato da Confartigianato e AnCoS

“La forza di una Comunità. Il Terzo Settore tra impegno sociale e volontariato” è il tema del convegno che si terrà a Cuneo, nel Salone d’onore del Municipio sabato 15 febbraio con inizio alle ore 10,30.

Organizzato da Confartigianato Imprese Cuneo e da AnCoS (Associazione Nazionale Comunità Sociali e Sportive), l’appuntamento proporrà un approfondimento sulle varie sfaccettature operative di uno dei settori “chiave” delle comunità moderne.

Dopo il saluto iniziale di Claudio Piazza, presidente di AnCoS Confartigianato Cuneo, e l’introduzione di Giovanni Quaglia, presidente della Fondazione CRT, si terrà una tavola rotonda, moderata da Massimo Mathis, responsabile dell’edizione di Cuneo del quotidiano La Stampa, a cui parteciperanno Giandomenico Genta, presidente della Fondazione CRC, e Alberto Franco, dell’Università di Torino – Dipartimento di Management, coautori del recente libro dal titolo “Innovazione, Territorio, Comunità”, Nino Aragno, editore della pubblicazione, Laura Orestano, CEO di SocialFare – Centro per l’innovazione Sociale Italiano, Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo.

«Oggi il terzo Settore rappresenta una risorsa sociale indispensabile per sostenere chi si trova in condizioni di bisogno, difficoltà e disagio. – affermano i presidenti di Confartigianato Cuneo e AnCoS Crosetto e Piazza – Nel nostro Paese conta oltre 4 milioni di addetti, di cui ben il 75% sono volontari.

Si tratta di comunità formate da reti grandi e piccole di enti, un capitale sociale che riesce a soddisfare necessità là dove lo Stato non arriva o arriva troppo in ritardo. Confartigianato Cuneo con la realizzazione del suo bilancio sociale ed AnCoS con le sue molteplici iniziative a carattere solidaristico- divulgativo, si stanno impegnando nella valorizzazione di una maggiore sensibilità sociale tra le imprese, attraverso la quale sia possibile costruire una società più attenta e aperta ai bisogni dei cittadini.

Con questo incontro vogliamo sottolineare l’interesse del mondo imprenditoriale verso questa tematica, utilizzando come filo conduttore del dibattito proprio la recente pubblicazione del presidente Genta e del prof. Franco che bene inquadra il ruolo strategico del Terzo Settore nell’ambito della nostra Comunità».




Luca Crosetto confermato Presidente della Commissione 
politiche d’impresa di SMEunited

Luca Crosetto, marenese, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo, è stato confermato alla carica di Presidente della Commissione Politiche d’impresa dal Board di SMEunited – Associazione europea dell’artigianato e delle PMI.

Un incarico particolarmente impegnativo e di grande responsabilità in un momento tanto difficile per le piccole imprese europee.

Ed è per questo che Crosetto, che è anche Vicepresidente di SMEunited, di cui Confartigianato è membro fondatore, ha sottolineato l’importanza di una stretta collaborazione tra le Organizzazioni che compongono l’organismo europeo.

Tra le priorità del suo piano di lavoro, Crosetto ha indicato la necessità di concentrarsi sui dossier della Commissione europea nel programma di attività 2020. A cominciare dalla Strategia per le Pmi che punta a presentare un piano di sviluppo e di sostegno per le micro e le PMI europee al fine di realizzare la transizione verso un’economia sostenibile e fare dell’Europa il primo continente che sviluppa azioni a sostegno delle PMI.

Crosetto ha osservato che la strategia, pubblicata il 10 marzo 2020, non tiene in considerazione le nuove esigenze delle piccole e medie imprese a seguito della diffusione dell’epidemia COVID19 e della crisi sociale ed economica. Secondo Crosetto, è quindi opportuno aggiornarla per far sì che possa ottenere realmente gli effetti desiderati.

Tra le altre urgenze, Crosetto ha indicato la direttiva sulla rendicontazione non finanziaria, sottolineando la necessità che tale informativa rimanga volontaria. Obbligare le PMI a rendicontare nel campo della sostenibilità ambientale e sociale aumenterebbe gli oneri amministrativi per le imprese. Lo stesso era accaduto col dossier Finanza sostenibile e Tassonomia, sul quale – ricorda Crosetto – «siamo riusciti a ottenere un ottimo risultato grazie alla collaborazione di tutti a beneficio delle imprese. SMEunited dovrà sostenere con forza questa posizione e impegnarsi a mantenere il carattere volontario di questa direttiva di fronte alle Istituzioni europee».

Centrale, inoltre, la creazione del Piano d’azione per l’applicazione del mercato unico che fa parte della strategia di sviluppo industriale della Commissione europea. «Soprattutto nel difficile contesto attuale, – commenta ancora Crosetto – le PMI debbano avere piena libertà nella prospettiva della libera circolazione delle merci, e per questo motivo è essenziale la conservazione e il rafforzamento del Mercato Unico».

Infine, molta importanza si attribuisce alla digitalizzazione delle PMI con l’obiettivo di garantire loro l’accesso e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

«A tal fine – ha detto Crosetto – dovrebbero essere ulteriormente rafforzati i Digital Innovation Hubs, tra i quali ricordo il nostro “hub” cuneese, realizzato in seno a Confartigianato Cuneo grazie alla collaborazione con il nostro Fablab, laboratorio di fabbricazione digitale aderente al circuito ufficiale della prestigiosa università MIT di Boston. Riteniamo che il programma Digital Europe (il primo programma europeo interamente dedicato alla digitalizzazione avviato dalla Commissione Europea per il budget UE 2021-2027) sia essenziale per raggiungere gli obiettivi sopra indicati».




Da Confartigianato Torino le richieste per interventi di sostegno per aziende e lavoratori

In Piemonte sono 14.271 le micro, piccole e medie imprese artigiane che si occupano di attività legate al turismo, quindi alle vacanze e allo svago, che cominciano a percepire gli effetti economici, diretti e indiretti, della paura da Coronavirus, con il conseguente rischio di pesanti riduzioni del giro d’affari o di una stessa chiusura.

Trasporti, ricettività, ristorazione, agroalimentare, servizi turistici, benessere, intrattenimento, attività ricreative e culturali ma anche artigianato artistico, abbigliamento e calzature; circa il 12% delle circa 117.00mila realtà artigiane del Piemonte, è coinvolta, direttamente o con l’indotto, nel mercato turistico regionale, e soddisfa le richieste dei 15 milioni di presenze.

Ammonta invece a 31.539 il totale delle imprese artigiane di tutti i settori, con 75.616 addetti, che in Piemonte sta segnalando difficoltà a causa del coronavirus.
A livello provinciale: Torino 15.467 imprese, Cuneo 5.148, Alessandria 2.830; Novara 2.549, Asti 1.608, Biella 1.506, Vercelli 1.224 e Verbano 1.207.

Sono questi i numeri chiave del dossier “Imprese e valore artigiano in Piemonte”, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato, che ha analizzato i comparti piemontesi del turismo e dell’artigianato attraverso i dati Istat e Unioncamere del 2019.

“Le imprese artigiane e le micro e piccole realtà sono fortemente preoccupate per le conseguenze del virus sull’economia del nostro territorio, per questo lavoriamo per scongiurare una “recessione” del Piemonte – commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – dalle imprese associate e da numerosi settori imprenditoriali, riceviamo quotidiane segnalazioni di rallentamenti di attività e ordinativi; in modo specifico parliamo dei trasporti, con bus e taxi, del benessere, con acconciatori e palestre, e ovviamente della ristorazione, degli eventi e della ricettività”.

“Insomma, c’è apprensione per i problemi degli artigiani, alle prese con il crollo degli incassi e le incombenti scadenze dei pagamenti– continua De Santis– le aziende chiedono una attenzione straordinaria verso ciò che sta accadendo e interventi concreti per limitare i danni infatti, se contro la paura non è possibile agire direttamente, al contrario si può intervenire per limitare gli effetti negativi su vendite e ordinativi, sul rallentamento delle attività e della logistica, o sull’eventuale mancanza di personale.

In ogni caso apprezziamo gli interventi del Comune a favore della sospensione dell’acconto della Tari, è un primo segnale di attenzione nei confronti del momento critico che stanno attraversando le nostre imprese”.

Chiediamo, inoltre alle istituzioni – conclude De Santis – che si disponga la sospensione delle ingiunzioni di pagamento, con l’eliminazione degli interessi e mantenendo solo l’importo dovuto”

L’Associazione degli Artigiani chiede, alla politica e alle istituzioni un impegno straordinario per far fronte a una situazione di criticità economica che potrebbe proseguire per mesi, e per chiedere allo Stato di intervenire economicamente anche in Piemonte nei confronti delle micro e piccole realtà già provate da 12 anni di crisi.

Inoltre, Confartigianato auspica, all’interno della Finanziaria di prossima approvazione, un congruo stanziamento di risorse per interventi automatici di sostegno verso le attività colpite. Questi dovranno servire a ridurre la pressione fiscale e contributiva a carico delle realtà che, con non poche difficoltà, vorranno mantenere il personale in organico o investire su nuove assunzioni stagionali mediante la riduzione dell’IRAP e di altre imposte locali.

L’artigianato piemontese nelle attività turistiche nelle province (2019)




Negativo il bilancio anagrafico evidenziato dal tessuto artigiano piemontese

Le imprese artigiane, che rappresentano l’ossatura del sistema economico e produttivo del nostro Paese, contano a livello nazionale, a fine marzo 2020, poco meno di 1,3 milioni di realtà imprenditoriali, concentrate in particolare in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, regione in cui il peso delle aziende artigiane sul totale delle imprese si attesta al 27%.

Il primo trimestre del 2020 non consegna di certo un quadro incoraggiante, le criticità che hanno penalizzato le imprese italiane hanno avuto un impatto ancora più negativo sul comparto artigiano. Tutte le regioni, infatti, hanno segnato una contrazione, più o meno intensa, della base imprenditoriale.

Per quanto riguarda più specificatamente il Piemonte, nei primi tre mesi del 2020, la dinamica registrata dalle aziende artigiane (-0,92%) è risultata lievemente più negativa sia rispetto a quanto evidenziato dal tessuto imprenditoriale regionale nel suo complesso (+0,82%), sia rispetto al risultato evidenziato da comparto artigiano nazionale (-0,84%).

“Le imprese artigiane sono le più fragili e le più destrutturate del nostro sistema imprenditoriale, quelle più penalizzate negli ultimi anni dalle fasi congiunturali negative e da politiche economiche di sostegno non adeguate: ne abbiamo perse quasi 21mila in 10 anni. Il risultato dei primi tre mesi del 2020 è purtroppo negativo per tutte le province e per tutti i settori e sconta già le prime ripercussioni dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Dobbiamo attivare subito misure efficaci, immediate e concrete di supporto: accesso al credito semplificato, sburocratizzazione e digitalizzazione” dichiara Ferruccio Dardanello, vice presidente vicario di Unioncamere Piemonte.

Nel periodo gennaio-marzo 2020, sul territorio piemontese sono nate complessivamente 2.398 imprese artigiane. Al netto delle 3.466 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio), il saldo appare negativo per 1.071 unità, dinamica che porta a 114.595 lo stock di imprese artigiane complessivamente registrate a fine marzo 2020 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi.

Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce, come evidenziato sopra, in un tasso di crescita negativo pari al -0,92%.

Se si guarda ai dati di medio-lungo periodo appare chiaro come l’erosione del comparto artigiano, purtroppo, non sia legata a difficoltà esclusivamente congiunturali, ma si sovrapponga ad un quadro generale altrettanto pesante che negli ultimi 10 anni ha visto crollare il numero delle imprese presenti in questo settore. Nel 2010 le aziende artigiane presenti sul territorio piemontese si attestavano a 135.353, dieci anni dopo se ne contano quasi 21mila in meno.

Analizzando il tessuto imprenditoriale artigiano in base alla natura giuridica delle imprese che lo costituiscono, emerge come poco meno dell’80% delle realtà sia formata da ditte individuali, il 15,9% risulti composto da società di persone, mentre solo il 5,1% ha assunto la forma della società di capitale. In termini di dinamica, nel primo trimestre 2020, risultano in crescita solo le società di capitale, che registrano un tasso di crescita pari al +0,59%, le altre forme risultano stazionarie, mentre perdono terreno le società di persone (-1,39%) e le ditte individuali (-0,93%).

Dati negativi si riscontrano nel I trimestre 2020 per tutti i settori. La performance peggiore appartiene al turismo (-1,56%), seguito dall’industria in senso stretto (-1,16%). Il commercio segna un risultato in linea con la media regionale (-0,98%), così come gli altri servizi (-0,91%). Il comparto delle costruzioni e l’agricoltura registrano cali di intensità minore, rispettivamente pari a -0,76% e -0,65%.

Anche disaggregando i dati a livello territoriale non si riscontrano differenze significative. In tutte le province il numero delle imprese artigiane risulta in calo. Verbania e Alessandria, entrambe con un tasso di crescita del -1,07%, evidenziano i risultati peggiori. Asti e Cuneo calano rispettivamente del -1,01% e -0,99%. Torino, che incide con una quota del 51% sul risultato piemontese, registra un tasso del -0,94%. Nel nord-est della regione, infine, le flessioni appaiono meno intense: Novara (-0,77%), Vercelli (-0,64%) e Biella (-0,57%).




Davide Sciandra eletto nuovo presidente di Confartigianato Cuneo – Zona di Mondovì

Si avviano al termine le Assemblee degli Associati delle Zone di Confartigianato Cuneo, primo “passo” dell’iter di riunioni elettive propedeutiche al rinnovo dei Dirigenti Artigiani.

Nelle votazioni per la Zona di Mondovì, svoltesi il 17 e 18 giugno, in seguito all’Assemblea degli Associati – organizzata il 16 maggio in modalità “on-line” – è stato eletto quale presidente di Zona Davide Sciandra, acconciatore, contitolare de “I Capelli Free Style” di Mondovì.

Succede a Paolo Manera e sarà affiancato, come vicepresidenti, da Roberto Ganzinelli (vicario) e Silvio Turco. Sciandra è da anni attivo componente della vita associativa di Confartigianato Cuneo e in passato è stato anche vicepresidente di zona, nonché impegnato nelle attività della Categoria. Ganzinelli, marmista di Mondovì, già presidente di zona, è attualmente anche vicepresidente della Alpifidi, la cooperativa di garanzia recentemente nata dalla “fusione” tra la cuneese Confartigianato Fidi Cuneo e la valdostana Valfidi. Turco, edile di Vicoforte, ha ricoperto in passato incarichi zonali per la sua categoria.

«Ringrazio i colleghi per la fiducia accordatami – commenta il neopresidente Sciandra – e mi impegno ad affrontare con dedizione questo ruolo, importate collettore tra le esigenze e le problematiche delle imprese del territorio. Con i miei vicepresidenti intendiamo coinvolgere il più possibile la nuova squadra del Consiglio direttivo zonale, che si andrà presto a costituire, per sviluppare progetti e iniziative in favore del comparto artigiano locale. In particolare, intendiamo tutelare le aziende contro una piaga che colpisce in modo trasversale il settore artigiano: quello del lavoro abusivo».

Durante l’Assemblea sono intervenuti Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, e Luca Robaldo, assessore della Città di Mondovì, che hanno evidenziato ruolo e azione di Confartigianato Cuneo in supporto delle imprese, ponendo l’accendo sul dialogo costruttivo sviluppatosi con Enti e Amministrazioni pubbliche.

Nell’ambito delle votazioni, per il “Gruppi di opinione”, Roberta Ballocco è stata eletta delegata del Movimento Donne Impresa.

Prossimo “step”, propedeutico alla formazione del Consiglio della Zona di Mondovì, sarà l’elezione dei rappresentanti zonali di categoria, che avverrà in modalità on-line, attraverso una piattaforma web dedicata.

«Con il proseguire delle Assemblee zonali – ha concluso il presidente territoriale Luca Crosetto – continua un importante processo di democrazia, che esprime al meglio la trasparenza del nostro Sistema e dà valore alla partecipazione e all’impegno dei tanti imprenditori che mettono a disposizione della nostra Associazione competenze, passione e orgoglio di rappresentare l’artigianato e le PMI cuneesi».

 




Confartigianato Cuneo: “Dal Ministero subito interventi urgenti per la tenuta del settore”

In questo periodo di difficoltà è doveroso il nostro ringraziamento alla categoria degli Autotrasportatori che con la prosecuzione dei servizi di trasporto e logistica essenziali, generi alimentari e farmaceutici, hanno permesso al nostro Paese di evitare un blocco totale».

Così Luca Crosetto, presidente provinciale di Confartigianato Cuneo, e Aldo Caranta, vicepresidente nazionale di Confartigianato Trasporti e presidente provinciale e regionale degli autotrasportatori di Confartigianato, esprimono l’apprezzamento per l’impegno della Categoria in questo difficile frangente.

Alcuni giorni fa anche il Ministro dei Trasporti Paola De Micheli aveva dichiarato grande gratitudine da parte di tutte le Istituzioni per “i trasportatori italiani che sono in prima linea e stanno assicurando al Paese un servizio efficiente e la consegna dei beni utili a continuare la vita di tutte e tutti”.

«Parimenti – proseguono Crosetto e Caranta – ringraziamo il Governo per l’impegno con cui ha risposto alle prime esigenze del settore, ritenendolo essenziale e strategico per il Paese, attraverso le misure contenute nel decreto “Cura Italia”. Ma ora l ’autotrasporto si trova a fare i conti con una situazione di estrema gravità che necessita di interventi ancora più incisivi di quelli finora messi in campo».

«Gli autotrasportatori sono allo stremo delle possibilità economiche per poter continuare a operare. – spiega Caranta – Andando avanti così saremo costretti a fermarci. La categoria deve far fronte alle spese quali gasolio e transiti autostradali senza però, in alcuni casi, ricevere il pagamento dei servizi effettuati dai propri committenti. Andando avanti in queste condizioni si fa presente, sin d’ora, che le imprese di trasporti sono costrette a fermarsi con conseguenze devastanti per le filiere e la popolazione tutta, a meno che non si intervenga in tempo reale con alcuni provvedimenti».

E proprio sulle misure che il Governo potrebbe attuare Confartigianato Trasporti e Unatas hanno avviato un dialogo con il Ministero. Le richieste riguardano in primis l’utilizzazione certa e più ampia possibile del Fondo centrale di garanzia PMI, da assicurare attraverso l’ampliamento dei parametri del merito creditizio in maniera da consentire alle imprese di autotrasporto di accedere effettivamente ai finanziamenti garantiti dal Fondo stesso.

Inoltre, necessario applicare la norma sui termini di pagamento, peraltro prevista per il settore agroalimentare, con sanzione certa ed autorità di controllo ben individuata, per arginare e rimediare al fenomeno dei “ritardi dei pagamenti”, che purtroppo ancora si verifica in taluni casi. Rinnovata anche la richiesta di deroga ai tempi di guida e di riposo, come già fatto da 22 Paesi europei, per agevolare il lavoro ai conducenti dei veicoli delle imprese di trasporto italiane, cui è richiesto un supplemento di sacrificio rispetto a quello che già abitualmente essi sopportano sulle strade del Paese e su quelle europee.

Infine la previsione di corridoi blu (alla stregua di quanto fatto alle frontiere con i corridoi verdi) agli imbarchi per le imprese che viaggiano da e verso le isole maggiori (Sicilia e Sardegna) che dovendo garantire il trasporto dei prodotti, soprattutto quelli freschi legati al settore ortofrutticolo diretto ai mercati del nord, necessitano di priorità immediata: per tali imprese che compiono i viaggi di ritorno a vuoto occorre prevedere l’esonero dal costo del traghettamento e della navigazione.

«Il mondo dell’impresa è pronto a fare la sua parte in questa emergenza. – conclude Crosetto – Auspichiamo che le nostre richieste siano recepite per permettere la prosecuzione dell’operatività degli addetti dell’autotrasporto e della logistica, settori che mai come in questo momento sono fondamentali per l’intero sistema economico e per la Nazione».




Prosegue la rassegna “Esperienze Artigiane sul Palco”

Saranno Clara Mousseigne e Nicola di Vico, primi ballerini dell’Opera di Parigi, i protagonisti del prossimo appuntamento di “Esperienze Artigiane sul Palco”, in programma per domenica 1° ottobre alle ore 18.00, presso la falegnameria RBB Mobili di Brossasco (Via Provinciale, 18).

L’iniziativa, varata da Confartigianato Cuneo per proseguire nel solco dei Creatori di Eccellenza le attività promozionali del comparto artigiano cuneese, in questa edizione si arricchisce di ulteriori contenuti, andando ad aggiungere alle molteplici iniziative in programma – partecipazione a fiere ed eventi e l’ormai tradizionale “guida” edita da Nino Aragno Editore – un calendario di eventi realizzati direttamente nelle imprese, durante i quali arte e musica si coniugano ad un tema di stretta attualità sul nostro territorio: la sicurezza sul lavoro.

Domenica 1° ottobre, ancora una volta, le Esperienze Artigiane saliranno quindi “sul palco” per intrattenere ed ammaliare il pubblico con le note di uno dei più grandi musicisti jazz contemporanei, fornendo inoltre l’opportunità di visitare direttamente l’impresa ospitante e di apprezzarne l’impegno nel garantire la massima sicurezza nelle fasi lavorative.

La rassegna, organizzata da Confartigianato in collaborazione con l’associazione musicale “La Croma” e “Ad eventi”, ha ottenuto il sostegno della Camera di commercio di Cuneo, della Fondazione CRC e della Fondazione CR Saluzzo e il patrocinio di Ministero della Cultura, Ministero del Turismo, Provincia di Cuneo, Inail-Direzione regionale Piemonte, Ufficio Scolastico provinciale, ASL CN1 e ASL CN2, Atl del Cuneese e Ente Turismo Langhe, Monferrato e Roero.

«Con questo progetto desideriamo aprire le porte del nostro mondo artigiano – commenta Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – e invitare il pubblico non soltanto a seguire in un contesto insolito le esibizioni di importanti star internazionali, ma a conoscere le nostre imprese al loro interno, per comprenderne direttamente le dinamiche produttive e apprezzarne quell’atmosfera di valori umani e di attenzione alle regole che da sempre contraddistingue l’artigianato del nostro territorio».

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria su www.creatoridieccellenza.it




Confartigianato Trasporti: Il 60% delle merci trasportabili è sospesa

Le 6.403 imprese artigiane del trasporto del Piemonte insieme agli oltre 15mila addetti rischiano di fermarsi. La categoria, attraverso la prosecuzione dei servizi di trasporto e logistica essenziali come alimentari e farmaceutici, ci ha permesso di evitare il lockdown, ma ora rischia di non poter più andare avanti in quanto la produzione del 60% delle merci trasportabili è sospesa.

I mezzi che le trasportavano sono fermi, le imprese non producono reddito e devono far fronte ai costi di gestione. Gli autotrasportatori che continuano a lavorare, lo fanno con enormi difficoltà tra cui quella di dover viaggiare sottocosto per non poter bilanciare i traffici a causa della mancanza dei viaggi di ritorno.

Una situazione che, in entrambi i casi, sta portando sull’orlo del fallimento le 6.403 imprese artigiane piemontesi dell’autotrasporto che con i loro carichi, continuano a portare sostentamento ed assistenza al Paese.

“Sono settimane che anche le imprese artigiane del Piemonte dell’autotrasporto vivono un periodo di confusione e incertezza – commenta Aldo Caranta, Presidente Confartigianato Piemonte Trasporti – che si è generata a seguito del dilagare dell’emergenza coronavirus e dei conseguenti provvedimenti restrittivi imposti dalle autorità.”

“Ma se andiamo avanti in questo modo siamo costretti a fermarci – prosegue Caranta – perché non riusciamo più a sostenere le spese. Il costo dei pedaggi autostradali, rappresenta un’importante voce dei costi di gestione di una impresa di autotrasporto, dopo il personale e il carburante. I concessionari autostradali dovrebbero aiutarci a superare questo momento di emergenza. Potrebbero, ad esempio, annullare il pagamento dei pedaggi sino al termine della crisi sanitaria. E’necessario inoltre rispettare la norma sui termini di pagamento, per arginare e rimediare al fenomeno dei ritardi dei pagamenti che mettono ko le nostre imprese.”

 

“Le nostre imprese stanno pagando un prezzo altissimo alla crisi – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – e le piccole attività che ancora possono lavorare stanno dimostrando ancora una volta il loro grande senso civico facendo il loro dovere e la loro parte. Abbiamo condiviso la necessità di limitare alle attività essenziali la possibilità di lavorare, consapevoli dell’impatto economico, ma non vogliamo caricare ancora una volta sulle nostre spalle tutti gli oneri che questa situazione comporta. Non vorremmo dover essere i protagonisti principali della emergenza sociale che si sta palesando”.

“E’ giusto tutelare la nostra salute – conclude Felici – ma occorre pensare anche alla galassia di piccole imprese artigiane che non possono svolgere il proprio lavoro “da remoto” e vanno avanti grazie alla propria attività quando non sono obbligati a chiudere per norma o per mercato”.

 

Anche le 6.403 imprese artigiane dell’autotrasporto del Piemonte, hanno a disposizione un nuovo strumento informativo che le aiuterà a orientarsi tra i provvedimenti adottati, quasi quotidianamente, dalle Autorità nell’ambito dell’emergenza Coronavirus.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Confartigianato Cuneo: Imprese artigiane, in provincia ne nascono sempre meno

«Il trend negativo nella dinamica della nascita di nuove imprese artigiane in provincia fa riflettere ma, soprattutto, deve far riflettere il mondo delle Politica e delle Istituzioni».

Così Luca Crosetto, presidente territoriale di Confartigianato Imprese Cuneo, l’organizzazione più rappresentativa dell’artigianato e della piccola a media impresa in provincia Granda, seconda in Italia per numero di Associati con oltre 9.000 aderenti, commenta i recenti dati elaborati dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio sul comparto.

L’elaborazione evidenzia come, seguendo una serie che perdura da 8 anni, anche nel 2019, le imprese artigiane che hanno cessato la propria attività sono, seppur di poco, superiori ai nuovi avvii. Il tasso di crescita ha infatti segno negativo e si attesta su un -0,99%.

«Il dato va letto nel contesto globale, – aggiunge Crosetto – posto che in generale l’intero tessuto imprenditoriale locale ha visto chiudere il 2019 con un tasso di crescita del -0,91%. È pur vero che, come ripetiamo da tempo, sono proprio le piccole e medie imprese le realtà che più hanno patito la crisi e che più, in taluni contesti, stanno faticando a riprendersi».

«Indubbiamente, – prosegue Crosetto – per fisiologica costituzione, le imprese artigiane trovano nella loro peculiare “piccola dimensione” un aspetto di debolezza, ma, dall’altro lato, è proprio questa particolarità a costituire elemento caratterizzante, differenziante e, a nostro modo di vedere, di maggior valore rispetto ad altre realtà».

L’Ufficio Studi di Confartigianato evidenzia infatti come la piccola impresa rappresenti una componente fondamentale non solo per il tessuto economico provinciale, ma in generale per l’intero territorio e la comunità locale.

Le “microimprese” (fino a 10 addetti) ammontano a 43.810 unità, quasi il 95% del totale delle imprese. Un comparto importante, che produce ricchezza e genera occupazione: le microimprese occupano 84.236 persone, che corrispondono al 45,6% del totale degli occupati.

Se si prendono in considerazione le piccole imprese, considerate tali le aziende fino a 50 addetti, si arriva a 45.944 aziende, che corrispondono a ben il 99,3% del totale delle aziende. Le imprese artigiane corrispondono al 26% del totale, e contato oltre 42mila occupati, di cui 23.500 circa occupati indipendenti (titolari, soci e coadiuvanti) e 18.500 dipendenti.

«La perdita più considerevole di imprese, anche a livello italiano, è nel “settore casa” (edilizia, impiantistica elettrica e termoidraulica, legno e serramenti), – commenta Domenico Massimino, vicepresidente nazionale di Confartigianato – comparto che ha risentito della contrazione dei dati demografici e delle politiche fiscali, che hanno fortemente colpito la tassazione sulla casa: cause “esterne” e non imputabili tout-court all’artigianato. In più, l’attuale normativa “ingabbia” il settore nel limite dimensionale degli addetti e non favorisce la “crescita”. Allo stesso modo la “flat tax”, che pure ha apportato delle positività, è un deterrente allo sviluppo. Infine, bisognerebbe fare più chiarezza sull’inquadramento di alcune professioni che a tutti gli effetti possono essere considerate “artigianato”, ma che attualmente sono collocate in altri comparti».

«Un dato certo, – afferma ancora Massimino – rilevato su scala nazionale, è che le imprese che si associano a Confartigianato hanno un tasso di “mortalità” inferiore alle non associate, proprio per l’accompagnamento che ricevono dall’Associazione. Evidenza dell’importanza che rivestono i corpi intermedi dello Stato e del ruolo che gli stessi hanno come interlocutori di rifermento tra tessuto economico e Istituzioni».

«Come Confartigianato – conclude Crosetto – da tempo abbiamo messo in campo numerosi strumenti che, affiancandosi alla nostra irrinunciabile e primaria azione di rappresentanza sindacale, sostengono le imprese in modo concreto. Non solo servizi e consulenze, ma un affiancamento concreto per aiutare chi vuole avviare un’attività e supportare chi, con tenacia, decide di resistere sul territorio e proseguire nella propria idea di impresa. Inoltre, soluzioni innovative che sfruttano le nuove tecnologie e le potenzialità del web. E poi ancora progetti di promozione e valorizzazione, soprattutto verso le nuove generazioni, dell’inimitabile “made in Granda” artigianale. Ed è da questi principi che nascono i nostri continui appelli a Politica e Istituzioni: l’artigianato e le PMI sono un patrimonio dell’Italia e dei nostri territori. Gli imprenditori artigiani sono pronti a fare la loro parte, ma necessitano di un sistema favorevole, con meno pressione fiscale, meno burocrazia, un piano strutturale a sostegno dell’impresa, più investimenti e più stabilità politica. Solo così sarà possibile dare nuovi e rinnovati impulsi a un settore che da sempre rappresenta l’asse portante della nostra economia».