Confronto tra Confartigianato Imprese Cuneo e i sindaci della Valle Tanaro

1994, 2016 ed ora 2020. Anni che richiamano a fenomeni alluvionali sempre più violenti, responsabili di danni e devastazioni del territorio e delle vallate cuneesi, una in particolare, la Valle Tanaro.

Vere e proprie bombe d’acqua che in poco più di 24 ore hanno generato ferite profonde non facilmente sanabili. Gravi problemi strutturali al sistema viario, numerosi danneggiamenti agli edifici, ma anche pesanti danni a tante piccole imprese che in quella zona mantengono vivo il tessuto economico e che ora si ritrovano a fare i conti con una difficile ricostruzione e un ancor più complesso rilancio produttivo.

Confartigianato Imprese Cuneo, proprio in virtù della sua mission che indica nella rappresentanza uno degli aspetti prioritari del suo impegno, ha voluto, seppure da remoto come lo impongono le misure di sicurezza attuali, incontrare i sindaci di quella parte della valle Tanaro per fare il punto sulla situazione attuale e sulle iniziative che si possono mettere in campo per dare un concreto sostegno alle imprese locali.

In collegamento sulla piattaforma Go to meeting la presidenza e la Giunta di Confartigianato Imprese Cuneo insieme ad alcuni dirigenti dell’Associazione, tra i quali Sergio Rizzo presidente Confartigianato – zona di Ceva e Davide Merlino rappresentante di Confartigianato in seno alla Fondazione CRC e Mauro Bernardi vice presidente di Confartigianato – zona di Cuneo e presidente ATL Cuneese.

Collegati in rappresentanza dell’Alta valle Tanaro, i sindaci di Garessio Ferruccio Fazio, di Ormea Giorgio Ferraris, di Bagnasco Giuseppe Carazzone, di Nucetto Enzo Dho e di Priola Luciano Sciandra.

Tra i temi affrontati le problematiche legate ai danni alluvionali ad imprese e viabilità, il prosieguo del progetto del traforo Armo Cantarana, e la necessità di reperire risorse per sostenere i lavori di ripristino delle strutture e per avviare un concreto rilancio economico.

Nel discorso introduttivo, il presidente di Confartigianato Imprese Cuneo Luca Crosetto ha posto l’accento sulla piena disponibilità dimostrata fin da subito dall’Associazione a sostenere le imprese di questa parte di territorio.

“Abbiamo affiancato immediatamente come partner la Fondazione Specchio dei Tempi de la Stampa nella raccolta fondi per le imprese danneggiate. – ha sottolineato – Un segnale per comunicare vicinanza e solidarietà alle nostre imprese associate e una mano tesa per fornire aiuti immediati per una ripartenza”.

La parola è poi passata al direttore di Confartigianato Imprese cuneo Joseph Meineri, il quale ha presentato in modo sintetico il tessuto economico che insiste sull’Alta Val Tanaro. “Nei cinque comuni coinvolti in questo incontro – ha illustrato – operano ben 214 aziende artigiane che sommate alle altre 410 imprese commerciali, industriali e del terziario, arrivano a 624, un dato che dimostra quanto sia vivace e attivo il mondo produttivo di questa zona”.

A seguire gli interventi dei cinque sindaci ospiti dell’incontro, i quali hanno elencato le problematiche dei loro territori.

Ferruccio Fazio (Garessio): “Un ringraziamento doveroso va all’iniziativa di Specchio dei Tempi e al vostro importante contributo. Mi piacerebbe che questa iniziativa di solidarietà proseguisse anche per dare un sostegno alla riattivazione rapida di un’operatività efficiente per le imprese. Con l’abbattimento nei prossimi giorni del ponte Odasso che ostruisce, in caso di piena, il fluire del fiume Tanaro, ci troveremo con una Garessio tagliata a metà in un punto cruciale del paese dove hanno sede molte attività artigiane e commerciali. Dovremo quindi affittare una passerella pedonale per dare loro l’opportunità di essere raggiunte, ma il costo è di circa 80 mila euro”.

Giorgio Ferraris (Ormea): “Nel nostro comune i danni maggiori si riferiscono all’ambito imprenditoriale legato al turismo. A fronte di 1500 residenti, abbiamo più di un terzo di aziende legate al mondo dell’artigianato e dei servizi in ambito turistico. L’evento alluvionale ha creato danni ingenti a sentieri, percorsi, pista ciclabile e la famosa balconata di Ormea. A questo proposito, abbiamo anche lanciato anche una raccolta fondi perché sappiamo bene che per la viabilità ordinaria prima o poi i finanziamenti si trovano, mentre quella turistica spesso viene dimenticata. C’è poi, il progetto del traforo di Armo Cantarana: ha avuto gli avvalli necessari, ma mancano i finanziamenti. Certo, per la nostra viabilità che ora, dopo lo stop del Tenda, sta registrando un incremento di passaggi di molto superiore a prima, potrebbe offrire ai viaggiatori una nuova opportunità per raggiungere più agevolmente la Liguria”.

Giuseppe Carazzone (Bagnasco): “Il nostro territorio ha bisogno di una viabilità più fluida e di una connessione più efficiente. I danni provocati dalla recente alluvione hanno messo in difficoltà alcune importanti aziende che operano nel nostro territorio. In particolare, mi riferisco alla Fassa Bortolo, che dà lavoro a 40 persone, e che per la seconda volta ha avuto lo stabilimento allagato. Uno dei simboli di Bagnasco è il suo particolare ponte medioevale che ha un unico gemello in Francia. Bisognerebbe costruire a questo ponte una nuova arcata per evitare che si ripetano questi fenomeni di allagamento, ma come sempre mancano i fondi”.

Enzo Dho (Nucetto): “Per fortuna le nostre imprese non hanno subito gravi danni. Qualche problema si è verificato al campo sportivo, mentre tre famiglie sono rimaste senza abitazione. Bisognerebbe fare leva nei confronti delle istituzioni referenti per ottenere il miglioramento della viabilità statale”.

Luciano Sciandra (Priola): “I problemi per le nostre aziende artigiane sono stati tutto sommato contenuti. Però già in passato abbiamo verificato come i risarcimenti da parte dello Stato siano troppo bassi rispetto all’entità dei danni e le lungaggini burocratiche esasperanti. Occorre un’azione comune di tutte le associazioni e dei vari comuni per sostenere in modo concreto sia le attività artigiane che il miglioramento della viabilità. Inoltre bisognerebbe che venissero individuati criteri più congrui nella distribuzione dei fondi, in modo da dare alle imprese produttive un vero valore aggiunto”.

Dopo i sindaci, l’intervento del vice presidente vicario di Confartigianato Imprese Cuneo e presidente regionale Giorgio Felici, il quale ha sottolineato come negli incontri con i vertici della Regione Piemonte si sia più volte posto l’accento sulla necessità che tutto il territorio cuneese possa usufruire di infrastrutture digitali efficienti, visto che attualmente oltre la metà della Granda ancora non accede ad una connessione veloce.

Sull’importanza di fare rete e di lavorare insieme per raggiungere risultati positivi per le imprese, le famiglie e il territorio è intervenuta la vice presidente di Confartigianato Imprese Cuneo Daniela Balestra, la quale ha sottolineato come l’Associazione con questo incontro abbia voluto dare un segnale tangibile di attenzione alle imprese della zona, non soltanto attraverso iniziative di sostegno, ma con un vero e proprio servizio di accompagnamento nel percorso di rilancio e di sviluppo.

E sul binomio artigianato e turismo si è soffermato il presidente dell’ATL Cuneese Mauro Bernardi, sottolineando il grave clima di incertezza in cui si sta muovendo il settore turistico a causa dell’emergenza sanitaria. “Nel solo periodo autunnale sono state cancellate 90 fiere ed eventi previsti a livello locale – ha detto – Un danno pesante anche per l’indotto comprendente le numerose imprese artigianali che da sempre rivestono un fondamentale ruolo di supporto alla promozione di un territorio”.

A conclusione dell’incontro, il presidente Crosetto ha proposto ai cinque sindaci di sottoscrivere un documento da inviare al Prefetto e al Presidente della Provincia nel quale si sollecita la costituzione di un gruppo di lavoro che riprenda alcune tematiche importanti per la Valle Tanaro: miglioramento della viabilità e avvio dei lavori per il traforo di Armo Cantarana, banda larga, interventi urgenti per favorire la ripresa turistica, ripristino delle strade bianche.

“Con questa iniziativa – spiega – intendiamo tutelare con forza tutte le 624 imprese che vivono e lavorano in questa parte della nostra provincia. Soltanto lavorando insieme e facendo fronte comune potremo dare alle nostre aziende un futuro di sviluppo”.




Gli artigiani si raccontano agli studenti. Progetto della zona borgarina di Confartigianato

Far capire ai ragazzi come “nasce” un prodotto artigianale e, soprattutto, cosa significa essere imprenditori e artigiani.

Questo lo spirito con cui il Consiglio direttivo della zona borgarina di Confartigianato Cuneo ha organizzato, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Statale “Ing. S. Grandis” di Borgo San Dalmazzo, il progetto “Materie Prime”.

Un’iniziativa volta a far conoscere ai giovani studenti delle classi prime medie (circa 120 i ragazzi coinvolti nelle cinque sezioni dell’Istituto) sia alcuni materiali da cui nascono i manufatti artigianali, sia alcune realtà imprenditoriali locali.

In questa prima fase del progetto sono state coinvolte la falegnameria “Romano Geom. Corrado” (Roccasparvera), la Europlast srl (Borgo San Dalmazzo) e la Servizi di Fotocomposizione Finotello Snc (Borgo San Dalmazzo).

Nei giorni scorsi i titolari delle ditte – Cristina Romano, Fulvio Bertone e Ugo Finotello – sono intervenuti nelle classi dell’istituto borgarino apportando “dal vivo” la loro testimonianza imprenditoriale. Inoltre, attraverso il supporto di un breve filmato, realizzato nelle rispettive aziende, hanno permesso agli studenti di conoscere meglio le fasi delle lavorazioni e il ciclo produttivo.

«Voglio ringraziare – commenta la presidente della Zona di Borgo San Dalmazzo di Confartigianato Cuneo Katia Manassero, che insieme al presidente provinciale Luca Crosetto ha partecipato all’incontro conclusivo di questa prima sessione – l’Istituto comprensivo per aver accolto con positività l’organizzazione di questa bella iniziativa: dalla dirigente scolastica Luciana Ortu, alla referente del progetto Sabina Franco, alla professoressa di “materia tecnologica” Monica Silvestro.

Un ringraziamento particolare anche all’assessore comunale ai Servizi scolastici Anna Bodino, che ha avvalorato l’incontro con la sua presenza, anche con riferimento al supporto che come sistema Confartigianato, attraverso ANCoS e Fab.Lab., stiamo dando all’amministrazione comunale nell’ambito del bando “Giovani in contatto” della Fondazione CRC con il Progetto “Una rete di idee”. Dopo gli incontri con gli studenti, secondo step dell’iniziativa sarà la visita al nostro museo “Terra di Artigiani”, presso la sede provinciale cuneese, spazio multimediale dove i ragazzi potranno approfondire maggiormente i temi dell’artigianato e del territorio cuneese».




Confartigianato Piemonte: 8350 le richieste al fondo sostegno

L’emergenza coronavirus e il lockdown delle imprese artigiane hanno come conseguenza anche l’ingente numero di richieste di accesso al Fondo di solidarietà bilaterale artigiano.

Da lunedì 16 marzo a venerdì 27 marzo sono 8.350 – con riferimento al bacino piemontese – le richieste pervenute all’EBAP (Ente Bilaterale Artigianato Piemontese) per l’utilizzo del Fondo di sostegno bilaterale artigianato, ovvero la cassa integrazione degli artigiani, le risorse utilizzato per ammortizzare i costi del personale delle imprese che si sono dovute fermare.
Le 8.350 richieste rappresentano complessivamente una forza lavoro di oltre 33mila dipendenti.
A livello provinciale le richieste pervenute all’EBAP sono così ripartite: 3800 a Torino, 1400 a Cuneo, 881 ad Alessandria, 820 a Novara, 433 ad Asti, 416 a Biella, 330 nel VCO, e 270 a Vercelli.

“Il Fondo serve per coprire le necessità immediate e permettere gli artigiani di non dover licenziare il personale o chiudere la propria attività – dichiara Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – Questa è una prima boccata di ossigeno ma le risorse che occorrono sono sicuramente più importanti.

Il sistema dell’artigianato è fatto di micro e piccole imprese che potrebbero facilmente essere spazzate via alla fine della pandemia. Quello che bisogna attivare è un vero e proprio impulso imprenditoriale e sostenere le imprese già duramente provate da un decennio di crisi.”

“Dopo queste settimane di blocchi e di consumi quasi azzerati, –aggiunge Felici– le nostre imprese sono in grave difficoltà, e se la situazione si protrae si rischiano fallimenti a catena con gravi conseguenze per i dipendenti e le loro famiglie. È certo che i piccoli sono quelli più duramente colpiti. Dalle istituzioni e dalla politica ci aspettiamo che sappiano mettere in campo misure eccezionali e straordinarie.

Servono risorse ma soprattutto idee su come reperirle. Un Piano Marshall non arriverà dall’altra parte dell’Oceano, bisognerà che a vararlo sia l’Europa. In questo momento non è sufficiente qualche bonus né normali strumenti di finanziamento bancario, serve un’azione che riesca a mobilitare risorse imponenti destinate alle imprese, in modo veloce e capillare. Occorre, inoltre, assicurare con chiarezza e con buon anticipo che saranno rinviate tutte le scadenze di pagamento di aprile, maggio e giugno, a cominciare dai pagamenti dell’Imu sui capannoni che in questo momento non sono produttivi.”

“Bisogna –conclude Felici– iniettare nel sistema imprenditoriale una dose importante di liquidità per sostenere le imprese più piccole che sono la stragrande maggioranza e che si reggono in gran parte sul flusso di cassa. Serve un ponte per permettere alle aziende di superare questo momento gravissimo, che rischia di estinguere le nostre botteghe artigiane. Se riusciamo a salvare le imprese dalla catastrofe, salviamo il lavoro e il futuro per le generazioni a venire”.

 




Daniele Casetta eletto presidente della Zona di Alba di Confartigianato

Nel corso dell’assemblea l’Associazione ha anche illustrato alle imprese albesi 
strumenti e opportunità per affrontare il post Covid-19

Intervenuta l’amministrazione comunale albese
che ha presentato i progetti per sostenere economia e territorio

Daniele Casetta, classe 1980, fabbro di Montà, e il nuovo presidente della Zona di Alba di Confartigianato Cuneo. Lo ha eletto l’Assemblea degli Associati riunitasi, ovviamente secondo tutte le prescrizioni dei vigenti protocolli di sicurezza, lo scorso 25 giugno presso la sala “Beppe Fenoglio” di Alba.

Casetta, succede a Domenico Visca, presidente di Zona per tre mandati, dimessosi per incompatibilità con la recente nomina a consigliere della Fondazione CRC. Visca affiancherà Casetta quale vicepresidente di Zona.

Il vicepresidente vicario sarà Claudio Piazza, anche presidente ANCoS (Associazione Nazionale Comunità Sociali e Sportive) Cuneo e rappresentante provinciale, regionale e nazionale degli Installatori GPL/Metano.

«Ringrazio i colleghi per la fiducia accordatami – commenta il neo presidente Casetta, che nell’ambito del sistema Confartigianato riveste anche il ruolo di vicepresidente nazionale del Movimento Giovani Imprenditori – e mi impegno ad affrontare con dedizione questo ruolo, importate collettore tra le esigenze e le problematiche delle imprese del territorio».
«In questi anni – commenta il presidente uscente Visca – si è riusciti a fare molto, grazie all’impegno dei dirigenti artigiani, che costituiscono componente fondamentale ed essenziale della nostra Associazione.

Ringrazio quindi colleghi e personale della struttura Confartigianato per il grande supporto ricevuto e confermo il mio impegno nel nuovo incarico che, su designazione dell’Associazione, andrò a rivestire nella Fondazione CRC».
Durante la serata Confartigianato Cuneo ha presentato anche strumenti e opportunità per affrontare il post Covid-19.

Grazie agli interventi di Joseph Meineri, direttore generale, e Diego Mozzali, vicedirettore e responsabile area fiscale, si sono illustrati i recenti provvedimenti governativi e gli strumenti messi a disposizione dalla Confartigianato Cuneo.

Giorgio Felici, presidente regionale e vicepresidente territoriale vicario Confartigianato Cuneo, ha spiegato il grande impegno che in questi mesi l’associazione ha profuso per ottenere dei risultati in favore del comparto, grazie al dialogo costante, soprattutto a livello piemontese, con la Regione Piemonte.

«Importante – ha commentato Felici – l’intervento del sistema bilaterale piemontese che, grazie ai contributi EBAP, ha permesso e sta permettendo a tante imprese di resistere. Continueremo con costanza e impegno a mettere in campo tutte le misure possibili per permettere al tessuto economico dell’artigianato e delle PMI di riprendersi e tornare a lavorare».

All’incontro hanno preso parte anche Bruno Ferrero e Emanuele Bolla, rispettivamente Assessore alla Programmazione e Bilancio e Assessore al Turismo del Comune di Alba, che hanno illustrato i progetti dell’amministrazione comunale per sostenere imprese, cittadini e territorio.

Intervenuta all’incontro, inoltre, Daniela Minetti, presidente Confartigianato Cuneo Onlus, che, nel descrivere le attività dell’organizzazione benefica nata in seno a Confartigianato Cuneo, ha ricordato come sia possibile supportarla destinando il 5 per mille in sede di dichiarazione dei redditi inserendo nella apposita casella del Mod. UNICO, o Mod. 730 o nel Mod. CUD il codice fiscale 96077150041.

Nelle conclusioni, Daniela Balestra, vicepresidente territoriale Confartigianato Cuneo, ha ricordato «il grande impegno dell’Associazione che in questi mesi di emergenza si è confermata partner di riferimento per le imprese, fornendo assistenza e informazioni costanti. Grande il lavoro della struttura che, o fisicamente nei 18 uffici sul territorio provinciale o in modalità di telelavoro, ha assicurato continuità nel supporto alle aziende. Importante l’impegno dei tanti dirigenti del sistema che hanno continuato ad operare ai vari livelli per rappresentare le istanze del comparto.

Questa situazione emergenziale si è verificata proprio in occasione del 75° anniversario di fondazione della nostra Associazione: con lo stesso spirito dei fondatori di Confartigianato Cuneo intendiamo guardare con fiducia e speranza al futuro, sempre al fianco delle nostre imprese, interpreti e sostenitori del “Valore Artigiano”».




L’appello di Felici: (Confartigianato Imprese Piemonte): evitare il Credit Crunch

Con l’entrata in vigore in Europa dal prossimo primo gennaio della nuova definizione di default, il cosiddetto ‘Credit Crunch’, si creeranno forti criticità economiche a milioni di famiglie e imprese, a meno che la regolamentazione non venga rivista alla luce della complessa situazione economia attuale fortemente segnata dal prolungarsi della pandemia.

 

I nuovi limiti previsti per il default sono: 1% di sconfinamento sulla singola linea di credito per più di 90 giorni, con franchigie di 100 euro per le esposizioni al dettaglio di famiglie e Pmi non superiori a un milione di euro e di 500 euro per le esposizioni superiori. In sostanza un artigiano con un affidamento di 10.000 euro che sconfinasse di 102 euro per più di 90 giorni dovrà essere classificato tra i ‘Non Performing Loans’.

 

Ci sono inoltre due altre componenti cruciali nella nuova definizione di default: il primo elemento è la ‘riduzione dell’obbligazione finanziaria’, che si applica per tutte le operazioni di rinegoziazione (moratorie) dei prestiti, di rifinanziamento o consolidamento relative a posizioni che siano in difficoltà finanziaria e per le quali il valore attuale dopo la rinegoziazione sia inferiore di più dell’1% rispetto al valore iniziale; in questi casi il credito deve essere segnalato in ‘Non Performing Loans’. Pertanto con tale regola, in questo particolare momento, molti crediti finirebbero in NPL, con ancor maggiore difficoltà e restrizioni operative per imprese e famiglie.

 

Il secondo elemento problematico è l’‘uniformità di applicazione della definizione di default’ che consiste nell’estensione del default da uno a più soggetti: per esempio, se una cointestazione è inserita in default, anche i singoli cointestatari dovranno esserlo, così come altre cointestazioni con soggetti terzi.

 

I quattro milioni di micro e piccole imprese italiane – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – che lottano tutti i giorni per continuare le attività non possono e non devono avere vincoli insostenibili. In Piemonte le imprese artigiane sono 117.500 ed occupano tra titolari e dipendenti oltre 250.000 persone. Queste regole sul credito forse sarebbero accettabili per economie in crescita e non possono essere applicate senza importanti correzioni in presenza della difficile situazione pandemica attuale. È piuttosto evidente la mancanza di sostegno alle piccole e piccolissime imprese, volontà che si intravede in quasi tutte le direttive europee che da dieci anni a questa parte i nostri governi sono pronti a recepire a piene mani”.

 

La tutela del tessuto delle piccole imprese – conclude Felici – deve essere una priorità per le nostre istituzioni, anche per quanto riguarda il credito. Avendo rinunciato ad ogni autonomia sul piano economico e monetario è quindi necessario un pronto intervento sull’Autorità Bancaria Europea (EBA) affinché  – in coerenza con le iniziative prese nella prima fase della pandemia e scadute lo scorso 30 settembre – sospenda almeno di un anno e riveda i provvedimenti in questione, anche per rendere pienamente attuabili le proroghe delle moratorie italiane”.

 

 

 




Confartigianato Torino, De Santis: “A causa della burocrazia per ottenere credito serve un mese”

Nelle intenzioni del Governo il Decreto Liquidità a garanzia statale, è un intervento di liquidità immediata per le imprese che si apprestano a riaprire e intraprendere la fase 2.

Ma per funzionare, e per scongiurare la definitiva chiusura delle micro e piccole imprese artigiane, che si trovano con l’acqua alla gola per il mancato fatturato di marzo e aprile, la liquidità dovrebbe essere, appunto, immediata. Una questione di ore dalla richiesta alla concessione del credito. Ma così non è.

Secondo un sondaggio condotto su un campione di associati di Confartigianato Torino, un terzo pensa di non potersi più mettere in carreggiata e sta valutando la chiusura definitiva dell’attività, più di terzo del campione ha fatto richiesta al finanziamento fino a 25mila euro, previsto dal Decreto, mentre gran parte  del campione ha richiesto la moratoria su mutui e finanziamenti in corso.

 

“I danni della pandemia sulle micro e piccole imprese artigiane sono incalcolabili, – commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – Una discreta fetta dei nostri associati ha provato a chiedere il prestito di 25mila euro a garanzia statale, che doveva essere erogato in 48-72 ore. In realtà i nostri artigiani si ritrovano a doversi misurare con vincoli burocratici e lungaggini che rallentano la concessione del credito e devono attendere fino ad un mese di tempo.

“Da un punto di vista burocratico funziona così – spiega De Santis – occorre esibire il bilancio del 2018 e quello provvisorio del 2019, sotto forma di stato patrimoniale e conto economico, si obbliga a produrre anche altri documenti per istruire una pratica da firmare e timbrare, quindi si invia al medio credito centrale che nella emergenza attuale si riunisce solo 2 volte alla settimana ( a differenza delle due riunioni mensili) Poi si redige un verbale di approvazione che viene inviato alla banca con il successivo sblocco dei soldi da parte dello Stato.

La banca quindi chiama il beneficiario del credito per firmare un contratto, segue l’erogazione. Tutta questa trafila si svolge in un mese circa. Questo meccanismo di erogazione dovrebbe essere veloce e immediato, quasi automatico, soprattutto per il finanziamento a 25000 euro garantito al 100 % dallo stato e per il quale dovrebbe esserci per decreto un automatismo. Le nostre imprese sono allo stremo. Se vogliamo ripartire, dobbiamo sostenerle, ma la velocità è fondamentale. Diversamente, non ci rimane che contare le imprese sopravvissute alla pandemia”.

 

E ancora una volta l’ostacolo più importante per la sopravvivenza delle imprese è la burocrazia che, allunga i tempi, scoraggia i Piccoli dal farsi avanti e complica il percorso di avvicinamento alla fase 2.

 

“C’è il reale rischio che, nella fase 2, le nostre imprese non abbiano le risorse per rialzare le serrande – continua De Santis – e per affrontare tutte le indicazioni sanitarie per contrastare la diffusione del virus”.

Insomma, le Banche in queste operazioni non si sentono sufficientemente tutelate e chiedono che si eviti il ribaltamento di responsabilità su di loro nel caso in cui le misure offerte alle imprese non sortissero gli effetti sperati e le aziende cadessero in stato di insolvenza con possibili conseguenze di procedure fallimentari.

 

Confartigianato Torino sottolinea, inoltre, come l’ottenimento del credito a garanzia statale potrebbe anche essere un meccanismo non virtuoso in quanto costituisce un debito, un onere, seppur a interessi bassi e vantaggiosi rispetto ad un normale finanziamento. La proposta di Confartigianato Torino consiste quindi di erogare una parte a fondo perduto, così come viene fatto in altri stati dell’Unione (Germania e Inghilterra).

 

Confartigianato Torino plaude all’iniziativa del Prefetto Claudio Palomba di aprire un tavolo con Abi e Istituti di credito per favorire l’accesso al credito.

 

“All’interno di Confartigianato Torino – conclude De Santis – è attivo un servizio in grado di supportare le imprese nella corsa burocratica ai prestiti, nel semplificare e superare gli innumerevoli cavilli normativi e agevolare le imprese nei percorsi utili all’ottenimento delle agevolazioni contenute nel Decreto Liquidità”.




Confartigianato Cuneo: È il pane fresco artigianale
 a rendere virtuosa la filiera del grano

Il pane, prodotto principe delle tavole italiane e non solo, rappresenta uno degli alimenti più ricchi di significati, di funzioni e di valenze culturali. Il suo ruolo così profondo e completo nella nostra tradizione lo rende ambasciatore di qualità e di sapere, messaggero di pace e fratellanza.

Una vera e propria eccellenza che richiede l’utilizzo di altrettanto eccellenti tecniche di panificazione da parte di esperti artigiani. E nel pane la qualità non soltanto si vede, ma soprattutto si sente nel sapore, nella fragranza e nella conservazione.

«Per produrre del buon pane fresco è certamente essenziale l’impiego di materie prime di alto livello qualitativo, – sottolinea Vincenzo Pallonetto, rappresentante territoriale dei panificatori di Confartigianato Imprese Cuneo – ma ad essere determinante è il lavoro del panificatore. La sua esperienza e la sua capacità nel gestire i tempi e i modi di lievitazione, rendono il prodotto finale un alimento completo, sano e digeribile, quale deve essere il pane di qualità».

Ed è proprio il pane in questi giorni ad essere finito al centro di una querelle sollevata dal mondo agricolo su una ventilata speculazione che riguarderebbe il suo prezzo al consumatore. Secondo i cerealicoltori il valore del frumento nel percorso della filiera produttiva aumenterebbe di ben 15 volte durante la trasformazione da grano a pagnotta. Un incremento che è stato valutato però senza fare i conti con i dovuti “distinguo” tra chi produce, chi macina, chi trasforma e vende.

«Nel passaggio tra l’agricoltore e il mugnaio – spiega Pallonetto – i prezzi da grano a farina subiscono già degli aumenti consistenti. D’altra parte, se si vuole puntare sulla qualità e contrastare l’importazione selvaggia di materie prime estere, sicuramente non salubri come quelle locali, è importante affidarsi a fornitori garantiti e rintracciabili. Ci sono poi i costi relativi alla produzione del pane fresco, dagli ingredienti, alla gestione dell’attività, al personale fino ai balzelli fiscali. E infine, c’è la qualità del prodotto: un pane che nasce ogni giorno con materie prime controllate e con l’impegno e la passione della migliore tradizione artigianale porta sulle nostre tavole genuinità e salute».

Un percorso di filiera che diventa “virtuoso” proprio grazie al prodotto finale: quel pane fresco che nasce ogni giorno dalle mani dell’artigiano panificatore.
«Il nostro è un territorio ricco di eccellenze – dichiara Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – apprezzate e riconosciute nel mondo. In ogni prodotto c’è un po’ della nostra storia, ci sono saperi antichi, tradizione, genialità e la capacità di traghettare i nostri valori verso la modernità.

Valori che dobbiamo salvaguardare divenendo noi stessi custodi e artefici di quella qualità che ci contraddistingue. A tal proposito, la nostra Associazione ha avviato già da tempo il progetto dei “Creatori di Eccellenza”, una community virtuosa che raggruppa gli artigiani di valore del territorio cuneese, dando loro sostegno attraverso un ampio panel di iniziative promozionali, dalla partecipazione agli eventi territoriali di maggior rilievo, alla presenza nelle pubblicazioni editoriali dedicate agli anni tematici, fino ad un fattivo affiancamento nel migliorare la loro visibilità sui social e sul nuovo portale di shopping on-line “Scelgo Artigiano”. Ben vengano quindi nel mondo agricolo gli accordi di filiera per sostenere la produzione locale delle materie prime, che potrà essere ulteriormente rafforzata grazie alla nostra tradizione artigianale. Fare il pane è una delle arti più antiche e con i suoi prodotti freschi di qualità rende giusto merito all’impegno e alla capacità dei nostri artigiani panificatori».




Felici (Confartigianato imprese Piemonte): “Basta vessilli ideologici, servono politiche attive”

 “Le buone notizie sul versante del Pil non devono alimentare facili illusioni ne’ farci dimenticare che l’economia reale è ancora in grande difficoltà ma devono essere l’occasione per una riforma complessiva delle politiche attive del lavoro, e fa davvero piacere sentire a Cernobbio il ministro dell’economia Daniele Franco promettere un ridisegno del carico fiscale “più favorevole ai fattori della produzione”, quindi riduzione del cuneo fiscale e meno tasse.

Il nostro auspicio è che si chiuda con i provvedimenti ‘bandiera’, come il Reddito di cittadinanza. Un provvedimento ideologico, che ha prodotto ben pochi risultati concreti, deludendo le aspettative iniziali. Occorre anche definire un programma pensionistico che realizzi davvero la staffetta generazionale che al momento non si è vista. I numeri impietosi ci raccontano una realtà con un tasso di sostituzione dello 0,45, come dire neanche mezzo giovane al posto di un anziano, ma generando un costo di circa 6 miliardi”.

“Il reddito di cittadinanza, fiore all’occhiello dei pentastellati e fortemente voluto dal ministro Di Maio, anziché abolire la povertà ha fatto accomodare i poveri sul divano, rivelandosi in troppi casi non una forma di protezione sociale ma un disincentivo al lavoro, senza peraltro riuscire ad intercettare i veri bisognosi. Disoccupazione e mancata crescita non possono essere affrontati con strumenti ‘sperimentali’ ma solo con politiche attive ben strutturate, investimenti e un taglio delle tasse, mettendo al centro le imprese. Siamo noi imprenditori che creiamo lavoro, non certo i navigator o simili, quindi è giunto il momento di deporre i vessilli ideologici e riconnettersi con la realtà”.




Presepi dal mondo in mostra

La magia dei presepi rivive nella mostra di diorami di carta e di vetro provenienti da tutto il mondo, a cura dell’Associazione  nazionale italiana dell’amicizia con il contributo del Consiglio regionale del Piemonte in occasione delle festività natalizie.

L’esposizione “Presepi nella tradizione artistica e popolare del mondo” sarà inaugurata a Torino, mercoledì 11 dicembre 2019, alle ore 17 presso la Sala Viglione di Palazzo Lascaris.

Sarà poi possibile vedere i presepi sino al 15 gennaio 2020 presso l’Urp del Consiglio regionale (via Arsenale 14) e la Biblioteca della Regione Piemonte “Umberto Eco” (via Confienza14).

Al “vernissage” interverranno, tra gli altri,  il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia, e i curatori della mostra Mara Minasi, storica dell’arte specializzata in archeologia ed iconografia cristiana, e l’architetto Roberto Nivolo.

I presepi esposti sono stati realizzati interamente a mano: veri e propri “quadri tridimensionali” in cui ogni artista proveniente da ogni parte del mondo ha riprodotto i temi legati alla Natività secondo la propria sensibilità e il proprio stile, privilegiando un’ambientazione popolare.

Inoltre, nel porticato d’ingresso di Palazzo Lascaris, sarà possibile ammirare il presepe a dimensioni naturali realizzato dall’artigiano pinerolese Annibale Cappa.

 




Moda, 1.621 imprese artigiane stanno subendo il peggior impatto dall’emergenza sanitaria

Le 1.621 imprese artigiane del comparto moda del Piemonte (tessile, abbigliamento, pelle), con 5579 addetti (a Torino sono 627 con 1753 addetti), risultano tra quelle che stanno subendo il peggior impatto negativo dall’emergenza sanitaria: sono state le prime a dover chiudere le saracinesche per la pandemia che vedranno azzerare il fatturato per l’intera stagione e dovrebbero riaprire il 18 maggio tra mille problemi da affrontare, tra cui l’importante crisi di liquidità e la gestione della sicurezza aziendale.

Il 50% rischia di non poter più riaprire ed è costretta a prolungare forzatamente il lockdown a data da destinarsi.

Una forza, quella dell’artigianato italiano della moda, costituita da 35.914 piccole imprese, il 63,5% delle 55.491 realtà del settore, e che occupa più di 158mila addetti artigiani su oltre 311mila.
Le imprese artigiane del settore moda sono prevalentemente a conduzione familiare e sono a rischio di chiusura definitiva: una intera filiera artigianale della moda può essere spazzata via.

Come dimostrano la realtà del nostro territorio, il sistema moda non è solo grandi firme, è anche una vasta rete di piccoli artigiani, che dal disegno al taglio realizzano capi unici. Da semprela ricetta vincente è stata quella di presentarsi sul mercato con creatività e qualità soprattutto per contrastare la concorrenza da parte di aziende che utilizzano il brand “artigianale”, quando di fatto si tratta di prodotti importati o realizzati in serie e di lavoratori che operano senza il rispetto delle normative a cui sono invece sottoposti i loro colleghi.

“La voglia di ripartire, di aprire le nostre botteghe e ricominciare a creare c’è. La volontà di mostrare l’eccellenza delle nostre creazioni, simbolo del Made in Italy nel mondo, fiore all’occhiello della tradizione manifatturiera artigiana del Piemonte e dell’intero Paese è rimasta invariata – spiega Daniela Biolatto, Presidente area moda di Confartigianato Imprese Piemonte– ma tutto questo è possibile solo se ci saranno interventi straordinari per salvare le imprese del comparto moda. Oggi, è arrivato il momento di riaprire ma dobbiamo fare i conti con i mancati incassi di una stagione che temiamo non possa ripartire con l’azzeramento del fatturato relativo alla collezione primavera – estate e con l’annullamento di cerimonie ed eventi che pregiudicano le attività delle nostre sartorie.”

“Per le poche imprese che potranno riaprire esigiamo, anche, più chiarezza per le modalità di riapertura – prosegue Biolatto – per poterci organizzare sul fronte della sicurezza. Molte imprese del tessile si sono reinventate, per affrontare i mancati incassi, producendo mascherine e camici ma oggi abbiamo in bottega una intera collezione invenduta che potrebbe già andare in saldo. Come facciamo a recuperare una intera stagione andata persa? Come facciamo a sostenere una ulteriore spesa per la sanificazione quotidiana dei nostri ambienti? Come facciamo a far provare i nostri abiti e igienizzarli dopo ogni prova? Queste ed altre incognite pesano come macigni sulle imprese del comparto moda”.

“In questo contesto – conclude Biolatto – le imprese stanno facendo i salti mortali per continuare a lavorare, per garantire i posti di lavoro e gli stipendi ai dipendenti. Ma fin da subito dobbiamo abituarci all’idea che i consumi saranno più contenuti, perché le persone sono psicologicamente provate e refrattarie a spendere per acquistare capi fashion. Purtroppo, anche il tanto atteso Decreto rilancio arriverà fuori tempo massimo. Voglio ricordare che il fattore tempo per un’impresa che sta annegando è l’elemento determinante per la sua sopravvivenza.”