Confartigianato, I “Giovedì della Privacy”: novità e adempimenti in 6 webinar gratuiti

Confartigianato Imprese Piemonte Orientale, con il patrocinio di Federprivacy, organizza un ciclo di incontri Webinar di approfondimento dei principali aspetti che coinvolgono le Imprese nella gestione della Privacy e dei conseguenti adempimenti.
Con il partner Applicando abbiamo pianificato 6 appuntamenti, 6 webinar ad accesso libero per tutti, sui temi cruciali della Privacy in azienda. Insieme, con un linguaggio semplice e diretto e con esempi concreti, parleremo di cosa fare in pratica e come mettersi in regola; proporremo consigli, suggerimenti, un metodo di lavoro per adeguarsi al GDPR e formare gli addetti. I partecipanti potranno inviare le loro domande riguardanti la realtà in cui operano: ad ogni domanda verrà data risposta nel corso del webinar o successivamente nell’apposita area FAQ del sito
Dopo il primo appuntamento dello scorso 11 giugno, di seguito gli altri incontri pianificati:

18/06/2020 – ore 16.30 – “Le nuove linee guida per il trattamento delle immagini e per la Videosorveglianza” (utilizzatori e installatori)
Luciano Corino – Applicando –  Delegato Federprivacy  “Videosorveglianza: la ricerca dell’equilibrio tra sicurezza e privacy”
Monica Molina – Alessandro Scandella – Confartigianato Piemonte Orientale, Delegato Federprivacy

 

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25/06/2020 – ore 16.30 – “Geolocalizzazione e privacy”
Luciano Corino – Applicando, Delegato Federprivacy
Monica Molina – Alessandro Scandella – Confartigianato Piemonte Orientale, Delegato Federprivacy

 

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02/07/2020 – ore 16.30 – “La privacy per gli operatori del benessere” (centri estetici, acconciatori, massofisioterapisti, odontotecnici, ottici, ecc.)
Luciano Corino – Applicando, Delegato Federprivacy
Monica Molina – Alessandro Scandella Confartigianato Piemonte Orientale, Delegato Federprivacy

 

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09/07/2020 – ore 16.30 – “La privacy per il terziario avanzato” (web agency, specialisti in web marketing, consulenti informatici, servizi di cloud, hosting, sviluppatori di app) 
Luciano Corino – Applicando , Delegato Federprivacy
Monica Molina – Alessandro Scandella Confartigianato Piemonte Orientale, Delegato Federprivacy

 

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16/07/2020 – ore 16.30 – “La privacy nel settore e-commerce”
Luciano Corino – Applicando, Delegato Federprivacy
Monica Molina – Alessandro Scandella Confartigianato Piemonte Orientale, Delegato Federprivacy

 

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I




Eccellenza artigiana, al via la revisione del marchio regionale

L’Eccellenza Artigiana è il riconoscimento attribuito dalla Regione Piemonte alle imprese dell’artigianato artistico, tradizionale e tipico che operano garantendo il rispetto della tradizione e la qualità del prodotto per i settori del manifatturiero e dell’alimentare.

Nel corso degli anni hanno ottenuto questo riconoscimento 2.588 aziende artigiane (984 per il comparto alimentare e 1.582 per quello manifatturiero) .

Dopo vent’anni dalla sua attuazione, si è ritenuta necessaria e opportuna una revisione del marchio per potenziarne in particolare la conoscenza da parte dei consumatori, affinché venga sempre di più percepito come sinonimo di prodotti certificati e di qualità. Tutto questo al fine di valorizzare le singole imprese che dimostrano di possedere i requisiti di eccellenza, di fornire un servizio ai cittadini per facilitare la scelta dei migliori fornitori e di costituire un insieme di imprese che, per l’elevata qualità dei processi e dei prodotti, dia lustro al territorio piemontese attraverso il suo comparto artigiano.

 

La revisione del marchio, voluta dalla Giunta regionale, è stata illustrata questa mattina in una conferenza stampa, convocata a Torino, presso il Palazzo della Regione Piemonte, dall’assessore regionale all’Artigianato, Andrea Tronzano e dal Comitato Coordinamento Confederazioni Artigiane Piemonte.

 

Tra le novità, la durata quinquennale del marchio, finalizzata ad una continua verifica dei requisiti; il marchio diventa un riconoscimento a tutto tondo, che tiene conto non solo del “saper fare”, ma anche del “sapersi presentare”; nuovi, inoltre, i criteri di valorizzazione, che tengono conto del miglioramento della gestione d’impresa, della tradizione e del legame coi territori, della formazione continua, della sostenibilità socio-ambientale e dell’apertura verso i mercati internazionali.

 

Finalmente prende avvio la revisione dell’Eccellenza Artigiana – ha dichiarato Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – dopo anni di richieste reiterate alla Regione di rivedere criteri, ambiti e contenuti dell’Eccellenza Artigiana, con questa nuova delibera voluta dall’assessore Tronzano si creano i presupposti per una rivisitazione dell’Eccellenza Artigiana, per renderla più aggiornata ai tempi attuali e per costruire le basi per un rilancio delle attività artigiane riconosciute eccellenti attraverso nuove forme di sostegno e promozione”.

 

Questo inizio del nuovo percorso dell’Eccellenza Artigiana – ha dichiarato Fabrizio Actis, Presidente di CNA Piemonte – fortemente voluto dalla nuova Giunta della Regione Piemonte è il segnale di una nuova attenzione delle istituzioni verso il mondo delle piccole imprese ed in particolare di quelle connotate da contenuti artistici, tradizionali e innovativi, che esprimono al meglio la ricchezza e il valore delle produzioni artigiane piemontesi. Si tratta di realtà molto radicate nei territori, con un patrimonio di conoscenze e competenze uniche in Italia, che rappresentano altresì un’opportunità per i giovani da riscoprire anche in chiave occupazionale”.

 

Ringrazio per la fattiva collaborazione le associazioni di categoria – ha concluso l’assessore regionale Andrea Tronzanoche hanno lavorato per dare nuovi stimoli e nuovi imput a un settore che non a caso è una delle eccellenze in tutti i sensi del comparto produttivo piemontese. Se sapremo valorizzare al meglio tutte queste esperienze il Piemonte avrà un settore che potrà essere trainante dal punto di vista economico. La nostra versatilità e qualità deve rappresentare un punto di forza quanto mai unico e diventare un elemento di vantaggio competitivo”.

In allegato una scheda sull’Eccellenza Artigiana

Allegati

scheda_artigianato.odt
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La Zona di Saluzzo di Confartigianato ha premiato la Fedeltà Associativa

Si è svolta domenica 27 novembre, a Barge, presso il locale convegni “Ex Officina Ferroviaria”, la tradizionale cerimonia di conferimento degli Attestati di Fedeltà Associativa agli Artigiani.

L’iniziativa, organizzata dalla Confartigianato Cuneo – Zona di Saluzzo, ha inteso sottolineare il valore dell’imprenditoria locale sul territorio ed il senso di appartenenza all’Associazione da parte del mondo produttivo fossanese.

Dopo gli interventi delle autorità presenti, il prof. Giorgio Francesco, storico ed esperto di storia locale, ha tenuto un interessante approfondimento sull’evoluzione dell’artigianato nel Comune di Barge.

A seguire la consegna degli attestati di Fedeltà Associativa agli imprenditori in attività associati da 35, 50 e 60 anni.

«È un appuntamento importante per la nostra Zona, – ha dichiarato Daniela Minetti, presidente di Confartigianato Cuneo – Zona di Saluzzo – che sottolinea l’operosità e la capacità degli artigiani fossanesi. Si è trattato di un’occasione per confrontarsi sulla situazione economica del nostro territorio. Il sistema produttivo del nostro Paese si fonda proprio sulle piccole e medie imprese, alle quali viene chiesto di guardare al futuro con maggior fiducia, orientandosi sempre più verso l’innovazione e l’internazionalizzazione. Non dimentichiamo, inoltre, che questo evento rappresenta anche un piacevole momento di convivialità e di riconoscimento dell’impegno degli artigiani fossanesi che riceveranno l’attesto di “Fedeltà Associativa”».

«L’iniziativa – aggiunge Luca Crosetto, presidente territoriale Confartigianato Cuneo – vuole rendere omaggio a imprenditrici e imprenditori che si riconoscono nei principi della Confartigianato, e da anni le danno fiducia, costituendo la base associativa di quella che è la seconda Associazione in Italia per numero di aderenti. Il senso più profondo della “Fedeltà Associativa” è soprattutto un ringraziamento verso queste imprese che, come baluardi di un’economia sana e vivace, sono rimaste a presidio del territorio, generando economie e relazioni, dando occupazione e contribuendo allo sviluppo del nostro tessuto sociale».




Luca Crosetto, vicepresidente SMEunited: “Emergenza da affrontare e vincere uniti”

In uno dei periodi più duri del nostro tempo, SMEunited può e deve agire in maniera strategica in qualità di partner sociale per garantire l’aggiornamento e l’adattabilità delle misure europee e nazionali a salvaguardia della liquidità delle MPMI. Affrontiamo insieme questa sfida. Vinciamo uniti, o cadiamo insieme.

Così durante un recente Board dei Direttori di SMEunited – Associazione europea dell’artigianato e delle PMI, di cui Confartigianato Imprese è membro fondatore – il Vicepresidente di SMEunited con delega alle Politiche per le Imprese Luca Crosetto, anche presidente di Confartigianato Imprese Cuneo, ha esordito valorizzando l’importanza delle Associazioni di categoria europee e nazionali nell’individuare le misure necessarie per aiutare le imprese artigiane e le micro e piccole imprese in tempi così difficili.

Crosetto ha evidenziato l’importanza del ruolo che l’Unione Europea è chiamata a svolgere in questo periodo e come sia necessario parlare con una sola voce sia a livello europeo sia in ogni singolo Paese avendo come “Stella Polare” i principi della solidarietà, della coesione e della convergenza.

«All’inizio della diffusione – prosegue Crosetto – l’Italia era percepita come una minaccia. Alcuni Stati europei hanno chiuso le frontiere, hanno evitato ogni contatto. Però noi in quanto europei, ed in quanto organizzazioni che rappresentano gli imprenditori, abbiamo ora la responsabilità di mostrare la nostra unità, la nostra forza e i nostri sforzi per allineare le politiche e le misure economiche ai reali bisogni delle nostre aziende».
Le necessità delle imprese e le azioni finora messe in campo sono state oggetto del Board – che si è svolto in video conferenza – per contrastare a crisi economica e sociale causata dall’epidemia COVID-19.

Tra i temi più rilevanti emersi nel confronto, sicuramente la garanzia di liquidità, necessaria per mantenere in vita le imprese. In merito a questa sfida, SME United ha ribadito che talvolta le PMI incontrano comportamenti scorretti da parte delle banche, che applicano tassi di interesse elevati, commissioni elevate per le pratiche e richieste di prestito complesse. Bisogna semplificare e velocizzare la messa a disposizione di liquidità alle imprese. Semplicità e velocità devono essere le parole d’ordine.

La liquidità delle MPMI è resa ulteriormente fragile dai ritardi nei pagamenti da parte delle PA così come nei contratti tra privati. Anche su questo sarà necessario intervenire per assicurare la liquidità delle imprese.

In vista della revoca delle misure di restrizione e le conseguenti strategie d’uscita, SME United ha inoltre sottolineato l’importanza di stabilire misure sanitarie valide e efficienti, ma, allo stesso tempo, sostenibili dal punto di vista economico.
Infine, è stata poi evidenziata l’importanza dell’innovazione e della digitalizzazione per la crescita e la sostenibilità delle PMI, oltre che la necessaria attenzione che le piccole e medie imprese devono avere in relazione all’impatto del rimborso sui prestiti assunti sulla capacità d’investimento.




Confartigianato Trasporti: Il 60% delle merci trasportabili è sospesa

Le 6.403 imprese artigiane del trasporto del Piemonte insieme agli oltre 15mila addetti rischiano di fermarsi. La categoria, attraverso la prosecuzione dei servizi di trasporto e logistica essenziali come alimentari e farmaceutici, ci ha permesso di evitare il lockdown, ma ora rischia di non poter più andare avanti in quanto la produzione del 60% delle merci trasportabili è sospesa.

I mezzi che le trasportavano sono fermi, le imprese non producono reddito e devono far fronte ai costi di gestione. Gli autotrasportatori che continuano a lavorare, lo fanno con enormi difficoltà tra cui quella di dover viaggiare sottocosto per non poter bilanciare i traffici a causa della mancanza dei viaggi di ritorno.

Una situazione che, in entrambi i casi, sta portando sull’orlo del fallimento le 6.403 imprese artigiane piemontesi dell’autotrasporto che con i loro carichi, continuano a portare sostentamento ed assistenza al Paese.

“Sono settimane che anche le imprese artigiane del Piemonte dell’autotrasporto vivono un periodo di confusione e incertezza – commenta Aldo Caranta, Presidente Confartigianato Piemonte Trasporti – che si è generata a seguito del dilagare dell’emergenza coronavirus e dei conseguenti provvedimenti restrittivi imposti dalle autorità.”

“Ma se andiamo avanti in questo modo siamo costretti a fermarci – prosegue Caranta – perché non riusciamo più a sostenere le spese. Il costo dei pedaggi autostradali, rappresenta un’importante voce dei costi di gestione di una impresa di autotrasporto, dopo il personale e il carburante. I concessionari autostradali dovrebbero aiutarci a superare questo momento di emergenza. Potrebbero, ad esempio, annullare il pagamento dei pedaggi sino al termine della crisi sanitaria. E’necessario inoltre rispettare la norma sui termini di pagamento, per arginare e rimediare al fenomeno dei ritardi dei pagamenti che mettono ko le nostre imprese.”

 

“Le nostre imprese stanno pagando un prezzo altissimo alla crisi – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – e le piccole attività che ancora possono lavorare stanno dimostrando ancora una volta il loro grande senso civico facendo il loro dovere e la loro parte. Abbiamo condiviso la necessità di limitare alle attività essenziali la possibilità di lavorare, consapevoli dell’impatto economico, ma non vogliamo caricare ancora una volta sulle nostre spalle tutti gli oneri che questa situazione comporta. Non vorremmo dover essere i protagonisti principali della emergenza sociale che si sta palesando”.

“E’ giusto tutelare la nostra salute – conclude Felici – ma occorre pensare anche alla galassia di piccole imprese artigiane che non possono svolgere il proprio lavoro “da remoto” e vanno avanti grazie alla propria attività quando non sono obbligati a chiudere per norma o per mercato”.

 

Anche le 6.403 imprese artigiane dell’autotrasporto del Piemonte, hanno a disposizione un nuovo strumento informativo che le aiuterà a orientarsi tra i provvedimenti adottati, quasi quotidianamente, dalle Autorità nell’ambito dell’emergenza Coronavirus.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Tari, De Santis (Confartigianato TO): “Gli artigiani si aspettavano qualcosa in più”

Dall’amministrazione comunale ci aspettavamo qualcosa in più.  Le agevolazioni sulla Tari sono un segnale positivo ma non sufficiente. Ci sono categorie che hanno pagato un prezzo molto salato per il lockdown.

I parrucchieri, ad esempio, sono stati i primi a chiudere e gli ultimi ad aprire. Alcuni settori, come la moda, hanno visto saltare un’intera stagione. Tutte le imprese artigiane stanno stentando a ripartire, e devono fare i conti con un trimestre perso.

Davvero le casse comunali non potevano reggere la cancellazione della Tari? Davvero sui rifiuti non si poteva fare qualcosa di meglio che non una semplice riduzione? Un contentino, sperando che in Consiglio comunale si possa migliore il provvedimento”.

 




Allarme moda per le 1.621 imprese artigiane di tessile, abbigliamento e pelle

Le 1.621 imprese artigiane del comparto moda (tessile, abbigliamento, pelle) del Piemonte con 5579 addetti (a Torino sono 627 con 1753 addetti), risultano tra quelle che stanno subendo il peggior impatto dall’emergenza sanitaria: sono state le prime a dover chiudere le saracinesche per la pandemia e hanno visto azzerare il fatturato per la stagione in corso.

Il 30% rischia di non poter più riaprire il 4 maggio, la percentuale sale al 50% qualora il lockdown dovesse proseguire oltre quella data.

 

Una forza, quella dell’artigianato italiano della moda, costituita da 35.914 piccole imprese, il 63,5% delle 55.491 realtà del settore, e che occupa più di 158mila addetti artigiani su oltre 311mila.

Le imprese artigiane del settore moda sono prevalentemente a conduzione familiare e sono a rischio estinzione: una intera filiera artigianale della moda può essere spazzata via dopo l’estate, un importante “mondo” che nasce nei laboratori delle piccole imprese del territorio, che ha continuato a crescere ed esportare nel resto d’Italia e in ogni angolo del Mondo, non potrà più produrre.

 

Come dimostrano la realtà del nostro territorio, il sistema moda non è solo grandi firme, è anche una vasta rete di piccoli artigiani, che dal disegno al taglio realizzano capi unici. Da sempre la ricetta vincente è stata quella di presentarsi sul mercato con creatività e qualità soprattutto per contrastare la concorrenza da parte di aziende che utilizzano il brand “artigianale”, quando di fatto si tratta di prodotti importati o realizzati in serie e di lavoratori che operano senza il rispetto delle normative a cui sono invece sottoposti i loro colleghi.

 

“Simbolo del Made in Italy nel mondo, la moda è il fiore all’occhiello della tradizione manifatturiera artigiana del Piemonte e dell’intero Paese – spiega Patrizia Del Zotto, referente area moda di Confartigianato Torino e Presidente del Movimento Donne imprese – tantissime le creazioni sartoriali dal taglio perfetto, le calzature in materiali di alta qualità e gli accessori su misura. Pezzi veramente unici che il mondo ci invidia e non possiamo permettere che vengano spazzate via dalla pandemia. Oggi dobbiamo fare i conti con i mancati incassi per l’azzeramento del fatturato ma non vorremmo dover contare, nella fase post pandemia, il numero delle saracinesche chiuse per cessata attività”.

 

“Esigiamo, quindi, più chiarezza per la modalità di riapertura – prosegue Del Zotto – per poterci organizzare ma al momento non ci sono scadenze precise come invece succede per la Francia e Germania”. “Non chiediamo altro di poter tornare a lavorare e produrre – conclude Del Zotto – per poter mostrare l’eccellenza della sartoria artigiana del nostro territorio a tutto il mondo. Al momento non possiamo che constatare che il bonus di 600 euro non basta neanche per pagare l’affitto delle nostre botteghe, figuriamoci per ripartire”.

 

“I dati sanitari non sono ancora positivi – commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – e la tempesta economica viaggia con un mese e mezzo di ritardo. Nel frattempo, la liquidità di cassa è quasi terminata; il fatturato di marzo e aprile è crollato del 70-80%; la maggior parte degli incassi da clienti tornano indietro o devono essere rinegoziati mentre i fornitori minacciano di sospendere le consegne di materia prima.”

“Quindi, la ‘potenza di fuoco’ annunciata dal premier Conte, – prosegue De Santis – deve tradursi immediatamente in un ‘contributo statale a fondo perduto’, equivalente almeno al 50-60% del mancato fatturato subito dalle aziende a marzo, e che continuerà tra aprile, maggio e giugno. La proposta di pagare tasse e debiti, facendo altri debiti con i finanziamenti a garanzia non è proponibile; un palliativo destinato a mettere in ginocchio molte imprese, quando e se, a settembre si tornerà a pieno regime produttivo.”

 

Diverse decine di imprese, artigiane e Pmi di Torino e del Piemonte, del comparto tessile, alcune associate a Confartigianato Torino, stanno diversificando le produzioni, realizzando soprattutto mascherine, camici, ecc., per rispondere alle esigenze dei cittadini e per poter rimanere a galla e riprendere nella cosiddetta ‘fase 2’ la propria produzione.

 

“In questo contesto – conclude De Santis – le imprese stanno facendo un grande sforzo per aiutare la popolazione a tutelare la salute, consentendo nel contempo alle migliaia di dipendenti di questo comparto di continuare a lavorare, garantendo quindi posti di lavoro. Nel nostro territorio per ora si stanno muovendo soprattutto le imprese tessili: più semplice riconvertire i macchinari e la materia prima che spesso è già in fabbrica. Perché lo sappiamo, trovare nuove mascherine, è diventata un’emergenza nell’emergenza”.

Ed ecco che si moltiplicano le iniziative, anche sulla scia dell’ultimo decreto del governo che rende possibile produrre sul mercato anche mascherine senza marchio Ce.

Un obiettivo importantissimo per Confartigianato sia per dare risposte alle esigenze dei cittadini sia per garantire posti di lavoro e sostenere il tessuto produttivo del territorio che si sta spegnendo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




L’allarme di Stefania Baiolini Presidente estetisti di Confartigianato Imprese Piemonte

Incredulità e rabbia da parte di Confartigianato Estetisti di fronte all’esclusione delle imprese di estetica dall’allegato 24 al DPCM del 3 novembre 2020 che elenca le attività di servizi alla persona consentite nelle zone cosiddette “rosse”.

“Si tratta – dichiara la Presidente Estetisti di Confartigianato Imprese Piemonte – di un provvedimento gravemente penalizzante nei confronti delle imprese del settore che sin dalla riapertura del 18 maggio hanno applicato con la massima diligenza le linee guida approvate dalla Conferenza delle Regioni, intensificando le già rigide misure previste sul piano igienico-sanitario, e si sono riorganizzate per garantire la massima tutela degli imprenditori, dei loro collaboratori e dei clienti. Chiediamo di leggere e conoscere le motivazioni che hanno portato il Governo a questa decisione: parrucchieri aperti perché?, attività di estetica chiuse perché?. E magari potremmo condividere. Ma senza spiegazioni, no!”.

Dagli ultimi dati elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Piemonte, in questi settori in Piemonte si registrano 2.500 centri estetici artigiani che offrono servizi e trattamenti estetici grazie anche ai circa 4.500 addetti.

Si stima, inoltre, che un terzo dei centri estetici del Piemonte non riuscirà a riaprire dopo questo secondo lockdown.

“Reduci da un periodo di chiusura prolungata che ha costretto molte aziende ad abbassare per sempre le saracinesche, i centri estetici di Confartigianato- spiega Baiolini – hanno riaccolto la propria clientela con la professionalità di sempre, offrendo quella sicurezza che durante il lockdown primaverile è stata messa a rischio dal dilagante fenomeno degli operatori abusivi. La chiusura delle attività imposta con DPCM dell’11 marzo 2020, aveva infatti già provocato, oltre all’evidente danno economico per le imprese del settore, un disagio crescente tra i cittadini, privati della possibilità di fruire di quei servizi di cura della persona utili al mantenimento dello stato di benessere psico-fisico al quale tanta importanza viene attribuita dalla comunità scientifica.”

Un settore sempre sotto attacco degli irregolari; secondo un recente calcolo sempre di Confartigianato, si stima come in Piemonte “colpiscono” direttamente il 20% delle imprese regolari.
Ed è soprattutto in questo periodo che nel settore del benessere e della cura della persona è allarme per il proliferare abusivi e irregolari che offrono “servizi itineranti e a domicilio” per trattamenti estetici.

“Questa situazione aveva provocato una prevedibile impennata dell’offerta di prestazioni da parte di operatori che già esercitavano l’attività in forma abusiva -continua Baiolini – in assenza delle prescrizioni di legge sia sul piano formativo che igienico-sanitario e che, in quel frangente, hanno rappresentato ancor più di sempre un serio rischio per la salute dei cittadini, oltre che danneggiare ulteriormente sul piano economico le aziende in regola.”

L’appello di Confartigianato Estetisti al Governo è quindi quello di sanare velocemente questa pericolosa criticità autorizzando – così come previsto per i saloni di acconciatura – lo svolgimento dell’attività di estetica anche nelle zone definite “rosse”, a tutela della salute dei cittadini e dell’economia del settore e dello stesso Paese.




Confartigianato Imprese Cuneo ai Parlamentari della Granda:
“Basta avere pazienza, chiediamo interventi rapidi e concreti
”

La parola d’ordine è “rilancio del territorio” superando le difficoltà del momento e tracciando le linee guida per un nuovo percorso di sviluppo. Con queste premesse Confartigianato Imprese Cuneo, in modalità live sulla piattaforma de La Stampa.it, ha chiamato a raccolta i Parlamentari eletti in provincia di Cuneo per avviare con loro un’attenta disamina sulle vecchie e nuove problematiche che rischiano di far tracollare il mondo operoso della Granda, costituito per il 98% da piccole e medie imprese. All’invito hanno risposto i senatori Giorgio Maria Bergesio, Marco Perosino e Mino Taricco, e i deputati Monica Ciaburro e Flavio Gastaldi.

Guidati da Massimo Mathis, capo redattore de La Stampa di Cuneo, i vari interventi si sono succeduti a seguito delle sollecitazioni dai vertici dell’Associazione capeggiata dal presidente Luca Crosetto e dai due vice presidenti Giorgio Felici, vicario e presidente di Confartigianato Piemonte, e Daniela Balestra.

E proprio alla presidenza di Confartigianato Imprese Cuneo è toccato introdurre i temi sui quali a turno si sono espressi gli ospiti. Dalle infrastrutture sia materiali che digitali, riguardo alle quali la Granda lamenta un ritardo ormai cronico, alle misure di sostegno finora insufficienti per dare ossigeno alle imprese locali pesantemente provate dal perdurare della pandemia, fino ad argomenti di più ampio respiro che potrebbero incidere indirettamente sul territorio cuneese, dai finanziamenti europei alla legge di Bilancio fino ad una ventilata “patrimoniale”.

Il presidente Crosetto ha aperto il dibattito puntando immediatamente i riflettori sulla ripartenza e sulla necessità che il Paese si doti di una chiara visione strategica per dare impulso all’economia. «Dobbiamo fare uno scatto in avanti – ha detto – e guardare al rilancio dei vari comparti economici. Basta parlare solo di Covid, cerchiamo invece di unire le forze e tracciare nuove progettualità che possano rilanciare il lavoro e la produzione delle nostre imprese. A tal proposito, recentemente in un confronto tra Istituzioni e Associazioni di categoria si è deciso di istituire un tavolo di monitoraggio di tutte le iniziative che verranno messe in campo per lo sviluppo del nostro territorio. È tempo di immaginare un futuro post pandemia per le nostre famiglie e le nostre imprese e su questo dobbiamo impegnarci in modo unanime».

Sono poi seguiti i commenti dei cinque parlamentari, i quali non hanno lesinato puntualizzazioni e critiche sulle lungaggini esasperanti di una politica in difficoltà a calibrare le sue scelte sulle concrete necessità dei territori, sia per l’incapacità di confronto costante con le Associazioni imprenditoriali, sia per il groviglio di una burocrazia che sta sempre di più frenando le decisioni.

Nel prosieguo dell’incontro, è intervenuto il vice presidente Felici, il quale ha sottolineato la situazione di drammatico isolamento in cui versa oggi la provincia di Cuneo anche a seguito del recente disastro alluvionale, evidenziando l’impoverimento del ceto medio che porta con sé un pesante decadimento dell’etica sociale e di quel “saper fare” che da sempre è un fiore all’occhiello della nostra terra.

«Oggi assistiamo – ha sottolineato – all’incapacità della politica di processare dati complessi. Ci si sofferma troppo sul valore singolo, senza valutarne gli effetti in un’ottica di andamento generale.

In questo modo non si riesce certo ad arrivare ad una visione reale dello stato di salute del Paese e di conseguenza si rimane ben lontani da una programmazione di iniziative efficaci per il rilancio economico. Nonostante tutto, da un recente dato del nostro Ufficio Studi regionale, è emerso che tra i nostri imprenditori negli ultimi mesi si è registrato un minor pessimismo nell’assumere personale. Un segnale che testimonia quanto sia ancora viva e vitale la loro volontà di resistere e andare avanti».

Terzo intervento di sprone alla discussione, quello della vice presidente Balestra, la quale ha richiamato l’attenzione su alcuni aspetti concreti che riguardano la gestione aziendale di tante imprese cuneesi: contributi a fondo perduto per le attività che più hanno sofferto le limitazioni di questo periodo, maggiori incentivi alle imprese costituite da giovani, magari con esoneri fiscali adeguati e maggiori tutele per il mondo imprenditoriale femminile che sta scontando più di altri il peso della gestione di famiglia e lavoro. «Se non si interverrà con urgenza, – ha spiegato – un terzo delle imprese “rosa” in Piemonte rischia di scomparire.

Il Governo deve comprendere il peso oneroso che le donne si portano appresso dall’inizio della pandemia e di conseguenza mettere in atto tutte quelle misure che possono alleviare le difficoltà del momento, ad esempio equiparare le donne imprenditrici alle lavoratrici subordinate. E guardando al futuro dei giovani, è necessario investire maggiormente sull’apprendistato e sull’alternanza scuola-lavoro, ottime palestre formative sia professionali che culturali, magari predisponendo ad hoc sgravi contributivi ed incentivi. Infine, uno sguardo al “Bonus casa”, un’importante opportunità per il comparto costruzioni che sta scontando troppi anni di crisi.

È necessario però che questa misura venga prorogata almeno fino al 2022/2023 affinché non sia a beneficio solamente delle grandi imprese, ma anche dei piccoli imprenditori che per accedervi dovranno rafforzarsi, creando reti d’impresa. Su questo aspetto la nostra Associazione si è già attivata con l’avvio di una piattaforma dedicata e con un servizio di accompagnamento alle imprese per l’espletamento della parte burocratica».

Dopo l’analisi dei vari temi in discussione, sui quali ogni esponente del Parlamento ha sottolineato la sua linea politica di indirizzo, unanime è stata l’adesione a collaborare insieme in modo costante e fattivo per accelerare la risoluzione dei problemi e attivare idee e progettualità per la ripartenza.

Ne è scaturito un impegno condiviso nella programmazione di un nuovo incontro entro il mese di febbraio 2021, durante il quale si farà il punto su quanto è stato fatto e sull’evoluzione economica di imprese e territorio cuneese.

In chiusura, il presidente Crosetto ha voluto richiamare l’attenzione ancora sul comparto artigiano che nella Granda rappresenta oltre ventimila imprese. «Tutti noi abbiamo una grande responsabilità nei confronti della nostra terra che deve essere tutelata e messa in condizione di generare benessere collettivo. La nostra è la voce di quel “valore artigiano” che ha sempre ispirato il lavoro e contribuito a far crescere la nostra economia. Mi auguro che questo possa essere Voi il “faro” al quale riferirvi per portare al territorio cuneese quel sostegno che oggi necessita».




Confartigianato Torino: Dino De Santis confermato Presidente

Dino De Santis è stato confermato, per acclamazione, alla Presidenza di Confartigianato Torino, associazione di categoria che rappresenta circa 3.500 aziende artigiane della città e dell’area metropolitana. È questo l’esito dei lavori assembleari, che si sono svolti alla presenza del consiglio direttivo. Sono stati nominati anche i due vicepresidenti: Giuseppe Falcocchio e Claudio Rizzolo.

 

Dino De Santis, ringraziando per la fiducia, si è soffermato sugli aspetti più preoccupanti che le micro e piccole imprese artigiane sono chiamate a fronteggiare, ovvero la quarta ondata pandemica con rischio di nuove restrizioni e l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime. Ha inoltre rimarcato il ruolo fondamentale delle associazioni di categoria nella ridefinizione delle politiche finalizzate alla ripresa, nel Paese come nella città di Torino, dove Confartigianato Torino auspica un confronto continuo ed una costruttiva collaborazione con il nuovo Sindaco e la sua Giunta.

 

Dino De Santis  ha sottolineato come il nostro territorio, con le sue micro, piccole e medie imprese, esprime una qualità manifatturiera di alto livello che va sostenuta, anche attraverso le risorse del Pnrr, che devono ricadere anche sulle piccole imprese, che costituiscono oltre il 92% dell’ossatura economica del Paese. Il Presidente ha, inoltre, lanciato un appello al Comune e alla Regione affinchè vengano creati degli strumenti che possano permettere alle micro e piccole imprese di accedere alle risorse per sviluppare gli investimenti sulla ricerca e sull’innovazione.

De Santis ha, infine, rimarcato che le micro e piccole imprese non possono aspettare che la cinghia di trasmissione dell’industria crei opportunità per le imprese che lavorano nell’indotto.