Felici: “Trattano artigiani e commercianti come untori. Si sono dimostrati incapaci, e ora se la prendono con pasticceri e gelatai”

Con il consueto paternalismo il Presidente Conte ci ha avvisato che se faremo tutti i bravi sarà un sereno Natale.

Non facciamoci illusioni. Dpcm dopo Dpcm ci stiamo avviando verso un nuovo lockdown che con l’avvicinarsi del Natale segnerà la morte certa per tante attività artigiane e commerciali e non basteranno le misure di compensazione promesse né il contentino di poter tenere aperte alcune attività nel fine settimana.

Non eravamo ancora riusciti a risollevare la testa dalle restrizioni di questa primavera, che le misure annunciate quest’oggi dal Presidente Conte segnano un’ulteriore mazzata per tutti noi. Siamo consapevoli della gravità della situazione sanitaria ma non possiamo accettare di essere gli unici capri espiatori.

Nei Dpcm non vediamo solo manifestarsi l’anima anti-imprenditoriale dei giallo-rossi, che ignorano cosa significhi alzarsi la mattina per aprire bottega, ma c’è la chiara volontà di additate ristoratori, pasticceri, baristi e gelatai come degli irresponsabili untori. Non sono stati in grado, nei quattro mesi di tregua che il Covid ci ha concesso, di potenziare il traporto pubblico locale.

Non sono stati in grado di organizzare la scuola con orari di lezione differenziati per evitare assembramenti all’entrata e all’uscita. Non sono stati in grado di far partire tutti i cantieri necessari per avere più posti letto ospedalieri. Non sono stati in grado di garantire una massiccia campagna di vaccinazioni anti-influenzali.

Non sono stati in grado a giugno, di prendere dieci influencer e 10 rapper per spiegare ai giovani nelle località di vacanza perché si deve usare la mascherina. Essendo stati incapaci di fare tutto questo, ora colpiscono commercio, ristorazione e artigianato. E che dire dei tanti lavoratori della filiera degli eventi legati anche alla cerimonie di matrimoni (dove si stima una perdita del 70% del fatturato) e di quelli del comparto della cultura? Lo stop a concerti e teatri vuol dire lasciare a casa non solo artisti e operatori culturali ma tanti artigiani.

Non riesco a capire perché quegli imprenditori che in questi mesi hanno rispettato e fatto rispettare ai loro clienti le misure di contenimento (mascherine e distanziamento), debbano ora pagare il prezzo della situazione. E magari anche subire anche la beffa della scorsa Pasqua, quando le pasticcerie artigianali stavano chiuse mentre si vendevano colombe e uova nei supermercati. Sarà così anche per il panettone?

Intanto, i nostri artigiani sono ancora in attesa della cassa integrazione, la cui erogazione si è fermata al mese di giugno per mancanza di liquidità, e sono ancora in attesa dell’estensione del bonus Piemonte a molti codici Ateco che sono stati esclusi. Ma, come diceva mia mamma, se faremo i bravi, a Natale saremo ricompensati”.

 




Lockdown natalizio? l’incertezza sta causando un calo della produzione del 30%

Secondo un sondaggio effettuato su un campione di associati di Confartigianato Torino, l’incertezza sul futuro in vista del Natale determina una minor produzione del 30% dei dolci natalizi artigianali (panettoni, ecc.), che si scaricano su circa 1.600 pasticcerie e gelaterie, di cui 1.200 sono imprese artigiane, circa il 76% del settore (dato regionale).

 

“Siamo preoccupati per l’escalation di provvedimenti restrittivi che ricadono o che potrebbero ricadere sulle nostre attività. Molte imprese artigiane del settore dolciario e gastronomico stanno lavorando in vista del Natale con una spada di Damocle sulla testa, per via di un futuro economico e sociale pieno di incognite.Non possiamo permetterci nessun lockdown e nessuna chiusura, neanche parziale o temporanea.

Una malaugurata serrata nelle settimane pre-natalizie, costerebbe troppo a Torino e al Piemonte: novembre e dicembre sono mesi chiave per la nostra economia e non possiamo permetterci passi falsi”: questo è l’accorato appello che il Presidente di Confartigianato Imprese Torino, Dino De Santis, lancia alle istituzioni che nei prossimi giorni potrebbero essere chiamate a scelte ancora più restrittive.

L’impennata di contagi registrata in questi giorni a Torino e nel Piemonte preoccupa le aziende per le ripercussioni che potrebbero impattare negativamente sul sistema sanitario regionale come su quello economico.

 

L’ufficio studi di Confartigianato ipotizza che nel secondo semestre dell’anno 2020 a Torino si registrerà una diminuzione di imprese artigiane pari a -209 unità.

A Torino l’occupazione nell’artigianato al 31 dicembre 2019 si attestava sulle 122.880 unità lavorative di cui 70.796 autonomi e 52.084 dipendenti.

 

“Il nostro messaggio è rivolto soprattutto ai decisori istituzionali e di Governo – continua De Santis – Le nostre realtà hanno sofferto pesantemente nei mesi di chiusura totale ma hanno anche investito tante risorse per garantire la massima sicurezza nei propri locali in vista della ripresa delle attività. Per questo motivo è necessario che le autorità di controllo vigilino sugli assembramenti esterni alle attività produttive e commerciali che, purtroppo, da tempo registrano numerose criticità”.

 

Confartigianato Torino con le proprie imprese, oltre a tentare di rispettare i protocolli anti-Covid-19 nei luoghi di lavoro, ritengono opportuno e doveroso sollecitare l’attenzione dei lavoratori, delle loro famiglie e dei cittadini in generale, affinché adottino comportamenti, anche nella vita privata, conformi ai protocolli con lo stesso rigore adottato dalle aziende.

“Purtroppo – sottolinea De Santis – non è diffuso, come dovrebbe, il convincimento che solo l’adozione di comportamenti responsabili, in ogni momento della vita sociale come nei luoghi della vita privata, consenta la riduzione della diffusione della pandemia. Abbiamo toccato con mano che questo virus non si diffonde solo nei luoghi di lavoro, che sono più tutelati e vigilati rispetto ad altri e quindi più sicuri. Le criticità sono i trasporti e gli assembramenti nei luoghi e momenti della socialità. Siamo imprenditori ma siamo anche cittadini, e sentiamo doppiamente il peso delle responsabilità. Allo stesso modo chiediamo alla politica maggiore tutela, se non si vuole cancellare definitivamente intere filiere di imprese artigiane.”

 

“Le nostre aziende artigiane – conclude De Santis – hanno subìto, mediamente, durante il lockdown un calo del fatturato del 60 per cento ma in caso di nuova serrata l’asticella si alzerà ulteriormente. Per un’impresa su tre questo si tradurrà in un colpo da ko. Bisogna evitare a tutti i costi un nuovo stop alle attività produttive e potenziare al contrario le altre limitazioni capaci di abbassare la curva”.

 

 




Felici (Confartigianato imprese Piemonte): Per far ripartire l’economia occorre passare da interventi di carattere emergenziale a riforme strutturali

L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte ha realizzato il compendio dei dati del primo semestre 2020 contenenti gli aspetti principali che caratterizzano il trend del comparto artigiano in Piemonte.

Le indagini trimestrali congiunturali elaborate dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte nell’ultimo trimestre 2019 e nei primi tre trimestri del 2020 sono contraddistinte da valutazioni fortemente negative a causa dell’emergenza Covid-19che ha inciso in modo pesantissimo non solo sulla situazione sanitaria, ma anche sull’andamento dell’economia.

“Come era prevedibile – commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – il comparto artigiano ha risentito molto della crisi economica derivante dalla pandemia, sia dal punto di vista produttivo, sia da quello occupazionale. Per far ripartire l’economia occorre passare dagli interventi di carattere emergenziale a riforme strutturali, consentendo al sistema produttivo di riprendere a generare ricchezza ed occupazione reali”.

Alla contrazione dell’attività dovuta alla pandemia, si aggiungono i consueti ostacoli derivanti dall’eccesiva pressione fiscale, dal tempo e dal denaro perso a causa della burocrazia, dai perduranti ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni.

Il credito continua ad essere un altro punto dolente per le piccole imprese. Infatti l’analisi dei dati sui prestiti in Italia per dimensioni d’impresa evidenzia un miglioramento generalizzato, ma con un persistente ritardo delle imprese di minori dimensioni: a marzo 2020 i prestiti alle piccole imprese restano in territorio negativo, registrando un -1,6% che, pur migliore del -2,2% del dicembre 2019, è in controtendenza rispetto all’aumento dell’1,2% dei prestiti al totale delle imprese, trend che inverte il segno rispetto al -1,8% di tre mesi prima.

Per quanto riguarda le regioni in cui i prestiti alle piccole imprese sono al di sotto dello zero, i cali meno intensi nei primi tre mesi del 2020, ed in miglioramento rispetto ai tre mesi precedenti, sono: Sardegna (-0,4%), Molise e Sicilia (entrambe a -0,7%). Il calo maggiore è quello della Valle d’Aosta (-6,3%); flessioni decise, anche se in miglioramento, si registrano in Veneto (-3,7%), Marche (-3,1%) e Trento (-3,0%). In Piemonte il valore si attesta nel primo trimestre 2020 sul -1,4%, rispetto al -2,9% del trimestre precedente.

Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro della Regione Piemonte gli apprendisti, rispetto ai 30.515 del 2019, si attestano a 13.207 nei primi otto mesi del 2020.

In base alle più recenti risultanze dell’Osservatorio dell’Artigianato della Regione Piemonte, al 31 dicembre 2019 le imprese artigiane piemontesierano 116.425; l’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte stima che nel secondo semestre dell’anno 2020 si registrerà una flessione pari a 396 unità produttive scendendo così a 116.029 (la diminuzione più sensibile, in valore assoluto, riguarda la provincia di Torino che si posiziona sulle 59.744 imprese, con una riduzione pari a 229 unità produttive).

Al 31 dicembre 2019 l’occupazionenell’artigianato nella nostra regione si posizionava sui 243.746 occupati, di cui 132.426 autonomi e 111.320 dipendenti (nel 2007 gli addetti, tra titolari e dipendenti, erano 313.533, con una perdita nel periodo considerato di 69.787 occupati, pari al 22,25%).

“Dai dati nazionali pubblicati recentemente dall’ISTAT – osserva Felici – emerge un pesante bilancio dei conti pubblici riguardanti i primi sei mesi del 2020, quattro dei quali segnati dall’emergenza Covid-19. Nel primo semestre dell’anno il PIL si è ridotto dell’11,7% rispetto allo stesso periodo del 2019, con una perdita di 94,1 miliardi di euro, pari a 520 milioni al giorno. In relazione al valore aggiunto settoriale la manifattura registra il calo più ampio, con un valore aggiunto diminuito del 18,8% rispetto all’anno precedente. Le costruzioni fanno registrare un calo del 16,3%, mentre per i servizi si riscontra una flessione del -9,8%.

“In uno scenario problematico e segnato da un’emergenza sanitaria ed economica ben lungi dall’essere superate – conclude Felici – per la ripresa del nostro sistema produttivo è indispensabile un utilizzo delle risorse a sostegno dell’economia reale e non solo vincolato a pittoresche variazioni sul “green” e sul “digitale”.

 

 




Confartigianato: la zona di Alba ha premiato la Fedeltà Associativa

Si è svolta domenica 18 ottobre, ad Alba, presso il palazzo Congressi “G. Morra” di piazza Medford, la tradizionale cerimonia di conferimento degli Attestati di Fedeltà Associativa agli Artigiani.

L’iniziativa, organizzata dalla Confartigianato Cuneo – Zona di Alba, ha inteso sottolineare il valore dell’imprenditoria locale sul territorio ed il senso di appartenenza all’Associazione da parte del mondo produttivo fossanese.

Momento “clou” della manifestazione è stata la firma del patto di amicizia suggellato tra Confartigianato Cuneo e Alba, rappresentati dal presidente territoriale Luca Crosetto e dal presidente albese Daniele Casetta, e Confartigianato Bergamo, quest’ultima rappresentata dal presidente Giacinto Giambellini e dal direttore Stefano Maroni.

Un accordo da cui scaturiranno nuove iniziative promozionali a sostegno dell’artigianato di qualità. D’altra parte, Bergamo è città creativa Unesco, così come Alba, entrambe per il settore gastronomia, che ben si lega al progetto “Creatori d’Eccellenza” lanciato da Confartigianato Cuneo.

Una presenza, quella di Bergamo, anche simbolo di resistenza in questo frangente pandemico, introdotta da un toccante filmato che testimonia l’impegno e la solidarietà dimostrata nel periodo di lockdown dagli artigiani bergamaschi, i quali in una sola settimana riuscirono ad allestire un ospedale Covid, in una delle zone 

Dopo i saluti introduttivi del presidente di Confartigianato- zona di Alba Daniele Casetta, della vice presidente territoriale Daniela Balestra e del vice presidente nazionale, Domenico Massimino, la parola è passata al sindaco di Alba Carlo Bo, all’assessore al turismo Emanuele Bolla e alla presidente dell’Ente fiera Liliana Allena. Le conclusioni sono state affidate al presidente territoriale di Confartigianato Cuneo Luca Crosetto.

A seguire la consegna degli attestati di Fedeltà Associativa agli imprenditori in attività associati da 35 e 50 anni ed alle start up.

«È un appuntamento importante per la nostra Zona, – ha dichiarato Daniele Casetta, presidente di Confartigianato Cuneo – Zona di Alba – che sottolinea l’operosità e la capacità degli artigiani albesi. Si è trattato di un’occasione per confrontarsi sulla situazione economica del nostro territorio. Il sistema produttivo del nostro Paese si fonda proprio sulle piccole e medie imprese, alle quali in questo difficile momento viene chiesto di non mollare, ma rilanciare guardando al futuro con fiducia. La firma del patto di amicizia con Confartigianato Bergamo è un tassello importante che getta le basi per nuove progettualità condivise.  Non dimentichiamo, inoltre, che questo evento rappresenta anche un piacevole momento di convivialità e di riconoscimento dell’impegno degli artigiani di Langhe e Roero che riceveranno l’attestato di “Fedeltà Associativa”».

«L’iniziativa – aggiunge Luca Crosetto, presidente territoriale di Confartigianato Cuneo – vuole innanzitutto rendere omaggio a imprenditrici e imprenditori che si riconoscono nei principi della Confartigianato, costituendo la base associativa di quella che è la seconda Associazione in Italia per numero di aderenti. L’accordo con Confartigianato Bergamo poi, sancisce il buon livello di cooperazione che permea il nostro Sistema. Oggi, più che mai, abbiamo bisogno di dare un segnale di speranza alle nostre imprese, progettando un futuro di iniziative comuni.  Vi è infine, il senso più profondo della “Fedeltà Associativa”: un ringraziamento verso queste imprese che, come baluardi di un’economia sana e vivace, sono rimaste a presidio del territorio, generando economie e relazioni, dando occupazione e contribuendo allo sviluppo del nostro tessuto sociale».

Elenco imprese insignite della “Fedeltà Associativa”

35 anni

PORELLO NICOLETTA di CANALE – ACCONCIATORI
BOTTINO PIETRO E C. SNC di ALBA – MECCANICA E SUBFORNITURA
SANDRINI GIANCARLO di MAGLIANO ALFIERI – MECCATRONICA
FRIGOSYSTEM SNC DI CAPPELLO FABRIZIO & C. di ALBA – TERMOIDRAULICI
LABORATORIO ODONTOPROTESICO F.LLI AGNELLI S.N.C. di ALBA – ODONTOTECNICI
ZAOTTINI OSVALDO di CORTEMILIA – ODONTOTECNICI
MALLARINO MARISA di GRINZANE CAVOUR – ACCONCIATORI
CALORIO S.N.C. DI LUCA CALORIO E C. di MONTA’ – EDILI
MARENGO DARIO di ALBA – TRASPORTO MERCI
TECNO L.A.M.A. S.N.C. DI VACCHETTA FABRIZIO & C. di ALBA – CARPENTERIA MECCANICA
STRAZZARINO GIULIO S.A.S. DI PATRIZIA STRAZZARINO & C. di NEIVE – CARPENTERIA MECCANICA
ROBINO ORESTE S.R.L. di SANTO STEFANO BELBO – RIPARAZIONE MACCHINE AGRICOLE
TRASPORTI FILIBERTO SAS DI FILIBERTO LIVIO & C. di CASTIGLIONE FALLETTO – TRASPORTO MERCI

50 anni

RAPETTI VERNICIATURA SNC DI RAPETTI BRUNO E. C. di CASTELLINALDO – VERNICIATURA
ALPI SNC DI PARUSSA MARIO E PARUSSA LUCIANO di MONTICELLO D’ALBA – PRODUZIONE IMBALLAGGI
BROVIDA PAOLO di ALBA – ACCONCIATORI
COIFFEURES ERMANNO SNC di ALBA – ACCONCIATORI

Startup

CANE DOMENICO di ALBA – TERMOIDRAULICI

MAGGIANO SIMONE di MONTEU ROERO  – EDILI

HOSPITI DI  SARA PELLERINO di GOVONE  – COMUNICAZIONE E SERVIZI INNOVATIVI

CHIC ACCONCIATURE DI CHIARA SALATIN di TREISO – ACCONCIATORI

TOSA ANDREA di ALBA – CARPENTERIA MECCANICA

ROERO GIARDINI DI LANZONE DAVIDE di CANALE – MANUTENZIONE E REALIZZAZIONE AREE VERDI

CERUTTI MASSIMILIANO CARPENTERIA METALLICA di PRALORMO  – CARPENTERIA MECCANICA




Coprifuoco per la ristorazione. De Santis: “Altro duro colpo per le imprese artigiane”

Non solo la chiusura di bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie alle 24, penalizzerà molte attività artigiane ma nel nuovo DPCM l’aspetto più preoccupante per le imprese artigiane che conducono un’attività di ristorazione meno classica, consiste nella chiusura alle 21 per gli esercizi che non operano servizio al tavolo (anche se verrà garantita loro la possibilità di continuare ad effettuare consegne a domicilio e servizio d’asporto) e per gli altri divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze dopo le 21.

“Per le attività artigiane della ristorazione del Piemonte, come gelaterie, pasticcerie, pizzerie, rosticcerie, birrerie o altri servizi di ristorazione sarà un ulteriore duro colpo. Non hanno fatto in tempo a risollevarsi dai mancati fatturati di un’intera stagione, che devono subire altre limitazioni con relative decurtazioni di fatturato”. È il commento di Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino.

Le imprese artigiane del Piemonte che operano in questi settori, secondo recenti analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Piemonte, su dati UnionCamere, sono ben 89.163 di cui 19.397 del settore dolciario.

Per Confartigianato la sospensione del servizio al banco dopo le 21 per bar, pasticcerie, pizzerie al taglio, birrerie e gelaterie provocherà un crollo del fatturato in media del 50% con punte dell’80%, considerando anche la quota di fatturato che si perderà con il divieto di consumare in piedi dopo le ore 21.

“Le imprese artigiane che lavorano nella ristorazione sono allo stremo e difficilmente potranno superare un’altra quarantena – continua De Santis – Chiediamo che a fronte di un provvedimento restrittivo ci sia, almeno, un corrispettivo economico”.

“Le imprese artigiane che lavorano nel food rischiano di non farcela ad approdare nel nuovo anno, molti lavoratori sono ancora in attesa di ricevere la cassa integrazione dei mesi passati. – commenta De Santis – Si sono barcamenati nel periodo estivo con tutte le limitazioni e protocolli di sicurezza, cedendo circa un terzo dei ricavi, ora non hanno più gli anticorpi per combattere una seconda ondata di restrizioni”.

“Non solo, ma ora si minaccia il lockdown natalizio – continua De Santis – Evidentemente, qualcuno vuole assestare il colpo definitivo ad artigiani e commercianti, facendoci passare per untori. Mentre prendere un bus o in treno strapieno deve fare bene ai polmoni.”
“Anche a noi artigiani sta a cuore la salute delle nostre famiglie, dei collaboratori e dei nostri clienti, per questo cerchiamo di svolgere le nostre attività in sicurezza, ma nello stesso tempo chiediamo che le misure che vengono varate siano di buon senso”.

 

 

 

 




La Zona di Saluzzo di Confartigianato ha premiato la Fedeltà Associativa

Si è svolta domenica 27 novembre, a Barge, presso il locale convegni “Ex Officina Ferroviaria”, la tradizionale cerimonia di conferimento degli Attestati di Fedeltà Associativa agli Artigiani.

L’iniziativa, organizzata dalla Confartigianato Cuneo – Zona di Saluzzo, ha inteso sottolineare il valore dell’imprenditoria locale sul territorio ed il senso di appartenenza all’Associazione da parte del mondo produttivo fossanese.

Dopo gli interventi delle autorità presenti, il prof. Giorgio Francesco, storico ed esperto di storia locale, ha tenuto un interessante approfondimento sull’evoluzione dell’artigianato nel Comune di Barge.

A seguire la consegna degli attestati di Fedeltà Associativa agli imprenditori in attività associati da 35, 50 e 60 anni.

«È un appuntamento importante per la nostra Zona, – ha dichiarato Daniela Minetti, presidente di Confartigianato Cuneo – Zona di Saluzzo – che sottolinea l’operosità e la capacità degli artigiani fossanesi. Si è trattato di un’occasione per confrontarsi sulla situazione economica del nostro territorio. Il sistema produttivo del nostro Paese si fonda proprio sulle piccole e medie imprese, alle quali viene chiesto di guardare al futuro con maggior fiducia, orientandosi sempre più verso l’innovazione e l’internazionalizzazione. Non dimentichiamo, inoltre, che questo evento rappresenta anche un piacevole momento di convivialità e di riconoscimento dell’impegno degli artigiani fossanesi che riceveranno l’attesto di “Fedeltà Associativa”».

«L’iniziativa – aggiunge Luca Crosetto, presidente territoriale Confartigianato Cuneo – vuole rendere omaggio a imprenditrici e imprenditori che si riconoscono nei principi della Confartigianato, e da anni le danno fiducia, costituendo la base associativa di quella che è la seconda Associazione in Italia per numero di aderenti. Il senso più profondo della “Fedeltà Associativa” è soprattutto un ringraziamento verso queste imprese che, come baluardi di un’economia sana e vivace, sono rimaste a presidio del territorio, generando economie e relazioni, dando occupazione e contribuendo allo sviluppo del nostro tessuto sociale».




Superbonus 110%: Confartigianato Cuneo lancia una task force per supportare imprese e consumatori

Il recente “decreto Rilancio” ha potenziato i benefici fiscali spettanti ai soggetti che effettueranno interventi finalizzati al risparmio energetico sulle parti comuni di immobili condominiali, ma anche, in alcuni casi, sulle singole unità immobiliari.

Il maggior beneficio consiste nell’attribuzione della “detrazione rinforzata” del 110% per cento della spesa sostenuta. Il vantaggio riguarda solo alcune tipologie di interventi alla cui effettuazione è subordinata l’attribuzione del maggior vantaggio fiscale e riguarda le spese sostenute fino al 31 dicembre 2021.

Per supportare imprese e consumatori nell’individuazione e nella fruizione delle opportunità che questo provvedimento a può riservare, Confartigianato Cuneo, attraverso i suoi 18 uffici sul territorio provinciale, ha istituito un’apposita “task force” di esperti in grado di offrire una consulenza professionale e personalizzata su tutti gli aspetti del “superbonus”.

Dall’ecobonus al sismabonus, dalle misure inerenti la riqualificazione energetica agli interventi relativi agli impianti fotovoltaici, passando per le installazioni delle colonnine elettriche. Inoltre, Confartigianato Cuneo può assistere le imprese che volessero valutare le possibilità offerte dalle forme di aggregazione quali consorzi, reti di impresa, contratti di rete, ecc.. Infine, attraverso la consulenza di Confartigianato Cuneo sarà possibile meglio comprendere come implementare il “meccanismo” della cessione del credito e del cosiddetto “sconto in fattura”.

«Si tratta – commenta Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Cuneo – di una misura importante per l’artigianato e la piccola e media impresa. Auspichiamo dia vita ad un incremento delle commesse al quale dovrà corrispondere prontezza ed adeguatezza di reazione da parte delle nostre imprese. Speriamo che la domanda non venga penalizzata dalla eccessiva burocrazia, ma siamo fiduciosi che le imprese sapranno rispondere con slancio a questa sfida».

 




Tari, De Santis (Confartigianato TO): “Gli artigiani si aspettavano qualcosa in più”

Dall’amministrazione comunale ci aspettavamo qualcosa in più.  Le agevolazioni sulla Tari sono un segnale positivo ma non sufficiente. Ci sono categorie che hanno pagato un prezzo molto salato per il lockdown.

I parrucchieri, ad esempio, sono stati i primi a chiudere e gli ultimi ad aprire. Alcuni settori, come la moda, hanno visto saltare un’intera stagione. Tutte le imprese artigiane stanno stentando a ripartire, e devono fare i conti con un trimestre perso.

Davvero le casse comunali non potevano reggere la cancellazione della Tari? Davvero sui rifiuti non si poteva fare qualcosa di meglio che non una semplice riduzione? Un contentino, sperando che in Consiglio comunale si possa migliore il provvedimento”.

 




Confartigianato Cuneo: È il pane fresco artigianale
 a rendere virtuosa la filiera del grano

Il pane, prodotto principe delle tavole italiane e non solo, rappresenta uno degli alimenti più ricchi di significati, di funzioni e di valenze culturali. Il suo ruolo così profondo e completo nella nostra tradizione lo rende ambasciatore di qualità e di sapere, messaggero di pace e fratellanza.

Una vera e propria eccellenza che richiede l’utilizzo di altrettanto eccellenti tecniche di panificazione da parte di esperti artigiani. E nel pane la qualità non soltanto si vede, ma soprattutto si sente nel sapore, nella fragranza e nella conservazione.

«Per produrre del buon pane fresco è certamente essenziale l’impiego di materie prime di alto livello qualitativo, – sottolinea Vincenzo Pallonetto, rappresentante territoriale dei panificatori di Confartigianato Imprese Cuneo – ma ad essere determinante è il lavoro del panificatore. La sua esperienza e la sua capacità nel gestire i tempi e i modi di lievitazione, rendono il prodotto finale un alimento completo, sano e digeribile, quale deve essere il pane di qualità».

Ed è proprio il pane in questi giorni ad essere finito al centro di una querelle sollevata dal mondo agricolo su una ventilata speculazione che riguarderebbe il suo prezzo al consumatore. Secondo i cerealicoltori il valore del frumento nel percorso della filiera produttiva aumenterebbe di ben 15 volte durante la trasformazione da grano a pagnotta. Un incremento che è stato valutato però senza fare i conti con i dovuti “distinguo” tra chi produce, chi macina, chi trasforma e vende.

«Nel passaggio tra l’agricoltore e il mugnaio – spiega Pallonetto – i prezzi da grano a farina subiscono già degli aumenti consistenti. D’altra parte, se si vuole puntare sulla qualità e contrastare l’importazione selvaggia di materie prime estere, sicuramente non salubri come quelle locali, è importante affidarsi a fornitori garantiti e rintracciabili. Ci sono poi i costi relativi alla produzione del pane fresco, dagli ingredienti, alla gestione dell’attività, al personale fino ai balzelli fiscali. E infine, c’è la qualità del prodotto: un pane che nasce ogni giorno con materie prime controllate e con l’impegno e la passione della migliore tradizione artigianale porta sulle nostre tavole genuinità e salute».

Un percorso di filiera che diventa “virtuoso” proprio grazie al prodotto finale: quel pane fresco che nasce ogni giorno dalle mani dell’artigiano panificatore.
«Il nostro è un territorio ricco di eccellenze – dichiara Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – apprezzate e riconosciute nel mondo. In ogni prodotto c’è un po’ della nostra storia, ci sono saperi antichi, tradizione, genialità e la capacità di traghettare i nostri valori verso la modernità.

Valori che dobbiamo salvaguardare divenendo noi stessi custodi e artefici di quella qualità che ci contraddistingue. A tal proposito, la nostra Associazione ha avviato già da tempo il progetto dei “Creatori di Eccellenza”, una community virtuosa che raggruppa gli artigiani di valore del territorio cuneese, dando loro sostegno attraverso un ampio panel di iniziative promozionali, dalla partecipazione agli eventi territoriali di maggior rilievo, alla presenza nelle pubblicazioni editoriali dedicate agli anni tematici, fino ad un fattivo affiancamento nel migliorare la loro visibilità sui social e sul nuovo portale di shopping on-line “Scelgo Artigiano”. Ben vengano quindi nel mondo agricolo gli accordi di filiera per sostenere la produzione locale delle materie prime, che potrà essere ulteriormente rafforzata grazie alla nostra tradizione artigianale. Fare il pane è una delle arti più antiche e con i suoi prodotti freschi di qualità rende giusto merito all’impegno e alla capacità dei nostri artigiani panificatori».




Confartigianato Piemonte, indagine congiunturale 3° trimestre 2020. Confermate le valutazioni fortemente pessimistiche

La terza indagine trimestrale congiunturale del 2020 predisposta da Confartigianato Imprese Piemonte conferma le valutazioni fortemente pessimistiche che erano state espresse dagli artigiani nella precedente rilevazione.

Anche se la fase più critica della pandemia da Covid–19 sembra superata e ci si avvia ad un ritorno alla normalità, gli effetti negativi sull’economia sono ancora ben presenti.

Il saldo relativo all’andamento occupazionale è leggermente più negativo, passando dal – 31,87% al – 31,98%; anche le previsioni di assunzione di apprendisti peggiorano con un saldo negativo che scende dal – 42,70% al – 46,34%.

Le stime di aumento della produzione totale si attestano sul 6,48%; le previsioni di diminuzione pesano per il 60,80%; le proiezioni di produzione costante si collocano sul 32,72%; il saldo, negativo, è pari a – 54,32%.

Le ipotesi di carnet ordini sufficienti per meno di un mese si posizionano sul 50,87%, quelle di carnet da uno a tre mesi si attestano sul 37,74%; quelle di carnet ordini superiore ai tre mesi registrano solo l’11,39%.

Le previsioni di acquisizione di nuovi ordini per esportazioni si collocano sul 2,33%; le ipotesi di diminuzione si attestano sul 56,64%; le stime di esportazioni costanti sono il 41,03%.

Nel saldo prevalgono decisamente i pessimisti con il – 54,31%.

Le previsioni di investimenti per ampliamenti scendono dal 10,44% al 7,56%; le stime di investimenti per sostituzioni calano dal 12,90% all’11,13%; le imprese che non hanno programmato investimenti salgono dal 76,66% all’81,31%.

Le ipotesi di regolarità negli incassi salgono dal 44,97% al 50,66%; le previsioni di ritardi scendono dal 54,46% al 49,00%.

“Come era prevedibile – commenta Giorgio Felici presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – il settore artigiano ha risentito molto della crisi derivante dall’emergenza Coronavirus, sia dal punto di vista produttivo, sia da quello occupazionale. Su tale situazione pesano fortemente i ritardi della pubblica amministrazione nell’erogare le risorse, già stanziate dal Decreto Rilancio per le prestazioni di sostegno al reddito per i dipendenti delle imprese artigiane.

Ricordo che al riguardo il Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato (FSBA) è intervenuto tempestivamente anticipando le proprie risorse disponibili ai lavoratori in difficoltà, ma ora, senza il trasferimento in tempi utili delle risorse pubbliche, il Fondo non può agire efficacemente. Occorre quindi che la burocrazia si velocizzi, per evitare che la crisi oltre che economica, diventi sociale”.

“Un aiuto alla ripresa – prosegue Felici – potrebbe venire dalla semplificazione delle procedure per gli appalti, in particolare quelli di importo limitato. Inoltre riteniamo che oltre alle grandi opere – quali i collegamenti con l’alta velocità, le infrastrutture per i collegamenti stradali e ferroviari, la fibra ottica – siano importanti anche quelle piccole, come quelle manutentive sulle scuole, sul dissesto idrogeologico, nonché le piccole opere dei Comuni, perché possono rimettere in moto l’economia rapidamente. Crediamo anche che nell’assegnazione degli appalti dovrebbe essere data priorità alle imprese locali, vale a dire quelle più vicine a dove si intende costruire l’opera. Infatti da un lato le aziende del territorio sono fortemente motivate a mantenere una buona reputazione di fronte alla popolazione locale, dall’altro i controlli da parte delle autorità competenti sono più agevoli”.

“Il Decreto Rilancio – conclude Felici – ha rafforzato il cosiddetto superbonus 110% per realizzare interventi di efficienza energetica e misure antisismiche sugli edifici e prevede la possibilità di cessione del credito alle banche e ad altri istituti di credito. Auspico che le modalità attuative di tale misura consentano concretamente anche alle piccole imprese di sfruttare al meglio le opportunità offerte dal superbonus”.

La terza indagine trimestrale 2020 elaborata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte è stata realizzata sulla base di un questionario rivolto in via telematica ad un campione composto da 2 250 imprese artigiane del Piemonte individuate tra i comparti di produzione e di servizi maggiormente significativi.