Bonus Piemonte, Comitato unitario Associazioni artigiane: salta il tavolo con la Regione Piemonte

L’incontro che si è svolto oggi, 27 maggio, con l’assessore regionale alle attività produttive Andrea Tronzano era stato richiesto al fine di trovare una soluzione che ristabilisse la concertazione proposta e avviata dalla stessa Giunta regionale e da noi condivisa che aveva portato alla sottoscrizione del Patto della “Ripartenza del commercio e dell’artigianato” del 2 maggio.

Su sollecitazione della stessa Regione, lunedì 25 maggio, era stato fornito un elenco puntuale delle attività artigiane da inserire tra i beneficiari del Bonus: si trattava di attività di produzione e di vendita in sede fissa (botteghe, laboratori, negozi), per una
stima di 8000 imprese con circa 20 mila addetti. Tra queste abbiamo segnalato le attività riconducibili ai seguenti macrosettori: alimentare, abbigliamento e arredo casa, le attività grafiche e fotografiche e affini, il settore orafo e di gioielleria, le lenti e l’occhialeria, gli articoli per matrimonio e cerimonie, gli articoli in pelle e calzature, le tintolavanderie, i centri massaggi e la toelettatura animali.

L’elenco è stato ignorato, anche se, ci risulterebbe che, ieri sera, la maggioranza abbia presentato un emendamento che ricomprendeva i codici di attività da noi proposti, ma questa mattina, sempre a opera della maggioranza, il provvedimento è stato ritirato.

“Rileviamo con profonda delusione e amarezza che il metodo della concertazione che si era avviato con il Tavolo del 2 maggio è stato interrotto e accantonato dalla Regione”, dichiara Fabrizio Actis, presidente di CNA Piemonte.

Prendiamo atto che la Regione Piemonte ha incomprensibilmente fatto la scelta politica di escludere una fetta consistente di attività artigiane che hanno titolo ad essere supportate, privilegiando invece le imprese del commercio che operano con i loro negozi di fianco a queste imprese artigiane.

“E’ incomprensibile e lesivo per il sistema economico piemontese escludere per scelta una componente fondamentale dell’economia regionale, poiché solo una minima parte delle attività artigiane piemontesi è ricompresa nel patto del 2 maggio”, aggiunge Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte.

Nell’incontro odierno non abbiamo potuto trarre alcuna prospettiva concreta di soluzione, nessun rilancio a breve di confronto per cui riteniamo il confronto interrotto o peggio svanito.

“Siamo in attesa di atti concreti che smentiscano questi dati di fatto”, Francesca Coalova, portavoce di Casartigiani Piemonte.




Confartigianato Imprese Cuneo ha presentato il suo Bilancio Sociale

I cambiamenti legati alla pandemia in ambito socio economico, le difficoltà oggettive di dare risposte ad un’emergenza dalla doppia faccia, sanitaria e produttiva, l’utilizzo del Mes e l’accesso al Recovery Fund per dare futuro al Paese. Queste le principali tematiche che hanno fatto da contorno all’evento di presentazione del Bilancio Sociale 2019 di Confartigianato Imprese Cuneo.

Un appuntamento fortemente voluto da Confartigianato Cuneo in questo periodo delicato per sottolineare la volontà di guardare avanti con positività, insieme al tessuto imprenditoriale cuneese, illustrando numeri, attività e peculiarità del settore. 

L’incontro svoltosi in streaming sulla piattaforma del quotidiano La Stampa, ha ospitato tra i relatori Enrico Letta, già presidente del Consiglio e attualmente direttore della Scuola di Affari internazionali dell’Istituto di Studi Politici di Parigi; Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo e vice presidente di SME United; Domenico Massimino, vicepresidente nazionale di Confartigianato Imprese; Cesare Fumagalli, direttore generale di Confartigianato nazionale; Joseph Meineri, direttore generale di Confartigianato Imprese Cuneo; Giandomenico Genta, presidente della Fondazione CRC e Teresio Testa, direttore regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo.

«Il Bilancio Sociale significa per Confartigianato Cuneo un modo per guardarsi “dentro” – ha dichiarato il presidente Crosetto – ed offre quindi uno spaccato più che mai esauriente di quello che rappresenta per i suoi Associati, per il territorio e per il benessere collettivo. Si tratta di un documento prezioso, attraverso il quale viene narrato un nuovo capitolo della storia imprenditoriale della nostra provincia di Cuneo, evidenziando l’importanza che riveste nell’ambito produttivo quel “valore artigiano” da sempre promosso e sostenuto dalla nostra Associazione».

Dopo l’introduzione, il direttore Meineri ha illustrato il Bilancio Sociale 2019 di Confartigianato Imprese Cuneo, evidenziando i punti di forza dell’Associazione che la collocano al secondo posto a livello nazionale.

«La presentazione del Bilancio Sociale – ha spiegato è un momento di grande trasparenza dell’operato della nostra Associazione, la quale attraverso informazioni e dati illustra il suo percorso di un anno di attività. Nel 2019 tre sono stati gli asset su cui abbiamo concentrato il nostro impegno: innovazione, sostenibilità ed eccellenza. Per ognuno abbiamo fornito alle imprese risposte concrete, dal nuovo portale impresadigitale.eu per la fatturazione elettronica, ai processi di mantenimento e gestione sostenibili, fino al viaggio nelle peculiarità gastronomiche con il progetto “creatori d’eccellenza”. Al centro di ogni nostro lavoro c’è sempre stato il “valore artigiano”, quel fattore distintivo che rende i prodotti delle nostre aziende unici ed irripetibili».

A seguire, si è tenuta una tavola rotonda sul tema “Il futuro nelle nostre mani, tra sostenibilità e ripartenza” moderata da Paolo Griseri, vicedirettore del quotidiano La Stampa. Il dibattito è partito dal senso generale di incertezza nel quale l’umanità si sta muovendo di fronte alla grave emergenza sanitaria e dai nuovi modi di interpretare la quotidianità che potrebbero trasformarsi in opportunità per una ripartenza futura.

«Indubbiamente stiamo vivendo un periodo di sospensione – ha commentato Letta – che però non deve trasformarsi in inerzia. Dobbiamo usare questo tempo per prepararci alla ripartenza che avverrà presumibilmente con l’arrivo del vaccino anti Covid e sarà rapida. Il nostro Paese a livello internazionale ha oggi un’opportunità “unica” ed “irripetibile”, che arriva dopo lunghi anni di crisi e contenimento delle spese a causa del suo pesante debito pubblico. In questi ultimi decenni non ha potuto fare grossi investimenti strutturali e di ammodernamento delle sue strutture principali a causa dei vari vincoli di stabilità. Ora, con la situazione di emergenza tutto questo è cambiato e quindi, se si metteranno in campo delle buone progettualità, con i fondi europei, penso ad esempio al Mes rivisto nelle sue finalità, si potrà dare impulso ad opere moderne ed innovative, ricalibrando così il ruolo del nostro Paese nell’ambito Ue». 

Letta si è poi anche espresso riguardo alle recenti elezioni negli Stati Uniti. «La nomina a presidente di Joe Biden per l’Italia e l’Europa non può che essere una buona notizia. Trump ha sempre avuto nei confronti del vecchio continente, ed in particolare del nostro Paese, un atteggiamento di sfida. Dunque non c’è mai stato quel feeling necessario a fare scelte condivise. Ora con Biden questo percorso sarà più facile e sono certo che anche con i paesi asiatici, tipo la Cina, si potranno aprire dialoghi costruttivi di più ampia collaborazione». 

E su come potranno gli imprenditori artigiani cogliere le opportunità di questa fase di transizione verso nuove modalità operative e di mercato, è intervenuto il segretario generale di Confartigianato nazionale Fumagalli.

«In questo periodo i gravi problemi generati dalla pandemia – ha sottolineato – cercano soluzioni a tempi brevi, ma per dare sostegno alle imprese bisogna superare il carpe diem e guardare al domani. Pur avvertendo la straordinarietà dell’oggi, dobbiamo impegnarci a valorizzare i punti di forza del Sistema italiano rimuovendone le criticità. Non dimentichiamo che l’impresa diffusa sul territorio è una grande forza del nostro Paese e proprio in questo periodo sta dando una grande prova di resilienza. D’altra parte, la sostenibilità sociale e ambientale scaturisce proprio dall’essere parte attiva del territorio su cui si opera e le PMI ne sono una ottima dimostrazione. Ben vengano quindi le nuove misure del Governo per il rilancio del settore Costruzioni: bonus facciate, Ecobonus e Sismabonus rappresentano nuovi sistemi per dare sviluppo contestuale al territorio e alle imprese artigiane. Il tutto con l’obiettivo di ottenere un buon livello di benessere collettivo». 

Agganciandosi al tema dello sviluppo del settore edile ed immobiliare, ha preso la parola il vicepresidente nazionale di Confartigianato Massimino. 

«Abbiamo apprezzato le recenti misure messe in campo dal Governo – ha sottolineato – che vanno ad attutire le difficoltà delle nostre imprese a causa della recrudescenza della pandemia. Tuttavia, riteniamo necessario che ci sia un impegno maggiore nella programmazione del futuro. I provvedimenti coraggiosi dell’Ecobonus 110% , sicuramente utili a far ripartire il Paese, soffrono di limiti temporali che dovrebbero essere superati, tenendo conto del fatto che la nuova emergenza contagi sta rallentando i lavori e che i fabbricati possono accedere al provvedimento solo se perfettamente in regola con le misure catastali dei comuni. Questo richiede tempi lunghi di accertamento ponendo un freno agli interventi. Sarebbe necessaria quindi una proroga almeno fino al 2023/2024. Naturalmente, a sostenere questa importante misura c’è poi il sistema bancario e finanziario che oggi svolge un ruolo strategico nella cessione del credito e con il quale è importante collaborare».

Ad interpretare la voce autorevole del mondo bancario che opera sul nostro territorio e l’attenzione che questo pone nei confronti della sostenibilità, il direttore interregionale di Intesa Sanpaolo Testa 

«Il Gruppo Intesa Sanpaolo si è reso disponibile a finanziare con 50 miliardi di euro di nuovi crediti la realizzazione del green deal europeo nel nostro Paese. Fin dal 2015 ha aderito alla Ellen MacArthur Foundation, principale organizzazione che promuove il modello circolare e ha istituito un plafond dedicato alla circular economy di 5 miliardi di euro, allargato ora a 6 per poter includere la rete di UBI Banca. Le linee di credito supportano la transizione green delle aziende in modo più ampio, non solamente progetti di circular economy. In Piemonte ad oggi ne hanno beneficiato 15 progetti per un ammontare di oltre 15 milioni di euro. Proprio nel Cuneese abbiamo lavorato con imprese all’avanguardia, già pienamente coinvolte in questo fondamentale processo di cambiamento. Per accompagnare le PMI nell’acquisire maggiore consapevolezza e investire in progetti di sostenibilità, Intesa Sanpaolo ha inoltre creato un Circular Economy Lab, che agevola l’incontro tra domanda e offerta di soluzioni circolari. Va in una direzione analoga la grande opportunità offerta dall’Ecobonus per rinnovare in chiave sostenibile il nostro patrimonio edilizio a beneficio del risparmio energetico e dell’eredità che lasceremo alle generazioni future. La Banca continuerà a garantire piena operatività e supporto creditizio nonostante il peggioramento delle condizioni legate all’emergenza sanitaria, permettendo tra l’altro di richiedere i finanziamenti a distanza, senza doversi recare in filiale. Finanziamenti che da inizio anno, misure Covid comprese, hanno toccato la cifra di 2 miliardi di euro per il Piemonte, 300 milioni per il Cuneese, e certamente riusciremo a fare ancora di più unendo le forze con la rete UBI».

Sul tema del benessere diffuso come percorso di sviluppo di una territorialità collaborativa e proiettata al futuro si è espresso il presidente di Fondazione CRC Genta.

«Le Fondazioni bancarie pur non erogando direttamente risorse alle imprese, possono tuttavia creare le condizioni per far sì che esse crescano insieme al territorio. Uno degli obiettivi che si prefigge la nostra Fondazione è quella di creare i presupposti per un benessere diffuso che possa contribuire a migliorare la qualità di vita dell’intera comunità. Lavoriamo però affinché il nostro sostegno non diventi semplicemente una “mano di bianco” per apparire migliori, ma generi interventi strutturali che guardino al lungo periodo. Inoltre, proprio per affiancare lo sviluppo imprenditoriale che passa attraverso competenze di livello, abbiamo puntato molto sulla formazione a tutti i livelli, partendo dalla “città dei talenti” che permette di individuare e sviluppare la creatività dei bambini dai 7 ai 13 anni per evitare la dispersione scolastica fino alla formazione universitaria. Ci siamo impegnati nella riapertura del Politecnico a Mondovì e collaboriamo con l’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo. La provincia di Cuneo deve essere un territorio coeso, in grado di affrontare con maggiore forza anche le eventuali criticità. Prendiamo ad esempio la recente alluvione. In quel caso erano urgenti risorse immediatamente utilizzabili e su questo fronte siamo intervenuti. Ci vogliono poi progettualità efficaci per ottenere i finanziamenti europei. Anche in questo caso ci siamo proposti come partner di coprogettazione con tutti gli altri attori territoriali. È importante che nel momento in cui ci sarà lo “start” del rilancio la nostra provincia non si faccia trovare impreparata».

A chiudere la tavola rotonda le considerazioni del presidente Crosetto.

«In questo periodo abbiamo più che mai bisogno di fiducia e di guardare non soltanto al domani, ma al dopo domani con nuove progettualità. I tanti spunti emersi da questo incontro sono indubbiamente forieri di pensieri nuovi e costruttivi. La nostra Associazione ritiene fondamentale la coesione sul territorio e da sempre si impegna perché si possa lavorare “insieme” e “facendo rete”. In questi anni con le nostre iniziative abbiamo dimostrato di essere attivi, attenti alle esigenze del mondo produttivo che ci onoriamo di rappresentare, e pronti a cogliere tutte le opportunità che si profilano all’orizzonte per dare impulso alla crescita imprenditoriale, sociale e sostenibile del territorio cuneese. La sostenibilità è intrinsecamente resilienza, competitività e riduzione del rischio, un asset essenziale per uscire dalla crisi economica scatenata dalla pandemia. E a proposito di innovazione e sistemi digitali, sui quali abbiamo puntato, ad esempio con l’app “Scelgo Artigiano” per dare alle nostre imprese un’ulteriore apertura di mercato on line, permettetemi di fare un appunto riguardo ai grandi colossi del web. Oggi subiamo la concorrenza di realtà commerciali che operano su Internet senza pagare un euro di tasse nel nostro Paese. Gli sforzi delle nostre imprese per sopravvivere in questo momento sono pesanti, crediamo sarebbe doveroso che il Governo regolamentasse meglio questo tipo di concorrenza».




Il Ministero del Turismo patrocina la rassegna “Esperienze Artigiane sul Palco”

Anche il Ministero della Turismo ha concesso il proprio prestigioso patrocinio a “Esperienze Artigiane sul Palco”, l’iniziativa, varata da Confartigianato Cuneo per proseguire le attività in favore del comparto artigiano cuneese e del territorio della Granda.

E proprio la visita cuneese della Ministra Daniela Santanchè, a Cuneo lo scorso 19 maggio, è stata occasione per presentarle anche le pubblicazioni dei “Creatori di Eccellenza”, volumi che coniugano valorizzazione di imprese e prodotti con la promozione di iniziative turistico-esperienziali in provincia di Cuneo.

In questo ambito si collocano anche le “Esperienze Artigiane sul Palco”, progetto ricco di contenuti che propone un calendario di eventi realizzati direttamente nelle imprese e sui territori, durante i quali arte e musica si fondono a temi di stretta attualità: la sicurezza sul lavoro e la sicurezza stradale.

L’iniziativa, organizzata da Confartigianato in collaborazione con l’associazione musicale “La Croma” e “Ad eventi”, ha anche ottenuto il sostegno della Camera di commercio di Cuneo e il patrocinio di Ministero della Cultura, Provincia di Cuneo, Inail-Direzione regionale Piemonte, Ufficio Scolastico provinciale, ASL CN1 e ASL CN2, Atl del Cuneese e Ente Turismo Langhe, Monferrato e Roero. Media partner del progetto il quotidiano La Stampa.

Prossimi appuntamenti il 29 giugno, a Savigliano, Piazza Santorre di Santarosa, con Simone Cristicchi e Amara in “Torneremo ancora”, omaggio al grande Battiato, e poi il 10 settembre, presso l’azienda Ecat di Mondovì, con la pianista Frida Bollani.

«Con questo progetto desideriamo aprire le porte del nostro mondo artigiano – commenta Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – e invitare il pubblico non soltanto a seguire in un contesto insolito le esibizioni di importanti star internazionali, ma a conoscere le nostre imprese al loro interno, per comprenderne direttamente le dinamiche produttive e apprezzarne quell’atmosfera di valori umani e di attenzione alle regole che da sempre contraddistingue l’artigianato del nostro territorio. L’arte fin dall’antichità è sempre stata molto vicina al modus operandi dell’artigiano; arte e artigianato sono parenti stretti, e non soltanto nella radice etimologica».




DPCM. Crosetto (Confartigianato Cuneo): “Rispettare i tempi di applicazione”

La “potenza di fuoco” così definita dal presidente del consiglio Conte – commenta Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – avrà un positivo significato solo se si rispetteranno i tempi rapidi di applicazione e verranno snelliti al massimo tutte quelle procedure burocratiche che da sempre complicano la vita dei nostri imprenditori.

Confartigianato chiede quindi che alle parole seguano velocemente i fatti, aspetto sul quale il nostro Paese finirà è stato decisamente carente. Se guardiamo all’estero, sono state messe in campo misure economiche straordinarie, subito approvate e rese utilizzabili in tempo reale.

Così deve avvenire anche sul nostro territorio. Sono troppe le Pmi in sofferenza a causa dell’emergenza sanitaria, è necessario intervenire immediatamente agendo anche su un concreto snellimento delle procedure per ottenere i finanziamenti utili alla ripresa della produzione».




Confartigianato Cuneo: “Negli appalti pubblici valorizzate le imprese del territorio”

Valorizzare il sistema economico locale per dare nuovi impulsi e stimoli all’economia cuneese.

Lo ha scritto Confartigianato Cuneo a tutti i Sindaci della provincia chiedendo, negli appalti pubblici, di favorire le aziende cuneesi attraverso bandi ad affidamento diretto o tramite procedure negoziate su invito che consentirebbero, nel rispetto della legge, di sostenere le tante micro, piccole e medie imprese locali.

«Si tratta – spiega Luca Crosetto, presidente provinciale dell’Associazione – di un ragionamento di puro buon senso. Le PMI, specie quelle artigiane, risiedono nei nostri Comuni. Qui hanno sede, lavorano, danno occupazione e generano ricchezza. Creano legami virtuosi con altre realtà. Soprattutto, pagano imposte e tasse. Specie in questo particolare momento storico riteniamo fondamentale sostenere il tessuto economico locale, e con esso le tante persone e famiglie che vivono nella nostra provincia».

Nella lettera inviata ai primi cittadini della Granda, Confartigianato Cuneo parte da una semplice premessa. “Scopo principale di un’Amministrazione locale, – si legge nella missiva – dovrebbe essere quello di ottenere, nel minor tempo possibile, il migliore risultato dal punto di vista qualitativo ed economico, riservando in questo contesto anche un’attenzione alla vita futura dell’opera in oggetto”.

Confartigianato si riferisce quindi sia al mero aspetto economico immediato, ma anche alla rapidità con cui l’opera viene portata a termine. Importante, inoltre, prestare attenzione alle future manutenzioni, alla sostenibilità dei lavori, anche dal punto di vista ambientale, e all’uso di prodotti e tecnologie innovative, che possono contribuire a un miglioramento funzionale dell’opera.

Purtroppo, sottolinea Confartigianato, a volte procedure di affidamento eccessivamente burocratiche e dispendiose in termini di tempo non solo creano lungaggini temporali che rischiano di ripercuotersi sulla realizzazione dell’opera (e, conseguentemente, sull’utilità della stessa per la collettività), ma portano anche a situazioni che “falsano” il mercato.

«È evidente ed oggettiva – continua Crosetto – la poca praticità nell’affidare un’opera ad aziende che hanno sede in altri territori, magari molto distanti. Ci domandiamo quanto sia economicamente sostenibile la gestione dell’opera in queste condizioni oppure quanto sia sensato affidare un’opera poi successivamente subappaltata, ancorché ad aziende locali, con “ribassi” che danneggiano l’economia locale».

Il comparto delle costruzioni (edilizia, impiantistica elettrica e termoidraulica, serramenti e arredo), già provato dalla crisi economica precedente all’emergenza Covid19, è il più interessato dalla situazione.

«Il settore va tutelato, – aggiunge ancora Crosetto – per sostenere, a ricaduta, l’intero tessuto economico locale. Occorre favorire gli investimenti puntando su semplificazione e sburocratizzazione. Riteniamo giusto valorizzare le imprese che, nate e cresciute in questi territori, hanno contribuito allo sviluppo della nostra provincia».

«In questo contesto – conclude Crosetto – è davvero importante costruire un sistema territoriale più forte: proprio per questo riteniamo vitale il dialogo tra il mondo della rappresentanza economica e le Pubbliche Amministrazioni, in particolare quelle dei Comuni. Ecco perché il nostro appello deve essere interpretato in modo propositivo. I Sindaci, primo “baluardo” dello Stato, possono e devono fare la loro parte, con un forte segnale politico da cui deriverebbe una indubbia positività, generando un volano virtuoso in termini di occupazione, consumi, sviluppo del territorio».




Confartigianato Torino: Blocco dei licenziamenti e ammortizzatori sociali

“In attesa di sapere se ci sarà la proroga relativa al blocco dei licenziamenti dobbiamo iniziare a ragionare sul futuro delle nostre imprese per gestire la fase in cui, terminato il blocco dei licenziamenti, nelle aziende in grave difficoltà e con rapporti di lavoro compromessi si passerà dall’ammortizzatore al licenziamento. È necessario, comunque, uscire prima possibile dallo stallo tra chi invoca lo sblocco automatico dei licenziamenti e chi invece vuole tutele senza limite di tempo.” E’ il commento di Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino sulla possibile proroga relativa al blocco dei licenziamenti.

 

Mentre è ferma a metà ottobre l’erogazione della cassa integrazione per gli artigiani, anche se è prevista a giorni l’erogazione del restante mese di ottobre, novembre e dicembre, è incerto il numero degli esuberi nel settore artigiano. Guardando il quadro dell’erogazione della cassa integrazione degli artigiani di marzo e aprile scorso si evince che sono stati effettuati 54.272 bonifici  a marzo (per un importo di 18.768.900,68 euro) e 62.398 bonifici ad aprile (per un importo di 36.910.812,77 euro), mentre a luglio i bonifici sono stati 21.712, più che dimezzati rispetto a marzo, (per un importo di 4.497.224,79 euro), ad agosto sono ancora scesi a 9.920 (per un importo di 3.459.120,52 euro) infine a settembre si è ancora scesi a 8.577 (per un importo di 2.571.310,10 euro).

 

Oltre a questi dati che ci indicano una flessione rilevante del numero di lavoratori  in cassa integrazione nei mesi di marzo e aprile (periodo di lockdown totale) confrontati con i bonifici effettuati nel periodo di luglio e agosto (periodo in cui i lavoratori hanno usufruito delle ferie), per scendere ancora a settembre e ottobre (ultimi dati disponibili), i dati interni di Confartigianato Torino dicono di una crisi a macchia di leopardo con aziende che, pur in questa situazione difficile, cercano personale qualificato. In particolare, il settore dell’edilizia e tutta la filiera collegata come installatori, serramentisti, ecc., spinta in questo periodo dal bonus facciata con detrazione al 90%, ecobonus, sismabonus etc.

 

“Partiamo proprio da questa fotografia – prosegue De Santis – per attrezzarci ad agevolare ed accompagnare la ripartenza soprattutto se sarà differenziata tra settore e settore. Se l’ammortizzatore è stato provvidenziale nella fase acuta della crisi a preservare le professionalità aziendali ed il reddito dei lavoratori – aggiunge De Santis – quando finirà il blocco dei licenziamenti si dovrà gestire il passaggio, complesso, in cui le aziende in difficoltà apriranno le procedure di crisi e i conseguenti esuberi potranno diventare licenziamenti. Anche in questo caso è necessario garantire ai singoli lavoratori un sostegno al reddito ma ancora più urgente sarà garantire un reimpiego il più possibile immediato per valorizzare professionalità e competenze e per impedire problematiche gravi di coesione sociale.”

 




Negativo il bilancio anagrafico evidenziato dal tessuto artigiano piemontese

Le imprese artigiane, che rappresentano l’ossatura del sistema economico e produttivo del nostro Paese, contano a livello nazionale, a fine marzo 2020, poco meno di 1,3 milioni di realtà imprenditoriali, concentrate in particolare in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, regione in cui il peso delle aziende artigiane sul totale delle imprese si attesta al 27%.

Il primo trimestre del 2020 non consegna di certo un quadro incoraggiante, le criticità che hanno penalizzato le imprese italiane hanno avuto un impatto ancora più negativo sul comparto artigiano. Tutte le regioni, infatti, hanno segnato una contrazione, più o meno intensa, della base imprenditoriale.

Per quanto riguarda più specificatamente il Piemonte, nei primi tre mesi del 2020, la dinamica registrata dalle aziende artigiane (-0,92%) è risultata lievemente più negativa sia rispetto a quanto evidenziato dal tessuto imprenditoriale regionale nel suo complesso (+0,82%), sia rispetto al risultato evidenziato da comparto artigiano nazionale (-0,84%).

“Le imprese artigiane sono le più fragili e le più destrutturate del nostro sistema imprenditoriale, quelle più penalizzate negli ultimi anni dalle fasi congiunturali negative e da politiche economiche di sostegno non adeguate: ne abbiamo perse quasi 21mila in 10 anni. Il risultato dei primi tre mesi del 2020 è purtroppo negativo per tutte le province e per tutti i settori e sconta già le prime ripercussioni dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Dobbiamo attivare subito misure efficaci, immediate e concrete di supporto: accesso al credito semplificato, sburocratizzazione e digitalizzazione” dichiara Ferruccio Dardanello, vice presidente vicario di Unioncamere Piemonte.

Nel periodo gennaio-marzo 2020, sul territorio piemontese sono nate complessivamente 2.398 imprese artigiane. Al netto delle 3.466 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio), il saldo appare negativo per 1.071 unità, dinamica che porta a 114.595 lo stock di imprese artigiane complessivamente registrate a fine marzo 2020 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi.

Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce, come evidenziato sopra, in un tasso di crescita negativo pari al -0,92%.

Se si guarda ai dati di medio-lungo periodo appare chiaro come l’erosione del comparto artigiano, purtroppo, non sia legata a difficoltà esclusivamente congiunturali, ma si sovrapponga ad un quadro generale altrettanto pesante che negli ultimi 10 anni ha visto crollare il numero delle imprese presenti in questo settore. Nel 2010 le aziende artigiane presenti sul territorio piemontese si attestavano a 135.353, dieci anni dopo se ne contano quasi 21mila in meno.

Analizzando il tessuto imprenditoriale artigiano in base alla natura giuridica delle imprese che lo costituiscono, emerge come poco meno dell’80% delle realtà sia formata da ditte individuali, il 15,9% risulti composto da società di persone, mentre solo il 5,1% ha assunto la forma della società di capitale. In termini di dinamica, nel primo trimestre 2020, risultano in crescita solo le società di capitale, che registrano un tasso di crescita pari al +0,59%, le altre forme risultano stazionarie, mentre perdono terreno le società di persone (-1,39%) e le ditte individuali (-0,93%).

Dati negativi si riscontrano nel I trimestre 2020 per tutti i settori. La performance peggiore appartiene al turismo (-1,56%), seguito dall’industria in senso stretto (-1,16%). Il commercio segna un risultato in linea con la media regionale (-0,98%), così come gli altri servizi (-0,91%). Il comparto delle costruzioni e l’agricoltura registrano cali di intensità minore, rispettivamente pari a -0,76% e -0,65%.

Anche disaggregando i dati a livello territoriale non si riscontrano differenze significative. In tutte le province il numero delle imprese artigiane risulta in calo. Verbania e Alessandria, entrambe con un tasso di crescita del -1,07%, evidenziano i risultati peggiori. Asti e Cuneo calano rispettivamente del -1,01% e -0,99%. Torino, che incide con una quota del 51% sul risultato piemontese, registra un tasso del -0,94%. Nel nord-est della regione, infine, le flessioni appaiono meno intense: Novara (-0,77%), Vercelli (-0,64%) e Biella (-0,57%).




Coprifuoco per la ristorazione. De Santis: “Altro duro colpo per le imprese artigiane”

Non solo la chiusura di bar, pub, ristoranti, gelaterie e pasticcerie alle 24, penalizzerà molte attività artigiane ma nel nuovo DPCM l’aspetto più preoccupante per le imprese artigiane che conducono un’attività di ristorazione meno classica, consiste nella chiusura alle 21 per gli esercizi che non operano servizio al tavolo (anche se verrà garantita loro la possibilità di continuare ad effettuare consegne a domicilio e servizio d’asporto) e per gli altri divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze dopo le 21.

“Per le attività artigiane della ristorazione del Piemonte, come gelaterie, pasticcerie, pizzerie, rosticcerie, birrerie o altri servizi di ristorazione sarà un ulteriore duro colpo. Non hanno fatto in tempo a risollevarsi dai mancati fatturati di un’intera stagione, che devono subire altre limitazioni con relative decurtazioni di fatturato”. È il commento di Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino.

Le imprese artigiane del Piemonte che operano in questi settori, secondo recenti analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Piemonte, su dati UnionCamere, sono ben 89.163 di cui 19.397 del settore dolciario.

Per Confartigianato la sospensione del servizio al banco dopo le 21 per bar, pasticcerie, pizzerie al taglio, birrerie e gelaterie provocherà un crollo del fatturato in media del 50% con punte dell’80%, considerando anche la quota di fatturato che si perderà con il divieto di consumare in piedi dopo le ore 21.

“Le imprese artigiane che lavorano nella ristorazione sono allo stremo e difficilmente potranno superare un’altra quarantena – continua De Santis – Chiediamo che a fronte di un provvedimento restrittivo ci sia, almeno, un corrispettivo economico”.

“Le imprese artigiane che lavorano nel food rischiano di non farcela ad approdare nel nuovo anno, molti lavoratori sono ancora in attesa di ricevere la cassa integrazione dei mesi passati. – commenta De Santis – Si sono barcamenati nel periodo estivo con tutte le limitazioni e protocolli di sicurezza, cedendo circa un terzo dei ricavi, ora non hanno più gli anticorpi per combattere una seconda ondata di restrizioni”.

“Non solo, ma ora si minaccia il lockdown natalizio – continua De Santis – Evidentemente, qualcuno vuole assestare il colpo definitivo ad artigiani e commercianti, facendoci passare per untori. Mentre prendere un bus o in treno strapieno deve fare bene ai polmoni.”
“Anche a noi artigiani sta a cuore la salute delle nostre famiglie, dei collaboratori e dei nostri clienti, per questo cerchiamo di svolgere le nostre attività in sicurezza, ma nello stesso tempo chiediamo che le misure che vengono varate siano di buon senso”.

 

 

 

 




Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino: no a depotenziamento dei bonus edilizia

“Ci preoccupa il depotenziamento del superbonus 110%, del bonus facciate e del bonus mobili che emerge dal disegno di legge di bilancio 2022 approvato dal Governo e soprattutto la mancata proroga dello sconto in fattura e della cessione dei crediti diversi dal 110%.”

Lo sostiene il Presidente di Confartigianato Torino Dino De Santis.

 

“Proprio ora che il mercato riparte -continua De Santis – i bonus edilizia sono le misure più utili per consolidare la ripresa delle attività produttive e dell’occupazione, soprattutto delle piccole imprese, e la riqualificazione del patrimonio edilizio in un’ottica di transizione green. Non si devono vanificare le aspettative e gli sforzi di imprese e consumatori che apprezzano e utilizzano questi strumenti. In questa fase così delicata della nostra economia, è infatti essenziale dare certezze agli imprenditori e ai cittadini nella programmazione degli interventi previsti.”

 

“Sarà interessante conoscere le motivazioni alla base di questa scelta – sostiene De Santis – se frutto di diktat europei, di allarmi lanciati dalla Ragioneria dello Stato o, piuttosto, di meri ripensamenti delle forze politiche. Pertanto, crediamo nella possibilità di discutere della questione, in un’ottica di costruttivo confronto con le istituzioni.

 

“Tanto per intenderci anche in termini di numeri -avverte De Santis -, qui ci giochiamo una parte consistente del recupero dei punti di Pil bruciati dal coronavirus. Si parte dalle costruzioni per un semplice motivo: il moltiplicatore è altissimo, da cinque a sette volte l’investimento effettuato. Tradotto, significa che il mattone, specie se coniugato in termini di qualità e supportato dalle più moderne tecnologie, trascina ben 82 comparti esterni, dai serramentisti agli esperti di domotica, dagli impiantisti ai tecnici energetici. Un impatto sul tessuto economico che non ha eguali: in Piemonte, giusto per dare una dimensione, nel sistema casa operano oltre 49mila imprese artigiane con 150mila addetti.

 

“All’interno del disegno di legge di bilancio 2022 -conclude  De Santis – vi sono anche altri contenuti di particolare interesse per la ricaduta sulle imprese. Sembra accantonata l’idea dell’abolizione dell’irap per un problema di coperture, piuttosto si parla di un ritocco di aliquota. Si spera che non venga compensato con un aumento di altre imposte a carico delle micro imprese come, ad esempio, l’irpef.

A proposito di quest’ultima, con la manovra 2022 si gettano le fondamenta per una riduzione del cuneo fiscale che si auspica non riguardi, in concreto, solo il lavoro dipendente.

Anche sul fronte degli incentivi agli investimenti, si accoglie di buon grado il pensiero di lungo raggio manifestato dal Governo con la proroga al 2025 degli aiuti fiscali in chiave 4.0. Tuttavia, si prende atto che trattasi di misure gradualmente destinate a ridursi, fino a sparire nell’anno di fine proroga. In questo ambito ci si attende che, almeno in fase di discussione parlamentare, si possano rinnovare anche gli incentivi fiscali per gli investimenti in beni strumentali “tradizionali”, non necessariamente da collocarsi nel piano Industria 4.0”.

 

 

 

 

 

 

 




Confartigianato: eventi sul “bonus facciate” e le novità della legge di bilancio

La legge di bilancio 2020 introduce una detrazione per la ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici (il cosiddetto “bonus facciate“).

L’agevolazione consiste in una detrazione d’imposta, da ripartire in 10 quote annuali, pari al 90% delle spese sostenute nel 2020 per interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti e ubicati in determinate zone.

Per affrontare questo importante tema di attualità e discutere di ulteriori opportunità come lo sconto in fattura, il credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali e la nuova disciplina dell’appalto, Confartigianato Imprese Piemonte Orientale organizza tre incontri:

a Vercelli il 18 febbraio alle 17.30 – sala riunioni sede Confartigianato, Corso Magenta 40

a Novara il 19 febbraio alle 17.30 – sala riunioni sede Confartigianato, via Ploto 2/b

a Verbania il 20 febbraio alle 17.30 – sala riunioni sede Confartigianato, Corso Europa 27