Confartigianato Piemonte, indagine congiunturale 3° trimestre 2020. Confermate le valutazioni fortemente pessimistiche

La terza indagine trimestrale congiunturale del 2020 predisposta da Confartigianato Imprese Piemonte conferma le valutazioni fortemente pessimistiche che erano state espresse dagli artigiani nella precedente rilevazione.

Anche se la fase più critica della pandemia da Covid–19 sembra superata e ci si avvia ad un ritorno alla normalità, gli effetti negativi sull’economia sono ancora ben presenti.

Il saldo relativo all’andamento occupazionale è leggermente più negativo, passando dal – 31,87% al – 31,98%; anche le previsioni di assunzione di apprendisti peggiorano con un saldo negativo che scende dal – 42,70% al – 46,34%.

Le stime di aumento della produzione totale si attestano sul 6,48%; le previsioni di diminuzione pesano per il 60,80%; le proiezioni di produzione costante si collocano sul 32,72%; il saldo, negativo, è pari a – 54,32%.

Le ipotesi di carnet ordini sufficienti per meno di un mese si posizionano sul 50,87%, quelle di carnet da uno a tre mesi si attestano sul 37,74%; quelle di carnet ordini superiore ai tre mesi registrano solo l’11,39%.

Le previsioni di acquisizione di nuovi ordini per esportazioni si collocano sul 2,33%; le ipotesi di diminuzione si attestano sul 56,64%; le stime di esportazioni costanti sono il 41,03%.

Nel saldo prevalgono decisamente i pessimisti con il – 54,31%.

Le previsioni di investimenti per ampliamenti scendono dal 10,44% al 7,56%; le stime di investimenti per sostituzioni calano dal 12,90% all’11,13%; le imprese che non hanno programmato investimenti salgono dal 76,66% all’81,31%.

Le ipotesi di regolarità negli incassi salgono dal 44,97% al 50,66%; le previsioni di ritardi scendono dal 54,46% al 49,00%.

“Come era prevedibile – commenta Giorgio Felici presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – il settore artigiano ha risentito molto della crisi derivante dall’emergenza Coronavirus, sia dal punto di vista produttivo, sia da quello occupazionale. Su tale situazione pesano fortemente i ritardi della pubblica amministrazione nell’erogare le risorse, già stanziate dal Decreto Rilancio per le prestazioni di sostegno al reddito per i dipendenti delle imprese artigiane.

Ricordo che al riguardo il Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato (FSBA) è intervenuto tempestivamente anticipando le proprie risorse disponibili ai lavoratori in difficoltà, ma ora, senza il trasferimento in tempi utili delle risorse pubbliche, il Fondo non può agire efficacemente. Occorre quindi che la burocrazia si velocizzi, per evitare che la crisi oltre che economica, diventi sociale”.

“Un aiuto alla ripresa – prosegue Felici – potrebbe venire dalla semplificazione delle procedure per gli appalti, in particolare quelli di importo limitato. Inoltre riteniamo che oltre alle grandi opere – quali i collegamenti con l’alta velocità, le infrastrutture per i collegamenti stradali e ferroviari, la fibra ottica – siano importanti anche quelle piccole, come quelle manutentive sulle scuole, sul dissesto idrogeologico, nonché le piccole opere dei Comuni, perché possono rimettere in moto l’economia rapidamente. Crediamo anche che nell’assegnazione degli appalti dovrebbe essere data priorità alle imprese locali, vale a dire quelle più vicine a dove si intende costruire l’opera. Infatti da un lato le aziende del territorio sono fortemente motivate a mantenere una buona reputazione di fronte alla popolazione locale, dall’altro i controlli da parte delle autorità competenti sono più agevoli”.

“Il Decreto Rilancio – conclude Felici – ha rafforzato il cosiddetto superbonus 110% per realizzare interventi di efficienza energetica e misure antisismiche sugli edifici e prevede la possibilità di cessione del credito alle banche e ad altri istituti di credito. Auspico che le modalità attuative di tale misura consentano concretamente anche alle piccole imprese di sfruttare al meglio le opportunità offerte dal superbonus”.

La terza indagine trimestrale 2020 elaborata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte è stata realizzata sulla base di un questionario rivolto in via telematica ad un campione composto da 2 250 imprese artigiane del Piemonte individuate tra i comparti di produzione e di servizi maggiormente significativi.




Recovery Fund Confartigianato: “Fare presto e bene per costruire il futuro dell’Italia”

Abbiamo un’occasione straordinaria per costruire il futuro dell’Italia. Con l’utilizzo delle risorse europee – a partire dal MES e Sure per la cassa integrazione per proseguire con Next Generation EU ed il Bilancio Pluriennale europeo – dobbiamo riconquistare l’ambizione di progettare e la capacità di gestire un grande piano di investimenti che punti su grandi infrastrutture e piccole opere, digitalizzazione, innovazione tecnologica, qualità ed efficienza della Pubblica Amministrazione. Importante rilanciare il nostro sistema imprenditoriale, in cui la piccola impresa diffusa di territorio è il vero punto di forza».

Lo dichiara il Presidente nazionale di Confartigianato Giorgio Merletti secondo il quale «è fondamentale che l’Italia agisca unita e con determinazione sul dossier “Recovery Fund”. Il risultato del Consiglio europeo di fine luglio, con i 209 miliardi per l’Italia, necessita di un programma con progetti definiti e dettagliati e tempistiche stringenti per consentire al Paese di coglierne appieno le opportunità».

«Il premier Giuseppe Conte – commentano da Confartigianato – dia ora seguito all’impegno che aveva assunto nel corso degli Stati Generali dell’economia di delineare, con il concorso anche delle categorie produttive, le priorità del percorso di riforme. È fondamentale non solo fare presto ma anche assicurare il coinvolgimento proattivo delle forze economiche e produttive del Paese nella realizzazione di un programma nel quale si riconosca l’intero Paese».

«Siamo convinti, – aggiunge Luca Crosetto, Vicepresidente di SME United, l’organizzazione europea di rappresentanza delle PMI della quale Confartigianato è membro fondatore – che, se adeguatamente sostenuto, il modello della piccola impresa, esempio di sostenibilità economica, sociale e ambientale, sarà quello adatto a rispondere ai bisogni dei consumatori nei prossimi anni. L’unicità dei prodotti, la capacità e la cultura della personalizzazione, la qualità che deriva dalla tradizione del fatto a regola d’arte, la garanzia legata alla provenienza da un territorio specifico, caratteristiche peculiari di quelle che abbiamo definito aziende a valore artigiano, saranno requisiti ancor più ricercati e apprezzati dai mercati di tutto il mondo».

«È però necessario – aggiunge ancora Crosetto – garantire un accesso ai finanziamenti ed a un mercato unico che consenta alle micro e piccole imprese di esprimere il loro potenziale. Fondamentale, in questo senso, sostenere la liquidità e la solvibilità delle mPMI e garantire loro una rapida disponibilità di fondi. Preoccupa il budget dedicato all’interno di Next Generation EU per tre programmi – Horizon Europe, InvestEU e Just Transition Fund – la cui riduzione potrebbe minare la transizione delle micro e piccole imprese verso un’economia verde».




Webinar, Confartigianato Cuneo spiega a imprese e consumatori le opportunità del “Bonus 110%”

Confartigianato Cuneo organizza un webinar online, gratuito e libero a tutti, per spiegare a imprese e consumatori vantaggi e opportunità collegate al Bonus del 110% previsto dal “DL Rilancio”.

«Il “decreto Rilancio” – spiega Luca Crosetto, presidente provinciale di Confartigianato Cuneo – ha potenziato i benefici fiscali spettanti ai soggetti che effettueranno interventi finalizzati al risparmio energetico sulle parti comuni di immobili condominiali, ma anche, in alcuni casi, sulle singole unità immobiliari.

Il maggior beneficio consiste nell’attribuzione della “detrazione rinforzata” del 110% per cento della spesa sostenuta. Il beneficio riguarda solo alcune tipologie di interventi alla cui effettuazione è subordinata l’attribuzione del maggior vantaggio fiscale. e riguarda le spese sostenute fino al 31 dicembre 2021».

«Gli investimenti in edilizia incentivati dalle detrazioni fiscali – aggiunge Domenico Massimino, vicepresidente nazionale di Confartigianato Imprese e rappresentate provinciale degli Edili di Confartigianato Cuneo – presentano un rilevante effetto di sostegno dell’occupazione delle Costruzioni.

In particolare, si stima che tali investimenti, su base annua, determinano un input di lavoro pari a 243.500 occupati nelle Costruzioni, che rappresentano il 17,9% degli occupati del settore. Guardiamo quindi con positività al provvedimento, con l’aspettativa che si riveli una leva per rilanciare un settore importante per la nostra economia».

Nel corso del webinar saranno analizzate le tipologie di intervento, descrivendo le modalità di accesso e gli adempimenti in capo alle imprese e ai soggetti beneficiari.

 

Il webinar si svolgerà lunedì 27 luglio 2020, alle ore 18.00. Per assistere ai lavori .

Programma
Introduzione 
Luca Crosetto, presidente Confartigianato Imprese Cuneo
Bonus 110%: opportunità per imprese e consumatori
Diego Mozzali, vicedirettore e responsabile Area Fiscale Confartigianato Cuneo
Conclusioni
Domenico Massimino, vicepresidente nazionale Confartigianato Imprese
Coordina i lavori Joseph Meineri, direttore generale Confartigianato Cuneo




Ripartenza, innovazione, contributi, legami con Enti e Istituzioni, 
l’Assemblea di ARPROMA guarda al futuro

Si è svolta lo scorso 18 luglio l’annuale assemblea di ARPROMA – Associazione Revisori Produttori Macchine Agricole.

Nata nel 1992 per “difendere, tutelare e valorizzare la produzione delle macchine e delle attrezzature agricole prodotte dalle aziende italiane”, ARPROMA conta oggi oltre 50 aderenti. Organizzazione di riferimento per il settore a livello nazionale per Confartigianato Imprese, l’Associazione vanta un’ampia rete di partner, tra cui ENAMA – Ente Nazionale per la Meccanizzazione Agricoltura e di CNR IMAMOTER – Consiglio nazionale di ricerca – Istituto per le macchine agricole e movimento terra. Da sempre offre un concreto supporto alle imprese attraverso un ampio ventaglio di servizi, consulenze, opportunità vantaggi.

«Il comparto della meccanizzazione agricola – spiega Luca Crosetto, presidente di ARPROMA e presidente di Confartigianato Cuneo – riveste grande importanza per la nostra economia. L’Italia è, per volumi, il secondo paese produttore di macchinari per l’agricoltura e trattrici dietro agli USA, con un fatturato che supera gli 11 miliardi di euro, di cui ben 7,5 destinati ai mercati esteri. Le imprese di questo comparto in Piemonte sono circa 250 con un fatturato di 350 milioni di euro e circa 3.500 addetti».

«Anche il nostro settore, – prosegue Crosetto – ha risentito della crisi conseguente all’emergenza Covid19. È tardata anche l’apertura di tante nostre attività, situazione poi sanata anche grazie al nostro intervento presso Politica e Istituzioni. Ora è il momento di pensare alla ripartenza, mettendo al centro la sicurezza, certo, ma soprattutto ragionando su iniziative e provvedimenti che siano di reale sostegno per le piccole e medie imprese, da sempre asse portante del sistema produttivo locale e nazionale».

Tra i temi trattati nell’assemblea, inevitabilmente, aspettative e criticità della ripartenza dopo il “lockdown” del Corona Virus. Poi, un focus sull’impatto che il PSR, Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale per le aziende agricole, può avere per il settore della meccanizzazione. Infine, uno sguardo all’innovazione e ai vantaggi che le nuove tecnologie possono apportare alle macchine.

Sono interventi, tra gli altri: Amilcare Merlo, Presidente del Gruppo Merlo; Eugenio Cavallo e Renato Delmastro, CNR IMAMOTER; Andrea Coletti, presidente dell’Ente Manifestazioni di Savigliano; Giorgio Stirano, ingegnere esperto di design; Costanzo Rinaudo, Docente e Project Manager presso CEMI-Centro Europeo Modellismo Industriale- Agenform; Claudio Bogetti e Mario Perosino, funzionari Direzione Agricoltura della Regione Piemonte; Andrea Chiabrando, Direttore tecnico STA Engineering Srl; Davide Merlino, consigliere Fondazione CRC; Joseph Meineri, direttore generale Confartigianato Cuneo.

Coinvolto duranti i lavori assembleari anche il CNOS-FAP Regione Piemonte – Fossano, istituto che – anche grazie alla collaborazione con ARPROMA e Confartigianato Cuneo – è ente erogatore dell’unico corso riconosciuto a livello nazionale per “meccanici su macchine agricole”.

Il CNOS-FAP, nelle persone di Gianluca Dho (responsabile territoriale per l’area di Cuneo del CNOS-FAP), Paolo Mellano (responsabile del corso sulla meccanizzazione agricola) e Alessio Tallone (tutor del corso sulla meccanizzazione agricola), ha donato a ARPROMA e Confartigianato due “frontali” di Fiat 500 restaurati dai ragazzi frequentanti i corsi, a suggello della duratura collaborazione che lega le Associazioni e l’ente formativo. Alla realizzazione del “frontale” hanno collaborato anche Alessandro Marcon e Irene Salomone di FabLab Cuneo.

Ha concluso i lavori l’intervento di Marco Protopapa, assessore regionale all’Agricoltura e al Cibo della Regione Piemonte, collegato in videoconferenza per tutta la durata dell’assise. L’Assessore, già in passato coinvolto e informato sulle attività di ARPROMA, ha avuto modo di meglio conoscere la realtà associativa e le attività in favore delle imprese.

«Plaudo – ha commentato l’assessore Protopapa – al grande impegno di ARPROMA in favore di un settore legato indissolubilmente al comparto agricolo. Ringrazio l’Associazione per essere anche stimolo prezioso con suggerimenti e approfondimenti che riguardano la definizione dei piani attuativi del prossimo PSR e confermo fin d’ora la disponibilità regionale nel collaborare per strutturare soluzioni e progetti utili a agricoltura, meccanizzazione e territorio».




Credito imprese, Dino De Santis (Confartigianato Torino): “I dati verso le MPMI in miglioramento”

Il credito alle imprese artigiane del Piemonte fa segnare un miglioramento. Migliorano infatti le erogazioni degli Istituti di Credito del Piemonte verso le piccole realtà produttive.

A marzo di quest’anno, la tendenza rilevata è del –1,4% rispetto all’ultimo trimestre del 2019, che a sua volta fece rilevare un -1,9% sul terzo trimestre 2019.

E’ questo, in sintesi, ciò che emerge dal Focus “Trend dei prestiti alle imprese”, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato, che ha analizzato la situazione delle erogazioni nei primi 6 mesi di quest’anno.

L’analisi dei prestiti parte da un -0,5% di marzo 2018, passando al -2,3% dello stesso periodo del 2019, allo -2,6% di giugno, -1,9% di settembre e -2,9 di dicembre 2019, fino a questa risalita (-1,4% di marzo 2020).

“I dati sul credito verso le MPMI ci dicono come in Piemonte si registri un miglioramento, anche se parliamo di percentuali ancora con il segno meno davanti. E su questo dobbiamo ancora lavorare duramente”.
E’ il commento di Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino.

“In questo quadro di crescente rischio di depressione – continua De Santis – ci auguriamo che una forte boccata d’ossigeno per le imprese possa arrivare dalla liquidità che i Governi, nazionale e regionale, hanno già messo in circolo o si apprestano a farlo. Di sicuro il perdurare della stretta del credito sta nuocendo alle imprese artigiane. Chiediamo al governo e alla regione che il credito per le micro e piccole imprese divenga una priorità per l’agenda”.

“Soprattutto per gli artigiani e le piccole imprese il denaro rimane più scarso e più costoso rispetto a quello erogato alle aziende medio-grandi – commenta De Santis – e in confronto a quanto avviene nella media europea. Se le banche non tornano ad avere fiducia nei progetti di investimento degli artigiani, non ci sono presupposti per una ripresa del nostro settore, soprattutto in un momento di crisi epocale dove scarseggia la liquidità”.

“L’unica azione che può funzionare – continua De Santis – è quella finalizzata al vero sviluppo, puntando a costruire territori “a misura” di piccola impresa: con leggi semplici e chiare, con un fisco leggero, un credito a misura di piccola impresa e orientato alla competitività e incentivi all’innovazione digitale, con una formazione che unisca scuola e lavoro, il sapere e il saper fare. Bisogna ripartire dai territori, valorizzando chi come le imprese artigiane crea lavoro, sviluppo, presidio di legalità sul territorio e favorisce la coesione sociale”.

“Le difficoltà nelle erogazioni non possono che allarmarci – riprende De Santis – è evidente come sia necessario far sì che le piccole imprese e le attività in generale possano finanziarsi, con l’intento di investire per crescere”.

“Il problema grosso da affrontare sarà alla fine dell’estate, con il termine degli ammortizzatori sociali e in vista di una crisi che sarà da gestire con mano ferma e decisioni importanti – conclude il De Santis – per il momento si tratta solo di previsioni che speriamo vengano disattese dai fatti”.




Provenzano, CNA Piemonte: “Riaperture in sicurezza quanto prima e contributo d’onore”

Gli artigiani vogliono tornare a lavorare in sicurezza, quanto prima, e non vogliono indebitarsi ulteriormente.

 

“Noi da settimane rilanciamo la proposta del Contributo d’onore per le piccole attività: un contributo pubblico regionale, senza banche, senza interessi né garanzie da restituire nei prossimi dieci anni appena ci saranno le condizioni”, spiega il segretario regionale di CNA Piemonte Filippo Provenzano.

 

“Serve un sostegno concreto, un atto di fiducia per non fare chiudere le  attività. Parrucchieri, estetiste, pasticcerie, gastronomie, operatori della ristorazione, sartorie, sale cinematografiche: per chi lavora a incasso giornaliero quasi due mesi di stop sono insostenibili e ulteriori rinvii sono insopportabili”, conclude Provenzano.




Confartigianato Cuneo: “Negli appalti pubblici valorizzate le imprese del territorio”

Valorizzare il sistema economico locale per dare nuovi impulsi e stimoli all’economia cuneese.

Lo ha scritto Confartigianato Cuneo a tutti i Sindaci della provincia chiedendo, negli appalti pubblici, di favorire le aziende cuneesi attraverso bandi ad affidamento diretto o tramite procedure negoziate su invito che consentirebbero, nel rispetto della legge, di sostenere le tante micro, piccole e medie imprese locali.

«Si tratta – spiega Luca Crosetto, presidente provinciale dell’Associazione – di un ragionamento di puro buon senso. Le PMI, specie quelle artigiane, risiedono nei nostri Comuni. Qui hanno sede, lavorano, danno occupazione e generano ricchezza. Creano legami virtuosi con altre realtà. Soprattutto, pagano imposte e tasse. Specie in questo particolare momento storico riteniamo fondamentale sostenere il tessuto economico locale, e con esso le tante persone e famiglie che vivono nella nostra provincia».

Nella lettera inviata ai primi cittadini della Granda, Confartigianato Cuneo parte da una semplice premessa. “Scopo principale di un’Amministrazione locale, – si legge nella missiva – dovrebbe essere quello di ottenere, nel minor tempo possibile, il migliore risultato dal punto di vista qualitativo ed economico, riservando in questo contesto anche un’attenzione alla vita futura dell’opera in oggetto”.

Confartigianato si riferisce quindi sia al mero aspetto economico immediato, ma anche alla rapidità con cui l’opera viene portata a termine. Importante, inoltre, prestare attenzione alle future manutenzioni, alla sostenibilità dei lavori, anche dal punto di vista ambientale, e all’uso di prodotti e tecnologie innovative, che possono contribuire a un miglioramento funzionale dell’opera.

Purtroppo, sottolinea Confartigianato, a volte procedure di affidamento eccessivamente burocratiche e dispendiose in termini di tempo non solo creano lungaggini temporali che rischiano di ripercuotersi sulla realizzazione dell’opera (e, conseguentemente, sull’utilità della stessa per la collettività), ma portano anche a situazioni che “falsano” il mercato.

«È evidente ed oggettiva – continua Crosetto – la poca praticità nell’affidare un’opera ad aziende che hanno sede in altri territori, magari molto distanti. Ci domandiamo quanto sia economicamente sostenibile la gestione dell’opera in queste condizioni oppure quanto sia sensato affidare un’opera poi successivamente subappaltata, ancorché ad aziende locali, con “ribassi” che danneggiano l’economia locale».

Il comparto delle costruzioni (edilizia, impiantistica elettrica e termoidraulica, serramenti e arredo), già provato dalla crisi economica precedente all’emergenza Covid19, è il più interessato dalla situazione.

«Il settore va tutelato, – aggiunge ancora Crosetto – per sostenere, a ricaduta, l’intero tessuto economico locale. Occorre favorire gli investimenti puntando su semplificazione e sburocratizzazione. Riteniamo giusto valorizzare le imprese che, nate e cresciute in questi territori, hanno contribuito allo sviluppo della nostra provincia».

«In questo contesto – conclude Crosetto – è davvero importante costruire un sistema territoriale più forte: proprio per questo riteniamo vitale il dialogo tra il mondo della rappresentanza economica e le Pubbliche Amministrazioni, in particolare quelle dei Comuni. Ecco perché il nostro appello deve essere interpretato in modo propositivo. I Sindaci, primo “baluardo” dello Stato, possono e devono fare la loro parte, con un forte segnale politico da cui deriverebbe una indubbia positività, generando un volano virtuoso in termini di occupazione, consumi, sviluppo del territorio».




L’arrivo delle risorse da parte dello Stato consente al FSBA di riprendere i pagamenti

Per fare fronte al pagamento della cassa integrazione dei dipendenti sospesi dalle imprese artigiane in difficoltà per effetto del Coronavirus, dei 5 miliardi di euro complessivamente impegnati dal Governo con il primo decreto “Cura Italia” del 17 marzo scorso, al comparto artigiano erano stati riservati solo 60 milioni pur a fronte di una richiesta 1 miliardo di euro.

 

Data l’evidente insufficienza dello stanziamento, in aggiunta ai 60 milioni ricevuti, il Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato (FSBA) aveva anticipato 188 milioni di risorse proprie.

Così facendo l’articolazione regionale del Fondo aveva potuto rapidamente erogare ai lavoratori delle imprese artigiane piemontesi quasi 20 milioni di euro.

 

Il successivo 19 maggio il Governo, con il decreto “Rilancio”, ha previsto lo stanziamento di altri 765 milioni per la cassa integrazione dei dipendenti artigiani ma le risorse – o meglio una prima tranche pari a circa ¼ di quelle necessarie – sono state rese materialmente disponibili solo il 30 giugno.

 

In tutto questo frangente migliaia di nostri collaboratori cassintegrati non hanno percepito un euro.

 

Da ieri mattina l’EBAP ha immediatamente ripreso il pagamento delle casse integrazioni secondo l’ordine cronologico con cui sono state presentate le relative richieste. Il tutto sino ad esaurimento dei 9.353.831 euro oggi pervenuti. Appena disponibili ulteriori risorse, si riprenderanno immediatamente i pagamenti sino a completo esaurimento delle richieste.

 

“Il ritardo nel trasferimento delle risorse impegnate oltre 40 giorni fa – dichiara Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – ha causato la più che legittima irritazione dei lavoratori che si sono rivolti all’Ente ed alle nostre Associazioni territoriali lamentando di non aver ricevuto i bonifici relativi ai mesi di aprile, maggio e giugno. Così il sistema della bilateralità e le Associazioni, pur facendo tutto il possibile e senza alcuna responsabilità, sono stati oggetto di forti critiche”.

 

“Confidiamo che in tempi rapidi – conclude Giorgio Felici – il Governo, dando concretezza alle promesse continuamente annunciate, accrediti effettivamente a FSBA tutte le restanti risorse necessarie per il completamento dei pagamenti dei mesi di aprile e maggio 2020 per i lavoratori del comparto artigiano, evitando di alimentare tensioni sociali proprio nel momento in cui occorre invece la massima coesione di tutti le componenti del sistema Italia per favorire il rilancio del nostro Paese”.

 

 




EXPORT– diminuiscono le esportazioni delle piccole imprese del Piemonte

Segnali di rallentamento per le esportazioni delle piccole imprese manifatturiere del Piemonte.

 

Nel primo trimestre di quest’anno le esportazioni delle piccole imprese manifatturiere del Piemonte sono diminuite del -2,1% (era +2,3% l’anno prima) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, generando un giro d’affari di 2 miliardi e 936 milioni di euro, trainato dal settore alimentare (+11%).

 

E’ questo il risultato del dossier dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese, che ha analizzato i dati ISTAT sulle esportazioni delle micro-piccole e medie imprese del Piemonte, nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2020 confrontandoli con quelli dell’analogo periodo del 2019.

 

“Questi primi segnali di flessione – afferma Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – segnalano solo l’inizio degli effetti della pandemia che ha avuto il suo apice tra aprile e maggio. Il calo più importante si registrerà nei dati relativi al 2 trimestre 2020. In ogni caso, il giro d’affari di 2 miliardi e 936 milioni, conferma l’impegno degli artigiani per l’internazionalizzazione, per il miglioramento della qualità dei prodotti, e per l’apprendimento di nuove tecniche di vendita e di conoscenza dei mercati esteri”.

 

“Possiamo quindi affermare con ragionevole certezza – prosegue Felici – che il sistema economico manifatturiero del territorio, costituito da micro e piccole imprese fortemente specializzate, è attrezzato per affrontare anche questa nuova avventura. Il nostro territorio gioca un ruolo importante nell’export dell’Italia, l’Europa è il nostro principale partner, ma è l’intero continente ad essere stato coinvolto dal lockdown e dunque l’impatto negativo sarà generale.”

 

A livello provinciale, i dati parlano di un exploit di Torino con +19,8% rispetto al 2019 e 742,9 milioni di euro di prodotti piazzati all’estero. Segue Novara con +7,4% e 499,3 milioni di euro. In leggero calo Cuneo con un -0,7% e 530,4 milioni di controvalore venduto, segue Asti con -2,4% e 77,5 milioni di export. In calo Biella con -10,1% e 340,9 milioni di prodotti venduti all’estero, segue Vercelli con -13,8% con un valore di export pari a 258,1 milioni. In netto calo Alessandria -23,5% e 457 milioni di euro esportati e il Verbano -20,3% con 30,5 milioni di euro esportati.

 

Le imprese apprezzano le iniziative sull’export – conclude Felici – infatti sono sempre più propense a fare formazione. Per affacciarsi sui mercati esteri, infatti, occorrono competenze che non tutte le realtà hanno maturato. Speriamo che, passato questo momento di emergenza, con la Regione si possano riprogrammare le attività formative e proporre nuovi bandi sull’internazionalizzazione basati su: comunicazione, promozione integrata, formazione/informazione, sistema fieristico, commercio digitale e finanza agevolata”.

 

Analisi Nazionale

Nel I° trimestre 2020 in Italia diminuisce l’export dei comparti manifatturieri a maggiore concentrazione di Micro e Piccola Impresa con il -4,8% rispetto al I° trimestre 2019. Tale dinamica è peggiore rispetto al -2,0% dell’export dell’intero comparto manifatturiero – che rappresenta il 95,5% del totale dell’export – nel periodo e in controtendenza rispetto alla performance del made in Italy di MPI nel I° trimestre 2019 che segnava il +3,4%.

In chiave settoriale cresce soltanto l’export dei Prodotti alimentari con il +10,4%, mentre si osservano flessioni in tutti gli altri comparti: legno e prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili); articoli in paglia e materiali da intreccio segna il -4,7%, gli articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) il -6,3%, i prodotti tessili il -6,7%, i prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature il -8,2%, i mobili il -9,0%, i prodotti delle altre industrie manifatturiere il -10,1%, gli articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili il -10,7%; diminuzione anche per i prodotti della stampa e della riproduzione di supporti registrati, che rappresentano solo lo 0,02% delle esportazioni dei comparti di MPI, con il -16,9%.

 

 

 

 




Artigiani e fase3: ripartire ma non a tutti i costi

A un mese circa dalla fine del lockdown, che ha riguardato la quasi totalità delle attività produttive dell’artigianato, che hanno riaperto secondo il calendario previsto dai vari provvedimenti in materia, Confartigianato Torino ha voluto “misurare la febbre” delle imprese artigiane attraverso un questionario che è stato sottoposto a un campione di associati.

L’obiettivo è stato quello di valutare lo stato di salute del comparto artigiano sopravvissuto a una crisi sanitaria, sociale ed economica senza uguali che si è abbattuta su un tessuto produttivo già fragile e provato da un decennio di crisi.

 

Il sondaggio di Confartigianato Torino si è rivolto alle micro e piccole imprese artigiane associate: il 43,4% è titolare di un’impresa con al massimo cinque addetti mentre il 38,6% è un’impresa individuale.

 

L’esito del sondaggio ci restituisce una fotografia a tinte fosche del mondo dell’artigianato, caratterizzato da pessimismo per i mesi a venire.

 

La maggioranza del campione (56,6%) non ha fatto richiesta di finanziamenti, mentre del restante campione che ha richiesto finanziamenti: il 60,5% ha avuto esito positivo, il 10,5% è in attesa dell’erogazione e il 23,7% deve essere ancora processato.

 

Sul tema relativo allo strumento di sostegno più importante in questa fase, la quasi totalità del campione (81,7%) ha indicato i contributi a fondo perduto, il 9,8% il credito d’imposta su spese attività e contenimento Covid-19.

 

“E’ significativo che la maggioranza del campione non abbia chiesto finanziamenti per ripartire: gli artigiani non vogliono riprendere l’attività con un debito che prima o poi devono ripianare. Ed è altrettanto significativo che la maggioranza degli artigiani interpellati abbia segnalato quale misura più importante di sostegno i contributi a fondo perduto. Le imprese artigiane si sono poi dovute confrontare con procedure burocratiche e lungaggini per l’erogazione dei finanziamenti che hanno scoraggiato le richieste. Ripartire sì, ma non a tutti i costi. Alcuni hanno preferito fermarsi. Anche se secondo me il peggio deve ancora venire. Temo che in autunno il numero delle serrande abbassate aumenteranno, se il fatturato non riprenderà a salire”: questo il commento di Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino.

 

Alla domanda relativa alla valutazione sulla difficoltà del percorso operativo di accesso alle misure di sostegno messe in atto per le imprese, la maggioranza (80%) ha indicato un livello medio-alto di difficoltà.

 

“I nostri artigiani si ritrovano a doversi misurare con vincoli burocratici, lungaggini e difficoltà di accesso alle misure di sostegno. I percorsi di sostegno dovrebbero essere veloci e immediati, quasi automatici – riprende De Santis – Le nostre imprese sono allo stremo. Se vogliamo ripartire, dobbiamo sostenerle ma velocità e semplificazione sono fondamentali: ben venga la digitalizzazione delle procedure ma tenendo conto delle tecnologie a disposizione delle micro e piccole imprese.  Diversamente, non ci rimarrà che contare le imprese sopravvissute alla pandemia”.

 

“Pur nella comprensione dell’estrema difficoltà generalizzata che sortisce inevitabili risvolti nelle  scelte politiche – continua De Santis- non possiamo negare l’inconsistenza di alcuni provvedimenti che non si stanno traducendo in vero sostegno, soprattutto nel ritardo e nello slittamento temporale tra la necessità di fare presto, più volte manifestata, e l’effettiva attivazione di misure concrete di aiuto. Tale inadeguatezza e tali ritardi rischiano di minare definitivamente la possibilità di sopravvivenza delle imprese, vanificando qualsiasi modalità di ripartenza”.

 

Nella fase di riapertura le imprese artigiane hanno dovuto sostenere anche i costi relativi alla messa in sicurezza e alla sanificazione che deve essere effettuata in modo accurato e costante:

il 72,7 %del campione per la messa in atto delle misure di contenimento Covid ha sostenuto fino a 500 euro di costi, il 22,1% da 500 a 1.500 e il 3,9% da 1.500 a 3.000.

 

“Dall’inizio della pandemia le imprese artigiane del nostro territorio stanno vivendo situazioni di enorme difficoltà-continua De Santis-senza certezze sul futuro lavorativo, per molte di loro si sono bloccati i pagamenti con conseguenze sulla mancanza di liquidità per fronteggiare la riapertura dell’attività e sostenere le spese relative alla sicurezza sanitaria. Per gli artigiani i nodi da sciogliere sono diversi: senza risorse, per le nostre imprese diventa difficile sostenere i costi per la sicurezza.  Sappiamo bene che le imprese dovranno affrontare un periodo difficile per la loro sopravvivenza, anche, in considerazione delle norme che devono applicare”.

 

Sul tema lavoro emerge un quadro di pessimismo e preoccupazione. La metà del campione prevede una diminuzione delle commesse per i prossimi mesi a venire, il 24% ritiene che rimarranno costanti, mentre il 20% non sa ancora fare previsioni.

 

In merito alla diminuzione del personale: la maggioranza del campione (59,4%) ritiene di non dover licenziare il personale, il 17,4% prevede una riduzione del personale, mentre il 23% non sa ancora rispondere.

 

Per quanto riguarda il calo del fatturato per il trimestre marzo, aprile e maggio 2020 rispetto allo stesso trimestre 2019: il 29,6 del campione ha registrato un calo del 50%, il 25,9% fino al 30% e il 24,7% ha registrato un calo del 75%. 

 

Sugli investimenti da effettuarsi nei prossimi dodici mesi la maggioranza del campione (64,6%) non ha in programma di effettuarne, mentre il 6,1% prevede di fare investimenti per ampliamenti e il 4,9% per sostituzione. Il 24,4% non sa.

 

“C’è bisogno di agire bene e in fretta per evitare che alla pandemia si aggiunga una catastrofe economica-incalza De Santis-Le misure prese dal Governo rappresentano un primo passo, ma devono uscire dalla dichiarazione di intenti e divenire rapidamente azioni concrete. Il mondo delle pmi è allo stremo, non può più aspettare. La lentezza ha annullato l’efficacia di molti dei provvedimenti realizzati finora. Ci auguriamo serva da lezione per non ripetere lo stesso errore anche con il Decreto Rilancio.”

Per Confartigianato per corrispondere alle aspettative delle micro e piccole imprese occorre rafforzare l’efficacia del Dl Rilancio con una serie di interventi: l’aumento delle risorse stanziate per il Fondo Centrale di Garanzia; il rafforzamento degli ammortizzatori sociali; la rapida attuazione dello strumento dei contributi a fondo perduto, evitando che le tortuosità burocratiche ne rallentino l’erogazione, con l’incremento dell’attuale stanziamento e l’aumento delle percentuali di ristoro in relazione ai cali di fatturato.

Sul fronte fiscale si chiede la rateizzazione in 12 mesi dei versamenti tributari e contributivi sospesi fino al 16 settembre, anzi osiamo chiedere proprio perché necessario ora non solo la riduzione delle tasse in modo generalizzato, ma anche l’azzeramento di alcune di queste relative al periodo di chiusura totale. In materia di lavoro, è indispensabile eliminare i vincoli e le limitazioni agli strumenti di buona flessibilità, in particolare i contratti a termine, per i quali chiede di abolire il contributo addizionale previsto per ciascun rinnovo e l’obbligo di indicare la causale. In relazione all’aspetto fiscale del lavoro dipendente la richiesta di Confartigianato è quella di intervenire in modo deciso sul cuneo fiscale a vantaggio degli stessi lavoratori dipendenti ma anche delle stesse imprese datori di lavoro.

Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali si sollecita un ulteriore stanziamento di risorse per il Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’artigianato al fine di soddisfare le domande pervenute.

In ogni caso si sottolinea quanto sia fondamentale la velocità dei provvedimenti non solo a livello legislativo, ma attuativo altrimenti si rischia di progettare e legiferare su un paese allo stremo e desertificato delle piccole e piccolissime imprese artigiane che da sempre ne sono il tessuto trainante..