Da Confartigianato Torino lo stop alle polemiche sul “contributo Covid” di acconciatori ed estetisti

Confartigianato Imprese Torino mette stop alle polemiche di questi giorni sul fatto che la riorganizzazione del lavoro a causa del Covid-19 nei due settori abbia indotto alcuni titolari a ritoccare il listino dei prezzi.

“E’sbagliato generalizzare attaccando l’intero settore del benessere artigiano – sottolinea Giuseppe Falcocchio, responsabile area Benessere di Confartigianato Torino – a fronte di chi ha voluto aumentare i prezzi, la maggior parte degli operatori non ha praticato ritocchi”.

“Sottolineiamo come non esistano prezzi imposti in questo lavoro – rimarca Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – ma la qualità del servizio e tutta l’attenzione che viene garantita ai clienti per curare la loro bellezza e salute, potrebbe giustificare la scelta di un parrucchiere di rivedere il proprio listino. Quello che non va fatto, è giustificare l’aumento con dicitura “contributo Covid – 19”: questa è una cosa che non può sussistere e non deve passare il messaggio che i costi della ripartenza vengano scaricati sul cliente”.

“Particolarmente nei centri estetici – aggiunge Falcocchio – molte attenzioni e molti dispositivi di protezione facevano già parte delle dotazioni necessarie. Piuttosto a mancare, o difficilmente reperibili, sono proprio i dispositivi di protezione”.

Confartigianato Torino sottolinea come l’aumento dei prezzi sia imputabile non tanto all’acquisto di prodotti, quanto all’aumento dei tempi di lavoro.

“Parrucchieri ed estetisti – continua Falcocchio – da sempre assicurano e garantiscono igiene e sicurezza degli strumenti e degli ambienti; il problema, adesso, è che le operazioni di disinfezione e di ulteriore pulizia, che vengono svolte dopo il passaggio di ogni cliente, allungano gli orari di esercizio”.

Confartigianato Torino ricorda anche come chi ha ritoccato il listino, potrebbe averlo fatto perché sta proponendo soluzioni diverse, magari integrando ulteriori servizi ai trattamenti, o prodotti che sanno essere graditi dalla clientela.

“Credo che ognuno sia libero di guadagnarsi la fiducia dei propri clienti – conclude De Santis – e molte persone, particolarmente in questo periodo, lo apprezzano ancora di più. Ai clienti infatti viene offerto benessere psicofisico anche grazie alla costante formazione, che ha un costo, che i professionisti del settore svolgono e di cui si fanno carico”.




Confartigianato Imprese Cuneo si confronta con i Parlamentari della Granda

I cambiamenti in ambito socio economico legati alla Pandemia, l’utilizzo “ragionato” dei Fondi europei e la necessità di dare un valido sostegno al rilancio dell’artigianato e delle PMI, ma anche necessità più specifiche del territorio cuneese, quali il superamento delle sue gravi carenze infrastrutturali (Valico del Tenda, Colle della Maddalena, Traforo di Armo Cantarana), il sostegno agli ambiti più fragili della provincia, montagna e vallate, a rischio desertificazione, l’individuazione di strategie economiche per le imprese locali in forte difficoltà a causa del lockdown.

Questi i principali argomenti che verranno affrontati nell’incontro organizzato da Confartigianato Imprese Cuneo dal titolo “Il futuro nelle nostre mani: tra azione e responsabilità” al quale sono stati invitati tutti i Parlamentari eletti in provincia di Cuneo.

L’appuntamento, che si svolgerà sabato 5 dicembre a partire dalle ore 10,30 sulla piattaforma web de La stampa.it, sarà moderato da Massimo Mathis, caporedattore de La Stampa – Cuneo e vedrà la partecipazione di Luca Crosetto, presidente territoriale di Confartigianato Imprese Cuneo.

«In questo momento di grande incertezza – spiega il presidente Crosetto – le realtà istituzionali e produttive che agiscono sul territorio hanno il dovere di interrogarsi sul futuro, mettendo in campo le migliori forze e progettualità per individuare nuovi percorsi di sviluppo. Abbiamo un tessuto imprenditoriale ormai affranto per le limitazioni operative dovute alla pandemia, un territorio che, già fortemente penalizzato dalle carenze infrastrutturali, ha subito recentemente un ennesimo colpo con l’alluvione, vedendo così amplificato il suo isolamento.

Anche alla luce di quanto si sta dibattendo in sede europea, la nostra terra con le sue imprese volenterose e sempre pronte a rimboccarsi le maniche, merita più attenzione e più impegno nella ricerca di quelle risorse necessarie a rendere fluidi i percorsi di ripartenza: una viabilità efficiente, un sistema economico più agile e meno burocratico, una politica attenta al sostegno della piccola e media impresa che rappresenta da sempre il vero motore dell’economia nazionale».

Per seguire la diretta dell’evento è possibile registrarsi all’indirizzo web:




La sostenibilità come “valore d’impresa”

Sono stati la sostenibilità, e le sue tante declinazioni, affrontate in modo convinto e concreto, senza retorica, i temi centrali dell’evento organizzato da Confartigianato Cuneo, con il contributo di Fondazione CRC, lo scorso 14 luglio presso il Castello della Manta, per presentare il proprio bilancio sociale.

Giunta alla settima edizione, la pubblicazione, illustrata dal direttore generale Joseph Meineri, nelle sue 120 pagine racconta in modo qualitativo e quantitativo l’impegno e operato dell’Associazione di categoria, la più rappresentativa del settore artigiano e delle PMI in provincia, seconda in Italia per numero di Associati con oltre 9.600 associati. Ma non solo. Proseguendo il percorso di responsabilità sociale, volto a misurare e comunicare ai suoi referenti e stakeholder l’impatto del lavoro prodotto sul territorio, nell’ambito del sistema economico locale e delle comunità territoriali, Confartigianato ha connotato il proprio bilancio sugli aspetti e sugli impatti afferenti alla sostenibilità: ambientale, economica e sociale – con un esplicito riferimento agli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030.

«Asset di grande rilievo – ha commentato Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Cuneo – che consideriamo un “valore” per le nostre aziende – non a caso il volume si intitola “Valore d’Impresa”. Una rilevanza che, anche se non sempre è quantificabile con numeri e statistiche, trova nella rendicontazione del Bilancio uno strumento non solo utile e indispensabile, per tracciare quanto fatto, ma soprattutto per delineare con sempre maggior consapevolezza ed efficacia le linee guida per il futuro».

«Al centro – ha aggiunto Crosetto – la responsabilità sociale d’impresa che da sempre costituisce l’essenza delle imprese artigiane e della stessa nostra Associazione, attiva da 78 anni sul territorio provinciale, presente con 20 uffici e 190 dipendenti. In generale, le attività economiche non devono essere considerate solo come un centro di creazione di profitto, ma fulcro di interessi interconnessi, quelli degli imprenditori e dei lavoratori, dei clienti e dei fornitori, dei finanziatori e degli istituti di credito, dell’ambiente sociale, culturale, comunitario di riferimento. Le nostre imprese producono ricchezza, generano occupazione, presidiano i territori, salvaguardano tradizioni, sviluppano innovazione, creano relazioni. Sono fondamentali per lo sviluppo di un territorio e del Paese».

Questi temi, le loro declinazioni in ambito aziendale, sociale e ambientale, e le sfide che ne deriveranno per il futuro sono stati poi affrontati nella tavola rotonda svoltasi l’evento, moderata da Nicolas Lozito, giornalista de “La Stampa”, autore della newsletter “Il colore verde” e del podcast “Cambiamenti”.

Intervenuti al partecipato convegno, che ha visto la presenza di numerosi rappresentanti delle istituzioni, della politica, della società civile e del mondo produttivo, un ricco parterre di relatori che hanno affrontato il tema della sostenibilità sotto diversi aspetti interventi dopo i saluti di Paolo Vulcano, Sindaco di Manta, Ezio Raviola, presidente della Fondazione CRC, Mauro Gola, presidente della Camera di Commercio, e le introduzioni di Michele Quaglia, vicepresidente provinciale di Confartigianato Cuneo e Milena Viassone, Coordinatore del Campus di Management ed Economia – Università di Torino, Sede di Cuneo.

Hanno partecipato alla tavola rotonda Giacomo Ballari, presidente della Fondazione Agrion; Roberto Cavallo, A.D. Cooperativa ERICA; Marella Caramazza, Direttore generale di Istud Business School, Consigliere di amministrazione della Fondazione Cottino e del Cottino Impact Campus; Matteo Biffoni, Sindaco di Prato; Luca Cassani, Corporate Sustainability Manager Epson Italia;Piercarlo Rossi, Prof. ordinario Diritto Comparato Università degli studi di Torino.

A chiudere il momento di confronto le conclusioni del Ministro della Difesa Guido Crosetto che (come già avvenuto lo scorso anno durante la presentazione del Bilancio di Confartigianato svoltosi a Monforte d’Alba) ha offerto una visione sul tema di più ampio respiro, grazie al suo osservatorio privilegiato sulla politica nazionale e internazionale.




Confartigianato Trasporti: Il 60% delle merci trasportabili è sospesa

Le 6.403 imprese artigiane del trasporto del Piemonte insieme agli oltre 15mila addetti rischiano di fermarsi. La categoria, attraverso la prosecuzione dei servizi di trasporto e logistica essenziali come alimentari e farmaceutici, ci ha permesso di evitare il lockdown, ma ora rischia di non poter più andare avanti in quanto la produzione del 60% delle merci trasportabili è sospesa.

I mezzi che le trasportavano sono fermi, le imprese non producono reddito e devono far fronte ai costi di gestione. Gli autotrasportatori che continuano a lavorare, lo fanno con enormi difficoltà tra cui quella di dover viaggiare sottocosto per non poter bilanciare i traffici a causa della mancanza dei viaggi di ritorno.

Una situazione che, in entrambi i casi, sta portando sull’orlo del fallimento le 6.403 imprese artigiane piemontesi dell’autotrasporto che con i loro carichi, continuano a portare sostentamento ed assistenza al Paese.

“Sono settimane che anche le imprese artigiane del Piemonte dell’autotrasporto vivono un periodo di confusione e incertezza – commenta Aldo Caranta, Presidente Confartigianato Piemonte Trasporti – che si è generata a seguito del dilagare dell’emergenza coronavirus e dei conseguenti provvedimenti restrittivi imposti dalle autorità.”

“Ma se andiamo avanti in questo modo siamo costretti a fermarci – prosegue Caranta – perché non riusciamo più a sostenere le spese. Il costo dei pedaggi autostradali, rappresenta un’importante voce dei costi di gestione di una impresa di autotrasporto, dopo il personale e il carburante. I concessionari autostradali dovrebbero aiutarci a superare questo momento di emergenza. Potrebbero, ad esempio, annullare il pagamento dei pedaggi sino al termine della crisi sanitaria. E’necessario inoltre rispettare la norma sui termini di pagamento, per arginare e rimediare al fenomeno dei ritardi dei pagamenti che mettono ko le nostre imprese.”

 

“Le nostre imprese stanno pagando un prezzo altissimo alla crisi – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – e le piccole attività che ancora possono lavorare stanno dimostrando ancora una volta il loro grande senso civico facendo il loro dovere e la loro parte. Abbiamo condiviso la necessità di limitare alle attività essenziali la possibilità di lavorare, consapevoli dell’impatto economico, ma non vogliamo caricare ancora una volta sulle nostre spalle tutti gli oneri che questa situazione comporta. Non vorremmo dover essere i protagonisti principali della emergenza sociale che si sta palesando”.

“E’ giusto tutelare la nostra salute – conclude Felici – ma occorre pensare anche alla galassia di piccole imprese artigiane che non possono svolgere il proprio lavoro “da remoto” e vanno avanti grazie alla propria attività quando non sono obbligati a chiudere per norma o per mercato”.

 

Anche le 6.403 imprese artigiane dell’autotrasporto del Piemonte, hanno a disposizione un nuovo strumento informativo che le aiuterà a orientarsi tra i provvedimenti adottati, quasi quotidianamente, dalle Autorità nell’ambito dell’emergenza Coronavirus.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Credito imprese, Dino De Santis (Confartigianato Torino): “I dati verso le MPMI in miglioramento”

Il credito alle imprese artigiane del Piemonte fa segnare un miglioramento. Migliorano infatti le erogazioni degli Istituti di Credito del Piemonte verso le piccole realtà produttive.

A marzo di quest’anno, la tendenza rilevata è del –1,4% rispetto all’ultimo trimestre del 2019, che a sua volta fece rilevare un -1,9% sul terzo trimestre 2019.

E’ questo, in sintesi, ciò che emerge dal Focus “Trend dei prestiti alle imprese”, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato, che ha analizzato la situazione delle erogazioni nei primi 6 mesi di quest’anno.

L’analisi dei prestiti parte da un -0,5% di marzo 2018, passando al -2,3% dello stesso periodo del 2019, allo -2,6% di giugno, -1,9% di settembre e -2,9 di dicembre 2019, fino a questa risalita (-1,4% di marzo 2020).

“I dati sul credito verso le MPMI ci dicono come in Piemonte si registri un miglioramento, anche se parliamo di percentuali ancora con il segno meno davanti. E su questo dobbiamo ancora lavorare duramente”.
E’ il commento di Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino.

“In questo quadro di crescente rischio di depressione – continua De Santis – ci auguriamo che una forte boccata d’ossigeno per le imprese possa arrivare dalla liquidità che i Governi, nazionale e regionale, hanno già messo in circolo o si apprestano a farlo. Di sicuro il perdurare della stretta del credito sta nuocendo alle imprese artigiane. Chiediamo al governo e alla regione che il credito per le micro e piccole imprese divenga una priorità per l’agenda”.

“Soprattutto per gli artigiani e le piccole imprese il denaro rimane più scarso e più costoso rispetto a quello erogato alle aziende medio-grandi – commenta De Santis – e in confronto a quanto avviene nella media europea. Se le banche non tornano ad avere fiducia nei progetti di investimento degli artigiani, non ci sono presupposti per una ripresa del nostro settore, soprattutto in un momento di crisi epocale dove scarseggia la liquidità”.

“L’unica azione che può funzionare – continua De Santis – è quella finalizzata al vero sviluppo, puntando a costruire territori “a misura” di piccola impresa: con leggi semplici e chiare, con un fisco leggero, un credito a misura di piccola impresa e orientato alla competitività e incentivi all’innovazione digitale, con una formazione che unisca scuola e lavoro, il sapere e il saper fare. Bisogna ripartire dai territori, valorizzando chi come le imprese artigiane crea lavoro, sviluppo, presidio di legalità sul territorio e favorisce la coesione sociale”.

“Le difficoltà nelle erogazioni non possono che allarmarci – riprende De Santis – è evidente come sia necessario far sì che le piccole imprese e le attività in generale possano finanziarsi, con l’intento di investire per crescere”.

“Il problema grosso da affrontare sarà alla fine dell’estate, con il termine degli ammortizzatori sociali e in vista di una crisi che sarà da gestire con mano ferma e decisioni importanti – conclude il De Santis – per il momento si tratta solo di previsioni che speriamo vengano disattese dai fatti”.




Recovery Plan. Confartigianto imprese: Un’occasione che non deve essere sprecata

Anche il nostro tessuto imprenditoriale necessita di un vaccino per sconfiggere le malattie croniche che bloccano il sistema di micro e piccole imprese del nostro Paese e del Piemonte (costituito da 117mila circa imprese artigiane). Le riforme, per le quali il recovery plan è il nostro libro dei sogni, rappresentano il vaccino per colmare i ritardi dell’Italia accumulati negli anni, ancora prima della crisi sanitaria, ancora in corso”.

Ad affermarlo Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte che aggiunge: “nel frattempo però bisogna anche gestire l’emergenza e per farlo servono provvedimenti straordinari: ci preoccupano le scadenze fiscali e quelle dei crediti. La moratoria che scade il 30 aprile va rinnovata per evitare che le imprese, alla riapertura, si ritrovino strangolate da adempimenti fiscali e mutui. Chiediamo, in sintesi, un biennio fiscale bianco. Ma per pensare seriamente ad una ripartenza occorre avviare delle riforme profonde del nostro sistema che rimane quello con un fisco troppo alto, un’inadeguata digitalizzazione della PA, una giustizia lenta, una burocrazia asfissiante.”

 

“Per garantire una vitale accelerazione della crescita dell’economia italiana -afferma Felici-vanno migliorate le condizioni di competitività delle imprese, anche attraverso una maggiore efficienza dei servizi erogati dalla Pubblica amministrazione. Una sfida non da poco, considerato il momento storico.”

 

In un sondaggio effettuato da Confartigianato Imprese  emerge che il 15% delle piccole e medie imprese del Piemonte ha perso il 50% del fatturato ed il 32% è a rischio operativo. Ecco perché non si può sbagliare la misura dei prossimi interventi.

 

Non si può dimenticare però che l’Italia, secondo la comparazione internazionale del rapporto Doing Business 2020 della Banca Mondiale (2020), è al 58° posto nel mondo e terzultima nell’UE a 27, per facilità di fare impresa. E tutto questo ben prima della pandemia.

 

“Molteplici sono i ritardi da colmare nel nostro Paese – continua Felici –  in primis: fisco, burocrazia e giustizia, ma anche la svolta digitale, le opere pubbliche, i tempi di svolgimento degli appalti, l’emergenza occupazionale per giovani e donne sono obiettivi imprescindibili se si vorrà avviare una vera ripresa dopo la pandemia. Ricordiamoci che in tredici indicatori su venti esaminati nel confronto internazionale, l’Italia è agli ultimi tre posti tra i 27 paesi dell’Unione europea”.

 

“Per questo insistiamo  -riprende Felici – che il Recovery Plan deve tener conto delle esigenze delle piccole e medie imprese italiane che restano la spina dorsale del nostro sistema produttivo. Troppe volte in passato abbiamo assistito al varo di leggi, provvedimenti e strategie di investimento pensate solo per i grandi. Se si applicheranno le logiche utilizzate in passato, avremo sprecato un’occasione unica e irripetibile”.

«Chiediamo inoltre  – conclude Felici – di rendere stabili gli incentivi per le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica degli edifici, la proroga a tutto il 2023 del superbonus 110%, la valorizzazione degli appalti a km0, incentivi per collaborazione tra enti di ricerca pubblici e micro e piccole imprese e per favorire le reti di imprese impegnate in attività di economia circolare e di transizione ecologica».




Luca Crosetto, vicepresidente SMEunited: “Emergenza da affrontare e vincere uniti”

In uno dei periodi più duri del nostro tempo, SMEunited può e deve agire in maniera strategica in qualità di partner sociale per garantire l’aggiornamento e l’adattabilità delle misure europee e nazionali a salvaguardia della liquidità delle MPMI. Affrontiamo insieme questa sfida. Vinciamo uniti, o cadiamo insieme.

Così durante un recente Board dei Direttori di SMEunited – Associazione europea dell’artigianato e delle PMI, di cui Confartigianato Imprese è membro fondatore – il Vicepresidente di SMEunited con delega alle Politiche per le Imprese Luca Crosetto, anche presidente di Confartigianato Imprese Cuneo, ha esordito valorizzando l’importanza delle Associazioni di categoria europee e nazionali nell’individuare le misure necessarie per aiutare le imprese artigiane e le micro e piccole imprese in tempi così difficili.

Crosetto ha evidenziato l’importanza del ruolo che l’Unione Europea è chiamata a svolgere in questo periodo e come sia necessario parlare con una sola voce sia a livello europeo sia in ogni singolo Paese avendo come “Stella Polare” i principi della solidarietà, della coesione e della convergenza.

«All’inizio della diffusione – prosegue Crosetto – l’Italia era percepita come una minaccia. Alcuni Stati europei hanno chiuso le frontiere, hanno evitato ogni contatto. Però noi in quanto europei, ed in quanto organizzazioni che rappresentano gli imprenditori, abbiamo ora la responsabilità di mostrare la nostra unità, la nostra forza e i nostri sforzi per allineare le politiche e le misure economiche ai reali bisogni delle nostre aziende».
Le necessità delle imprese e le azioni finora messe in campo sono state oggetto del Board – che si è svolto in video conferenza – per contrastare a crisi economica e sociale causata dall’epidemia COVID-19.

Tra i temi più rilevanti emersi nel confronto, sicuramente la garanzia di liquidità, necessaria per mantenere in vita le imprese. In merito a questa sfida, SME United ha ribadito che talvolta le PMI incontrano comportamenti scorretti da parte delle banche, che applicano tassi di interesse elevati, commissioni elevate per le pratiche e richieste di prestito complesse. Bisogna semplificare e velocizzare la messa a disposizione di liquidità alle imprese. Semplicità e velocità devono essere le parole d’ordine.

La liquidità delle MPMI è resa ulteriormente fragile dai ritardi nei pagamenti da parte delle PA così come nei contratti tra privati. Anche su questo sarà necessario intervenire per assicurare la liquidità delle imprese.

In vista della revoca delle misure di restrizione e le conseguenti strategie d’uscita, SME United ha inoltre sottolineato l’importanza di stabilire misure sanitarie valide e efficienti, ma, allo stesso tempo, sostenibili dal punto di vista economico.
Infine, è stata poi evidenziata l’importanza dell’innovazione e della digitalizzazione per la crescita e la sostenibilità delle PMI, oltre che la necessaria attenzione che le piccole e medie imprese devono avere in relazione all’impatto del rimborso sui prestiti assunti sulla capacità d’investimento.




Felici (Confartigianato imprese Piemonte): Per far ripartire l’economia occorre passare da interventi di carattere emergenziale a riforme strutturali

L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte ha realizzato il compendio dei dati del primo semestre 2020 contenenti gli aspetti principali che caratterizzano il trend del comparto artigiano in Piemonte.

Le indagini trimestrali congiunturali elaborate dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte nell’ultimo trimestre 2019 e nei primi tre trimestri del 2020 sono contraddistinte da valutazioni fortemente negative a causa dell’emergenza Covid-19che ha inciso in modo pesantissimo non solo sulla situazione sanitaria, ma anche sull’andamento dell’economia.

“Come era prevedibile – commenta Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – il comparto artigiano ha risentito molto della crisi economica derivante dalla pandemia, sia dal punto di vista produttivo, sia da quello occupazionale. Per far ripartire l’economia occorre passare dagli interventi di carattere emergenziale a riforme strutturali, consentendo al sistema produttivo di riprendere a generare ricchezza ed occupazione reali”.

Alla contrazione dell’attività dovuta alla pandemia, si aggiungono i consueti ostacoli derivanti dall’eccesiva pressione fiscale, dal tempo e dal denaro perso a causa della burocrazia, dai perduranti ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni.

Il credito continua ad essere un altro punto dolente per le piccole imprese. Infatti l’analisi dei dati sui prestiti in Italia per dimensioni d’impresa evidenzia un miglioramento generalizzato, ma con un persistente ritardo delle imprese di minori dimensioni: a marzo 2020 i prestiti alle piccole imprese restano in territorio negativo, registrando un -1,6% che, pur migliore del -2,2% del dicembre 2019, è in controtendenza rispetto all’aumento dell’1,2% dei prestiti al totale delle imprese, trend che inverte il segno rispetto al -1,8% di tre mesi prima.

Per quanto riguarda le regioni in cui i prestiti alle piccole imprese sono al di sotto dello zero, i cali meno intensi nei primi tre mesi del 2020, ed in miglioramento rispetto ai tre mesi precedenti, sono: Sardegna (-0,4%), Molise e Sicilia (entrambe a -0,7%). Il calo maggiore è quello della Valle d’Aosta (-6,3%); flessioni decise, anche se in miglioramento, si registrano in Veneto (-3,7%), Marche (-3,1%) e Trento (-3,0%). In Piemonte il valore si attesta nel primo trimestre 2020 sul -1,4%, rispetto al -2,9% del trimestre precedente.

Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro della Regione Piemonte gli apprendisti, rispetto ai 30.515 del 2019, si attestano a 13.207 nei primi otto mesi del 2020.

In base alle più recenti risultanze dell’Osservatorio dell’Artigianato della Regione Piemonte, al 31 dicembre 2019 le imprese artigiane piemontesierano 116.425; l’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte stima che nel secondo semestre dell’anno 2020 si registrerà una flessione pari a 396 unità produttive scendendo così a 116.029 (la diminuzione più sensibile, in valore assoluto, riguarda la provincia di Torino che si posiziona sulle 59.744 imprese, con una riduzione pari a 229 unità produttive).

Al 31 dicembre 2019 l’occupazionenell’artigianato nella nostra regione si posizionava sui 243.746 occupati, di cui 132.426 autonomi e 111.320 dipendenti (nel 2007 gli addetti, tra titolari e dipendenti, erano 313.533, con una perdita nel periodo considerato di 69.787 occupati, pari al 22,25%).

“Dai dati nazionali pubblicati recentemente dall’ISTAT – osserva Felici – emerge un pesante bilancio dei conti pubblici riguardanti i primi sei mesi del 2020, quattro dei quali segnati dall’emergenza Covid-19. Nel primo semestre dell’anno il PIL si è ridotto dell’11,7% rispetto allo stesso periodo del 2019, con una perdita di 94,1 miliardi di euro, pari a 520 milioni al giorno. In relazione al valore aggiunto settoriale la manifattura registra il calo più ampio, con un valore aggiunto diminuito del 18,8% rispetto all’anno precedente. Le costruzioni fanno registrare un calo del 16,3%, mentre per i servizi si riscontra una flessione del -9,8%.

“In uno scenario problematico e segnato da un’emergenza sanitaria ed economica ben lungi dall’essere superate – conclude Felici – per la ripresa del nostro sistema produttivo è indispensabile un utilizzo delle risorse a sostegno dell’economia reale e non solo vincolato a pittoresche variazioni sul “green” e sul “digitale”.

 

 




Luca Crosetto confermato presidente di Confartigianato Imprese Cuneo. FOTO

Luca Crosetto è stato confermato per acclamazione presidente di Confartigianato Imprese Cuneo, la più rappresentativa organizzazione dell’artigianato e della piccola e media impresa in provincia, seconda in Italia per numero di associati con oltre 9000 aderenti.

La nomina durante il 40° Congresso territoriale dell’Associazione, svoltosi a Caramagna Piemonte lo scorso 5 dicembre e presieduto dal presidente nazionale di Confartigianato Imprese Marco Granelli. Durante la massima assise dell’Associazione i Delegati dei consigli zonali hanno votato all’unanimità per la squadra guidata da Crosetto e che vedrà come vicepresidente vicario Daniela Balestra (già vicepresidente uscente) e come vicepresidente Michele Quaglia.

 

luca crosetto
Luca Crosetto

«Ci sentiamo onorati e orgogliosi. – ha commentato Crosetto – Onorati, per la rinnovata fiducia che i colleghi e amici Dirigenti hanno voluto confermare alla nostra squadra, costituita nel segno della continuità e proiettata ad affrontare con slancio e tenacia le tante sfide che il futuro prospetterà al nostro settore, alle nostre imprese e al nostro territorio. Orgogliosi per essere riusciti, tutti insieme, a dare un forte segnale di unità e coesione, ingredienti fondamentali per permettere alla nostra Associazione di posizionarsi quale interlocutore autorevole e riconosciuto tra il tessuto economico locale e istituzioni, enti, ed altre organizzazioni. Sempre più strategico, infatti, sarà il ruolo dei corpi intermedi per meglio supportare aziende e, soprattutto, comunità e famiglie».

Crosetto, 50 anni, imprenditore nel settore della meccanizzazione agricola di Marene, è al secondo mandato come presidente provinciale, dopo una lunga esperienza in ambito associativo a vari livelli territoriali. Componente della Giunta nazionale di Confartigianato, attualmente è anche vicepresidente europeo di SMEUnited, l’Organizzazione europea dell’artigianato e delle PMI.

È, inoltre presidente di ARPROMA (Associazione Revisori Produttori Macchine Agricole), sodalizio che raggruppa circa 60 imprese della meccanica agricola

Nutrito il programma dei lavori congressuali, suddiviso in due parti.
Nella prima, dopo i saluti istituzionali di Federico Borgna, presidente della Provincia di Cuneo, Francesco Emanuel, sindaco di Caramagna Piemonte e Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Piemonte, Joseph Meineri direttore generale di Confartigianato Cuneo ha aperto i lavori congressuali.

Primo punto all’ordine del giorno è stato il conferimento dell’iscrizione all’Albo ad Honorem di Confartigianato Cuneo di due figure di spicco del mondo associativo: Elio Sartori, a lungo dirigente dell’Associazione, scomparso nel 2017, e Nicola Gaiero, stimato commercialista e revisore dei conti di Confartigianato Cuneo (nonché presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Cuneo), prematuramente mancato nel 2020.

 

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Dopo la presentazione delle candidature, dei programmi e la relazione sui quattro anni trascorsi da parte del presidente territoriale Crosetto, l’acclamazione degli eletti, contestuale alla votazione degli organi del Collegio dei Revisori dei Conti (effettivi: Davide Merlino, Franco Roagna, Lorenzo Vezza; supplenti: Gabriele Druetta, Maria Gabriella Rossotti) e Collegio dei Probiviri (effettivi: Maria Bertola, Claudio Dellerba, Renato Ghiso, Francesco Murru, Corrado Romano; supplenti: Giuseppe Baravalle, Luigi Cometto).
La seconda parte ha visto lo sviluppo di una interessante tavola rotonda sul tema “Generare valore artigiano” moderata da Marco Berry.

Sono intervenuti Filippo Barbera, professore ordinario di Sociologia Economica del Dipartimento CPS dell’Università di Torino, Giovanni Quaglia, presidente della Fondazione CRT, Ezio Raviola, vicepresidente della Fondazione CRC, Marco Granelli, presidente nazionale di Confartigianato Imprese.




Da Confartigianato Torino le richieste per interventi di sostegno per aziende e lavoratori

In Piemonte sono 14.271 le micro, piccole e medie imprese artigiane che si occupano di attività legate al turismo, quindi alle vacanze e allo svago, che cominciano a percepire gli effetti economici, diretti e indiretti, della paura da Coronavirus, con il conseguente rischio di pesanti riduzioni del giro d’affari o di una stessa chiusura.

Trasporti, ricettività, ristorazione, agroalimentare, servizi turistici, benessere, intrattenimento, attività ricreative e culturali ma anche artigianato artistico, abbigliamento e calzature; circa il 12% delle circa 117.00mila realtà artigiane del Piemonte, è coinvolta, direttamente o con l’indotto, nel mercato turistico regionale, e soddisfa le richieste dei 15 milioni di presenze.

Ammonta invece a 31.539 il totale delle imprese artigiane di tutti i settori, con 75.616 addetti, che in Piemonte sta segnalando difficoltà a causa del coronavirus.
A livello provinciale: Torino 15.467 imprese, Cuneo 5.148, Alessandria 2.830; Novara 2.549, Asti 1.608, Biella 1.506, Vercelli 1.224 e Verbano 1.207.

Sono questi i numeri chiave del dossier “Imprese e valore artigiano in Piemonte”, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato, che ha analizzato i comparti piemontesi del turismo e dell’artigianato attraverso i dati Istat e Unioncamere del 2019.

“Le imprese artigiane e le micro e piccole realtà sono fortemente preoccupate per le conseguenze del virus sull’economia del nostro territorio, per questo lavoriamo per scongiurare una “recessione” del Piemonte – commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – dalle imprese associate e da numerosi settori imprenditoriali, riceviamo quotidiane segnalazioni di rallentamenti di attività e ordinativi; in modo specifico parliamo dei trasporti, con bus e taxi, del benessere, con acconciatori e palestre, e ovviamente della ristorazione, degli eventi e della ricettività”.

“Insomma, c’è apprensione per i problemi degli artigiani, alle prese con il crollo degli incassi e le incombenti scadenze dei pagamenti– continua De Santis– le aziende chiedono una attenzione straordinaria verso ciò che sta accadendo e interventi concreti per limitare i danni infatti, se contro la paura non è possibile agire direttamente, al contrario si può intervenire per limitare gli effetti negativi su vendite e ordinativi, sul rallentamento delle attività e della logistica, o sull’eventuale mancanza di personale.

In ogni caso apprezziamo gli interventi del Comune a favore della sospensione dell’acconto della Tari, è un primo segnale di attenzione nei confronti del momento critico che stanno attraversando le nostre imprese”.

Chiediamo, inoltre alle istituzioni – conclude De Santis – che si disponga la sospensione delle ingiunzioni di pagamento, con l’eliminazione degli interessi e mantenendo solo l’importo dovuto”

L’Associazione degli Artigiani chiede, alla politica e alle istituzioni un impegno straordinario per far fronte a una situazione di criticità economica che potrebbe proseguire per mesi, e per chiedere allo Stato di intervenire economicamente anche in Piemonte nei confronti delle micro e piccole realtà già provate da 12 anni di crisi.

Inoltre, Confartigianato auspica, all’interno della Finanziaria di prossima approvazione, un congruo stanziamento di risorse per interventi automatici di sostegno verso le attività colpite. Questi dovranno servire a ridurre la pressione fiscale e contributiva a carico delle realtà che, con non poche difficoltà, vorranno mantenere il personale in organico o investire su nuove assunzioni stagionali mediante la riduzione dell’IRAP e di altre imposte locali.

L’artigianato piemontese nelle attività turistiche nelle province (2019)