La Prima commissione licenzia il Defr

La Prima commissione ha licenziato a maggioranza, insieme con la nota di aggiornamento, il Documento economico finanziario regionale (Defr).

Si articola in due sezioni: la prima disegna sinteticamente il contesto economico-finanziario e istituzionale di riferimento e gli obiettivi strategici della programmazione regionale in campo economico, sociale e territoriale; la seconda analizza la  situazione finanziaria della Regione.

Tutti i gruppi politici e l’assessore al bilancio hanno convenuto sulla necessità di aggiornare il documento alla luce dell’emergenza coronavirus e delle conseguenze che ha sul sistema economico-sociale piemontese.

Le opposizioni hanno chiesto aggiornamenti su diversi temi. L’assessore al bilancio ha precisato che il Piano per la competitività sarà la pietra miliare per la programmazione. Il Defr andrà in aula la prossima settimana.

Successivamente è iniziata la discussione generale sulla legge di stabilità e il bilancio 2020. Dai gruppi di minoranza è venuta la disponibilità a chiudere in tempi brevi l’iter dei due provvedimenti, data la situazione venutasi a creare con il coronavirus, purché si tengano in considerazione alcune proposte volte a reperire risorse da impegnare immediatamente nell’emergenza sanitaria, economica e sociale.

In particolare il gruppo Pd ha proposto di  spostare le risorse previste per il bollo auto sulla riduzione fiscale dell’Irap per le imprese maggiormente colpite, di avviare una grande campagna di promozione turistica quando l’emergenza sarà superata, congelando per questo le risorse previste per i piccoli comuni, da recuperare attraverso i fondi europei, e infine di ripristinare i cinque milioni per gli assegni di cura tagliati al torinese.

Il tema degli assegni di cura per Torino è stato ripreso anche dal gruppo M5s, che ha ribadito la sua disponibilità al confronto e a una rapida soluzione, parlando di un atteggiamento di responsabilità necessario di fronte alla situazione emergenziale.

Il gruppo della Lega ha registrato una volontà positiva da parte di tutti, ma ha difeso il finanziamento ai piccoli comuni perché rappresenta non solo un aiuto alle amministrazioni periferiche, ma anche una iniezione di risorse per le imprese e il tessuto economico locale. La Lega si è detta disponibile a un confronto che permetta interventi efficaci ma, di fronte alle risorse limitate della Regione, ritiene indispensabile un intervento corposo da parte del governo.

L’assessore al bilancio, dal canto suo, ha sottolineato che le risorse per affrontare l’emergenza ci sono, ma rimane disponibile a incrementarle, purché non si mettano in discussione le legittime scelte politiche della maggioranza che sono frutto di un percorso maturato nel tempo. Disponibilità  è stata anche data a istituire un tavolo di confronto sull’Irap, come chiesto dal gruppo di Luv.




Consiglio regionale: maggiori fondi in bilancio per la casa

La Commissione Urbanistica ha espresso parere favorevole a maggioranza sulle materie inerenti il welfare abitativo.

L’assessore alle Politiche per la casa ha illustrato le cifre di sua competenza inserite nel prossimo bilancio regionale. Ci saranno maggiori fondi per il sostegno alla locazione, il fondo salva mutui e per i genitori separati.

Lo stanziamento dedicato alle Aslo (Agenzia Sociale per la locazione) passerà infatti da 1.760.000 euro per il 2019 a 2.500.000 euro per ogni anno (2020, 2021, 2022), inoltre verrà creato uno stanziamento ex novo di 100 mila euro l’anno per agevolare l’accesso alla casa per i genitori separati e il fondo sociale per il sostegno della morosità incolpevole degli assegnatari degli alloggi sociali viene incrementato di 400 mila euro.

L’assessore ha anche precisato che entro il 2020 verrà emanato un bando per le cooperative per l’edilizia agevolata, questa volta però, per mancanza di fondi, il bando non prevedrà la presenza di un 20 per cento di appartamenti di edilizia convenzionata.

Sono intervenuti per chiedere chiarimenti diversi consiglieri di maggioranza e di opposizione.




Coronavirus, dalla Regione una moratoria sui mutui e un milione di euro

Una moratoria sui mutui delle aziende colpite e uno stanziamento di un milione di euro per fronteggiare le difficoltà dell’economia piemontese determinate dall’epidemia di coronavirus.

Per la moratoria la Regione ha aperto il confronto con Abi e le associazioni imprenditoriali. Sono gli interventi annunciati dall’assessore al bilancio stamane, In Prima commissione, nel corso della discussione generale sulla legge di stabilità.

L’assessore ha ricordato che, senza lo Stato, le Regioni possono fare poco. Per questo è aperta la discussione con il Governo, insieme alle altre Regioni, per un piano di sostegno che equipari le zone gialle come il Piemonte a quelle rosse.

Gli incentivi sul bollo auto e sull’Irap, per un totale di 15 milioni, sono gli altri temi al centro della legge di stabilità. L’assessore ha confermato, a partire dal 2020, l’esenzione per tre anni dall’imposta per chi, in possesso di un veicolo euro 0, euro 1 o euro 2 (sono 517 mila in Piemonte), lo sostituisca con una nuova auto euro 6 o superiori non oltre i 100 kilowatt di potenza. Per l’assessore è un atto concreto a sostegno del miglioramento dell’aria in una pianura padana in cui il Piemonte, rispetto alle altre regioni, sconta un numero superiore di auto fino a euro 2.

Per quanto riguarda l’Irap, la legge di stabilità prevede che l’insediamento o l’apertura di nuove aziende venga premiato con lo sgravio Irap dello 0,92%, la quota massima su cui la Regione ha potere di operare. Agevolazioni sull’Irap sono previste anche per chi assume nuovo personale.

Dal gruppo M5s è venuto l’invito, per quanto riguarda il bollo auto, a premiare con uno sconto la domiciliazione del pagamento e a unire per le esenzioni al dato della potenza anche quello delle emissioni di CO2 della vettura acquistata.

Dai tecnici è stato risposto che la legge nazionale non permette di considerare altri dati, oltre alla potenza e al livello di euro dell’auto. Per quanto riguarda la domiciliazione, l’assessore ha risposto che sarà avviata una sperimentazione, ma senza sconti per le note difficoltà di bilancio e per non perturbare il mercato, privilegiando un metodo di pagamento rispetto a un altro.

Dal gruppo Pd sono state espresse perplessità sul fatto che il risparmio di poche centinaia di euro del bollo possa essere sufficiente per invogliare all’acquisto di una nuova auto e sono stati chiesti chiarimenti sui settori in cui sono stati recuperati i 15 milioni investiti per gli incentivi fiscali.

Il capogruppo di Luv ha chiesto un focus sull’elusione dell’Irap da parte delle multinazionali, che spesso non pagano affatto o pagano meno di imprese più piccole. È stata anche chiesta una riflessione complessiva sulla rimodulazione dell’Irap regionale. Richieste cui si è associato anche il Pd.




Grattacielo Regione, il canone slitta al 2021

Il pagamento del canone annuale per la costruzione del Palazzo unico della Regione Piemonte slitta al 2021. Si tratta di 15,8 milioni che dovranno essere versati a partire da quando l’ente regionale occuperà con i suoi uffici il grattacielo del Lingotto. Al momento la previsione è a partire da settembre 2021.

Così è stato spiegato dall’assessore regionale al Patrimonio nel corso della seduta odierna della prima Commissione. Infatti i commissari dei gruppi di opposizione hanno chiesto chiarimenti sulle tabelle del bilancio 2020/22 presentate dall’assessore. L’esponente della Giunta ha risposto anche garantendo attenzione sulle bonifiche nell’area dove è in costruzione il Palazzo unico e sulla destinazione del Castello di Miasino (che era stato sequestrato alla criminalità organizzata).

L’assessore ha illustrato anche un aumento dei fondi per la manutenzione ordinaria – 700 mila euro nel 2020, 2,7 milioni nel 2021 e 2,7 nel 2022 – del patrimonio immobiliare della Regione e un aumento degli stanziamenti per la manutenzione straordinaria – nel 2020 di 2 milioni e nel 2021 di 2,2 milioni – per un miglioramento della fruizione delle varie sedi regionali.

 




Ritardi pagamenti P.A. I Comuni del Piemonte saldano le fatture a imprese in 39 giorni di media

I Comuni del Piemonte saldano le fatture alle imprese e ai professionisti, con una media di 39 giorni, fuori dai termini di legge, infatti il limite imposto dalla Direttiva Comunitaria sui pagamenti 2011/7/UE – recepita con il decreto legislativo 9 novembre 2012 n.192, impone 30 giorni come termine ordinario di pagamento per tutti i settori della PA.

Analizzando la velocità di pagamento dei Comuni del Piemonte: il 47,2% pagano entro i 30 giorni, il 42,4% entro i 60 giorni, 8,3% arrivano a 90 giorni e 1,9% tocca i 180 giorni e lo 0,2% va oltre i 180 giorni.

Nel I° semestre del 2019, le Amministrazioni Locali piemontesi hanno pagato parcelle per oltre 937milioni di euro.

E’ questo ciò che emerge dall’ultima analisi sui “Tempi di pagamento dei Comuni nel I° semestre 2019”, realizzata dall’Osservatorio per le PMI di Confartigianato Imprese, su dati MEF dei primi 6 mesi dell’anno appena concluso.

Secondo Confartigianato Imprese, per il peso dei debiti commerciali della Pubblica Amministrazione verso le imprese fornitrici di beni e servizi, nel 2018 l’Italia detiene il record negativo in Europa, con una quota pari al 3% del PIL, il doppio rispetto all’1,6% della media dei Paesi UE.

La corte di giustizia Ue condanna l’Italia per i ritardi degli enti pubblici nel saldare i propri debiti, a fronte della violazione della direttiva europea del 2011.

“La velocità media dei pagamenti che abbiamo rilevato non rispetta ancora i termini della direttiva comunitaria – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – infatti sono ancora tanti gli imprenditori piemontesi che ricevono i pagamenti oltre i 30 giorni, costringendoli ad attingere da risorse proprie o, peggio, ad indebitarsi con il sistema bancario.”

Al di là del dato regionale che con 39 giorni di media, sfora di 9 giorni il termine massimo previsto per legge per i pagamenti – continua Felici la nostra proposta è chiara: è sempre più necessaria la compensazione secca, diretta e universale tra i debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese e i debiti fiscali e contributivi delle imprese fornitrici della stessa PA”.

Dall’analisi regionale emerge come paghino entro il limite di legge, mediamente, solo la Valle d’Aosta (29 giorni), Friuli-Venezia Giulia (30 giorni), Sardegna (30 giorni) e Veneto (28 giorni). All’opposto i maggiori ritardi nei pagamenti si osservano per Calabria con 56 giorni, Umbria con 48 giorni, Molise 57 giorni,  Marche 41 giorni, Sicilia 45 giorni e Campania con 50 giorni.

Tra le province, sempre a livello nazionale, solo in un quarto di queste si registrano tempi medi di pagamento dei Comuni entro il limite di legge: le più virtuose sono la Provincia Autonoma di Bolzano con 20 giorni, Sondrio 24 giorni, Sassari 24 giorni, Bergamo e Verona con 25 giorni.

Nel I° semestre del 2019 le province del Piemonte: Cuneo ha pagato 136.231 milioni in 30 giorni, Novara 69.928 milioni in 25 giorni, Vercelli 44.073 milioni in 27 giorni, Torino 482.908 milioni in 43 giorni, Biella 34.948 milioni in 40 giorni, Verbano 50.704 milioni in 35giorni, Alessandria 79.078 milioni in 52 giorni e infine Asti 39.387 milioni in 46 giorni.

In un momento di grave crisi, che sta decimando le nostre imprese – conclude Felici – è vitale che la Pubblica amministrazione paghi il dovuto entro i termini stabiliti per Legge. Le micro e PMI artigiane per poter andare avanti e sopravvivere non possono attendere oltre quel limite, anche perché a loro volta devono pagare i fornitori, gli stipendi ai dipendenti e le tasse allo Stato, rispettando rigorosamente le diverse tempistiche”.

 

 




Fondi europei, in Piemonte incassati solo il 32% dei contributi stanziati

In Piemonte, fino a fine ottobre 2019, sono stati approvati contributi europei (Fondo europeo di sviluppo regionale – FESR) per un valore complessivo di 354 milioni di euro, ma soltanto il 32% di essi, pari a circa 115 milioni di euro, è stato effettivamente incassato dalle imprese che hanno presentato i progetti.

È quanto emerso da un’analisi elaborata in occasione della 14ma edizione di A&T 2020 (Fiera dedicata a innovazione, tecnologie e competenze 4.0) dal Gruppo Del Barba, società che opera da oltre vent’anni nel settore della finanza agevolata.

In Piemonte sono stati approvati 1522 progetti presentati all’Unione Europea. In particolare, l’analisi svolta ha riguardato i fondi destinati alla ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione che rappresentano il 65% della dotazione complessiva (231.319.756 euro) e quelli per la competitività dei sistemi produttivi al 35% (122.848.943 euro).

La nostra analisi – dichiara Stefano Ciacciarelli Direttore Generale Gruppo Del Barba – evidenzia come molto spesso le aziende si trovino in difficoltà nell’utilizzare i fondi che vengono approvati a livello regionale e non solo. Anche in Piemonte, come in altre parti del Paese ad eccezione di pochi casi virtuosi, ci troviamo di fronte alla difficoltà delle imprese di portare a termine l’iter progettuale fino ad incassare i fondi approvati. Può essere una questione di burocrazia o mancanza di strumenti e risorse in grado di finalizzare i progetti. Le imprese – continua Ciacciarelli – non possono perdere simili occasioni necessarie per sostenere la propria crescita ma devono affidarsi a chi ha competenze e conoscenze approfondite di questi processi”.

I DATI PROVINCIA PER PROVINCIA.

A Torino sono stati approvati 890 progetti per un valore complessivo di oltre 306 milioni di euro ma soltanto il 33,76% sono stati incassati dalle imprese.

Cuneo è al secondo posto per numero di progetti approvati (195) che ammontano a 21,6 milioni di euro e un incasso pari al 28,04%.

A Novara sono 111 i progetti approvati che hanno raccolto 9,66 milioni di euro: la percentuale dei pagamenti si attesta al 16,28%. Alessandria con 100 progetti approvati per un valore di 7,3 milioni di euro si posiziona al quarto posto in termini quantitativi con una percentuale di incasso pari al 23,25%.

A Vercelli sono 52 i progetti approvati che hanno raccolto 1,16 milioni di euro: la percentuale dei pagamenti si attesta al 34,13%. Ad Asti sono 47 i progetti approvati che hanno raccolto 1,9 milioni di euro: la percentuale dei pagamenti si attesta al 16,11%.

La provincia Verbano Cusio Ossola è fanalino di coda in termini di progetti approvati (33) per un valore di 1,65 milioni di euro e una percentuale di pagamenti che si attesta al 14,22%.

In termini di percentuale più alta di incasso, dopo il capoluogo regionale, è Biella la provincia più virtuosa con un 35,52% di incasso a fronte di un numero contenuto di progetti approvati (80).

L’analisi  rileva, inoltre, che ci sono 14 progetti che coinvolgono più comuni contemporaneamente con un valore complessivo di 1,8 milioni di euro ma con il dato più basso in termini di pagamenti (11,73%).

A livello Regionale ha rilevato che, al momento, risultano attualmente attivi (fino ad esaurimento fondi) 7 bandi per un valore complessivo di 192 milioni di euro.

Gli ambiti finanziati sono: l’internazionalizzazione (7 milioni di euro),l’attrazione e il radicamento di investimenti in Piemonte (30 milioni di euro),l’incremento occupazionale (3 milioni di euro),l’innovazione, sostenibilità ambientale, efficienza energetica e sicurezza dei luoghi di lavoro (40 milioni di euro),la ricerca e sviluppo (19 milioni di euro),l’acquisizione di aziende in crisi, impianti produttivi chiusi o a rischio di chiusura (3,4 milioni di euro) e lo sviluppo delle imprese, ammodernamento e innovazione dei processi produttivi (90,3 milioni di euro).

È attesa l’apertura di un ulteriore nuovo bando a supporto dello sviluppo e rinnovamento delle imprese.




Le banche lasciano i territori, Uncem: “Scelte dannose, avviata mobilitazione”

Condove, nel cuore della Val di Susa, abbiamo con tanti Sindaci e moltissimi cittadini ripetuto con forza e determinazione quanto Uncem afferma da almeno dieci anni.

Le banche che chiudono sportelli sui territori, come stanno facendo in particolare Unicredit e Intesa-San Paolo, lo fanno in primis a loro danno. Perché perderanno migliaia di correntisti, peraltro al momento neanche informati delle chiusure degli uffici dove hanno il conto.

Lo fanno a danno di Comuni e comunità locali che di certo guarderanno ad altro, ad esempio a Poste Italiane, per aprire un conto, scegliere la carta di credito o per la tesoreria dell’Ente.

A proposito, nei giorni scorsi, dopo aver scritto ad Abi, la risposta ricevuta da Antonio Patuelli, alla guida dell’Associazione Bancaria Italiana, ha dell’incredibile. Patuelli mi segnala che se i Comuni hanno la tesoreria presso una banca, questa non chiuderà lo sportello.

Da dieci anni sappiamo invece benissimo che così non è e che il libero mercato, con una Politica purtroppo debole e indebolita da continui attacchi, ha fatto sì che le grandi banche come molte medie e piccole, decidessero unilateralmente, senza alcun dialogo con politica e territori, di andare e smobilitare quanto creato sui territori.

Patisce la montagna, la collina, ma non solo. Patuelli dovrebbe sapere che alle gare per affidare la tesoreria, Comuni e Unioni ricevono quasi sempre il due di picche dalle banche. Che manco rispondono oppure provano a dettare condizioni inaccettabili.

Il sistema non funziona e i territori spoliati non possono essere accusati di non saper guardare al futuro. Sappiamo benissimo cosa sia la moneta elettronica piuttosto che l’home banking on line. Ci crediamo.

Ma quello che le banche non sanno è che il Paese è fatto di piccoli Comuni, di territori montani, di fragilità e di terza età sempre più ampia. Andarsene è emblematico di un sistema che risponde all’alta finanza, che ignora le comunità, che guarda con sufficienza ai Sindaci, ma che incamera ogni anno milioni e milioni di euro di utili. Chiude lo sportello, blocca il bancomat.

Danneggia se stessa e favorisce quanti restano. Come le Poste, che stanno potenziando offerta e capillarità. Il patto con loro funziona. Ed è il patto che la Politica forte vuole, deve fare anche con Anas, Rfi, oltre a imporre regole alle società private di telecomunicazioni e forse alle banche, come detto dal Ministro Boccia agli Stati generali della Montagna. Il momento è giusto. Gli Enti locali faranno la loro parte”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, a poche ore dall’incontro pubblico convocato a Condove con il Sindaco Jacopo Suppo al quale hanno partecipato intervenendo molti Sindaci piemontesi, il Presidente dell’Unione montana Pacifico Banchieri, la Consigliera regionale Francesca Frediani e anche il Sindaco di Monticello d’Alba Silvio Artusio Comba a nome dei colleghi del Roero.




Conciliazioni Corecom, restituiti 3 milioni dalle compagnie

Sono oltre 10.000 i contenziosi tra cittadini e operatori telefonici gestiti dal Corecom nel 2019, per un totale di circa 3 milioni di euro restituiti ai cittadini tra conciliazioni (primo grado) e definizioni (secondo grado).

Il biennio 2018/2019 è stato contrassegnato da un forte incremento dei contenziosi (oltre il 20% annuo).  Nel solo 2019 le domande sono state 9.948 (istanze di conciliazione e istanze di definizione), a cui vanno sommate le 79 pratiche presentate dagli operatori.

“Sono numeri importanti che confermano il Corecom Piemonte come eccellenza nazionale”, spiega il presidente del Comitato Alessandro De Cillis, recentemente nominato coordinatore nazionale dei presidenti Corecom.

“È una crescita che si concentra nei territori – continua – già in atto dalla fine del 2017 e che il lancio di Conciliaweb, la piattaforma digitale nazionale, ha senz’altro aiutato.

Torino continua a essere la realtà territoriale maggiormente presente, ma abbiamo notato un’ottima penetrazione del servizio nelle province di Vercelli e di Alessandria. Novara ha triplicato gli utenti. Abbiamo dimezzato i tempi medi di attesa e, in pochi giorni, anche con l’intervento del conciliatore, è possibile arrivare alla soluzione.

L’eccellente risultato è frutto della capacità della struttura di esprimere performance positive, che si sono potute concretizzare grazie alla sinergia con Agcom e con la conferenza delle assemblee legislative”.

Numeri sottolneati anche da Antonio Martusciello, commissario Agcom: “Oggi celebriamo un risultato importante, dobbiamo complimentarci con il presidente e i commissari Gianluca Nargiso e Vittorio Del Monte che, insieme alla struttura, hanno fatto un lavoro importantissimo. Il ruolo dei Corecom sarà ancora più fondamentale in futuro, potranno assolvere a molte questioni che riguardano la vita dei cittadini”.

L’87% delle domande in fase di conciliazione si è concluso con un accordo. Il numero complessivo di procedimenti chiusi è 10.076.

Il 60% dei contenziosi è stato trattato in udienza di conciliazione (il gestore e l’utente con l’intervento diretto del conciliatore in collegamento via webcam), il 35% in conciliazione semplificata (lo scambio asincrono di proposte scritte tra le parti e l’intervento del Corecom); il restante 5% è rappresentato dalle domande di definizione (c.d. secondo grado), ossia dalle controversie oggetto di istanza che non sono state risolte in sede di conciliazione.

Nell’ottica della dematerializzazione, tutta la documentazione è disponibile on line ed è stato eliminato l’utilizzo della carta. Gli utenti possono accedere al servizio tramite la piattaforma ConciliaWeb, unico canale per presentare le istanze e gestire le controversie.
Inoltre, per l’invio dei documenti, per accettare o rifiutare le proposte del gestore o partecipare alla videoudienza oggi è sufficiente uno smartphone.

La procedura d’urgenza
Contestualmente alla presentazione dell’istanza o durante il contenzioso è possibile, nel caso di sospensione della linea telefonica, richiederne la riattivazione immediata. Il Corecom, se ci sono i presupposti, ordina la riattivazione del servizio sino alla conclusione del procedimento conciliativo.

Nel 2019 sono pervenute 931 domande. Salvi i casi residuali di rinuncia, di inammissibilità o di rigetto, nel 60% dei casi la riattivazione è avvenuta spontaneamente in un periodo inferiore ai 10 giorni; mentre nel restante 40% è stato emesso il provvedimento temporaneo di riattivazione del servizio.

CORECOM E CYBERBULLISMO
Saranno 48 le scuole piemontesi coinvolte nella prima ricerca sul campo, che punta a studiare in modo approfondito il fenomeno delle molestie tra minori attraverso la rete. Si tratta di una ricerca pilota, voluta dal Corecom Piemonte e coordinata dall’Università, che rientra tra le iniziative al via grazie all’approvazione del protocollo d’intesa promosso dal Corecom, e sottoscritto da Giunta regionale, Università degli Studi di Torino e del Piemonte Orientale, Tribunale dei Minorenni, Garante regionale per l’infanzia e Ufficio scolastico regionale.

“Come Corecom ci siamo sempre occupati della tutela dei minori in rapporto ai media tradizionali”, sottolinea De Cillis. “Le problematiche che emergono dai nuovi media hanno richiesto un passo in più, come ci è richiesto dalla legge regionale. Per questo motivo, come coordinatori dell’osservatorio, abbiamo voluto sottoscrivere un’intesa con alcune delle più importanti istituzioni piemontesi con l’obiettivo di portare avanti un lavoro corale che affronti il fenomeno da tutti i punti di vista”.

In questa prima fase di sperimentazione verranno raccolti i dati con metodologia scientifica, mettendo al centro i ragazzi e il loro punto di vista.

Il protocollo impegna i soggetti a mettere in rete tutte le loro competenze per organizzare iniziative pubbliche, attività di monitoraggio, attività di approfondimento e ricerca.




Finanza agevolate, Confartigianato Cuneo incontra le imprese in Valle Bormida

Confartigianato Cuneo, in collaborazione con l’amministrazione comunale di Saliceto, ha organizzato in incontro, libero ed aperto a tutte le imprese, per il prossimo lunedì 17 febbraio, ore 20.30, presso la Sala Polivalente del Palazzo comunale di Saliceto (Piazza Carlo Giusta, 4).

All’incontro sono invitati in particolare gli artigiani e gli imprenditori della Valle Bormida, dei Comuni di Saliceto, Monesiglio, Camerana, Gorzegno, oltre che dei Comuni di Gottasecca, Prunetto, Mombarcaro, Montezomolo, Priero.

Dopo i saluti del Presidente della Zona Sergio Rizzo, introdurrà la serata Giorgio Felici, Presidente Regionale e Vicepresidente Vicario di Confartigianato Cuneo, che illustrerà missione e funzioni di Confartigianato.

In seguito, Roberto Maero, dell’Area Credito, approfondirà le opportunità e le possibilità collegate alla finanza agevolata, all’accesso al credito e alla partecipazione a bandi per le attività economiche.

Infine, Ileana Piccinelli, Coordinatrice sindacale e Responsabile della zona di Ceva, illustrerà gli adempimenti connessi agli ormai noti obblighi relativi a fatturazione elettronica e corrispettivi elettronici (scontrini e ricevute fiscali), presentando le soluzioni ideate da Confartigianato Cuneo per permettere alle imprese di ottemperare agli obblighi normativi in modo facile, veloce e conveniente.




Le imprese che delocalizzano dovranno restituire i contributi regionali

Le imprese beneficiarie di contributi regionali avranno l’obbligo di restituirli in caso di delocalizzazione fuori dal Piemonte o di mancata applicazione delle norme sulla sicurezza sul luogo di lavoro e di legislazione ambientale. È questo l’obiettivo principale della legge anti delocalizzazione, a prima firma Francesca Frediani (M5s), illustrata oggi in Terza Commissione, presieduta da Claudio Leone.

La Pdl era stata presentata nella passata legislatura: la commissione aveva concordato sull’opportunità di non ripetere le consultazioni già effettuate.

“Si tratta di uno strumento utile per arginare, almeno in parte, casi fin troppo frequenti in Italia e nella nostra regione dove aziende in piena salute, dopo aver beneficiato di contributi pubblici, spostano la produzione in paesi in cui il costo del lavoro è più basso” ha sottolineato Frediani.

Il testo prevede anche l’istituzione dell’Osservatorio per il controllo sulle delocalizzazioni produttive con il compito di acquisire e di monitorare i dati e le informazioni relativi al fenomeno delle delocalizzazioni, nonché di avanzare proposte che neutralizzino le incidenze negative del fenomeno.

Si prevede inoltre la stipula di “Contratti di insediamento” tra le imprese e la Regione Piemonte attraverso i quali si impegnano le imprese al mantenimento dell’attività per almeno sette anni dall’erogazione del contributo regionale.

Dopo l’illustrazione, sono intervenuti per chiarimenti i consiglieri Mauro Fava e Angelo Dago (entrambi della Lega), Raffaele Gallo (Pd) e Sean Sacco (M5s).