FinPiemonte, obiettivo finanziamenti più rapidi

E’ la riduzione dei tempi di gestione dei finanziamenti uno dei principali obiettivi di FinPiemonte, i primi risultati già si vedono. Lo ha dichiarato in prima Commissione – presieduta da Carlo Riva VercellottiMichele Vietti, presidente di FinPiemonte, nella audizione cui ha partecipato con i membri del Consiglio di amministrazione Marina Buoncristiani e Marco Allegretti, e con i vertici amministrativi dell’ente.

Nella programmazione europea appena conclusa, quella 2014-2020, FinPiemonte ha esercitato per conto della Regione un’attività di controllo e rendicontazione. I tempi medi delle istruttorie si sono ridotti del 40%, un segnale di attenzione per il problema, alla cui soluzione concorrerà anche il rinnovamento del sistema informatico in corso.

E’ stato ricordato che l’impegno di FinPiemonte, il suo core business, è di utilizzare gli strumenti finanziari in modo da moltiplicare sull’economia piemontese l’effetto dei finanziamenti erogati. Vietti, in riferimento alla programmazione europea conclusa, ha citato un effetto leva del 300%, che ha attivato investimenti di quasi 1,5 miliardi di euro.

Sollecitato dalle domande dei commissari intervenuti – Silvio Magliano (Moderati), Marco Grimaldi (Luv), Ivano Martinetti (M5s), Monica Canalis (Pd) e Federico Perugini (Lega) – il presidente di FinPiemonte ha reso noti altri dati sull’attività dell’ente. Per i ristori e bonus in seguito alla pandemia FinPiemonte ha erogato 128 milioni di euro che hanno raggiunto circa 60 mila beneficiari. I controlli a campione hanno portato alla revoca di circa 500 erogazioni. Altri 50 milioni di contributi nazionali verranno erogati entro il 2022 a circa 30 mila destinatari.

Dei 120 milioni di crediti “decotti”, molto risalenti, sono stati recuperati 50 milioni. Vietti ha anche confermato l’esistenza di un tesoretto di 90 milioni, fondi bloccati per bandi ormai chiusi o fondi rotativi. Si sta lavorando per trovare una soluzione tecnico-normativa per rimetterli a disposizione delle imprese piemontesi.

Non sono mancati i riferimenti al Pnnr. Vietti ha ricordato che FinPiemonte ha le professionalità e l’esperienza per collaborare sia nella progettazione degli interventi, sia nell’erogazione dei fondi, cosa che aiuterebbe il rispetto dei tempi fissati dall’Europa. Ma tocca al governo decidere se coinvolgere o meno le Regioni nella gestione del Piano.




Fondo solidarietà comunale: urgente integrazione di risorse

Cambiano le cifre che compongono il Fondo di solidarietà comunale. Nell’aggiornamento di ieri, 8 gennaio, molti Comuni si sono trovati un ulteriore taglio rispetto alla prima comunicazione del 23 dicembre. Poche decine di euro per gli Enti con meno di mille abitanti che fanno parte di continui aggiustamenti da parte del Dipartimento Finanza locale del Ministero dell’Interno. Qui la ricerca Comune per Comune

Calcoli e controcalcoli che è difficile capire anche per i ragionieri più esperti – spiegano Lido Riba e Marco Bussone, Presidenti Uncem regionale e nazionale – Uncem ha denunciato per prima, a Capodanno, i tagli all’FSC, in media del 5 per cento, chiedendo a Governo e Parlamento, oltre che a chi sta facendo i riparti, di colmarli urgentemente. Troppi Comuni hanno sospeso di scrivere il bilancio preventivo perché non sanno quali cifre inserire nelle entrate dell’FSC. Non va assolutamente bene. E ieri, le cifre sono nuovamente cambiate in queste ultime ore“.

Restano da ripartire ai Comuni 100 milioni di euro, in più rispetto al 2019, previsti per “specifiche esigenze di correzione nel riparto del Fondo di solidarietà comunale”, come si legge al comma 849 dell’articolo 1 della legge di bilancio 2020. “Il Ministero faccia in fretta – evidenzia Bussone – ad assegnarli. È molto urgente i Sindaci e i tecnici conoscano le cifre da mettere a bilancio. In fondo si tratta di integrazione di tagli che i Comuni avevano subito nel 2014. 560 milioni di euro in meno che nei prossimi tre anni finalmente verranno restituiti. Per il 2020 almeno metteranno in archivio i tagli previsti temporaneamente questi primi giorni dell’anno, portando l’FSC a crescere. Aspettiamo dunque le cifre definitive per ogni Comune. Che dovranno essere maggiori rispetto a quelle del 2019”.



Obbligo di iscrizione dell’indirizzo PEC (ora domicilio digitale) entro 1° ottobre

L’art. 37 del DL 76/2020 (Decreto Semplificazione) convertito con la L. 120/2020 pubblicata in Gazzetta Ufficiale del 14.09.2020 prescrive che tutte le imprese individuali o costituite in forma societaria iscrivano al registro imprese il proprio domicilio digitale entro il 1° ottobre 2020.

Tutte le imprese che non abbiano ancora provveduto devono pertanto ottemperare all’obbligo di comunicazione di una PEC (Posta Elettronica Certificata) valida e al registro imprese.

In difetto di comunicazione entro il 1° ottobre 2020 l’ufficio del Registro delle imprese dovrà procedere all’accertamento dell’omissione elevando la conseguente sanzione, che ai sensi del medesimo articolo 37 del citato decreto risulta triplicata per le imprese individuali e raddoppiata per le società.

In particolare:
· per le società verrà comminata la sanzione disposta dall’art. 2630 c.c., in misura raddoppiata, per ciascun amministratore in carica alla data del 2 ottobre, cioè da 206,00 a 2.064,00 euro;
· per le imprese individuali verrà comminata la sanzione disposta dall’art. 2194 c.c., in misura triplicata, cioè da 30,00 a 1.548,00 euro.