Piazza San Carlo: tutti condannati a un anno e mezzo, anche l’Appendino

Sono stati tutti condannati a un anno e sei mesi i 5 imputati – tra cui la sindaca di Torino Chiara Appendino – nel processo con rito abbreviato per i fatti di piazza San Carlo. Il procedimento si riferisce a quanto accadde nel capoluogo piemontese la sera del 3 giugno 2017, durante la proiezione su maxischermo della finalissima di Champions League: una serie di ondate di panico tra la folla portarono a 1.600 feriti e in seguito alla morte di due donne a causa delle lesioni subite.

Dice di provare “amarezza” la sindaca di Torino, Chiara Appendino, che in un lungo post su Facebook commenta la condanna per i fatti di piazza San Carlo.

Appendino sottolinea di non avere intenzione di sottrarsi alle responsabilità, ma “è altrettanto vero che oggi devo rispondere, in quanto sindaca, di fatti scatenati da un gesto – folle – di una banda di rapinatori”, aggiunge sostenendo che sul “difficile ruolo dei sindaci forse andrebbe aperta una sana discussione”. Appendino conclude dicendosi “fiduciosa di riuscire a far valere le nostre tesi nei prossimi gradi di giudizio”.

Fonte: ansa.it




Torino. Ristorante sanzionato e chiuso per 5 giorni per violazione norme anti covid

Ieri pomeriggio, a seguito di una segnalazione con la quale si riferiva di assembramenti all’interno di un locale, agenti del Reparto Polizia Commerciale della Polizia Municipale, unitamente alla Polizia di Stato, hanno accertato che nel ristorante indicato, in via San Francesco da Paola, si stava svolgendo una festa.

Nel locale erano presenti 17 persone, alcune sedute ai tavoli intente a consumare alimenti e bevande mentre altre erano impegnate in balli a ritmo di musica riprodotta all’interno del ristorante. I tavolini erano uniti in un unico tavolata a forma di “L” e le persone sedute, più di dieci e non conviventi, non erano distanziate come previsto dalle norme sul distanziamento sociale per impedire la diffusione del Covid-19.

Inoltre, all’esterno del locale, non era presente il cartello indicante la capienza massima del locale.
Il titolare è stato sanzionato per inadempienza alle normative anti Covid-19 e il ristorante è stato chiuso per 5 giorni, come previsto dallo stesso DPCM.




Unanime il Consiglio regionale chiede la liberazione di Djalali

Il Consiglio regionale è impegnato “ad attivarsi con urgenza presso i ministeri competenti affinché continui l’azione presso le autorità iraniane per chiedere l’immediata revoca della condanna a morte del dottor Djalali e si faccia promotrice di ogni forma di sensibilizzazione e mobilitazione per la scarcerazione del medico e ricercatore.”

Così dispone, proprio nella Giornata internazionale dei diritti umani, l’ordine del giorno 449 “Richiesta di un intervento urgente per il rilascio del ricercatore Ahmadreza Djalali, ingiustamente detenuto in Iran”, sottoscritto da tutti i gruppi, primo firmatario Domenico Rossi (Pd) e approvato oggi all’unanimità dall’Assemblea di Palazzo Lascaris.

Poco prima, una delegazione consiliare – guidata dal presidente Stefano Allasia e composta dai membri dell’Udp, Gianluca Gavazza e Michele Mosca (Lega) e i consiglieri Silvio Magliano (Moderati) e Rossi – aveva incontrato un gruppo di attivisti pro Djalali, con una rappresentanza di Amnesty International e del Partito radicale, che manifestava davanti alla sede del Consiglio regionale .

“Nella giornata mondiale dei diritti umani, il voto unanime dell’assemblea legislativa  a questo atto di indirizzo, assume un valore ancora più rilevante. Come già affermato nel mio appello della scorsa settimana, chiedo che venga annullata la pena capitale al ricercatore irano-svedese  Ahmadreza Djalali – afferma Allasia – e che si disponga il suo rilascio. Nessuna ragione di Stato giustifica l’uccisione di un uomo, la pena di morte è un atto atroce che viola il diritto alla vita.”

Infatti, il presidente Allasia già la scorsa settimana, aveva pubblicato un appello a favore del ricercatore che aveva operato all’Università del Piemonte Orientale di Novara e che è recluso in isolamento presso la prigione iraniana di Raja’i Shahr a Karaj.




Allasia: “Si fermi l’esecuzione di Djalali”

Il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Stefano Allasia, chiede che venga fermata l’esecuzione di Ahmadreza Djalali.

“Chiedo che venga sospesa la pena capitale del ricercatore irano-svedese in Medicina dei disastri Ahmadreza Djalali – afferma Allasia – e che si disponga il suo rilascio. Nessuna ragione di Stato giustifica l’uccisione di un uomo. Sono rimaste solo poche ore per bloccare l’esecuzione di Djalali, non possiamo permettere che un uomo venga giustiziato senza la possibilità di un giusto processo. Mi appello al governo iraniano affinché fermi la condanna a morte e chiedo agli Stati della comunità internazionale di intervenire attraverso le loro ambasciate a Teheran”.

Il Consiglio, con la costituzione del Comitato diritti umani, ha voluto promuoverne la salvaguardia e operare a fianco delle associazioni che si riconoscono nei principi di solidarietà internazionale e che si occupano della salvaguardia di tali basilari diritti.

Secondo quanto riportato ad Amnesty International da Vida, il ricercatore, che ha lavorato anche all’Università del Piemonte Orientale di Novara, è stato trasferito in isolamento nella prigione di Raja’i Shahr a Karaj e sarà presto eseguita la sentenza capitale a cui è stato condannato.

Ahmadreza Djalali è stato condannato in via definitiva a morte da un tribunale iraniano con l’accusa di “spionaggio”.




Camera di commercio di Torino: solidarietà nei confronti di Stampa e Repubblica 

Il Presidente Dario Gallina, il Segretario Generale Guido Bolatto e tutto il Consiglio della Camera di commercio di Torino, nel condannare la violenza del gesto compiuto questa mattina, esprimono la più completa solidarietà nei confronti dei giornalisti e di tutti i lavoratori delle testate di Stampa e Repubblica.

In un momento così complesso per il territorio, la libertà di stampa è un valore sempre più imprescindibile: è dunque responsabilità di tutti, istituzioni e cittadini, ribadirne l’importanza e schierarsi in sua difesa, di fronte a qualunque genere di attacco o intimidazione.




Il presidente Stefano Allasia condanna le violenze ed esprime solidarietà alle forze dell’ordine

Ferma condanna per le violenze e devastazioni di ieri sera nelle vie del centro di Torino.

Desidero esprimere la mia massima solidarietà e gratitudine alle forze dell’ordine impegnate ad arginare teppisti e criminali infiltrati nella pacifica protesta di commercianti e lavoratori.

E’ stata un’ inaccettabile violenza che nulla ha a che vedere con le comprensibili ragioni di chi è preoccupato per le ripercussioni economiche della pandemia e delle misure per contenere la diffusione del contagio.

Torino non merita uno scempio del genere, mi auguro che gli autori di queste devastazione vengano assicurati quanto prima alla giustizia con pene severe ed esemplari.




Il Cordoglio del presidente Alberto Cirio, per la scomparsa di Jole Santelli

In mattinata è arrivato il commento del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, collega di partito della Santelli in Forza Italia:

È un dolore grandissimo. Jole era ed è una persona a cui volevo e voglio molto bene. La sua scomparsa è una perdita personale, ma è anche una grande perdita per il nostro Paese, perché è una persona che ha sempre messo prima il suo territorio, la sua Calabria, il suo impegno istituzionale, prima di qualsiasi altro interesse di partito o politico. Ci mancherà tanto.

Prendiamola a esempio di come ci si deve comportare nei nostri ruoli istituzionali e anche per ricordare che le altre malattie continuano purtroppo a esistere e questa convivenza con la recrudescenza del Covid ci deve allarmare sulla necessità di mantenere gli ospedali attivi e al servizio della popolazione per ogni patologia.




Il cordoglio del presidente Stefano Allasia per la scomparsa di Jole Santelli

A nome del Consiglio regionale del Piemonte desidero esprimere profondo cordoglio per la scomparsa di Jole Santelli, prima donna presidente della Regione Calabria.

Persona generosa, appassionata e combattiva, da sempre stimata da tutti, è stata un’amministratrice fortemente legata alla propria terra.

Sincera vicinanza alla sua famiglia e ai suoi cari in questa triste giornata.




Scomparsa presidente nazionaleAnpi, il cordoglio di Allasia e Sallizzoni

«La scomparsa di Carla Nespolo ci addolora. Ci lascia una grande donna e una grande piemontese». Con queste parole Stefano Allasia e Mauro Salizzoni, presidente e vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte e del Comitato Resistenza e Costituzione, ricordano Carla Nespolo, prima donna e primo non partigiano a guidare l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia-ANPI.

«Una vita dedicata alla difesa dei valori della Costituzione e degli ideali dell’antifascismo. Un impegno politico, sociale e culturale iniziato in Piemonte e proseguito poi a Roma, dove per quattro legislature è stata deputata e senatrice. Lo scorso 25 aprile come Consiglio regionale abbiamo voluto ‘festeggiare’ la Liberazione con un’iniziativa sul web. Anche Carla Nespolo intervenne. La vogliamo ricordare con queste sue parole: “Facciamo sì che questo 25 Aprile 2020 ci indichi la strada per una società più libera e solidale. Sarà una nuova rinascita che i partigiani avrebbero voluto”».




Alberto Cirio come Aldo Moro, la solidarietà e la ferma condanna del presidente del Consiglio regionale

A nome del Consiglio regionale del Piemonte esprimo totale solidarietà e vicinanza ad Alberto Cirio e ferma condanna per la vile e spregevole minaccia ricevuta.

I manifesti ignobili che raffigurano il presidente della Regione Piemonte come Aldo Moro ostaggio delle Br, sono un atto gravissimo e ripugnante che va condannato in modo perentorio. Non possiamo accettare rigurgiti di violenza che si rifanno a periodi oscuri  come quelli del terrorismo.

Mi aspetto la condanna unanime contro l’inaccettabile escalation di messaggi eversivi. Mi auguro che gli autori di questa infame azione vengano assicurati al più presto alla giustizia.