Via libera a 1 milione di euro per non buttare il cibo

Un milione di euro per non buttare via il cibo avanzato. Questo lo stanziamento annunciato per ottimizzare gli interventi di recupero beni invenduti, soprattutto per quanto riguarda la conservazione dei cibi freschi e il rispetto della catena del freddo per i surgelati. Lo prevede la proposta di regolamento relativa alla “Disciplina per l’anno 2021 in materia di interventi di recupero e valorizzazione dei beni invenduti”, presentata per la Giunta regionale dall’assessore al Welfare Chiara Caucino, su cui la Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco, ha espresso questa mattina parere favorevole all’unanimità.

“Una misura – ha sottolineato Caucino – che la Giunta ritiene importante, in un momento in cui le conseguenze della pandemia si sono riversate sulle famiglie e sui più deboli e hanno visto crescere le richieste d’aiuto a chi gestisce le mense per i poveri”.

“C’è relativa disponibilità di derrate alimentari – ha continuato l’assessore – ma ci sono difficoltà nel raccogliere, stoccare e distribuire i prodotti freschi e surgelati per mancanza di attrezzature idonee. Con queste risorse, di natura strettamente regionale, intendiamo contribuire a risolvere tali problemi”.

Si tratta di un avviso non competitivo, rivolto alle sole organizzazioni accreditate dall’agenzia nazionale Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), denominate Organizzazioni partner capofila (Opc) e che in Piemonte raccolgono complessivamente 705 Organizzazioni partner territoriali (Opt), grazie alle quali le risorse alimentari raccolte vengono distribuite capillarmente su tutto il territorio piemontese.

Le Opc piemontesi sono dieci: Banco alimentare Piemonte, Banco alimentare di Alessandria, che rappresentano 573 Opt e l’81,3% dell’intera rete. A esse si aggiungono i Comitati Cri della provincia di Como (che lavora per la San Vincenzo di Torino), di Asti, di Casale Monferrato, della provincia di Torino, della provincia di Verbania, Caritas diocesana di Casale Monferrato, di Fossano e Banco delle Opere di Carità, che rappresentano complessivamente 132 Opt e il 18,7% della rete.

Il milione di euro prevede 900mila euro in conto capitale e 100mila in parte corrente. Della parte in conto capitale, destinata all’acquisto di attrezzature per stoccaggio e distribuzione del cibo, 400mila euro saranno suddivisi in quota eguale per il numero delle Opc e i restanti 500mila in proporzione al numero di Opt raggruppate. La parte in quota corrente, destinata a costi per il personale, software e attività di supporto, sarà divisa in parti uguali tra Opc.

I progetti sono finanziabili per un massimo del 90% del loro costo, con un cofinanziamento minimo del 10% da parte dei soggetti proponenti.

Sono intervenuti per domande Silvio Magliano (Moderati) e Monica Canalis (Pd).

Nel corso della seduta il presidente Stecco ha annunciato di aver proposto all’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea, con i vicepresidenti di maggioranza e di minoranza della Commissione Andrea Cane e Domenico Rossi, di illuminare Palazzo Lascaris di color foglia di tè la sera di mercoledì 17 novembre, primo anniversario del varo della Strategia globale dell’Organizzazione mondiale della Sanità per l’eliminazione del tumore della cervice uterina.




Pnrr, Avetta (PD): “La Regione penalizza ancora una volta la città metropolitana”

“Nell’ambito del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza la Regione distribuirà 36 milioni, per gran parte fondi del Governo nazionale, a favore dei Comuni piemontesi per realizzare opere sui loro territori. Certamente una buona notizia, soprattutto perché gli interventi in questione riguardano la messa in sicurezza del territorio, la viabilità, l’edilizia, ecc., tutte questioni molto rilevanti.

Peccato che, anche questa volta, si registri una evidente disparità di trattamento, con poche risorse per l’area metropolitana di Torino e la maggior parte destinata al resto del Piemonte. Né si comprende dove stia l’oggettività dei criteri in base ai quali è stata effettuata questa ripartizione. Come già in altre occasioni, anche con i soldi del Pnrr, la Giunta regionale non teme di confermare la propria propensione a favorire il Piemonte 2.

La sproporzione tra i Comuni della ex provincia di Torino e quelli del resto del Piemonte è netta. La prima linea di finanziamento destina 19 milioni di fondi statali, e di questi solo 4,5, milioni sono destinati ai comuni del Torinese. In canavese, ad esempio, solo Ivrea beneficerà di un finanziamento.

La seconda tranche per 9 milioni verrà erogata seguendo la graduatoria della legge 18/84: avevo già evidenziato come anche questi criteri fossero fortemente penalizzanti per i comuni della ex provincia di Torino, che, infatti, beneficeranno di soli 2,4 milioni. 

La terza linea è finanziata con 8 milioni per il dissesto idrogeologico e, anche in questo caso, ai comuni della nostra ex provincia arriverà 1 milione soltanto. La Città Metropolitana di Torino vale, per numero di abitanti e di comuni, la metà del Piemonte: 8 milioni su 36 complessivi sono solo il 22%. Siamo molto lontani dalla “metà”.

Il Pnrr rappresenta un’irripetibile occasione per i nostri territori, per tutti i nostri territori, e se non vogliamo sprecare questa opportunità serve una gestione razionale e più trasparente delle risorse, senza indulgere in localismi. Le regole adottate dalla Regione per distribuire queste risorse producono esiti inaccettabili per i comuni e per i cittadini della nostra ex provincia. Chiaro che per la Giunta Cirio l’area di Torino ha cessato di essere ‘bellissima’. Occorre una immediata correzione di rotta applicando equità e soprattutto buon senso”. 

 




Marsiaj: “Il festival dell’economia a Torino costituisce un importante riconoscimento per la città”

“La scelta di Torino come sede per il Festival dell’Economia costituisce un importante riconoscimento per la nostra città. Torino possiede un vivissimo patrimonio di cultura economica, costantemente alimentato dai contributi delle nostre Istituzioni universitarie, degli istituti di ricerca e di tutti gli enti di livello internazionale presenti sul territorio.

Anche l’Unione Industriali farà la sua parte, mettendo a disposizione le sue competenze e l’esperienza fondata su oltre un secolo di storia. Mi pare significativo e molto bello che il tema di quest’anno – a me particolarmente caro – riguardi le forme di disuguaglianza sociale, che la pandemia ha esacerbato, e che trovano a Torino una sensibilità particolare. Per ricominciare a crescere come Paese dobbiamo ripartire dal lavoro, ponendo al centro l’individuo e una seria riflessione sul futuro che vogliamo costruire”.




BONUS CASA – Da Confartigianato Imprese Edilizia Piemonte la richiesta della loro proroga

I bonus casa, in scadenza al 31 dicembre prossimo, sono riapparsi nell’agenda del Governo nella bozza di Manovra di Bilancio 2022. Messi in ombra dal superbonus 110%, i vari bonus casa al 50%, ecobonus per singole unità immobiliari al 65%, bonus mobili e bonus verde, da una prima lettura del Documento, parrebbero essere confermati per altri 3 anni. Non così il bonus facciate, che verrebbe cancellato.

 

Gli effetti degli interventi sulle detrazioni edilizie, anche nel Piemonte ricadono su una ampia platea di imprese della filiera, che comprende edilizia, installazione di impianti e altri lavori specializzati nelle costruzioni, produzione di manufatti per l’edilizia e i servizi immobiliari e degli studi professionali di ingegneria e architettura; il comparto edile del Piemonte, infatti, offre lavoro a oltre 49mila imprese artigiane che impiegano 150mila addetti.

 

“Gli incentivi vanno tutti riconfermati commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Piemonte – poiché da oltre 20 anni hanno consentito la tenuta delle attività del settore delle costruzioni e dell’indotto, soprattutto negli anni più bui della crisi”.

 

“Per questo – afferma Enzo Tanino, Presidente di Confartigianato Piemonte Edilizia abbiamo il timore che la ripresa in corso possa venire rallentata dal ridimensionamento di questi interventi fiscali espansivi che, in modo tangibile, stanno sostenendo la crescita degli investimenti in abitazioni. In particolare la cancellazione del bonus facciate e la possibilità di applicare il 110% solo ai condomini potrebbe frenare il comparto edilizia e penalizzare soprattutto le piccole imprese artigiane”.

 

Vanno, al contrario, nella direzione giusta – prosegue Tanino le risoluzioni parlamentari sulla ‘Nota di Aggiornamento al DEF 2021’ approvate la scorsa settimana, nelle quali si indica la necessità di una proroga dei vari bonus edilizi”.

 

“Tutto questo però – conclude Felici – richiede una strategia temporale più ampia, che vada oltre ai continui rinnovi annuali dei bonus e che sia coerente con la tempistica reale degli interventi edilizi: dalla progettazione alla chiusura del cantiere passano spesso parecchi mesi”.

 

Confartigianato Imprese Piemonte sottolinea la necessità di confermare nella prossima legge di bilancio il pacchetto di bonus edilizi. Gli incentivi interessano una filiera con oltre 2 milioni di addetti, più di 8 su 10 nelle MPI.

 

 

 

 




Confagricoltura Piemonte: Pubblicate le ultime graduatorie della misura 10 del Psr

La Regione, con la determinazione dirigenziale n. 914 di ieri 25 ottobre ha approvato le ultime graduatorie della misura 10 del Psr, relative alle operazioni:

– 10.1.5 (tecniche per la riduzione delle emissioni di ammoniaca e gas serra in atmosfera)
– 10.1.6 (difesa del bestiame dalla predazione da canidi sui pascoli collinari e montani)
– 10.1.8 (allevamento di razze autoctone minacciate di abbandono)
– 10.1.9 (gestione eco-sostenibile dei pascoli).
Gli agricoltori interessati possono contattare i tecnici del Caa Confagricoltura per ulteriori chiarimenti.




Previsioni occupazionali, 39.550 assunzioni previste dalle imprese piemontesi a ottobre

Sono circa 39.550 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per ottobre 2021, valore che sale a 98.680 se consideriamo l’intero trimestre ottobre-dicembre, 47.110 assunzioni in più rispetto allo stesso trimestre del 2020 e 29.090 in più rispetto all’intervallo ottobre-dicembre 2019.

Sono alcuni dei dati, contenuti nel Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, che confermano anche per il Piemonte una dinamicità del mercato, in linea con l’attuale congiuntura economica, che evidenzia un sempre più elevato mismatch (36%) tra domanda e offerta di lavoro, sia per le professioni a elevata specializzazione che per gli operai qualificati. Secondo Excelsior il fenomeno è imputabile soprattutto a problematiche demografiche e di inefficiente orientamento professionale (la mancanza di candidati per determinati profili e con specifiche esperienze di lavoro).

Il 74% delle entrate delle aziende piemontesi riguarderà lavoratori dipendenti, il 20% lavoratori somministrati, il 2% collaboratori e il 4% altri lavoratori non alle dipendenze.

Nel 23% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato (dato superiore alla media nazionale pari al 21%), mentre nel 77% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

 

Delle 39.550 entrate previste in Piemonte nel mese di ottobre 2021 il 14% è costituito da laureati, il 34% da diplomati, le qualifiche professionali e l’assenza di un titolo specifico pesano rispettivamente il 20% e il 31%.

Considerando complessivamente i dati del trimestre ottobre-dicembre 2021 emerge come siano i servizi a formare ancora una volta la fetta più consistente della domanda di lavoro con il 68% delle entrate (25.110 unità in più rispetto allo stesso trimestre del 2020 e 11.920 in più rispetto a ottobre-dicembre 2019). L’industria programma 36.590 entrate, generando circa il 32% della domanda totale del trimestre e segnando un incremento di 22.000 entrate rispetto a ottobre-dicembre 2020 e 17.170 rispetto allo stesso periodo del 2019. Nel dettaglio 29.010 entrate riguarderanno il comparto manifatturiero e 7.590 quello edile.

Tra i servizi si rileva un forte interessamento del commercio con il 11.470 entrate previste nel trimestre in esame, pari al 11,6% delle 98.680 entrate complessive, dei servizi alla persona con 11.440 assunzioni (11,6% del totale) e dei servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (10.060 entrate).

Il 22% delle entrate previste per ottobre 2021 in Piemonte sarà destinato a professioni commerciali e dei servizi, il 20% a dirigenti, specialisti e tecnici (quota allineata alla media nazionale). Gli operai specializzati e conduttori di impianti genereranno il 37% delle entrate e solo il 9% sarà rappresentato da impiegati. I profili generici produrranno il 12% delle assunzioni del mese.

 

Per una quota pari al 33% le assunzioni interesseranno giovani con meno di 30 anni; percentuale che sale al 44% per l’area commerciale e di vendita.

A livello di area di funzionamento il peso maggiore è dato dalla produzione beni ed erogazione servizio (44%), segue l’area commerciale e vendita (19%) e quella tecnica e di progettazione (14%), che riscontra la maggior difficoltà di reperimento delle figure richieste. La logistica si attesta al 13%, seguita dall’area amministrativa e finanziaria e dall’area direzionale, entrambe con una quota del 5% delle assunzioni previste.

 

Permangono, infine, le difficoltà di reperimento di alcune figure professionali: in 38 casi su 100 le imprese piemontesi prevedono, infatti, di avere difficoltà a trovare i profili desiderati, quota superiore rispetto a quella media nazionale (36 imprese su 100).

Le professioni più difficili da reperire in regione a ottobre 2021 sono Dirigenti e Direttori (70 aziende su 100), tecnici della sanità, dei servizi sociali e dell’istruzione (59 aziende su 100) e specialisti in scienze economiche e gestionali d’impresa (58 aziende su 100). Per oltre un’azienda su due, infine, appare difficoltoso trovare anche operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche.




Previsioni congiunturali Cnvv: fine d’anno positiva per l’industria novarese e vercellese

Si prospetta una fine d’anno positiva per l’industria delle province di Novara e di Vercelli.

Secondo le previsioni congiunturali di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) per il trimestre ottobre-dicembre 2021 il saldo tra la percentuale degli imprenditori che si dichiarano ottimisti e quella di coloro che sono pessimisti sull’incremento della produzione si conferma positivo, anche se lievemente contrastanti: il Novarese registra una contrazione da 31,5 a 20,8 punti mentre il Vercellese sale a 16,7 punti dai precedenti 12,8, a fronte di una media regionale in crescita da 19 a 21,3 punti.

Proseguono la crescita in entrambi i territori, invece, i saldi ottimisti/pessimisti relativi agli ordini totali (da 23,4 a 24 punti a Novara e da 14,9 a 16,7 punti a Vercelli, con il Piemonte che passa da 18,7 a 21,3 punti) e quelli relativi alle attese di esportazioni (da 9,9 a 13,9 punti per Novara e da 7,6 a 13,6 punti per Vercelli, con una media regionale da 7,5 e 8 punti).

«Il 2021 si chiuderà generalmente bene – commenta il presidente di Cnvv, Gianni Filippa – ma la ripresa rischia di essere frenata dal crescente aumento dei costi delle materie prime, che penalizza un Paese trasformatore come l’Italia e allarga il gap con i nostri competitor, anche europei. Le esportazioni hanno comunque ripreso vigore e questo è un segno di vitalità del nostro tessuto produttivo, che deve però essere sostenuto con un tangibile miglioramento delle infrastrutture, materiali e immateriali».

Il mercato del lavoro rivela dati contrastanti, seppure positivi, per i due territori: mentre in provincia di Novara il saldo tra ottimisti e pessimisti relativo alla volontà di fare nuove assunzioni si contrae a 8 punti dai 18,5 della precedente rilevazione, in quella di Vercelli sale da 10,6 a 11,8 punti. Stabile l’indicatore regionale, a 13,9 punti, che vede anche ridursi dal 15,9% al 12,8% la percentuale di imprese che intendono fare ricorso alla cassa integrazione; questo dato cresce lievemente (dal 12,9% al 15,2%) a Vercelli mentre rimane invariato all’11,5%, dopo quattro trimestri consecutivi di flessione, nel Novarese.

Rimangono su livelli bassi in entrambi i territori le percentuali di aziende che segnalano ritardi negli incassi: sono l’11,8% nel Novarese e il 19,8% nel Vercellese, a fronte, rispettivamente, del 17,2% e del 18,1% del trimestre precedente e di un dato regionale in calo dal 22,3% al 19,5%.

Per quanto concerne gli investimenti, infine, ne ha in programma entro fine anno il 30,1% delle aziende della provincia di Novara (rispetto al precedente 29,3%) e il 34,3% di quelle della provincia di Vercelli rispetto al 28,7% del trimestre scorso, a fronte di un indicatore regionale che passa dal 28,2% al 28,9%. «Se insieme a questo dato – osserva il direttore di Cnvv, Carlo Mezzano – si considera la contrazione dei programmi di investimenti sostitutivi, dal 53,7% al 50,4% nel Novarese e dal 47,9% al 36,3% per la provincia di Vercelli, con il Piemonte che cala dal 48,4% al 46,3%, si tratta di un ulteriore segnale di fiducia nel futuro, non soltanto in un’ottica di breve termine».

I dati relativi ai principali settori produttivi, elaborati in forma aggregata e con media ponderata sulle due province, confermano il consolidamento in territorio positivo del saldo ottimisti/pessimisti sulle attese di produzione sia nel metalmeccanico sia nella rubinetteria-valvolame, entrambi sostenuti soprattutto dalla crescita delle attese di esportazioni. Stabile la situazione nel chimico, nonostante un lieve decremento del saldo ottimisti/pessimisti sulla produzione, e in lieve ripresa nel tessile-abbigliamento, i cui saldi nuovamente positivi attendono però conferme dalla prossima rilevazione. In forte miglioramento l’alimentare, con un significativo aumento dell’ottimismo tanto per le attese di produzione quanto per quelle di ordini, totali ed esteri.




“Mestieri a cielo aperto – Piccola fiera d’autunno” , Confartigianato Cuneo ha messo in mostra l’eccellenza artigiana

Rinnovata nel nome ma non nello spirito, si è svolta lo scorso 3 ottobre, a Savigliano, la manifestazione “Mestieri a cielo aperto”, ora “Piccola fiera d’autunno”.

Confartigianato Cuneo ha confermato la sua presenza con l’ormai tradizionale “Villaggio Artigiano” in Piazza Santorre di Santarosa.

«La partecipazione a manifestazioni e rassegne – commenta Anna Maria Sepertino, presidente della Zona di Savigliano – rappresenta, soprattutto nell’attuale periodo, una vera opportunità per le imprese che hanno modo di pubblicizzare i propri prodotti di qualità ad un pubblico sempre numeroso ed attento. Le fiere radicate sul territorio costituiscono realmente una vetrina privilegiata per le produzioni di eccellenza, in particolar modo per le piccole e medie imprese artigiane, dal comparto manifatturiero a quello alimentare».

Nell’ambito della rassegna, Confartigianato Cuneo ha organizzato inoltre una speciale “Passeggiata Gourmet”, proseguendo la fortunata serie di escursioni del progetto “Creatori di Eccellenza”, realizzato con il contributo della Camera di Commercio di Cuneo e della Fondazione CRC, e con la collaborazione tecnica di Cuneotrekking.

«Il nostro progetto sta raccogliendo grande consenso – aggiunge Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – e, al suo terzo anno di vita, è valido testimone di come il “fare sistema” sia vincente per territorio ed imprese. “Passeggiate Gourmet” è un’iniziativa promozionale strategica a sostegno del valore artigiano e del suo ruolo fondamentale nella promozione della terra cuneese. L’abilità dei nostri artigiani, declinata nei vari ambiti economici, risulta un trait d’union essenziale per la creazione di allettanti pacchetti turistici. Dopo il cibo di qualità e i dolci d’autore, con gli itinerari di prossimità abbiniamo alla indiscutibile capacità artigianale le bellezze naturalistiche e storiche della nostra terra, un mix piacevolmente salutare in grado di accontentare turisti e famiglie».

L’escursione organizzata per la giornata di domenica 3 ottobre è stata il “Sentiero sul Maira”. Partendo da Piazza Santorre di Santarosa il percorso ad anello (circa 11 km) ha toccato le sponde del Maira. Un percorso intitolato all’ambientalista Bruno Tortone che percorre la riva destra orografica del Maira e fa parte di un lungo percorso ciclabile che da Villar San Costanzo conduce fino a Racconigi. I partecipanti sono stati accompagnati dalla guida Martha Consolino di Cuneotrekking e a tutti gli iscritti è stato consegnato un simpatico zainetto tecnico brandizzato “Creatori di Eccellenza”, contenente un panino gourmet, una delle tante varietà di birra prodotta localmente e un dolcetto artigianale.




Confindustria Piemonte: le previsione delle imprese piemontesi per il quarto trimestre

L’indagine congiunturale trimestrale, realizzata a settembre da Confindustria Piemonte e dall’Unione Industriali di Torino, conferma la forza della ripresa avviata nei mesi scorsi. La maggior parte delle imprese si attende un trimestre positivo, con produzione, ordini e occupazione in crescita, impianti più vicini al pieno utilizzo e investimenti robusti.

Tutti gli indicatori si mantengono sui livelli positivi di giugno o segnano piccoli miglioramenti, registrando un ulteriore progresso, sia nel manifatturiero che nel terziario. Le oltre 1.200 imprese del campione si attendono, per i prossimi mesi, una crescita di attività e ordini: i saldi complessivi riferiti a produzione e ordinativi migliorano di 2 punti percentuali, dopo i 10 punti guadagnati a giugno. Restano favorevoli le prospettive dell’export. Diminuisce ulteriormente il ricorso alla CIG, ormai ritornato su livelli fisiologici; la quota di imprese che hanno in programma investimenti significativi rimane attestata intorno al 30%. In ulteriore aumento il tasso di utilizzo di impianti e risorse, tornato sui valori medi di lungo periodo. Indicazioni positive, sia pure con sfumature diverse, vengono sia dalle imprese medio-grandi (oltre 50 dipendenti) che da quelle più piccole (sotto i 50 addetti).

Nel manifatturiero, il 30,8% delle imprese prevede un aumento della produzione, contro il 10,0% che si attende una diminuzione. Il saldo (pari a +20,8 punti percentuali) migliora di 3,0 punti rispetto a giugno. Analoghe le previsioni sugli ordinativi: il 31,8% si attende un aumento, il 11,0% una riduzione. Prosegue la crescita dell’export: il saldo sale a +12,3 punti da +11,1 di giugno. Sale di oltre un punto il tasso di utilizzo degli impianti (76,1%), vicino al pieno utilizzo. Si rafforzano lievemente gli investimenti: la percentuale di aziende con programmi di spesa di un certo impegno aumenta di oltre un punto (31,5%), riportandosi sui livelli del 2018. Cala di oltre 3 punti il ricorso alla CIG (13,9%), che ritorna ai valori pre-crisi.

Le attese sono positive in tutti i settori, con poche variazioni dei principali indicatori rispetto allo scorso trimestre. Una certa discontinuità è riferibile al comparto tessile-abbigliamento, che consolida i progressi registrati lo scorso trimestre dopo un lungo periodo di crisi. Bene anche la metalmeccanica, dove prevalgono attese di crescita di produzione e ordini anche negli ultimi mesi dell’anno.

A livello territoriale, le previsioni si mantengono positive in tutte le aree, con lievi dissonanze nel valore dei saldi ottimisti-pessimisti. Un sensibile miglioramento degli indicatori è riferibile a Biella (+14 punti rispetto a giugno), grazie al rilancio del comparto tessile. Indicatori superiori alla media si registrano ad Asti, Cuneo, Novara e Verbania; al contrario, sono lievemente inferiori ad Alessandria, Canavese, Torino e Vercelli.

Nei servizi il clima di fiducia rimane favorevole, con indicatori in linea con quelli osservati a giugno. Il saldo relativo ai livelli di attività è praticamente identico a quello di giugno (+22,4%). Il 29,1% delle aziende si attende un aumento dei livelli di attività, solo il 6,7% una riduzione. Indicazioni analoghe riguardano gli ordinativi. Stabili gli investimenti: il 22,3% delle imprese ha in programma investimenti rilevanti. Diminuisce il ricorso alla CIG: 9,9% dal 12,4% di giugno. Nel comparto ICT si registra un lieve miglioramento del clima di aspettative, mentre nell’aggregato degli altri comparti le attese si raffreddano lievemente.

 

Commenti sulle previsioni del quarto trimestre 2021

Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Unione Industriali di Torino: «La nostra indagine conferma che anche a livello locale la ripresa ha basi solide, ma dobbiamo comunque restare con i piedi per terra. Resta necessario e urgente un piano industriale che tenga conto dell’impatto che l’evoluzione del mercato europeo dell’auto, con la transizione energetica, avrà sulla nostra supply chain. Al pari delle riforme necessarie, auspichiamo che le importanti risorse del PNRR non vengano disperse, ma possano contribuire ad affiancare e rafforzare la spesa delle imprese per l’innovazione e la crescita. Occorre puntare con decisione su pochi grandi assi strategici: penso alla mobilità sostenibile, all’aerospazio o ai centri di competenza sulle nuove tecnologie. La nostra città si trova oggi alla vigilia di una grande svolta. La prossima Amministrazione dovrà affrontare la sfida più importante: favorire la creazione di lavoro da parte delle imprese, ponendo le basi per ricominciare a crescere».

Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemonte: «La fine dell’anno si prospetta in ulteriore crescita per le imprese di tutta la regione. Questo consente di guardare al 2022 con fiducia, già entro giugno potremmo aver recuperato gli effetti della pandemia. Le aspettative in crescita su export e occupazione certificano la bontà degli investimenti fatti negli ultimi anni, che determineranno la qualità e il successo dei nostri prodotti. Con lo stesso spirito va affrontata la transizione economica che ci aspetta. L’aumento dei prezzi di energia e materie prime, sono solo avvisaglie di una trasformazione storica. L’utilizzo delle risorse europee in arrivo nei prossimi anni dovrà incidere in questo processo e, grazie all’azione di supporto del Governo e della Regione, il sistema manifatturiero piemontese farà la sua parte».

 

 

 

Riportiamo in dettaglio i principali risultati dell’indagine.

 

Comparto manifatturiero.

Per le circa 870 aziende del campione, si stabilizza l’ottimismo per il prossimo futuro. Le previsioni per il IV trimestre 2021 su produzione, ordini, export e occupazione, già positive a giugno, si mantengono molto positive. Rallenta ulteriormente il ricorso agli ammortizzatori sociali, che interessa ora il 13,9% delle imprese.

In particolare, il saldo sulla produzione totale passa da +17,8% a +20,8% e quello sugli ordinativi totali da +18,5% a +20,8%. Le attese sull’export passano da +11,1% +12,3%. Positive anche le previsioni sull’occupazione, il cui saldo passa da +12,4% a +12,6%.

Pur in un contesto di ripresa, si conferma la correlazione tra produzione e propensione alle esportazioni: tutte le imprese, di ogni dimensione, presentano saldi positivi tra ottimisti e pessimisti, ma quelle che non commerciano con l’estero sono un po’ più prudenti. Le piccolissime esportatrici, che vendono all’estero meno del 10% del fatturato, registrano un saldo ottimisti pessimisti del +12,8%, le piccole che esportano dal 10 al 30% del fatturato totalizzano +18,1%. Per le medie esportatrici, che esportano tra il 30 e il 60% del fatturato, e per le grandi (oltre 60% del fatturato) il saldo è +29,4%.

Resta ampio il divario tra la performance delle imprese con oltre 50 addetti e quelle più piccole, con saldi rispettivamente pari a +29,0% (era +26,6% a giugno) e +16,6% (era +13,2%).

Si attenua considerevolmente il ricorso alla CIG, per la quale fa richiesta il 13,9% delle aziende (dal 17,3% della scorsa rilevazione, a giugno).

Il 31,5% delle rispondenti ha programmi di investimento di un certo impegno (erano il 30,1% a giugno). Recupera il tasso di utilizzo della capacità produttiva, chepassa dal 74,9% al 76,1%.

Varia di poco la composizione del carnet ordini, il 17,1% delle aziende ha ordini per meno di un mese. Quelle con visibilità 1-3 mesi sono il 44,6%, quelle che hanno ordinativi per un periodo di 3-6 mesi sono il 24,4% e per oltre i 6 mesi il 13,9%.

Stabili i tempi di pagamento che sono in media di 79 giorni; per la Pubblica Amministrazione i tempi medi sono di 85 giorni. È fornitore degli enti pubblici circa il 18% delle aziende manifatturiere. Cala ulteriormente il numero di imprese che segnalano ritardi negli incassi (17,1%).

A livello settoriale la metalmeccanica registra un assestamento delle attese, che restano comunque superiori alla media del manifatturiero (il saldo tra ottimisti e pessimisti è del 23,0%); in dettaglio, i prodotti in metallo registrano un saldo del 26,3%, il comparto dei macchinari e apparecchi del 25,8%, l’industria elettrica del 20,7% e la metallurgia (+33,3%). Più caute le aziende dell’automotive, pur con un saldo positivo (+5,7%).

Tra gli altri comparti manifatturieri, spicca l’andamento di alimentare (+34,9%), gomma-plastica e chimica (rispettivamente +13,3% e +8,6%) edilizia (+17,6%) e impiantisti (+17,1%). Bene anche manifatture varie (+18,7%), cartario-grafico (16,1%), legno (+12,5%). Si conferma la ripresa del tessile-abbigliamento che, dopo il +7,6% di giugno, registra ora un saldo ottimisti-pessimisti del 24,8%.

A livello territoriale gli indicatori restano positivi in tutte le aree; la performance migliore si registra a Asti, Cuneo, Novara e Verbania (con saldi, rispettivamente, del 38.2%, 25,8%, 23,7% e 23,1%). Bene comunque le altre province, con saldi del 20,0% ad Alessandria, 20,6% a Biella, 12,8% nel Canavese, 15.4% a Torino, e 16,9% a Vercelli.

Comparto dei servizi

Per le 345 aziende del campione si registrano indicatori in consolidamento, dopo la già buona performance di marzo e giugno.

In particolare, il saldo ottimisti-pessimisti sui livelli di attività passa da +21,9% a +22,4%. Quello sugli ordini totali passa da +19,4% a +22,7%. Pressoché stabile il saldo sull’occupazione da +17,1% a +17,4%. Le imprese con programmi di investimento di un certo rilievo passano da 23,6%, a 22,3%.

Cresce ulteriormente il tasso di utilizzo delle risorse (82%), cala ulteriormente il ricorso alla CIG (9,9%).

Anche nel terziario si registra qualche variazione per la composizione del carnet ordini. Scendono all’11,0% le aziende con ordini per meno di un mese, al 32,0% quelle con ordinativi per un periodo di 1-3 mesi, salgono al 24,8% quelle che hanno visibilità per 3-6 mesi, e al 32,3% quelle con visibilità oltre i 6 mesi. Migliorano i tempi di pagamento. La media è di 69 giorni: il ritardo sale a 93 per la Pubblica Amministrazione, con cui ha rapporti di fornitura circa il 45% delle aziende del campione. In calo le imprese che segnalano ritardi negli incassi (23,6%).

A livello settoriale, si assestano il settore del commercio e turismo (il saldo passa da +30,2% di giugno a 0.0%) e quello dei servizi alle imprese e ICT (rispettivamente +33,3% e 21.5%); buon andamento per utility (+45,0%), trasporti (+37,0%) e altri servizi (+20,2%). ​​




Al Gruppo Ebano per la terza volta consecutiva “Best Managed Companies” Award di Deloitte Private

Il Gruppo Ebano è tra i vincitori, per la terza volta consecutiva, della quarta edizione del “Best Managed Companies” Award, iniziativa promossa da Deloitte Private per supportare e premiare le eccellenze italiane d’impresa. Sei i criteri guida per la valutazione: strategia, competenze e innovazione, impegno e cultura aziendale, governance e performance, internazionalizzazione, sostenibilità.

Deloitte Private è la soluzione del network Deloitte rivolta alle Pmi quotate e non, agli imprenditori, ai family office, agli investitori privati, ai Private Equity ed alle start-up. Il Premio è organizzato con il sostegno di Elite (il network e private market del Gruppo Borsa Italiana-Euronext che connette le imprese a diverse fonti di capitale per accelerarne la crescita), di Confindustria e di Altis, Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

La realtà imprenditoriale fondata dal presidente della Piccola Industria di Confindustria Carlo Robiglio opera in settori complementari tra loro: dall’editoria al marketing, dall’e-commerce alla formazione a distanza. Ed è proprio quest’ultima uno dei punti di forza, grazie alla controllata Cef Publishing, leader di mercato nella realizzazione e nell’erogazione di corsi professionali per il mercato consumer, con più di 50 mila iscritti negli ultimi undici anni.

Il Gruppo Ebano si articola in 10 società, venti partnership produttive, più di 250 tra dipendenti e collaboratori. Il fatturato aggregato supera i ventuno milioni, la clientela media annua, per il solo business della formazione, oltrepassa le seimila unità. Il Gruppo, tramite la controllata Cef Publishing, è anche certificato dal programma Elite di Borsa Italiana in ordine ai requisiti di affidabilità e trasparenza richiesti dai principali investitori istituzionali.

“Congratulazioni al Gruppo Ebano per questo importante riconoscimento”, dichiarano Ernesto Lanzillo, Partner Deloitte e Deloitte Private Leader, e Andrea Restelli, Partner Deloitte e responsabile BMC “Anche questa edizione, come quella del 2020, si è svolta in un contesto di pandemia, con rilevanti ed eterogenee conseguenze sull’attività di tutte le imprese italiane. Il vero elemento differenziante è rappresentato dal fatto che le aziende premiate hanno dimostrato una forte capacità di adattamento al contesto e reazione sia alla crisi pandemica sia a quella economica. In una sola parola: resilienza.
Una qualità indispensabile per puntare sull’obiettivo della crescita a lungo termine, facendo tesoro dei propri valori fondanti e adeguando strategie e modelli operativi al nuovo contesto”.

“Il Gruppo Ebano – dichiara il direttore generale Silvano Mottura –  ha, come principio portante, l’attenzione alla persona: il modello imprenditoriale inclusivo, il rispetto del codice etico e l’alto senso di responsabilità permettono di valorizzare collaboratori e clienti, di essere sempre attivi anche nel sociale, allargando sempre di più la rete dei contatti e la mappa della nostra azione. L’offerta della holding si traduce così in un ventaglio di prodotti e servizi innovativi e sostenibili.
Questo premio conferma l’impegno costante di Ebano in tema di trasparenza e legalità e si aggiunge agli altri riconoscimenti ottenuti negli anni, come il rating di legalità, il riconoscimento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ottenuto da Cef Publishing per la terza volta consecutiva”.

La politica aziendale di Ebano, volta a perseguire alti standard in termini di sostenibilità e impatto sociale, ha permesso, alla controllata Cef Publishing, di ottenere dal 2018 la Certificazione b Corp®, rilasciata dalla B Corporation, l’ente non-profit americano.

La sede principale del Gruppo si trova a Novara, mentre le società partecipate hanno sede anche nel resto del Piemonte, Puglia e Campania.

Alcune società del Gruppo Ebano operano in ambito comunicazione, business intelligence, direct marketing e in iniziative legate a startup innovative rivolte al mondo della sharing economy, con particolare attenzione al digital marketing.

Il Gruppo si pone, nell’immediato futuro, l’obiettivo di sviluppare costantemente, in maniera armonica e sostenibile, la propria presenza nei settori elencati e in altri contigui ritenuti strategici e complementari al proprio progetto di crescita. Particolare attenzione è dedicata, a tal fine, agli investimenti in Ricerca & Innovazione che rappresentano, unitamente alla Formazione continua, i pilastri strategici sui quali sono poste le fondamenta del gruppo Ebano.