Green pass, Felici (Confartigianato Piemonte): “Governo forte con gli imprenditori e debole con i sindacati”

«La vicenda del Green Pass sui luoghi di lavoro e nelle mense aziendali è surreale, ma anche rivelatrice del fatto che i cd. rigoristi, a cominciare dal ministro Speranza, il rigore paiono volerlo applicare solo nei confronti dei piccoli imprenditori.

Evidentemente, tutte le misure di contenimento necessarie per un negozio, una bottega ed un ristorante non valgono laddove c’è una rappresentanza sindacale pronta a mobilitarsi contro le “discriminazioni dei lavoratori” e a difesa della “privacy”. Le mense, dicono taluni, non sono equiparabili ai ristoranti: evidentemente il Covid19 è meno infettivo quando circola nelle prime. Ai gestori delle mense, dicono taluni, si chiedono controlli oltre la loro mansione, mentre, si sa, commercianti, artigiani e ristoratori hanno una lunga e consolidata tradizione di controlli delle proprie clientele.

Quando abbiamo criticato il Green Pass nella misura in cui costringeva gli esercenti a trasformarsi in “buttafuori”, siamo stati additati come filo no-pass e no-vax. Ora, invece, di fronte alle posizioni dei sindacati registriamo il silenzio imbarazzato dei più intransigenti vaccinisti, segno che la “cinghia di trasmissione” tra partito e sindacato funziona ancora.

Abbiamo pagato il prezzo più duro alla pandemia, abbiamo sopportato lockdown e chiusure, abbiamo investito in sicurezza, dai plexiglass alle sanificazioni, e ora non accettiamo che il Governo faccia il forte solo con chi ha un bisogno disperato di lavorare  e si dimostri debole di fronte al sindacato. I dati epidemiologici devono valere per tutti. Se vaccini e Green Pass sono le armi più efficienti per sconfiggere la pandemia, allora non vi possono essere differenze tra imprenditori, lavoratori, operatori sanitari e scolastici.

A questo punto sarebbe preferibile l’introduzione dell’obbligo vaccinale anziché varare protocolli che distinguono un mondo del lavoro di serie A da uno di serie B. Forse i sindacati avrebbero fatto meglio a dare un contributo alla campagna vaccinale, dal momento che la maggior parte dei loro iscritti sono over 60, quindi particolarmente esposti. Si era detto e scritto che dopo la pandemia nulla sarebbe rimasto come prima: nulla, tranne il sindacato».




Bovini: prorogata al 16 settembre  la domanda di contributo

L’aiuto previsto dal Fondo di sostegno agli allevamenti è concesso sul  numero di bovini tra 12 e 24 mesi, allevati  per un periodo non inferiore a 6 mesi prima della macellazione avvenuta nel periodo dal 1° giugno al 31 luglio 2020.

 

Con la siccità aumentano i consumi di gasolio
In alcuni areali sono significativamente aumentate le segnalazioni di aziende che hanno fortemente depauperato il proprio contingente di gasolio a causa delle ripetute irrigazioni di soccorso alle coltivazioni, a cui sono dovute ricorrere stante la carenza di precipitazioni piovose. Questo maggior consumo di gasolio ha ridotto  fortemente gli approvvigionamenti da utilizzare per le normali attività colturali attuate da questo periodo in avanti.  Le colture maggiormente interessate sono mais, pomodoro, soia, sorgo, orticole, barbabietola, prati stabili e avvicendati (compresi trifogli, medicai, erbai), sorgo, fagioli e ortaggi in pieno campo, fruttiferi, fragole rifiorenti e piccoli frutti. Stante l’eccezionalità della situazione Confagricoltura Piemonte ha chiesto alla Regione di verificare se vi siano le condizioni per concedere assegnazioni supplementari di carburante agevolato alle imprese. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi.

 




Giustizia: al via la richiesta di sei referendum abrogativi

A maggioranza assoluta e a scrutinio segreto il Consiglio regionale ha approvato nella seduta odierna sei proposte di deliberazione per presentare la richiesta di altrettanti referendum abrogativi sui temi della giustizia.

I documenti, illustrati in Aula dal primo firmatario Alberto Preioni(Lega) riguardano, in particolare, i seguenti temi: legge Severino, abusi sulla custodia cautelare, separazione della carriera dei magistrati, valutazione dei magistrati, responsabilità diretta dei magistrati e riforma del Consiglio superiore della Magistratura.

L’Assemblea ha poi designato il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia e il capogruppo della Lega Preioni quali delegati per il deposito delle richieste in Cassazione.

La richiesta di referendum da parte dell’Assemblea regionale si basa sull’articolo 75 della Costituzione e – in particolare – sulla possibilità che cinque Consigli regionali possano richiedere l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge. Con il Piemonte, hanno approvato la richiesta di referendum abrogativo anche i Consigli regionali di Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Sicilia.

Nel corso del dibattito generale sono intervenuti i consiglieri Alberto Avetta e Diego Sarno (Pd) per sottolineare che i temi riguardanti la riforma della giustizia sono estremamente delicati e meriterebbero di essere affrontati dal Parlamento.

Queste, in estrema sintesi, le richieste: abolire la legge Severino per garantire maggiori tutele per sindaci e amministratori e restituire ai giudici la facoltà di decidere se applicarne o meno l’interdizione dai pubblici uffici; limitare gli abusi della custodia cautelare nell’ottica di un equo processo; separare la carriera dei magistrati, che a inizio carriera dovranno scegliere la funzione giudicante o requirente; equa valutazione dei magistrati, che non possono essere controllati solo da altri magistrati; responsabilità diretta dei magistrati, introducendo la possibilità di poterli chiamare direttamente in causa per scongiurare abusi, azioni dolose o gravi negligenze; riformare il Consiglio superiore della Magistratura per permettere a chi intenda candidarsi di farlo anche autonomamente e non necessariamente all’interno di una corrente.

Con 23 voti contrari e 20 favorevoli, a scrutinio segreto, l’Assemblea ha invece bocciato la proposta di deliberazione a prima firma Marco Grimaldi (Luv) sulla richiesta di referendum per l’abrogazione parziale dell’articolo 579 del codice penale (omicidio del consenziente).
La votazione è arrivata al termine di una lunga discussione cui hanno preso parte molti consiglieri di maggioranza e opposizione, che hanno espresso le posizioni dei gruppi ma anche personali rispetto ad un tema etico fortemente dibattuto come è l’eutanasia.




Nati-mortalità imprese, Unioncamere: in Piemonte oltre 2600 aperture in più

In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio, emerge come nel periodo aprile-giugno 2021 si registri un’accelerazione delle aperture di nuove attività grazie alla ripresa del clima di fiducia dopo il periodo più nero della pandemia. Si torna quasi, in tema di natalità imprenditoriale, ai ritmi pre-covid, anche se è ancora presto per parlare di un consolidato stato di normalità.

Le nuove realtà imprenditoriali iscrittesi in Piemonte nel II trimestre 2021 ammontano a 6.637 unità a fronte di 3.527 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio). Il saldo appare quindi positivo per circa 3.110 unità.

 

“Questo secondo trimestre dell’anno ci restituisce un Piemonte che ha di nuovo la possibilità di intraprendere e di dimostrare tutte le proprie potenzialità imprenditoriali. Il tasso di crescita registrato è positivo per tutte le province e in linea con quello nazionale: buono il risultato delle costruzioni, sostenuto da politiche nazionali ad hoc. Ora ci aspettiamo molto dai risultati che porterà il Piano nazionale di ripresa e resilianza: le misure dedicate in tema di incentivi, crediti d’imposta e investimenti potranno permettere alle imprese già costituite di traghettarsi verso il post-pandemia e a quelle appena nate di avere la forza per crescere” commenta il Presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia.

Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine giugno 2021 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta così a 428.622 unità, confermando il Piemonte in 7ª posizione tra le regioni italiane, con il 7,0% delle imprese nazionali.

Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del +0,73%, migliore rispetto a quanto registrato in pre-pandemia nel II trimestre del 2019 (+0,40%) e analogo al risultato medio nazionale del trimestre in esame (+0,74%).

Il ritorno a una dinamica delle aperture più in linea con il periodo pre-pandemico appare più marcato guardando ad alcune delle forme giuridiche assunte dalle neo-imprese.

A conferma di un trend ormai consolidato, infatti, il bilancio del tessuto imprenditoriale appare particolarmente positivo per le imprese costituite in forma di società di capitale, che hanno registrato nel II trimestre 2021 un tasso di crescita del +1,15%. Aumentano in misura superiore alla media regionale anche le ditte individuali (+0,87%). In crescita dello 0,51% le altre forme e stabili le società di persone (-0,03%).

 

Valutando i tassi annuali di variazione percentuale dello stock delle imprese registrate per settori di attività economica, si osserva come tutti i comparti mostrino tendenze espansive nel periodo aprile-giugno 2021. La performance migliore appartiene alle costruzioni (+1,26%), seguite dagli altri servizi (+0,96%) e dal commercio (+0,81%). Il turismo segna un tasso del +0,62%, mentre Industria in senso stretto (+0,35%) e agricoltura (+0,28%) evidenziano dinamiche meno intense.

 

A livello territoriale si rilevano risultati positivi per tutte le province. Torino (+0,93%) e Novara (+0,86%) mostrano le performance migliori, superando la media regionale. Verbania, Biella e Cuneo segnano tassi di crescita attorno al mezzo punto percentuale, Alessandria e Asti registrano entrambe un +0,40%, mentre Cuneo si ferma al +0,36%.




Camera di commercio di Torino: voucher per il Polo Nazionale della Mobilità Sostenibile e della Manifattura

In occasione della presentazione del Progetto e della Carta dei Servizi del Polo Nazionale della Mobilità Sostenibile e della Manifattura, che sorgerà negli spazi TNE di Corso Settembrini 178 a Torino, la Camera di commercio di Torino ribadisce il proprio sostegno al progetto, con un’attenzione particolare all’accesso delle pmi alle opportunità del Centro.

 

Il Polo nazionale della Mobilità Sostenibile sarà il punto di riferimento sul territorio per la formazione, la ricerca e sviluppo, il trasferimento tecnologico dell’intero settore automotive – spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – L’ente camerale, oltre ad aver garantito un finanziamento pari a 5 milioni di euro per la nascita del progetto, interverrà a sostegno delle pmi, perché sia più facile l’accesso ai servizi offerti dal Polo: innovazione e networking a disposizione, quindi, anche delle aziende più piccole che in un contesto di questo tipo possono crescere, svilupparsi e fornire soluzioni a tutto il distretto”.

 

Oltre all’assistenza già garantita dai servizi camerali più innovativi, come il Punto Impresa Digitale o la partecipazione alla rete EEN (Enterprise Europe Network) che svolge azioni di ricerca partner internazionali e di segnalazione di opportunità per l’interscambio di tecnologie, l’ente camerale ha allo studio la possibilità di finanziare voucher specifici per pmi, per favorire l’accesso delle piccole imprese ai servizi, ai laboratori e alle opportunità del Polo.

 

 




Lavoratori Embraco: subito un Consiglio regionale aperto

Un Consiglio regionale aperto, una lettera al Governo e anche una  mobilitazione forte e coesa di tutto il territorio presso le istituzioni centrali.

Questo in sintesi quanto richiesto dalla delegazione dei sindacati e dei lavoratori della ex Embraco di Riva di Chieri, ricevuta nella Sala Viglione di Palazzo Lascaris dal presidente Stefano Allasia, dai vicepresidenti Mauro Salizzoni e Francesco Graglia e dai componenti dell’Udp Gianluca Gavazza e Michele Mosca.

La delegazione, in attesa dell’incontro con la Giunta regionale, ha illustrato la preoccupazione dei lavoratori di fronte alla apparente mancanza di soluzioni da parte del Governo.

Normalizzazione del prolungamento della cassa integrazione fino a fine anno, un periodo – hanno puntualizzato i componenti della delegazione – “che deve essere utilizzato per trovare una soluzione industriale, altrimenti risulterebbe solo un prolungamento dell’agonia”.

“Scriveremo subito – ha detto il presidente Allasia – al presidente del Consiglio e ai ministri dello sviluppo economico e del lavoro per richiamare ancora una volta la massima attenzione. Le istituzioni piemontesi, e in particolare il Consiglio regionale, sono sempre state vicine ai lavoratori e continueranno a farlo ancora in questo passaggio così delicato”.




Previsioni occupazionali, a luglio prosegue la ripresa con 33.880 assunzioni previste

Sono circa 33.880 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per luglio 2021, 19.340 unità in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e 5.590 unità in più rispetto all’analogo periodo del 2019, quando il mercato del lavoro non aveva ancora dovuto affrontare le problematiche causate dalla pandemia da Covid-19. I segnali di ripresa che i più qualificati osservatori economici stanno registrando negli ultimi mesi sul fronte della crescita delle esportazioni e degli investimenti, vengono confermati anche nell’ultima indagine mensile del Sistema Excelsior che, di riflesso, segna un sorpasso nei programmi di assunzione che arrivano a superare anche i livelli pre-Covid.

Il 75,7% delle entrate riguarderà lavoratori dipendenti, il 17,4% lavoratori somministrati, il 2,5% collaboratori e il 4,3% altri lavoratori non alle dipendenze.

Nel 22% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 78% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

Complessivamente nel trimestre luglio-settembre 2021 le entrate stimate ammonteranno a 85.370, il 6,7% delle 1.280.460 programmate a livello nazionale.

Queste alcune delle indicazioni che emergono dal Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.

 

Delle 33.880 entrate previste in Piemonte nel mese di luglio 2021 il 15% è costituito da laureati (incidenza superiore rispetto al 12% registrato a livello nazionale), il 32% da diplomati, le qualifiche professionali e l’assenza di un titolo specifico pesano rispettivamente il 23% e il 29%.

Anche a luglio sono i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro con il 67,7% delle entrate (12.070 unità in più rispetto allo stesso mese del 2020 e 3.070 in più rispetto a luglio 2019). L’industria programma 10.930 entrate, generando circa il 32,3% della domanda totale del mese e segnando un incremento di 7.270 entrate rispetto a luglio 2020 e 2.520 rispetto allo stesso periodo del 2019. Nel dettaglio 8.770 entrate riguarderanno il comparto manifatturiero e 2.160 quello edile.

Tra i servizi si rileva un forte interessamento del turismo con il 6.180 entrate previste, pari al 18,2% delle 33.880 entrate complessive, dei servizi alla persona con 4.370 assunzioni (12,9% del totale) e del commercio (3.550 entrate).

Il 18% delle entrate previste per luglio 2021 in Piemonte sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici (quota superiore alla media nazionale del 15,9%), il 31% sarà costituito da operai specializzati e conduttori di impianti, circa il 29% riguarderà professioni commerciali e dei servizi, solo il 9% sarà rappresentato da impiegati. I profili generici produrranno il 13% delle assunzioni del mese.

A livello di area di funzionamento il peso maggiore è dato dalla Produzione beni ed erogazione servizio (48%), segue l’area commerciale e vendita (18%) e quella tecnica e di progettazione (15%), la logistica si attesta al 10%, seguita dall’area amministrativa e finanziaria con il 5%. L’area direzionale, infine, pesa il 4% delle assunzioni previste.

 

 

Permangono, infine, le difficoltà di reperimento di alcune figure professionali: in 33 casi su 100 le imprese piemontesi prevedono, infatti, di avere difficoltà a trovare i profili desiderati, quota analoga rispetto a quella media nazionale (31 imprese su 100).

Le professioni più difficili da reperire in regione a luglio 2021 sono Farmacisti, biologi e altri specialisti delle scienze della vita (67 aziende su 100) e Operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici (55 aziende su 100). Per oltre un’impresa su due, infine, appare difficoltoso trovare anche Specialisti della formazione e insegnanti nonché Specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche.

 

 

 




Marsiaj (presidente unione industriale Torino): “Bene incentivi su auto ibride ed euro6”

“La dichiarazione del Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, sulla necessità di incentivare la vendita di auto ibride ed Euro6 è assolutamente condivisibile.

Fino a quando le auto elettriche avranno prezzi alti, è necessario puntare anche su modelli poco inquinanti per sostituire il parco vetture italiano, che è uno dei più vecchi d’Europa, con un’età media di 11,5 anni.

Naturalmente in futuro l’elettrico sarà assolutamente preminente, e lo testimoniano tutte le case automobilistiche che hanno annunciato e stanno effettuando investimenti imponenti, ma nel frattempo bisogna aiutare le famiglie a cambiare le loro vecchie auto con modelli a basso impatto ambientale”.




Confartigianato Piemonte: presentato in Senato disegno legge su istituzione professione sanitaria Odontotecnico

Si apre un nuovo spiraglio nella ormai ventennale battaglia della categoria per ottenere il riconoscimento di un profilo professionale adeguato al ruolo e alla professionalità dell’Odontotecnico, la cui attività è a tutt’oggi regolata dal Regio Decreto del 1928.

Il nuovo profilo professionale, predisposto dalla competente Direzione Generale del Ministero della Salute nel lontano 2007, il cui iter era stato interrotto dall’intervenuta revisione del Titolo V della Costituzione, era stato successivamente riproposto attraverso motivata istanza di riconoscimento della professione sanitaria dell’Odontotecnico ai sensi della Legge 3/2018 cd. “Legge Lorenzin”, ma aveva ricevuto il diniego dello stesso Ministero, decisione che Confartigianato Imprese aveva impugnato, proponendo ricorso al TAR del Lazio, a tutt’oggi senza esito.

 

In tale contesto, le Organizzazioni di rappresentanza della categoria hanno iniziato un percorso a livello politico di verifica di possibili alternative all’iter previsto dalla Legge 3/2018, che ha portato alla presentazione in Senato del DDL 2203, a firma della Sen. Paola Boldrini, alla quale va il ringraziamento di Confartigianato Odontotecnici per la sensibilità dimostrata nei confronti di una tematica di grande impatto sul benessere della collettività.
Il testo proposto ricalca sostanzialmente lo schema di profilo professionale già approvato dal CSS nel 2007 e quindi già legittimato dal massimo organismo scientifico del Ministero della Salute e prevede l’istituzione della professione sanitaria di Odontotecnico, da inserire nel quadro delle professioni sanitarie, quale professione afferente all’area tecnico-assistenziale della filiera della tutela della salute dentale.

L’approvazione di una norma in tal senso sarebbe quanto mai opportuna ed urgente anche alla luce del diritto europeo sul versante della valutazione di conformità, della vigilanza, della sorveglianza sul mercato e della tracciabilità dei dispositivi, che i limiti dettati dal profilo attualmente in vigore rendono di difficile se non impossibile applicazione.

 

“E’   necessaria   in  questa  fase  tutta  l’attenzione  da  parte  del mondo  politico – dichiara il Presidente di Confartigianato Odontotecnici Piemonte  Franco Forte –  affinché il legittimo riconoscimento del ruolo e della professionalità dell’Odontotecnico rappresenti il presupposto alla crescita del livello di formazione scientifica richiesto per la realizzazione di dispositivi medici su misura in campo odontoiatrico e, di conseguenza, del grado di autonomia e responsabilità necessari a garantire la qualità della protesi dentale. Confartigianato Imprese Piemonte invierà una lettera ai parlamentari locali per sensibilizzarli su questo tema e per tenere viva l’attenzione sulla necessità di istituire la professione sanitaria di Odontotecnico.”

 

 

 




Confartigianato Piemonte: Rischio di gelata sulla fragile ripresa: escalation costi materie prime

Allarme rosso sul rincaro delle materie prime, i cui costi sono andati alle stelle. Anche le imprese artigiane del Piemonte ne stanno subendo le durissime conseguenze che mettono a rischio la competitività e la definitiva ripartenza in questa fase ancora complessa di convivenza con la pandemia.

“Sulle speranze di ripresa economica delle piccole imprese -denuncia il Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte Giorgio Felici– incombe il continuo rialzo dei prezzi delle materie prime, ai massimi degli ultimi 20 anni. Il nostro ufficio studi ha rilevato che ad aprile 2021 gli aumenti dei prezzi delle commodities non energetiche sono stati del +33,4% rispetto ad un anno prima, con un’accelerazione dei rincari che a marzo di quest’anno si attestavano al +24% rispetto allo stesso mese del 2020. Un’impennata che può provocare un effetto dirompente sui costi sopportati dalle piccole imprese manifatturiere piemontesi per l’acquisto di beni necessari alla produzione.”

Nel dettaglio, l’aumento dei prezzi delle materie prime sta colpendo il comparto delle costruzioni e i settori manifatturieri di metallurgia, legno, gomma e materie plastiche, mobili, autoveicoli, prodotti in metallo e apparecchiature elettriche ed elettroniche. I rincari maggiori si registrano per i metalli di base con +65,7% tra marzo 2020 e marzo 2021. Particolari tensioni per minerale di ferro con rincari annui del +88,1%, seguito da stagno (+77%), rame (+73,4%) e cobalto (+68,4%). E ancora zinco (+46,7%), nickel (+38,5%), alluminio (+36,0%), molibdeno (+32,4%).

Allarme anche sul fronte delle materie prime energetiche, i cui prezzi a marzo 2021 aumentano addirittura del 93,6% su base annua.

Numerosi fattori stanno sostenendo la fiammata dei prezzi delle commodities, in primis la ripresa della produzione mondiale. In parallelo, le catene produttive globali non sono riuscite a riorganizzarsi dopo lo shock Covid-19: l’offerta rarefatta per alcuni produttori si intreccia con difficoltà nella logistica delle merci (il blocco del Canale di Suez di fine marzo ed oggi la variante Delta del Covid che blocca tre porti cinesi con migliaia di container che non possono partire) allungando i tempi consegna. Scarseggiano materie prime necessarie per la produzione di beni che è cresciuta a seguito dell’emergenza sanitaria.

“Quello che ci preoccupa di più di una fase di super inflazione -afferma Felici– è l’impatto ‘negativo’ che può avere sulla positività di alcuni segnali congiunturali che stavano contraddistinguendo la fase economica dei primi mesi del 2021.”

“Quanto dureranno queste fiammate di prezzi e quanto incideranno sull’aumento dell’inflazione non è prevedibile oggi -sostiene Enzo Tanino, Presidente Confartigianato edilizia Piemonte– ma è invece facile prevedere un aumento per il consumatore dei prezzi dei beni di più largo consumo a partire dal prossimo autunno. Inoltre c’è un ‘problema edilizia’ che Confartigianato Imprese ha sottoposto al Governo: l’aumento senza precedenti dei costi delle materie per il settore con la conseguente difficoltà di approvvigionamento, rischia di bloccare tanti cantieri, compresi quelli del 110%, con gravi ripercussioni economiche, sociali e sull’attuazione del Pnrr.”

“Chiediamo pertanto -conclude Felici– un intervento urgente e risolutivo da parte del Governo a tutela delle imprese coinvolte dal vistoso rincaro delle materie prime. Leggiamo a mezzo stampa che il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile sta preparando un testo che dovrebbe prevedere una compensazione in caso di incrementi attorno al 10% degli approvvigionamenti. Chiediamo quindi che queste misure siano immediate per non vanificare i primi segnali di ripresa.”