Codice crisi d’impresa, nomina dei revisori: ecco lo stato dell’arte

Con l’approvazione della legge di conversione del Decreto Milleproroghe, si è fatta  l’ennesima modifica al tormentato articolo 379 del Codice della Crisi e dell’Insolvenza delle Imprese (D.Lgs. 14/2019).

Ricordo che l’articolo in questione, nel testo originario, modificava l’articolo 2477 cod. civ., introducendo nuovi limiti per la revisione legale nelle società a responsabilità limitata, molto più severi rispetto a quelli vigenti (attivo e ricavi 2 milioni di euro e 10 dipendenti medi).

Cambiava anche la modalità di verifica dei requisiti, essendo sufficiente il superamento di un solo limite su tre per due esercizi consecutivi per avere obbligo di revisione, mentre, per la revoca, non dovevano essere superati tutti e tre i limiti per tre esercizi consecutivi.

Quindi con il Decreto “Sbloccacantieri” (L. 55/2019), si è avuta una prima modifica dell’articolo 379 CCII, incrementando i limiti a euro 4 milioni per attivo e ricavi e 20 dipendenti medi, ma mantenendo le modalità di verifica.

A seguito di numerose istanze pervenute al governo, si è intervenuti ancora una volta, modificando la scadenza per la nomina del revisore prevista al terzo comma dell’articolo 379, in particolare se prima il termine per la nomina del revisore era entro nove mesi dalla data di entrata in vigore dello stesso articolo (ovvero entro il 16 dicembre 2019) con il nuovo testo dell’articolo 379, come modificato dal Milleproroghe, la nomina del revisore la si dovrà fare entro i termini per l’approvazione del bilancio 2019.

Per le società con chiusura del bilancio al 31 dicembre, entro il 29 aprile 2020.

Detto slittamento dei termini per la nomina dell’organo di controllo dal 16 dicembre 2019 al 29 aprile 2020, determinerà inevitabilmente altre due conseguenze, una in merito agli esercizi da prendere in considerazione per la nomina, l’altro in merito al primo esercizio da revisionare.

Ricordo che il comma 3 dell’articolo 379 prevede che, ai fini della prima applicazione della norma, i due esercizi da considerare per la verifica dei limiti siano quelli precedenti la scadenza indicata al primo periodo dello stesso comma, ovvero quella oggetto di modifica.

Ne deriva che gli esercizi da considerare ora sono il 2018 e il 2019 e non più il 2017 e 2018 come da testo originario.

Il nominare il revisore con l’approvazione del bilancio 2019, porta inevitabilmente a considerare l’esercizio 2020 come il primo sottoposto a revisione.

Dette modifiche normative pongono dubbi in merito al comportamento da tenere per le società che hanno già adempiuto all’obbligo di nomina del revisore.

Un primo caso riguarda le società (poche in verità) che hanno nominato il revisore prima dell’incremento dei limiti portato dalla L. 55/2019 (quando ancora erano 2 milioni per totale attivo e volume di affari e 10 dipendenti di media), e si sono ritrovate successivamente ad avere un revisore non più obbligatorio.

Per questi casi la revoca del revisore è comunque possibile “per giusta causa”, che in questo caso è costituita dal venir meno di un obbligo normativo.

Qualche problema in più qualora la società avesse nominato un organo di controllo con revisione legale, esso dovrebbe comunque completare il triennio poiché la revoca per giusta causa in questo caso non è possibile.

Un secondo caso riguarda le società che hanno provveduto a nominare il revisore entro la scadenza originaria del 16 dicembre 2019.

Malgrado il Ministro Patuanelli, quando è stato ascoltato in Parlamento ha fatto notare l’inopportunità della proroga per evitare una evidente iniquità a svantaggio proprio delle società più virtuose, l’aver concesso la proroga fa dedurre che la sua posizione non sia stata seguita.

Vela la pena precisare che per le società che hanno nominato il revisore entro la prima scadenza (16 dicembre 2019) e quindi con incarico di revisione anche il bilancio 2019 si suddividono in due categorie:

  • la prima è costituita da quelle società che superavano i limiti considerando gli esercizi 2017-2018 e che continuano a superarli considerando gli esercizi 2018-19. In questo caso, il revisore nominato svolgerà il suo incarico su base “volontaria” per l’esercizio 2019 e per obbligo normativo a partire dall’esercizio 2020. Non pare convincente la tesi di una parte della dottrina che considera il revisore nominato “quiescente” relativamente all’esercizio 2019 e cominci ad operare con il 2020. Se la società non intende sottoporre a revisione il bilancio 2019, l’assemblea dovrà revocare il revisore (ma non il sindaco) e successivamente nominarlo con l’approvazione del bilancio: soluzione che pare estrema.
  • la seconda categoria riguarda le società che, considerando gli esercizi 2018-2019 non hanno più obbligo di nomina che invece vi sarebbe stato considerando gli esercizi 2017-2018. In tale caso si procederà come già indicato per le società che non hanno più obbligo dopo l’innalzamento dei limiti, ovvero alla revoca per giusta causa.

 

Nessun problema e questo punto nessuna sanzione a carico dell’organo amministrativo, per quelle società che non hanno provveduto a nominare entro il 16 dicembre lo potranno fare in sede di approvazione del bilancio di esercizio 2019.

Questo consente a tutte quelle società inserite negli elenchi forniti da Unioncamere alle Camere di Commercio di regolarizzare entro i nuovi termini.

Anche se Unioncamere, adesso, dovrà stilare i nuovi elenchi con le società che hanno superato i limiti più volte citati negli esercizi 2018 e 2019.

La domanda nasce spontanea come farà se ancora i bilanci di esercizio 2019 non sono stati approvati e depositati?

Lo scopriremo solo vivendo.

 

Enrico Mazza*

Avvocato e dottore comercialista esperto in diritto societario




Carlo Picco nominato per la Regione in Compagnia Sanpaolo

Il Consiglio regionale del Piemonte si è riunito oggi per votare la nomina del rappresentante della Regione nella Compagnia di San Paolo. Si è trattato di una riunione mista in video conferenza e con la presenza a scaglioni dei consiglieri stessi, obbligati dal regolamento a votare con la partecipazione fisica in Aula e il deposito della scheda nell’urna.

È risultato eletto, con 33 voti a scrutinio segreto, il dottor Carlo Picco (Annamaria Poggi 5, Renato Cambursano 1).

Il presidente del Consiglio Stefano Allasia, ha ricordato che “la nomina era in scadenza e, vista la giusta rigidità del regolamento, con l’ufficio di presidenza e la conferenza dei capigruppo, abbiamo deciso per questa inedita convocazione. I consiglieri che hanno partecipato al voto sono entrati uno alla volta, nel rispetto delle distanze e dei divieti di assembramento. Gli arrivi sono stati contingentati tenendo conto anche della provenienza di ciascun consigliere e della distanza dalla sua abitazione a Palazzo Lascaris”.




Socialab: rafforzamento delle Associazioni fondiarie in Canavese e nelle Valli di Lanzo

Nell’ambito di SociaLab, il progetto il progetto europeo dedicato al miglioramento della qualità della vita e del benessere nelle comunità rurali e montane, all’interno del Piano integrato territoriale (Piter) Alcotra GraiesLab ha preso avvio l’attività finalizzata al rafforzamento delle Associazioni fondiarie nel territorio del Canavese e delle Valli di Lanzo.

Le Associazioni fondiarie – riconosciute in Piemonte da una legge regionale – consentono, attraverso la gestione associata delle attività agro-silvo-pastorali, il recupero delle terre incolte e abbandonate, fortemente presenti nelle aree montane, con benefici effetti per la tutela dell’ambiente e del paesaggio, la prevenzione dei rischi idrogeologici e degli incendi, incentivando allo stesso tempo il turismo e le produzioni locali e di conseguenza il reinsediamento.

Il progetto SociaLab si prefigge in particolare di fornire supporto all’ulteriore sviluppo dell’Associazione fondiaria di Usseglio e facilitare la nascita di quella di Borgiallo, con ampliamento degli aderenti, trasferimento di competenze dalla AsFo di Usseglio alla AsFo di Borgiallo, ma anche con realizzazione di materiali informativi on line e momenti di sensibilizzazione verso i potenziali partecipanti.

 




Montagna. Canalis (PD): “La giunta Cirio investa sui forti del Piemonte”

Martedì 4 agosto verrà votato dal Consiglio Regionale del Piemonte l’Ordine del Giorno, presentato dalla consigliera Monica CANALIS (Pd), finalizzato alla valorizzazione culturale, turistica e sportiva delle fortificazioni alpine piemontesi.

“In un contesto improvvisamente mutato, in cui si riscoprono il turismo dolce e le gite d’istruzione nelle località più vicine, ho esortato la Giunta regionale a redigere un censimento delle fortificazioni alpine del Piemonte, valutando per ciascuna infrastruttura lo stato attuale di conservazione e accessibilità, fino a creare un apposito marchio promozionale per questo patrimonio unico e a progettare dei format turistici (ad esempio il “trekking dei forti del Piemonte”, sulla falsariga del Tour del Vauban in Francia) e culturali, da proporre all’intera cittadinanza e in modo particolare alle scolaresche, valutando anche con attenzione l’opportunità di una candidatura Unesco”.

“In Piemonte  negli anni è stata eretta una straordinaria rete di fortificazioni che ha saputo custodire la vita della popolazione piemontese – prosegue Monica CANALIS – questa rete oggi è parte del nostro patrimonio paesaggistico e artistico-culturale. Straordinarie costruzioni, tra cui il Forte di Fenestrelle, il Forte di Exilles, il Forte di Vinadio, il Forte Bramafam e il Forte dello Chaberton, oltre alle fortificazioni ai Becchi Rossi in valle Stura, strutture uniche nel panorama europeo, purtroppo ancora ampiamente sotto utilizzate, nonostante le buone pratiche italiane e internazionali di successo a cui ispirarsi”.

“La ripartenza della nostra Regione può poggiarsi anche sulla valorizzazione del suo patrimonio meno conosciuto: i Forti del Piemonte rappresentano un bene straordinario, da far conoscere per rilanciare al tempo stesso la nostra storia e il nostro paesaggio montano, attraverso la cultura, lo sport e il turismo – conclude Monica CANALISI Forti del Piemonte possono diventare l’ennesima attrazione del nostro territorio, ma la Giunta regionale deve crederci e investire risorse e progettualità”.

 

Nel documento (qui allegato), si propone di :

  • Redigere un censimento delle fortificazioni alpine del Piemonte, valutando per ciascuna infrastruttura lo stato attuale di conservazione e accessibilità  (alcune versano in grave stato di abbandono come il Forte Pramand e il Forte Foen e necessitano di importanti lavori per tutelare nel tempo la stabilità dell’infrastruttura);
  • Elaborare un progetto di valorizzazione culturale, turistica e sportiva di questo patrimonio, mediante la creazione di un apposito marchio che identifichi queste realtà a livello globale (esempio “Il Tour dei Forti” o “I Forti del Piemonte”) e valorizzi questo unicum piemontese, così come si è fatto per le “Residenze Sabaude”;
  • valutare la creazione di uno specifico format turistico associato al “trekking tra i forti del Piemonte”, sulla base di alcune esperienze consolidate come il Sentiero delle Fortificazioni, itinerario di circa 60 km tra le alte Valli Maira e Grana, o il Tour francese del Vauban;
  • In vista della stagione turistica dell’estate 2020, stanziare i fondi per la manutenzione ordinaria della sentieristica di accesso alle principali fortificazioni e per l’ammodernamento della segnaletica, ed effettuare questi interventi di manutenzione; 
  • Valutare la candidatura della rete delle fortificazioni alpine Piemontesi come Patrimonio dell’Umanità Unesco e l’adesione delle principali fortificazioni alpine piemontesi alla “Rete dei siti fortificati italiani”;
  • Collegare il Tour dei Forti piemontesi con il Tour francese del Vauban; 
  • Valutare la promozione di mostre temporanee, in luoghi idonei all’interno o nei pressi delle fortificazioni, con l’esposizione di opere artistiche internazionali (sulla scorta dell’esperienza del Forte di Bard) o di opere oggi conservate nei depositi dei musei piemontesi  (ricordo che il 35,6% dei musei espone meno della metà delle collezioni detenute);
  • Progettare proposte formative (culturali e sportive) per le scolaresche piemontesi, in vista dell’inizio dell’anno scolastico 2020-2021, offrendo l’opportunità di attività formative en plein air, gite scolastiche di prossimità e attività di educazione all’arte, al dialogo transfrontaliero e alla pace;
  • pendere contatto con le vicine regioni francesi Provence-Alpes-Côte d’Azur e Auvergne-RhôneAlpes, per la valorizzazione delle fortezze di confine e dei relativi percorsi di accesso, con l’attivazione di specifici progetti e l’intercettazione di risorse europee.

 




Luca Crosetto: “Sui danni dell’alluvione stop a proclami e burocrazia.
Chiediamo al Governo un impegno immediato sulla ricostruzione”

Non possiamo continuare a rivolgerci al Governo con “il cappello in mano”, onorando il tradizionale aplomb sabaudo che ci chiede di moderare toni e richieste.

E’ora di dire “Basta parole, vogliamo fatti immediati”. Un appello forte e determinato che deve essere corale, partendo da tutte le istituzioni e le categorie economiche del nostro territorio.

È determinata la voce di Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo, mentre analizza i dati drammatici del recente e gravissimo evento alluvionale, che in poche ore ha cancellato in molte vallate quel fragile sistema infrastrutturale, di cui da tempo immemore la Granda ne lamenta le carenze.

Danni incalcolabili a strade e ponti nelle valli Tanaro, Vermenagna e Gesso, ma anche danni rovinosi per tantissime piccole e medie imprese artigiane, del commercio e dei servizi che ora si ritrovano, dopo gli effetti negativi del Covid 19, a fare i conti con questa nuova grave emergenza.

«Non è più il tempo di passerelle e di proclami, – prosegue Crosetto – abbiamo bisogno che la Politica assuma seriamente le sue responsabilità. Le visite e le parole di conforto sono gradite, ma in un territorio così ferito, com’è il nostro, non bastano. Abbiamo bisogno in tempi rapidi di progettualità e finanziamenti per procedere alla ricostruzione, senza ingarbugliarci come al solito nei mille lacci burocratici.

C’è un mondo economico in estrema sofferenza che incredulo si domanda quale potrà essere ora il suo futuro. Tanti i paesi delle nostre montagne che stanno da giorni spalando fango, Limone Piemonte, Garessio, Ormea, Pamparato, Nucetto, Bagnasco. Comunità di cittadini e di imprese che cercano con fatica di ritornare alla normalità. E che dire del valico del Tenda, un’arteria cronicamente problematica, ma fondamentale per i cuneesi e per i tanti imprenditori con interessi transfrontalieri.

In poche ore sono andati distrutti non soltanto 40 km di valle Roya, la carreggiata all’uscita del tunnel e alcuni ponti, ma le opportunità professionali di tante aziende che quotidianamente percorrevano questa arteria per andare a lavorare in Costa Azzurra o in Liguria. Un danno che ha proporzioni enormi dal punto di vista produttivo e che costringe ora i nostri imprenditori a percorrere strade alternative molto più lunghe e con costi aggiuntivi.

E che dire del turismo transfrontaliero? La Valle Vermenagna da sempre è meta di visitatori francesi e liguri con ottime ricadute economiche sul territorio. Ora tutto questo è stato irrimediabilmente azzerato. E per quanto tempo? Sul versante francese ieri si è recato addirittura il presidente Macron a testimonianza dell’attenzione governativa sulla vicenda. Non vorrei che tra un anno noi cuneesi ci ritrovassimo ad usare il calesse per raggiungere le nostre montagne, mentre dall’altra parte delle Alpi si utilizzasse una viabilità più moderna ed efficiente».




Il Consiglio regionale approva il Defr

Il Consiglio regionale ha approvato stamani a maggioranza il Defr, il documento di economia e finanza regionale 2021-2023. All’approvazione si è giunti dopo la bocciatura degli emendamenti presentati dal M5s. La discussione generale era stata svolta nella scorsa seduta del Consiglio.

Il documento approvato si articola in tre sezioni: la prima include il quadro sintetico del contesto economico-finanziario e istituzionale di riferimento; la seconda descrive gli obiettivi strategici della programmazione regionale in campo economico, sociale e territoriale; la terza contiene l’analisi della situazione finanziaria della Regione alla luce del quadro tendenziale di finanza pubblica e delle manovre di risanamento finanziario.




Giorno del ricordo, Allasia: “La tragedia delle foibe fa parte della memoria di tutti gli italiani”

Oggi la tragedia delle foibe e dell’esodo fanno parte della memoria di tutti gli italiani e della storia del Paese e ricordarla deve rappresentare l’occasione per rafforzare una storia condivisa nella coscienza degli italiani, contribuire alla costruzione di una identità consapevole delle tragedie del passato, contro ogni pulizia etnica e ogni odio razziale. Da tempo, terminata la lunga notte della guerra fredda, è possibile una lettura meno ideologica di quelle vicende ed è possibile condividere analisi più serene e obiettive. Fu un’immensa tragedia a lungo rimossa, ma ricordarla ci rende tutti più forti e credibili nella difesa e nell’affermazione dei valori fondamentali sui quali è nata e si è costruita la nostra Repubblica.”




Nati-moralità delle imprese piemontesi: le incertezze paralizzano il tessuto imprenditoriale

Nei primi tre mesi del 2021 il sistema produttivo regionale ha evidenziato un basso numero di iscrizioni e di cessazioni. Le incertezze dello scenario economico, tra attese sull’evoluzione della pandemia e prospettive di rilancio legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), hanno infatti rallentato anche in Piemonte sia la nascita di nuove realtà imprenditoriali che la chiusura di aziende.

In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio emerge come, nel periodo gennaio-marzo 2021, siano nate in Piemonte 7.915 imprese, dato lievemente superiore rispetto al I trimestre 2020 (7.181), periodo che era stato fortemente condizionato dall’avvio della stagione pandemica (con il fermo di ogni attività per l’intero mese di marzo).

Le cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio) si sono attestate a 8.021 contro le 10.712 del I trimestre 2020. Il saldo è risultato debolmente negativo (-106 unità). Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine marzo 2021 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta a 425.722unità.

“I dati dei primi tre mesi del 2021, riferiti a tutti i settori e a tutte le province piemontesi, ci restituiscono un tessuto imprenditoriale paralizzato, in attesa, a causa dell’emergenza sanitaria che da oltre un anno ha stravolto i ritmi produttivi. Ora più che mai, l’intervento di tutte le istituzioni deve essere ancora più incisivo. In primo luogo è necessario portare a compimento, il più velocemente possibile, la campagna vaccinale: un obiettivo per un cui le Camere di commercio piemontesi sono pronte a dare il proprio appoggio. Servono poi misure efficaci, che restituiscano fiducia al nostro sistema produttivo e consentano di innescare un nuovo percorso di crescita” commenta Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte.

 

Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita piatto, pari al -0,02%, dato lievemente peggiore rispetto a quanto registrato a livello nazionale (+0,08%), ma migliore rispetto ai dati registrati nei primi trimestri degli scorsi anni dal tessuto piemontese (-0,82% nel I trimestre 2020 e –0,71% nel I trimestre 2019). Appare, quindi, ragionevole pensare che esista una “platea nascosta” di imprese che in altre circostanze avrebbe chiuso i battenti e che non lo ha ancora fatto a causa dell’eccezionalità del periodo.

La sostanziale stazionarietà evidenziata dal tessuto imprenditoriale regionale risulta il frutto di variazioni di lievi entità registrate in tutte le realtà provinciali. Biella (-0,35%) e Asti (-0,34%) mostrano i dati peggiori, seguite da Cuneo (-0,22%), Alessandria (-0,17%) e Vercelli (-0,12%). Il Verbano Cusio Ossola (-0,03%) segna un risultato analogo a quello medio regionale, mentre Torino (+0,11%) e Novara (+0,14%), registrano un risultato superiore alla media regionale e debolmente positivo.

L’analisi per forma giuridica conferma il trend ormai consolidato di crescita delle società di capitale che, nonostante il difficile periodo congiunturale, mostrano un tasso di crescita del +0,80% e raggiungono un peso pari al 19,6% del totale delle aziende con sede legale in Piemonte. Piatto il tasso evidenziato dalle ditte individuali (-0,05%), che rappresentano oltre la metà delle imprese. Le altre forme, che pesano solo il 2,2% del totale, subiscono un calo dello 0,35%. Le società di persone (un quinto circa del complesso delle sedi piemontesi) evidenziano il calo più significativo (-0,64%)

 

Nei primi tre mesi dell’anno nessun comparto ha evidenziato flessioni superiori al punto percentuale. In particolare, il risultato peggiore appartiene all’agricoltura (-0,76%), seguita dal turismo (-0,64%), comparto tradizionalmente in positivo negli ultimi anni. L’industria in senso stretto registra un tasso del -0,30% e il commercio del -0,22%. In controtendenza gli altri servizi, che crescono dello 0,34%, e le costruzioni con un tasso del +0,35%.

 




Camera di commercio di Torino: voucher per il Polo Nazionale della Mobilità Sostenibile e della Manifattura

In occasione della presentazione del Progetto e della Carta dei Servizi del Polo Nazionale della Mobilità Sostenibile e della Manifattura, che sorgerà negli spazi TNE di Corso Settembrini 178 a Torino, la Camera di commercio di Torino ribadisce il proprio sostegno al progetto, con un’attenzione particolare all’accesso delle pmi alle opportunità del Centro.

 

Il Polo nazionale della Mobilità Sostenibile sarà il punto di riferimento sul territorio per la formazione, la ricerca e sviluppo, il trasferimento tecnologico dell’intero settore automotive – spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – L’ente camerale, oltre ad aver garantito un finanziamento pari a 5 milioni di euro per la nascita del progetto, interverrà a sostegno delle pmi, perché sia più facile l’accesso ai servizi offerti dal Polo: innovazione e networking a disposizione, quindi, anche delle aziende più piccole che in un contesto di questo tipo possono crescere, svilupparsi e fornire soluzioni a tutto il distretto”.

 

Oltre all’assistenza già garantita dai servizi camerali più innovativi, come il Punto Impresa Digitale o la partecipazione alla rete EEN (Enterprise Europe Network) che svolge azioni di ricerca partner internazionali e di segnalazione di opportunità per l’interscambio di tecnologie, l’ente camerale ha allo studio la possibilità di finanziare voucher specifici per pmi, per favorire l’accesso delle piccole imprese ai servizi, ai laboratori e alle opportunità del Polo.

 

 




Torino. Prezzi al consumo di novembre per l’intera collettività NIC)

Gli indici dei prezzi al consumo di settembre 2021 sono stati elaborati tenendo conto delle limitazioni, differenziate a livello regionale, definite dalle normative nazionali e locali per contrastare la pandemia causata dal Covid-19.

L’impianto dell’indagine sui prezzi al consumo, basato sull’utilizzo di una pluralità di canali per l’acquisizione dei dati, ha continuato a consentire di ridurre gli effetti negativi del più elevato numero di mancate rilevazioni sulla qualità delle misurazioni della dinamica dei prezzi al consumo. Le modalità con le quali la situazione che si è venuta determinando è stata via via affrontata sono illustrate nella Nota metodologica del comunicato stampa diffuso oggi dall’Istat nella quale viene anche ricordato che gli indici ai diversi livelli di aggregazione, sia nazionali sia locali, che hanno avuto una quota di imputazioni superiore al 50% (in termini di prezzi mancanti e/o di peso), sono segnalati mediante l’utilizzo del flag “i” (dato imputato).

 

Nel mese di Novembre 2021 a seguito della rilevazione dei prezzi effettuata dal Servizio Statistica della Città, l’indice complessivo dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) è risultato pari al 105,3 (Base Anno 2015=100) segnando una variazione del +0,6% rispetto al mese precedente e del +3,0% rispetto al mese di  Novembre 2020 (tasso tendenziale).

 

I prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto segnalano +0,8% sul mese precedente e +3,1% su novembre 2020. I prezzi dei prodotti a media frequenza d’acquisto rilevano +0,8% rispetto al mese di ottobre 2021 e +4,2% sull’anno precedente. I prezzi dei prodotti a bassa frequenza d’acquisto segnalano -0,1% sul mese precedente e +0,6% rispetto a novembre 2020.

 

Nella tipologia di prodotto dei BENI si rileva +0,9% su base congiunturale e +4,0% su base tendenziale.

I prodotti in rilevazione hanno subito queste variazioni:

Beni Alimentari +0,8% sul mese precedente e +0,1% sull’anno precedente,

Beni Energetici +4,4% sul mese precedente e +29,8% sull’anno precedente,

Tabacchi INVARIATO sul mese precedente e +0,7% sull’anno precedente,

Altri Beni -0,1%  sia sul mese che sull’ anno precedente.

 

Nella tipologia di prodotto dei SERVIZI si registra +0,2% su base congiunturale e +1,6% su base tendenziale.

Sono state riscontrate le seguenti variazioni:

Servizi relativi all’Abitazione -0,2% sul mese precedente e -0,6% sull’anno precedente,

Servizi relativi alle Comunicazioni +0,1% sul mese precedente e INVARIATO sull’anno precedente,

Servizi Ricreativi, Culturali e per la Cura della persona +0,8% sul mese precedente e +2,1% sull’anno precedente,

Servizi relativi ai Trasporti +0,1% sul mese precedente e +4,4% sull’anno precedente,

Servizi vari +0,1% sul mese precedente e +1,4% sull’anno precedente.

 

L’inflazione di fondo al netto degli energetici e degli alimentari freschi segnala +0,2% rispetto al mese precedente e +0,9% rispetto all’anno precedente.