Suap: il Covid non ferma la collaborazione tra Comune di Torino e CCIAA

Grazie a un complesso lavoro di  armonizzazione delle diverse piattaforme informatiche, dal 2022 tutte le pratiche di competenza del Comune di Torino transiteranno nella piattaforma camerale. Ad oggi la Camera di commercio gestisce il Suap per 124 comuni: oltre 12mila pratiche nel solo 2020.

 

Prosegue senza interruzioni nonostante la pandemia l’intensa road map condivisa tra la Città e la Camera di commercio di Torino per consentire agli imprenditori di utilizzare il portale Impresa in un giorno come unico punto d’acceso unitario per la presentazione telematica delle pratiche relative alle attività di impresa.

 

Un dialogo più semplice e rapido tra imprenditore e Pubblica Amministrazione è essenziale per un territorio che deve recuperare competitività, soprattutto dopo una crisi come questa – commenta Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Nell’ambito dell’ampio processo di e-government il Suap rappresenta uno dei fulcri essenziali e non può funzionare senza il coinvolgimento, le competenze, l’impegno e la visione comune di tutti gli attori, proprio come sta avvenendo positivamente a Torino”. 

 

 

Il percorso

Dopo una prima fase sperimentale avviata nell’aprile 2019, che prevedeva l’utilizzo del portale solo da parte di alcune categorie di imprenditori (bar e ristoranti, acconciatori, barbieri ed estetisti, installazione di impianti di telecomunicazioni, facchinaggio, commercio all’ingrosso, pulizie, disinfezione, disinfestazione, derattizzazione e sanificazione), da giugno 2020 l’opportunità è stata estesa ad altre attività (autoriparatore, tintolavanderia, attività artigianali/industriali, attività industria insalubre).

 

Per l’anno 2021 è stata pianificata l’estensione ad ulteriori ambiti di competenza del SUAP, in particolare procedimenti ambientali, trasporto (noleggi senza conducente e rimesse pubbliche), impresa alimentare, comparto sanità, turismo, medie e grandi strutture di vendita, centri commerciali, installazione o modifica distributori di carburanti, comparto licenze pubblica sicurezza, attività di spettacolo e trattenimento. Nei giorni scorsi la Città ha richiesto l’estensione della convenzione al fine di consentire l’utilizzo del portale per le pratiche relative alle attività commerciali su area pubblica e alle istanze per allestimento di dehors.

 

 

L’intensa collaborazione tra la Città di Torino e la Camera di commercio ha interessato vari uffici a tutti i livelli e ovviamente ha coinvolto anche l’ente informatico InfoCamere che si è speso nella realizzazione di soluzioni informatiche che integrano il front-office del SUAP con i servizi di back-office del Comune.

 

Che cos’è il Suap e il supporto delle Camere di commercio

Il Suap è lo Sportello Unico Attività Produttive, unico punto di accesso esclusivamente telematico, a disposizione dell’imprenditore per gestire tutte le vicende amministrative riguardanti la sua attività produttiva. Il Suap fornisce una risposta telematica unica e tempestiva da parte dei vari uffici comunali e da parte di tutte le altre amministrazioni pubbliche coinvolte nel procedimento finale (Comune, ASL, Vigili del Fuoco, ARPA, Questura, Prefettura, Ministeri, ecc.).

Le funzioni del Suap possono essere esercitate dai singoli Comuni, anche in forma associata, o essere delegate dai Comuni alle Camere di commercio.

Le Camere di commercio forniscono ai Comuni un servizio di gestione del SUAP completamente digitalizzato sulla piattaforma www.impresainungiorno.gov.it.

In tutta Italia i SUAP che si avvalgono del supporto delle Camere di commercio sono 3.960  e servono oltre 3 milioni di imprese e 30 milioni di cittadini italiani. Fino ad oggi la piattaforma camerale ha complessivamente assicurato la gestione oltre 3 milioni di pratiche, di cui 656.000 solo nel 2020.

SUAP gestiti dalla Camera di commercio di Torino

La Camera di commercio di Torino contribuisce a questo importante processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione gestendo i Suap per conto di 124 Comuni dell’area torinese, il 39% del totale. Nel 2020 le pratiche ricevute ammontano a 12.151, di cui il 27% provenienti dal Comune di Torino. La Camera di Torino è la terza Camera di commercio per numero di imprese (dopo Milano e Napoli) a gestire il Suap del proprio capoluogo di Regione.

 

Impresa in un giorno

 

 

 

 




UniTO e CCIAA Torino per le scienze umane, sociali e umanistiche a sostegno delle imprese

Oggi, Mercoledì 21 aprile, alle ore 12.00, il Rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna il Presidente della Camera di commercio, Dario Gallina, insieme al  il Progetto HSSH (Human Social Science and Humanities) With & For Industry 4.0, per favorire la ricerca sui temi della collaborazione innovativa e della trasformazione digitale dei servizi per le imprese.

 

Con un raggruppamento strategico di 8 dipartimenti umanistici, l’Università supporterà le imprese nello sviluppo nell’uso di nuove tecnologie nei settori produttivi e nei nuovi contesti di mercato, promuovendo il co-design e la co-progettazione di tecnologie e servizi innovativi. L’Infrastruttura ospiterà laboratori a disposizione delle imprese per offrire loro nuovi servizi volti ad affrontare la complessità delle trasformazioni in atto.

 

 

Il nuovo laboratorio si occuperà di molteplici applicazioni tra le quali lo studio del comportamento umano in contesti ad alta complessità (come l’interazione tra persone e ‘auto a guida autonoma’), i test su prototipi, la validazione di progetti architettonici e i test per valutazione dell’usabilità.

Grazie alle tecnologie immersive sarà possibile, per esempio, offrire alle aziende analisi sui comportamenti dei consumatori, sperimentare nuovi prodotti e servizi, sia in contesti reali allestiti ad hoc sia in contesti di realtà̀ virtuale immersiva. Il laboratorio sarà arricchito dall’acquisto di strumentazioni volte a indagare i correlati fisiologici del comportamento umano (come la stimolazione magnetica transcranica, elettroencefalografo, elettromiografo) che potranno arricchire il valore euristico delle ricerche condotte con gli strumenti delle scienze umane e sociali.

 

L’accordo determina anche una nuova sinergia fra HSSHxI4.0 e Psy’N’Co, l’infrastruttura unversitaria di ricerca in Psicologia e Neuroscienze cognitive e cliniche, il cui scopo è quello di favorire lo studio integrato della mente, del cervello e del comportamento per la comprensione dell’agire umano, e di sviluppare approcci user-centred al disegno della tecnologia e dei servizi.


A questo scopo saranno ampliati i locali di Ateneo di Via Benevello. Ciò permetterà di sviluppare ampie aree di ricerca sinergica con un approccio multidisciplinare per lo studio di situazioni sociali complesse, integrando e registrando segnali elettrofisiologici in contesti di decision making e nudging, modulando la connettività cerebrale per verificarne l’impatto sui processi decisionali con lo sviluppo di human computer interface.

Alle aziende sarà messo a disposizione un team di ricerca multidisciplinare formato da programmatori, linguisti, filosofi, economisti che insieme a psicologi e neuroscienziati potranno sviluppare ed implementare simulazioni di realtà virtuale integrandoli con sensori aptici e cinetici e sistemi per la registrazione di misure psico-ed elettro-fisiologiche.

 

Un nuovo sistema di laboratori finanziati da Regione Piemonte e dalla nostra Università, la collaborazione preziosa offerta da Camera di commercio, l’integrazione indispensabile con il Competence Center, le attività di trasferimento della conoscenza e della tecnologia. – dichiara Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino Sono questi gli ingredienti di un progetto composito che giunge ora a conclusione.  L’integrazione sinergica tra HSSHx14.0, il Competence Center da un lato e Psy’N’Co dall’altro, permetterà di incrementare le opportunità di ricerca applicata per i nostri ricercatori in settori strategici, attraverso iniziative congiunte e in rete in grado di generare una più efficiente allocazione delle risorse e un più ampio utilizzo delle attrezzature per una più efficace collaborazione all’interno del sistema della ricerca. Il nostro Ateneo, garantendo la più ampia collaborazione fra dipartimenti universitari su un’unica infrastruttura di ricerca, svolge un ruolo chiave per la trasformazione digitale delle imprese, importante fattore di sviluppo del territorio”.

 

 

“Con questo progetto ricercatori, istituzioni, imprese potranno condividere percorsi di sperimentazione, di simulazione, di integrazione, di sviluppo delle proprie idee, delle proprie intuizioni, dei propri servizi e dei propri prodotti. – conclude Gianluca Cuniberti, Realizzare tutto questo superando le molte difficoltà che anche l’emergenza sanitaria ci ha posto di fronte è motivo di grande soddisfazione, ma più di tutto crediamo di aver posto un nuovo tassello, speriamo concreto e anche significativo, di un’Università creativa, riflessiva e allo stesso tempo applicativa, che si unisce al proprio territorio per uno sviluppo economico e sociale. Fare questo anche come specifica prospettiva di impatto delle ricerche sociali e umanistiche apre inoltre a sperimentare sguardi innovativi che, grazie alle nuove tecnologie, possono offrire nuove professionalità, ricche di competenze innovative, di culture ibride, adatte alle sfide di competitività e rilancio che abbiamo di fronte”.




Consiglio regionale : È online Piemonte delle Autonomie

Il ruolo dei dati nell’assunzione delle decisioni pubbliche: una grande questione costituzionale” è il titolo dell’editoriale, firmato dal direttore scientifico della rivista di scienza dell’amministrazione dell’Assemblea legislativa, Enrico Grosso.

Un tema, che “costituisce forse la più grande questione costituzionale del nostro tempo” e sul quale “Il Piemonte delle Autonomie” si prefigge di promuovere un pubblico dibattito scientifico, aperto ai contributi di studiosi delle più diverse discipline. A tale scopo viene lanciata una call for papers, i cui termini sono delineati e precisati nel documento allegato (link associato).

Con questa significativa introduzione si sviluppa la proposta editoriale del numero 1/2021 di “Piemonte delle Autonomie” , pubblicato sul sito istituzionale

Nella sezione saggi troviamo: “Lavoro agile e pubblica amministrazione: ‘nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità’? Cenni all’esperienza piemontese” di Barbara Gagliardi, “La recente riforma delle circoscrizioni di decentramento nell’ordinamento del Comune di Torino” di Maria Pia Genesin e “La legge regionale sulle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche: temi e problemi”  a firma di Luca Geninatti Saté.

Tra gli approfondimenti Francesco Abruscia ha scritto “Le iniziative del Difensore Civico e il fattivo ascolto delle competenti Amministrazioni e degli organi politici regionali” mentre, Elisa Bellomo ci propone “La telemedicina nella Regione Piemonte: da strumento per fronteggiare l’emergenza sanitaria a mezzo di contrasto del digital divide”. Per completare l’offerta di articoli di approfondimento sono stati confezionati altri due pezzi: il primo di Chiara Merlano “Il riparto di competenze tra Stato e Regioni al tempo della pandemia secondo la Corte costituzionale: il ‘caso’ Valle d’Aosta” e il secondo preparato da Giorgio Sichera “La Regione Piemonte alla prova della campagna vaccinale”.

Le parte dedicata alla giurisprudenza si apre con la sezione “Tar Piemonte e Covid 19” con la richiesta di annullamento dell’ordinanza del Presidente della Giunta regionale che ha prorogato l’attività didattica a distanza, rigettata dal Tar Piemonte ad opera di Vitalba Azzollini e Giovanni Boggero. Vi sono poi gli “Osservatori”, il primo è quello dedicato al Tar Piemonte e Valle d’Aosta con diciassette sentenze mentre, il secondo, è dedicato alla Corte dei Conti di Piemonte e Val d’Aosta con tredici deliberazioni e cinque sentenze.

In chiusura due commenti: quello di Valentina Cavanna sulla sentenza del 10 novembre 2020 con la quale la Corte di giustizia dell’Ue boccia l’Italia per la violazione della Direttiva 2008/50/CE sulla qualità della “aria ambiente” e quello di Chiara Castaldo sulle note a margine dell’ordinanza del Consiglio di Stato, III sez., 18 gennaio 2021, n. 536 su “Il trasporto sanitario d’urgenza tra Codice del Terzo Settore e disciplina europea”.

 




CCIAA Torino: L’anno del Covid frena la spesa

Nel 2020 si contraggono i consumi delle famiglie torinesi, concentrati soprattutto su beni di prima necessità, come alimentare e abitazione.
Viaggi e vacanze ai minimi storici. Si preferisce il supermercato e il discount, ma cresce l’e-commerce. Aumentano le famiglie risparmiatrici, ma molte (40%) denunciano perdita di potere di acquisto.

Presentati oggi i dati della tradizionale indagine della Camera di commercio di Torino sulle spese delle famiglie torinesi, arrivata quest’anno alla 24° edizione. Anche nel 2020 sono state indagate complessivamente 240 famiglie residenti a Torino città o nella prima cintura attraverso la compilazione di questionari che analizzano le diverse tipologie di spesa, più o meno ricorrenti, le abitudini e i luoghi di acquisto preferiti.

Una spesa più sobria e limitata alle cose essenziali. Questa è stata la scelta quotidiana per le famiglie torinesi alle prese con un 2020 in cui si rinuncia al superfluo: il non alimentare registra il calo più significativo degli ultimi 10 anni – commenta Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Cresce il numero delle famiglie che risparmiano, anche in conseguenza delle minori occasioni di spesa, ma allo stesso tempo raddoppiano le famiglie che lamentano perdita di potere d’acquisto”.

 

I dati dell’indagine

A fine 2020 la spesa media mensile delle famiglie torinesi si è fermata a 2.430 euro, in calo rispetto al 2019 del -4,8% (-123 euro), di poco al di sotto dei livelli raggiunti nel 2016.

 

 

Nel 2020 sono state le spese non alimentari a determinare l’arretramento dei consumi: con 2.016 euro registrano infatti un calo del –6,3% rispetto al 2019. Si tratta in assoluto della flessione più consistente registrata negli ultimi 10 anni. Continuano a crescere, invece, le spese alimentari (+3,2%), arrivando a rappresentare il 17% del totale della spesa (era il 15,7% nel 2019).

 

Nel 2020 si conferma dunque la modifica del paniere delle famiglie torinesi: i consumi vedono una crescita forzata solo nei beni essenziali, a scapito di quasi tutte le spese voluttuarie. La crisi ha colpito indistintamente tutte le famiglie torinesi, a prescindere dalla tipologia o dalla condizione economica: a far registrare la frenata più importante, però, le famiglie con figli (-10,6% rispetto al 2019).

 

Le spese alimentari

La spesa alimentare nel 2020 è pari a 414 euro (+3,2% rispetto al 2019; +13 euro). Le prime tre categorie di spesa rappresentano poco meno della metà del paniere complessivo: carni e salumi, il 21,4%, si collocano al primo posto; seguono latte e formaggi e pane e cereali.

L’aumento più significativo è però da registrarsi nei cibi pronti e da asporto con un +34%, +5 euro.

 

Le spese non alimentari

La spesa non alimentare mensile si attesta a 2.016 euro (-6,3%; -136 euro rispetto al 2019). In un calo generalizzato delle spese voluttuarie, a crescere sono quasi esclusivamente voci di prima necessità.

 

Voci di spesa in aumento

L’abitazione, a cui si sommano anche le utenze domestiche, continua ad essere la componente principale della spesa non alimentare: nel 2020 rappresenta il 49,6% delle spese non alimentari, ed è in crescita del +3,1% rispetto al 2019 (+31 euro).

Salgono poi del +29,5% alcune spese legate alla cura e all’igiene personale (+13 euro) probabilmente per l’acquisto intensivo di alcuni articoli sanitari come mascherine o gel disinfettanti.

Dopo un calo nei primi sei mesi, dall’estate in avanti riprendono gli acquisti per articoli sportivi ed il tempo libero che crescono del 13,5% (+6 euro) a livello annuo. In aumento anche le spese in istruzione pari a 36 euro (+4 euro).

 

Voci di spesa in diminuzione

Il calo più significativo, con un -18,3% e -57 euro, è da imputare alla macro voce degli “altri beni e servizi” che complessivamente scende a 256 euro; qui il tempo libero rappresenta la voce più significativa includendo le spese per viaggi e vacanze (-54 euro) e i pasti fuori casa (-30 euro). Le spese per viaggi nel 2020 sono in assoluto le più basse registrate negli ultimi dieci anni.

 

 

Con 69 euro medi mensili (-25 euro), in calo del -26,2%, le famiglie torinesi destinano a vestiario e calzature il 3,4% delle spese non alimentari. In questo caso però la diminuzione non è imputabile solo al Covid, ma prosegue un andamento già evidenziato in passato: questa voce infatti è in calo per il terzo anno consecutivo.

 

Nella voce trasporti e comunicazione (-24 euro; il 13,8%) la flessione del 7,8% è dovuta principalmente alla macro categoria dei trasporti (-18 euro), dove si registra un calo delle spese in benzina, gasolio e in acquisto di biglietti per i mezzi pubblici, treni e aerei. Diminuiscono, anche se meno marcatamente, le comunicazioni (-5 euro), dove il calo si è registrato nelle spese connesse alla telefonia come acquisto, bollette, internet     (-5 euro), categoria che nei primi mesi del 2020 aveva visto un significativo incremento.

 

In calo del 7,9% (-10 euro) la spesa in ricreazione, spettacolo e cultura dove com’è noto crollano gli acquisti di biglietti per cinema, teatro, spettacoli e sport e per gli abbonamenti in palestre e piscine. In flessione anche le spese per giornali, libri non scolastici e cancelleria.

 

Anche se in ripresa nella seconda parte dell’anno, scendono complessivamente su base annua le spese destinate a visite mediche specialistiche e analisi, anche a causa dell’emergenza sanitaria che ha imposto lo stop delle visite mediche/cure non urgenti. Calano poi contemporaneamente le spese per i servizi di assistenza alla persona soprattutto per quanto riguarda asili nido, baby sitter. Stabili invece le spese per assistenza ad anziani e disabili.

 

Il risparmio nelle famiglie

 

Crescono le famiglie che nell’anno della pandemia sono riuscite a risparmiare: il 28% degli intervistati contro il 25% del 2019. Rispetto all’anno pre-emergenza, aumentano soprattutto le famiglie risparmiatrici in condizione economica di autosufficienza (passate dall’8% al 14%) e quelle in fascia media (il 30% nel 2019 e il 34% nel 2020). Sale la quota di reddito risparmiata, passata dal 4% del 2019, al 4,7% del 2020.

 

In generale le famiglie torinesi hanno percepito un ridimensionamento del proprio potere d’acquisto. Raddoppiano infatti le famiglie che dichiarano un calo delle proprie possibilità di spesa rispetto all’anno precedente, passando dal 19,2% al 40%.

 

I principali luoghi di acquisto

Il 2020 ha registrato anche alcuni cambiamenti importanti sulle scelte dei luoghi e dei canali di acquisto. Prosegue il trend, già avviato negli anni precedenti, a favore di strutture di vendita medio–grandi: su super e ipermercati converge, infatti, oltre il 45% delle scelte dei consumatori (con un balzo in avanti di oltre 5 punti percentuale rispetto a un anno prima), e crescono anche i discount passando dal 10,4% al 12,5%. In calo il negozio tradizionale (dal 26,7% al 22%) e il mercato rionale (dal 7,9% al 6,6%).

Anche la scelta di Internet come luogo “virtuale” di acquisto ha ottenuto un’attesa e significativa diffusione, salendo dal 3,8% delle preferenze del 2019 al 5,2% del 2020.

 

I comportamenti durante l’emergenza

Quasi il 77,8% delle famiglie ha dichiarato di aver “speso meno del solito” rispetto al 2019, riducendo o eliminando principalmente gli acquisti di beni considerati superflui. A dettare questo tipo di scelta, sia le minori occasioni di spesa verificatesi durante la pandemia per il 68,8%, ma anche la riduzione del reddito familiare (21,3%). Ma per affrontare il periodo il 31,3% dei nuclei famigliari ha dovuto intaccare i risparmi accantonati.

 




Appello da parte di Confartigianato Cuneo al presidente della Regione Cirio

Ieri dal Prefetto di Cuneo Fabrizia Triolo con un documento firmato da oltre duemila imprese di acconciatura ed estetica, questa mattina ad Alba, di fronte al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio con una lettera – appello, in cui si chiede di dare la possibilità alle imprese del comparto Benessere di riaprire quanto prima la loro attività.

Confartigianato Imprese Cuneo, di fronte agli ennesimi disagi delle imprese del settore Benessere causati dallo stop and go dei giorni scorsi, non ha perso tempo e con una congrua raccolta firme on line in sole 24 ore ha incontrato le massime Istituzioni del territorio per richiedere sostegno e attenzione nei confronti di imprese impossibilitate a lavorare, nonostante abbiano dimostrato grande rispetto nell’applicazione delle regole di sicurezza.

Nel documento presentato al presidente Cirio si richiede che la Regione si faccia promotrice nei confronti del Governo di una modifica del testo del Decreto Legge n. 44 del 1° aprile 2021, nella parte in cui è prevista la variazione delle misure di restrizione “sulla base dei dati validati dell’ultimo monitoraggio disponibile”.

«Pur nella piena consapevolezza dell’importanza della tutela della salute pubblica – spiega Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – l’attuale meccanismo “dell’ultimo monitoraggio disponibile” non dà possibilità alle imprese di avere il giusto preavviso per poter organizzare in modo adeguato le loro attività aziendali. Questo genera considerevoli danni economici, aggravati da una conseguente facilitazione per gli “abusivi” di operare a domicilio, approfittando dei divieti, senza rispettare alcuna misura di sicurezza. Chiediamo quindi che queste imprese possano riprendere a lavorare durante la cosiddetta “zona rossa” dal momento che, alla luce dei dati di monitoraggio, non è a loro imputabile l’aumento dei contagi».

«Le nostre imprese sono allo stremo – aggiunge Daniela Balestra, vice presidente di Confartigianato imprese Cuneo – e questi continui annunci di possibili aperture, poi non confermate, stanno prostrando imprenditori e lavoratori sia professionalmente che psicologicamente. I tempi della Pandemia si stanno allungando e la sfiducia verso il futuro aumenta. Mai come ora, c’è bisogno di far sentire loro la vicinanza delle Istituzioni e la volontà di quest’ultime di valutare nuove forme di sostegno».

Nella lettera Confartigianato Cuneo ha anche sollecitato un nuovo sistema di ristori per il comparto, sottolineando che la Regione Piemonte è stata l’unica ad aver dato, in maniera concreta, un sostegno economico alle categorie del Benessere nel passato 2020. Richiesta immediatamente accolta dal presidente Cirio, il quale, durante l’incontro odierno, ha confermato la volontà da parte dell’Ente regionale di riformulare un “Bonus Piemonte”, come già avvenuto nello scorso anno, specifico per le categorie dei parrucchieri e degli estetisti.

«Apprezziamo la disponibilità della Regione Piemonte – conclude Crosetto – e ci auguriamo che al comparto sia dato al più presto un sostegno adeguato. Si tratta di imprese che in modo tempestivo e regolare hanno investito risorse nell’applicare tutti i sistemi necessari per tutelare la salute della clientela. Meritano di essere aiutate e di poter ritornare al più presto al loro lavoro”.

 

 

 

 




CCIAA Torino e Confindustria Canavese: andamento delle imprese e del lavoro

Sono stati presentati oggi i dati relativi all’andamento del lavoro e delle imprese elaborati da Agenzia Piemonte Lavoro, Camera di commercio di Torino e Confindustria Canavese con l’obiettivo di fornire una fotografia il più esaustiva possibile sullo stato di salute delle imprese e sull’andamento del lavoro nel territorio del Canavese.

Quest’anno la lettura complessiva dei dati assume una valenza estremamente importante in quanto fa riferimento a uno dei periodi storici più difficili che il nostro Paese abbia dovuto affrontare dal punto di vista sanitario, economico e sociale. La pandemia, che purtroppo sembra non volere ancora mollare la presa, ha lasciato ferite evidenti su tutto il territorio. Un territorio che, nonostante l’emergenza e le forti difficoltà vissute, sta comunque lottando per superare la crisi e contrastare le pesanti conseguenze economiche causate dal Coronavirus.

 

All’inizio del 2020 la diffusione del virus ha portato al blocco delle attività produttive per quasi due mesi, la nostra economia ha subito un rallentamento senza precedenti e le ricadute di tale arresto in alcuni casi sono state pesanti”, spiega Cristina Ghiringhello, direttore di Confindustria Canavese. “Le conseguenze della pandemia emergono chiaramente dalle analisi di Camera di commercio e Agenzia Piemonte Lavoro.

Sin dall’inizio dell’emergenza le nostre imprese si sono però impegnate al massimo per adattarsi a una situazione nuova e prima inimmaginabile. Alcune si sono reinventate, altre hanno fatto delle vere e proprie rivoluzioni organizzative per non rischiare di trovarsi nella condizione di chiudere o di ridurre drasticamente la propria attività.

Oggi, a distanza di oltre un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria, guardando alle nostre imprese notiamo una situazione molto eterogenea: vi sono settori, come quello manifatturiero che hanno tenuto piuttosto bene, altri, come ad esempio quello dell’ICT, che hanno affrontato una trasformazione profonda dei propri modelli organizzativi (aprendo nuovi scenari ed opportunità per le imprese e i lavoratori); ci sono poi comparti che hanno risentito maggiormente degli effetti negativi dell’emergenza, come quello turistico, che in Canavese, all’inizio della pandemia, era in pieno sviluppo e che, avendo radici ancora molto giovani, potrebbe faticare più di altri ad agganciare la ripresa. In questo quadro assai variegato emergono però energie e potenzialità pronte ad essere liberate. I dati emersi dall’elaborazione della nostra ultima indagine congiunturale evidenziano, infatti, la volontà delle imprese canavesane di guardare al futuro e di voler cogliere le opportunità che questo periodo di crisi, ma anche di trasformazione, sta offrendo”.

 

“Grazie ad un importante impegno comune che mette insieme i nostri dati del Registro imprese con quelli forniti da Agenzia Piemonte Lavoro, siamo in grado di offrire una panoramica completa del tessuto imprenditoriale del Canavese e del suo andamento recente, anche in termini di occupazione e lavoro – commenta Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di commercio di Torino. – Con più di 32mila imprese, questo territorio sconta nel 2020 il clima di incertezza che ha sostanzialmente paralizzato sia le chiusure di impresa sia le nuove aperture in tutto il torinese. L’anno qui si è chiuso con un tasso di crescita negativo pari a -0,79%, ora dovremo monitorare i dati del 2021, sperando in segnali di ripresa sostenuti dalle vaccinazioni e da un graduale ritorno alla normalità quotidiana”.

Federica Deyme, direttrice Agenzia Piemonte Lavoro, durante il suo intervento ha spiegato che “E’ stata avviata un’importante collaborazione tra Agenzia Piemonte Lavoro e Camera di commercio di Torino, che in concreto ha reso possibile un approfondimento sulla situazione economica del Canavese, grazie a una lettura privilegiata dei dati, realizzata attraverso l’incrocio di quelli del Registro Imprese della Camera di commercio di Torino e dell’insieme generale dei rapporti di lavoro attivati nel bacino di riferimento di Agenzia Piemonte Lavoro”. “Dal punto di vista delle iniziative messe in campo per l’attività dei Centri per l’impiego, tra le più incisive per favorire il matching della domanda e dell’offerta di lavoro, stiamo predisponendo una mappatura capillare delle imprese di tutto il Piemonte e un potenziamento delle attività di scouting e marketing per intercettare tutti i posti al momento vacanti, e fornire alle imprese che necessitano di assumere personale un servizio di preselezione mirato e gratuito dei profili professionali adatti alle loro necessità, e una consulenza sugli sgravi e gli incentivi alle assunzioni dei candidati – conclude Federica Deyme”.

Il sistema imprenditoriale

Secondo i dati della Camera di commercio di Torino, sul territorio del Canavese sono insediate 32.742 sedi d’impresa (il 14,9% del torinese), alle quali si aggiungono 7.826 unità locali. Ivrea (2.494), Chivasso (2.197), Ciriè (1.814), Leinì (1.758), Rivarolo Canavese (1.295) e Volpiano (1.202) sono i primi sei comuni per numero di imprese e su di essi è insediato il 33% delle imprese totali.

La struttura imprenditoriale è costituita, come per il dato provinciale, essenzialmente da micro imprese che rappresentano il 95,4% del totale. Per quanto riguarda i settori di attività, è predominante il commercio con il 22,8% del totale, seguito dai servizi prevalentemente orientati alle imprese (il 18,0%).

Come evidenziato per il torinese, anche qui nel 2020 il sistema imprenditoriale è in sostanziale stasi con iscrizioni e cessazioni d’impresa in netta diminuzione rispetto agli anni passati. Il tasso di crescita risulta negativo del -0,79%, a fronte di un +0,16% registrato a livello provinciale. Tutti i settori hanno subito una contrazione dello stock di imprese registrate, ad eccezione dei servizi pubblici, sociali e personali (+0,3%). Tra le ragioni di tale contrazione la diffusa incertezza sull’evoluzione della pandemia e un’altrettanta diffusa attesa riguardo al prodursi degli effetti previsti dai provvedimenti di ristoro messi in campo dalle istituzioni.

 

Il mercato del lavoro

Mettendo a confronto il 2019 e il 2020, a causa della crisi pandemica, si nota quanto il mercato del lavoro locale abbia subito una contrazione nell’attivazione di nuove assunzioni con una diminuzione del 6,6% dei nuovi contratti di lavoro stipulati. Diversamente il ricorso a nuove assunzioni ha interessato l’1,9% in più dei datori di lavoro nel territorio.

 

Significativo è stato nel 2020 il ricorso a contratti brevi, principalmente in somministrazione, per il settore della logistica legata all’incremento del commercio elettronico, oppure al lavoro domestico come risposta alla necessità delle famiglie in difficoltà per il lockdown. Le altre tipologie contrattuali più stabili, apprendistato e tempo indeterminato, hanno subìto una generica diminuzione (-20,0%) e così anche le forme contrattuali atipiche; le professioni qualificate nelle attività commerciali e gli operai specializzati nell’industria e nell’artigianato hanno pagato il prezzo della crisi sanitaria con una diminuzione del 16,8%, hanno tenuto le professioni relative al personale non qualificato addetto all’imballaggio e al magazzino.

 

Dall’incrocio dei dati fra Camera di commercio di Torino e Agenzia Piemonte Lavoro emerge che il sistema imprenditoriale ha ovviamente contribuito in maniera determinante nella movimentazione del mercato del lavoro locale. Nel 2020, oltre 6.260 localizzazioni di imprese situate nel Canavese, poco meno del 17% della popolazione imprenditoriale locale, ha attivato il 70,1% dei rapporti di lavoro (in totale 49.080). Rispetto al 2019, è calato sia il numero di localizzazioni coinvolte (erano il 18,2%), sia la quantità di avviamenti dichiarati (erano 52.547, il 72,2% del totale).

 

 

I Centri per l’Impiego

Dalla lettura dei numeri delle attività dei Centri per l’impiego di Chivasso, Cirié, Cuorgné e Ivrea spicca un’importante crescita delle attività erogate alle imprese: nel 2020 la crescita è pari a + 20% (2.199 attività). Sono state 337 le aziende che hanno ricevuto dei servizi dai Centri per l’impiego (+43,9%).

In contrazione i dati sui servizi alle persone, per le difficoltà logistiche create dal Covid che ha rallentato i servizi in presenza per evitare gli assembramenti, anche se i Centri per l’impiego hanno continuato a lavorare on line. L’anno scorso abbiamo registrato una diminuzione di 28.210 attività erogate alle persone (- 36,8%). Sono state comunque 10.075 le persone che hanno ricevuto un servizio, come ad esempio la richiesta di dichiarazione di disponibilità al lavoro.

 

L’Indagine Congiunturale

L’Indagine Congiunturale per il trimestre aprile-giugno 2021, in particolare, evidenzia un netto miglioramento rispetto al trimestre precedente e più in generale rispetto agli andamenti negativi dell’anno 2020. Pur presentandosi problematiche legate alla carenza e all’incremento dei prezzi di materie prime e componenti elettronici e non essendo ancora superata l’emergenza sanitaria, le Aziende canavesane in questo periodo stanno dimostrando di saper reagire alle difficoltà, con dati che per il trimestre in corso mediamente superano quelli totali del Piemonte. Si nota un miglioramento in particolare in alcuni settori (quali ad esempio l’automotive, la meccatronica e le macchine utensili) mentre altri, tra cui in primis quelli legati al turismo, agli eventi e alla ristorazione, sono purtroppo ancora in grande affanno. Il Consuntivo 2020 fa emergere una perdita di fatturato rispetto all’anno precedente per quasi metà delle imprese, ma sono meno del 20% quelle che prevedono un risultato economico negativo.

 

 

 

 

 




Comunità energetiche, il Piemonte esempio virtuoso

Comunità energetiche, un modello innovativo per la produzione, l’autoconsumo, l’accumulo e la vendita di energia proveniente da fonti rinnovabili nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e della transizione energetica.

Da dicembre 2020 sono in vigore disposizioni e incentivi per sviluppare i sistemi collettivi di autoconsumo da fonti rinnovabili e, con la pubblicazione delle regole tecniche del Gse (Gestore servizi energetici), si è completato il quadro.

E proprio per fare il punto della situazione, per accelerare la sperimentazione e per informare i consumatori sulla possibilità di avere un ruolo attivo nella gestione della propria spesa energetica, il Gse in collaborazione con la Regione Piemonte e con gli attori locali interessati (Anci e Uncem regionale, Ance Piemonte e Valle d’Aosta, Anaci, Fiopa, Enti promotori di progetti di comunità energetiche locali Energy Center del Politecnico di Torino ed Environment Park), ha organizzato un seminario on line.

“Numerosi sono gli esempi di comunità energetiche che si stanno organizzando sul territorio – ha detto l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati, nel portare i saluti della Regione – tese a valorizzare risorse e specificità”.

Esempi virtuosi sono l’esperienza di Barge, nell’ambito del raggruppamento dell’Associazione Comunità Energetica del Monviso, quelle delle valli Maira e Grana, del pinerolese, della Val di Susa e del comune di Magliano Alpi.

“L’obiettivo europeo – ha ricordato – è quello di arrivare a raggiungere nel 2030 una riduzione del 55% delle emissioni di CO2 in atmosfera. Ci sono numerosi investimenti e a seguito dell’approvazione della legge sull’idroelettrico, ci attendiamo un incremento di produzione da fonte idraulica pari al 15% con una razionalizzazione dell’uso della risorsa primaria. Vogliamo salvaguardare l’ambiente e investire sull’economia ma dare, a chi vuole investire, anche i giusti strumenti”.

“Il 2020 è stato un anno di programmazione, ora aspettiamo i fondi che devono ancora arrivare sia con il Recovery Plan, sia con la programmazione europea; quello che serve in questo momento sono progetti immediatamente cantierabili, definitivi e in “rete” per arrivare ad intercettare i fondi europei. In poche parole: concretezza e gioco di squadra per fare sistema”.




La Granda ancora “Rossa” fino a fine settimana. L’allarme di Confartigianato Imprese Cuneo

Un fulmine a ciel sereno che arriva dritto al cuore di un’economia già molto sofferente. Mentre il resto del Piemonte da lunedì è in arancione, domani la provincia di Cuneo non si uniformerà al territorio regionale, come annunciato, ma rimarrà “zona rossa” almeno fino a fine settimana.

La Regione ha deciso di bloccarla nella fascia di rischio più alto a causa del tasso di incidenza contagi mantenutosi, anche in questi giorni, al di sopra della soglia di allerta di 250 casi di Covid per 100.000 abitanti (277).

La notizia ha creato un forte disappunto tra le imprese cuneesi, le quali ora si ritrovano a doversi nuovamente fermare ai blocchi di partenza, con innumerevoli disagi sia per il loro lavoro che per la clientela.

«Una decisione dell’ultima ora – commenta Luca Crosetto presidente di Confartigianato Imprese Cuneo – che va ad inasprire gli animi di tanti imprenditori ormai sfiniti da questi stop and go senza un congruo preavviso. Pur capendo la necessità di tutelare la salute pubblica, contestiamo con fermezza questa improvvisa decisione che si configura come una vera e propria mancanza di rispetto nei confronti delle imprese e dei lavoratori. Sarebbe stato meglio, non avendo certezza sul calo dei contagi, essere più prudenti nel dare notizie di riavvio delle attività, evitando di esporre le aziende, già così prostrate dall’emergenza sanitaria, all’ennesima delusione del protrarsi delle chiusure.

Nel nostro comparto artigiano ci sono centinaia di imprese del settore benessere e servizi alla persona le quali, dopo aver risistemato i locali e gli approvvigionamenti dei prodotti, si ritrovano ora a disdire appuntamenti già fissati e a bloccare il personale già programmato per il ritorno al lavoro. Una grave delusione che era meglio evitare, visto il periodo complesso e un “modus operandi” che rischia di staccare la spina definitivamente a tante nostre imprese».




Consiglio regionale: Bilancio, votata quasi la metà dei 575 emendamenti

È continuato oggi in Consiglio regionale l’esame del Ddl sul bilancio di previsione 2021-2023. In mattinata è ripreso il voto degli emendamenti, cominciato ieri.

A metà pomeriggio erano stati votati e respinti quasi la metà dei 575 emendamenti presentati – quasi tutti dalle minoranze, in particolare da Luv – e solo in pochi casi ritirati. Tutti gli emendamenti dell’opposizione sono stati respinti.

I lavori continueranno fino alle 20 di stasera, per riprendere domani mattina. Oltre al voto sui restanti emendamenti, prima del voto finale sono ancora previste le dichiarazioni di voto dei gruppi consiliari e la discussione e la votazione dei 36 ordini del giorno collegati.




Il “Recovery plan” del Piemonte: oltre 1200 progetti per 27 miliardi di euro

Si intitola “Next Generation Piemonte” il documento, approvato questo pomeriggio durante una riunione straordinaria della Giunta regionale, che contiene oltre 1200 progetti dal valore complessivo di 27 miliardi di euro.

Il testo raccoglie i contributi giunti dal territorio dei quali si chiede al Governo l’inserimento nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, il cosiddetto Recovery Plan. La prossima settimana inizierà il confronto con Roma per definire quali di questi progetti potranno essere inclusi nel documento finale che il Governo entro il mese di aprile invierà all’Unione Europea con le priorità italiane.

“Giovedì 8 aprile presenteremo al premier Mario Draghi questo documento, che definisce le linee di indirizzo per lo sviluppo del Piemonte nei prossimi 10 anni – ha dichiarato il presidente della Regione, Alberto Cirio, al termine della seduta -. Siamo orgogliosi di dire che è il contributo del Piemonte, e non della Regione Piemonte, perché dà voce a tutte le esigenze di crescita che ci sono pervenute dal territorio durante l’intenso calendario di incontri che, nelle scorse settimane, ci ha visto andare in tutte le province per ascoltare gli enti locali, le categorie economiche, produttive e sociali, i nostri giovani, che sono i veri proprietari del futuro. Quante volte leggendo un bando europeo ci si è chiesti chi lo avesse scritto, perché troppo distante dalla realtà, noi abbiamo voluto evitare questo scollamento andando prima sul territorio per raccogliere le esigenze reali da chi il territorio lo vive tutti i giorni”.

 

L’analisi delle istanze mette in risalto come la progettualità dal basso esprima un preciso orientamento verso le nuove tecnologie, l’ambiente e le infrastrutture: oltre 600 progetti riguardano questi ambiti.

“Infrastrutture tradizionali come le strade, i ponti le vie, ma anche quelle che riguardano le infrastrutture multimediali per rendere il Piemonte più connesso anche a livello digitale – ha proseguito il presidente Cirio -. E poi i progetti che riguardano l’istruzione e l’edilizia sanitaria. In questo documento c’è quello che serve al Piemonte e non dobbiamo perdere questa opportunità. Se infatti è fondamentale continuare a vaccinare, perché vincerà questa battaglia chi prima avrà vaccinato la sua gente, dall’altra dobbiamo continuare a progettare il futuro e i fondi del Recovery Plan abbinati a quelli della prossima programmazione europea 2021-2027 porteranno in Piemonte oltre 10 miliardi di euro, una cifra che il Piemonte non ha mai avuto e che adesso dobbiamo investire per fare ripartire la nostra regione e non lasciare nessuno indietro”.

 

La proposta di Recovery Plan del Piemonte in sintesi vede 1.273 progetti così ripartiti:
– 672 riguardano la rivoluzione verde e la transizione ecologica

– 230 racchiudono interventi su digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

– 187 si riferiscono alle infrastrutture per la mobilità sostenibile

– 107 comprendono l’inclusione e la coesione

– 55 fanno riferimento all’istruzione e alla ricerca

– 22 concernono l’assistenza sanitaria

 

A livello territoriale la provincia di Alessandria vede 34 progetti per un valore di 1,8 miliardi di euro, quella di Asti 195 progetti per circa 1 miliardo di euro, Biella 76 progetti per 684 milioni di euro, Cuneo 39 progetti per oltre 1,8 miliardi di euro, Novara 187 progetti per oltre 1,2 miliardi di euro, Torino 182 progetti per 3,5 miliardi di euro, Vercelli 344 progetti per 2,5 miliardi di euro, il Verbano-Cusio-Ossola 57 progetti per oltre 560 milioni di euro. A questi si aggiungono 159 progetti a valenza regionale del valore complessivo di 13,8 miliardi di euro.

 

Si segnalano, tra gli ambiti:

– rigenerazione edilizia, riqualificazione del patrimonio immobiliare pubblico e privato, messa in sicurezza, interventi antisismici (468 proposte per un valore complessivo di 11,9 miliardi);

– interventi in viabilità, infrastrutture viarie e opere di ingegno come ponti, strade e parcheggi (183 proposte per 4,2 miliardi);

– sviluppo dei servizi di trasporto pubblico locale, trasporto ferroviario, infrastrutture per il trasporto aereo cargo e passeggeri (37 schede per 2 miliardi);

– riqualificazione o costruzione di impianti sportivi, sia a valenza di coesione e infrastrutture sociali, sia in integrazione dell’offerta turistica, insieme ad altri strumenti e investimenti sui servizi turistici (63 proposte per 1,8 miliardi);

– progetti di mobilità alternativa e dolce, come ciclovie, funivie e passerelle, prevalentemente a servizio della riqualificazione paesaggistica e dell’offerta turistica in contesti adeguati (109 schede per 635 milioni);

– potenziamento di strutture, risorse e strumenti per anziani, minori, famiglie in difficoltà, soggetti vulnerabili (84 interventi per 750 milioni).