Assemblea Ordinaria Separata dei soci area Piemonte sud e Liguria

Il Consiglio di Amministrazione di Alpifidi S.c. ha convocato l’Assemblea Ordinaria Separata dei soci dell’area Piemonte sud e Liguria per giovedì 23 maggio 2024 alle ore 18,00, presso la Sala Riunioni del Palazzetto dello Sport di Strada Polveriera – Mondovì Piazza a Mondovì (CN).

La suddetta Assemblea sarà preceduta dall’Assemblea Separata dell’Area Valle d’Aosta e Piemonte Nord, che si terrà il 22 maggio, mentre l’Assemblea Ordinaria Generale, a cui parteciperanno i soci delegati nominati da ciascuna assemblea separata, si terrà lunedì 27 maggio.

Alpifidi S.c., nata il 1° gennaio 2021 dalla fusione tra Confartigianato Fidi Cuneo – confidi operante sul nostro territorio da alcuni decenni – e Valfidi – confidi operante in Valle d’Aosta, conta oggi oltre 8.400 soci; gli stessi soci saranno chiamati ad approvare il bilancio dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2023 e a rinnovare il Consiglio di Amministrazione ed il Collegio Sindacale per il triennio 2024-2026.

Con la relazione del Consiglio di Amministrazione, il Presidente Stefano Fracasso e il Vice Presidente Roberto Ganzinelli presenteranno ai soci le attività svolte nel corso dell’esercizio appena chiuso e quelle programmate per l’anno 2024, che saranno dirette a sostenere e agevolare l’accesso al credito alle micro, piccole e medie imprese ed alle attività professionali operanti in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, offrendo, oltre alle garanzie, credito diretto e consulenza mirata in materia finanziaria e nuovi prodotti e servizi.

Nel corso dell’anno 2023, Alpifidi ha concesso nuove garanzie per 33 milioni di Euro, sviluppando un volume di oltre 56 milioni di Euro di nuovi finanziamenti e linee di credito erogati dalle banche; ha inoltre erogato oltre 5 milioni di Euro di finanziamenti diretti alle imprese, principalmente per investimenti, ma anche per liquidità.

Lo stock affidamenti complessivo (garanzie + credito diretto) al 31/12/2023 ammonta a poco meno di 128 milioni di Euro.

L’occasione sarà utile per fare il primo punto sull’andamento dell’attività del confidi, che ormai opera a livello interregionale, sulle prospettive del confidi nel breve e medio termine e sulle strategie future.




Fondamentale tutela salute, ma ora si pensi alla ripartenza della nostra economia

“Fondamentale tutelare la salute della popolazione, ma ora si pensi alla ripartenza della nostra economia”, così il Presidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli nel commentare l’atteso ritorno alla normalità nella nostra regione dopo l’emergenza Coronavirus.

“Sono stati giorni molto complicati che hanno inciso fortemente sul tessuto economico, in tutti i comparti, dalla produzione al turismo, dalla cultura al settore artigiano e la conta dei danni in termini di perdite di fatturato, calo degli ordini, sospensione o persino annullamento di eventi, business e non, rischia di esasperare una situazione già segnata da tassi di crescita inferiori al resto del Nord.

Ora occorre ripartire, certo con senso di responsabilità e rispetto delle indicazioni sanitarie, ma concentrando gli sforzi per recuperare il terreno perduto e sostenendo i comparti maggiormente penalizzati.

Ringraziamo la Regione Piemonte per gli interventi annunciati – moratoria sui mutui e stanziamento di 1 milione di euro – mentre attendiamo di conoscere le misure di sostegno alle imprese che il Governo sta mettendo a punto.

Il Piemonte non rientra nelle zone rosse, ma le forti interconnessioni con il sistema produttivo delle regioni più coinvolte così come gli impatti subiti per il rallentamento a livello mondiale richiedono provvedimenti straordinari. Siamo comunque fiduciosi nella capacità di ripresa del nostro territorio”.




Confindustria Piemonte, Ravanelli: “Subito un Commissario straordinario per studiare un progetto di rilancio”

Come sappiamo, il termine “emergenza” che in questo periodo ricorre così frequentemente non si applica solo agli aspetti sanitari.

Le nostre aziende, la nostra economia – locale e nazionale – è stata coinvolta e travolta essa stessa da una condizione di assoluta straordinarietà che ha determinato la sospensione delle attività non essenziali, oltre alla messa in campo di misure ad hoc, quali il Protocollo a contrasto della diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro condiviso da istituzioni, imprese e parti sociali.

Se tali provvedimenti stanno iniziando a dimostrare la loro efficacia, anche se non ci è ancora concesso di poter abbassare la guardia – la tutela della salute di cittadini e lavoratori rimane prioritaria – lo stesso approccio emergenziale va posto per salvaguardare il più possibile il nostro tessuto economico dall’insinuarsi degli effetti del virus.

Il rischio che il rallentamento delle attività si traduca per molti in uno stop definitivo è più che concreto, una prospettiva drammatica per imprese, lavoratori e famiglie – commenta il Presidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli – Per questo riteniamo fortemente condivisibile la proposta della parlamentare Claudia Porchietto di istituire un’Unità di Crisi regionale affidata a un Commissario straordinario all’economia. Una figura che possa operare con la massima agilità decisionale, predisponendo sin d’ora un progetto di rilancio a sostegno della ripresa, che consenta al sistema produttivo di risollevarsi quanto prima. Non attendiamo che l’emergenza sia terminata, prepariamoci ora per ripartire poi il più rapidamente possibile”.




I servizi del Mip per i cinque vincitori del bando “Imprenditori in Collegno”

Sarà il servizio Mip-Mettersi in proprio, gestito dalla Città metropolitana di Torino per conto della Regione Piemonte, ad accompagnare i cinque giovani neoimprenditori, vincitori del bando “Imprenditori in Collegno”, nello sviluppo dei loro progetti fino alla validazione del business plan e poi nella prima fase dell’attività.

I cinque vincitori, con le loro proposte, che compongono la graduatoria approvata dall’amministrazione comunale collegnese, sono: Amerigo De Troia, con un’attività di jeanseria artigianale con caratteristiche di ecosostenibilità; Alessia Lenci, con una cantina vinicola urbana per produrre e commercializzare vini; Elisa Dosio e la sua erboristeria con annesso studio per attività di riflessologia; Mauro Grande, con un portale dell’attività sportiva amatoriale attraverso il quale scegliere la propria disciplina preferita; Sharon Garoglio, che ha ideato un centro multidisciplinare, costituito da vari professionisti della riabilitazione, per bambini con problemi di apprendimento.

I progetti e i loro autori sono stati presentati stamattina durante una teleconferenza, alla quale hanno partecipato anche il sindaco e il vicesindaco di Collegno, Francesco Casciano e Antonio Garruto, e il consigliere metropolitano con delega alle attività produttive Dimitri De Vita.

“Mi complimento con i vincitori e faccio loro i miei migliori auguri” ha detto De Vita, sottolineando la vivacità del Comune di Collegno nel campo delle politiche attive del lavoro e del sostegno all’autoimprenditorialità, e la costante sinergia con la Città metropolitana e il suo ruolo di propulsore dello sviluppo economico del territorio.

La validazione del business plan operata dal Mip sarà indispensabile per l’ammissione al contributo economico, che ammonta a 7000 euro per ogni vincitore. La consegna del business plan dovrà avvenire entro il 30 settembre 2020 – ma probabilmente i termini saranno prorogati a causa dell’emergenza sanitaria – all’Ufficio Politiche del lavoro del Comune di Collegno.

 




Consiglio regionale: istituita la Commissione Autonomia

Il Piemonte istituisce la Commissione permanente Autonomia, per trattare i provvedimenti appunto relativi ad autonomia differenziata, affari istituzionali, federalismo ed Enti locali. Con il voto a maggioranza dell’Assemblea, ai sensi del capo decimo dello Statuto (necessario per modificare il regolamento interno) è stata approvata nel pomeriggio del 7 luglio la proposta di deliberazione, primo firmatario il presidente del Consiglio Stefano Allasia.

Con l’approvazione di emendamenti presentati da Riccardo Lanzo (Lega) tra le competenze è stata inserita pure la Comunità di lavoro Regio insubrica e frontalierato.

“Sono fiero del risultato raggiunto, la costituzione della Commissione autonomia è un traguardo storico per il Piemonte – ha dichiarato Allasia -. Ringrazio tutta l’assemblea legislativa, la maggioranza ma anche le minoranze per il senso di responsabilità dimostrato. La nostra regione si appresta ad affrontare una sfida di maturità e serietà: il percorso non sarà semplice, ma sono certo che servirà a garantire migliori condizioni di efficienza e benessere a tutti i piemontesi, nel segno del principio di sussidiarietà”.

Nello specifico, la Commissione si occuperà dell’analisi e del monitoraggio del percorso di riconoscimento di particolari forme di autonomia di cui all’articolo 116 della Costituzione e della valutazione delle ricadute gestionali delle funzioni nelle materie oggetto di autonomia differenziata. Avrà otto componenti.

Nel dibattito che ha preceduto la votazione, Marco Grimaldi (Luv) si è detto contrario a istituire la Commissione Autonomia, ritenendola “inutile e dannosa; la Giunta dimostra di non gestire i poteri ordinari e ne chiede di straordinari”. Secondo Raffaele Gallo (Pd) “la scelta migliore sarebbe stata una Commissione non permanente”, mentre per Carlo Riva Vercellotti (Fi) “questa Commissione deve diventare fondamentale anche nei rapporti con le autonomie locali e in generale con i Comuni, grandi e piccoli”.

A parere di Sean Sacco (M5s) “durante l’emergenza Covid più volte il Piemonte ha chiesto l’ausilio romano per intervenire. Spero che questa Commissione dia più coraggio all’amministrazione Cirio, senza aspettare Roma per togliere le castagne dal fuoco”.

Nelle dichiarazioni di voto, Alberto Preioni (Lega) ha sottolineato la soddisfazione “per chi come noi ha una lunga storia politica di autonomismo”. Per Silvio Magliano, “una Commissione speciale sarebbe stata più opportuna, con una maggior capacità di lavoro, esaurendosi a fine legislatura”.




Concessioni idroelettriche, il testo approda in Aula

Licenziato a maggioranza, nella seduta odierna della quinta Commissione in congiunta con la terza, il disegno di legge 87 “Assegnazione delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico”. Il provvedimento – dichiarato urgente – quindi è pronto per approdare in Aula per la discussione e votazione definitiva.

Nella seduta alla quale è intervenuto l’assessore regionale all’Ambiente ed energia, sono stati diversi gli emendamenti approvati e, tra questi, anche alcuni provenienti dall’opposizione, uno del gruppo Pd ed uno del gruppo M5s.

Il testo, che si compone di quasi una trentina di articoli, intende introdurre un innovativo meccanismo di apertura alla concorrenza a cui verrà sottoposta l’assegnazione delle grandi derivazioni idroelettriche.

In particolare, sarà possibile inserire nei bandi specifici criteri di individuazione della migliore offerta. Dopo il passaggio dal Demanio alle Regioni delle infrastrutture idroelettriche, la Regione Piemonte dovrà riassegnare 67 concessioni che storicamente erano in capo allo Stato, come primo passo verso la gestione autonoma di dighe e invasi utilizzati per la produzione di energia.

Saranno però soltanto le concessioni superiori a 3.000 kw quelle da riassegnare con bandi di evidenza pubblica. Undici di queste sono scadute e le procedure di assegnazione dovranno partire entro il 2022.




Defr: gli obiettivi per sport, giovani e cooperazione internazionale

Misure e obiettivi in materia di sport, politiche giovanili e cooperazione internazionale contenute nel Documento di economia e finanza (Defr) 2021-2023 sono state illustrate in Sesta, presieduta da Paolo Bongioanni, dagli assessori Fabrizio Ricca e Maurizio Marrone.

In tema di sport, Ricca ha spiegato che la Regione si muove su tre direttrici: la promozione dell’attività sportiva a tutti i livelli, l’impiantistica – anche utilizzando i fondi europei – e l’attrazione di grandi eventi grazie alla creazione della ‘Sport Commission’ prevista dalla legge sullo sport recentemente approvata dal Consiglio, che dovrà occuparsi di pianificarli e reperire le risorse.
Gli obiettivi sono da una parte aumentare la possibilità e l’opportunità di accesso per tutti alla pratica sportiva, dall’altra appunto attrarre eventi in grado d’incrementare il turismo sportivo e accrescere l’immagine del Piemonte. Ma anche migliorare e potenziare le infrastrutture, in particolare quelle legate ad eventi di rilevanza nazionale e internazionale e diffondere la conoscenza della storia e delle tradizioni sportive del nostro territorio.

Rispetto alle politiche giovanili, Ricca ha sottolineato come la condizione giovanile risenta delle criticità del contesto socio-economico, amplificate dalla pandemia in atto: tra le misure previste dal Defr, l’integrazione di fondi regionali e statali mediante accordi bilaterali, la destinazione di risorse per interventi territoriali rivolti ai giovani e lo sviluppo del portale Piemonte Giovani. Uno dei risultati attesi sarà l’istituzione del registro delle associazioni giovanili, condizione necessaria per ottenere contributi, finanziamenti e ogni altro incentivo regionale.

Marrone ha riferito che in tema di cooperazione internazionale il Defr si articola su due ambiti: i programmi di Cooperazione territoriale europea (Cte) e la cooperazione internazionale in senso stretto, regolata dalla legge 125 e rispetto alla quale la Regione intende rafforzare i progetti portati avanti nel corso delle precedenti legislature.
Si intende offrire possibili risposte alle problematiche connesse alla globalizzazione, con particolare riferimento a flussi migratori, cambiamento climatico, competizione produttiva, consumo consapevole e valorizzazione dei prodotti locali, regolazione dei conflitti.
Le aree geografiche di intervento individuate sono l’Africa sub sahariana, i Balcani e il Mediterraneo. In vista dell’approvazione delle linee triennali, si sta valutando di allargare l’attenzione anche ad aree geografiche toccate da sconvolgimenti più recenti, dal Nord Africa al Medio Oriente.
L’assessore ha anche informato i commissari che una delibera di Giunta ha sbloccato il bando destinato alle amministrazioni locali per la cooperazione internazionale, prevedendo un allargamento dei partner coinvolti, per una cifra complessiva di circa 350 mila euro, di cui 200 mila di risorse regionali e una compartecipazione importante di Compagnia di San Paolo.

Sarah Disabato (M5s) ha chiesto all’assessore Ricca se è stata valutata l’ipotesi di introdurre dei voucher per le attività sportive da destinare alle famiglie quando l’emergenza Covid 19 sarà rientrata ed ha chiesto attenzione alla promozione non solo di grandi eventi ma anche di quelli diffusi sul territorio.

Monica Canalis (Pd) ha chiesto all’assessore Marrone maggiori delucidazioni sull’ipotesi di interventi di cooperazione in nuove aree. Marrone ha risposto che si tratterà di interventi graduali per salvaguardare la progettualità consolidata e ha auspicato che venga riattivato il Comitato di solidarietà del Consiglio regionale.

Al termine della seduta la Commissione ha espresso a maggioranza parere consultivo favorevole al documento rispetto alle materie trattate.




Sono 28 i progetti di viabilità dei Comuni che riceveranno i 5 milioni di contributi da Città metropolitana

Sono 28 i progetti di viabilità che riceveranno il finanziamento stanziato da Città metropolitana per un totale di 5 milioni di euro.

I Comuni che sono risultati aggiudicatari – dopo il click day del 21 e 22 dicembre e l’esame complessivo delle 169 candidature avanzate – hanno presentato progetti per un ammontare di 7 milioni 653mila 883 euro e sono

San Gillioper la zona omogenea 2;

Volvera per la  zona omogenea 3;

Mappano per la zona omogena 4;

Fenestrelle, Pomaretto, Cavour, Villafranca Piemonte e Pinasca per la zona omogenea 5;

Villarfocchiardo, Mattie, Giaveno e Avigliana per la zona omogenea 6;

Lemie, Varisella, Mathi e Germagnano per la zona omogenea 7;

Cintano, Forno Canavese, Ozegna e Sparone per la zona omogenea 8;

Vische, Colleretto Giacosa, Pavone canavese e Quagliuzzo per la zona omogenea 9;

Foglizzo e Mazzè per la zona omogenea 10;

Pavarolo e Isolabella per la zona omogenea 11;

In graduatoria restano altri 81 Comuni con progetti ritenuti ammissibili




Allasia: “Necessario tutelare gli ambulanti non alimentari”

Questa mattina il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia ha incontrato, con l’assessore Maurizio Marrone, una rappresentanza degli ambulanti appartenenti alle sigle GOIA, UBAT e APICAST, scese in piazza per protestare contro le chiusure dei mercati agli operatori non alimentari.

“A nome dell’Assemblea legislativa – sottolinea il presidente Allasia – esprimiamo vicinanza e supporto ai commercianti ambulanti che hanno manifestato per poter tornare a lavorare in sicurezza. Come Consiglio Regionale invitiamo la Giunta ad intervenire nei confronti del governo nazionale affinché la categoria, ormai allo stremo, possa tornare in attività dopo le feste pasquali. La chiusura dei mercati agli operatori extra alimentari è un provvedimento discriminatorio che mette in difficoltà economiche migliaia di famiglie piemontesi”.




Unioncamere Piemonte: la produzione manifatturiera torna a crescere

Nell’ambito della consueta collaborazione tra Unioncamere Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit per il monitoraggio della congiuntura economica piemontese, Unioncamere Piemonte diffonde oggi i dati della 198ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali.

La rilevazione è stata condotta nei mesi di aprile e maggio con riferimento ai dati del periodo gennaio-marzo 2021 e ha coinvolto 1.796 imprese manifatturiere piemontesi, per un numero complessivo di 89.530 addetti e un valore pari a circa 49 miliardi di euro di fatturato.

Il 2020 è stato un anno terribile a causa dell’esplosione della crisi sanitaria. A livello d’industria manifatturiera regionale il calo medio produttivo per l’intero anno è stato del 5,9%, ancora contenuto rispetto alle difficoltà che il tessuto imprenditoriale ha dovuto affrontare. Già alla fine del I trimestre 2020, per contenere gli effetti della pandemia, è stato infatti imposto a livello nazionale il fermo delle attività, scelta che, sebbene inevitabile, ha comportato già nel periodo gennaio-marzo 2020, una contrazione della produzione manifatturiera piemontese del 5,7%. Nell’analizzare i risultati positivi di questo primo trimestre del 2021 va quindi ricordato che l’intensità della crescita degli indicatori deve essere letta anche alla luce del periodo con il quale viene effettuato il confronto.

Nel periodo gennaio-marzo 2021 torna il segno più per la produzione manifatturera regionale. L’output si incrementa a livello medio piemontese del 5,0% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Si tratta di un incremento frutto dei risultati positivi evidenziati dalla maggior parte dei settori e delle realtà territoriali. A livello di dimensione di impresa la crescita caratterizza tutte le classi dalle micro alle grandi aziende.

 

Il Presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia, commenta: “Il Piemonte ha tutte le carte in regola per affrontare con coraggio e capacità di innovazione questo 2021. Le imprese hanno fatto e stanno facendo del loro meglio per continuare nel loro percorso di ‘fare impresa’, ma noi dobbiamo aiutarle. Ora, nuovamente e con più forza, spetta all’intero mondo istituzionale dare una risposta concreta e ampia ai vari settori: dal turismo al commercio, all’artigianato e all’agricoltura. E penso al ruolo importante del credito e del sostegno all’export. Avremo a disposizione le risorse che l’Europa ci metterà a disposizione: guardiamo con coraggio all’innovazione e alla trasformazione digitale, vere chiavi di volta dello sviluppo economico”.

 

Fin dall’inizio della pandemia UniCredit – ha dichiarato Fabrizio Simonini, regional manager nord ovest di UniCredit – si è messa al tavolo con le associazioni, le istituzioni e l’ABI, dando il proprio apporto di esperienza e supportando le misure governative. Insieme ai nostri clienti e dipendenti abbiamo insomma affrontato un contesto difficile, del tutto inaspettato, dal quale abbiamo però appreso moltissimo e oggi siamo pronti per gestire questo nuovo scenario economico e lavorare insieme alla ripartenza.

E per la ripartenza anche in Piemonte le banche si pongono come interlocutore principale di amministrazioni pubbliche, imprese e clientela privata, affiancando sia le grandi aziende che le Pmi. Rispetto alle crisi passate, peraltro, oggi il settore finanziario si presenta in condizioni migliori e si pone come parte della soluzione potendo agire come cinghia di trasmissione per dispiegare gli effetti delle politiche governative.

E per ricoprire una funzione allocativa fondamentale, dato che siamo alla vigilia di massicci investimenti pubblico-privati, grazie alla profonda conoscenza dei clienti e dei territori in cui operiamo. È tuttavia fondamentale una corretta gestione della delicata fase che si aprirà con la fine delle moratorie. A ciò il settore bancario si sta preparando con accantonamenti volti ad assorbire potenziali perdite future su prestiti; un’adeguata propensione al rischio e coerenti politiche di erogazione creditizia investendo sull’analisi dei dati dei propri clienti, rafforzando il processo di monitoraggio per continuare ad accompagnarli nel percorso di ottimizzazione della loro struttura di capitale/debito”.

 

Teresio Testa, responsabile Direzione regionale Piemonte Nord, Valle d’Aosta e Sardegna di Intesa Sanpaolo: “I dati presentati fotografano un anno sì durissimo, ma che ci ha anche condotto verso una svolta radicale, oggi possibile. In futuro vedremo quali tendenze saranno transitorie e quali potrebbero consolidarsi. È importante mettere a fuoco la possibilità imperdibile di operare un cambio di passo per l’economia italiana e piemontese. Gli investimenti saranno decisivi: in Piemonte nel 2020 sono affluiti 6,3 miliardi di euro sui depositi bancari delle società non finanziarie, carburante prezioso per il “motore Italia” che Intesa Sanpaolo vuol far ripartire rendendo disponibili ulteriori 50 miliardi di euro di nuovo credito, di cui 5,3 per il Nord Ovest.

Abbiamo l’opportunità concreta di investire in un futuro che sia più sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale. È l’orizzonte degli S-Loans, una linea di finanziamenti specifici, che si affiancano al plafond destinato da Intesa Sanpaolo agli investimenti in circular economy. Altro elemento importante sarà la ripresa dei consumi: anche i privati in Italia nel corso del 2020 hanno accumulato un extra-risparmio, che se fosse speso avrebbe un impatto aggiuntivo pari a 62 miliardi. Segnali molto positivi arrivano dalla Cina, dove la crisi ha avuto origine e il nostro export ha registrato un balzo del 43% nel primo trimestre di quest’anno. Una buona accelerazione delle esportazioni è attesa negli Stati Uniti. Su queste e altre opportunità di crescita estera stiamo coinvolgendo le imprese in un ciclo di webinar. Tra l’altro, l’investimento dell’azienda più grande può avere una ricaduta positiva su tutta la filiera e stimolarne la ripartenza. Per questo stiamo estendendo il nostro programma di sostegno alle filiere ai mercati internazionali”.

 

All’incremento del 5,0% della produzione industriale piemontese si associano, nel trimestre in esame, crescite anche per tutti gli altri indicatori. Il fatturato totale registra un aumento del 6,2% sul I trimestre 2020, grazie soprattutto al trend positivo a doppia cifra evidenziato dai metalli e dai mezzi di trasporto. Il fatturato estero cresce del 3,1%, sostenuto dal ritmo espansivo dei metalli e dell’elettricità ed elettronica. Sul fronte degli ordinativi, lo sviluppo sul mercato interno si attesta al +5,4% rispetto all’analogo periodo del 2020. Su questo risultato incide pesantemente la crescita del 16,1% registrata dai mezzi di trasporto. La variazione tendenziale degli ordinativi esteri risulta pari a +3,4%, frutto di una forte contrazione segnata dalla filiera tessile più che controbilanciata dall’aumento evidenziato dalle aziende dell’elettricità e dell’elettronica e da quelle dei metalli. Il grado di utilizzo degli impianti si attesta al 64,2%, ovviamente superiore al 57,0% del I trimestre 2020, ma ancora inferiore rispetto al 66,2% del I trimestre 2019.

 

A livello settoriale risultano in ripresa i trend di tutti i comparti ad eccezione del tessile e abbigliamento (-4,6%) e dell’alimentare (-1.9%). Se per la filiera tessile si tratta di una prosecuzione attenuata della crisi vissuta nel 2020, per l’alimentare va invece evidenziato che il confronto a livello produttivo viene effettuato su un I trimestre 2020 in cui il settore registrava ancora una tenuta. Il segno più caratterizza tutte le altre manifatturiere. In particolare i metalli segnano l’incremento più elevato (+11,4%), seguiti dai mezzi di trasporto (+7,8%). La crescita per le industrie meccaniche si attesta al 6,4% mentre quella della filiera del legno e delle aziende dell’elettricità e dell’elettronica risulta rispettivamente pari a +5,4% e +5,2%.

 

Focalizzando l’attenzione sul comparto dei mezzi di trasporto, si rileva come la performance positiva del I trimestre 2021 risulti il frutto di una consistente e diffusa crescita della componentistica autoveicolare, attenuata da dati ancora negativi per gli autoveicoli e l’aerospazio.    

 

Analizzando il campione delle imprese manifatturiere intervistate sotto il profilo dimensionale emerge come le medie imprese (50-249 addetti) siano quelle che registrano una crescita più consistente (+6,6%), seguite dalle imprese di grandi dimensioni (250 addetti e oltre) che incrementano la produzione del 5,9% rispetto all’analogo periodo del 2020. Le aziende di piccole dimensioni (10-49 addetti) evidenziano uno sviluppo della produzione (+3,4%) inferiore alla media complessiva regionale e le micro realtà (2-9 addetti) mostrano di aver intrapreso più lentamente il percorso di crescita (+1,6%).

 

A livello territoriale i risultati appaiono in netto miglioramento per tutte le province. Solo Biella, a causa delle criticità vissute ancora dal comparto tessile, segna ancora una flessione tendenziale della produzione industriale manifatturiera complessiva (-2,5%).

Sostanzialmente stabile appare il dato di Vercelli (+0,4%), realtà in cui la forte crescita della chimica/plastica è stata annullata dal calo a doppia cifra del tessile. Alessandria mostra un incremento della produzione del 2,0%, risultato da un lato del buon andamento della metalmeccanica e del comparto orafo e dall’altro del calo dell’industria alimentare.

+0,4%

Asti cresce del 3,9%. Anche in questo caso sono andate bene le imprese della metalmeccanica e quelle della chimica; stabile, invece, l’alimentare, all’interno del quale la componente delle bevande ha assunto il segno meno.

Di poco superiore al dato medio regionale l’incremento della produzione manifatturiera cuneese (+5,2%), supportata dallo sviluppo della metalmeccanica e da un trend in controtendenza rispetto agli altri territori del comparto tessile.

Novara e Torino mostrano entrambe una variazione del +6,3%, spiegata dal contributo espansivo dell’aziende della metalmeccanica. Nel novarese è stata molto intensa la crescita produttiva di rubinetteria e valvolame. Il risultato migliore appartiene a Verbania (+7,6%): anche per questa realtà le aziende della metalmeccanica hanno sostenuto la produzione provinciale.

 

FOCUS DIGITALIZZAZIONE DELLE IMPRESE

La digitalizzazione aziendale è una delle tante sfide che, in questo periodo storico, il tessuto imprenditoriale deve affrontare. Nonostante la tecnologia sia diventata parte integrante della nostra esistenza, molte imprese faticano ancora a introdurla in maniera strutturale nei propri processi.

Per comprendere meglio qual è il grado di digitalizzazione della manifattura piemontese, l’indagine del I trimestre 2021 ha monitorato la diffusione dei sevizi e delle tecnologie digitali presso il tessuto regionale.

Emerge una notevole differenza nell’impiego di servizi e tecnologie digitali a seconda della dimensione aziendale.

In media in Piemonte il 41% delle aziende manifatturiere utilizza tali tecnologie, contro un 59% che dichiara di non utilizzarle. Se si considerano le imprese di grandi dimensioni l’impiego sale al 100% delle realtà intervistate. Per le imprese medie si attesta all’89%, solo l’11% si dichiara, infatti, estranea al fenomeno. Il peso delle realtà ancora non conoinvolte nel processo di digitalizzazione aumenta al diminuire della dimensione. Nelle imprese piccole solo 37% utilizza servizi e tecnologie digitali e nelle micro realtà lo fanno solo tre aziende su dieci.

 

Tra i servizi e le tecnologie più utilizzati troviamo i software gestionali (ERP, CSR; SCM; etc), seguiti dai sensori per monitorare la produzione, il controllo digitale di movimento e software di business intelligence/data analytics.

 

 

I principali ostacoli alla digitalizzazione evidenziati dalle imprese piemontesi, infine, sono gli alti costi da sostenere per i progetti di innovazione digitale, i problemi organizzativi e di regolamentazione (ad esempio le incertezze burocratiche e normative), l’elevato carico fiscale e la mancanza di personale qualificato.