Il presidente Gian Paolo Coscia rieletto presidente di Unioncamere Piemonte

Il Presidente della Camera di commercio di Alessandria-Asti, Gian Paolo Coscia, è stato confermato questo pomeriggio alla presidenza di Unioncamere Piemonte per il prossimo triennio.

Ai sensi dell’art. 11 dello Statuto dell’ente, il Presidente è stato eletto tra i Presidenti delle Camere di commercio del Piemonte dal Consiglio di Unioncamere Piemonte composto dai Presidenti e da quattro Membri di ciascuna Giunta delle Camere di commercio del Piemonte, su proposta della Giunta di Unioncamere Piemonte. Il Consiglio si è riunito nel pomeriggio di oggi, a Torino, presso il Grattacielo della Regione Piemonte.

Il Presidente Gian Paolo Coscia ha ringraziato per la fiducia rinnovata: “La responsabilità che avete voluto affidarmi nuovamente mi onora profondamente. Ringrazio il Consiglio e la Giunta per questo incarico, oltre che il Segretario generale e tutto il personale di Unioncamere Piemonte per l’egregio lavoro finora svolto e per tutto l’impegno e la professionalità che impiegheranno per il prossimo triennio. Ci dedicheremo con dedizione ai temi strategici delle Camere di commercio: sviluppo delle infrastrutture, sia fisiche che immateriali, e sostegno alla competitività delle imprese e dei territori tramite l’assistenza nell’ambito dell’innovazione, dell’ambiente e dell’internazionalizzazione”.

 

Curriculum vitae di Gian Paolo Coscia

 

  • Insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” il 12 dicembre 2014.
  •  Imprenditore Agricolo, titolare dell’Azienda Agricola “Cascina Opera di Valenza” nell’agro di Alessandria e Montecastello ad indirizzo cerealicolo.

 

Incarichi nel sistema camerale

  •  Dal 2004 membro di Giunta della Camera di Commercio di Alessandria.
  •  Dal 10 ottobre 2013 Presidente della Camera di Commercio di Alessandria e dal 7 novembre 2013 dell’Azienda Speciale ASPERIA.
  •  Dal 10 ottobre 2013 Presidente dell’azienda Speciale ASFI, fino al 31.12.2013.
  •  Dal 14 novembre 2013 Presidente Palazzo Monferrato srl fino al 13.6.2014.
  •  Il 31 ottobre 2013 entra a far parte della Giunta di Unioncamere Piemonte.
  •  Dal 12 giugno 2017 Membro del Comitato Consultivo Regionale per la Vitivinicoltura.
  •  Dal 12 maggio 2020 al 14 settembre 2020 Presidente Unioncamere Piemonte e componente Comitato Esecutivo Unioncamere Nazionale; riconfermato nelle cariche dal 23 novembre 2020.
  •  Dal 1° ottobre 2020 Presidente Camera di Commercio di Alessandria-Asti.

 

Incarichi in Confagricoltura

  •  Da giugno 2011 a giugno 2017 Presidente di Confagricoltura Piemonte.
  •  Da marzo 2004 al 2013 Presidente di Confagricoltura Alessandria.
  •  Dal 2004 al 2013 Presidente dell’Agritecna Alessandria (Ente Professionale per l’addestramento in agricoltura) di proprietà di Confagricoltura Alessandria.
  •  Dal 2004 al 2013 Presidente e poi consigliere del Ce.S.A. srl (Società di servizi di Confagricoltura Alessandria convenzionata con il CAAF Pensionati, CAF Imprese e il CAA Confagricoltura SRL) di proprietà di Confagricoltura Alessandria.
  •  Dall’ottobre 2007 al novembre 2013 Presidente e poi consigliere della Società assicurativa “Verde Sicuro Alessandria Srl” di proprietà di Confagricoltura Alessandria.     

 

Altri incarichi in corso

  •  Dal 27 giugno 2014 consigliere di Terrae SpA
  •  Dal 17 novembre 2014 membro del consiglio generale della Fondazione Slala.
  •  Dal 20 luglio 2016 membro del Comitato Analogo di Controllo di InfoCamere ScpA.
  •  Dal 27 aprile 2017 membro del Comitato Analogo di Controllo di IC Outsourcing
  •  Dal 7 novembre 2018 consigliere Tinexta spa
  •  Dall’8 gennaio 2021 amministratore di Terrae Immobiliare srl.

 




Rc auto: i piemontesi vedranno peggiorare la propria classe di merito nel 2020

Il nuovo anno si apre con una brutta notizia per più di 96.400 piemontesi; tanti sono gli automobilisti che, secondo l’osservatorio Rc auto di Facile.it, a causa di un sinistro con colpa dichiarato nel 2019 dovranno fare i conti con un peggioramento della propria classe di merito e, di conseguenza, un premio RC auto più caro rispetto a quello pagato l’anno prima.

In termini percentuali si tratta del 4,04% del campione analizzato (oltre 32.600 preventivi di rinnovo RC auto raccolti in Piemonte a dicembre 2019 tramite le pagine di Facile.it); il valore non solo risulta essere superiore a quello nazionale (3,76%), ma è anche in lieve aumento rispetto al dato regionale rilevato nel 2018, quando la percentuale degli automobilisti piemontesi che ha fatto i conti con un peggioramento della classe di merito era pari al 4,01%.

Buone notizie, invece, per gli automobilisti virtuosi; a dicembre 2019, secondo l’osservatorio RC auto di Facile.it, per assicurare un veicolo a quattro ruote in Piemonte occorrevano, in media, 507,63 euro, vale a dire il 6,98% in meno rispetto allo stesso periodo del 2018. Il dato è stato calcolato sulla base di 525.064 preventivi di rinnovo RC auto e relative migliori offerte medie disponibili online*.

L’andamento provinciale
Analizzando il campione su base provinciale emerge che Torino è la provincia che ha registrato la percentuale più alta di automobilisti che hanno denunciato all’assicurazione un sinistro con colpa (4,37%) e che, per questo motivo, vedranno peggiorare la propria classe di merito e, con essa, salire il costo dell’RC auto. Segue nella graduatoria la provincia di Cuneo, dove la percentuale di chi ha dichiarato un incidente con colpa è pari al 4,33%.
Valori inferiori alla media regionale, invece, per le province di Novara (3,63%), Verbano-Cusio-Ossola (3,27%) e Alessandria (2,95%). Chiudono la classifica regionale Asti (2,93%), Vercelli e Biella, aree dove la percentuale di coloro che hanno denunciato un incidente con colpa è pari, rispettivamente, al 2,80% e al 2,57%.

Il profilo di chi vedrà peggiorare la classe di merito
Guardando più da vicino il profilo degli automobilisti piemontesi che hanno dichiarato alle assicurazioni un sinistro con colpa, la prima differenza che emerge è legata al sesso; fra gli uomini la percentuale è pari al 3,92%, mentre nel campione femminile sale al 4,27%.
Analizzando il campione in base alle professioni dichiarate in fase di preventivo emerge che al primo posto si posizionano gli insegnanti; sono loro la categoria che, in percentuale, ha dichiarato più sinistri con colpa (6,41%). Al secondo posto si trovano i pensionati, con una percentuale pari al 5,92%, mentre gli artigiani si posizionano al terzo posto con il 4,80%.
Nel senso opposto, invece, si trovano i disoccupati (2,99%), il personale medico (3,15%) e i commercianti (3,26%).




Coronavirus, spostato l’evento “Confindustria Piemonte incontra la politica regionale”

Confindustria Piemonte rende noto che in ottemperanza alle disposizioni relative all’emergenza Coronavirus l’evento dal titolo “Confindustria Piemonte incontra la politica regionale” già in programma per il 9 marzo presso l’unione industriali di Torino è stato ​​posticipato all’11 ​maggio.




Soffocati dalla burocrazia: Torino tra le province più penalizzate

Ammonta a 57,2 miliardi di euro il costo che ogni anno grava sulle imprese italiane a causa del cattivo funzionamento della nostra burocrazia che – avvolta da un coacervo di leggi, decreti, ordinanze, circolari e disposizioni varie – rende sempre più difficile il rapporto tra le imprese e la Pubblica amministrazione.

Basti pensare che al netto delle disposizioni prese dalle singole regioni, in questi ultimi 2 mesi il Governo ha approvato una dozzina di decreti, costituiti da oltre 170 pagine, per fronteggiare l’emergenza Covid-19.

Molti dei quali, segnala la CGIA, pressoché indecifrabili: come, ad esempio, il decreto liquidità che ha messo in grosse difficoltà le strutture operative sia delle banche sia del Fondo di garanzia gestito dal Mediocredito Centrale.

A distanza di 10 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, infatti, nessuna impresa è ancora riuscita a ottenere 1 euro di prestito.

Senza contare che da parecchie settimane commercialisti, consulenti del lavoro e associazioni di categoria sono letteralmente sommersi dalle telefonate degli imprenditori che non sanno se e come possono slittare il pagamento delle tasse, come ricorrere alla CIG, quando verrà erogata ai propri dipendenti o se possono tornare a operare.

Abbiamo 160 mila norme contro le 5.500 della Germania Dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo: “In Italia si stima vi siano 160.000 norme, di cui 71.000 promulgate a livello centrale e le rimanenti a livello regionale e locale. In Francia, invece, sono 7.000, in Germania 5.500 e nel Regno Unito 3.000.

Tuttavia, la responsabilità di questa iper legiferazione è ascrivibile alla mancata abrogazione delle leggi concorrenti e al fatto che il nostro quadro normativo negli ultimi decenni ha visto aumentare esponenzialmente il ricorso ai decreti legislativi che, per essere operativi, richiedono l’approvazione di numerosi decreti attuativi. Questa procedura ha aumentato a dismisura la produzione normativa in Italia, gettando nello sconforto cittadini e imprese che ogni giorno sono chiamati a rispettarla”.

Uno spaccato, quello fotografato dall’Ufficio studi della CGIA, che fa rabbrividire.

“Tuttavia – segnala il segretario della CGIA Renato Mason – una soluzione è praticabile. Si potrebbe, ad esempio, ridurre il numero delle leggi attraverso l’abrogazione di quelle più datate, evitando così la sovrapposizione legislativa che su molte materie ha generato incomunicabilità, mancanza di trasparenza, incertezza dei tempi ed adempimenti sempre più onerosi, facendo diventare la burocrazia un nemico invisibile e difficilmente superabile”.

Le imprese di Milano, Roma e Torino sono le più penalizzate L’Ufficio studi della CGIA ha provato a stimare a livello provinciale/regionale a quanto ammonta il peso della burocrazia sulle imprese di quelle aree geografiche, calcolando l’incidenza del valore aggiunto sui 57,2 miliardi di euro di costo annuo elaborato dall’IstitutoAmbrosetti .

In questa simulazione, ovviamente, risultano essere maggiormente penalizzate quelle realtà territoriali dove è maggiore la concentrazione di attività economiche che producono ricchezza.

La provincia dove il costo annuo sostenuto dalle imprese per la gestione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione è superiore a tutte le altre è Milano con 5,77 miliardi di euro. Seguono Roma con 5,37, Torino con 2,43, Napoli con 1,97, Brescia con 1,39 e Bologna con 1,35 miliardi di euro.

Le realtà imprenditoriali meno “soffocate” dalla burocrazia sono quelle di Enna (87 milioni di euro), Vibo Valentia (82 milioni) e Isernia (56 milioni di euro).

Cosa si potrebbe fare per migliorare l’efficienza della nostra Pubblica amministrazione, alleggerendo così i costi amministrativi delle aziende? Innanzitutto, come dicevamo più sopra, bisogna semplificare il quadro normativo. Cercare, ove è possibile, di non sovrapporre più livelli di governo sullo stesso argomento e, in particolar modo, accelerare i tempi di risposta della Pubblica amministrazione.

Con troppe leggi, decreti e regolamenti i primi penalizzati sono i funzionari pubblici che nell’incertezza si “difendono” spostando nel tempo le decisioni.

Nello specifico è necessario:

migliorare la qualità e ridurre il numero delle leggi, analizzando più attentamente il loro impatto, soprattutto su micro e piccole imprese;

monitorare con cadenza periodica gli effetti delle nuove misure per poter introdurre tempestivamente dei correttivi;

consolidare l’informatizzazione della Pubblica amministrazione, rendendo i siti più accessibili e i contenuti più fruibili;
far dialogare tra di loro le banche dati pubbliche per evitare la duplicazione delle richieste;

permettere all’utenza la compilazione esclusivamente per via telematica delle istanze;

procedere e completare la standardizzazione della modulistica;

accrescere la professionalità dei dipendenti pubblici attraverso un’adeguata e continua formazione.




Semplificazione: 1350 emendamenti, è record

Record di emendamenti in Consiglio regionale. Oggetto dell’attività emendativa è il provvedimento sulla semplificazione, vale a dire il Disegno di legge 83 “Disposizioni collegate alla legge di stabilità regionale 2020”.

Sono quasi 1350 gli emendamenti depositati all’apertura della seduta, presieduta da Stefano Allasia: è il numero più alto nei 50 anni di storia dell’Assemblea legislativa piemontese. I nodi maggiormente contestati del documento da parte delle opposizioni sono in particolar modo gli articoli riguardanti la caccia e le cave.

Il gruppo Luv ha presentato circa 750 emendamenti, quasi 500 il M5s e una novantina il Pd. Alcuni emendamenti sono poi di Giunta.




Produzione industriale, Marco Gay: “La nostra economia sa reagire, ma dobbiamo fronteggiare una nuova normalità”

I primi segnali di recupero della produzione industriale – +8,2% rispetto a maggio – evidenziati dall’indagine mensile diffusa oggi dall’Istat rappresentano sicuramente un indicatore della capacità di reazione della nostra economia.

Occorrerà seguire con attenzione l’evolversi della situazione globale, ancor più per il Nord-Ovest così fortemente orientato all’export. Con un cambiamento così violento, comunque, non possiamo aspettarci di tornare alla situazione che conoscevamo, siamo di fronte a una nuova normalità che esige scelte mirate e concrete, pianificare una politica industriale che parta dai territori, non solo per colmare il gap, ma per crescere nel medio-lungo periodo.

Per il Nord-Ovest, ad esempio, una delle leve fondamentali sarà lo sviluppo delle infrastrutture – fisiche e digitali – che potrebbero beneficiare delle risorse in arrivo dall’Europa, tra Recovery fund e programmazione 2021-2027. È necessario un approccio strategico, come peraltro evidenziato dai Presidenti Cirio e Toti nel corso dell’incontro bilaterale Piemonte-Liguria svoltosi ieri.




Emergenza alluvione, CCIAA Cuneo: incontro straordinario, “La priorità è la ripartenza delle nostre imprese”

Di fronte al dramma che, in poche ore, ha sconvolto e distrutto il cuore della nostra Provincia, il presidente della Camera di Commercio di Cuneo Mauro Gola annuncia la volontà di condividere con i membri di Giunta le linee di intervento, attivando anche sinergie con le istituzioni, con il sistema camerale e con i partner italiani e francesi del piano di cooperazione Alpimed per destinare fondi e dare un sostegno concreto alle attività economiche.

Spiega il presidente dell’Ente camerale, Mauro Gola: “Le nostre imprese sono dinamiche, eccezionali e sono abituate a rialzarsi, nonostante questo serio momento di difficoltà vada ad aggiungersi alle criticità dell’emergenza sanitaria che ha pesantemente condizionato tutti i settori economici. Siamo chiamati a fare la nostra parte per aiutarli a riaprire le aziende. Per prima cosa, convocheremo al più presto la Giunta per destinare le risorse disponibili innanzitutto al sistema neve. Limone Piemonte e Garessio sono paesi devastati, le stazioni sciistiche sono letteralmente andate distrutte, mettendo in ginocchio un indotto che, soprattutto nei mesi invernali, vive grazie al settore turistico”.

Prosegue Gola: “Molte delle località pesantemente colpite da questa alluvione sono al centro del piano di cooperazione transfrontaliera per lo sviluppo sostenibile in materia di economia, ambiente e servizi ai cittadini. Per questo, con la Métropole di Nizza, la Regione Liguria e il Parco Alpi Marittime e Mercantour, in rappresentanza di tutto il partenariato, intendiamo dare priorità, rispetto ai progetti già in corso, alla gestione di questa emergenza, indirizzando i fondi disponibili al servizio della ricostruzione e delle imprese”.

Di fronte a questa emergenza si è mobilitata anche la rete delle Camere di commercio, che vede accanto all’Ente cuneese, con Eurocin Geie, la Camera di commercio delle Riviere di Liguria, la Camera di commercio e industria di Nizza e la Camera di commercio italiana a Nizza, con l’obiettivo di dare vita ad azioni concrete e sinergiche sul territorio delle Alpi del Mare.

 




“Serve più rispetto per le donne, sono un motore importante dell’economia”

È un virus senza vaccino, una pandemia silenziosa che si diffonde per l’85% tra le mura domestiche e che produce dati allarmanti: nel mondo ogni giorno avvengono 137 femminicidi, una grave piaga sociale a cui dopo duemila anni nessuno è ancora riuscito a porre rimedio.

Istituita nel 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite quale “giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, la data del 25 novembre rappresenta ogni anno un’occasione per riaccendere i riflettori su una faccia della nostra società che si rifà agli istinti più brutali e prevaricatori del genere umano.

E contro questo fenomeno, che nel lockdown ha fatto registrare una recrudescenza, si rivolge l’appello del Movimento Donne Impresa di Confartigianato Imprese Cuneo, un esercito “rosa” di imprenditrici in costante aumento, che da sempre difende i valori del lavoro e della famiglia, dimostrando intraprendenza e capacità manageriali non comuni.

«Questa ricorrenza – commenta Katia Manassero, presidente del Movimento Donne Impresa di Confartigianato Imprese Cuneo – ci impone di riflettere con attenzione sull’evoluzione dei rapporti sociali ed in particolare di quello tra uomo e donna. Legami spesso ossessivi e malati, nei quali il partner esercita sulla compagna una sorta di diritto di possesso, andando a svilirne volontà e stima. Purtroppo, con l’arrivo della pandemia e la necessità di vivere di più in casa, le situazioni vessatorie nei confronti delle donne sono drammaticamente aumentati. Si va dalla violenza fisica, a quella verbale, a quella psicologica e sessuale. Occorre agire con fermezza contro questi comportamenti e le prime ad opporsi devono essere proprio le donne, con le loro capacità, il loro coraggio e il recupero della loro indipendenza socio-economica. E soprattutto nessuna donna deve vergognarsi di chiedere aiuto quando si ritrova a subire casi di violenza».

«Anche il mondo maschile – aggiunge Luca Crosetto, presidente di Confartigianato imprese Cuneo – in una giornata così significativa deve far sentire il suo appoggio alle donne, condannando duramente tutti coloro che agiscono con violenza nei loro confronti. La nostra Associazione ha sempre tenuto in grande considerazione l’apporto femminile, sia in ambito dirigenziale che imprenditoriale e lavorativo. Nei nostri uffici, oltre il 67% dei dipendenti è donna e le imprese rosa associate sono un motore insostituibile per il nostro artigianato. Abbiamo bisogno, più che mai in questo difficile momento, di uno scatto culturale che guardi ad una maggiore collaborazione di genere, senza prevaricazioni e nel pieno rispetto dei ruoli e delle capacità di ognuno».




Agrinsieme: presentate le priorità agricole al presidente Draghi

Abbiamo ascoltato con grande attenzione le parole del Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi, che ha dimostrato di conoscere molto bene la situazione dell’agroalimentare del Paese e di avere chiare le linee sulle quali impostarne la ripresa. Il Premier incaricato, infatti, ha spiegato che intende puntare sull’agroalimentare quale volano per la crescita e lo sviluppo del Paese, privilegiando contributi mirati invece che sussidi a pioggia e dando una sensibile accelerata al lavoro sulle infrastrutture, vera e propria chiave di volta per accrescere la competitività delle imprese”.

Lo sottolinea il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, e che è stato ricevuto oggi nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio nell’ambito del secondo giro di consultazioni preventivo alla formazione del nuovo esecutivo.

“Da parte nostra, abbiamo ricordato al Presidente incaricato che le criticità delle filiere agricole non nascono con l’emergenza Coronavirus e purtroppo non si esauriranno con il concludersi di questa pandemia, se prima non si risolvono i problemi atavici che frenano lo sviluppo dell’agricoltura; la modernizzazione del Paese, la transizione ecologica e l’inclusione sociale, territoriale e di genere dovranno quindi essere le linee strategiche sulle quali innestare la ripartenza, senza prescindere dal necessario lavoro sulla semplificazione, sulle infrastrutture e sulla promozione degli investimenti” aggiunge il Coordinamento.
“Condividiamo le priorità indicate dal Presidente incaricato per il rilancio dell’agroalimentare, che attendiamo di conoscere nel dettaglio e sulle quali auspichiamo un consenso parlamentare ampio e solido; tali priorità andranno portate avanti di pari passo con le sempre più necessarie e improcrastinabili riforme della Pubblica Amministrazione, della giustizia e del fisco, tutte espressamente richieste al nostro Paese da Bruxelles e propedeutiche all’accesso al Recovery Fund” prosegue Agrinsieme.

“Abbiamo, infine, ricordato al Premier incaricato che l’agroalimentare può, vuole e deve continuare a essere protagonista della ripartenza del Paese in ragione del grande contributo che può offrire in termini economici, occupazionali e sociali. Fondamentale diventa quindi lavorare all’unisono e sfruttare appieno le potenzialità del sistema-Paese; in tale ottica, il Coordinamento è in prima linea ed è pronto a fare la sua parte” conclude il Coordinamento.




Mobilitazione taxisti: “Siamo allo stremo, si sono dimenticati di noi”

Confartigianato Imprese Cuneo ha presentato al Prefetto il documento nazionale di sintesi
sulle richieste di aiuto della categoria

«La situazione è insostenibile, non riusciamo più a reggere. Nessun segnale e nessun aiuto, abbiamo necessità che al più presto il Governo metta mano a supporti economici anche per la nostra categoria». A parlare è Umbro Germini, rappresentante provinciale dei taxisti di Confartigianato Imprese Cuneo, presente questa mattina, insieme al vice presidente vicario di Confartigianato Imprese Cuneo Giorgio Felici e al direttore generale dell’Associazione Joseph Meineri, all’incontro con il prefetto di Cuneo, dott.ssa Fabrizia Triolo, per evidenziare le gravi difficoltà in cui versa la categoria.

L’iniziativa, che rientra nell’ambito della giornata di mobilitazione dei taxisti, è supportata oltre che da Confartigianato, dalle seguenti sigle: ACAI TAXI, CNA TAXI, FAST-CONFSAL, LEGACOOP, SNA CASARTIGIANI, SILT, TRAS, UNICA TAXI CGIL, URI, URITAXI.
Durante l’incontro, è stato consegnato al Prefetto un documento a firma del presidente di Confartigianato Imprese Cuneo Luca Crosetto, del vice Felici e del rappresentante Germini, nel quale sono riassunte le principali richieste della categoria.

In sintesi, la categoria chiede l’istituzione di un fondo di 800 mln di euro per l’anno 2021, la sospensione e proroga di mutui, leasing e finanziamenti, un anno bianco fiscale e contributivo per gli anni 2021 e 2022, la semplificazione delle procedure da parte dei Comuni per l’utilizzo dei voucher taxi, l’Ecobonus per l’acquisto di autovetture elettriche (sul modello 110%) e la reintroduzione della detassazione delle accise sui carburanti.

«Abbiamo sempre risposto positivamente alle richieste del Governo, dimostrando serietà e spirito collaborativo. – prosegue Germini – A nostre spese abbiamo provveduto alla costante sanificazione dei mezzi e all’acquisto dei dispositivi di sicurezza, ma l’azzeramento della vita sociale e i periodici lockdown hanno ridotto al lumicino la nostra attività. Sono quindi indispensabili provvedimenti di sostegno economico certi, immediati e di misura adeguata, così come viene fatto per altri settori, affinché possa essere garantito il servizio di trasporto pubblico non di linea svolto con i nostri taxi».

«I taxisti – sottolinea il presidente Crosetto – stanno pagando in termini non più sostenibili la caduta verticale della domanda dovuta all’emergenza pandemica e ai conseguenti provvedimenti restrittivi. Come Confartigianato, sia a livello nazionale che locale, stiamo supportando le loro legittime richieste che, in un frangente così difficile, diventano strategiche per la loro stessa sopravvivenza. Non si possono dimenticare migliaia di lavoratori che ogni giorno forniscono un servizio fondamentale nelle nostre città. Attendiamo quanto prima una presa di posizione seria e concreta da parte delle Istituzioni».