Enrico Allasia eletto presidente nazionale dei produttori di legno di Confagricoltura

Enrico Allasia, imprenditore agricolo di Cavallermaggiore (Cuneo) è stato eletto al vertice della Federazione nazionale di prodotto delle risorse boschive di Confagricoltura. Perito agrario, contitolare della “Allasia Plant” di Cavallermaggiore, azienda vivaistico-forestale con impianti produttivi dislocati su più unità operative a livello nazionale specializzata nei servizi alla filiera delle coltivazioni energetiche, in particolare biomasse ligno-cellulosiche, Enrico Allasia è presidente di Confagricoltura Cuneo e di Confagricoltura Piemonte.

La selvicoltura con l’utilizzo a fini produttivi delle foreste – ha detto Allasia – può diventare un fattore trainante di sviluppo sostenibile delle aree rurale, soprattutto nei territori che presentano scarse alternative alle coltivazioni tradizionali. Abbiamo 11 milioni di ettari di bosco in Italia: con una selvicoltura efficiente, che va  valorizzata e rafforzata soprattutto nelle aree montane, potremo creare nuova ricchezza, occupazione e contrastare in modo efficace il cambiamento climatico e il dissesto idrogeologico”.

La Federazione nazionale di prodotto delle risorse boschive di Confagricoltura ha la funzione di promuovere, assistere e coordinare le attività economiche per la produzione del legno ricavato non solo dalle foreste, ma anche dalle coltivazioni specializzate di essenze arboree, quali querceti di rovere, roverella e farnia, le faggete e i boschi di cerro, farnetto, fragno e vallonea, che nel nostro Paese superano ciascuna il milione di ettari. Un altro comparto del legno un tempo molto diffuso, poi abbandonato e oggi nuovamente in auge, è il pioppeto, che può contare su una superficie nazionale di circa 50.000 ettari di coltivazioni.

Il bosco – ricorda Confagricoltura –  copre circa il 30% dell’intero territorio nazionale. Sulla base dei dati della Regione Piemonte negli ultimi 60 anni le superfici boscate del territorio subalpino sono aumentate dell’80%, arrivando ad occupare il 37% del territorio regionale, con 1 miliardo di alberi, 52 specie arboree e 40 specie arbustive. “Si tratta di un patrimonio di biodiversità eccezionale – sottolinea Allasia – che oltre a produrre legno valorizza il paesaggio e l’ambiente, contribuendo in modo determinante al sequestro dell’anidride carbonica e purificando l’aria”.

Nel corso del suo mandato Allasia intende impegnarsi per valorizzare il ruolo di boschi e foreste. “Molte aree sono in stato di abbandono – spiega Allasia – perché non redditizie, perché manca la viabilità forestale, perché la burocrazia per lo sfruttamento di queste risorse è eccessiva. È indispensabile conservare, manutenere e tagliare i boschi rinnovandoli: gli alberi che marciscono e non vengono asportati producono anidride carbonica anziché sequestrarla e in caso di piogge torrenziali diventano un pericolo per l’ambiente. Per questi motivi – sostiene Allasia – è necessario investire, anche con l’utilizzo dei fondi del Recovery Plan  per sviluppare  filiere produttive legno-carta-energia e servizi ecosistemici che possono dare un contributo decisivo alla sostenibilità delle filiere agroalimentari e dell’ambiente”.




Giornata mondiale dell’acqua. Confagricoltura: innovare le reti idriche col Recovery Plan

Oggi 22 marzo è la Giornata mondiale dell’acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992. “L’acqua è un bene prezioso – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemontee per questo occorre tutelare le fonti e promuoverne l’uso responsabile. Siamo impegnati per consumare meno acqua: l’agricoltura ha ridotto, negli ultimi decenni, di quasi il 30% il consumo idrico, impegnandosi ad adottare modelli sostenibili di gestione, quali l’irrigazione di precisione. Adesso è ora di svolgere interventi importanti di manutenzione e di miglioramento della rete idrica, che non ovunque è in buone condizioni”.

Confagricoltura ricorda che in Piemonte la rete irrigua può contare su circa 10.000 km di canali di rete principale, ai quali si affiancano oltre 2000 km di condotte per impianti destinati all’irrigazione con acqua in pressione.

L’attività degli agricoltori – ha dichiarato Allasia – è fondamentale per il corretto mantenimento dell’ambiente e del territorio: il settore primario non consuma acqua perché quella impiegata nell’uso irriguo non fuoriesce dal ciclo idrologico naturale. Un’elevata percentuale d’acqua prelevata dalle fonti idriche viene restituita al sistema ambientale, a valle dei processi produttivi. Non dimentichiamo inoltre che l’uso dell’acqua in agricoltura è l’unico, tra tutti gli utilizzi produttivi, che serve per ottenere del cibo fondamentale per la nostra sopravvivenza. Già soltanto questo, di per sé, dimostra che l’agricoltura non spreca l’acqua”.

Confagricoltura sottolinea l’esigenza di costruire nuovi invasi.Quelli ben progettati e ben costruiti – dichiara Allasia – sono sicuri e non creano nessun danno dal punto di vista ambientale. Con la loro realizzazione è possibile una maggiore efficacia nell’applicazione delle norme sul deflusso minimo vitale, si possono realizzare sensibili miglioramenti qualitativi nei corpi idrici di falda, si aumenta la disponibilità di acqua a uso idropotabile, si incrementa la produzione di energia idroelettrica, si mitiga l’effetto delle piene, si favorisce lo sviluppo del turismo lacustre. Confagricoltura – ha concluso Allasia – ritiene che servano soprattutto i grandi invasi. Su questo tema chiediamo da tempo che la politica si esprima con chiarezza e che adotti atteggiamenti coerenti e conseguenti con le dichiarazioni rese”.

Nel nostro Paese solo l’11% dell’acqua piovana viene trattenuta. E’ necessario costruire nuovi invasi, rinnovare i sistemi irrigui, sanare la rete dell’acqua potabile che perde il 42% tra quella immessa e quella erogata.

Per Confagricoltura sono queste le priorità su cui intervenire. Va ripristinata e rinnovata una rete infrastrutturale vecchia, con un tasso di dispersione elevato, senza dimenticare l’importanza di migliorare l’utilizzo delle acque reflue, che è una delle sfide più importanti dell’economia circolare.

Confagricoltura invita a cogliere l’occasione del Piano nazionale degli interventi nel settore idrico e del Recovery Plan per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, forieri di eventi estremi siccitosi e alluvionali, per ripristinare e realizzare quelle infrastrutture necessarie a gestire la risorsa idrica.

Nei prossimi anni l’aumento delle temperature aggraverà ulteriormente la carenza idrica dell’Italia. L’agricoltura è il settore che più risentirà della siccità, per questo diventa sempre più importante riuscire ad accumulare l’acqua piovana, per poterla utilizzare nei momenti di carenza.

 

 

 

 

 




Giornata mondiale dell’acqua: l’impegno della CCIAA di Cuneo

Il 22 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell’acqua, ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di questa risorsa e sui problemi legati alla crisi idrica globale. Domenica, dopo l’Angelus, anche Papa Francesco ha ricordato l’importanza della Giornata Mondiale dell’Acqua, invitando tutti a riflettere sul valore di questo dono.

La Camera di Commercio di Cuneo partecipa con convinzione e senso di responsabilità a questa ricorrenza, sottolineandone l’importanza: “In quanto casa delle imprese e sintesi delle rappresentanze economiche del territorio, la Camera di commercio è da sempre sensibile alla tematica dell’acqua – dichiarano i vertici dell’Ente camerale -. Siamo consapevoli di come il cambiamento climatico abbia accentuato la rilevanza di questa tematica. Si tratta di un bene di grande importanza e di cui il territorio è ricco. Tuttavia, negli scorsi anni abbiamo vissuto periodi di siccità che ci hanno fatto toccare con mano come questa risorsa, per noi molto diffusa e quasi scontata, meriti una tutela ed un’attenzione particolare. Per questo la Camera di commercio vuole rimarcare la necessità di attivare sinergie con tutti i soggetti competenti in materia, portatori di interessi e rappresentanti del mondo della ricerca, per facilitare una programmazione adeguata alla rilevanza strategica della tematica.”




Il Portale Etichettatura e Sicurezza Prodotti si estende al commercio internazionale e alla cosmetica

Portale nazionale Etichettatura e Sicurezza Prodotti realizzato dalla Camera di commercio di Torino e dal suo Laboratorio Chimico: al servizio già offerto dallo scorso anno a tutte le imprese alimentari e non alimentari, si aggiunge ora il tema della cosmetica (sempre grazie all’appoggio di Dintec – Consorzio per l’innovazione Tecnologica) e viene integrata l’assistenza al commercio internazionale, grazie alla nuova collaborazione con Ceipiemonte.

Il Portale porta esempi di etichette di prodotti italiani, riferimenti normativi in materia di sicurezza ed etichettatura alimentare e non alimentari, numerose FAQ, riferimenti all’etichettatura energetica e alla marcatura CE ed informazioni a corredo dei prodotti ricadenti nell’ambito del Codice del consumo e sulle indicazioni metrologiche da riportare sui prodotti pre-imballati.

“In questo periodo di prolungata emergenza sanitaria, ma nell’imprescindibile e necessaria volontà di ripartire economicamente – afferma Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino – vogliamo continuare a mettere a disposizione di tutte le imprese italiane l’aggiornamento e l’assistenza che il nostro Portale Etichettatura e Sicurezza Prodotti può offrire, ampliando il suo supporto digitale. Non bisogna spostarsi dal proprio luogo di lavoro: il Portale è sempre accanto agli imprenditori sui temi di regolazione del mercato e ora fornisce assistenza anche nel comparto della cosmetica e in materia di internazionalizzazione. È un modo concreto per supportare le imprese ad operare in modo trasparente e concorrenziale sul mercato, innalzando il livello di sicurezza per i consumatori”.

  

“Il Portale è nato nel 2018 dopo l’esperienza dello Sportello Etichettatura e Sicurezza Alimentare, un servizio di primo orientamento nato qui a Torino quasi 10 anni fa. Lo strumento è completamente digitale ed è un progetto di sistema che coinvolge oltre 60 province italiane con modalità di semplificazione e integrazione dei servizi e con un’interfaccia moderna, molto gradita alle aziende alimentari e ai consumatori – dichiara Fabrizio Galliati, Presidente del Laboratorio Chimico Camera di commercio di Torino – Il nostro impegno come sistema camerale è quello di offrire un Portale dove l’impresa possa ricevere informazioni pratiche di primo orientamento nel più breve tempo possibile e su diversi temi, potenziando così i servizi camerali già in essere o creandoli dove non risultino presenti”.

Il Portale è realizzato dalla Camera di commercio di Torino e dal suo Laboratorio Chimico, sotto l’egida di Unioncamere Nazionale e con la collaborazione, ad oggi, di più di 30 enti e istituzioni camerali che mettono a disposizione delle proprie imprese contenuti personalizzati, come schede di prodotti tipici, o più rappresentativi.

Ciascun ente opera, nell’ambito del Portale, sulla base di un flusso operativo personalizzato, che consente di monitorare i quesiti in tutti i passaggi, rispondere se la tematica può essere evasa direttamente oppure richiedere l’intervento della task force di esperti coordinata dal Laboratorio Chimico della Camera di commercio di Torino.

Le Camere di commercio potranno avvalersi da oggi anche del contributo tecnico di Ceipiemonte per l’assistenza personalizzata sui temi fiscali, legali e doganali del commercio internazionale. Già dall’anno scorso invece, godono della collaborazione tecnica di Dintec che oggi garantisce l’accesso sul settore della cosmetica, insieme all’etichettatura dei prodotti di largo consumo non alimentari. Dintec e Ceipiemonte assicurano una task force di esperti e di competenze più ampie, a servizio del sistema camerale e delle imprese.

dichiara Dario Peirone, Presidente di Ceipiemonte.

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Per accedere al Portale Etichettatura e Sicurezza Prodotti, le imprese devono effettuare una registrazione gratuita, a seguito della quale possono accedere alla loro area riservata per inserire il quesito specifico. Le risposte verranno inserite direttamente sul Portale, in modo che le aziende possano accedere e consultare agevolmente lo storico dei quesiti.

I contenuti del Portale sono accessibili a tutti, compresi i consumatori che possono consultare il materiale informativo disponibile, in particolare i riferimenti normativi “orizzontali” di etichettatura, le schede dei prodotti e le FAQ con le risposte finora elaborate in base all’esperienza di tutti gli Sportelli.

 

 

 

 

 




Commercio estero in Piemonte: il 2020 si chiude con intensa contrazione sia dell’esport che dell’import

Gli effetti della pandemia da Covid-19 sugli scambi internazionali sono stati pesantissimi. La caduta di produzione e domanda ha penalizzato molti Paesi e rallentato le dinamiche del commercio estero colpito anche dalle difficoltà di collegamento, di trasporto, e dalle restrizioni messe in campo dalle principali economie mondiali per contrastare l’emergenza sanitaria.

In quest’ottica vanno letti anche i risultati che hanno caratterizzato il Piemonte.

Nel 2020 il valore delle esportazioni piemontesi si è attestato sui 41,0 miliardi di euro, registrando una contrazione del 12,7% rispetto al 2019.

Valutando le singole performance trimestrali, si rileva come l’andamento del valore delle vendite all’estero sia derivato da una dinamica fortemente negativa segnata nei primi tre trimestri dell’anno, seguita da una ripresa d’intensità modesta nel periodo ottobre-dicembre 2020. Alla flessione del 7,4% del I trimestre ha fatto seguito l’elevatissima contrazione del periodo aprile-giugno 2020 (-36,3%). Nel III trimestre la variazione tendenziale si è attestata al -7,8%, per poi invertire la rotta negli ultimi tre mesi dell’anno (+2,0%).

Sul fronte delle importazioni il 2020 ha registrato una flessione del 13,5% rispetto all’anno precedente; il valore dell’import piemontese di merci è sceso a 27,9 miliardi di euro.

Il saldo della bilancia commerciale, pari a 13,1 miliardi di euro, permane, dunque, di segno positivo, in diminuzione di circa 1 miliardo rispetto all’anno precedente, quando si attestava a 14,1 miliardi.

Il risultato negativo evidenziato dal Piemonte nel corso del 2020 è più consistente rispetto a quello medio nazionale. Le esportazioni italiane hanno, infatti, registrato un calo dell’9,7% rispetto all’anno precedente.

“L’emergenza sanitaria mondiale e la paralisi internazionale delle merci non potevano non interessare anche il Piemonte, che chiude l’anno con una flessione dell’export del 12,7%. Il risultato positivo solo dell’ultimo trimestre 2020 (+2,0%) ci fa, invece, ben sperare nella possibilità per la nostra regione di una ripresa dei valori del commercio estero. Continua a essere prioritaria e necessaria in quest’ottica, però, l’attuazione di un rapido piano vaccini nazionale e internazionale” commenta Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte.

La flessione marcata dell’export nazionale (la più ampia registrata dal 2009) è derivata da riduzioni significative delle vendite oltrconfine per tutte le regioni italiane ad eccezione del Molise (+26,0%). I cali più intensi, dovuti principalmente al crollo delle vendite di prodotti energetici, riguardano la Sardegna (-40,6%) e la Sicilia (-24,2%), le flessioni più contenute la Liguria (-0,7%) e la Basilicata (-4,4%).

Le performance negative delle quattro principali regioni esportatrici italiane – Piemonte (-12,7%), Lombardia (-10,6%), Emilia-Romagna e Veneto (-8,2% per entrambe) – spiegano da sole circa i due terzi del calo dell’export nazionale.

Nonostante la contrazione a doppia cifra, il Piemonte si conferma anche nel 2020 la quarta regione esportatrice, con una quota del 9,45% delle esportazioni complessive nazionali, dato in continua riduzione rispetto agli anni precedenti: 2019 (9,8%), 2018 (10,4%) e 2017 (10,7%). La Toscana (9,44%) segue a solo un decimo di punto di distanza.

Tutti i principali settori export-oriented hanno subito le difficoltà del commercio internazionale. Solo il comparto alimentare ha chiuso l’anno con una sostanziale stabilità rispetto al  2019 (+0,0%).

Registrano una flessione superiore rispetto alla media regionale i prodotti del tessile abbigliamento, la cui vendite oltre confine  calano del 19,9%.

Anche i mezzi di trasporto, secondo comparto dell’export regionale, mostrano un  calo elevato rispetto all’anno precedente (-18,0%). All’interno dei mezzi di trasporto il dato più preoccupante è stato registrato dalla nautica (-53,8%) e dal ferro-tranviario (-27,9%). L’aerospaziale flette del 21,5%, seguito dalla componentistica autoveicolare (-19,7%). Elevato, ma più contento della media del settore, il calo segnato dall’export di autoveicoli (-13,2%).

Decisamente negativa è risultata anche la dinamica esibita dal comparto dei metalli, che ha segnato una flessione del 14,7%.

Con circa un quinto dell’export regionale la meccanica diventa, al posto dei mezzi di trasporto,  il primo settore piemontese per vendite all’estero e registra una contrazione del valore esportato del 13,7%.

Inferiore alla contrazione media piemontese, la variazione negativa registrata dalla gomma plastica (-11,3%).

 

Analizzando la destinazione delle vendite piemontesi all’estero si osserva come il principale bacino di riferimento risulti anche nel 2020, nonostante l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, l’Ue 27, verso cui è diretto il 55,4% dell’export regionale, contro il 44,6% destinato ai mercati extra-Ue 27.

La performance dell’export piemontese verso i mercati comunitari è risultata complessivamente negativa nel 2020, calando del 12,0% rispetto all’anno precedente.

Il risultato è dovuto principalmente al trend registrato dall’esportazioni piemontesi verso la Francia (-13,5%), primo mercato per le vendite all’estero della regione. Una flessione del 10,6% è stata registrata dall’export verso la Germania, secondo mercato di riferimento. Le vendite verso la Spagna hanno segnato una riduzione del 16,5%.

Contrazioni a doppia cifra caratterizzano anche l’export verso la Polonia (-16,9%), la Repubblica Ceca (-12,5%) e la Svezia (-14,1%).

Le vendite piemontesi dirette ai Paesi extra-Ue 27 hanno mostrato, nel corso del 2020, un trend maggiormente preoccupante, registrando un calo del 13,5% rispetto all’anno precedente.

Su questo risultato hanno influito pesantemente le dinamiche evidenziate verso il mercato svizzero (-24,9%), quello statunitense (-15,6%) e quello britannico (-17,7%). Inteso anche il calo verso la Turchia (-9,8%) e la flessione verso il Giappone (-11,6%).

Positivo e incoraggiante, invece, il trend delle vendite in Cina che segna una, seppur debole, crescita (+0,4%).




CCIAA Torino: Settore casa e arredamento, con Wayfair opportunità in Germania e UK

 

In Piemonte contiamo quasi 2.400 imprese attive nella produzione di articoli di arredamento ed è l’Europa il principale mercato di sbocco per le nostre aziende di produzione di mobili– spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Per questo esploriamo e proponiamo soluzioni attraverso tutti i possibili canali di vendita, anche l’e-commerce, perché chi cerca il Made in Italy di qualità possa trovare le nostre aziende pronte a rispondere. Una vetrina come Wayfair rappresenta un’importante occasione di visibilità senza particolari costi di ingresso”.

 

                                                                                                          

Con un fatturato di oltre 13 miliardi di dollari negli ultimi 12 mesi, Wayfair domina nei settori mobili e arredo, home-decor, articoli per la casa e per il giardino e rappresenta una delle realtà leader tra le piattaforme e-commerce, con tassi di crescita che superano il 25% annuo a livello globale e ancora più alti per il mercato europeo.

 

 

L’opportunità, focalizzata sui mercati Germania e Regno Unito, è rivolta ad aziende di alta qualità operanti nei settori mobili, arredo-giardino, illuminotecnica, elettrodomestici e decorazione per la casa, arredo bagno, materassi, fai da te, piastrelle, pavimenti.

 

In Piemonte sono presenti quasi 2.400 imprese che lavorano nell’ambito dell’arredamento, tra mobili, tessile per la casa, elettrodomestici, sanitari, rubinetteria, pavimenti, infissi e apparecchiature per l’illuminazione.

 

Per quanto riguarda la sola produzione di mobili, il Piemonte esporta all’estero merce per quasi 93 milioni di euro. I principali paesi di destinazione sono la Francia con il 35,8% dell’export (33,2 milioni di euro), seguita da Svizzera con l’8% e Russia (6,3%). Germania e Regno Unito, al centro del progetto Wayfair, ad oggi valgono rispettivamente il 3,8% e il 4,4% dell’export piemontese di mobili.

 

L’iscrizione al webinar è gratuita

 




Ripartiamo insieme lancia il manifesto per il pinerolese

La democrazia è proprio questo: essere protagonisti, insieme agli altri, del nostro domani»  Prendiamo a prestito le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per introdurre il Manifesto del Pinerolese espressione dei soggetti che hanno dato vita al Progetto “Ripartiamo insieme” e che intendiamo CONDIVIDERE con le istituzioni, le imprese ed i cittadini

Con queste parole si apre il Manifesto di “Ripartiamo Insieme” che è una iniziativa nata nel maggio 2020 dalla volontà del Consorzio CPE e di CGIL, CISL e UIL di aiutare il Pinerolese a lavorare insieme verso obiettivi comuni di sviluppo e di crescita e creazione di lavoro. Un progetto senza colori né posizioni di parte che ha realizzato una sintesi degli obiettivi da raggiungere, riassunti nel Manifesto per il Pinerolese, un appello, affinché si agisca subito, ma soprattutto in modo unitario e condiviso, per ripartire e costruire insieme il futuro.

Il Manifesto per il Pinerolese si sviluppa su cinque punti o aree tematiche:

  1. Urbanistica e Infrastrutture
  2. Sviluppo economico, produttivo e occupazionale
  3. Turismo, cultura e valorizzazione delle risorse naturali e del patrimonio storico
  4. Ambiente
  5. Salute, inclusione sociale, lotta alla povertà, istruzione e formazione

 

Tra i primi firmatari del Manifesto si annoverano i Promotori di “Ripartiamo Insieme”, il Consorzio CPE e CGIL CISL UIL, i Presidenti Onorari del CPE nelle persone della Moderatora della Chiesa Valdese Alessandra Trotta, del Vescovo di Pinerolo Derio Olivero, del Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco, del Presidente della Pontevecchio Acque Minerali Mario Damilano e del Direttore Generale ASL Asti Flavio Boraso (già direttore ASL TO3), Emilio Gardiol Presidente della Società di Mutuo Soccorso Pinerolese, Adriano Mione, Presidente della Società Mutua Pinerolese, la Diaconia Valdese, Sezione ANPI di Pinerolo, CFIQ, Confagricoltura, Acli Torino, Confcooperative Piemonte Nord, Legacoop Piemonte, UISP.

 

Nella elaborazione del Manifesto, volendo partire dall’attuale situazione, al fine di essere il più coerenti possibile con lo stato dell’arte è stato sviluppato il 1° Rapporto di “Ripartiamo Insieme” realizzato in collaborazione con la Camera di commercio di Torino e l’Agenzia Piemonte Lavoro. L’elaborato mette in evidenza indicatori socio-economici del Pinerolese nell’arco di tempo 2011-2020, con particolare attenzione all’impatto derivante dalla pandemia da COVID19. Uno studio importantissimo per il Pinerolese, fotografia delle valenze e criticità utili a tracciare le linee guida per un piano di sviluppo del Pinerolese.

 

È la prima volta che Camera di commercio di Torino e Agenzia Piemonte Lavoro insieme realizzano una mappatura di uno specifico territorio incrociando i dati delle imprese con quelli dei nuovi contratti di lavoro – spiega Enzo Pompilio D’Alicandro, Vicepresidente dell’ente camerale torinese. – I dati che emergono da questa completa analisi mostrano un territorio con un tessuto imprenditoriale che, seppur in contrazione negli ultimi 10 anni, esprime specifiche vocazioni imprenditoriali e andamenti diversificati. Certamente alcuni dati, come lo stop alle nuove aperture o la grande maggioranza di contratti flessibili, costituiscono segnali di preoccupazione e confermano la necessità di azioni di sistema come il Manifesto di Ripartiamo Insieme”.

Il sistema imprenditoriale del pinerolese

Con oltre 17mila localizzazioni di impresa (che includono sedi e unità locali), di cui 13.985 sedi e 3.032 unità locali, e 39.579 addetti, il pinerolese si conferma ad alta densità imprenditoriale, con il 35,9% delle sedi di impresa concentrate nei comuni di Pinerolo, Cavour e Volvera.

 

Negli anni, la presenza imprenditoriale si è costantemente ridotta sul territorio, passando da 18.324 localizzazioni d’impresa nel 2011 alle attuali 17mila. La riduzione è stata trainata dal calo dello stock di sedi d’impresa (-0,5% nell’ultimo anno; -9,7% fra 2011 e 2020), mentre hanno continuato a crescere le unità locali (+6,7%).

 

Un’analisi delle imprese per forma giuridica rivela una presenza predominante di imprese individuali (il 65,7%), seguite dalle società di persona (21,4%), mentre le società di capitali sono ancora poco radicate (11,4% contro il 21,4% provinciale).

 

Guardando al settore di attività economica si rileva una significativa presenza di aziende agricole (il 18,5% rispetto al 5,3% provinciale), di imprese manifatturiere (10,4%) ed edili (16,7%), mentre è più bassa l’incidenza delle attività di servizi turistici, alle imprese o alle persona. Analizzando infine le categorie di imprese, si evidenzia che le imprese giovanili qui rappresentano il 9,5% del tessuto imprenditoriale, le femminili il 22%, mentre le straniere il 6,4%. Nell’ultimo decennio le imprese giovanili e femminili hanno mostrato numeri in diminuzione, in lieve crescita invece le imprese straniere.

Cosa è accaduto nel 2020? Anche sul territorio pinerolese, come nel resto del torinese, la dinamica dei flussi di nuove iscrizioni e cessazioni d’imprese ha subito una battuta d’arresto dovuta alla crisi connessa all’attuale emergenza sanitaria: sia le nuove aperture (706 in 12 mesi), sia le chiusure (633) hanno raggiunto il livello più basso dell’ultimo decennio e il tasso di crescita si è assestato ad un -0,52% (più basso rispetto a quello torinese pari al +0,16%). Si è riscontrata quindi una sostanziale immobilità, segno di un atteggiamento attendista degli imprenditori, prudenti sia nell’avviare nuove attività, sia nel chiudere definitivamente quelle in essere, in attesa di eventuali misure di sostegno. Nel 2020, tutti i settori hanno subito una contrazione dello stock di imprese registrate, ad eccezione di edilizia (+0,7%), servizi di alloggio e ristorazione (+0,2%) e servizi pubblici, sociali e personali (+0,8%).

 

Il mercato del lavoro

L’analisi della natimortalità imprenditoriale nel territorio del pinerolese è stata infine arricchita da un focus dedicato al mercato del lavoro e all’attivazione di nuovi rapporti di lavoro all’interno dell’area. L’approfondimento è stato reso possibile dalla collaborazione fra Camera di commercio di Torino e Agenzia Piemonte Lavoro, che per la prima volta ha permesso di incrociare l’elenco estratto dal Registro Imprese della Camera di commercio di Torino e l’insieme generale dei rapporti di lavoro attivati con luogo di lavoro nel bacino di riferimento. L’obiettivo, nel quadro più generale degli avviamenti dichiarati sul territorio, era comprendere anche come e quanto il sistema imprenditoriale abbia movimentato il mercato del lavoro nel corso dell’ultimo anno.

Nel 2020 2.843 soggetti, tra cui imprese o altre realtà come enti locali, istituti scolastici, associazioni, fondazioni, ecc., hanno stipulato complessivamente 14.275 contratti di lavoro. Di questi, il 15,6% è rappresentato da tipologie contrattuali stabili (Tempo Indeterminato e Apprendistato), mentre il rimanente 84,4% interessa tipologie contrattuali flessibili. I contratti hanno interessato complessivamente 11.275 lavoratori di cui il 49,3% donne e il 35,1% giovani under 30.

Il 67% dei nuovi rapporti di lavoro (9.559) è stato avviato da imprese attive nel pinerolese a cui fanno riferimento 2.458 localizzazioni (il 15,7% della popolazione di imprese locale), prevalentemente operative nella manifattura (il 19,4%), nel commercio (il 18,3%) e nei servizi di alloggio e ristorazione e in quelli orientati alle imprese (il 15,7% e il 15,5% delle imprese che hanno assunto).

 

I promotori di “Ripartiamo Insieme” hanno, quindi, deciso di istituire una sorta di osservatorio permanente finalizzato a proseguire nel tempo l’analisi dei dati socio-economici del Pinerolese, sarà così, costantemente monitorata l’evoluzione della situazione e misurata, parallelamente, l’efficacia delle azioni intraprese.

Sulla scorta di questi dati, e grazie al lavoro svolto dai diversi tavoli istituiti all’interno del Progetto Ripartiamo Insieme” (www.ripartiamoinsieme-pinerolese.it), sono state individuate le esigenze del territorio   che vanno dallo sviluppo economico e industriale, a quello turistico, al sostegno sociale ai cittadini, all’occupazione, alla mobilità sostenibile, alla ormai imprescindibile transizione green alle quali si intende dare una risposta attraverso le linee di indirizzo tracciate nel Manifesto, il tutto con lo scopo di creare sviluppo e opportunità lavorative.

“Il Manifesto vuole essere un documento unitario di ciò che al Pinerolese necessita per guardare con visione prospettica e imparziale al proprio futuro, abbandonando le contrapposizioni di parte e le differenti appartenenze, ma guardando all’oggettività di ciò che deve essere fatto e al farlo bene – hanno dichiarato i Promotori di Ripartiamo Insieme (Consorzio CPE, CGIL, CISL, UIL)”. Il Pinerolese   necessita   di mettere a sistema le eccellenze esistenti e le opportunità che si presenteranno, in modo da recuperare quella cultura di territorio che negli anni è passata in secondo piano. In un mondo che spesso si mette in evidenza per le divisioni, il Manifesto rappresenta un prendere coscienza di cosa dobbiamo fare e per sviluppare una cultura territoriale per il futuro del nostro Pinerolese.”

 

 

 




Ebano Spa: Caccialanza alla Direzione del Marketing

Sebastiano Caccialanza è il nuovo Direttore Marketing del Gruppo Ebano, la holding fondata e guidata dal Presidente di Piccola Industria Confindustria Carlo Robiglio.

Manager con un’esperienza ventennale nel marketing, nella comunicazione e nel digitale, Caccialanza avrà compiti di notevole rilevanza.

“Entro a far parte di un Gruppo. spiega Caccialanza- che negli anni ha costruito realtà di eccellenza e che persegue obiettivi ambiziosi con grandi progetti di sviluppo. Il mio ruolo sarà multiforme, ma in particolare punterà ad approfondire e valorizzare le potenziali sinergie tra le varie società del Gruppo e a mettere a fattore comune le competenze e le risorse presenti, per individuare ulteriori aree di business e ampliare quelle già operative. Avrò inoltre la responsabilità di definire il piano di comunicazione e la nuova brand identity del Gruppo”.

Impegni e sfide di primo piano, che Caccialanza affronterà dopo avere in passato ricoperto ruoli di direzione in aziende nazionali e internazionali. In particolare, è stato Direttore Commerciale in Mondadori, Direttore Commerciale di una società del Gruppo Bertelsmann, Head of Department di Corriere della Sera.it e Direttore Marketing del Gruppo editoriale Rizzoli. Nella sua carriera, ha sempre perseguito l’innovazione sia delle tecnologie che dei processi, spesso precorrendo i tempi con una visione chiara e lungimirante.

Caccialanza supporterà anche la Direzione Generale nelle attività di marketing strategico.
“Sono fermamente convinto- conclude Caccialanza- che visione e strategia siano alla base di ogni attività marketing di alto livello e credo che all’interno del Gruppo Ebano ci siano tutte le opportunità per potersi esprimere al meglio”.

Il Gruppo Ebano
La realtà imprenditoriale fondata da Robiglio opera in settori complementari tra loro: dall’editoria al marketing, dall’e-commerce alla formazione a distanza. Ed è proprio quest’ultima uno dei punti di forza, grazie alla controllata Cef Publishing, leader di mercato nella realizzazione e nell’erogazione di corsi professionali per il mercato consumer, con più di 50 mila iscritti negli ultimi undici anni.
Il Gruppo Ebano, con 9 società controllate, 15 partnership produttive, più di 250 dipendenti e collaboratori, tramite la controllata Cef Publishing, è anche certificata dal programma Elite di Borsa Italiana per i requisiti di affidabilità e trasparenza richiesti dai principali investitori istituzionali e ha vinto quest’anno per la seconda volta consecutiva il “Best Managed Companies”, iniziativa promossa da Deloitte per supportare e premiare le aziende italiane eccellenti per capacità organizzativa, strategia e performance.

Il Gruppo è fortemente impegnato nel sociale e nella sostenibilità. La politica aziendale di Ebano, volta a perseguire alti standard in termini di sostenibilità e impatto sociale, ha permesso, attraverso la partecipata Cef Publishing, di ottenere la Certificazione b Corp®, rilasciata dalla B Corporation, l’ente non-profit americano.
La sede principale del Gruppo si trova a Novara, mentre le società partecipate hanno sede anche in Piemonte, Puglia e Lombardia.

Accanto a queste attività primarie, alcune società del Gruppo Ebano operano in ambito comunicazione, business intelligence, direct marketing e in iniziative legate a startup innovative rivolte al mondo della sharing economy, con particolare attenzione al digital marketing.

Il Gruppo si pone, nell’immediato futuro, l’obiettivo di sviluppare costantemente, ma in maniera armonica e sostenibile, la propria presenza nei settori elencati e in altri contigui ritenuti strategici e complementari al proprio progetto di crescita. Particolare attenzione è dedicata, a tal fine, agli investimenti in Ricerca & Innovazione che rappresentano, unitamente alla Formazione continua, i pilastri strategici sui quali sono poste le fondamenta del gruppo Ebano.




Festa della donna, Asti Agricoltura: venerdì mattina il ringraziamento a tutte le donne in divisa

“8 marzo 2021 per le donne in divisa: consegna di alberelli di mimosa”: sarà questo il titolo dell’evento che avrà luogo venerdì 5 marzo, alle ore 10, presso il Palazzo della Provincia di Asti, organizzato dalla Commissione provinciale per le Pari Opportunità, in collaborazione con Asti Agricoltura e Garden Pregno Asti e con il patrocinio della Provincia di Asti e della Consiglierà di Parità della Provincia di Asti.

In prossimità dell’8 marzo, l’evento di venerdì – inserito all’interno del consueto calendario di iniziative che si protrarranno per tutto il mese – è stato organizzato con l’intento di sottolineare il ruolo fondamentale svolto dalla donna nella società odierna e per dare il giusto riconoscimento alle figure femminili che sul territorio astigiano all’interno di questo periodo complicato, caratterizzato dalla pandemia, hanno fornito il loro prezioso contributo, trovandosi a fronteggiare in prima linea il Covid-19. Un ruolo chiave riconosciuto anche dal Parlamento Europeo che per creare maggiore consapevolezza in merito alle situazioni affrontate dalle donne durante questo periodo di crisi, il prossimo 8 marzo celebrerà la Giornata internazionale della Donna, in occasione della sessione plenaria che avrà luogo proprio in tale giorno.

Le realtà astigiane vogliono quindi, con questo gesto simbolico di consegna delle mimose, ringraziare tutte le donne in divisa appartenenti ai seguenti corpi: Polizia di Stato, Polizia Giudiziaria, Carabinieri, Gruppo Carabinieri Forestale, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria, Vigili del Fuoco, Polizia Municipale, Croce Verde, Croce Rossa Italiana. Il tutto con uno sguardo rivolto anche a tutte le mogli, le madri di famiglia, le lavoratrici e le imprenditrici che hanno stoicamente e silenziosamente portato avanti le loro attività in mezzo ad innumerevoli difficoltà.

In Italia le aziende ‘in rosa’ sono oltre 200 mila, circa il 28% del totale – afferma il presidente di Asti Agricoltura Gabriele Baldie la nostra provincia non fa di certo eccezione proponendo esempi virtuosi di aziende guidate da donne intraprendenti e coraggiose. La nostra organizzazione si è sempre prodigata assiduamente al fine di facilitare e agevolare la conciliazione tra vita familiare e lavorativa per le donne e per sconfiggere anche qualsivoglia stereotipo di genere. Asti Agricoltura plaude alla tenacia, alla creatività, alla concretezza e alla competenza delle donne: qualità che il mondo femminile esprime quotidianamente in ogni settore del mondo del lavoro“.

Asti Agricoltura, rappresentanza astigiana della Confagricoltura, ha aderito con entusiasmo all’iniziativa“, dichiara il direttore di Asti Agricoltura Mariagrazia Baravalle. “Nel settore agricolo la donna svolge tradizionalmente un ruolo fondamentale, ponendosi come vera e propria ‘spina dorsale’ nel settore primario e la nostra associazione si è sempre impegnata per creare le condizioni indispensabili a sostenere il lavoro femminile in tutte le sue declinazioni. Ci uniamo nel riconoscere come fondamentale l’impegno e il sacrificio delle donne in divisa e nel manifestare loro stima e rispetto riconoscendole come forze determinanti e particolarmente preziose soprattutto in questo periodo pandemico“.

 




Unioncamere Piemonte: Frena nel IV trimestre 2020 il crollo della produzione industriale

Nell’ambito della consueta collaborazione tra Unioncamere Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit per il monitoraggio della congiuntura economica piemontese, Unioncamere Piemonte diffonde oggi i dati della 197ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei mesi di gennaio e febbraio con riferimento ai dati del periodo ottobre-dicembre 2020 e ha coinvolto 1.843 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 96.497 addetti e un valore pari a circa 54,1 miliardi di euro di fatturato.

 

Il 2020 è stato indubbiamente un anno molto difficile per l’industria manifatturiera della nostra regione. Già il 2018 aveva visto, nella seconda parte dell’anno, un rallentamento dei ritmi produttivi. Il 2019 aveva confermato la tendenza al ribasso del sistema industriale piemontese. La pandemia e le conseguenti misure restrittive introdotte per il suo contenimento hanno ulteriormente peggiorato il quadro nel 2020. Al calo produttivo del 5,7% registrato nel I trimestre dell’anno hanno fatto seguito le flessioni del -15,3% e -2,4% del II e del III trimestre 2020. Il IV trimestre si è chiuso con un dato moderatamente incoraggiante: il crollo produttivo generato dalla crisi pandemica si è fermato. La produzione industriale ha manifestato una stabilità rispetto all’analogo periodo del 2019 (0,0%).

 

La contrazione media della produzione manifatturiera per l’intero 2020 è stata pari al 5,9%, inevitabilmente più intensa rispetto alla flessione dello 0,5% registrata nella media annua 2019. Il tessuto manifatturiero piemontese ha però tenuto meglio rispetto a quello lombardo (- 9,8%), a quello veneto (-8,7%) e a quello medio italiano (-10,9%).

 

Concentrando l’attenzione sugli ultimi tre mesi del 2020 emerge, però, qualche dato incoraggiante. Alcuni settori sono tornati a crescere. Le imprese di grandi dimensioni hanno ripreso la strada dello sviluppo e il fermento sui mercati esteri ha trainato gli ordinativi.

 

Il Presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia, commenta: “Questa fase emergenziale, che dura ormai da un anno, sta continuando a condizionare la vita delle nostre produzioni e delle nostre aziende. La priorità è garantire alle imprese tutti gli strumenti necessari, tra cui quelli finanziari, per superare quelli che speriamo siano gli ultimi mesi di sofferenza per il nostro tessuto imprenditoriale: la vaccinazione è l’unica strada che ci permetterà da un lato di tornare a produrre ai livelli pre-Covid e dall’altro di rilanciare i consumi e stabilizzare l’occupazione. Avremo a disposizione, inoltre, le risorse europee: guardiamo con coraggio all’innovazione e alla trasformazione digitale, veri grimaldelli dello sviluppo economico”.

La pandemia non ha risparmiato colpi alla maggior parte dei settori produttivi, in alcuni casi ha fortemente accelerato tendenze già in atto – ha commentato Teresio Testa, Direttore regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo -. Oggi è strategico capire cosa accadrà superata la fase attuale e investire le risorse disponibili in maniera lungimirante. Venerdì Intesa Sanpaolo presenterà un piano articolato di interventi per sostenere la crescita e la trasformazione delle imprese. Il punto centrale è che occorre accelerare nella conversione green, cambiando l’intero ciclo della produzione e dei consumi. I criteri ESG (Environment, Social, Governance) sono il punto di riferimento. A questi guardano gli S-Loan, finanziamenti attraverso i quali riconosciamo alle imprese un premio sul tasso applicato al raggiungimento di obiettivi pubblici e condivisi. Sono fiero di poter dire che nel nostro territorio abbiamo in corso erogazioni per circa 50 milioni di euro, a cui si aggiungono circa venti importanti progetti finanziati con il plafond di 6 miliardi che Intesa Sanpaolo ha dedicato alla circular economy, per ulteriori 30 milioni di euro”.

 

Grazie a ‘UniCredit per l’Italia’ – ha dichiarato Fabrizio Simonini, Regional Manger Nord Ovest di UniCredit – abbiamo agito come facilitatori per la canalizzazione dei crediti e la concessione di finanziamenti-ponte a privati e imprese per favorire la ripartenza. A livello nazionale le richieste di moratoria, secondo gli ultimi dati disponibili, sono state numerose: più di 78 mila alle famiglie (per 5,8 miliardi) e più di 139mila alle imprese (per 17,8 miliardi). A questo si sono aggiunti gli interventi previsti dal Decreto Liquidità per le imprese. UniCredit ha erogato circa 16,8 miliardi di euro a oltre 163 mila aziende italiane che hanno presentato le richieste per un finanziamento con garanzia dello Stato. Anche in Piemonte abbiamo fatto sentire in maniera importante il nostro supporto, come testimoniano i dati dei finanziamenti e delle moratorie: 1,7 mld di nuova finanza con garanzie pubbliche, e 2 mld di moratorie a famiglie e imprese in regione. I dati moderatamente incoraggianti del quarto trimestre dell’anno scorso dimostrano che la nostra regione, con la collaborazione di tutti gli attori, mostra una volontà di reazione del tutto significativa. Fin dall’inizio della pandemia UniCredit si è messa al tavolo con le associazioni, le istituzioni e l’ABI, dando il proprio apporto di esperienza e supportando le misure governative. Insieme ai nostri clienti e dipendenti abbiamo insomma affrontato un contesto difficile, del tutto inaspettato, dal quale abbiamo però appreso moltissimo e oggi siamo pronti per gestire questo nuovo scenario economico e lavorare insieme alla ripartenza”.

La stazionarietà della produzione industriale si associa a un andamento debolmente positivo degli ordinativi interni (+0,4%) e a un rimbalzo consistente evidenziato dagli ordinativi sul mercato estero (+17,3%). Il fatturato totale segna un + 0,4% mentre la componente estera mostra ancora una lieve flessione (-0,9%). Il grado di utilizzo degli impianti sale dal 61,8 del III trimestre al 62,7%.

 

 

A livello settoriale permangono le forti criticità vissute, anche nei trimestri precedenti, dalla filiera tessile che segna il risultato peggiore (-16,2%). Ancora negativo il comparto meccanico (-3,6%) e, diversamente da quanto avvenuto nel periodo precedente, anche quello alimentare (-0,9%). Stabile risulta l’andamento della filiera del legno e del mobile (+0,3%), mentre cresce la produzione di tutti gli altri comparti.

 

In particolare l’industria dei metalli registra una variazione tendenziale del +0,9%, seguita dalla chimica gomma plastica (+1,1%). Le imprese dell’elettricità e dell’elettronica segnano un incremento della produzione del 2,9%. Il risultato migliore appartiene a uno dei protagonisti della manifattura piemontese: il comparto dei mezzi di trasporto (+3,9%).

 

Focalizzando l’attenzione su questo settore, si rileva come la performance positiva del IV trimestre 2020 risulti il frutto di una stazionarietà nella produzione di autoveicoli (0,0%) e di una crescita di quella delle aziende della componentistica autoveicolare (+6,5%) e del comparto dell’aerospazio (+4,5%).

Analizzando il campione delle imprese manifatturiere intervistate emerge, sotto il profilo dimensionale, come a soffrire ancora in maniera pesante della situazione di emergenza siano le realtà di micro dimensioni (0-9 addetti), per le quali la produzione nel IV trimestre ha ancora registrato un calo del 1,2% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Le piccole imprese (10-49 addetti) e le medie aziende (50-249 addetti) mostrano una flessione più contenuta, rispettivamente pari a 0,6 e 0,7 punti percentuali. Una netta inversione di tendenza rispetto ai trimestri precedenti contraddistingue, invece, le imprese di grandi dimensioni (oltre 250 addetti) che registrano una crescita tendenziale della produzione dell’1,3%.

La stabilità mostrata a livello complessivo regionale nel IV trimestre 2020 rispetto agli ultimi tre mesi del 2019 deriva da andamenti differenziati presentati a livello territoriale. Determinante appare ancora una volta la specializzazione settoriale.

Il settore tessile influisce pesantemente sui risultati delle province che registrano una flessione produttiva. Biella manifesta il calo più elevato (-14,3%), risultato imputabile alla contrazione della produzione di filatura, tessitura e finissaggio, in positivo solo gli articoli in maglia. Anche Vercelli (-4,9%), subisce le criticità della filiera tessile, non pienamente controbilanciate dalla crescita del comparto chimico. In negativo anche il dato di Alessandria (-3,0%), territorio in cui la gioielleria, comparto di specializzazione della provincia, segna una forte battuta d’arresto.

Nel IV trimestre risulta stazionaria la produzione di Verbania (-0,3%), sostenuta dal comparto dei metalli e dalla chimica, e di Cuneo (+0,1%), penalizzata dal tessile. Cresce, infine, la produzione industriale di Torino (+1,1%), grazie ai mezzi di trasporto e all’elettricità ed elettronica, e di Asti (+1,5%), realtà in cui la performance non brillante dell’alimentare viene compensata dalla crescita della chimica-gomma-plastica. Il risultato migliore appartiene a Novara che, grazie alla crescita a doppia cifra della rubinetteria e del valvolame, segna un +2,7%.

 

FOCUS INVESTIMENTI E INNOVAZIONE

 

Nella rilevazione del IV trimestre è stato scelto di indagare la propensione agli investimenti e all’innovazione delle aziende manifatturiere nel corso del 2020.

Nel 2020 il 29,5% delle imprese manifatturiere piemontesi ha effettuato investimenti, il 29,8% non lo ha fatto a causa della pandemia, mentre il 40,7% non lo avrebbe fatto comunque.

 

La maggior propensione ad investire si è riscontrata nelle industrie chimiche e delle materie plastiche, quella più bassa nella filiera del legno e in quella tessile.

La spaccatura, su questa tematica, tra grandi imprese e aziende piccole è stata enorme. Il 94,1% delle imprese di grandi dimensioni ha effettuato investimenti nel 2020, la percentuale scende al 21,2% nelle micro imprese.

La tipologia di investimento prevalente è stata, ancora volta, macchinari e attrezzature (76,3%), seguita dalla ricerca e sviluppo, che sale dal 16% delle aziende del 2019 al 23,8%.

Per effettuare investimenti nel corso del 2020 le imprese manifatturiere piemontesi hanno utilizzato prevalentemente l’autofinanziamento (48,4%) o il credito bancario (35,0%).

Analogamente a quanto avvenuto nel 2019, nel 2020 il 46,6% delle imprese ha introdotto innovazioni contro una quota del 56,4% che non lo ha fatto.

La principale forma di innovazione è stata quella di prodotto seguita dall’innovazione di processo e da quella organizzativa.

Anche in questo caso si sono contraddistinte, per maggior propensione a introdurre innovazione, le industrie chimiche e delle materie plastiche e quelle meccaniche. La propensione più bassa ha riguardato, invece, le industrie dei metalli.

 

Nel triennio 2018-2020 il principale ostacolo all’innovazione è stato la mancanza di risorse finanziarie e la presenza di costi di innovazione troppo elevati.

Se negli anni passati si era riscontrata una stretta correlazione tra la crescita di produzione e fatturato e la propensione delle imprese a investire e innovare, nel 2020 si rileva una maggior resilienza delle realtà che sono riuscite, nonostante tutto, a investire e a introdurre innovazione rispetto a chi non lo ha potuto o voluto fare.