In Regione si preparano i concorsi

C’è un grande lavoro da parte degli uffici per far partire tutti i concorsi, in modo da dotare la Regione del personale che manca”. Queste le parole dell’assessore regionale al personale Marco Gabusi nell’audizione odierna in prima Commissione, presieduta da Carlo Riva Vercellotti, sul bilancio di previsione 2021/23.

I concorsi, che per il rispetto delle norme anticovid rischiano tempi prolungati per prove e colloqui, riguardano tempi determinati (per coprire urgentemente i vuoti di organico più evidenti) e tempi indeterminati sia nelle categorie dei funzionari, sia nella dirigenza.
L’assessore al personale ha parlato per le sue competenze di un bilancio sostanzialmente in continuità con il 2020, se non per una ridefinizione in corso dei costi delle funzioni nei trasferimenti alle province sui servizi di polizia provinciale e ambientali.
In prima Commissione sono anche intervenuti gli assessori Chiara Caucino e Fabrizio Ricca.

In tema di pari opportunità, Caucino ha evidenziato come i fondi per sostenere le azioni in sede giudiziaria delle donne vittime di violenza e i loro figli, siano rimasti inalterati nel trend storico (350 mila euro). L’impegno è provare ad aumentarli e costituire un tavolo, aperto ai consiglieri di maggioranza e opposizione, per migliorare il regolamento di applicazione della legge.

Di continuità con il bilancio 2020 ha parlato anche l’assessore Fabrizio Ricca sui temi delle partecipate e della polizia locale. Gli stanziamenti sono in linea con quelli dell’anno scorso. 500 mila euro verranno utilizzati per i corsi di formazione per gli operatori di polizia locale. Anche nel 2021, come l’anno scorso, i corsi si terranno in modalità telematica per i problemi legati all’epidemia.
Con i tre assessori hanno interloquito, oltre al presidente Riva Vercellotti, i consiglieri Diego Sarno (Pd), Marco Grimaldi (Luv), Silvio Magliano (Moderati), Sean Sacco e Sarah Disabato (M5s), Francesca Frediani (M4o).




Enti locali: “La Regione conferma i fondi dello scorso anno”

La Commissione Autonomia, a maggioranza, ha dato parere favorevole alla parte del Bilancio 2021-23 relativa agli Enti locali. Nella seduta, presieduta da Davide Nicco, l’assessore Fabio Carosso ha spiegato che “malgrado il difficile momento finanziario innescato dalla pandemia, la Giunta conferma tutti i fondi dello scorso anno. Quindi potremo continuare ad aiutare i Comuni in conformità con il recente passato”.

Quanto alle somme a disposizione, Carosso ha ricordato che alla Città metropolitana e al Vco vanno 4 milioni, poi altre cifre più o meno significative per le varie autonomie locali.

L’assessore ha aggiunto che “per quanto riguarda le unioni e le fusioni di Comuni, stiamo lavorando a una riforma per facilitarle e, soprattutto per le unioni, dovremo affrontare con pazienza la procedura oggi un po’ difficoltosa”.

È intervenuto Domenico Ravetti (Pd) per chiedere nello specifico quali siano i termini delle riforme proposte, specie per le fusioni “che spesso sono fonte di malcontento da parte dei piccoli Comuni”. Ma anche come si intenda procedere con la premialità. L’assessore ha risposto che per quest’ultima “è chiaro che ci vorrebbero fondi aggiuntivi per essere più incisivi. Stiamo lavorando per cambiare, ha ragione Ravetti, la questione non è semplice. Circa le fusioni, “per evitare le proteste successive, dobbiamo pensare a un referendum che sia in qualche modo vincolante: stiamo valutando una soluzione che permetta ai cittadini di dare un’opinione che abbia un valore democratico”.

Alberto Avetta (Pd) ha poi chiesto a che punto sia l’interlocuzione per l’aggiornamento della normativa con Anci e a Uncem. “Auspico che su queste tematiche importantissime il confronto possa anche essere preventivo”. L’assessore ha riferito di essersi già confrontato con i due enti per trovare una linea comune e ora con gli uffici si stanno preparando proposte che verranno immediatamente condivise. “È importante che anche i sindaci neoeletti capiscano i vantaggi della collaborazione e i risparmi che le unioni generano”.




“Il Piano Transizione 4.0, gli aspetti fiscali e tecnici”. Webinar di Cnvv

Venerdì 26 febbraio 2021, alle 9.30, Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) organizza il webinar “Il Piano Transizione 4.0: gli aspetti fiscali e tecnici”.

L’evento analizzerà i principali aspetti di natura fiscale e tecnica del piano nazionale “Transizione 4.0”, di cui la Legge di Bilancio 2021 ha innovato le agevolazioni fiscali e finanziarie prevedendo una proroga temporale e un potenziamento di varie misure, tra cui il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nuovi, quello per ricerca, sviluppo e innovazione, quello per la “formazione 4.0” e la cosiddetta “Nuova Sabatini”, che consente alle Pmi di ottenere finanziamenti agevolati per l’acquisto o il leasing di nuovi macchinari 4.0.

Il programma dei lavori prevede la relazione di Fabio Avenale e Chiara Blencio, rispettivamente Tax Partner e Tax Manager di Kpmg Studio Associato, che sarà dedicata agli aspetti fiscali del Piano Transizione 4.0 e a cui seguiranno gli interventi di Paolo Gianoglio (Icim), che si soffermerà su requisiti tecnici, casi pratici e suggerimenti operativi, e di Enrico Pisino (Ceo di Cim 4.0) che illustrerà il Competence Center Cim 4.0.




Università del Piemonte Orientale, Carlo Robiglio entra a far parte dell’Advisory Board di Jeupo

Carlo Robiglio, Vicepresidente di Confindustria e Presidente di Piccola Industria, oltreché Vicepresidente del Cda del Sole 24 Ore, entra a far parte dell’Advisory Board di Jeupo, Junior Enterprise Universitari del Piemonte Orientale Ets.

Jeupo è un’associazione non profit, parte del network nazionale JE Italy e internazionale delle Junior Enterprise. Si propone di fornire servizi di consulenza a imprese, professionisti ed enti territoriali, reinvestendo i ricavi in formazione e nell’organizzazione di eventi di networking, che portino valore ai suoi associati.

Interamente gestita da studenti, Jeupo può contare su risorse provenienti da diversi background, ma accomunate dalla volontà di crescere umanamente e professionalmente attraverso il learning by doing, oltreché di generare un positivo impatto sociale.

Robiglio, laureato in Giurisprudenza alla Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è fondatore, Presidente e Ceo del Gruppo Ebano, holding che opera nella digital economy e nell’editoria, leader di mercato nella formazione a distanza e nell’e-learning. Fanno parte del Gruppo Ebano, tra gli altri, la Bcorp Centro Europeo di Formazione, Interlinea Edizioni e BTrees.

Già Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Piemonte, Presidente di Piccola Industria dell’Associazione Industriali di Novara e Presidente di Piccola Industria del Piemonte, Robiglio è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere e poi di Commendatore al Merito della Repubblica Italiana.

In “Uno sguardo oltre l’impresa” ha raccolto gli editoriali scritti tra il 2014 e il 2017 per L’Imprenditore, la rivista di Piccola Industria di cui è stato Direttore in quel periodo. La sua ultima pubblicazione è “Doppia Accelerazione”, dove propone e commenta con Alberto Mattiello alcune riflessioni tratte dalla prestigiosa MIT Sloan Management Review.

“Siamo entusiasti di poter contare sul supporto di Carlo Robiglio, che sarà di fondamentale e strategica importanza per la crescita di Jeupo”, afferma Giorgio Cuzzocrea, Vicepresidente di.Jeupo. “Mi auguro di poter fornire all’associazione il contributo di un’esperienza maturata sul campo, sia nell’impegno confederale che in quello specifico che caratterizza la mia vicenda imprenditoriale”, dichiara Carlo Robiglio.

 




Stop impianti sciistici, Regione Piemonte: “Il premier Draghi dimostri che la musica è cambiata”

La Giunta regionale del Piemonte si è riunita questa mattina in seduta straordinaria per affrontare il tema della mancata ripartenza dell’attività degli impianti di sci, decisa ieri sera dal Governo a meno di 12 ore dall’apertura delle stazioni sciistiche.

Presenti in videocollegamento anche Giampiero Orleoni e Nicola Bosticco, presidente e vicepresidente di Arpiet, l’associazione che rappresenta i gestori degli impianti di risalita piemontesi.

In giornata la Regione scriverà al Governo per risollecitare l’attivazione immediata dei ristori che gli operatori del settore attendono da mesi (parametrati sul modello francese, che prevede un ristoro di circa il 50% dei ricavi annuali), ma anche un ulteriore indennizzo per le cinque false partenze subite dal comparto fin dall’avvio della stagione invernale (la prima per il ponte dell’Immacolata, poi ancora il 20 dicembre, il 7 e 18 gennaio e adesso il 15 febbraio), che hanno causato un aumento dei costi fissi del 20%.

Nel pomeriggio l’assessore agli Affari Legali Maurizio Marrone verificherà con l’avvocatura della Regione la possibilità di costituirsi parte civile, al fianco dei gestori degli impianti, per chiedere indennizzi proporzionati alla quantificazione dei danni, mentre gli assessori allo Sport Fabrizio Ricca e al Turismo e Commercio Vittoria Poggio incontreranno il neo-ministro del Turismo Massimo Garavaglia.

Stamattina invece il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, insieme al vicepresidente e assessore alla Montagna Fabio Carosso, si è confrontato con il ministro agli Affari regionali Mariastella Gelmini per chiedere una immediata convocazione delle Regioni che hanno nel sistema invernale uno dei comparti economici strategici per il proprio territorio. Un settore che dà da vivere a migliaia di famiglie e che oggi rischia il collasso. Sempre in giornata, il presidente Cirio trasmetterà anche al presidente del Consiglio Draghi una memoria con le istanze urgenti che la Regione chiede al governo per sostenere il sistema della neve.

“La Regione Piemonte ha previsto di stanziare immediatamente 5,3 milioni di euro come ristori per gli impianti sciistici nuovamente penalizzati da una politica di chiusura intempestiva e annunciata con nessun anticipo – sottolineano il presidente Cirio e l’assessore Ricca -. Una dinamica, questa, che ha reso impossibile una politica di pianificazione delle aperture per la stagione sciistica e ha causato ulteriori danni a quelli già ingenti che la pandemia ha provocato anche a questo comparto. La Giunta delibererà venerdì queste risorse che sappiamo non essere sufficienti, ma che sono un modo immediato per dare ossigeno a un settore che per il Piemonte è strategico. Ci aspettiamo che Roma si attivi subito per fare la sua parte. Draghi dimostri che la musica è cambiata e che il nuovo governo conosce e capisce i problemi della vita reale, come primo atto avvi immediatamente i ristori per lo sci”.




Agrinsieme: presentate le priorità agricole al presidente Draghi

Abbiamo ascoltato con grande attenzione le parole del Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi, che ha dimostrato di conoscere molto bene la situazione dell’agroalimentare del Paese e di avere chiare le linee sulle quali impostarne la ripresa. Il Premier incaricato, infatti, ha spiegato che intende puntare sull’agroalimentare quale volano per la crescita e lo sviluppo del Paese, privilegiando contributi mirati invece che sussidi a pioggia e dando una sensibile accelerata al lavoro sulle infrastrutture, vera e propria chiave di volta per accrescere la competitività delle imprese”.

Lo sottolinea il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, e che è stato ricevuto oggi nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio nell’ambito del secondo giro di consultazioni preventivo alla formazione del nuovo esecutivo.

“Da parte nostra, abbiamo ricordato al Presidente incaricato che le criticità delle filiere agricole non nascono con l’emergenza Coronavirus e purtroppo non si esauriranno con il concludersi di questa pandemia, se prima non si risolvono i problemi atavici che frenano lo sviluppo dell’agricoltura; la modernizzazione del Paese, la transizione ecologica e l’inclusione sociale, territoriale e di genere dovranno quindi essere le linee strategiche sulle quali innestare la ripartenza, senza prescindere dal necessario lavoro sulla semplificazione, sulle infrastrutture e sulla promozione degli investimenti” aggiunge il Coordinamento.
“Condividiamo le priorità indicate dal Presidente incaricato per il rilancio dell’agroalimentare, che attendiamo di conoscere nel dettaglio e sulle quali auspichiamo un consenso parlamentare ampio e solido; tali priorità andranno portate avanti di pari passo con le sempre più necessarie e improcrastinabili riforme della Pubblica Amministrazione, della giustizia e del fisco, tutte espressamente richieste al nostro Paese da Bruxelles e propedeutiche all’accesso al Recovery Fund” prosegue Agrinsieme.

“Abbiamo, infine, ricordato al Premier incaricato che l’agroalimentare può, vuole e deve continuare a essere protagonista della ripartenza del Paese in ragione del grande contributo che può offrire in termini economici, occupazionali e sociali. Fondamentale diventa quindi lavorare all’unisono e sfruttare appieno le potenzialità del sistema-Paese; in tale ottica, il Coordinamento è in prima linea ed è pronto a fare la sua parte” conclude il Coordinamento.




Giorno del ricordo, Allasia: “La tragedia delle foibe fa parte della memoria di tutti gli italiani”

Oggi la tragedia delle foibe e dell’esodo fanno parte della memoria di tutti gli italiani e della storia del Paese e ricordarla deve rappresentare l’occasione per rafforzare una storia condivisa nella coscienza degli italiani, contribuire alla costruzione di una identità consapevole delle tragedie del passato, contro ogni pulizia etnica e ogni odio razziale. Da tempo, terminata la lunga notte della guerra fredda, è possibile una lettura meno ideologica di quelle vicende ed è possibile condividere analisi più serene e obiettive. Fu un’immensa tragedia a lungo rimossa, ma ricordarla ci rende tutti più forti e credibili nella difesa e nell’affermazione dei valori fondamentali sui quali è nata e si è costruita la nostra Repubblica.”




CNA Piemonte e UNCEM: Pandemia, le sfide delle imprese e dei territori montani. Lettera aperta a Giunta regionale e Parlamentari 

CNA Piemonte e UNCEM hanno spedito oggi, 9 febbraio, una lettera appello indirizzata ai Parlamentari piemontesi, al Presidente Alberto Cirio e ai componenti della Giunta regionale per chiedere una “discriminazione positiva” delle aree montane.

 

Scrivono nel documento CNA Piemonte e UNCEM: “Indichiamo alcuni elementi che a nostro giudizio rappresentano linee di lavoro per definire una diversa gestione e parametrazione per i territori montani:

 

1. Densità abitativa: distinguere tra alta e bassa, quindi in questa chiave trattare in maniera diversa e meno restrittiva i sistemi vallivi, in cui la possibilità già prevista di mobilità di 30 km per i residenti di Comuni al di sotto dei 5 mila abitanti rappresenta un elemento positivo, ma che da solo non è sufficiente a mitigare i problemi che si segnalano;
2. Mobilità e trasporti pubblici: assumere la prevalenza del trasporto privato come elemento di maggior mitigazione dei contatti e dei contagi, a differenza di quanto avviene con l’utilizzo inevitabilmente più massiccio dei mezzi pubblici nelle aree urbane e metropolitane;
3. Profilazione del rischio delle specifiche attività: si pensi agli uffici pubblici o di utilità collettiva (es. banche e uffici postali), ai pubblici esercizi. In questo quadro è possibile considerare percorsi e flussi nei piccoli centri meno complessi e più gestibili che nelle aree urbane. In questo ambito risulta incomprensibile la serrata alle ore 18.00 dei pubblici esercizi che invece devono avere la possibilità di operare anche oltre le ore 18.00 alle stesse condizioni previste durante la giornata, fermo restando il rispetto del cosiddetto orario di coprifuoco. Il tema della revisione degli orari (uniforme e coerente) dei pubblici esercizi è peraltro necessario anche per il resto del territorio;
4. Residenti e aventi titolo seconda casa: sono i beneficiari di questo modello di gestione specifico vallivo anche nel caso in cui la nostra Regione sia inquadrata come “zona arancione”.

 

“Ci sono oggi una sofferenza e un disagio sia di natura economica sia sociale nelle valli perché le restrizioni hanno messo in forte difficoltà anche una minima e adeguata quotidiana vivibilità su quei territori; dove, come noto, il periodo invernale è per sua natura particolarmente rigido. La CNA Piemonte è stata doppiamente sollecitata, dai suoi imprenditori e dagli amministratori locali a partire dalle valli torinesi, per esprimersi a sostegno di questa specificità dei territori montani – ha spiegato il presidente regionale della CNA Piemonte Fabrizio Actis -. Vogliamo che, con lo stesso principio arcobaleno con il quale l’Italia è stata divisa in colori diversi, adesso si scenda nella specificità delle singole regioni, perché è chiaro che non si possa regolare la vita dei cittadini, delle imprese, dei pubblici esercizi, dei commercianti, degli albergatori e dei lavoratori a Torino come a Pragelato”.

 

“L’appello di CNA e UNCEM al Governo e alla Regione per individuare opportunità di organizzazione differenziate delle attività economiche nelle aree montane, è particolarmente attuale in vista dei nuovi decreti che il Governo dovrà varare. Dobbiamo riequilibrare una situazione di sperequazione che oggi penalizza le valli piemontesi. La montagna ha bisogno di interventi differenziati”, ha aggiunto il presidente regionale di UNCEM  Roberto Colombero.




Torino. Sottoscritto protocollo d’intesa per la riduzione del disagio abitativo

La Città di Torino ha approvato nuove e ulteriori misure straordinarie di intervento per la riduzione del disagio abitativo nel proprio territorio dovuto all’incremento del rischio di morosità a causa della pandemia in corso.

 

Tra gli interventi messi in campo, è stato sottoscritto un Protocollo d’Intesa tra l’Amministrazione Comunale, il Tribunale di Torino, l’Ordine degli Avvocati di Torino e le Associazioni sindacali rappresentative della proprietà Unione Piccoli Proprietari Immobiliari (UPPI) e Associazione Proprietà Edilizia (APE) Confedilizia e il Consorzio Intercomunale Torinese (CIT), mirato a  rafforzare ulteriormente l’iniziativa Salvasfratti da sempre finalizzata a favorire soluzioni concordate tra inquilino e locatore nei casi di sfratto per morosità.

 

La Città di Torino – al termine di un processo partecipativo che ha coinvolto diverse istituzioni sul tema dell’emergenza abitativa – ha stilato un accordo che ufficializza la costruzione di una partnership, primo tassello per la creazione di un nuovo sistema territoriale di sostegno sociale. L’obiettivo è il rafforzamento della capacità di intervento preventivo sulle situazioni di sfratto per morosità, sviluppando ulteriormente l’opera di intermediazione di Lo.C.A.Re sul mercato privato della locazione attraverso una maggiore diffusione territoriale dell’iniziativa Salvasfratti, grazie al supporto della rete delle Associazioni sindacali di categoria.

 

Il perdurare della crisi economica ha aumentato significativamente a livello nazionale, regionale e cittadino il numero degli sfratti per morosità, seppure temporaneamente rallentato in ragione del blocco nazionale delle esecuzioni per fare fronte all’aggravamento dell’emergenza abitativa legata al Covid 19. Un numero crescente di famiglie, con redditi discontinui e spesso sotto la soglia della povertà, deve affrontare spese sempre maggiori per il mantenimento dell’abitazione, che incidono pesantemente sui bilanci familiari, con l’inevitabile conseguenza di dover subire procedimenti di sfratto per morosità.

 

Nel 2005 le richieste di convalida di sfratto per morosità depositate al Tribunale di Torino ammontavano a 2.255 casi, nel 2015 erano aumentate a 3.823, registrando un incremento superiore al 70%; nel solo 2014 le richieste hanno raggiunto il picco record di 4.693 casi. Contestualmente si è assistito ad una contrazione del 53% degli sfratti per finita locazione, che nel decennio precedente erano invece stati la causa di emergenza prevalente. I dati della Commissione Comunale per l’Emergenza Abitativa relativi alle domande di assegnazione di casa popolare motivate da emergenza abitativa, evidenziano che se nel 2005 la percentuale di domande motivate da sfratto per morosità era pari al 77% sul totale degli sfratti, nel 2019 (2.268 sfratti per morosità) tale percentuale era salita al 91%.

 

L’iniziativa si rivolge ad inquilini residenti a Torino in situazioni di sfratto per morosità incolpevole secondo le regole del FIMI (Fondo Inquilini Morosi Incolpevoli); ma sono previste anche ulteriori possibilità di intervento preventivo rese possibili dal recente decreto 23 giugno 2020 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha esteso la platea dei potenziali beneficiari del Fondo anche a quei cittadini che, pur non avendo ancora in corso uno sfratto per morosità, possano dimostrare di aver subìto, in ragione dell’emergenza Covid-19, un calo di reddito Irpef superiore al 30% nel trimestre marzo-maggio 2020 rispetto al reddito relativo al medesimo trimestre del 2019, non riuscendo, di conseguenza, a far fronte al pagamento del canone di locazione.

 

Questo intervento straordinario prevede che:

 

⮚ la morosità accumulata, comprensiva di spese legali fino ad un massimo di euro 8.000,00, sia coperta in sostituzione dell’inquilino a fronte della disponibilità della proprietà ad abbandonare la procedura esecutiva in corso,

 

⮚ sia stipulato un nuovo contratto di locazione nello stesso alloggio – tipologia 3 + 2 anni – con l’intervento calmieratore di Lo.C.A.Re.

 

⮚ sia erogato un sostegno economico all’inquilino corrispondente ad 8/6/4 mensilità del nuovo canone di locazione in base al reddito dello stesso calcolato sull’ISEE dell’anno in corso

 

⮚ i contributi erogati direttamente al proprietario siano automaticamente scalati dal canone di locazione mensile per la durata della prima scadenza contrattuale, per rinforzare la garanzia a sostegno della maggiore stabilità futura del nuovo rapporto di locazione e per assicurare, nel contempo, un canone di locazione ulteriormente scontato per l’inquilino ma contemporaneamente ragionevole per la proprietà.

 

Le misure dell’intervento saranno gestite da Lo.C.A.Re. (ASLO Torino) che svolgerà il compito di coordinare gli interventi dei partner e di autorizzare l’erogazione delle risorse del FIMI in rapporto ai contratti stipulati.

 

Le Associazioni sindacali diffonderanno il più possibile l’informazione sull’iniziativa e promuoveranno la stipula di nuovi contratti di locazione predisponendo direttamente

le istruttorie in collaborazione con l’ufficio Lo.C.A.Re. e fornendo la consulenza tecnica ai destinatari del progetto.

 

Nel contempo l’Ordine degli Avvocati si attiverà per sensibilizzare e informare i propri

iscritti su requisiti e benefici del progetto al fine di creare un collegamento istituzionale stabile con il Comune di Torino e gli altri partner dell’iniziativa, mentre il Tribunale assicurerà la massima diffusione e informazione sull’iniziativa, e, quando possibile, informerà preventivamente le controparti sulla sussistenza di questa opportunità.

 

Gli interventi proposti hanno carattere straordinario ed avranno validità fino al 31 dicembre 2021.

 

Un ulteriore progetto approvato dalla Città di Torino è ‘Promozione dell’abitare sociale’. L’iniziativa rappresenta un passo in avanti rispetto all’esperienza maturata con il Salvasfratti, a cui sono stati destinati 400mila euro di finanziamento comunale.

 

Tale progettualità è diretta al sostegno di adulti soli e di nuclei familiari, segnalati dai Distretti della Coesione Sociale, in condizioni di fragilità abitativa e in uscita da percorsi di accoglienza temporanea della Città realizzati in collaborazione col privato sociale.

 

La misura prevede, anche a favore di nuclei in condizioni di maggiore fragilità reddituale rispetto ai canonici requisiti previsti da Lo.C.A.Re., l’attivazione di strumenti di sostegno al reddito dell’inquilino, sia nel caso di contratti di locazione in essere, sia nel caso di nuovi contratti, per agevolare il mantenimento del rapporto di locazione o per rimodularlo su nuove basi economicamente più sostenibili per entrambe le controparti.

 

Anche in questo caso il sostegno al reddito dell’inquilino, tarato sulle specificità del suo nucleo familiare, viene erogato direttamente al proprietario che lo detrae dal canone di locazione mensile.

 

L’iniziativa propone un più ampio ventaglio di possibilità contrattuali per le rinegoziazioni e per i nuovi contratti, potendo contare su tutti i tipi di contratto di locazione convenzionati – da quelli di maggior durata (da 3 + 2 a 6 + 2 anni) ai transitori e ai 4 + 4 anni -. E’ inoltre prevista l’attivazione del Fondo di garanzia a favore della proprietà nel caso di sopravvenuta morosità.

 

In sintonia con la strategia che ispira l’accordo sul FIMI, è possibile poter estendere, temporaneamente, l’applicabilità delle misure del progetto Promozione dell’abitare sociale – quale intervento di carattere straordinario valevole esclusivamente per il 2021 – a una platea più ampia di adulti soli e di famiglie, e non solo ai destinatari istituzionali, che non sono riusciti a far fronte, in tutto o in parte, ai costi del canone di locazione, a partire dal mese di marzo 2020, a causa della crisi pandemica.

 

 




Embraco, Sicchiero (sindaco di Chieri): “Urgente avere informazioni chiare”

Siamo molto preoccupati per la situazione di stallo in cui si trova il progetto Italcomp, e questa mattina nell’incontro in Prefettura ho sottolineato l’urgenza di avere informazioni chiare e precise, anche se siamo consapevoli che la crisi di Governo viene a complicare il tutto.

Eravamo fiduciosi che con il progetto Italcomp, con la creazione di un polo italiano dei compressori tra Belluno ed il chierese, si potesse dare un futuro allo stabilimento dell’ex Embraco.

Non possiamo credere che il percorso avviato nei mesi scorsi dal ministero dello Sviluppo economico si areni proprio a pochi metri dal traguardo, e che non si possano garantire quei pochi milioni di euro necessari per far partire il tutto ed evitare per i 406 lavoratori dell’ex Embraco/Ventures la prospettiva del licenziamento.

Sono in gioco il futuro di tante famiglie e le aspettative di un intero territorio. Come Sindaci ci sentiamo impotenti, abbiamo cercato di fare la nostra parte e di stare sempre a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori. Chiediamo alla politica un’assunzione di responsabilità e di non liquidare il percorso fin qui fatto»: lo afferma il Sindaco di Chieri Alessandro SICCHIERO, che questa mattina ha partecipato al presidio organizzato dai sindacati e dai lavoratori dell’ex Embraco/Ventures in piazza Castello a Torino.