Trasmissioni tv: Confagricoltura Alessandria invita a una corretta informazione

L’agricoltura dà lavoro ad oltre un milione di persone ed è un settore ad alto valore aggiunto che, proprio durante la pandemia, ha dimostrato di impegnarsi per garantire cibo di qualità, sano e sicuro ai cittadini italiani ed europei, continuando tra mille difficoltà e in silenzio il proprio lavoro.

“Dispiace e amareggia – sottolinea il presidente di Confagricoltura Alessandria, Luca Brondelli di Brondello – quando show popolari trasmettono all’immaginario collettivo, proprio in questi tempi difficili, quando dovremmo essere orgogliosi delle nostre eccellenze, il dubbio che prodotti ortofrutticoli possano essere positivi al Covid”.

La manipolazione informativa – rimarca l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – non è degna del nostro giornalismo migliore, così come ospitare medici “negazionisti” che, attraverso “fake news”, cercano di accreditare le loro visioni su un virus che, proprio in Italia, ha fatto tantissimi morti. E’ un insulto a tante famiglie colpite, all’intelligenza degli ascoltatori, oltre che un tentativo di screditare le nostre produzioni migliori, come il kiwi di cui siamo primi produttori e grandi esportatori.

Ci piacerebbe che, finalmente, fosse dato spazio alla corretta informazione soprattutto durante un’emergenza eccezionale e imprevista come questa che stiamo vivendo da troppo tempo. I problemi ci sono e sono tanti, perché, invece di crogiolarsi nei superficialismi inutili e dannosi, non iniziare a parlare e pensare concretamente alla ripartenza?
“Puntiamo – conclude Brondelli – sulle nostre numerose eccellenze agricole e alimentari, ma non solo, dando spazio ed attenzione anche a un po’ di ottimismo, fondamentale per ricominciare verso la normalità, che tutti auspichiamo arrivi presto”.

 

 




Servizio civile con il Patronato Enapa di Confagricoltura

C’è tempo fino al 15 febbraio per presentare domanda per la partecipazione al bando indetto dal Patronato Enapa di Confagricoltura destinato ai giovani che desiderano avere un’esperienza di volontariato negli ambiti dell’assistenza e tutela dei diritti dei cittadini (quali, per esempio, anziani, immigrati, disoccupati, persone con handicap) e dell’educazione e informazione sui diritti sociali.

Ci sono 104 posti in tutta Italia – chiarisce in una Confagricoltura, che promuove il Patronato Enapa – per i giovani tra i 18 e i 28 anni che aspirano a partecipare ai progetti di servizio civile.

In Piemonte le sedi provinciali Enapa che aderiscono ai progetti approvati dal Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio Civile Universale (SCU) sono Alessandria, Biella, Torino, Vercelli e Asti.

I giovani, per un anno, saranno impegnati per la “difesa della Patria”, come ricorda l’art. 52 della Costituzione, un periodo importante – sottolinea il Patronato di Confagricoltura – di crescita personale di vita e professionale.

L’esperienza prevede un impiego di 25 ore su 5 giorni settimanali e un rimborso mensile netto di 439.50 euro. Per candidarsi è necessario presentare la domanda entro e non oltre le ore 14.00 del 15 febbraio 2021, in base alle informazioni pubblicate sul sito dell’Enapa al link

 

 

 

 




Allasia: “Le pietre d’inciampo ridanno nome alle vittime del nazifascismo”

In occasione del Giorno della Memoria, il presidente del Consiglio Stefano Allasia ha partecipato questa mattina alla celebrazione istituzionale in Sala Rossa, e il vicepresidente Mauro Salizzoni alla commemorazione al Cimitero Monumentale.

Alle 15, saranno insieme davanti all’ex caserma dei Vigili del Fuoco in corso Regina Margherita per la posa degli Stolpersteine dedicati a Francesco Aime e Giovanni Bricco, due vigili del fuoco che aderirono alla Resistenza.

“Le pietre d’inciampo ci restituiscono la storia personale, ridanno nome a chi ne fu privato per via dell’applicazione dell’ideologia nazifascista, ricostruiscono la storia dei luoghi dove risiedevano, lavoravano o vennero arrestati. Oggi il compito di custodire e tramandare la memoria, attraverso un ponte con le nuove generazioni,  diventa determinante per evitare il rischio di nuove tragedie. Da parte delle istituzioni serve coraggio e determinazione, affinché la memoria diventi per tutti la bussola che orienta le nostre scelte ogni giorno”, spiega Allasia.

Per Salizzoni “mai come oggi abbiamo l’urgenza di non dimenticare ciò che è stato, di ‘commemorare’ ovvero condividere una comune Memoria. Lo dimostrano i recenti raid digitali antisemiti, la propaganda fascista e nazista fatta di gesti, parole e simboli che credevano appartenere al passato, il negazionismo basato sull’ignoranza che crede che Mussolini abbia fatto cose buone e che la Shoah sia un’invenzione. Lo dimostrano le donne, uomini e bambini in fuga tra i boschi dei Balcani, cacciati indietro a bastonate. Contro i fascismi di ieri e di oggi, contro l’intolleranza e il razzismo, siamo tutti chiamati ad un forte impegno culturale, educativo ed istituzionale.

Il Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà di Torino, grazie al sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale, e in collaborazione con la Comunità Ebraica di Torino, l’Associazione Nazionale Ex Deportati (Aned) – sezione Torino e il Goethe Institut Turin, per il settimo anno porta a Torino gli Stolpersteine di Gunter Demnig, un progetto europeo ideato e realizzato dall’artista tedesco per ricordare le singole vittime della deportazione nazista e fascista.
Quest’anno, per la prima volta dal 2015, Demnig non è presente a causa delle limitazioni legate alla pandemia. In tutto saranno otto le pietre che verranno posate nella giornata di mercoledì.




Giorno della Memoria, Allasia e Salizzoni partecipano alla posa delle Pietre d’Inciampo a Torino

In occasione del Giorno della Memoria, il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia e il vicepresidente Mauro Salizzoni parteciperanno, mercoledì 27 gennaio alle ore 15 in corso Regina Margherita 128 (ex caserma dei Vigili del Fuoco), alla posa delle Pietre d’Inciampo dedicata a Francesco Aime e Giovanni Bricco, due vigili del fuoco che aderirono alla Resistenza.

Il Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà di Torino, grazie al sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale, e in collaborazione con la Comunità Ebraica di Torino, l’Associazione Nazionale Ex Deportati (Aned) – sezione Torino e il Goethe Institut Turin, per il settimo anno porta a Torino gli Stolpersteine di Gunter Demnig, un progetto europeo ideato e realizzato dall’artista tedesco per ricordare le singole vittime della deportazione nazista e fascista.

Quest’anno, per la prima volta dal 2015, Demnig non sarà presente a causa delle limitazioni legate alla pandemia. In tutto saranno otto le pietre che verranno posate nella giornata di mercoledì.

Le informazioni sul progetto sono disponibili a questo link

 


CONSIGLIO REGIONALE DEL PIEMONTE




Nati-mortalità imprese: l’anno della pandemia paralizza il tessuto imprenditoriale piemontese

In base ai dati del Registro imprese delle Camere di commercio, emerge come nel 2020 siano nate 20.942 aziende in Piemonte, il 19,4% in meno rispetto alle 25.972 nuove iscrizioni registrate nel corso del 2019. Al netto delle 21.913 cessazioni (il 20,3% in meno rispetto alle 27.489 del 2019), il saldo appare ancora una volta negativo (-917 unità), fenomeno che alimenta la lenta e continua erosione del tessuto imprenditoriale locale.

 

Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine dicembre 2020 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta così a 426.314 unità, confermando il Piemonte in 7ª posizione tra le regioni italiane, con il 7,0% delle imprese nazionali.

 

“Il tessuto imprenditoriale piemontese è paralizzato dall’incertezza perché l’andamento della pandemia non permette di programmare il futuro. Da un lato gli imprenditori non possono scommettere su nuove aperture e su nuove attività, dall’altro non hanno garanzie e certezze sulla durata dei provvedimenti istituzionali in tema di lavoro e dei ristori messi in campo dal Governo. A regnare sono il dubbio e la paura che fanno male a qualunque sistema economico. Le istituzioni, come le Camere di commercio, non possono che continuare a sostenere i loro imprenditori, fornendo tutto il supporto per creare, far crescere e tutelare la propria attività. Le strade che dobbiamo percorrere sono quelle dell’innovazione e del digitale: solo così potremmo decidere il nostro futuro” commenta Gian Paolo, Presidente Unioncamere Piemonte.

 

Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del -0,23%, lievemente migliore rispetto al dato registrato nel 2019 (-0,35%), e ancora in controtendenza rispetto alla media italiana (+0,32%) del 2020.

 

Per stabilire l’entità degli effetti prodotti nel 2020 dalla crisi pandemica sul tessuto imprenditoriale, sarà però necessario attendere le risultanze del primo trimestre dell’anno in corso. Tradizionalmente, infatti, le comunicazioni di chiusura dell’attività pervenute al Registro delle Imprese a fine anno vengono statisticamente conteggiate nel nuovo anno.

 

A livello di forma giuridica si evidenzia una sostenuta espansione delle società di capitale (+2,28%), una tenuta delle altre forme (categoria all’interno della quale troviamo le cooperative) e un calo delle realtà meno strutturate: imprese individuali (-0,43%) e società di persone (-1,87%).

 

La forte contrazione dei flussi di iscrizioni e cancellazioni delle imprese suggerisce cautela nella quantificazione delle conseguenze del forzato rallentamento delle attività in molti settori economici.

 

Analizzando i risultati del 2020 a livello settoriale si intravedono, infatti, dinamiche influenzate dalla diffusa incertezza sull’evoluzione della pandemia e da un’altrettanta diffusa attesa riguardo al prodursi degli effetti previsti dai provvedimenti di ristoro messi in campo dalle istituzioni.

 

Alla luce di questa premessa vanno letti i tassi segnati dai principali settori dell’economia locale. Gli altri servizi registrano un +0,98%, seguono il turismo (+0,74%) e le costruzioni (+0,83%). Per quest’ultimo settore va considerata anche la spinta fornita dalle nuove detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio.

 

Il commercio segna un tasso del -1,04%. Industria in senso stretto e agricoltura mostrano flessioni più consistenti, rispettivamente pari a -1,46% e -1,47%.

 

La contrazione registrata a livello medio regionale è scaturita dagli andamenti negativi rilevati nella quasi totalità delle realtà territoriali. Solo Torino segna una sostanziale stabilità (+0,16%). Il nord est patisce di più del resto della regione. Le flessioni più significative si registrano a Vercelli (-0,85%), Alessandria (-0,84%), Verbania (-0,80%) e Biella (-0,77%). A Cuneo il tasso si attesta al -0,61% e ad Asti al -0,51%. Novara mostra, infine, una flessione più ridotta (-0,26%)

 

 




Unioncamere Piemonte: A gennaio 2021 cala la domanda di lavoro delle imprese piemontesi

Sono circa 28.660 i contratti programmati dalle imprese piemontesi per gennaio 2021: 7.790 unità in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-21,4%). Il 63% riguarderà lavoratori dipendenti, mentre il 37% sarà rappresentato da lavoratori non alle dipendenze.

Nel 30% dei casi le entrate previste saranno stabili (era il 31% a gennaio 2020), ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 70% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

Complessivamente nel trimestre gennaio-marzo 2021 le entrate stimate raggiungeranno le 64.140 unità, circa 14.800 unità in meno rispetto a quanto previsto nello stesso periodo del 2020.

Queste alcune delle indicazioni che emergono dal Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.

         Delle 28.660 entrate previste in Piemonte nel mese di gennaio 2021, il 22% è costituito da laureati (in lieve crescita rispetto al 20% di gennaio 2020), il 37% da diplomati, le qualifiche professionali rappresentato il 23% mentre il 18% è riservato alla scuola dell’obbligo.

Per quanto riguarda la dinamica settoriale sono, ancora una volta, i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro (66%, dato in calo però rispetto al 68% registrato nello stesso periodo dell’anno precedente).

Il comparto manifatturiero, che genera il 26% della domanda di gennaio 2021, cresce di 6 punti rispetto all’incidenza del 20% dell’analogo periodo del 2020. In crescita, grazie anche ai nuovi incentivi collegati al comparto, le entrate programmate dalle imprese delle costruzioni, che passano da 2.130 di gennaio 2020 a 2.440.

 

Il 33% delle entrate previste per gennaio 2021 in Piemonte sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota superiore alla media nazionale (30%) e analoga rispetto a quanto previsto nel gennaio 2020 a livello regionale (32%), il 30% sarà costituito da operai specializzati e conduttori di impianti, il 27% riguarderà impiegati, professioni commerciali e dei servizi e il 10% profili generici.

 

A livello di area di funzionamento il peso maggiore è dato dalla produzione beni ed erogazione servizio, segue l’area commerciale e vendita e quella tecnica e di progettazione, che passa in termini di incidenza dal 15% di gennaio 2020 al 19%.

Permangono, infine, le difficoltà di reperimento di alcune figure professionali: in 34 casi su 100 le imprese piemontesi prevedono, infatti, di avere difficoltà a trovare i profili desiderati.

Le professioni più difficili da reperire in regione a gennaio 2021 sono, come era prevedibile stante lo stato di criticità pandemiche, medici e specialisti della salute nonché farmacisti e biologi.

 

 




Recovery plan, il Piemonte attende le regole definitive

Regione ed Enti locali sono in attesa di capire concretamente quali saranno le modalità di utilizzo dei fondi del Recovery plan, dopo l’approvazione ieri sera da parte del Consiglio dei ministri e con gli eventuali cambiamenti apportati dal Parlamento.

È quanto emerge dalla riunione della Commissione Autonomia presieduta da Riccardo Lanzo, alla quale ha partecipato l’assessore al Bilancio Andrea Tronzano per le audizioni dei rappresentanti degli Enti locali stessi.

Secondo Tronzano, che ha confermato per il momento i 13.5 miliardi di richieste da parte del Piemonte di novembre scorso, “l’obiettivo del piano nazionale è quello di limitare i divari regionali e territoriali. Se vogliamo andare sul nuovo paradigma economico, è indispensabile per esempio che le imprese abbiano l’obiettivo di risolvere problemi complessi, che tengano conto anche della dimensione sociale, ecologica e culturale dei vari territori”.

“Le azioni devono essere consapevoli – ha precisato l’assessore – e tutti i punti di vista sono preziosi, soprattutto quelli degli Enti locali. Occorre coinvolgere, oltre il Consiglio regionale, anche le realtà territoriali”.

Ieri è stato approvato il cosiddetto piano resilienza dal Consiglio dei ministri, “quindi sapremo nei prossimi giorni dopo il vaglio del Parlamento come muoverci. I nostri 115 progetti sono per oltre 13 miliardi, declinati in 6 missioni. I fondi vanno spesi rapidamente, per questo sono stati privilegiati i progetti immediatamente cantierabili. Sulle infrastrutture abbiamo ricevuto molte richieste e alcune obiezioni al piano: possiamo migliorare, però teniamo conto sempre del vincolo relativo alla cantierabilità”.

Dagli uffici è stato confermato che “stiamo lavorando sull’ultima versione notturna, abbiamo sentito colleghi a Roma e stiamo tutti cercando di capire quali sono le novità. In questa seconda fase spero riusciremo a individuare quanto rimane a livello nazionale e quanto invece sarà fatto in collaborazione con gli enti territoriali, dalle Regioni agli Enti locali”.

Per Anci Piemonte il presidente Andrea Corsaro ha sottolineato che si debba insistere “sull’utilizzo di risorse per azioni che siano concrete e pratiche per i Comuni” e secondo il presidente Uncem Marco Bussone “è inutile elencare i desiderata, capiamo che non è un elenco della spesa dove infiliamo i bisogni dei territori. Ci vogliono scelte rapide, coerenti con le finalità del piano. Il punto cardine è superare le sperequazioni territoriali”.

Ali Piemonte, con Federico Borgna ha spiegato che “La strategia che mi sembra più efficace è quella legata agli obiettivi di sviluppo sostenibile: strategie aderenti ai territori, il più possibile coerenti con quelle di area vasta”. La presidente dei piccoli Comuni, Franca Biglio, ha poi ricordato che “se si faranno i bandi evitiamo che si chieda il cofinanziamento ai piccoli comuni, perché significherebbe per quasi tutti non poter nemmeno partecipare”.




Confagricoltura: pronti a collaborare al Patto per il Piemonte

Concordiamo con il presidente Cirio sulla necessità di un Patto per il Piemonte e siamo pronti a impegnarci per costruire e realizzare un piano di rilancio dell’economia che veda l’agricoltura tra i principali artefici della ripresa”.

Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, intervenendo sulle dichiarazioni del presidente della Regione Alberto Cirio, condivide gli obiettivi indicati dalla giunta subalpina. “Dobbiamo lavorare tutti insieme – afferma Allasia – per definire un nuovo Programma di Sviluppo Rurale che consenta alle imprese di poter sfruttare completamente e in tempi rapidi tutte le risorse a disposizione”.

Confagricoltura evidenzia che nel periodo di programmazione che si è appena chiuso, pur tenendo presente che le risorse residue potranno essere utilizzate nei prossimi due anni,  la capacità di spesa del Piemonte si è dimostrata assai limitata.

In base ai dati non definitivi al 31 dicembre 2020 elaborati da Agea relativi all’avanzamento della spesa (Pubblica e quota FEASR) effettivamente sostenuta il Piemonte si posiziona al 60,34%, a fronte dell’impegno pressoché totale delle risorse. “Questo significa che il sistema di pianificazione, gestione dei bandi, rendicontazione e collaudi ha funzionato a rilento e che può e deve essere migliorato”, commenta il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia.

Apprezziamo l’impegno del presidente Cirio che ha dichiarato di voler ampliare il ricorso alle autocertificazioni e ai controlli ex post per le autorizzazioni e i contributi regionali, al fine di velocizzare snellire il carico burocratico per cittadini e imprese –  ha aggiunto il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaroperché l’agricoltura, che nell’anno del Covid ha continuato a lavorare per assicurare cibo di qualità e materie prime di valore alle industrie agroalimentari locali che hanno potuto mantenere posizioni importanti anche sui mercati internazionali, è pronta a fare la propria parte, con oltre 42.000 imprese agricole attive e 65.000 occupati, nell’interesse del territorio e dei cittadini”.

 

 

 

Allegato: Programmazione sviluppo rurale 2014-2020 – Tabella  Avanzamento della spesa (Pubblica e quota FEASR) effettivamente sostenuta e situazione disimpegno automatico FEASR al 31 dicembre 2020

 




Confartigianato Cuneo “Con lo sblocco della Asti-Cuneo il 2021
 è iniziato sotto buoni auspici per imprese e territorio”

Se è vero, come dice un vecchio proverbio, che “il buongiorno si vede dal mattino”, cominciano ad acquisire consistenza le molte aspettative che tutti abbiamo riposto nel nuovo anno appena iniziato.

Il 2021 già nel suo secondo giorno di vita ha portato al nostro territorio e all’intero Piemonte una delle notizie più attese e sollecitate di questi ultimi anni: il ministro all’Economia e alle Finanze, Roberto Gualtieri, ha firmato gli atti aggiuntivi di Astm (società concessionaria) sull’autostrada Cuneo-Asti per lo sblocco dei cantieri.

A ruota, la ministra alle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli ha a sua volta firmato le convenzioni per le società Asti-Cuneo e Satap, dando di fatto il via libera ai lavori anche da parte del MIT».

A commentare positivamente questa svolta “epocale” per una delle province italiane più penalizzate nei collegamenti, è Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Imprese Cuneo, l’Associazione di categoria che a fianco delle istituzioni ha da sempre sostenuto con forza la necessità del territorio cuneese di avvalersi di infrastrutture più agili e moderne che possano favorire imprese e mondo economico.

«Ci sono voluti 12 anni di promesse non mantenute, – commenta il presidente Crosetto – di date non rispettate e di proclami caduti nel vuoto, prima di arrivare al passo decisivo per il completamento dell’autostrada A33 Asti-Cuneo. Un’attesa assai penalizzante per una terra così laboriosa, fatta di gente determinata e sempre pronta a rialzarsi nelle difficoltà. In questo lungo periodo segnato da cavilli ed incertezze burocratiche, la nostra provincia ha subito altri gravi danni da eventi atmosferici, arrivando fin quasi all’isolamento totale.

Tuttavia, le nostre imprese non hanno mai smesso di darsi da fare, dimostrando, pur nei momenti più critici, quelle caratteristiche di duttilità e resilienza necessarie a superare gli ostacoli. La notizia diramata in anteprima oggi (sabato 2 gennaio) dai parlamentari Giorgio Bergesio e Flavio Gastaldi (Lega), viene quindi letta dalla Granda e dall’intera Regione come un’importante iniezione di energia per guardare al futuro con maggiore fiducia».
«Anche se nostro territorio, – conclude Crosetto – e soprattutto le nostre imprese, in questi anni avrebbero meritato più attenzione e più efficienza da parte della Politica e dei Governi, accogliamo positivamente questo cambio di passo.

Ci attendono ora tre anni di lavori per completare i 9 chilometri mancanti dell’autostrada, ma nel frattempo, ci auguriamo che vengano sciolti al più presto altri nodi nevralgici della nostra viabilità: la questione del Tenda e della Valle Roya, il colle della Maddalena, l’Armo-Cantarana, il traforo del Mercantour e il rafforzamento dei collegamenti ferroviari con Torino, la Liguria e la Costa Azzurra. Anche per l’avvio di questi progetti ci sarà bisogno di massima collaborazione e unità d’intenti. A tal proposito, vorrei esprimere a nome di Confartigianato e delle sue oltre novemila imprese associate un ringraziamento particolare a tutti i rappresentanti delle Istituzioni provinciali, regionali e nazionali e della politica locale che in questi anni hanno profuso il loro impegno a favore della terra cuneese e del suo sviluppo infrastrutturale. Il risultato di oggi è un importante inizio ed è da condividere equamente tra tutti».




I saldi invernali dal 7 gennaio

I saldi invernali di fine stagione inizieranno in Piemonte giovedì 7 gennaio 2021 e si protrarranno per otto settimane. In questo modo sarà possibile una partenza uniforme per tutte le attività.

La Giunta regionale ha assunto questa decisione, spiega l’assessore al Commercio Vittoria Poggio, in quanto “l’ultimo Dpcm consentiva al commercio online di usufruire di due giorni di vantaggio sugli operatori in sede fissa per la chiusura di questi ultimi fino al 5 gennaio. Ma tutti devono essere messi sullo stesso piano. Ed è per questa ragione che, per evitare di avvantaggiare alcuni a discapito di altri, abbiamo deciso di far partire le vendite per tutti nello stesso giorno”.

Le associazioni di categoria hanno accolto favorevolmente la decisione della Regione, in linea anche con quella assunta dalla Lombardia.